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Si riprende la discussione.
ANTONIO LEONE (FI). Espresso un giudizio complessivamente negativo sull'attività dell'Esecutivo, stigmatizza in particolare le scelte di politica economica finora compiute, caratterizzate dall'obiettivo di distribuire con una logica clientelare le risorse finanziarie disponibili, penalizzando le categorie produttive. Evidenziato l'atteggiamento contraddittorio della maggioranza in materia di politica estera, sottolinea l'inconsistenza dei dodici punti individuati dal Presidente del Consiglio per la prosecuzione della sua azione di Governo.
LUANA ZANELLA (Verdi). Manifesta apprezzamento per il rinnovato patto fra le forze politiche della maggioranza basato sulla condivisione dei punti programmatici enunciati dal Presidente del Consiglio.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
LUANA ZANELLA (Verdi). Sottolinea, quindi, che il lavoro di sintesi che ad esso compete non può prescindere dal dialogo, dal confronto anche aspro e faticoso, ma ineludibile, con il Paese reale, al fine di recuperare il significato profondo della rappresentanza.
FRANCESCO MONACO (Ulivo). Osservato che mediante i provvedimenti finora adottati il Governo ha attuato soltanto una parte del programma elettorale dell'Unione, rileva che, alla luce dell'esito delle consultazioni elettorali dello scorso anno, non è configurabile alcuna maggioranza alternativa a quella attuale; sottolineata inoltre l'opportunità di avviare un aperto confronto parlamentare sull'auspicabile riforma del sistema elettorale e sui conseguenti adeguamenti istituzionali, ritiene che le linee programmatiche accolte dalle forze politiche della maggioranza accentuino il profilo riformatore del Governo e rafforzino il ruolo del Presidente del Consiglio.
ANGELINO ALFANO (FI). Nel ritenere che la crisi del Governo Prodi non possa essere ascritta all'inefficacia della legge elettorale, sottolinea la debolezza ed il carattere eterogeneo della coalizione che lo sostiene e che a breve termine ne causerà la definitiva caduta.
ITALO BOCCHINO (AN). Giudica anomalo e paradossale il prevedibile esito della crisi di Governo, atteso che l'Esecutivo riceverà dalla maggioranza parlamentare - di cui richiama gli elementi di contraddizione e debolezza - un mandato affinché «non governi».
ANGELO PICANO (Pop-Udeur). Nel sottolineare che nell'arco di pochi mesi l'Esecutivo è riuscito a raggiungere i più Pag. VIIIimportanti obiettivi prefissati, auspica un rafforzamento dello spirito di coalizione, nonché una revisione della legge elettorale che salvaguardi il ruolo dei piccoli partiti. Conferma infine la piena fiducia del suo gruppo al Governo, manifestando apprezzamento per il suo preannunciato intento di rafforzare le politiche a sostegno della famiglia.
GIANCARLO LAURINI (FI). Nell'esprimere profonda delusione e preoccupazione per il disinteresse mostrato dal Governo per le esigenze del Mezzogiorno, richiamato in modo vago e superficiale nelle comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio, sottolinea la necessità di rimuovere le cause della diffusa e sistematica illegalità esistente nel Sud del Paese.
IACOPO VENIER (Com.It). Nel preannunziare che il suo gruppo confermerà la fiducia al Governo, lo invita a prestare attenzione alle legittime istanze rappresentate, in particolare, dai ceti meno abbienti della società e a darvi concreta risposta; osserva altresì che il confronto rispettoso delle diverse opinioni non può tuttavia prescindere dalla necessaria sintesi, fondamentale per un'efficace azione di Governo.
ROBERTO COTA (LNP). Sottolineata la debolezza della maggioranza che sostiene l'Esecutivo, ritiene che alla crisi di Governo, scaturita dalle gravi divergenze emerse in ordine alle alleanze internazionali alle quali l'Italia ha tradizionalmente aderito, sarebbero dovute seguire le elezioni anticipate; preannunzia, pertanto, che il suo gruppo negherà la fiducia all'Esecutivo.
STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI (FI). Ritiene che la crisi del Governo Prodi segni il tramonto delle forze riformiste e la vittoria di quella sinistra dorotea, dedita alla gestione del potere, affermatasi dopo «Tangentopoli».
FEDERICO PALOMBA (IdV). Sottolineata l'opportunità che il Governo si rimetta alla libera dinamica parlamentare sul provvedimento in tema di unioni di fatto, ritiene che la prospettata riforma del sistema elettorale non debba prevedere soglie di sbarramento eccessivamente elevate, tali da compromettere la rappresentanza parlamentare delle forze politiche minori; preannunzia, quindi, che il suo gruppo confermerà la fiducia all'Esecutivo.
NICOLA TRANFAGLIA (Com.It). Nell'esprimere condivisione per le sintetiche ma significative comunicazioni del Governo, auspica si possa avviare quanto prima un confronto parlamentare, in particolare, sui temi del conflitto di interessi, del sistema elettorale e delle comunicazioni.
MARCO FILIPPESCHI (Ulivo). Nel lamentare la patologica frammentazione del sistema politico italiano, sottolinea la necessità che destra e sinistra concorrano alla riforma della legge elettorale per realizzare una significativa semplificazione della rappresentanza e migliorare il bipolarismo, creando le condizioni per una più forte coesione delle coalizioni politiche. Ritiene altresì opportuno procedere a serie riforme strutturali e a poche e significative modifiche della Costituzione, come il superamento del bicameralismo perfetto, il rafforzamento del ruolo del Presidente del Consiglio e la riduzione del numero dei parlamentari.
ANTONIO SATTA (Pop-Udeur). Manifesta l'intendimento del suo gruppo di confermare la fiducia al Governo e l'adesione al programma con il quale si è presentato agli elettori, al cui rispetto richiama l'Esecutivo. Nell'auspicare quindi che la preannunziata riforma del sistema elettorale sia rispettosa del principio del pluralismo, esprime apprezzamento, in particolare, per l'attenzione mostrata dal Governo al rilancio del Mezzogiorno.
MAURIZIO ENZO LUPI (FI). Evidenziata la crisi strutturale dell'economia italiana, ritiene che l'unico elemento di coesione della frammentata compagine governativa Pag. IXpossa individuarsi nell'antiberlusconismo. Sottolinea altresì che l'obiettivo prioritario dell'attuale maggioranza, insensibile alle reali emergenze ed agli effettivi bisogni della società e delle famiglie, è la permanenza al governo del Paese.
GENNARO MIGLIORE (RC-SE). Nel preannunziare che il suo gruppo confermerà la fiducia al Governo, ritiene che lo sbocco della crisi possa costituire un'importante esperienza in vista di un rafforzamento del profilo politico dell'Unione, che non può prescindere da un più stretto raccordo con la società e da una maggiore attenzione ai bisogni delle fasce più disagiate della popolazione ed alla difesa dei diritti civili di tutti i cittadini. Sottolinea, infine, la necessità di una tempestiva rivisitazione della vigente legge elettorale.
IGNAZIO LA RUSSA (AN). Evidenziati i numerosi motivi di debolezza dell'attuale coalizione di Governo, indirettamente confermati anche dall'autorevole indicazione del Presidente della Repubblica circa l'opportunità di modificare la legge elettorale, osserva, tuttavia, che tale riforma non presuppone alcuna revisione costituzionale, che non può pertanto essere assunta quale pretesto per prolungare artificiosamente la durata in carica dell'Esecutivo.
RENZO LUSETTI (Ulivo). Osservato che l'Esecutivo può contare su un'autentica maggioranza politica che sostiene la sua rinnovata azione, giudica inaccettabili le accuse e le critiche rivolte al senatore Follini, al quale esprime la propria solidarietà. Manifestata condivisione, quindi, per l'intendimento di modificare la legge elettorale, preannunzia che confermerà la fiducia al Governo.
GABRIELLA CARLUCCI (FI). Nel lamentare l'irresponsabilità e lo scarso senso dello Stato mostrati dal Governo, ritiene che tale atteggiamento, lesivo del prestigio internazionale del Paese, metta a rischio l'auspicabile ripresa economica e la sicurezza dei militari italiani impegnati in missioni all'estero.
AURELIO SALVATORE MISITI (IdV). Nel ritenere che le comunicazioni del Governo rappresentino una base per rafforzarne l'azione, sottolinea la necessità di un più stretto raccordo con la comunità internazionale su materie di particolare rilievo strategico, come l'ambiente, le infrastrutture e lo sviluppo del Mezzogiorno. Ribadisce, quindi, il convinto sostegno del suo gruppo all'Esecutivo.
GIAN FRANCO SCHIETROMA (RosanelPugno). Nel preannunziare che i deputati Socialisti democratici italiani confermeranno con convinzione la fiducia al Governo, esprime vivo apprezzamento per le comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio, segnatamente con riferimento all'intendimento di ridurre l'ICI sulla prima casa; nell'auspicare altresì l'abolizione del canone per i servizi radiotelevisivi, sottolinea la necessità di garantire la laicità dello Stato, senza peraltro penalizzare inopinatamente la Chiesa cattolica.
GAETANO FASOLINO (FI). Osservato che il Governo Prodi ha rinunziato agli obiettivi strategici attraverso i quali sarebbe possibile una reale modernizzazione del Paese, segnatamente nel settore delle infrastrutture, stigmatizza l'atteggiamento di stampo trasformistico assunto dal senatore Follini.
FEDERICO BRICOLO (LNP). Giudicato ipocrita l'atteggiamento dell'Esecutivo, ritiene vergognose le comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio dei ministri, che ha eluso le questioni che hanno determinato la crisi di Governo, nonché i temi dell'immigrazione e del contrasto della criminalità; nell'auspicare quindi il sollecito ricorso alle elezioni anticipate, lamenta, al riguardo, la posizione assunta da talune forze politiche di opposizione.
MARIA FORTUNA INCOSTANTE (Ulivo). Nell'imputare al vigente sistema elettorale le divisioni interne alle coalizioni, in cui i partiti sono più attenti agli interessi di parte che a quelli generali delle alleanze, sottolinea la necessità di rinnovare Pag. Xla fiducia la Governo al fine di favorire la ripresa economica in atto e di assicurare alle giovani generazioni un futuro meno incerto.
ENRICO NAN (FI). Osservato che la richiesta di fiducia è esclusivamente volta a consentire la permanenza dell'attuale maggioranza, a suo avviso non più rappresentativa del Paese, giudica tuttora irrisolti i diversi problemi che hanno determinato l'apertura della crisi di Governo.
LUIGI D'AGRÒ (UDC). Nel rilevare il carattere generico delle comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio, segnatamente in materia di politica estera, osserva che le contraddizioni interne alla maggioranza in tema di opere infrastrutturali, di riforma pensionistica e di politiche sociali saranno di ostacolo all'azione del Governo.
DANIELE GALLI (FI). Nel ritenere insussistente l'ostentata coesione interna alla maggioranza, giudica marginale, in particolare, il ruolo svolto dalle forze politiche di ispirazione riformista.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI
DANIELE GALLI (FI). Rileva, quindi, che negare la fiducia al Governo rappresenta, a suo giudizio, un atto di responsabilità nei confronti degli italiani.
GIACOMO BEZZI (Misto-Min.ling.). Nel preannunziare l'intendimento di confermare la fiducia al Governo, osserva che la stabilità del sistema politico può essere assicurata da un'ampia e condivisa azione riformatrice che non si limiti alla mera modifica della vigente legge elettorale.
LELLO DI GIOIA (RosanelPugno). Nel preannunziare che il suo gruppo confermerà con convinzione la fiducia al Governo, manifesta condivisione per le prospettate riforme istituzionali, nonché quelle del sistema previdenziale, economico e sociale del Paese; ritiene altresì che il Parlamento approverà il provvedimento in tema di unioni di fatto.
MARIO LANDOLFI (AN). Osservato che la crisi politica che ha investito l'Esecutivo non appare imputabile unicamente al vigente sistema elettorale, ritiene che le divisioni interne alla maggioranza non consentano il preannunziato rilancio dell'azione di Governo e mettano a rischio la credibilità internazionale del Paese.
MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI). Sottolineato che l'Esecutivo ha compromesso in pochi mesi consolidati rapporti politici ed economici con soggetti storicamente rilevanti per lo Stato e la società italiana, ritiene che la profonda crisi politica della maggioranza stia mettendo a rischio l'immagine del Paese a livello internazionale.
PIETRO MARCENARO (Ulivo). Nel ritenere che il superamento della crisi di Governo favorirà una maggiore coesione all'interno della maggioranza, osserva che il dibattito sui principali temi di politica estera ha favorito la scelta di una linea condivisa e responsabile, che consentirà all'Italia di svolgere, a livello internazionale, un ruolo preponderante all'interno di un sistema multilaterale.
ADRIANO PAROLI (FI). Stigmatizzata l'assenza del Presidente del Consiglio nella discussione in corso, ritiene che l'eterogeneità delle componenti interne della maggioranza orienti il Governo a scelte contraddittorie e poco trasparenti. Ritiene altresì che la prospettazione dell'esigenza di approvare una nuova legge elettorale sia surrettiziamente volta ad evitare lo svolgimento di elezioni anticipate.
GIUSEPPE MARIA REINA (Misto-MpA). Sottolineata la valenza strettamente politica dell'attuale crisi di Governo, lamenta le deleterie conseguenze derivanti, segnatamente per il Mezzogiorno, dalla debolezza dell'Esecutivo, al quale negherà Pag. XIpertanto la fiducia; auspica altresì che la prospettata riforma del sistema elettorale contempli la reintroduzione del voto di preferenza.
SILVANA MURA (IdV). Espresso apprezzamento per la forza e la coerenza con cui il Presidente del Consiglio ha difeso e sostenuto la politica del Governo, individuando dodici priorità programmatiche da realizzare nel prosieguo della legislatura, assicura che il suo gruppo sosterrà con convinzione l'azione dell'Esecutivo.
GUIDO CROSETTO (FI). Ricordato il carattere politico della crisi di Governo, a suo avviso non imputabile alla vigente legge elettorale, esprime preoccupazione per l'inadeguatezza delle misure promosse dall'Esecutivo al fine di favorire la ripresa economica del Paese.
PRESIDENTE. Avverte che è stata presentata la risoluzione Franceschini n. 6-00016, della quale dà lettura (vedi resoconto stenografico pag. 106).
Dichiara chiusa la discussione sulle comunicazioni del Governo.
Rinvia quindi il seguito del dibattito alla seduta di domani, della quale comunica la prevista articolazione, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 26 febbraio scorso (vedi resoconto stenografico pag. 106).