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Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 10,15).
(Iniziative per includere l'area comprendente Bari e i comuni della provincia tra le istituende città metropolitane - n. 3-00265)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali, Pietro Colonnella, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Servodio n. 3-00265 (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 2).
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Signor Presidente, onorevoli deputati, onorevole Servodio ed interroganti, l'istituzione delle città metropolitane è prevista dall'articolo 114 della Costituzione, come novellato dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. La loro effettiva istituzione costituisce un'opportunità per ridefinire l'organizzazione degli enti territoriali, superando formule organizzative strutturate in maniera gerarchica, lontane dalle effettive esigenze di una società, che è sempre più orientata alla ricerca di sistemi organizzativi in grado di rispondere più celermente e con costi ridotti alle esigenze dei cittadini.
La città metropolitana può essere, pertanto, un modello idoneo a dare le risposte migliori ai problemi di organizzazione dei servizi e di pianificazione territoriale, tanto più che la loro istituzione parte dal basso, ossia dalla volontà dei comuni, che scelgono o meno se istituire tale sistema organizzativo.
Il ricorso alla legislazione ordinaria per l'istituzione delle città metropolitane si rinviene all'interno dell'articolo 117, secondo comma, lettera p) della Costituzione, di cui il disegno di legge delega approvato dal Consiglio dei ministri il 19 gennaio scorso (il cosiddetto codice delle autonomie), che è in attesa di iniziare l'iter parlamentare, costituisce appunto l'attuazione.
L'individuazione territoriale delle città metropolitane e l'incardinamento delle funzioni amministrative si rintracciano all'articolo 3 del sopra citato disegno di legge, che peraltro prevede l'inclusione della città di Bari tra le città metropolitane. È utile segnalare che il disegno di legge del Governo per la revisione dell'ordinamento degli enti locali appare coerente con il dettato costituzionale e non lesivo dell'autonomia, che lo stesso riconosce agli enti territoriali.Pag. 6
Prima di tale previsione costituzionale, la realtà delle macro organizzazioni preposte alla guida del governo dei territori più ampi si riconosceva nel disposto di cui all'articolo 22 del decreto legislativo n. 267 del 2000 (testo unico degli enti locali), laddove venivano individuate come aree metropolitane le zone comprendenti i comuni di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari e Napoli, facendo rinvio ad una valutazione degli aspetti socio-economici in rapporto al territorio per la classificazione di altri comuni.
Bisogna riconoscere, comunque, che la non chiara ripartizione dei poteri tra i diversi livelli amministrativi e, soprattutto, tra il ruolo delle province e degli altri enti locali in relazione all'esercizio delle funzioni fondamentali stabilite dall'articolo 117 della Costituzione ha già determinato una sostanziale stasi nell'individuazione delle funzioni fondamentali delle città metropolitane. Il nuovo codice delle autonomie locali intende rimuovere tale stasi attraverso l'individuazione di un percorso normativo e organizzativo, che favorirà la effettiva nascita delle città metropolitane, la cui azione sarà caratterizzata, nel rapporto con gli altri enti territoriali, attraverso il rispetto del principio di leale collaborazione e sulla base di una ripartizione di compiti, che eviterà duplicazioni e favorirà una razionalizzazione nei costi di gestione.
A tale riguardo si segnala che il prossimo 8 marzo la Conferenza unificata, tenendo conto dei pareri, delle considerazione e degli emendamenti si riunirà per deliberare il proprio parere in ordine al citato disegno di legge, che subito dopo sarà trasmesso al Parlamento.
Si segnalano al riguardo alcuni punti qualificanti di questo disegno di legge.
Vi è previsto ad esempio che l'istituzione delle città metropolitane possa spettare alternativamente: 1) al comune capoluogo; 2) al 30 per 100 degli altri comuni della provincia o delle province interessate; 3) ad una o più province insieme ai comuni diversi dal comune capoluogo.
In questi ultimi due casi i comuni e le province che si attivano devono rappresentare almeno il 60 per 100 della popolazione interessata.
Sono necessari, comunque, il parere della regione ed un referendum, che deve coinvolgere la popolazione complessivamente interessata.
All'istituzione effettiva si dovrà procedere mediante decreti legislativi, previo parere del Consiglio di Stato, della Conferenza unificata e delle commissioni parlamentari competenti.
Per le città metropolitane il territorio coinciderà con quello di una o più province; in caso di non coincidenza occorrerà procedere ad una nuova delimitazione delle circoscrizioni provinciali interessate. L'area metropolitana si articolerà al suo interno in comuni e conseguentemente il comune capoluogo si articolerà in municipi.
Da ultimo, le città metropolitane saranno dotate di un proprio statuto, al fine di svolgere in forma appropriata le funzioni di gestione del territorio.
In conclusione c'è dunque una risposta positiva: è confermata l'inclusione, fra le istituende città metropolitane, dell'area comprendente la città di Bari e dei comuni della relativa provincia. Vorrei inoltre aggiungere, sempre in conclusione, che non posso non evidenziare che l'istituzione delle città metropolitane può essere un fattore propulsivo dello sviluppo in alcune realtà, in un paese, l'Italia, che vuole tornare a crescere, di cui anche il territorio di Bari, per il suo rilevante ruolo storico, culturale ed economico nel corridoio adriatico - ionico, sicuramente fa parte. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei, sottosegretario Colonnella.
L'onorevole Servodio ha facoltà di replicare.
GIUSEPPINA SERVODIO. Grazie, Presidente. Sono molto soddisfatta per le risposte ricevute dal Governo questa mattina. Peraltro già da qualche settimana, dalla lettura del disegno di legge presentato Pag. 7dal Governo sul codice delle autonomie abbiamo compreso questa grande operazione di innovazione dei modelli organizzativi degli enti locali al fine, come diceva il sottosegretario, di dare una spinta allo sviluppo del Mezzogiorno, che rappresenta uno dei temi centrali della politica di questo Parlamento e del Governo.
Nella nostra interrogazione (il sottosegretario lo ha anche sottolineato) noi abbiamo ribadito come l'area centrale della Puglia (nella quale non solo il capoluogo Bari, ma i comuni della provincia e, aggiungo, anche quelli di altre province che sono vicini a quest'area centrale, quali alcuni comuni della provincia di Taranto, di Brindisi, della nuova BAT, ma anche di Foggia e della stessa Lucania, della stessa Matera) possa svolgere un ruolo rispetto proprio ad un nuovo sviluppo, non solo dell'intera Puglia.
Infatti tale area, insieme a quella della città metropolitana di Napoli, potrebbe rappresentare nel Mezzogiorno un nuovo modello non solo di organizzazione e di collaborazione tra gli enti locali, ma anche e soprattutto rispetto allo sviluppo economico e a tutte le strategie commerciali di incontro e di incrocio con le culture e le economie della parte ionica, tirrenica e adriatica del Mediterraneo.
Penso che il Governo abbia dato su questo una risposta molto positiva, anche perché, lo ricordava il sottosegretario, questa grande conquista avvenne già nel 1990, con la legge n. 142: Bari era stata inserita in quella legge e anche nel successivo decreto n. 267 perché, pur essendo una città di 320 mila abitanti, ha un'area così vasta, che ha le caratteristiche proprie delle aree metropolitane, cioè di realtà economiche diverse, che si affacciano sul mare e sulle nostre famose Murgie, cioè nelle aree interne.
La città metropolitana - ha ragione il sottosegretario - non è una riorganizzazione dal punto di vista amministrativo, bensì un nuovo modello di sviluppo, che guarda ad economie anche diverse. Noi abbiamo realizzato una serie di convegni nella nostra Puglia anche con realtà europee. Sono fallite tutte le aree metropolitane, che avevano come oggetto sviluppi monoculturali. Oggi invece le città o aree metropolitane, perché di questo si tratta, devono guardare allo sviluppo integrato di vari settori. L'area centrale della Puglia ha al suo interno attività economiche come la pesca, il commercio, l'agricoltura, l'industria, la tecnologia; occorre quindi mettere insieme queste realtà economiche, produttive e di vocazione territoriale all'interno di un modello istituzionale, che vede - qui lo sottolineo e mi piace che anche il Governo lo abbia sottolineato - la parità di dignità tra i comuni. Infatti è giusto che la città di Bari si dispieghi in municipi, non può rimanere un Moloch, altrimenti i comuni che sono nell'hinterland non accetteranno mai di essere soffocati da una città che prevalga. Peraltro a Bari è già in atto il decentramento; sono state istituite diverse circoscrizioni, che dovremo trasformare in vere e proprie municipalità.
Apprezzo inoltre che nel disegno di legge via sia il riconoscimento della partecipazione nella scelta dei territori e soprattutto il fatto di non avere immaginato duplicazioni, perché è giusto che, laddove ci sia la città metropolitana, non ci sia la provincia, perché questa sarebbe una duplicazione. Signor sottosegretario, speriamo certamente di migliorare nel corso dell'iter parlamentare le funzioni di queste città metropolitane, perché oltre ad avere quelle della provincia, esse dovrebbero avere funzioni tali da essere di pari dignità anche rispetto a quelle dell'ente regione, cioè avere anche una capacità non solo di gestione e di programmazione dei servizi, ma anche di decisione quasi di rango legislativo, se non proprio di tale rango.
PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Servodio.
GIUSEPPINA SERVODIO. Sostengo questo perché le città metropolitane, diventando un luogo di incontro delle volontà dei territori, devono avere una pari dignità rispetto anche alla stessa regione.
Concludo, signor Presidente, confermando la piena soddisfazione e soprattutto Pag. 8ribadendo che noi parlamentari, non appena sarà presentato alle Camere il disegno di legge, ci impegneremo sul versante del miglioramento delle funzioni e della possibilità di approfondire il sistema elettorale previsto dal disegno di legge, che secondo noi forse dovrà essere rivisto, perché ci sembra che escluda la possibilità che tutti i territori siano rappresentati. Ad ogni modo si aprirà al riguardo un grande dibattito in Parlamento. Ringrazio il sottosegretario e tramite lui il ministro per averci offerto questa opportunità di ammodernamento delle nostre istituzioni locali.