Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Stanziamenti straordinari a favore della regione Lazio in relazione al piano di rientro del deficit sanitario della regione - n. 3-00700)
PRESIDENTE. L'onorevole Garavaglia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-00700 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmatario.
MASSIMO GARAVAGLIA. Grazie, Presidente. La regione Lazio, come tutti ben sanno, ha accumulato negli anni un debito sanitario enorme, oltre 11 miliardi di euro. Per dare l'idea, questa cifra rappresenta un terzo della già mastodontica finanziaria del buon Prodi. Ora, la legge prevede che le regioni coprano questi buchi automaticamente e autonomamente, mettendo i ticket e alzando le tasse. Per il Lazio, invece, la situazione è diversa in quanto il Governo interviene pesantemente con un mutuo dissimulato di 5,8 miliardi, con un altro intervento di 2,3 miliardi di cui non si comprende bene la ragione.
Chiediamo, quindi, di sapere come il Governo giustifichi questo intervento, alla luce soprattutto del principio di responsabilità inderogabile delle regioni e dei loro amministratori.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, in effetti vi è stato un accordo tra il ministro della salute, il ministro dell'economia e delle finanze e la regione Lazio per l'approvazione del piano di rientro in riferimento al debito accertato nell'ottobre 2006, che ovviamente fa riferimento anche ad amministrazioni precedenti, pari a 9,9 miliardi di euro.
Lo Stato si impegna ad attivare gli strumenti legislativi ed amministrativi per consentire alla regione il rimborso anticipato, mediante l'erogazione alla regione stessa di una somma a titolo di prestito, a fronte della quale la regione è impegnata a versare annualmente per trenta anni, a decorrere dal 2008, l'importo di 310 milioni di euro specificamente individuato e finalizzato nel bilancio regionale. Per raggiungere questo obiettivo è stato necessario integrare le risorse che la regione Lazio si è dimostrata in grado di garantire annualmente per trenta anni per la copertura dei disavanzi pregressi. Ciò avviene con il ricorso ad una quota delle risorse accantonate dallo Stato nella Tabella B della legge finanziaria per il 2007 per contribuire alla regolazione dei debiti nel settore sanitario.
Non è comunque la sola regione Lazio ad essere in queste condizioni. Sono sette le regioni che devono rientrare. Tre hanno già firmato un accordo: Lazio, Abruzzo e Liguria. Quattro regioni invece non hanno ancora firmato alcuna intesa: Molise, Campania, Sicilia e Sardegna.
Il Governo sta anche pensando alla possibilità di approvare un provvedimento legislativo urgente in cui sia prevista l'utilizzazione della somma di 3 miliardi di euro, già prevista dalla legge finanziaria, piegandola a questi parametri che già sono stati utilizzati con le regioni con le quali è stato sottoscritto l'accordo. Tali parametri sono: debito regionale non coperto malgrado l'attivazione al livello massimo della leva fiscale regionale su IRAP e su Pag. 51addizionale regionale all'IRPEF (misure che le regioni devono comunque avere già adottato se avevano un deficit sanitario); ulteriore sforzo fiscale richiesto ai fini dell'ammortamento del debito accumulato fino al 30 dicembre 2005; rapporto tra debito non coperto e livello delle risorse derivante dalla massimizzazione delle aliquote fiscali regionali che tiene conto dei limiti della capacità fiscale regionale a fronteggiare il debito accumulato; infine, un debito regionale in termini pro capite che tiene conto del peso del debito accumulato sui cittadini residenti.
Per concludere, non è previsto un trattamento ad hoc per la regione Lazio ma sono stati previsti provvedimenti generali. Ci sono regioni che hanno un deficit sanitario consistente. Come ripeto, le date dimostrano che si è trattato di amministrazioni diverse; vi ho anche elencato le regioni, alcune delle quali non sempre sono state amministrate dal centrosinistra. Quindi, non è un problema di schieramento politico: per poter fronteggiare il rientro dal debito sanitario debbono fare il loro dovere e non devono farlo pagare soltanto ai cittadini.
PRESIDENTE. L'onorevole Garavaglia ha facoltà di replicare, per due minuti.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, la risposta non ci soddisfa. Innanzitutto, alla Lega Nord Padania non interessa sapere se il «buco» di bilancio nel Lazio lo abbia provocato il centrodestra o il centrosinistra. Ci interessa che sia ripianato in modo equo, anche per rispetto alle altre regioni che, invece, il «buco» nel bilancio non lo hanno fatto. Detto questo, la questione più importante è quella della serietà delle politiche di contenimento della spesa pubblica. Già con i comuni questa serietà è andata a farsi benedire! Con il decreto cosiddetto mille proroghe, infatti, avete dato ai comuni che non hanno rispettato il patto la possibilità di assumere personale. Quindi, come potete pretendere, adesso, che i comuni siano seri? Con le regioni sta andando anche peggio. La spesa sanitaria costituisce oltre il 70 per cento della spesa delle regioni e, se non c'è controllo della spesa sanitaria, non c'è controllo della spesa pubblica regionale. Nel Lazio, voi concedete questo mutuo dissimulato, palesemente incostituzionale, perché i mutui si possono richiedere solo per investimenti e non per finanziare la spesa corrente. Tanto è vero che la Cassa depositi e prestiti non ha potuto richiedere un mutuo di sei miliardi di euro. Inoltre, andate ad assegnare queste altre risorse.
Tutto questo ha un solo risultato, quello di consentire al Lazio dell'amico Marrazzo di non imporre il ticket. Ciò è palesemente ingiusto, innanzitutto perché il Lazio è la regione italiana con la maggiore spesa farmaceutica e, siccome tutti sanno che il ticket costituisce un ottimo disincentivo, anche solo per questo motivo lo si sarebbe dovuto imporre. Inoltre, in questo modo si dà un segnale veramente devastante perché si premia chi non rispetta le regole, si umiliano gli amministratori capaci - che sono tanti - che invece le regole riescono a rispettarle e si umiliano i cittadini che pagano. Caro ministro, per noi il federalismo è un'altra cosa, prima di tutto è responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!