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Informativa urgente del Governo sulle recenti vicende della gestione commissariale dell'emergenza rifiuti in Campania (ore 12,35).
(Intervento del sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento le riforme istituzionali, Giampaolo Vittorio D'Andrea.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, è stata chiesta al Governo un'informativa sugli ultimi sviluppi dell'emergenza rifiuti in Campania, con specifico riferimento alle questioni affrontate nel corso degli ultimi incontri, svolti...
PRESIDENTE. Colleghi, siete pregati di consentire al sottosegretario e ai colleghi che vogliano partecipare alla discussione di poterlo fare con la dovuta attenzione.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Dicevo che con riferimento più diretto alle questioni emerse nel corso degli incontri che si sono svolti presso la Presidenza del Consiglio nelle giornate di lunedì e martedì è stato emesso dalla Presidenza del Pag. 36Consiglio un comunicato ufficiale, al quale evidentemente mi rifaccio per utilizzarlo come base di questa informativa, che mi accingo a svolgere insieme con altri elementi di valutazione che sono stati raccolti presso gli uffici e le strutture più direttamente interessate, a partire naturalmente dal Dipartimento della protezione civile. Questo anche allo scopo di consentire alla Camera un primo bilancio dell'attività posta in essere dal commissario delegato, così come richiesto da un ordine del giorno proposto, in sede di conversione del decreto di nomina del commissario delegato, da parte del relatore, onorevole Margiotta.
PRESIDENTE. Rinnovo la richiesta ai colleghi di fare silenzio e ricordo che vi sono anche altri punti all'ordine del giorno della seduta di questa mattina.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. È noto agli onorevoli deputati che, sulla scia delle decisioni prese dal precedente Governo, questo Governo ha adottato un decreto-legge con il quale, tra l'altro, è stata disposta la nomina del dottor Bertolaso, nella sua qualità di capo del Dipartimento della protezione civile, a commissario delegato, con l'obiettivo di fornire evidentemente la risposta più alta possibile ad una emergenza rifiuti che in Campania si trascinava da oltre 14 anni.
Nel corso dell'esame parlamentare del decreto-legge il testo è stato migliorato ed integrato, soprattutto in direzione di un più organico collegamento tra gli interventi necessari per liberare la strada dai rifiuti accumulati in maniera abnorme e la messa a punto di una strategia di uscita, che potesse consentire entro il termine del 31 dicembre 2007 di avviare il ritorno alla normalità. Sulla base della previsione normativa inizialmente inclusa nel decreto e di quella aggiunta in sede di conversione, il commissario delegato ha profuso efficacemente il suo impegno, supportato dalla sua collaudata esperienza nel trattamento di emergenze, conseguendo primi risultati significativi importanti, per i quali il Governo esprime un particolare apprezzamento al dottor Bertolaso riconoscendo il valore della sua azione.
È notorio che il commissario ha dovuto preliminarmente affrontare alcuni elementi di particolare gravità che si sono rivelati di ostacolo alla sua stessa azione, così come a quella dei commissari che lo avevano preceduto. I più importanti di quegli elementi sono i seguenti: la carenza di discariche; un progressivo peggioramento delle condizioni degli impianti di combustibile derivato dai rifiuti; l'assenza di termovalorizzatori attivi; un'insufficiente gestione della raccolta differenziata.
Per dare agli onorevoli deputati delle cifre di riferimento desidero ricordare che, secondo la ricognizione effettuata, le quantità di materiali accumulati presso i sette impianti ex CDR risultano pari a 300 mila tonnellate. A tale quantitativo deve essere sommata la quota di rifiuti presenti presso i siti di stoccaggio provvisori attivati dai comuni e dalla struttura commissariale per circa 250 mila tonnellate, a cui vanno aggiunte altre 150 mila tonnellate ancora giacenti per strada.
Risulta praticamente necessario smaltire definitivamente e con la massima urgenza 700 mila tonnellate di rifiuti che - naturalmente - sono in tendenziale aumento. Questa carenza di discariche si affianca - come già detto - alle difficoltà della raccolta differenziata.
In Campania la raccolta differenziata non riesce a decollare per molteplici motivi, sui quali per ragioni di tempo non posso analiticamente soffermarmi. Basti pensare al fatto che nella provincia di Napoli la raccolta differenziata nel 2005 tocca solo il 7,7 per cento, sugli oltre 1,6 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti dagli oltre tre milioni di abitanti, mentre è a livelli più alti in altre province; il dato migliore, del 19,6 per cento, proviene dalla provincia di Salerno.
Dei 551 comuni campani, circa 90, tutti di piccola dimensione, hanno raggiunto nel 2005 una percentuale compresa tra il 35 e il 70 per cento, mentre altri 147 hanno Pag. 37appena superato il 20 per cento. I restanti comuni non presentano cifre ragguardevoli di raccolta differenziata.
Questi elementi hanno indotto il commissario delegato, recentissimamente, il 9 febbraio del 2007, a proporre l'adozione di un'ordinanza con cui si è affermato l'obbligo dei comuni di avvalersi in via esclusiva dei consorzi di bacino allo scopo di mettere ordine almeno dal punto di vista dell'organizzazione del servizio, quindi della possibilità di effettuazione dello stesso. Tuttavia, questa ordinanza ha dovuto fare i conti anche con le difficoltà notevoli che si sono registrate nella gestione dei consorzi, tanto da dover procedere al commissariamento di taluni di essi: Caserta3, Caserta4, Napoli3, Napoli4, Napoli5, Benevento3 e Salerno3.
Evidentemente è stato contemporaneamente necessario intensificare l'azione per quel che riguarda gli impianti di recupero e di riciclo. Bisogna considerare che il fabbisogno regionale impiantistico, secondo l'ultima stesura del piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti, dovrebbe essere di 410 mila tonnellate annue, considerate miste (comprensive cioè sia della frazione organica, sia dei cosiddetti rifiuti verdi). Oggi, invece, risultano avviati tre impianti di compostaggio per 36 mila tonnellate, cioè meno del 10 per cento del fabbisogno stimato.
Sono cifre particolarmente significative, che hanno indotto il commissario a svolgere la sua azione lungo due strategie parallele, che si sono affiancate: una di immediata rimozione di rifiuti giacenti sulle strade, anche per ripristinare le condizioni di igiene e di sicurezza per la vita dei cittadini (questa soluzione si è potuta realizzare, da un lato, grazie alla identificazione di un'area di stoccaggio provvisoria dei rifiuti e, dall'altro, attraverso il trasporto fuori regione di una quantità di rifiuti pari a 98 mila tonnellate, che sono stati variamente distribuiti in altre regioni); una seconda di messa in opera di interventi a lungo e medio termine destinati alla progressiva riconduzione della gestione dei rifiuti nell'ambito del regime ordinario, attraverso la metodologia della identificazione e dell'allestimento di una discarica per provincia, secondo l'idea della provincializzazione dello smaltimento dei rifiuti, che è stata ribadita come indirizzo anche da parte della Commissione speciale d'inchiesta sul ciclo dello smaltimento dei rifiuti, recentemente in visita nella regione Campania.
L'analisi territoriale che ha portato alla identificazione dei siti atti a raccogliere tali rifiuti ha condotto all'identificazione di 665 aree idonee, per ciascuna delle quali è stato compiuto un ulteriore approfondimento. Ci si è soffermati, in particolare, sulla necessità di individuare quali siti possano essere effettivamente in grado di ospitare i rifiuti in questione nel lungo periodo.
Comunque, in presenza di una forte criticità gestionale, connessa soprattutto alla presenza negli impianti di selezione di rifiuti non smaltiti, di alcuni elementi di distanza tra la normativa prevista e la organizzazione degli stessi, si è evidenziata la necessità di operare ulteriori interventi.
A questo proposito è indispensabile, date le dimensioni del fenomeno, puntare sulla realizzazione di termovalorizzatori alimentati dal CDR. A tal riguardo è stata prevista per il 31 ottobre l'entrata in attività del termovalorizzatore di Acerra, mentre un secondo termovalorizzatore, situato nel comune di Santa Maria la Fossa, potrà essere realizzato non appena si saranno risolte le questioni di carattere ambientale ad esso connesse (presumibilmente, entro il prossimo inizio di aprile).
Al 31 dicembre 2006 era comunque necessario smaltire definitivamente più di 4 milioni di tonnellate dagli impianti ex CDR. Tali materiali, oggi stoccati nei comuni di Villa Literno e Giugliano (quindi, sempre in Campania), devono urgentemente trovare una destinazione successiva.
Il commissario ha concentrato nel frattempo la sua attenzione sulla individuazione di una discarica, da allestire in tempi molto rapidi, per far fronte ai circa 2 milioni tonnellate di rifiuti. Era stata prospettata una soluzione che prevedeva l'apertura di un sito a Serre. Come è noto, sulla scelta di Serre in località Valle della Pag. 38Masseria (ricordo che si tratta di un comune situato nella provincia di Salerno) sono sorte non solo polemiche, ma anche dubbi e perplessità, che, indipendentemente dalla idoneità geologica del sito - che è stata accertata ed è ormai fuori discussione - nascono dalla vicinanza ad un'area protetta.
A maggiore tutela dell'ambiente si è comunque pensato di predisporre un progetto per il ripristino morfologico dello stesso sito. Nel corso degli incontri svolti lunedì e martedì in sede di Presidenza del Consiglio si è tuttavia successivamente convenuto che, anziché adoperare l'area di Serre per riversarvi tutti i 2 milioni di tonnellate di rifiuti in questione, la si utilizzerà solo in maniera parziale (vale a dire, destinandovi solo 700 mila tonnellate), ricorrendo invece ad altri siti, contemporaneamente o progressivamente messi a disposizione, per far fronte alle esigenze complessive.
Dai commenti divulgati attraverso la stampa ho visto che questa soluzione - avanzata nel confronto che si è svolto a Palazzo Chigi tra il Presidente del Consiglio dei ministri, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il commissario Bertolaso ed altri responsabili istituzionali interessati - ha incontrato un consenso abbastanza ampio, che ritengo essere pari all'allarme che si era determinato dal diffondersi di notizie relative alla ipotesi di interruzione, da parte dello stesso dottor Bertolaso, del suo mandato di commissario delegato all'emergenza rifiuti.
Riteniamo che aver individuato questa soluzione abbastanza equilibrata, che determinerà il conferimento di 700 tonnellate di rifiuti al massimo nella discarica di Serre e l'utilizzazione allo stesso fine di altre discariche territoriali, quali quella di Dugenta in provincia di Benevento, di Eboli in provincia di Salerno, di Lo Uttaro in provincia di Caserta e di Savignano Irpino in provincia di Avellino (ciò anche come anticipazione della strategia di provincializzazione) potrebbe consentire di raggiungere nei prossimi mesi quell'autosufficienza, che il commissario ha indicato come obiettivo dell'azione di fuoriuscita dalla strategia di emergenza.
Nei recenti incontri è stato peraltro anche stabilito che il Ministero dell'ambiente sovrintenderà ad un'azione tesa ad assicurare la completa bonifica di tutte le discariche. Si è anche deciso, al fine di accelerare la messa in opera della strategia della raccolta differenziata dei rifiuti (cosa di particolare rilievo), di nominare subcommissario per la raccolta differenziata un esperto di questa materia, il dottor Alberto Pierobon, che proviene dalla provincia di Treviso, dove si è raggiunto il massimo livello di raccolta differenziata pari al 68 per cento.
Si è stabilito, inoltre, che presso l'unità speciale del territorio che si è insediata alla prefettura di Napoli si svolgerà un'azione coordinata dal prefetto di Napoli per individuare altri siti idonei, entro 30 giorni, attraverso i rapporti con gli enti locali. Fin qui, signor Presidente, signori deputati, la mia informativa.
Desidero solo aggiungere che il Presidente della Repubblica, commentando il dibattito che si è svolto in questi giorni sulla stampa, nel ricordarci che l'emergenza rifiuti è diventata un gravissimo ostacolo alla valorizzazione e allo sviluppo dell'immagine di Napoli e della Campania, ha affermato che questa emergenza può essere superata solo se da parte di tutte le istituzioni si contribuisce alla ricerca delle soluzioni necessarie, facendo ognuno la sua parte, senza chiusure localistiche, senza paralizzanti pregiudiziali e rigidità.
Questo del Capo dello Stato è un invito, che il Governo fa proprio e che si è sforzato di onorare anche in questi mesi attraverso la profusione di ogni impegno in tale direzione.
Al riguardo desideriamo assicurare oggi la Camera, la Regione, le province, i comuni interessati e i cittadini della Campania che il Governo farà tutto il possibile, con il massimo livello di impegno, per assicurare il conseguimento dell'obiettivo della fine dell'emergenza.
Non a caso il Presidente del Consiglio dei ministri ha conservato per sé le attribuzioni Pag. 39relative alla protezione civile e non a caso è stato scelto come commissario delegato il capo del dipartimento della protezione civile.
Siamo convinti che, con il sostegno necessario alla sua azione e con l'auspicabile concorso di tutti, evitando di cedere alla tentazione di polemiche pregiudiziali e di posizioni strumentali, si possa operare costruttivamente per il raggiungimento dell'obiettivo di far uscire al più presto la Campania dalla perdurante emergenza nel settore dei rifiuti.
PRESIDENTE. La ringrazio.
È stato rivolto alla Presidenza un quesito circa il proseguimento dei nostri lavori. La Presidenza informa che, a seguito delle intese intercorse tra i gruppi, al termine dello svolgimento dell'informativa urgente si passerà, alla ripresa pomeridiana della seduta, allo svolgimento delle interpellanze urgenti.