Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2201-A)
PRESIDENTE. Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso l'ulteriore prescritto parere
(Vedi l'allegato A - A.C. 2201 sezione 1).
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Germontani 4.205.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruggeri. Ne ha facoltà.
RUGGERO RUGGERI. Signor Presidente, partendo dall'esame di questo Pag. 3emendamento si può evidenziare come i lavori delle ultime due giornate siano caratterizzati da un'evidente volontà di ostruzionismo. È noto che un elemento cardine affinché il mercato possa entrare in un regime di libera concorrenza è la trasparenza. Fino ad ora, abbiamo esaminato disposizioni che riguardano prevalentemente la trasparenza del mercato con riferimento alle ricariche telefoniche, ai prezzi dei carburanti, alle tariffe aree e alla scadenza dei prodotti alimentari.
Mi chiedo cosa vi sia che non vada. Si vuole mantenere un'opacità che riguarda il mercato e la formazione dei prezzi o creare difficoltà per il provvedimento? Entrando nel merito dell'articolo 4, è vero che abbiamo una normativa di carattere europeo e che vi potrebbero essere difficoltà di interpretazione, ma non possiamo perdere mezza giornata sulla visibilità della scadenza dei prodotti alimentari. Non è serio! Fuori del Parlamento la gente capisce che dovremmo fare in fretta proprio per aiutare i consumatori e, al tempo stesso, le nostre imprese.
Oggi, sui giornali, possiamo leggere di provvedimenti presi in Germania, in cui si sta abbattendo il 30 per cento delle tasse sulle imprese. Potremmo arrivare a ciò, se vi fosse la buona volontà di affrontare seriamente i problemi e, in questo caso, i problemi che abbiamo davanti sono quelli che stiamo discutendo. Ma se non vi è buona volontà e, al suo posto, vi è un rituale, quasi tutto italiano, per cui non è quasi possibile analizzare né discutere o giungere ad un punto di convergenza e di buonsenso, allora abbiamo difficoltà a stare in un Parlamento in cui pochi hanno approfondito la questione, mentre la maggior parte fa altro, cioè sperare che il Governo si dimetta.
La responsabilità della politica deve avere un senso, deve portarci ad avere un di più che riguardi il bene comune e l'affrontare seriamente i problemi.
Anche con il Governo Berlusconi sono stati varati provvedimenti buoni e altri non buoni in relazione al bene comune e all'interesse nazionale, ma mi è sembrato che fosse stata dimostrata un po' di partecipazione e buona volontà nella passata legislatura, mentre in questa dobbiamo ancora vederla.
Sono convinto che questa disposizione possa rappresentare un elemento di trasparenza del mercato, di chiarificazione e di aiuto per i nostri consumatori, soprattutto per coloro che, come si diceva, hanno difficoltà a leggere, hanno difficoltà a decidere quale prodotto scegliere. Per quanto riguarda, poi, alcune critiche circa la concorrenza che si potrebbe creare tra prodotti esteri e nazionali - perché le nostre aziende avrebbero maggiori costi da sostenere - voglio ricordare che il tema della qualità e della sicurezza è un fattore di concorrenza. Se i nostri prodotti hanno più qualità, se ad esempio hanno una visibilità maggiore e maggiori certezze per quanto riguarda la scadenza, ciò può rappresentare un elemento di preferenza da parte del consumatore rispetto ad altri prodotti che, magari, nascondono la scadenza o altri elementi che possono orientare le scelte.
PRESIDENTE. Invito l'Assemblea al rispetto verso chi interviene e ad un maggiore silenzio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.
ENZO RAISI. Rispondo subito al collega Ruggeri, riportando una frase di Luca Ricolfi, in una sua intervista su Tempi del 1o marzo 2007. Dice Ricolfi: «Le liberalizzazioni alla Bersani sono lodevoli ma timide e spesso mal congegnate sotto il profilo tecnico». Lo dice Ricolfi, non lo diciamo noi!
Caro collega Ruggeri, in verità, noi siamo in quest'aula a contestare anche un metodo di «non confronto». Tu fai parte della mia stessa Commissione, la Commissione attività produttive, e sai meglio di me che non c'è stato nessun confronto, non c'è stata nessuna volontà del Governo a confrontarsi su queste tematiche, e che non ci sia questa volontà lo dimostra il fatto che noi, alle 13,30 circa saremo chiamati, in quest'aula, a votare l'urgenza su un altro provvedimento di Bersani, quello dove veramente Pag. 4si parla di liberalizzazioni; e se ne sarà deliberata l'urgenza, ciò ci impedirà una discussione seria in Commissione.
Dunque, se voi per primi siete quelli che non volete un confronto serio in questa sede - e, scusami, non citare la precedente legislatura, perché c'ero io come c'eri tu e, se vuoi, ti cito le volte in cui avete fatto ostruzionismo -, se prima di tutto è il tuo Governo, il Governo che ti rappresenta, a non volere un confronto serio su questa materia, non puoi chiedere a noi, poi, di non fare il nostro dovere di opposizione.
Di fronte a questo provvedimento abbiamo chiesto, in tutte le sedi, di avere un confronto serio; voi non avete voluto. Avete inserito, in queste presunte liberalizzazioni - ma di liberalizzazioni non si tratta, perché, al massimo, si tratta di attenzione verso i consumatori - tematiche quali gli appalti sulla TAV o il tentativo surrettizio di cambiare la riforma Moratti; è una scelta che noi non abbiamo condiviso, ed è anche questo il motivo della nostra contestazione in aula. Quindi non attribuite a noi responsabilità che avete, in primis, voi ed il vostro Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, colgo l'occasione dell'intervento del collega Ruggeri per evidenziare alcune valutazioni di natura critica in ordine al provvedimento che stiamo esaminando. Non c'è dubbio che molte tra le questioni che vengono sollevate rispondono all'esigenza di una maggiore trasparenza, a vantaggio del consumatore finale e credo che, in sé, i singoli provvedimenti possano essere apprezzabili. Aver utilizzato lo strumento del decreto-legge evidenzia, tuttavia, una serie di punti interrogativi. Inoltre, in questo decreto-legge sono state inserite materie del tutto estranee, dal tema degli appalti dell'alta velocità, alla questione della scuola, e credo che aver «caricato» con materie, in qualche modo, estranee, un provvedimento che dovrebbe essere volto alla tutela della concorrenza e all'apertura dei mercati, con vantaggio per il consumatore, non dia il senso di un modo di procedere assolutamente chiaro.
Ma vi è un punto sul quale vorrei richiamare l'attenzione dell'Assemblea, e riguarda l'equilibrio tra il ruolo delle Autorità indipendenti e l'azione del Governo. Quando il Governo interviene, nella fattispecie con un decreto-legge, con un'«invasione di campo» rispetto al ruolo delle stesse Autorità indipendenti, secondo la mia opinione crea un contrasto di tutta evidenza.
Non mi associo a coloro che contestano il ministro Bersani dicendo che avrebbe dovuto fare di più e poi, magari, presentano emendamenti per dimostrare che, invece, sarebbe stato necessario fare di meno.
Detto ciò, la questione dell'equilibrio tra il ruolo delle Autorità indipendenti e l'iniziativa del Governo è fondamentale. Sarebbe stato più opportuno affrontare la stessa questione delle ricariche in sede di Autorità, anziché immaginare un provvedimento ad hoc del Governo. Ciò va tenuto presente poiché, quando si tocca una questione di principio, si sa dove si comincia ma non si sa esattamente dove si va parare. In questo senso, esiste un limite che è bene tenere presente, soprattutto perché il Governo ha presentato un testo di riordino delle Autorità indipendenti dal quale bisogna ripartire per sistemare la materia in modo che, davvero, il vantaggio del consumatore sia conclamato. Ad esempio, quando si affrontano i temi dell'energia o del gas, dobbiamo porci la questione delle reti: al riguardo, non mi sembra che il Governo abbia intenzione di assumere un provvedimento coerente. Si sappia che vi è un evidente contrasto di interessi tra il ruolo dell'ENEL e dell'ENI ed i consumatori finali. Infatti, se tuteliamo i campioni nazionali in maniera acritica, chi paga il conto finale è il consumatore. E ne trae un vantaggio anche il Ministero dell'economia e delle finanze: infatti, ove l'ENI e l'ENEL ottengano degli extraprofitti, Pag. 5staccando un assegno a detto ministero gli consentono di introitarne una parte rilevante.
Quindi, vi è un punto di equilibrio, che deve essere demandato all'Autorità indipendente. Che senso avrebbero le privatizzazioni, se il Governo intendesse svolgere un'azione diretta o intromettersi in questi mercati, che hanno pur sempre caratteristiche straordinarie? Questi sono argomenti sui quali non è emersa una riflessione. Mi pare ci si perda attorno alla questione dell'etichettatura, ma una riflessione su tale tema deve essere svolta, perché comunque esso si riproporrà. E non c'è decreto-legge che faccia venir meno le ragioni di un rapporto istituzionale corretto!
PRESIDENTE. Segnalo che assiste ai nostri lavori una classe dell'Istituto di istruzione superiore statale Bachelet di Oggiono (Lecco). La Presidenza e l'Assemblea vi salutano (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, intervengo non tanto sull'emendamento in esame, ma per offrire un'ulteriore riflessione su quanto appena detto dagli onorevoli Ruggeri e Tabacci. Sono allarmato rispetto al percorso legislativo che si profila su questa materia. Il preannuncio dell'urgenza del disegno di legge...
PRESIDENTE. Onorevole Lazzari, le chiedo di incentrare il suo intervento sull'emendamento in esame.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, per quanto riguarda l'emendamento Germontani 4.205, in linea di massima concordiamo con il parere espresso dal relatore. Ma ciò non ci esime dallo spendere una parola nell'ambito di un dibattito che mi sembra utile ed attinente all'argomento che stiamo esaminando.
Dobbiamo capire se la maggioranza e il Governo hanno intenzione di andare sino in fondo rispetto ad un'impostazione che offre oggettive difficoltà di confronto. Non siamo in grado di discutere in Commissione né di correggere un'impostazione interventista che non è condivisibile non tanto nel merito, quanto rispetto agli strumenti e ai modi in cui essa si esplicita. Se questa discussione di pochi minuti può servire ad una riflessione un po' più ampia, avremmo dato un piccolo contributo affinché ci possa essere ragionevolezza nell'impostazione dei lavori complessivi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Germontani 4.205, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Hanno votato sì 427
Hanno votato no 1).
Prendo atto che i deputati Delfino, Fugatti, Tenaglia e Misiti non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere un voto favorevole.
Prendo atto, altresì, che i deputati Nicchi, Belisario, Velo e Stradella non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, se non vi sono obiezioni, non essendo stati presentati subemendamenti, proporrei di passare all'esame dell'emendamento 1.310 della Commissione, che sostanzialmente rappresenta una riformulazione degli emendamenti D'Agrò 1.27 e Lazzari 1.201.
Pag. 6PRESIDENTE. Passiamo allora all'esame dell'emendamento 1.310 della Commissione, che è stato testé presentato.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 1.310.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Chiedo al relatore, onorevole Lulli, di lettura del testo dell'emendamento 1.310 della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Il testo dell'emendamento risulta del seguente tenore: Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis: L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni determina le modalità per consentire all'utente, a sua richiesta, al momento della chiamata da un numero fisso o cellulare e senza alcun addebito, di conoscere l'indicazione dell'operatore che gestisce il numero chiamato.
PRESIDENTE. Colleghi, in relazione alla presentazione dell'emendamento 1.310 della Commissione, avverte che il deputato D'Agrò ha ritirato il suo emendamento 1.27.
LUIGI LAZZARI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, il testo dell'emendamento della Commissione, che di fatto sostituisce le disposizioni previste nei nostri, non risulta pienamente in linea con quanto avevamo chiesto. Secondo la nostra impostazione, può essere accettabile il richiamo all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ma prevedere la richiesta dell'interessato limita oggettivamente l'automatismo del meccanismo da noi invocato.
Tuttavia, non essendovi al momento altra disponibilità da parte del relatore e del Governo, ritiro il mio emendamento 1.201 e preannunzio l'espressione del voto favorevole sull'emendamento 1.310 della Commissione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.310 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 450
Votanti 448
Astenuti 2
Maggioranza 225
Hanno votato sì 447
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Fratta Pasini 5.1 e Mazzocchi 5.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, chiedo al relatore e al rappresentante del Governo prestare attenzione, perché si tratta di emendamenti che presentano determinate caratteristiche tecniche.
Credo che la parte relativa al rapporto tra le imprese di assicurazione e gli agenti di assicurazione sia stata redatta in un modo che non tiene conto di alcuni aspetti. Di sicuro, l'obiettivo che si intende perseguire, vale a dire il beneficio per il consumatore, viene ampiamente vanificato dalle modalità di comportamento delle agenzie di assicurazione.Pag. 7
Tutti sappiamo che gli agenti di assicurazione agiscono in un rapporto di dipendenza nei confronti delle compagnie, perché percepiscono delle provvigioni.
Prevedere, quindi, il plurimandato anche per il ramo danni, così come è accaduto a luglio per il ramo RC auto, significa che tutto si trasferirà sul terreno provvigionale anziché su quello della tutela dei consumatori.
Questo perché alcuni agenti, non tutti, in quanto si tratta di una buona categoria di professionisti, potrebbero essere orientati, spinti soprattutto dalle compagnie, a fare delle valutazioni nel proporre i propri contratti assicurativi non tanto e solo sull'utilità della polizza, ma anche su ciò che riguarda l'aspetto economico. Per questo motivo noi crediamo che il regime di monomandato vada mantenuto, perché sarebbe estremamente illiberale prevedere che accordi, che in tutta Europa sono sempre stati fatti tra imprese e privati seguendo la semplice contrattazione, possano essere disciplinati per legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzocchi. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Questo emendamento è una risposta all'amico Ruggeri. Egli poco fa diceva che l'opposizione sta compiendo un'azione defatigante, ma ciò non è vero perché l'opposizione sta mettendo in luce alcune grandi incongruità di questo provvedimento. Riguardo all'articolo 5 la Commissione sa, ma fa finta di non sapere, che esistono condanne per infrazione della normativa europea proprio in merito al discorso delle assicurazioni.
Questo provvedimento, come già ricordava giustamente il collega che mi ha preceduto, colpisce indebitamente la libertà di impresa introducendo inspiegabili vincoli che non solo comporteranno effetti negativi per il consumatore in termini di prezzi e qualità del servizio, ma, cosa ancor più grave, porrà le nostre assicurazioni in una posizione di evidente svantaggio rispetto ai concorrenti europei. I colleghi sanno che in tutta Europa esiste un sistema di distribuzione multicanale per la libera scelta del mercato. Ogni impresa, a seconda delle strategie e degli obiettivi fissati è già libera di adottare una pluralità di modalità distributive: il monomandato, il plurimandato, la vendita attraverso broker, la vendita attraverso banche ed intermediari finanziari, la vendita diretta via telefono o via internet. Le libere scelte non possono essere compresse da modelli legislativi imposti, pena l'effetto contrario alla liberalizzazione, con grave danno alla concorrenza.
Tra le altre cose, vorrei far presente al relatore, ma egli già lo sa, che le imprese assicurative in merito anche a questo articolo 5 hanno presentato ricorso alla Commissione europea per vedere riconosciuta l'illegittimità del primo decreto-legge Bersani (mi riferisco all'articolo 8 del decreto-legge n. 223, convertito nella legge n. 248 del 2006). Tale ricorso, a fronte delle nuove e più gravi violazioni della normativa europea, verrà esteso anche al decreto-legge in oggetto. L'intenzione del legislatore appare dunque ispirata ad una logica a favore dei consumatori contro uno specifico settore imprenditoriale.
Venendo ora al nostro emendamento, il comma 1 dell'articolo 5, nel testo modificato dalla X Commissione (Attività produttive), stabilisce, a decorrere dal 1o gennaio 2008, il divieto di prevedere o conservare clausole contrattuali di distribuzione esclusiva di polizze relative a tutti i danni. Sappiamo bene che la fretta della Commissione è stata tale che noi rischiamo di porre in essere delle disposizioni, soprattutto attraverso questo articolo 5, in relazione alle quali si deve verificare la compatibilità con la normativa europea, (ritengo infatti, cari colleghi, che sicuramente avremo conflitti con la Commissione europea). In particolare, ritengo che sia doveroso che il comma 1 dell'articolo 5 detti una disciplina diretta a regolamentare la concorrenza nel campo della distribuzione agenziale, in un campo che risulta direttamente regolato dalla fonte comunitaria in materia antitrust. Mi riferisco più specificatamente al regolamento Pag. 8della Unione europea n. 1 del 2003, disciplinante il campo della distribuzione, e agli articoli 81/1 e 81/3 del Trattato della Comunità europea. Poiché la fonte comunitaria in parola non solo costituisce l'unico riferimento normativo applicabile in questa specifica materia, ma tale normativa vieta espressamente agli Stati membri, dunque anche all'Italia, di legiferare in senso più restrittivo rispetto a quanto stabilito dalla normativa antitrust europea, credo che il buonsenso, collega Ruggeri - e questa non è opposizione fine a sé stessa -, dovrebbe spingerci ad acquisire...
PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Mazzocchi.
ANTONIO MAZZOCCHI. Ma io ho cinque minuti, Presidente!
PRESIDENTE. Le sono rimasti 50 secondi.
ANTONIO MAZZOCCHI. Ma io ho cinque minuti!
PRESIDENTE. Li ha mangiati...!
ANTONIO MAZZOCCHI. Come mangio in fretta!
Dicevo che occorrerebbe acquisire elementi di certezza sul fatto che il divieto di distribuzione esclusiva introdotto dal comma 1 dell'articolo 5 risulti soprattutto coerente con la normativa comunitaria. Infine, e concludo, Presidente, credo che l'iter di questo decreto-legge, se veramente si vuole essere seri - peraltro prossimamente esamineremo il disegno di legge n. 2272 -, sarebbe quello di mettere da parte questo comma 1 dell'articolo 5, per acquisire gli elementi di certezza in ordine alla compatibilità della misura con la normativa comunitaria, per poi discuterne con il prossimo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Con questo provvedimento il Governo ha imposto per decreto misure non a favore dei consumatori, come pomposamente recita il titolo, bensì contro ceti medi produttivi - alcuni, non tutti -, selezionati con rigorosi criteri del tutto ideologici, senza il minimo coinvolgimento delle rappresentanze di queste categorie, interpretando quindi in modo singolare ed unilaterale la tanto conclamata concertazione, tranne ovviamente che con la triplice sindacale.
Ecco allora che il Governo interviene con misure marginali, finalizzate ad introdurre un maggior dirigismo sull'attività imprenditoriale, anziché intervenire in modo organico per erodere rendite di posizione. Tuttavia, vorrei chiedere al Governo: ma davvero pensate che la nostra economia crescerà e i prezzi diminuiranno se i barbieri apriranno il lunedì e gli agenti di assicurazione non opereranno più in regime di monomandatari?
Non ritenete invece che sia più probabile, anzi certo, che gli agenti venderanno il prodotto che li fa guadagnare di più, anziché il prodotto conveniente per il consumatore? Prego il Governo di rispondere a queste domande, se lo ritiene opportuno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferrigno. Ne ha facoltà.
SALVATORE FERRIGNO. In questo articolo non si tutela assolutamente l'interesse del consumatore, perché dando la possibilità di avere un multimandato e non più un monomandato all'agente assicurativo, il quale guadagna a percentuale e non a stipendio fisso, accadrà che, in caso di agente assicurativo con scarsa moralità e scarsa etica nei confronti del consumatore, egli venderà il prodotto che riterrà più opportuno, cioè quello da cui ricaverà più profitto, e quindi ovviamente non sempre si garantirà l'interesse del consumatore, perché probabilmente quell'assicuratore venderà il prodotto più caro, dove il suo guadagno sarà maggiore.Pag. 9
Credo invece che il monomandato sia stato studiato proprio per difendere la tutela del consumatore, dove l'agente di assicurazione possa veramente vendere quei prodotti che possono essere di utilità al consumatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.
ENZO RAISI. Questo è un altro esempio di come, purtroppo, ci si sia affrettati in un dibattito serio. Sinceramente, non sono riuscito a capire, anche dagli interventi del colleghi della maggioranza, anche in Commissione, quale sia il vantaggio per il consumatore nel momento in cui si elimina il contratto monomandatario nel settore assicurativo. Tutte le aziende usano questa leva, siano quelle operanti nel settore dei prodotti, sia quelle operanti nel settore dei servizi. Esse usano questo strumento probabilmente per controllare il mercato e per avere una migliore distribuzione. Al limite, un provvedimento di questo tipo avvantaggerà gli intermediari, cioè i broker. Non capisco infatti come questo possa essere un vantaggio per il consumatore finale, che già oggi usufruisce della possibilità di avere un'alternativa, come diceva prima il collega Mazzocchi, cioè di avere una serie di servizi (perché già oggi è prevista la possibilità di avere i broker).
Quindi, con il multimandato non si introduce qualcosa di nuovo, bensì si impedisce alle aziende assicuratrici di avere uno strumento, come quello del monomandato, che serve a tutelare anche una struttura, che offre dei servizi ai clienti. Dunque, da questo punto di vista, mi sembra che sia un passo in una direzione, che nulla c'entra con la tutela del consumatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo per svolgere una semplice considerazione di buon senso sull'articolo 5 e sugli identici emendamenti in esame.
È vero che quando si vuole intervenire d'imperio su un settore si invoca sempre l'eccezionalità di quel dato settore, ma in questo caso è come se, ad esempio, la catena Benetton dovesse decidere di vendere anche i maglioni della Zara o che l'Unicredito fosse obbligato a vendere i prodotti finanziari della San Paolo-Intesa.
Ritengo che non vi sia alcuna razionalità economica in questa scelta, così come credo che in essa di liberalizzazione non vi sia nulla, nel senso che quello che stiamo discutendo oggi non ha nulla a che fare con il concetto di liberalizzazione. Si tratta, invece, di un vincolo pesantissimo posto alla libertà contrattuale tra agente e compagnia di assicurazione da cui non potranno che derivare, come da manuale, effetti perversi come, ad esempio, la rincorsa sulle provvigioni: se un agente può vendere più polizze-danni, vi sarà una rincorsa nelle provvigioni che si scaricherà sul costo delle polizze stesse. Questo è ciò che esattamente avverrà. La razionalità economica di questa scelta francamente mi sfugge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fluvi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, desidero rivolgermi ai colleghi dell'opposizione che finora hanno minimizzato la portata del provvedimento in esame. Negli interventi che ho ascoltato finora invece si entra un pochino più nel merito e si dimostra effettivamente il contrario.
Credo che dobbiamo essere chiari. In primo luogo, nel settore della RC auto, la stipula del contratto di assicurazione è obbligatoria, vi è cioè l'obbligo a contrarre. In secondo luogo, dalla metà degli anni Novanta, da quando cioè siamo passati da un regime di tariffe amministrate alla liberalizzazione, le tariffe del settore RC auto sono raddoppiate. Credo che siamo l'unico paese al mondo dove, in corrispondenza di un'apertura al mercato, le tariffe Pag. 10praticate anziché diminuire sono raddoppiate.
In terzo luogo, da diversi anni i bilanci dei rami danni di tutte le compagnie assicurative di questo paese sono ampiamente in attivo. Questo rappresenta un aspetto positivo. Inoltre, da quando è entrato in vigore il nuovo codice della strada con la patente a punti, i sinistri sono diminuiti. Vi sarebbero state, quindi, e vi sarebbero ancora oggi, le condizioni per abbassare le tariffe RC auto. Non è stato così. Occorre quindi introdurre dei correttivi per consentire una maggiore concorrenza all'interno del mercato, favorire la trasparenza e tutelare i consumatori.
Che cosa abbiamo introdotto negli ultimi mesi, recependo anche alcune indicazioni contenute nel codice delle assicurazioni elaborato dal precedente Governo? Da una parte il risarcimento diretto, in vigore da poche settimane, dall'altra l'introduzione del plurimandato.
Colleghi, io non m'innamoro dei modelli organizzativi - plurimandato o quant'altro - ma credo che, come Parlamento, abbiamo il dovere di introdurre all'interno del mercato delle assicurazioni quella concorrenza che può consentire un miglioramento della qualità dei servizi, una maggiore trasparenza e una migliore offerta nei confronti dei consumatori.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti di una classe della scuola media statale Sordi di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pedrizzi. Ne ha facoltà.
RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, con questa nuova normativa si ritiene di aumentare la concorrenza e, di conseguenza, di ridurre i prezzi: se così fosse, veramente non potremmo che essere d'accordo. Mi domando in proposito se sia stata però presa in considerazione l'esperienza internazionale e la vasta letteratura scientifica, la quale ha dimostrato che, tra tutte le possibili figure impegnate nel campo della distribuzione assicurativa, l'agente monomandatario, in realtà, consente di abbattere in misura maggiore i costi medi della distribuzione e di offrire prezzi più contenuti agli assicurati. Quindi, non sarebbe stato opportuno un approfondimento su un tema che implica, tra l'altro, rilevanti problematiche a livello di valutazione sulla compatibilità di una misura di questo spessore con il diritto comunitario?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giuseppe Fini. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, per quanto riguarda questa forma di articolato, vorrei ricordare che si va verso un brokeraggio indefinito, che serve a professionalizzare qualora il broker sia di alto profilo e serva per le aziende molto importanti di grandi dimensioni, ma - se dobbiamo andare incontro e fare un'offerta al consumatore di questa Italia, fatta di tanti e piccoli comuni - serve anche un filo diretto tra l'agente, la compagnia e l'assicurato. Quindi, credo che sia errato voler trasferire tutto in Internet, a questi mini broker, i quali poi si indirizzeranno alla polizza prefabbricata, che gli dà un vantaggio solo provvigionale.
Pertanto, occorre una riflessione e una migliore articolazione perché vi è una fascia importante di consumatori che ha bisogno di ben altro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, colleghi, questo articolo nasce da una indicazione fatta a suo tempo dall'Authority della concorrenza, in particolare rilevando che il plurimandato, strutturato esclusivamente per la RC auto, in qualche modo limitava la possibilità che ne traessero vantaggio gli utenti. Come vediamo da questo rilievo, il provvedimento è eterodiretto da impostazioni che sono esterne alla Pag. 11volontà del Governo: da una parte le direttive europee e, in altra misura, le indicazioni dell'Autorità garante della concorrenza.
Noi non siamo ideologicamente contro questo tipo di provvedimento. Abbiamo un dato: il nostro paese ha il costo delle polizze fra i più alti nel mondo. Perché non tentiamo con il plurimandato generalizzato in tutti i rami danni? Visto che è previsto solo ed esclusivamente per la RC auto, perché non verificarlo anche altri campi? Si tratta di una prova. Può esserci il rischio che le compagnie assicurative di maggior peso ricattino gli agenti e, quindi, che questi alla fine non siano liberi nel plurimandato, abbiano una cappa, cioè la costrizione da parte dell'assicurazione predominante nell'indicare quello che conviene a lei più che al cliente.
Sarebbe opportuna, pertanto, una maggiore attenzione nella formulazione dell'articolato, in modo da rendere più trasparente questa possibilità del plurimandato. Ecco perché siamo piuttosto perplessi sugli identici emendamenti in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, questa previsione normativa, sostanzialmente, è l'emblema delle sbagliate e false liberalizzazioni di questo Governo. In sostanza, con un intervento apparentemente favorevole al consumatore, si realizza una finta liberalizzazione, assolutamente dannosa per l'utente finale. Anziché aumentare il grado di concorrenzialità effettiva, aumenteranno le provvigioni che le compagnie più grandi e più potenti potranno offrire alla rete di vendita, nella quale, oltretutto, c'è stata una diretta intrusione da parte del legislatore, che contravviene totalmente alle regole del libero mercato. Il risultato finale sarà un aumento delle provvigioni che graverà sugli utenti finali e, quindi, un danno in senso assoluto per il consumatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo a nome del gruppo cui appartengo sugli identici emendamenti Fratta Pasini 5.1 e Mazzocchi 5.2, i primi tra gli emendamenti al nostro esame riferiti all'articolo 5 del decreto-legge in conversione, anche per precisare la posizione della Lega Nord Padania riguardo a tale articolo. Forse non avete notato - quindi, lo sottolineiamo - che i deputati del nostro gruppo parlamentare non hanno presentato alcuna proposta emendativa a questo articolo perché, sostanzialmente, lo condividono.
Entrando nel merito, gli identici emendamenti sui quali stiamo per esprimere il nostro voto escludono la possibilità di estendere il divieto di esclusiva al cosiddetto ramo danni. Secondo noi, ciò non ha senso. Infatti, per chi abbia un po' di esperienza risulta abbastanza evidente che la possibilità di scegliere tra più compagnie assicurative per i diversi servizi comporta alcuni risparmi. Al riguardo, illustrerò alcuni esempi molto concreti. Consideriamo il caso di un comune che bandisca una gara. Se bandisse una gara unica per tutti i servizi assicurativi di cui necessita, potrebbe ottenere, ad esempio, ottime condizioni per la responsabilità civile automobilistica e un pessimo servizio per la responsabile civile: facendo una media, non otterrebbe le migliori condizioni possibili. Invece, se bandisse una gara servizio per servizio, otterrebbe le migliori condizioni. Si tratta di qualcosa che abbiamo verificato anche direttamente. Lo stesso accade nel caso in cui un'impresa svolga lo stesso ragionamento. È facile verificare che nessuna impresa italiana si rivolge alla stessa compagnia assicurativa per ogni tipo di rischio, a meno che non accetti di offrire le migliori condizioni di mercato per ciascun ramo assicurativo. Ciò avviene per motivi di concorrenza e di capacità contrattuale dell'impresa. Evidentemente, il singolo cittadino non ha la stessa capacità contrattuale Pag. 12di un grande comune o di una grande impresa ed è corretto, quindi, offrire questa possibilità di maggiore concorrenzialità nel settore. Inoltre, si consideri che la specializzazione delle singole società di assicurazione è già nei fatti: alcune sono più forti in un settore, altre in un settore diverso. Queste considerazioni valgono riguardo al primo punto.
Anticipiamo, però, anche qualche considerazione su altre questioni. È un fatto positivo l'eliminazione della obbligatoria durata decennale per talune tipologie di assicurazioni, in particolare per l'assicurazione contro gli infortuni. In base al sistema attuale, chi sottoscriva una polizza contro gli infortuni rimane vincolato per dieci anni e deve ricordarsi, negli ultimi sei mesi di validità del contratto, di inoltrare la disdetta con raccomandata, altrimenti il contratto si intenderà rinnovato per altri due anni. Questa procedura non rappresenta il massimo della trasparenza e della concorrenzialità, anche perché, in dieci anni, le situazioni mutano e mutano velocemente. Che cosa accade nella prassi? Quando si accorge che sta pagando più del necessario, l'assicurato si rivolge ad un'altro assicuratore, gli fa presente di essere già vincolato e gli chiede di inoltrare la disdetta, per evitare di dimenticarsene.
Il fatto che si vada ad eliminare una distorsione del mercato è un fatto positivo.
Infine, altro elemento positivo dell'articolo 5, secondo noi, è costituito dalla questione del mantenimento della classe di merito. Anche in questo caso, chi ha capacità contrattuale la ottiene già d'ufficio. Chi cambia assicurazione, può andare dalla compagnia assicuratrice e chiedere di stipulare, a patto di mantenere la classe di merito, altrimenti si rivolge ad un'altra compagnia. Ciò già succede nella prassi. Quindi, il fatto che la prassi diventi la norma è ancora una cosa positiva.
In generale su questo articolo non abbiamo preclusioni di sorta, tanto che non abbiamo presentato proposte emendative e non deve stupire il fatto che la Lega si comporti in maniera non sempre omogenea rispetto al centrodestra, perché non vuole portare semplicemente una bandiera, ma tentare per quanto possibile di modificare in meglio i provvedimenti. Siccome su questo articolo sostanzialmente siamo d'accordo, ci comporteremo di conseguenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo per ribadire il concetto che ha posto in evidenza ottimamente l'onorevole Garavaglia, che fa parte del mio partito, la Lega nord.
Vorrei solo sottolineare la situazione che sta cercando di portare avanti l'attuale maggioranza, nel senso che alcune parti di questo provvedimento, in particolare gli articoli 4 e 5, cercano di migliorare il sistema economico italiano.
Bisogna fare molta attenzione, però, perché migliorando l'indicazione della data di scadenza dei prodotti non si migliora il prodotto stesso. In Italia c'è un grossissimo problema di economia e il cittadino sceglie un prodotto non perché vi è scritta la data di scadenza, ma perché costa meno. Perciò facciamo attenzione a ciò che si dichiara, perché a volte vi sono anche delle falsità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che gli identici emendamenti Fratta Pasini 5.6 e Saglia 5.7 saranno preclusi dall'eventuale approvazione dell'emendamento Sanga 5.300, sul quale la Commissione e il Governo hanno espresso parere favorevole.
Indico (Commenti)...
Revoco l'indizione della votazione. Scusatemi, colleghi, avrei dovuto porre in votazione gli identici emendamenti Fratta Pasini 5.1 e Mazzocchi 5.2.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fratta Pasini 5.1 e Mazzocchi 5.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 475
Astenuti 3
Maggioranza 238
Hanno votato sì 165
Hanno votato no 310).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sanga 5.300.
Avverto che dall'eventuale approvazione dell'emendamento Sanga 5.300 risulteranno preclusi gli identici emendamenti Fratta Pasini 5.6 e Saglia 5.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fluvi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del nostro gruppo su questo emendamento, che in sostanza si allinea al primo decreto Bersani con l'estensione del plurimandato a tutti i rami danni.
Vorrei proporre anche un'altra considerazione, rivolgendomi soprattutto a quei colleghi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale i quali hanno sostenuto che, sostanzialmente, l'introduzione del mandato plurimo arrecherebbe agli agenti di assicurazione soltanto un vantaggio provvigionale. Io credo, colleghi, che abbiate una scarsa considerazione degli agenti di assicurazione, se non altro perché, fino ad oggi, il vantaggio provvigionale è andato in una sola direzione: quella delle compagnie di assicurazione, che hanno sollecitato la rete delle agenzie a vendere questa o quella polizza indipendentemente dalla convenienza per il consumatore.
Ora, poiché non voglio essere frainteso, preciso che non voglio demonizzare le compagnie di assicurazione ed il mercato assicurativo e che, anzi, li ritengo una risorsa importante per il sistema economico del nostro paese. Tuttavia, vorrei invitare tutti i colleghi dell'Assemblea a riflettere su un aspetto. Fino ad oggi, il sistema non ha funzionato a vantaggio del consumatore; dunque, occorre modificare una situazione che - oggettivamente - ha penalizzato, fino ad oggi, il consumatore finale. Credo che l'introduzione del mandato plurimo e, di conseguenza, la possibilità, per l'agente, di offrire al proprio cliente, al proprio assicurato una pluralità di polizze, di modo che sia quest'ultimo a scegliere quella più conveniente, costituisca un primo tentativo - non so se risolutivo - per introdurre maggiore concorrenza in un mercato che, obiettivamente, è ingessato da tanti, forse da troppi anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, confermo che il nostro voto sull'emendamento in esame, e in generale su quelli relativi all'articolo 5, sarà contrario. Noi pensiamo che ciò che in qualche modo è uscito dalla porta - invero, molto poco - non debba rientrare dalla finestra! Allora, se vi sono aspetti positivi - ripeto, pochi - che riguardano modifiche al mercato delle assicurazioni e che cercano di attenuare un oggettivo strapotere delle compagnie assicurative, non possiamo approvare emendamenti che tentano di reintrodurre forme di potere in capo alle compagnie medesime.
Per quanto riguarda la nostra posizione sulle proposte emendative, debbo anche aggiungere, con riferimento al provvedimento, nonché all'articolo che in modo particolare riguarda i rapporti tra assicurati e compagnie assicurative, che in tale ambito sono state fatte ben poche cose e che, di conseguenza, quella al nostro esame non può essere assolutamente considerata una riforma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzocchi. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero rispondere agli amici della maggioranza che, poco fa, hanno votato contro il nostro emendamento e, di conseguenza, anche Pag. 14all'onorevole Fluvi: quando parlate di concorrenza, di migliore qualità dei servizi e di maggiore trasparenza, ci trovate tutti d'accordo.
Tuttavia, ho l'impressione che qualcuno non conosca bene il sistema assicurativo. Mi riferisco soprattutto agli ultimi interventi dei colleghi della Lega. Alleanza Nazionale non è a difesa di alcuna lobby: Alleanza Nazionale è a difesa dei consumatori! Leggete bene il testo dell'articolo 5, colleghi, e vi accorgerete che chi ne viene danneggiato è soprattutto il consumatore! Chi non vuole leggere bene l'articolo 5 non vuole conoscere la realtà dei fatti.
Per fare un esempio pratico basta avere riguardo al testo degli emendamenti in esame: la stessa Commissione - non noi! -, di fronte al conflitto prodottosi a livello di Unione europea, ha fatto in modo che l'applicazione della disposizione, fissata dal Governo a decorrere dal termine previsto dall'articolo 8 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, fosse posticipata al 1o gennaio 2008.
Perché presentiamo questo emendamento che è volto a sostituire la data del 1o gennaio 2009 a quella del 1o gennaio 2008? Qualcuno, forse, penserà che Alleanza Nazionale lo fa unicamente con un intento defatigatorio. No, non è così, caro collega Ruggeri, che poco fa faceva riferimento alla qualità degli interventi. La Commissione ha opportunamente rinviato l'applicazione della disposizione al 2008, perché essa sa che giace un ricorso presso la Comunità europea. Tra l'altro, cari colleghi - e mi rivolgo in particolare ai colleghi della Lega -, vi sono già stati procedimenti di infrazione, perché non abbiamo saputo legiferare nel sistema assicurativo.
Nel ricorso, che molti non conoscono, sono stati evidenziati tre punti importanti: anzitutto la direttiva della Comunità europea del 2002 di coordinamento delle legislazioni nazionali nella specifica materia dell'intermediazione assicurativa, che contempla espressamente la possibilità di ricorrere allo strumento del mandato in esclusiva. Faccio notare che è l'Europa a dire questo e non l'opposizione, non Alleanza Nazionale! In secondo luogo, l'articolo 3 del regolamento della Comunità europea vieta agli Stati membri di intervenire in materia di concorrenza in modo più restrittivo di quanto faccia la normativa comunitaria e, comunque, in presenza di regolamenti di esenzione, mentre in Italia abbiamo i regolamenti in tema di accordi verticali. In ultimo, il divieto di esclusiva, caro collega Fluvi, produrrebbe un aumento del costo delle polizze e un conflitto di interessi in capo agli intermediari a danno dei consumatori. Noi siamo per la lobby dei consumatori! Andatelo a dire in giro: Alleanza Nazionale presenta questi emendamenti, perché vuole tutelare i consumatori.
Allora, dato che la sentenza sarà emessa nei primi mesi del 2009, con il nostro emendamento, senza stravolgere l'articolo, intendiamo modificare il testo nel senso di prevedere la decorrenza non dal 1o gennaio 2008, ma dal 1o gennaio 2009. Questo significa collaborare con la maggioranza. Se essa però ci sbatte ancora una volta la porta in faccia, ciò significa che vuol procedere verso una politica di infrazione nei riguardi della Comunità europea. Cari colleghi, quando ci sarà notificato il procedimento di infrazione da parte della Comunità europea, ricorderò in aula questo mio intervento, soprattutto al collega Fluvi e a tutti i colleghi della Lega.
PRESIDENTE. Segnalo che assistono ai nostri lavori una classe del Liceo scientifico Paleocapa di Rovigo ed un gruppo di pensionati di Marcallo con Casone di Milano, cui la Presidenza e l'Assemblea rivolgono un saluto (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, ci troviamo di fronte ad una situazione in cui non ci si vuole rendere conto che l'effetto pratico di questa norma, come appare chiaro a chi Pag. 15conosce la materia, sarà esattamente opposto a quanto, in modo populistico, molti stanno prospettando in quest'aula; naturalmente, mi riferisco in particolare alla maggioranza.
Proviamo a mettere un po' di ordine su questo argomento. In Italia, il plurimandato esiste, ma si tratta, per così dire, di un atto liberale di quegli agenti che vogliono stipulare e lavorare con compagnie che già agiscono in plurimandato. Non si capisce per quali motivi lo si voglia imporre per legge (una legge, tra l'altro, che dovrebbe essere liberale) anche a quegli agenti che vogliono lavorare in regime di monomandato; ciò, soprattutto, per mantenere una maggiore professionalità, che poi si riversa sull'utenza, non volendo rischiare di trasferire il tutto in un terreno molto più difficile e complicato, qual è quello provvigionale. Gli agenti vivono di provvigione e, di fatto, sono dipendenti dalle compagnie. Esiste, quindi, il ragionevole dubbio che, nell'offerta professionale e commerciale che fanno ai clienti, possano anche fare considerazioni che sono umanamente comprensibili in relazione al rapporto provvigionale. Tra l'altro, il regime di plurimandato già esiste e non è precluso dal mercato.
Vi sono, tra l'altro, altri aspetti che non si riescono a comprendere. Ad esempio, è contraddittorio che sia stato stabilito, proprio per legge, che il promotore che vende prodotti finanziari e fondi comuni (il cui profilo professionale è molto simile a quello degli agenti assicurativi) debba per forza agire, proprio al fine di assicurare la trasparenza del mercato e di garantire i suoi clienti, in regime di monomandato. Allora, qualcuno deve spiegarmi tale contraddizione!
Mi si deve spiegare, infatti, per quale motivo, proprio per garantire trasparenza nei mercati, si debba imporre legislativamente il regime monomandatario agli operatori finanziari. E non si capisce la ragione per cui gli agenti assicurativi, invece, non debbano essere considerati figure professionali analoghe e quindi si debba stabilire per legge quello che, in un regime liberale, essi potrebbero concordare tranquillamente con le proprie imprese!
Tra l'altro, voglio sottolineare che si tratterebbe di una norma unica in Europa. In nessuna parte dell'Unione europea, infatti, esiste tale divieto normativo, proprio perché si lavora in un regime liberale. Ricordo che la stessa direttiva 2002/92/CE, finalizzata al coordinamento delle legislazioni nazionali nella specifica materia dell'intermediazione assicurativa, contempla espressamente la possibilità di ricorrere allo strumento del mandato in esclusiva. In Italia, ove ci appelliamo sempre all'Unione europea, in questo caso, al contrario, stiamo imponendo per legge alcune modalità operative!
Come stavo dicendo, in nessun altro paese europeo esiste una normativa che impedisca alle imprese di assicurazione e, soprattutto, a quegli agenti assicurativi che si vogliono preparare professionalmente su singoli e specifici prodotti, nell'ambito di una compagnia, di dover vendere per forza anche quelli promossi da altre società.
Vorrei evidenziare altre contraddizioni del provvedimento, ad esempio per quanto concerne le compagnie telefoniche. Ricordo che già a luglio è stato deciso, per le polizze RC auto, il regime di plurimandato, ma ciò - non si sa per quale motivo - non riguarda le società telefoniche. Ebbene, vorrei rilevare che, mentre gli agenti assicurativi percepiscono provvigioni, le compagnie telefoniche impiegano dipendenti veri e propri. Quindi, non sussisterebbe neppure il rischio che tutta l'attività si sposti sul terreno delle provvigioni, ed i dipendenti delle società di telefonia sarebbero proprio quei soggetti che potrebbero garantire una certa trasparenza, poiché non hanno alcun incentivo a proporre ai clienti l'una o l'altra compagnia.
Con il provvedimento in esame, tuttavia, si colpisce il rapporto esistente tra gli agenti e le compagnie di assicurazione, ma non vengono tenute in considerazione le società telefoniche. Come ha precedentemente evidenziato qualche altro collega, che dire allora delle banche? L'operatore Pag. 16dello sportello, infatti, dovrebbe proporre al cliente sia i prodotti finanziari della sua banca, sia quelli di un altro istituto di credito. Per fare un altro esempio, si potrebbe decidere che i negozi della catena Benetton debbano offrire anche abiti Zara!
Allora, su quale terreno ci stiamo insinuando, per cercare di essere a tutti i costi populisti e per dimostrare al consumatore che gli viene procurato un vantaggio, che di fatto non esiste?
Peraltro, dal momento che verranno preclusi dall'approvazione dell'emendamento in esame i successivi identici emendamenti Fratta Pasini 5.6 e Saglia 5.7, vorrei sottolineare che il Parlamento...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. ...è a conoscenza del fatto che sono stati presentati alcuni ricorsi alla Commissione europea, i quali molto probabilmente verranno accolti, perché stiamo legiferando in contrasto con tutte le direttive europee in materia.
Cosa diremo poi, dopo averli obbligati ad operare in un certo modo, agli agenti assicurativi? Quali contenziosi vogliamo creare, in questa situazione, solo per varare un provvedimento populista?
PRESIDENTE. Deve concludere!
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, mi consenta di formulare solo una precisazione. Ho precedentemente sentito il centrosinistra vantarsi di aver introdotto l'indennizzo diretto. Ebbene, vorrei ricordare che tale intervento è stato deciso dal Governo Berlusconi, e dunque non accettiamo che ci si appropri di una delle poche misure vantaggiose varate per questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. La Presidenza e l'Assemblea salutano gli studenti di una classe del liceo scientifico Guglielmo Marconi di Foligno, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, desidero rivolgermi, se mi prestano un attimo di attenzione, al rappresentante del Governo, al relatore ed al presidente della Commissione. Vorrei segnalare che il dibattito che si sta sviluppando sull'articolo 5 del decreto-legge in esame è non solo particolarmente complesso, ma anche interessante. Le posizioni fin qui manifestate sono state molto differenziate e si è avvertita, nell'esame delle proposte emendative, l'esigenza di verificare se la finalità perseguita da tale articolo sia effettivamente realizzabile.
Vorrei che il relatore ed il rappresentante del Governo fornissero una risposta all'invito che intendo adesso rivolgere loro.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ENRICO LA LOGGIA. Propongo, infatti, di accantonare l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 5 del decreto-legge, al fine di svolgere un ulteriore approfondimento, in una sede più ristretta, poiché tale riflessione...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole La Loggia!
ENRICO LA LOGGIA. ...potrebbe sicuramente consentirci di compiere una valutazione più serena della questione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, anch'io concordo sulla richiesta avanzata dal collega La Loggia in merito all'accantonamento. Vorrei sottolineare il seguente aspetto: da questa normativa vengono escluse, per l'impossibilità di intervenire altrimenti, le compagnie che agiscono esclusivamente per via telefonica o tramite web. Si tratta di un aspetto Pag. 17piuttosto bislacco. Per l'impossibilità di intervenire altrimenti, gli unici monomandatari saranno ad esempio quelli di Direct Line, tanto per citare l'azienda più presente sul mercato. Si tratta di una delle ragioni che palesa l'evidente irrazionalità di questa misura. Il settore tecnologicamente più avanzato, quello che dà anche i maggiori benefici ai consumatori, resterà escluso dall'obbligo del plurimandato. È una ragione di più per riflettere sull'opportunità di accantonare l'esame di questo emendamento e procedere ad un surplus di riflessione almeno su questo punto.
PRESIDENTE. Essendo stata formulata una richiesta di accantonamento, chiedo al relatore se intenda accedervi.
ANDREA LULLI. Relatore. Signor Presidente, ritengo non sia possibile accogliere la richiesta.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prima di procedere alla votazione, ricordo che l'eventuale approvazione dell'emendamento Sanga 5.300 precluderebbe gli identici emendamenti Fratta Pasini 5.6 e Saglia 5.7.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sanga 5.300, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 422
Astenuti 38
Maggioranza 212
Hanno votato sì 421
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Pini non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Prendo atto altresì che i deputati Volontè, Minardo e Delfino non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Mazzocchi 5.201, Fratta Pasini 5.212, D'Agrò 5.221 e Merloni 5.234.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzocchi. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento 5.201, presentato dal gruppo di Alleanza Nazionale e di cui sono primo firmatario, dimostra quanto dicevo poco fa. Noi vogliamo dare un contributo a difesa dei consumatori. So che in genere, quando si presentano centinaia di emendamenti, non tutti i colleghi possono leggerli. Tuttavia, ci terrei a leggere questo emendamento: «Per l'offerta di polizze relative a tutti i rami danni, l'intermediario, a decorrere dal 1o gennaio 2008, deve rilasciare preventiva informazione al consumatore sulle provvigioni riconosciutegli dall'impresa o, distintamente, dalle imprese per conto di cui opera. L'informazione deve essere affissa nei locali in cui l'intermediario opera e deve risultare nella documentazione rilasciata al contraente». In poche parole, si dice che quando un assicurato entra nei locali della propria agenzia, deve conoscere l'effettiva situazione. Non riusciamo a capire come mai la Commissione abbia espresso per l'ennesima volta parere contrario.
Infatti, l'articolo 8 del decreto-legge n. 223 del 2006, nel prevedere il divieto di clausole di distribuzione in esclusiva per l'offerta di contratti di assicurazione RC auto, ha opportunamente stabilito l'obbligo in capo all'intermediario di dare ai potenziali assicurati le informazioni sulle provvigioni riconosciutegli dall'impresa o dalle imprese per conto di cui opera.
Onorevole relatore, lei, nel dichiarare parere contrario sul nostro emendamento, non fa altro che violare il decreto-legge n. 223 del 2006, a meno che non si voglia abrogare l'articolo e poi verificare che ciò avvenga. Altrimenti, lei deve uniformarsi a quanto previsto da una norma di legge. Pag. 18Non solo, ma noi riteniamo anche che tale disposizione sia assolutamente necessaria in presenza del potenziale sviluppo dei rapporti di intermediazione in plurimandato, al fine di evitare comportamenti opportunistici da parte dell'intermediario, tendenti a privilegiare il rapporto con l'impresa di assicurazione che gli riconosce le provvigioni più elevate. Lo ha detto poco fa anche un collega di Forza Italia. Dobbiamo tutelare il consumatore, informandolo sulle provvigioni riconosciute all'agente assicurativo dalle varie compagnie. Se questo emendamento non sarà approvato, l'agente assicurativo non farà altro che proporre al cliente la polizza legata a provvigioni più alte.
L'estensione del divieto di clausole di distribuzione in esclusiva a tutti i rami rende necessario, a parer mio, introdurre un'analoga disciplina di assoluta trasparenza - mi rivolgo a te, collega Fluvi, che parli di trasparenza - anche per l'offerta delle polizze assicurative nel ramo danni. In questo modo, il consumatore finale, lo ripeto soprattutto ad una sinistra che si pone sempre a difesa dei consumatori, potrà effettuare una scelta di acquisto consapevole anche in ordine all'esistenza di eventuali conflitti di interesse in cui potrebbe versare l'intermediario.
Per queste motivazioni, onorevole Presidente, chiedo a tutta l'Assemblea, una volta tanto, di non fare «muro contro muro» per motivazioni di natura politica, ma di approvare questo emendamento, che, lo ripeto, è a difesa del consumatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Anch'io intervengo per sostener gli emendamenti in questione, visto che fino ad ora abbiamo sottolineato i vantaggi di queste misure per i consumatori. In effetti, come già detto prima, la bocciatura degli emendamenti da noi proposti e bocciati questa mattina porterà ad un aumento dei costi, perché la concorrenza tra le compagnie si sposta da un terreno proprio, dove viene offerto il prodotto migliore al prezzo migliore, ad un terreno improprio, dove nella collocazione dei prodotti conta la remunerazione più alta riconosciuta nella rete di vendita.
Se realmente l'utente finale deve essere al centro della nostra attenzione, come è stato sottolineato dal relatore, dobbiamo prevedere una misura analoga anche per il plurimandato nel ramo danni. Ricordo che nel luglio dell'anno scorso è stata adottata un'analoga misura - con l'accordo del Governo - con l'introduzione del plurimandato nel ramo della responsabilità civile auto.
È giusto quindi che l'utente possa essere cosciente, quando l'agente assicurativo gli offre un prodotto, delle provvigioni che questi percepisce da ogni compagnia. Soltanto in questo modo l'utente finale si renderà conto se l'offerta proposta dall'agente assicurativo è la migliore sotto un profilo professionale o se invece è legata alla provvigione più alta. Signor Presidente, sono convinto che la categoria degli agenti assicurativi sia onesta - purtroppo questo provvedimento tenta di sminuirli, ponendoli in secondo piano rispetto ai promotori finanziari - ma può accadere che un agente sia influenzato dagli incentivi professionali proposti dalle compagnie piuttosto che dalla qualità del servizio reso. Questo emendamento è teso ad evitare questo rischio. Questa misura è stata introdotta per il plurimandato nel ramo della responsabilità civile auto, per cui sarebbe incomprensibile che il relatore ed il Governo non recepissero questo emendamento.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 11,30)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Grazie, Presidente. Non si comprende il motivo per cui Pag. 19il relatore ed il Governo non accolgano questo emendamento, che oggettivamente è utile per il consumatore. Stamattina il ministro Bersani ha definito gravissima e controproducente l'opposizione del centro-destra. Questa opposizione, invece, è costruttiva e sta faticosamente mirando a migliorare un provvedimento che è ricco di discrasie. Una riguarda la responsabilità civile. L'onorevole Della Vedova ha sottolineato il fatto che nel testo non c'è traccia di tutte le imprese assicurative che operano via web. Questo provvedimento va migliorato. Non riusciamo a comprendere come un opposizione di questo tipo non possa essere utile al relatore e al Governo, nel proporre un emendamento come questo, assolutamente razionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Vorrei soltanto ribadire il concetto espresso dal collega Jannone. Mi rivolgo direttamente al relatore Lulli e al rappresentante del Governo. Non si può chiedere la collaborazione dell'opposizione e poi non avere alcuna apertura, su emendamenti come questi, che sono realmente a tutela del consumatore.
Un emendamento che obbliga gli agenti a mostrare il loro guadagno, il loro ricarico, su una polizza venduta, consente al consumatore di valutare se l'assicurazione gli viene venduta perché gli serve o perché l'assicuratore ci guadagna di più. Questo è un esempio, ma ce ne sono stati decine.
Pertanto, vorremmo sapere perché vi è una chiusura totale del Governo su un argomento così importante contenuto in un decreto-legge che, tra l'altro, non ha alcuna delle caratteristiche richieste per un decreto-legge, visto che non vi è alcuna urgenza.
Sappiamo che volete trasformare in un decreto-legge anche il disegno di legge in tema di liberalizzazioni, dunque che volontà avete di dialogare su tale argomento? Dimostrate se vi è tale volontà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Il presente emendamento tratta aspetti di libertà da parte dell'intermediario, per non essere sottoposto a clausole vessatorie da parte delle aziende con più forza contrattuale. Ma, nello stesso tempo, tale proposta emendativa tende anche a non spostare la concorrenza tra assicurazioni sul terreno improprio di chi offre più alte provvigioni agli agenti.
D'altra parte, l'articolo 8 del decreto-legge n. 248 del 2006, nel prevedere le clausole di distribuzione di esclusiva per l'offerta dei contratti di assicurazione RC auto, ha stabilito opportunamente in capo all'intermediario l'obbligo di fornire al potenziale assicurato l'informativa sulle provvigioni riconosciutegli dall'impresa o dalle imprese per conto di cui opera.
Non si capisce perché questa disposizione, prevista per le RC auto, non possa valere anche per tutte le esperienze relative al ramo danni. Ciò consentirebbe all'utente di verificare se la sollecitazione della proposta dell'intermediario avviene per un'effettiva concorrenzialità della polizza oppure per l'alta provvigione. Si tratta di un atto di trasparenza nei confronti dell'utente-consumatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo anch'io per invitare la maggioranza, il relatore e il Governo a considerare, a questo punto dei nostri lavori, l'opportunità di esprimere un voto favorevole su questo emendamento.
Evidentemente, si tratta di una complicazione della legislazione, che tuttavia nasce dall'errore compiuto con l'obbligo del plurimandato. Questo però è un correttivo ad una stortura (che si manifesterà in modo evidente), vale a dire al fatto che Pag. 20gli agenti saranno indotti a vendere le polizze sulle quali hanno le provvigioni maggiori.
Vorrei aprire una parentesi, che vale per questo articolo, per questo settore e per tutti gli altri settori: occorre rendersi conto che questo decreto-legge comporta la lenta, progressiva ma decisa esautorazione delle authority dai loro compiti specifici.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fluvi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, credo che il tema della trasparenza sia serio e molto delicato e ritengo che debba essere affrontato con questa consapevolezza. Lo dico anche ai colleghi dell'opposizione: non affrontiamo il tema in maniera demagogica!
Dico ciò perché in nessun esercizio commerciale esiste esposto un cartello con il guadagno o la ricarica dell'esercente. Quando mi reco in un negozio, a Roma o dove abito, per comprare una giacca, entro nel negozio e non c'è scritto che quel negoziante su quella giacca ha una ricarica del 10, 15 o 20 per cento.
Ritengo che vi debba essere coerenza in merito a ciò: in nessun esercizio commerciale è scritto quale parte riguardi il costo sostenuto dal rivenditore e quale parte la ricarica, ma solo il costo finale del prodotto.
Al consumatore, a mio avviso, interessano, nel caso specifico delle polizze assicurative, due aspetti: le condizioni della polizza e il costo finale.
Inoltre, rivolgo ai colleghi una domanda molto seria. Come mai pretendete che si esponga soltanto il costo delle provvigioni all'interno dell'agenzia e perché, ad esempio, non esporre all'interno dell'agenzia il costo effettivo della polizza, il caricamento della compagnia di assicurazione, le imposte e le provvigioni? Perché vi accanite sugli agenti di assicurazione? Forse, perché abbiamo trovato il punto su cui impostare una vera e propria politica di concorrenza all'interno del settore assicurativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo a nome del gruppo Lega Nord Padania per fare chiarezza ed avere risposte su alcuni dubbi che sorgono sugli identici emendamenti in esame. Da come è stato esposto dai colleghi dell'opposizione il ragionamento sembra corretto, quando chiedono di rendere noto il margine dell'assicuratore per dare la possibilità al consumatore contraente di scegliere nel modo migliore, conoscendo anche questo dato.
Espongo i miei dubbi e qualche collega potrà fornire le risposte, in modo da orientare al meglio il voto su questi emendamenti.
In primo luogo, distinguiamo l'assicurazione RC auto, dove la provvigione è minima e non si pone il problema, dalle assicurazioni del settore infortuni in cui vi sono provvigioni interessanti. L'assicuratore non gode di una buona nomea per motivi «atavici» e non è ben visto dal consumatore, che ha la cattiva impressione che l'assicuratore intenda approfittarsi. Può darsi che un provvedimento del genere peggiori la situazione. Infatti, sapere che pagare la polizza infortuni fa incassare 400 o 500 euro al singolo agente, potrebbe comportare problemi anche dal punto di vista del mercato e della diffusione di certi prodotti assicurativi.
Inoltre, la concorrenza dovrebbe vertere sul prezzo in quanto tale. Se ragioniamo in modo sereno sulla possibilità di avere più prodotti, il prezzo è il dato rilevante. Il consumatore, poi, potrà anche chiedere quanta parte del prezzo pagato si riferisce alle provvigioni, per capire quale margine di trattativa vi sia, o almeno potrà farlo chi ha potere contrattuale. Torniamo al punto di prima: chi ha potere contrattuale chiama il proprio assicuratore dicendogli di avere saputo, ad esempio leggendolo su Internet, che un'altra assicurazione ha determinate caratteristiche e Pag. 21chiedendogli di avere le stesse opportunità. Il problema è che non tutti hanno lo stesso potere contrattuale.
Vorremmo capire, insomma, se l'esposizione di questa informazione non comporti rischi nella vendita di alcune categorie di prodotti che hanno provvigioni interessanti, inducendo nel consumatore l'impressione che l'assicuratore voglia approfittarsene. Inoltre, mi chiedo se non sia più corretto ragionare su tutte le componenti di prezzo, non solo sulle provvigioni, in modo da dare al consumatore la possibilità di scegliere in maniera razionale su tutto.
Non vorremmo, tuttavia, che si arrivi ad una tale complicazione, anche perché, alla fine, la persona che non ha competenze specifiche in materia ragiona banalmente sul prezzo. Parliamo di una polizza infortuni, per fare un esempio che, bene o male, conosciamo tutti: qual è il valore della diaria, qual è l'ammontare dei rimborsi, qual è la percentuale? Non tutti hanno la possibilità di riflettere sui singoli elementi, per cui, alla fine, ragionano singolarmente sul prezzo. Mettere, dunque, in evidenza solo la provvigione potrebbe essere deleterio per talune tipologie di prodotto. Se vi sono colleghi, esperti in materia, che ci possono offrire delucidazioni in merito gliene saremmo grati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, francamente trovo intollerabile l'indifferenza con la quale il Governo segue l'iter di questo provvedimento. Credo che noi abbiamo dimostrato, con gli emendamenti presentati, di voler perseguire un unico obiettivo: la tutela dei consumatori. Abbiamo argomentato nel merito con ragioni che definirei ispirate almeno al buonsenso ed abbiamo posto una serie di questioni.
Signor Presidente, so bene che lei non può obbligare il Governo a rispondere; però, la prego di farsi interprete di ciò che hanno chiesto molti parlamentari, sollecitando la sensibilità del Governo a valutare l'opportunità di rispondere ai colleghi parlamentari.
PRESIDENTE. Come lei sa, onorevole Verro, il Governo è presente in aula ed ha facoltà di intervenire, quando lo richiede e lo desidera.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedele.
LUIGI FEDELE. Intervengo brevemente, signor Presidente. Questo decreto-legge ed anche gli identici emendamenti che stiamo esaminando parlano di tutela dei consumatori. Oltre a molti altri emendamenti, che possono essere anche più tecnici, credo che questi siano veramente emendamenti che si propongono la tutela dei consumatori. Sicuramente non si rivolgono contro gli agenti di assicurazione. Credo, infatti, che specificare con chiarezza al consumatore qual è l'entità delle provvigioni sia importante e rappresenti un fattore di trasparenza. Gli agenti che non sono onesti probabilmente vogliono approfittare della situazione attuale, mentre per gli agenti onesti questo sarebbe un modo di dimostrare le loro qualità, le loro capacità e, allo stesso tempo, di offrire il prodotto migliore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo per ribadire il nostro voto contrario sulla serie di emendamenti che inizia dagli identici D'Agrò 5.221 e Merloni 5.234, e per far capire che siamo contrari non al sistema della trasparenza dei prezzi (assolutamente no; sui precedenti articoli siamo stati assolutamente favorevoli). Vorremmo evitare invece che, nel prossimo futuro, fossero sottoposti all'esame dell'Assemblea anche provvedimenti sulla trasparenza dei prezzi, ad esempio, dei panificatori. Non vorremo, in pratica, che il panificatore dovesse scrivere il prezzo della farina, del sale, dell'acqua, e di tutti Pag. 22gli altri ingredienti! Vorremmo evitare che ciò si verificasse e per tale motivo voteremo contro questi identici emendamenti.
PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Merloni 5.234 è stato ritirato dal presentatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Provera. Ne ha facoltà.
MARILDE PROVERA. Signor Presidente, intervengo solo per rilevare un dato. Quando ho letto questi emendamenti, in Commissione, devo dire che il mio moto da comunista verace, mai pentita peraltro, è stato che dovessero essere approvati. Infatti, dal punto di vista di trasparenza nel rapporto con il consumatore, mi sarebbe piaciuto e mi piacerebbe che l'insieme delle componenti del costo di una polizza - trattandosi, tra l'altro, di un settore finanziario molto ricco - fossero chiare per chi stipula le polizze. Devo dire che, in realtà, la sola provvigione, come è stato già rilevato da altri colleghi, è solo una tra le componenti del costo e non è detto che, a seconda che la stessa sia più elevata o meno elevata, determini, essa stessa, la facilità di accedere ad una polizza anziché ad un'altra, in rapporto alla convenienza del «pacchetto» che viene offerto. Quindi, la convenienza reale di una polizza rispetto ad un'altra risiede nel rapporto prezzo conclusivo ed insieme dell'offerta che viene data con tale polizza.
Ciò che dovrebbe essere chiaro al consumatore sono due elementi finali: l'insieme delle prestazioni offerte e il prezzo pagato. Al riguardo, occorre essere in grado di fare un paragone, non essendo possibile una trasparenza su tutte le componenti di prezzo. In questo modo, si rischia di rendere ridondante l'informazione al punto da confondere l'acquirente, come giustamente è già stato detto. Per questo motivo, tale norma, a mio avviso, è fuorviante.
Per quanto riguarda l'RC auto, vorrei sottolineare che si tratta di una polizza obbligatoria sulla quale è utile che tutte le componenti di costo siano trasparenti al massimo. Siccome si tratta di semplici erogazioni, in questo caso è anche facile paragonare il prezzo finale, distinguendo la provvigione e il costo puro dell'assicurazione, rispetto alle prestazioni pratiche che si forniscono.
Per questo motivo, esprimeremo un voto contrario sugli identici emendamenti in esame. Non siamo di fronte a una norma volta a garantire la trasparenza, bensì ad una norma illiberale (come è stato spiegato anche in Commissione) che trovo un po' originale, essendo proposta da chi si dichiara «non comunista».
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mazzocchi 5.201, Fratta Pasini 5.212 e D'Agrò 5.221, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 269).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Mazzocchi 5.202 e Fratta Pasini 5.211.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazzocchi. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, non a caso abbiamo voluto presentare l'emendamento in esame, il cui contenuto è del seguente tenore: «Le misure di cui al presente comma si applicano previa verifica della loro compatibilità con la normativa comunitaria in materia». Nel corso dei nostri interventi ci siamo sforzati di far comprendere come l'articolo 5 sia in Pag. 23conflitto con la normativa comunitaria. Lo abbiamo detto e ribadito anche a futura memoria.
Sappiamo che il nostro emendamento sarà sicuramente respinto, ma con esso abbiamo voluto rivolgere anche al sottosegretario una precisa domanda, a cui dovrebbe rispondere: queste norme sono compatibili con la normativa europea? Lei, signor sottosegretario, non ci ha risposto.
Allora, presentando questo emendamento - che verrà respinto - abbiamo inteso lasciare agli atti una considerazione a futura memoria: quando fra pochi mesi verrà avviata una nuova procedura di infrazione da parte dell'Unione europea, sapremo quali deputati avranno contribuito ad un esborso di milioni di euro da parte del nostro paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, come il collega intervenuto in precedenza, anch'io ho presentato questo emendamento per proporre che le misure di cui al comma 1 dell'articolo 5 del provvedimento si applichino previa verifica della loro compatibilità con la normativa comunitaria europea.
Qui ci troviamo in un terreno difficile, sostanzialmente di fronte a un paradosso. Questo decreto-legge - cito testualmente - è stato considerato urgente per porre termine a situazioni di grave anomalia rispetto a principi comunitari e costituzionali più volte segnalati dall'Unione europea e dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Ci troviamo tuttavia di fronte a un provvedimento che quasi sicuramente è in contrasto con le norme dell'Unione europea. Peraltro, la fonte comunitaria non solo costituisce l'unico riferimento normativo applicabile in questa materia, ma vieta espressamente a tutti gli stati membri di legiferare in senso più restrittivo rispetto a quanto stabilito dalla normativa antitrust europea.
Occorrerebbe, quindi, acquisire la certezza che quanto stiamo facendo possa andare bene.
Con questo emendamento intendiamo sostanzialmente evitare i contenziosi, che sicuramente si instaureranno quando l'Unione europea accoglierà i ricorsi che verranno presentati. Abbiamo presentato tali emendamenti per evitare che si creino questi contenziosi, e non capiamo per quale motivo non si possa rinviare l'applicazione di tale normativa a quando vi saranno delle certezze da parte dell'Unione europea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, vorrei intervenire anche per un richiamo al regolamento.
Ritengo che discutere su un provvedimento caratterizzante l'azione del Governo come questo, senza che sia presente in aula il ministro competente, che tra l'altro dà il nome al provvedimento stesso, sia già un'anomalia; inoltre, il fatto che il Governo sia rappresentato da un sottosegretario autorevole, ma assolutamente silente, è irrispettoso nei confronti dell'Assemblea.
Stiamo ponendo delle questioni assolutamente tecniche e non politiche, che richiedono l'intervento del relatore e del Governo, ma non vi è un'interlocuzione affidabile ed attendibile, perché non si fornisce una sola risposta sui mille quesiti che incidono sulla popolazione italiana.
Non contestiamo che vi sia la presenza formale del Governo, ma non è sufficiente; non è accettabile che non si interloquisca mai con il rappresentante del Governo su un provvedimento di questo tipo, che caratterizza l'azione del Governo e coinvolge tutti i cittadini italiani!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
Pag. 24
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento Mazzocchi 5.202, perché ne condivido lo spirito. Ritengo, infatti, opportuno prevedere il controllo della Comunità europea, oltre che quello dell'Authority, perché si tratta di una normativa ben articolata anche da parte della Commissione europea.
L'organo competente dovrebbe pertanto procedere alle opportune verifiche, in modo che non vi siano successive distrazioni da parte delle stesse assicurazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, non crediamo che dall'Europa giunga sempre una verità rivelata, ma crediamo che l'opportuno richiamo alla normativa europea, come disposto dalle proposte emendative in esame, debba essere tenuto nella debita considerazione sia dal relatore, sia dal Governo.
Non vogliamo essere facili profeti, ma verranno probabilmente presentati dei ricorsi in ordine alla compatibilità con la normativa europea e discipline analoghe, nonché con quelle dell'Antitrust, come è già accaduto. Pertanto credo che anche in via cautelativa la previsione di una previa verifica della compatibilità delle misure disposte in tale normativa con quella comunitaria nella stessa materia non possa che essere considerata ragionevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mazzocchi 5.202 e Fratta Pasini 5.211, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 450
Astenuti 21
Maggioranza 226
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 256).
Prendo atto che i deputati Vacca e Rocco Pignataro avrebbero voluto esprimere voto contrario, mentre il deputato Misiti avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Fratta Pasini 5.13 e Mazzocchi 5.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, stiamo parlando del bonus-malus.
Sul piano concettuale siamo d'accordo che si attribuisca all'assicurato, a cui è stata assegnata una buona classe di merito, la stessa classe nella stipulazione di contratti assicurativi per ulteriori veicoli, ponendo pertanto la classe assicurativa di merito in relazione alla persona e non all'autovettura. È una misura giusta!
Chiediamo pertanto la soppressione del comma 2, non perché siamo concettualmente contrari ad una questione che ci appare giusta, ma perché la normativa è confusa e non offre nel merito le opportune e necessarie garanzie. Provo a spiegarlo.
Intanto cominciamo col dire che il principio dovrebbe valere anche per il caso opposto, quindi l'assicurato in malus non sarebbe più tutelato da questa scelta populista, ma si troverebbe un aumento per tutte le sue autovetture anziché uno sconto, mentre con il sistema attuale avrebbe l'aumento solo su una singola autovettura. A parte questo aspetto, che può anche essere considerato giusto, si creerebbe una situazione paradossale per gli automobilisti virtuosi, perché è del tutto evidente che se si lavora sul terreno Pag. 25delle classi, quindi si vanno a trovare degli sconti su più auto, tutto si sposta sul terreno dei prezzi e dunque vi sarà un riequilibrio dei prezzi della RC auto, che paradossalmente porterà ad aumentare i costi per le classi basse a sfavore di quelle alte. Questo vuol dire che chi ha un grande parco auto pagherà di meno perché vedrà abbassarsi i costi in tutte le classi, mentre il povero utente che ha una sola auto si vedrà invece aumentare il prezzo. Da questo punto di vista, pur essendo l'intenzione abbastanza lodevole, nel merito si otterrebbero degli effetti esattamente contrari a quelli che ci si proponeva nei confronti dell'utente, in particolare di quello monoauto, più povero rispetto all'utente con un grande parco auto, il vero beneficiario del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzocchi. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Completando quanto il collega Fratta Pasini ha già detto in maniera ottima, vorrei far rilevare che con questo emendamento non si vuole entrare nel merito del bonus-malus, sul quale siamo tutti d'accordo; noi riteniamo però che il comma 2 dell'articolo 5 rechi una complessa e confusa disciplina in materia di clausole, che regolano proprio il sistema del bonus-malus nei contratti di assicurazione.
Vorrei fare solo tre osservazioni al riguardo. La prima è che attraverso questa regolamentazione vengono dettate norme imperative sull'articolazione delle clausole in parola, che secondo la lettera delle disposizioni che abbiamo approvato fino ad ora, non solo condurrebbero alla sostanziale scomparsa dei sistemi bonus-malus, ma porterebbero addirittura a penalizzare l'intera mutualità degli assicurati, che sopporterebbero un aumento del premio per consentire la concessione di sconti illogici ai contratti relativi ai veicoli, che dovrebbero iniziare ex novo il rispettivo percorso all'interno della scala bonus-malus.
Vengono in secondo luogo previste norme improvvisate e macchinose in tema di accertamento della responsabilità e della valorizzazione di essa ai fini di eventuali variazioni da apportare alla classe di merito. È uno specie di bonus-malus a punti di difficoltosa gestione e, se me lo consentite, di assoluta inutilità per gli interessi dei consumatori virtuosi, cioè coloro, i quali non hanno causato sinistri, ma che anzi verrebbero danneggiati dal sistema che voi proponete per colmare le minori risorse non ripetibili degli assicurati, che hanno causato i sinistri con conseguenze gravi.
Infine, queste disposizioni sono palesemente contrarie alle direttive comunitarie in materia di disciplina assicurativa, che vietano agli stati membri di imporre per legge tariffe o clausole contrattuali. Cari colleghi, so che la parola è forte, ma tale divieto determina l'illiceità delle previsioni in esame e la possibilità di disapplicarle. Pertanto è scontata una nuova procedura di infrazione da parte della Commissione europea, dopo la condanna che abbiamo già ricevuto dalla Corte di giustizia europea sul blocco delle tariffe. Ricordate il blocco delle tariffe RCA del 2000? Ebbene proprio su quello siamo stati condannati.
So bene che respingerete anche questo mio emendamento, perché attraverso questa opposizione che voi state facendo nei nostri criteri, state ormai mettendo in pratica un criterio, che mi ricorda un vecchio adagio: «Intanto paga Pantalone, cioè la comunità italiana!». State tranquilli, la comunità italiana pagherà questi vostri errori!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pedrizzi. Ne ha facoltà.
RICCARDO PEDRIZZI. Anche questa nuova normativa a prima vista sembra rappresentare un grande vantaggio per il singolo assicurato e all'inizio probabilmente lo sarà.
È indubbio però che la previsione determinerà un prezzo più basso per la polizza di un secondo veicolo. Peccato Pag. 26però che non si sia considerato che per ridurre obbligatoriamente il premio di tutti i secondi veicoli le imprese di assicurazione finiranno per compensare la perdita derivante da tale riduzione spalmando il minore incasso realizzato su questi contratti, quindi su tutti gli assicurati. Il risultato sarà che si verificherà un aumento generalizzato del prezzo da pagare per la RC auto, che verrà subito soprattutto da quei proprietari di un solo veicolo, vale a dire dai soggetti più deboli nei confronti delle assicurazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Si dice che questo articolo è favorevole per l'utente. Credo che effettivamente lo sia, nell'intendimento del Governo e del relatore; così com'è formulato, può andar bene. Tuttavia, credo che l'attuale formulazione limiti in qualche modo le fattispecie, che dovrebbero tutelare effettivamente la categoria di chi magari è debole sul mercato.
Credo quindi che una riformulazione nel senso proposto dal collega Fratta Pasini potrebbe chiarire meglio la definizione della tutela dell'utente assicurato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, vorrei associarmi alle parole del collega D'Agrò circa l'opportunità di riformulare l'emendamento in oggetto sulla base dell'indicazione fornita dal collega Fratta Pasini. Credo infatti che questa sia la soluzione migliore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fratta Pasini 5. 13 e Mazzocchi 5.14, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 482
Votanti 479
Astenuti 3
Maggioranza 240
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 253).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fratta Pasini 5.19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Devo finalmente dire che in Commissione con il relatore si era raggiunto un risultato in relazione agli attestati di rischio. Nella prima formulazione del decreto era previsto che non avessero una scadenza e ciò si prestava a truffe e a situazioni incontrollabili da tutti, ovviamente a scapito dell'utente virtuoso. In Commissione si è ottenuto di far sì che questi attestati abbiano una validità di cinque anni. Con questo nostro emendamento chiediamo di arrivare a tre anni, perché secondo noi sarebbe preferibile limitare ulteriormente tale scadenza.
Riconosco che ad ogni modo, da questo punto di vista qualcosa è stato recepito, rispetto ad una situazione che sarebbe stata invece di difficile comprensione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fratta Pasini 5.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 27
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 478
Astenuti 2
Maggioranza 240
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 258).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Fratta Pasini 5.200 e Affronti 5.223.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Affronti. Ne ha facoltà.
PAOLO AFFRONTI. Presidente, chiediamo al Governo e al relatore di rivedere il parere contrario espresso sugli identici emendamenti in esame, perché riteniamo che il termine «contraente» debba essere modificato, al fine di evitare di stipulare un numero indefinito di contratti con la solita classe di merito. Questo farebbe venire meno il principio del bonus/ malus.
Dunque noi riteniamo che il nostro emendamento debba essere accolto, modificando così il termine «contraente». Siamo comunque disponibili ad eventuali riformulazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, mi fa piacere quanto ha appena detto il collega Affronti. Auspico che su tale questione si possa svolgere un approfondimento serio da parte del relatore e del Governo.
Noi ci troviamo di fronte ad una questione che ha un po' dell'incredibile, che per noi poteva, semmai, essere il frutto di un errore di stampa. Stando così le cose, noi ci troveremmo di fronte ad una situazione in cui i furbi prevarrebbero sugli automobilisti onesti. In sostanza, se rimane la dizione « contraente » anziché quella di assicurato, qualsiasi soggetto - utilizzerebbero questo sistema sicuramente i truffatori - potrebbe assicurare una quantità illimitata di autovetture usufruendo di una classe di merito vantaggiosa. È solo la figura dell'assicurato che può garantire che al beneficio dello sconto abbia diritto l'automobilista virtuoso che guida correttamente. L'assicurato è effettivamente la persona che risulta intestataria del libretto di circolazione dell'autovettura, mentre il contraente può essere chiunque.
Se noi non operiamo questa sostituzione di termini - assicurato al posto di contraente - finiremo, a causa di questa minima differenza di termini, per aprire la strada ad un'infinità di truffe. Ciò significherebbe, come sempre, penalizzare le persone corrette e trasparenti. Sarebbe sufficiente questa sostituzione di parole per attribuire maggiore dignità all'automobilista virtuoso.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, le osservazioni dell'onorevole Fratta Pasini sono improntate a ragionevole buon senso. In realtà, qui non si tratta di un errore, ma era intenzione del legislatore trovare una mediazione rispetto al fatto che, a volte, chi è titolare dell'assicurazione non è titolare dell'automobile (nell'ambito di una stessa famiglia ciò accade spesso). L'intenzione del legislatore era quindi improntata in questa direzione.
Tuttavia, siccome riconosco le ragioni che stanno alla base delle preoccupazioni espresse dai colleghi, chiederei l'accantonamento degli identici emendamenti, Fratta Pasini 5.200 e Affronti 5.223, al fine di rivedere il parere precedentemente espresso e verificare se sia possibile trovare insieme una formulazione che risolva la questione sollevata dagli onorevoli Affronti e Fratta Pasini.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Presidente, sono d'accordo.
PRESIDENTE. Avverto che, non essendovi obiezioni, l'esame degli identici emendamenti Pag. 28Fratta Pasini 5.200 e Affronti 5.223 deve intendersi accantonato. Conseguentemente, anche l'esame dei successivi identici emendamenti Pedrizzi 5.203 e D'Agrò 5.222 deve intendersi accantonato.
Ricordo, inoltre, che l'emendamento Affronti 5.220 è stato ritirato.
Passiamo quindi alla votazione degli identici emendamenti Mazzocchi 5.28 e Fratta Pasini 5.213.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazzocchi. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, l'emendamento 5.28 a mia prima firma, identico all'emendamento Fratta Pasini 5.213, si propone, in particolare, di prevedere, in caso di concorso di colpa, che le imprese di assicurazione procedano alla penalizzazione dell'assicurato tenendo conto del carattere parziale della sua responsabilità.
In ordine al tema della responsabilità del sinistro, desidero rivolgermi ai colleghi avvocati presenti, che so essere tantissimi. La disciplina recata dal comma 4-ter, anche dopo le modifiche introdotte in sede referente, di ciò do atto alla Commissione, impedisce in assoluto di valorizzare una responsabilità non principale, vale a dire, uguale o inferiore al 50 per cento, con la conseguenza che l'assicurato, non responsabile principale, non riceverà mai penalizzazioni rispetto a quel sinistro. In secondo luogo, nei casi in cui non sia possibile individuare una responsabilità principale, il comma 4-ter dispone che la responsabilità stessa sia ripartita in quote uguali tra tutti i conducenti coinvolti e possa, quindi, essere valorizzata, ai fini dell'applicazione del malus, solo a seguito di eventuali e successivi sinistri.
La disciplina che vi sto esponendo non è corretta dal punto di vista dei principi giuridici che regolano la responsabilità. È noto, infatti, che nel nostro ordinamento civilistico, nel caso di concorso di colpa, ogni responsabile è tenuto ad una quota risarcimento pari al proprio grado di responsabilità.
L'assicuratore RC auto copre, appunto, la responsabilità civilistica sostanziale ed è tenuto a risarcire a propria volta il danno in proporzione al grado di responsabilità del suo assicurato. Stando così le cose - credo che lo dica il codice civile -, non si vede come solo l'assicuratore delle responsabilità principali, non anche quello della responsabilità concorrente al 50 per cento, possa risultare legittimato ad applicare il malus. Entrambi gli assicuratori, infatti, hanno corrisposto un risarcimento e nelle forme assicurative personalizzate debbono essere posti in condizione di applicare una maggiorazione del premio ai loro assicurati. Si pensi, ad esempio, al caso di un sinistro con responsabilità al 100 per cento che comporti un risarcimento di mille euro e al caso di un sinistro con responsabilità al 50 per cento che comporti, invece, un risarcimento di 50 mila euro. È evidente che l'assicuratore che ha sopportato un esborso deve, attraverso l'applicazione del malus, poter riequilibrare il proprio fabbisogno tariffario, onde evitare di farlo gravare sugli assicurati che non hanno provocato sinistri.
Riguardo agli aspetti di concreta applicazione di questa normativa farraginosa e praticamente inapplicabile, appare già a prima vista la disciplina dei concorsi di colpa inferiore al 50 per cento di responsabilità. Questa disciplina, inoltre, avendo come suo presupposto la mancanza di una responsabilità principale, del tutto irrazionalmente non riconosce alcun effetto al concorso anche tra due responsabili al 50 per cento, impedendo l'applicazione del malus fino a quando non si verifichi un altro sinistro. Praticamente, il malus riferito al primo sinistro non troverebbe mai applicazione.
L'emendamento che noi abbiamo presentato, invece, si propone di individuare in modo certo la situazione giuridica che determina il diritto dell'impresa di variare la classe di merito a seguito del sinistro causato dal proprio assicurato, identificandola nell'avvenuto pagamento del danno anche parziale. In secondo luogo, prevede che, in caso di concorso di colpa, le imprese procedano alla penalizzazione Pag. 29dell'assicurato, tenendo conto del carattere concorsuale della sua responsabilità, attraverso una penalizzazione più contenuta rispetto al caso della responsabilità totale (per esempio, ad una responsabilità totale corrispondono due classi di malus, mentre ad una responsabilità concorsuale corrisponde una classe di malus). Infine, prevede un periodo temporale congruo per adeguare le procedure informatiche aziendali che presiedono ai contratti.
Credo che questo emendamento - caro relatore, non riesco a comprendere perché vi è stata la contrarietà della Commissione - cerchi solo di adeguare, mi rivolgo nuovamente ai colleghi avvocati che sono quasi maggioranza in quest'aula, la normativa al codice civile. Lei sicuramente respingerà anche questa proposta; fate pure, ma non dite che l'opposizione non ha voluto dare un contributo al decreto-legge in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, non mi dilungherò perché il collega Mazzocchi ha già spiegato in modo molto preciso la questione. In effetti, quando c'è una corresponsabilità nei sinistri, un concorso di colpa, non si capisce perché la penalizzazione debba ricadere su chi, magari, ha 0,1 punto percentuale in più di responsabilità.
Secondo noi, questo provvedimento deve essere orientato a penalizzare gli automobilisti che producono incidenti e trattare sempre meglio quelli virtuosi. Allora, qualora vi sia un incidente con pluriresponsabilità, con un concorso di responsabilità, è giusto che si riveda l'eventuale malus solo alla fine di tutto l'iter, cioè non all'apertura del sinistro ma quando è stato definito: su questo siamo d'accordo. Adesso vige questo sistema, per cui appena si verifica un sinistro scatta il malus. Su questo anche noi non siamo d'accordo perché, poi, si genera una sorta di colpa preventiva.
Siamo d'accordo, quindi, sul fatto che il malus debba scattare solo quando si accerta l'effettiva responsabilità, ma, se c'è una corresponsabilità, non possiamo essere d'accordo che il corresponsabile non debba avere una penalizzazione. Molte volte accade che il risarcimento corrisposto dal conducente la cui responsabilità è minore sia superiore a quello corrispostogli dal conducente che ha maggiore responsabilità. Neppure possiamo prevedere l'entità del danno. Perciò, non è assolutamente escluso che il conducente con minore responsabilità produca un danno maggiore di quello provocato da chi aveva una responsabilità maggiore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pedrizzi; tuttavia, essendo già intervenuto sul complesso delle proposte emendative, non posso dargli la parola sull'emendamento Mazzocchi 5.28, di cui è cofirmatario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intendo aggiungere la mia firma all'emendamento Fratta Pasini 5.213 e dichiarare il mio voto favorevole. Intendo, altresì, richiamare le parole del collega Fratta Pasini e di altri, nel senso che qualsiasi norma che noi intendiamo approvare riguardo alle clausole bonus/malus o ad altre è considerata dai cittadini come l'ennesima «fregatura» che il Governo o il Parlamento cercano di dare loro. In questo caso, non è assolutamente così; anzi, si sta cercando di migliorare l'articolo 5, comma 2, del decreto-legge in esame, che si riferisce proprio alle clausole bonus/malus in modo tale da renderne più agevole, più chiara e più corretta l'interpretazione da parte delle compagnie assicurative. Quando entrerà in vigore questa legge, tali compagnie, purtroppo, adegueranno le tariffe in senso non favorevole agli assicurati.
Stiamo cercando di fare in modo che, nell'eventualità in cui l'assicurato abbia un sinistro, ci sia una certa benevolenza, almeno per un periodo, da parte delle stesse assicurazioni. Perciò, siamo favorevoli Pag. 30a questi identici emendamenti, come agli altri emendamenti riferiti all'articolo 5, comma 2, del decreto-legge in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mazzocchi 5.28 e Fratta Pasini 5.213, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 474
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 257).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo agli identici emendamenti Fratta Pasini 5.27 che Raisi 5.216.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, questi emendamenti sono sostanzialmente simili a quelli appena respinti. Intervengo per una raccomandazione. Come hanno detto i colleghi della Lega Nord che mi hanno preceduto, non si tratta di emendamenti ostruzionistici: siamo d'accordo sul concetto ma vogliamo apportare alcuni correttivi affinché non siano penalizzati gli automobilisti virtuosi. È ovvio che, se questi emendamenti non saranno approvati e, quindi, si escluderà ogni responsabilità di chi ha un concorso di colpa, tutto questo inevitabilmente ricadrà sugli assicurati che non hanno provocato sinistri. Pertanto, rivolgo una ulteriore raccomandazione riguardo alla approvazione di questi emendamenti che sono simili ai precedenti. Speriamo di poter apportare un utile contributo - in questo caso non certo politico, poiché siamo favorevoli ma nel merito - per migliorare l'articolo 5.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fratta Pasini 5.27 e Raisi 5.216, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 252).
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro dell'emendamento Borghesi 5.227.
GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Crosetto, questo emendamento, ormai, è stato ritirato. Se vuole, potrà intervenire sul successivo emendamento.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 5.228.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 5.228, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 426
Astenuti 43
Maggioranza 214
Hanno votato sì 160
Hanno votato no 266).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Fratta Pasini 5.33 e Mazzocchi 5.34.Pag. 31
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazzocchi. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, c'è un adagio che dice: «Ignorantia legis non excusat».
Se il relatore e tutta la Commissione me lo consentono, loro hanno voluto ripetere al capoverso 4-quater che è fatto comunque obbligo alle imprese di assicurazione di comunicare tempestivamente al contraente le variazioni peggiorative apportate alla classe di merito. Siamo perfettamente d'accordo su questo aspetto, ma si dimenticano, evidentemente perché non conoscono il regolamento del codice delle assicurazioni, che questa disposizione è già prevista dall'articolo 134 di tale codice. Pertanto la previsione inserita nel decreto-legge è del tutto inutile. Voi non accogliete ciò che proponiamo e che è utile, mentre inserite nel testo ciò che è già previsto dalla legge.
Quindi, chiedo al sottosegretario, che su questa materia ha dato grande dimostrazione di mutismo e di interessarsi di tutte le altre cose tranne che del decreto-legge - mi scusi, sottosegretario -, di chiarire la questione: o c'è una proposta di abrogare l'articolo 134 del codice delle assicurazioni, oppure questa normativa non si può inserire.
Chiedo che questo aspetto sia spiegato dal relatore o dal sottosegretario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, il collega Mazzocchi mi ha anticipato e, quindi, non voglio ripetermi. Si tratta di una previsione che ci appare del tutto inutile. Anche questo è un contributo per migliorare il testo e, per questo motivo, chiediamo di votare a favore degli identici emendamenti in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fratta Pasini 5.33 e Mazzocchi 5.34, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 452
Astenuti 15
Maggioranza 227
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 251).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raisi 5.217, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 454
Astenuti 12
Maggioranza 228
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 252).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Fratta Pasini 5.39, Mazzocchi 5.40 e D'Agrò 5.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, anche in questo caso ci Pag. 32troviamo di fronte ad una questione che anche noi consideriamo utile. Infatti, si parla delle polizze decennali che, in effetti, per quanto riguarda il ramo danni, esistono ancora solo nel nostro paese, perché tutta l'Europa ormai prevede contratti più snelli e brevi, di cui beneficia l'utente, perché ha maggiore libertà anche nel cambiare compagnia (oltre che per le RC auto, in quanto una polizza obbligatoria prevista dalla legge, anche per i rami danni) a seconda della professionalità e dei prodotti.
Siamo favorevoli, quindi, al fatto che i contratti possano diventare obbligatoriamente annuali; abbiamo qualche dubbio perché con questa previsione entriamo in una sfera in cui, in uno Stato liberale, dovrebbero essere gli utenti a scegliere, visto che il mercato offre la possibilità di stipulare contratti annuali. Secondo me, sarebbe un'azione più liberale se ad essi venisse lasciata questa scelta.
Ci sono, però, due aspetti che contestiamo: il primo è l'effetto retroattivo. Tutto il provvedimento contiene disposizioni retroattive: questo non è accettabile! Possiamo concordare sul fatto che le disposizioni abbiano effetto dal momento di entrata in vigore del decreto-legge, ma non capiamo - proprio non riusciamo a condividerlo! - per quale motivo si debba incidere su tutto quanto è avvenuto precedentemente all'entrata in vigore del provvedimento!
Inoltre, signor Presidente, ritengo, e mi avvio a concludere, che le situazioni vadano sempre considerate da tutti i punti di vista. Chi conosce la materia sa benissimo che non sempre l'utente ricava un beneficio dalla stipulazione di un contratto con durata annuale: in alcuni casi (ad esempio, nel settore malattia, incendio e rischi industriali o responsabilità civile per rischi industriali), per un fattore di riequilibrio dei premi, si possono ottenere forti sconti; soprattutto nel settore malattia, credo che sia conveniente soltanto per le compagnie di assicurazioni offrire una tipologia di polizza che preveda differenziazioni riferite all'età degli assicurati o a malattie croniche o recidivanti e stipulare, in questi casi, contratti con durata annuale anziché decennale.
Quindi, come sempre, bisognerebbe avere una visione che permettesse di intervenire congruamente anche con riferimento a quei casi nei quali la norma, come congegnata, potrebbe danneggiare l'utente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzocchi. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, sono completamente d'accordo con il collega Fratta Pasini. Pur essendo utile introdurre il comma 4, stabilire che in caso di contratti di durata pluriennale «l'assicurato ha facoltà di recedere annualmente dal contratto senza oneri e con preavviso di sessanta giorni», se non si ha conoscenza, come ha rilevato il collega Fratta Pasini, di tutto il sistema e, soprattutto, dell'articolazione delle varie soluzioni assicurative, può arrecare danni e non vantaggi al consumatore.
La modifica proposta è coerente con i principi generali che disciplinano l'efficacia della legge. Un concetto che dovremmo tenere presente anche in sede di esame dei prossimi articoli è quello dell'efficacia della legge nel tempo: non si può improvvisamente dire che per i contratti in corso debbono valere determinati paletti! Premettere alla disposizione che ho citato all'inizio del mio intervento le parole «Per i contratti stipulati a decorrere dal 2 febbraio 2007» significherebbe, da un lato, essere d'accordo sul contenuto del comma e, dall'altro, non volere assolutamente creare una situazione di svantaggio per i consumatori che, come ha già detto il collega Fratta Pasini, contraggono polizze per specifiche assicurazioni (ad esempio, quelle per malattie o infortuni sul lavoro).
Desidererei che la Commissione prendesse in considerazione gli emendamenti in esame, perché essi sono volti ad integrare utilmente il disposto del comma 4 dell'articolo 5.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, il comma 4 dell'articolo 5 sostituisce il secondo periodo del primo comma dell'articolo 1899 del codice civile, che viene così riformulato: «In caso di durata poliennale, l'assicurato ha facoltà di recedere annualmente dal contratto senza oneri e con preavviso di sessanta giorni». Il nostro emendamento tende a fare in modo che ciò valga per i contratti stipulati a decorrere dal 2 febbraio 2007.
Credo sia accettabile da tutti il criterio di buonsenso secondo il quale le leggi dovrebbero valere dal momento della loro entrata in vigore, non retroattivamente. In particolare, credo che, accettando il nostro emendamento, si eviterebbero la rinegoziazione di molti contratti in essere ed i conseguenti, probabili contrasti tra le compagnie di assicurazione e quegli utenti che vogliamo in qualche modo tutelare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, le argomentazioni finora addotte non ci convincono fino in fondo. Infatti, partendo da questo punto, se esiste una convenienza per rinegoziare, evidentemente, l'assicurato recede dal contratto; se, invece, non c'è convenienza, è evidente che egli non recederà dallo stesso. Non si capisce, quindi, quale sia l'obiezione da parte delle compagnie.
Noi riteniamo sia giusto che una regola, nel momento in cui viene modificata, valga per tutto ciò che è in essere, tanto è vero che chiederemo che valga anche sui mutui.
Venendo ora alla questione già affrontata, il discorso è sempre lo stesso: già oggi, contraenti con forte potere contrattuale possono, a fronte di modificate situazioni, imporre la rinegoziazione; viceversa, la persona fisica, il piccolo imprenditore o il professionista, che hanno stipulato una polizza, ad esempio, di infortunio decennale, devono aspettare la fine della stessa e non possono imporre la rinegoziazione, non avendo una sufficiente forza contrattuale. Ciò non è corretto e ribadisco che, se stabiliamo questa regola, è necessario che essa valga per tutto ciò che è in essere.
Altra argomentazione svolta è che, in questo modo, le future assicurazioni sono, di fatto, tutte annuali. Ciò, sostanzialmente, è vero, ma che male c'è? Se poi il mercato ritiene accettabile che si pratichino assicurazioni annuali a costi superiori, saranno i consumatori a scegliere se stipularle o meno; viceversa, le assicurazioni che, anche su scadenze più brevi, faranno condizioni migliori avranno più clienti. La distorsione è proprio dovuta alla norma del codice civile. Con assicurazioni molto lunghe, laddove si assiste, nell'arco di dieci anni, ad un drastico cambiamento dei prezzi, spesso in diminuzione, i trattamenti sono differenziati semplicemente perché le assicurazioni sono state stipulate in tempi precedenti.
Ribadisco che la Lega ritiene sia giusto che, se si interviene, la regola valga per tutti i contratti in essere. Chiederemo con forza la stessa cosa anche per quanto riguarda i mutui, in modo che lo stesso trattamento valga, non solo per il settore assicurativo, ma anche per quello bancario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedele. Ne ha facoltà.
LUIGI FEDELE. Signor Presidente, concordo con quanto stanno dicendo i colleghi. Il collega Fratta Pasini ha perfettamente ragione quando dice che i contratti non debbono essere retroattivi, perché potrebbero creare problemi, ma è anche giusto, come avviene in altre parti d'Europa, che questi contratti abbiano una durata annuale e non diversa, come qualcun altro sosteneva. Credo che questo debba essere l'orientamento che deve emergere dalla discussione.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
Pag. 34PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, inviterei al ritiro di questi emendamenti, non solo perché condivido quanto poc'anzi ha detto l'onorevole Garavaglia, ma anche perché preciso che la norma in questione non è coercitiva. A parte la considerazione che, in Europa, ormai, come ha riconosciuto anche l'onorevole Fratta Pasini, non c'è più la tecnica della poliannualità decennale, vorrei ricordare che noi offriamo un'opportunità in più al consumatore, che avrà la facoltà di revocare o meno, ma anche di accettare o meno un'offerta poliennale, se la considererà valida per se stesso.
Quanto agli effetti retroattivi, sono sostanzialmente d'accordo sul fatto che, se si prevederà l'immediata entrata in vigore di questa disposizione, non si arrecherà un danno considerevole. Vorrei tuttavia ricordare tutti, compresi i componenti del Comitato dei nove, che è stato presentato un subemendamento all'emendamento Affronti 5.224 (il subemendamento 0.5.224.100 della Commissione), con il quale si concede la facoltà di esercitare la revoca dalle polizze poliennali, stipulate precedentemente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, a condizione che il contratto di assicurazione sia stato in vita per almeno tre anni (si tratta di una sorta di franchigia).
Ciò per venire incontro ad un'esigenza che sappiamo essere stata rappresentata dagli agenti assicurativi. Come è noto, infatti, essi «caricano» le proprie provvigioni nella parte iniziale dei contratti pluriennali. Quindi, ritengo che, in questo modo, siano sostanzialmente accettate gran parte delle buone ragioni alla base degli identici emendamenti in esame; al contempo, si riafferma il principio (che ribadirò anche per quanto concerne le clausole di estinzione della penale sui mutui immobiliari) che tutto ciò, al momento dell'entrata in vigore della legge di conversione del decreto in esame, varrà anche per le polizze in essere.
PRESIDENTE. Se ho inteso bene, il relatore ha formulato un invito al ritiro degli identici emendamenti in esame: pertanto, chiedo ai primi firmatari degli stessi se accedano a tale invito.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, sono assolutamente d'accordo con le ragioni che abbiamo ascoltato; tuttavia, sono disponibile a ritirare il mio emendamento successivo, il quale, in base a quanto sostenuto dal relatore, in effetti entrerebbe un po' in contraddizione con quanto ho affermato...
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, ma lei non può fare...
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Per quanto riguarda...
PRESIDENTE. Lei non può svolgere un nuovo intervento, ma deve solo dire se accede all'invito al ritiro del suo emendamento, in quanto ha già parlato.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Per quanto riguarda tale questione, vorrei rappresentare che non sono disposto a ritirarlo; tuttavia, vorrei spiegare brevemente anche le ragioni...
PRESIDENTE. No, non può: altrimenti, svolgerebbe un altro intervento!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo per specificare che il gruppo della Lega Nord Padania condivide assolutamente il comma 4 dell'articolo 5 del decreto-legge in esame: pertanto, voteremo contro le proposte emendative riferite a tale disposizione.
Segnalo, comunque, che si ipotizza un aumento delle tariffe relative alle polizze pluriennali, anche se auspichiamo che ciò non si verifichi. Quindi, nell'immediato, i cittadini penseranno di risparmiare, oppure di poter modificare le diverse polizze assicurative in relazione al loro patrimonio Pag. 35personale. In futuro, tuttavia, vi sarà il rischio (che speriamo venga scongiurato) di un aumento delle tariffe o di un annullamento di tutte le polizze poliennali, perché le compagnie assicurative cercheranno sicuramente di trarre il massimo profitto da queste modifiche.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fratta Pasini 5.39, Mazzocchi 5.40...
ANTONIO MAZZOCCHI. Presidente!
PRESIDENTE. Cosa c'è, onorevole Mazzocchi?
ANTONIO MAZZOCCHI. Mi consenta, Presidente! Tra l'altro, vorrei segnalarle che sono il primo firmatario di un emendamento, il 5.40, identico a quello presentato dall'onorevole Fratta Pasini; pertanto, lei deve interpellare anche il sottoscritto!
PRESIDENTE. Certo...!
ANTONIO MAZZOCCHI. Forse si è trattato di una dimenticanza, per l'amor di Dio!
PRESIDENTE. Io l'ho chiesto, ma lei non ha alzato la mano per dire se accettava l'invito al ritiro!
ANTONIO MAZZOCCHI. No, lei ha parlato dell'onorevole Fratta Pasini, non ha mai pronunciato il nome di Mazzocchi: ci sono i verbali...!
PRESIDENTE. Perché lei non ha alzato la mano! Prego, ha facoltà di parlare.
ANTONIO MAZZOCCHI. No, io non debbo alzare la mano, è lei...
PRESIDENTE. Va bene, vada avanti...!
ANTONIO MAZZOCCHI. ... che mi deve interpellare e che mi deve dare la parola ...!
PRESIDENTE. Non ci formalizziamo!
ANTONIO MAZZOCCHI. Va bene, ma è così (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Non ci formalizziamo!
ANTONIO MAZZOCCHI. Se non conoscete...
PRESIDENTE. Ci dica se ritira il suo emendamento!
ANTONIO MAZZOCCHI. ... il regolamento, statevi zitti!
Sono comunque d'accordo con il collega Fratta Pasini, per cui insisto per la votazione del mio emendamento!
PRESIDENTE. A questo punto - ci mancherebbe! - chiedo all'onorevole D'Agrò se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, ho molto apprezzato il tentativo del relatore di convincermi a ritirare questo emendamento. Tuttavia, ho la sensazione che siamo tuttora di fronte ad una formulazione che non corrisponde alle esigenze effettive di sistemare i contratti in essere, senza creare contenzioso tra contraenti e compagnie assicurative. Pertanto, intendo mantenere il mio emendamento.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fratta Pasini 5.39, Mazzocchi 5.40 e D'Agrò 5.41, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 36
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 468
Astenuti 7
Maggioranza 235
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 267).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Saglia 5.204 e D'Agrò 5.229. Ricordo che l'identico emendamento D'Elpidio 5.219 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Saglia 5.204 e D'Agrò 5.229, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 455
Astenuti 21
Maggioranza 228
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 270).
Prendo atto che il deputato Cassola non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Mazzocchi 5.205 e Fratta Pasini 5.215.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, sono disposto a ritirare questo emendamento, ma vorrei spiegare il motivo per cui non ho ritenuto opportuno ritirare quello precedente. Ho sentito alcuni esponenti del centrosinistra dire in quest'aula che esiste un certo interesse nei confronti della categoria degli agenti di assicurazione. Per alcune ragioni trattate prima, si è cercato anche di far sì che tale categoria, mantenendo un giusto equilibrio con la tutela del consumatore, non venisse fortemente penalizzata.
Il mio emendamento di prima non precludeva nulla né concettualmente, né nei fatti né nel merito ed infatti riconosco che il sistema del lavoro annuale è migliore, più moderno e tutela i consumatori. Tuttavia, quella mia proposta emendativa escludeva la retroattività. Infatti, secondo la nostra opinione essa comporterebbe una grave penalizzazione nei confronti della categoria suddetta. Concordiamo sul fatto di procedere in questo modo, ma non su quello di intervenire per l'intero provvedimento in modo retroattivo, creando ad esempio situazioni che non penalizzano certo le compagnie di assicurazione né l'utente che aveva prestabilito tutto questo, ma che invece provocano un grave danno per gli agenti, per i quali le compagnie probabilmente saranno costrette a chiedere la refusione provvigionale pagata in anticipo rispetto ai contratti. Sappiamo che la categoria degli agenti di assicurazione comprende agenzie ed imprenditori molto grandi, ma anche piccole agenzie a gestione familiare e personale che in questa maniera si troverebbero estremamente danneggiate. Pertanto, siamo d'accordo sul concetto, ma ci opponiamo alla retroattività che penalizza l'intera categoria.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti... Onorevole Fratta Pasini, ha di nuovo chiesto di parlare?
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, nel mio intervento ho fatto riferimento all'emendamento precedente. Tuttavia, avevo annunciato anche il ritiro del mio emendamento 5.215.
PRESIDENTE. Onorevole Mazzocchi, lei intende mantenere il suo emendamento 5.205?
ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, intendo mantenerlo.
Pag. 37
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzocchi 5.205, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 391
Astenuti 69
Maggioranza 196
Hanno votato sì 124
Hanno votato no 267).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Affronti 5.218. Ricordo in proposito che il relatore e il Governo hanno invitato i presentatori al ritiro. Onorevole Affronti, intende accedervi?
PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, il mio emendamento 5.218 risulta in parte superato dal mio emendamento 5.224, qualora venisse approvato il subemendamento 0.5.224.100 della Commissione. Tale subemendamento prevede che per i contratti stipulati antecedentemente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, la facoltà di cui al primo periodo può essere esercitata a condizione che il contratto di assicurazione sia stato in vita per almeno tre anni. Pertanto, ritiro il mio emendamento 5.218.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mazzocchi 5.206 e Fratta Pasini 5.214, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 475
Astenuti 6
Maggioranza 238
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.5.224.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 464
Astenuti 14
Maggioranza 233
Hanno votato sì 444
Hanno votato no 20).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Affronti 5.224, nel testo subemendato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 482
Votanti 479
Astenuti 3
Maggioranza 240
Hanno votato sì 459
Hanno votato no 20).
Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Affronti 5.224, nel testo modificato dal subemendamento 0.5.224.100 della Commissione, l'emendamento Affronti 5.225 risulta precluso.Pag. 38
Passiamo all'emendamento D'Agrò 5.44.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, ritirerò il mio emendamento; tuttavia vorrei svolgere una considerazione su ciò che si intendeva ottenere attraverso questa proposta emendativa.
L'emendamento prevede che, se l'assicurato, al momento della stipula del contratto poliennale, ha ottenuto una riduzione del premio sotto forma di sconto, in caso di rescissione anticipata del medesimo deve restituire l'importo di tale riduzione.
Accade spesso che, in occasione di contratti poliennali, si ottengano sconti. Sappiamo perfettamente che gli sconti molte volte sono oggetto di manipolazione del mercato o, meglio, non garantiscono una trasparenza di mercato. Tuttavia, si è spesso verificato che nelle polizze decennali si siano applicati forti sconti al fine della loro sottoscrizione. In quel caso, se vi era una rescissione anticipata, sarebbe stato opportuno e interessante che non vi fosse un contenzioso fra compagnia, agente e assicurato, come se lo sconto fosse stato rifuso.
Ritengo che ciò costituirà motivo di contrattazione tra le parti, pertanto accedo all'invito al ritiro formulato dal relatore.
PRESIDENTE. In considerazione del fatto che l'onorevole D'Agrò ritira il suo emendamento, non posso dare la parola all'onorevole Garavaglia, che aveva chiesto di intervenire sullo stesso.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lionello Cosentino 5.301.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il presente emendamento è originato dalla stessa motivazione che è alla base dell'emendamento presentato al comma 1 dell'articolo 1, che abbiamo approvato ieri. Infatti, è reso necessario dall'errore tecnico rappresentato dal fatto di aver richiamato, quale conseguenza della nullità delle singole clausole contrattuali, l'articolo 1418 del codice civile che, invece, è relativo alla nullità dell'intero contratto.
Si tratta di una conseguenza abnorme e immagino non voluta dal legislatore; infatti, non si può ritenere di far dipendere la validità di un intero contratto di finanziamento dalla contrarietà a determinare disposizioni di qualche sua clausola.
D'altro canto, ciò è vero per qualunque tipo di contratto, ma a maggior ragione per contratti di mutuo e di finanziamento, quelli di cui stiamo parlando, in cui vi è stata erogazione di somme anche molto elevate, per i quali una dichiarazione di invalidità dell'intero contratto avrebbe conseguenze dirompenti, sia per il mutuatario, che ha ricevuto il finanziamento, perché sarebbe improvvisamente costretto a dover restituire le somme percepite (sappiamo come ciò sia vero soprattutto per clienti di minore forza economica), sia per l'ente mutuante, la banca finanziatrice, che si troverebbe a dover recuperare le somme erogate, ma ciò spesso non è facile. Si creerebbe, quindi, per la banca una situazione di precarietà in relazione a finanziamenti erogati che non riuscirebbe a far rientrare.
È un peccato che nell'elaborare norme, soprattutto con lo strumento del decreto-legge, non si faccia maggiore attenzione ai richiami al codice civile. Sbagliare anche solo di un numero, richiamando un articolo piuttosto che un altro, porta a travisare completamente il senso della norma che si vorrebbe approvare, con conseguenze gravi. Per fortuna ce ne siamo accorti e, già con l'approvazione ieri dell'emendamento al comma 1 dell'articolo 1, si è data ragione alla nostra visione.
Il problema si ripresenterà per l'articolo 6 perché questo errore, se di errore si è trattato, è stato ripetuto regolarmente in vari articoli del provvedimento, tranne che nell'articolo 7 in cui, invece, si è espressamente affermato che la nullità della clausola non comporta nullità dell'intero Pag. 39contratto. Ciò dimostra che il relatore aveva in mente il problema di non far dipendere la validità dell'intero contratto da una singola norma, però o non ha avuto il coraggio di ripetere la precisazione anche negli altri articoli, oppure non se ne è accorto.
Concludo affermando che l'emendamento in esame, anche per coerenza con quello approvato ieri, relativo alla stessa tematica, deve essere approvato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzocchi. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, intervengo per apporre la firma a questo indispensabile emendamento, illustrato in maniera perfetta dal collega che mi ha preceduto, indirizzato verso la giusta interpretazione dell'articolo 1418 del codice civile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lionello Casentino 5.301, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 434
Astenuti 38
Maggioranza 218
Hanno votato sì 429
Hanno votato no 5).
Prendo atto che i deputati Carra, Mistrello Destro e Pelino non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Prendo, altresì, atto che il deputato Affronti non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Lionello Cosentino 5.301, l'emendamento Urso 5.207 risulta assorbito.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Burchiellaro 6.300, accettato dalla Commissione e dal Governo. Avverto che, a seguito della sua eventuale approvazione, risulteranno precluse tutte le proposte emendative riferite all'articolo 6.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione chiede l'accantonamento di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 6 e, quindi, di passare all'esame dell'articolo 7.
GIANCARLO LAURINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, ha perfettamente ragione il relatore a chiedere l'accantonamento degli emendamenti riferiti all'articolo 6. Quella dell'articolo 6 è una norma, cui si riferisce questo emendamento, che ha dato origine a lunghissime discussioni. Quindi, ben venga l'accantonamento e, quale sottoscrittore di alcuni altri emendamenti riferiti all'articolo 6, sono d'accordo sull'accantonamento, anche per far sì che il Governo collabori alla riscrittura di questa norma.
PRESIDENTE. Avverto che, non essendovi obiezioni, l'esame di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 6 deve intendersi accantonato.
Avverto che la Presidenza non porrà in votazione l'emendamento Lazzari 7.201, in quanto, in ragione della sua formulazione, ove approvato, determinerebbe l'incongruità del testo.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Lazzari 7.209, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, questo emendamento è la dimostrazione concreta che quando si entra nel merito e si ascoltano le posizioni di chi dissente, forse si riesce anche a fare qualcosa di buono. Secondo noi sarebbe stato grave se sulla materia dei mutui ci si fosse limitati a un ragionamento sull'acquisto della prima casa. Credo che sia di assoluto buonsenso e sotto gli occhi di tutti la necessità che, oltre all'acquisto, sia inclusa la ristrutturazione delle abitazioni. Mi pare che ciò non avrebbe dovuto certo richiedere una battaglia, che pure abbiamo condotto e nell'ambito della quale vi sono state resistenze.
Prendiamo atto che vi è un mutamento di posizione da parte relatore e della maggioranza. Ciò ci fa ovviamente piacere e naturalmente lo ascriviamo anche a merito dell'opposizione, che pure è stata definita aprioristica ed ostruzionistica. Ciò dimostra esattamente il contrario. Infatti, se su alcuni punti di assoluta ragionevolezza si aprisse uno spazio di dialogo ed una posizione di ascolto, probabilmente verrebbero meno tutte le accuse che ci sono state rivolte. In conclusione, sottolineo la soddisfazione per i proponenti di questo emendamento, do atto al relatore di avere, sebbene in ritardo, accolto questa indicazione e ovviamente preannunzio il voto favorevole del mio gruppo a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, desidero apporre la mia firma a questo emendamento, ritenendo che l'estensione alla ristrutturazione, quindi non solo all'acquisto della casa, sia funzionale a tutelare le esigenze soprattutto dei più bisognosi.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sanga. Ne ha facoltà.
GIOVANNI SANGA. Signor Presidente, desidero apporre anch'io la firma a questo emendamento.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, anch'io sottoscrivo questo emendamento. Credo che si dovrà intervenire anche successivamente, per un'ulteriore estensione, nel senso di stabilire che per qualunque tipo di prestito bancario, in caso di estinzione anticipata, non si debbano pagare penali. Ciò mi sembra un atto minimo di correttezza tra banca e cliente; altrimenti questo diventerebbe un modo per disincentivare il cittadino ad annullare un proprio debito nei confronti delle banche. La norma in esame è di grande buonsenso, ma andrebbe estesa anche alle altre operazioni bancarie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo per preannunciare il voto favorevole sull'emendamento in esame, come del resto ha già fatto il collega Buontempo. Vorrei anche sottolineare che il nostro gruppo non solo condivide tale misura, ma auspica che possa essere estesa non solo per quanto attiene i mutui per la prima casa e per le ristrutturazioni, ma anche a quelli concessi alle imprese. Approfitto di questa occasione per ritirare il mio emendamento 7.207.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo a nome del mio gruppo per chiedere di sottoscrivere l'emendamento in esame e per preannunciare un voto favorevole sullo stesso.
Preannuncio un voto favorevole anche sull'articolo 7, in quanto si tratta di una norma che la Lega ha sempre richiesto a gran voce. Si stanno finalmente approvando norme più eque per il cittadino e Pag. 41non solo a favore delle agenzie immobiliari, finanziarie o bancarie. I nostri emendamenti riferiti all'articolo 7 non sono né ostruzionistici, né volti a demolire il provvedimento, ma vanno assolutamente a beneficio dei cittadini.
Con gli emendamenti successivi chiediamo che tali norme abbiano un effetto retroattivo: per una volta la retroattività potrà produrre un beneficio e non un danno al cittadino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata D'Ippolito Vitale. Ne ha facoltà.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, intervengo per esprimere piena condivisione sui contenuti dell'emendamento in esame e per chiedere di sottoscriverlo.
Nello stesso tempo esprimo l'auspicio che la misura in esame possa essere estesa a tutte le ipotesi rappresentate in precedenza dai colleghi.
I comportamenti virtuosi del cittadino devono essere premiati, così come bisogna tenere conto delle esigenze delle imprese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Signor Presidente, intervengo per preannunciare un voto favorevole sull'emendamento in esame. Vorrei anche ricordare che il gruppo di Alleanza Nazionale ha presentato in Commissione finanze una risoluzione - accolta all'unanimità - con la quale si impegnava il Governo ad intervenire sul sistema bancario e a ridurre i costi a carico dei consumatori, anche con riferimento ai mutui. È quindi positivo che il Governo e il relatore abbiano espresso un parere favorevole sull'emendamento in esame, che va proprio in questa direzione.
Non era giusto che si evitasse il pagamento della penale in caso di anticipata estinzione del mutuo soltanto nel caso di acquisto della prima casa. Ed è stato giusto estendere questa previsione anche ai mutui per le ristrutturazioni. Probabilmente è ancora poco: bisognerà intervenire, perché i consumatori non possono pagare un prezzo così alto al sistema bancario italiano, che - lo ricordo - è tra i più cari a livello europeo.
In conclusione, il gruppo di Alleanza nazionale esprimerà un voto favorevole sull'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma all'emendamento in esame, condividendone completamente lo spirito, e ne auspico l'approvazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 7.209, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 462
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato sì 459
Hanno votato no 3).
Prendo atto che il deputato Affronti non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Lazzari 7.200.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, a nome dei presentatori dichiaro che non Pag. 42possiamo accogliere l'invito al ritiro sull'emendamento in esame. Chiedo un po' di attenzione da parte dei colleghi della maggioranza.
Con questo emendamento, condividendo lo spirito dell'articolo 7, si chiede soltanto che la possibilità di non pagare penali sia estesa non solo alle prime abitazioni, ma anche agli immobili commerciali, industriali ed artigianali.
Se riteniamo che il rapporto tra banche e clienti sia scorretto nel caso di estinzione anticipata del mutuo e il Parlamento deve intervenire per quanto riguarda le prime abitazioni, non capiamo perché non possa farlo in riferimento a capannoni o magazzini artigianali, commerciali o industriali!
Ci pare un emendamento di buon senso, che non si pone contro la logica di questo articolo, anzi la rafforza, considerando le esigenze del sistema produttivo.
L'obiettivo del provvedimento è infatti quello di incentivare l'economia: noi con tale emendamento incentiveremmo l'economia dando un'opportunità in più ad artigiani, commercianti e industriali. Pertanto, non capiamo il motivo dell'invito al ritiro proposto.
Se il dubbio del relatore è che questa norma, così come è stata formulata, possa tenere in considerazione non solo le esigenze dell'artigiano, ma anche quelle di grandi gruppi immobiliaristi, potremmo riformularlo in modo che valga soltanto per gli immobili destinati allo svolgimento dell'attività dell'impresa.
Pertanto, non ritenendo accettabile l'invito al ritiro, vorrei che il Governo ed il relatore si esprimessero e, magari, manifestassero la volontà di accogliere lo spirito di questo emendamento.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, l'onorevole Crosetto ha già accennato alla questione.
In realtà, la formulazione attuale dell'emendamento potrebbe rappresentare un problema, perché farebbe squilibrare ulteriormente i rapporti di forza a favore, per esempio, dei grandi gruppi immobiliari, che non hanno bisogno di negoziare con le banche la rescindibilità o il rientro anticipato del mutuo.
Per quanto riguarda l'obiettivo di estendere la norma in base alla quale non si preveda più il pagamento della penale in caso di restituzione anticipata del mutuo alle aziende produttive (mi riferisco in particolare alla proprietà dei propri capannoni o siti che sono utili per l'attività propria dell'impresa), ritengo che sarebbe utile una riformulazione dell'emendamento, tenendo conto che la Commissione ha già affrontato il problema dell'estensione di tale misura a tutte le unità abitative (non solo alla prima casa). Del resto, il nostro obiettivo è quello di estendere i benefici e le facilitazioni.
Dobbiamo quindi individuare una formulazione per evitare l'insorgere di certi rischi rispetto agli immobiliaristi (non voglio riferirmi a Ricucci o affini) o l'incorrere nelle infrazioni comunitarie, perché la differenziazione dei benefici a seconda delle aziende potrebbe far sorgere qualche problema.
Poiché vi è una certa disponibilità da parte della Commissione e del Governo ad accogliere lo spirito con cui è stato formulato l'emendamento, ne propongo l'accantonamento, perché ritengo opportuno che si giunga ad una formulazione che risolva tutte le questioni che ho cercato di evidenziare.
PRESIDENTE. Il relatore propone, pertanto, l'accantonamento dell'emendamento Lazzari 7.200.
LUIGI LAZZARI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, mi consenta di sollevare alcune obiezioni prima di accogliere la proposta.
Pag. 43PRESIDENTE. Chiedo scusa, ma è la Presidenza che si pronuncia sull'accantonamento, proposto del relatore; pertanto, non si può aprire un dibattito sull'accantonamento.
LUIGI LAZZARI. Presidente, le chiedo comunque la possibilità di esprimere alcune considerazioni.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Ho bisogno di rispondere ad alcune considerazioni del relatore, perché nella sostanza la sua osservazione sembra andare incontro alla nostra proposta, tuttavia mi allarmo quando vedo utilizzati alcuni arnesi tipici di quando si vuole dipingere male una proposta.
L'idea di scomodare a titolo esemplificativo gli immobiliaristi e quant'altro come deterrente rispetto a ciò che stiamo discutendo e su un emendamento che ha il solo obiettivo, invece, di andare incontro alle tante forme di mutuo bancario presenti nel nostro paese, che riguardano gli artigiani, i commercianti e tutti gli investimenti puliti di questo paese, che rappresentano la stragrande maggioranza mi allarma doverosamente, perché non mi pare il caso di mettere in campo un armamentario di questo tipo. Ovviamente, se vorremo discuterne sarà tanto di guadagnato, per cui è evidente che la proposta di accantonamento del relatore mi trova d'accordo, ma deve essere chiaro sin da questo momento che non vi devono essere obiezioni come quella che ho sentito o altre del genere, perché noi crediamo che rispetto al rapporto con le banche debba essere prodotto uno sforzo forte da parte del legislatore e il nostro emendamento va in questa direzione.
PRESIDENTE. Avverto che, non essendovi obiezioni, l'esame dell'emendamento Lazzari 7.200 deve intendersi accantonato.
Ricordo che l'ordine del giorno prevede alle ore 13,15 l'esame del punto 8 relativo alla dichiarazione d'urgenza del disegno di legge n. 2272. Sospendiamo pertanto l'esame di questo provvedimento, che riprenderà dopo la deliberazione della dichiarazione d'urgenza, nella parte pomeridiana della seduta.