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Dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 2272 (ore 13,15).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 2272.
Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del regolamento, è stata richiesta la dichiarazione di urgenza per il seguente disegno di legge: «Misure per il cittadino consumatore e per agevolare le attività produttive e commerciali, nonché interventi in settori di rilevanza nazionale».
Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei Presidenti di gruppo la maggioranza dei tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.
Sulla dichiarazione di urgenza, a norma dell'articolo 41 del regolamento, è consentito l'intervento, ove ne venga fatta richiesta, di un oratore a favore ed uno contro per cinque minuti. Essendo stata avanzata la richiesta di svolgere ulteriori interventi, ai sensi dell'articolo 45 del regolamento, darò la parola ad un oratore per ciascun gruppo che ne faccia richiesta.
Ha chiesto di parlare il deputato Raisi. Ne ha facoltà.
ENZO RAISI. Signor Presidente, cari colleghi, abbiamo trovato quantomeno anomala la richiesta di deliberare l'urgenza su un provvedimento così importante come questo, già sottoposto alla Commissione di cui faccio parte. Oggettivamente parlando, se guardiamo il calendario dei lavori parlamentari, chiedere di dimezzare, da due mesi ad un mese, il lavoro in Commissione su un provvedimento così importante, che sicuramente Pag. 44contiene delle proposte di liberalizzazione rilevanti per il nostro paese, in un periodo che comprende il mese di aprile e, quindi, le festività pasquali ed il famoso lungo ponte del 25 aprile e del 1o maggio, credo rappresenti una richiesta di scarso buon senso ed evidenzi la volontà palese da parte di questo Governo e della sua maggioranza di non avviare un confronto sereno, pragmatico e costruttivo con la minoranza, che vuole - lo ricordo ai colleghi e voglio che rimanga a verbale - confrontarsi su materie importanti come questa.
Non si può dire, come ho sentito in questi giorni, in occasione della discussione di questo decreto-legge, che la minoranza vuole fare solo ostruzionismo, che la minoranza non vuole le liberalizzazioni, quando si pone all'attenzione del dibattito parlamentare un disegno di legge di questo tipo da parte del Governo e poi si chiede di dimezzare il tempo del confronto e del dibattito parlamentare! Credo che ciò sia un controsenso, che non va certo nella direzione di un confronto sereno, per far sì che tutti possiamo essere partecipi del processo di modernizzazione e cambiamento del nostro paese. Mi appello dunque veramente al Governo e alla maggioranza, affinché si apra una fase nuova di confronto su questi temi, che sono importanti - ne riconosciamo da questo punto di vista la validità -, ma che devono essere affrontati con un dibattito serio. Come potete chiedere di dedicare solo un mese al dibattito in Commissione attività produttive, quando poi, tra l'altro, buona parte di questo periodo sarà occupata dalle festività pasquali?
Cari colleghi, signor Presidente, credo ci siano gli spazi e la volontà da parte di tutti per avviare un confronto veramente sereno, senza volontà ostruzionistiche o di altro tipo. Tuttavia deve esserci un segnale forte da parte della maggioranza. Ci deve essere innanzitutto la volontà del Governo di confrontarsi su questi argomenti. Altrimenti, non lamentatevi se in sede di dibattito sia in Commissione sia in Assemblea c'è poi da parte nostra un comportamento di altro tipo. Siete voi ad avere in questo momento la responsabilità di dire al Parlamento e anche alla minoranza se il confronto vuole essere serio e costruttivo sulle varie questioni (e se è così, devono esserci i tempi necessari per fare ciò), o se volete soltanto portare a casa delle bandierine e dimostrare che avete almeno un ministro che qualcosa mette nel «forno» dei lavori dell'Assemblea.
Allora, cari colleghi, c'è la possibilità di avere da parte nostra un atteggiamento diverso, ma ci deve essere anche la responsabilità da parte vostra di dire che questo confronto ci può essere, che questo confronto lo volete, che questo confronto effettivamente può essere avviato, in questa fase importante del dibattito parlamentare. Noi ovviamente diciamo «no» ad una richiesta di dichiarazione di urgenza, perché l'avviamento di importanti riforme, fondamentali per il nostro paese, che sicuramente le attende, si deve fare con i modi e con i tempi necessari, affinché il risultato sia realmente costruttivo e non si traduca, ripeto, unicamente nel porre qualche bandierina qua e là. Dunque, e concludo, il mio è un appello finale al buonsenso, un appello alla volontà, da entrambe le parti, di avviare questo confronto nei tempi e nei modi dovuti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Vorrei precisare che il Titolo II del disegno di legge Bersani, e segnatamente il Capo I, si pone in diretta relazione con i contenuti della proposta di legge d'iniziativa del deputato Capezzone licenziata dalla X Commissione, costituendo di fatto la naturale evoluzione di quel provvedimento, rispetto al quale raccoglie le stesse esigenze e vuole conseguire le medesime finalità. Il Governo intende perciò verificare la possibilità di agganciare alla citata Pag. 45proposta di legge dell'onorevole Capezzone le parti direttamente ad essa correlate.
Pertanto, richiediamo la calendarizzazione in Assemblea della proposta di legge dell'onorevole Capezzone cui ho fatto riferimento, riservandoci, attraverso idonea attività emendativa, di raggiungere l'obiettivo citato.
PRESIDENTE. Come è ovvio, le relative decisioni verranno assunte dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.
Ha chiesto di parlare il deputato Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, come lei e come i colleghi possono bene intendere, l'intervento del rappresentante Governo è la riprova del motivo per cui noi siamo contrari alla dichiarazione di urgenza del provvedimento di cui stiamo parlando.
Parliamo del seguito del decreto-legge che stiamo esaminando, quindi del disegno di legge Bersani sulle liberalizzazioni. Perché dico questo? A parte il fatto che il rappresentante del Governo non può venire a dire che il calendario dell'Assemblea - secondo lui - deve andare in un certo modo (e ringrazio il Presidente per averlo sottolineato, quando il rappresentante del Governo ha concluso il suo intervento), quanto ha detto è proprio la riprova che noi abbiamo ragione. Perché? Perché questo Governo continua ad esautorare del tutto il Parlamento delle sue prerogative, prima attraverso il decreto-legge che stiamo esaminando, poi con un disegno di legge che ne sarebbe la prosecuzione, il secondo tempo delle liberalizzazioni, da portare all'attenzione del Parlamento in modo urgente, scavalcando qualsiasi altro provvedimento e incorporando - che è la cosa più grave - un provvedimento già approvato da una Commissione parlamentare. Parlo della Commissione presieduta dal collega Capezzone. E per giunta oggi il Governo ci dice (quasi fosse una excusatio non petita): guardate che noi comunque diamo la priorità al provvedimento. Ma se volete dare priorità al progetto di legge Capezzone, che lo portate a fare in Parlamento inserendolo nel disegno di legge Bersani? Toglietelo prima! Non venite a dirlo oggi, per far tacere i colleghi della Rosa nel Pugno, per far tacere il presidente Capezzone (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia)!
GIOVANNI CREMA. Non i colleghi, il collega!
ANTONIO LEONE. Noi non vogliamo scavalcarli - ci dite -, vediamo come si può fare per tenere in piedi quel progetto di legge. Ma come? Dicendo che questo provvedimento è urgente? Portandolo avanti in maniera veloce e infischiandosene letteralmente di quello che la Commissione attività produttive ha elaborato insieme a tutti gruppi? Il progetto Capezzone non è un provvedimento della maggioranza. È un disegno di legge dell'intera Camera, perché è l'intera Camera che lo ha approvato. Arriva Bersani, si accorge che si tratta di un provvedimento che, evidentemente, può far piacere agli italiani e piace agli italiani, e allora a questo punto se ne appropria, lo inserisce nel suo disegno di legge e chiede addirittura che sia dichiarata l'urgenza. Perché chiede l'urgenza? Non perché siano urgenti tutte le misure - molte delle quali sono inutili e non servono - ma perché ci poteva essere la possibilità che il progetto Capezzone venisse portato in aula prima e che quindi Bersani rimanesse con un pugno di fichi secchi nelle mani.
Ma se questo è il modo di legiferare, se questo è il modo di tenere in considerazione il Parlamento, scusatemi, colleghi della maggioranza, cosa state a fare qui? Cosa stiamo a fare qui dentro? Siamo in presenza di un decreto-legge che non riusciamo a portare avanti. Non dimentichino i colleghi della maggioranza che da due giorni su questo decreto-legge stiamo garantendo il numero legale. Ripeto: vi stiamo garantendo il numero legale (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza nazionale)! Vuol dire che non lo volete neanche voi! Ci volete dire cosa volete fare di queste cosiddette liberalizzazioni?Pag. 46
Aggiungete a questo decreto-legge un'urgenza di cui tutta l'opposizione - ripeto: tutta l'opposizione - in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo ha negato la sussistenza. Allora volete andare a colpi di voto? Adesso fate approvare l'urgenza, mettete da parte tutto ciò che è stato fatto in Commissione attività produttive perché Bersani deve fregiarsi del provvedimento che porta il nome di Capezzone, il quale qualche volta forse fa un po' il cattivello nei confronti della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). E andiamo avanti con decreti-legge che non riuscite neanche a portare a casa, perché non siete in grado di approvarlo in maniera veloce! E andate avanti con provvedimenti che hanno il sapore della decretazione! E sapete anche perché?
PRESIDENTE. Deputato Leone, deve concludere.
ANTONIO LEONE. Concludo, Presidente. Perché per i decreti-legge non è previsto il contingentamento. Per il provvedimento di cui voi adesso state votando l'urgenza ci sarà il contingentamento. E porterete a casa un provvedimento che il Parlamento voleva ma di cui non può fregiarsi, e tutta una serie di altre nefandezze legate a questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e Alleanza nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, colleghi, il provvedimento per cui viene chiesta l'urgenza ha per titolo: Misure per il cittadino consumatore e per agevolare le attività produttive e commerciali, nonché interventi in settori di rilevanza nazionale. Mi pare che da un po' di tempo a questa parte tale nomenclatura sia portata spesso all'attenzione del Parlamento e con provvedimenti sempre d'urgenza. Pensiamo al decreto-legge varato a luglio e al decreto-legge che stiamo discutendo in questa sede; e adesso con il disegno di legge di cui si vuole dichiarare l'urgenza - che dovrebbe mettere il Parlamento nelle condizioni di osservare con più attenzione e con una lente di riguardo un settore sul quale questo Governo e questa maggioranza hanno posto la propria attenzione nei confronti del paese - si vorrebbe espropriare l'opposizione della possibilità di un intervento costruttivo, come si sta facendo con il decreto-legge al nostro esame.
Le liberalizzazioni non possono essere una «lenzuolata», ma sono frutto di un'azione condivisa che credo riguardi maggioranza ed opposizione. Infatti, su molti temi possiamo dire la nostra senza vergogna - anzi, aiutando la maggioranza e il Governo a perseguire degli obiettivi veramente efficaci ed efficienti in questo campo -, ma poi constatiamo che il Governo tende a «mettere il cappello» su azioni portate avanti di comune accordo in seno alla Commissione attività produttive (tanto per intenderci, l'apertura di un'azienda in sette giorni; e naturalmente il Governo intende farlo in un solo giorno). Quindi, la corsa è questa. Credo che espropriare l'attività del Parlamento solo per fare una fuga in avanti non sia un atto meritorio. C'è il tentativo da parte di qualche ministro o, comunque, di qualche entità all'interno della maggioranza di annunciare l'evento piuttosto che realizzarlo compiutamente in Parlamento. Ho la sensazione che le liberalizzazioni siano ormai diventate luoghi di conferenza stampa piuttosto che fatica di dibattito parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Alleanza Nazionale)!
Questo è il problema su cui dobbiamo soffermarci un attimo anche per motivare la nostra indisponibilità a riconoscere l'urgenza. Le liberalizzazioni, la concorrenza, la collocazione del cittadino al centro dell'attenzione della norma, non possono essere frutto di interventi attuati attraverso azioni che espropriano la legittima rappresentanza del cittadino, cioè il Parlamento, e con iniziative di cui il Governo tentano di vantare la primogenitura. Ciò Pag. 47non è possibile e, pertanto, non siamo assolutamente d'accordo con la richiesta del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Turci. Ne ha facoltà.
LANFRANCO TURCI. Innanzitutto, ringrazio il collega Leone dell'aiuto che, secondo quanto da lui dichiarato, ci stanno dando in questi giorni per accelerare i lavori del decreto-legge in esame. Confesso che non me ne ero accorto, mi sembrava che ci fosse un'azione di rallentamento: vuol dire che dovrò rivedere lo svolgimento del dibattito sul decreto-legge di questi due giorni.
A nome di tutta la maggioranza, esprimo pieno appoggio alla richiesta di dichiarare l'urgenza del disegno di legge Bersani. Questo disegno di legge completa il decreto-legge che stiamo esaminando in questi giorni e, quindi, rientra espressamente nell'ordine delle priorità che questa maggioranza e questo Governo si sono dati. Non voglio sottacere la soddisfazione per la precisazione che ha fatto il sottosegretario Bubbico (che ringrazio per questo) in materia di accelerazione delle procedure per l'apertura di impresa. Effettivamente, la Commissione ha già svolto un lavoro attorno al progetto di legge Capezzone; è già pronto, per cui se ne può anche accelerare al massimo la presentazione in Assemblea: mi sembra un atto di rispetto da parte del Governo riconoscere la distinzione di questo veicolo nei confronti di quello più grande, di cui oggi stiamo dichiarando l'urgenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, la Lega Nord è contro la procedura d'urgenza e lo motiveremo velocemente e semplicemente sotto due aspetti: uno di carattere istituzionale e l'altro in merito ai contenuti.
Iniziamo dall'aspetto istituzionale. Anche alla luce del dibattito che si sta svolgendo in merito alla conversione in legge del decreto-legge n. 7 del 2007, si afferma, come al solito, che l'opposizione sta facendo ostruzionismo. Per quanto ci riguarda, non siamo affatto convinti che la Lega Nord Padania stia praticando ostruzionismo. Siamo in questa Assemblea per cercare di fare in ogni modo gli interessi del paese e, in particolare, del nord Italia, la parte che, com'è ovvio, intendiamo rappresentare al meglio.
Passando alla dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 2272, non si capisce, in realtà, il motivo di questa fuga in avanti. L'attività svolta in sede di Commissione attività produttive - otto mesi di lavoro - non è stata inutile e ha beneficiato del concorso di tutte le forze politiche. Anche la Lega Nord Padania ha presentato le sue istanze e le sue idee, che sono confluite in questo unico provvedimento. Davvero questa forzatura dà fastidio e, a questo punto, non si comprende che senso abbia l'attività parlamentare. Svolgiamo, allora, un discorso di carattere generale. Quasi ogni provvedimento importante di questa legislatura è stato approvato con la posizione della questione di fiducia e, quindi, con notevoli forzature da parte del Governo sul Parlamento, sulle forze politiche e, in particolare, sulle forze politiche della cosiddetta maggioranza che sostiene il Governo. L'unico provvedimento importante approvato senza il ricorso alla questione di fiducia è stato quello in materia di indulto, del quale, peraltro, non si vedeva la necessità. Per il resto, tutto è stato approvato attraverso la posizione della questione di fiducia. Quindi, la «strozzatura» del dibattito parlamentare ha soltanto lo scopo di consentire una operazione di marketing - che, devo dire, sta riuscendo abbastanza bene - tendente a far figurare queste liberalizzazioni come misure assolutamente positive sotto tutti gli aspetti.
Come al solito, è una questione di modi e sappiamo come funzioni la politica in Italia! Adesso questo termine è di moda ed è associato a concetti positivi da parte della gente. Peccato che non sempre è oro tutto quello che luccica, e in questo disegno di legge, per quanto riguarda i contenuti, Pag. 48le questioni ancora aperte sono molte e anche molto importanti. A questo punto, l'urgenza serve, forse, a coprire le divisioni interne alla maggioranza su temi molto rilevanti. Pensiamo alle questioni relative ai servizi pubblici, in cui il marasma è totale. Abbiamo molte idee ma molto confuse. La sensazione è che questa forzatura sia volta ad evitare che il dibattito apra ulteriori canali di divisione. Non è così, però, che si fa il bene del paese! A noi serve riflettere con calma su tutto questo perché, quando si riflette e si discute in Parlamento con calma e serenamente, i provvedimenti, spesso, sono migliorati. Lo abbiamo visto cento volte!
Alcune categorie hanno bisogno di tempo anche per organizzare la loro difesa. Mi riferisco ai benzinai, soprattutto ai piccoli esercenti, che sono tartassati senza che siano previste compensazioni o una tutela, e mi riferisco, in particolare, ai piccoli esercizi e ai piccoli imprenditori, soprattutto delle aree scarsamente popolate o montane. Perché tanta fretta? Noi chiediamo, semplicemente e con forza, che sia restituita un po' di dignità al Parlamento. Mi appello anche ai deputati della maggioranza, perché non è bello essere costretti a lavorare in fretta in Assemblea, sapendo che sarà posta la questione di fiducia. Svolgiamo, una buona volta, il nostro lavoro! La Commissione ha lavorato e sta lavorando bene. Approviamo queste liberalizzazioni con il concorso di tutti e, probabilmente, saranno anche migliori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Altri deputati hanno chiesto di parlare, in particolare la deputata Formisano e il deputato Capezzone. Non posso dare loro parola perché avevo disposto una discussione con l'intervento di un oratore per gruppo (Commenti - Dai banchi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania si grida: Vergogna!).
ANTONIO LEONE. Ti hanno fregato, Capezzone!
SERGIO D'ELIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole D'Elia, ho chiarito all'inizio che c'erano due possibilità: l'intervento di un oratore a favore e di uno contro, oppure l'intervento di un oratore per gruppo. Ho scelto questa seconda possibilità.
SERGIO D'ELIA. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, ho ben inteso come lei voleva organizzare il dibattito su questo punto dell'ordine del giorno e ho capito che lei avrebbe dato la parola ad un rappresentante per gruppo. Il collega Turci, però, è intervenuto non a nome della Rosa nel Pugno, ma a nome dell'Unione. Quindi, credo che lei possa consentire ad un altro esponente della Rosa nel Pugno di parlare, magari a titolo personale, se ritiene che il collega Turci abbia già parlato a nome di questo gruppo. Trovi lei una soluzione, ma credo che lei non possa non consentire di parlare, magari meno di cinque minuti, come lo ha consentito agli altri, ad un deputato che lo ha chiesto, anche a titolo personale o come rappresentante del gruppo.
PRESIDENTE. Onorevole D'Elia, quello che conta per la Presidenza è l'appartenenza al gruppo, non la scelta politica di un deputato del gruppo di parlare a nome del proprio gruppo o in nome di altri (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi). La Presidenza di questo tiene conto.
Vorrei ricordare, colleghi, che abbiamo la necessità di votare, ma darò la parola per un richiamo al regolamento a chi dovesse chiederla.
Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 69 del regolamento, in riferimento all'articolo 24, comma 12, vorrei che lei mi chiarisse una questione. L'articolo 69 afferma chiaramente Pag. 49che non può essere dichiarata l'urgenza dei progetti di legge costituzionale (non è il nostro caso) e dei progetti di legge di cui all'articolo 24, comma 12, ultimo periodo, del regolamento, il quale fa riferimento a quelli riguardanti questioni di eccezionale rilevanza politica, sociale o economica, riferite ai diritti previsti nella prima parte della Costituzione.
Non conosco francamente quale sia l'interpretazione che usualmente viene data di tale disposizione, ma il provvedimento per cui si chiede la dichiarazione di urgenza contiene alcune norme che, a mio giudizio, incidono ad esempio sul diritto di iniziativa economica. Il primo articolo, infatti, si basa sull'allargamento dell'iniziativa economica per quanto riguarda un settore determinato.
Vi sono ulteriori norme, come quella in materia di diritto all'istruzione e alla formazione professionale, che vengono modificate, anche se quella disposizione è stata anticipata dal decreto-legge che stiamo esaminando per convertirlo in legge, ed ulteriori disposizioni che potrebbero - uso il condizionale per prudenza - astrattamente essere riconducibili ad alcuni diritti previsti nella prima parte della Costituzione.
Le ipotesi sono due: o questo provvedimento - io ritengo sia così - non tratta di questioni di eccezionale rilevanza sociale o economica, oppure non tratta di diritti relativi alla parte prima della Costituzione.
Vorrei che lei, Presidente, ci garantisse questo aspetto e ci dicesse qual è l'opinione della Presidenza. Non vorrei che, riducendo il tempo di esame ad un mese per un provvedimento che consta di oltre 40 articoli su questa materia, relativa anche al diritto di iniziativa economica, trovassimo inserite, come già succede, numerose deleghe e che, con il gioco degli emendamenti e la procedura accelerata, non soltanto non svolgessimo un'istruttoria su questioni rilevanti, ma ci fosse il solito gioco per estendere la materia.
Credo che in quel caso il nostro rapporto nei confronti di questo provvedimento sarebbe estremamente differente dal fair play parlamentare che contraddistingue anche il nostro gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, credo che ad ogni deputato debba essere garantita - il regolamento la tutela - l'espressione, magari di dissenso. Sto assistendo ad un fatto che non condivido: al collega della Rosa nel Pugno, Capezzone, non si può negare il diritto di dire ciò che vuole; poi, la Presidenza decide (Commenti del deputato Boato)... Prego?
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Buontempo, ma la Presidenza ha già chiarito.
TEODORO BUONTEMPO. Intervengo per un richiamo al regolamento, signor Presidente.
PRESIDENTE. Riguarda un punto che la Presidenza ha già chiarito.
TEODORO BUONTEMPO. No, signor Presidente, sulla dichiarazione del Presidente...
PRESIDENTE. Non si riapre la discussione sulla dichiarazione...
TEODORO BUONTEMPO. ...come richiamo al regolamento!
PRESIDENTE. No, no (Commenti)... No! Abbiamo...
TEODORO BUONTEMPO. Scusi, Presidente...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Buontempo...
TEODORO BUONTEMPO. Questa è una censura politica...
Pag. 50PRESIDENTE. No, non c'è alcuna censura politica!
TEODORO BUONTEMPO. ... che la maggioranza sta facendo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. D'accordo...
TEODORO BUONTEMPO. È inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. D'accordo...
TEODORO BUONTEMPO. Allora, se il deputato Capezzone vuole parlare in dissenso...
PRESIDENTE. Non può!
TEODORO BUONTEMPO. ... non glielo si può impedire!
PRESIDENTE. Sì!
TEODORO BUONTEMPO. Questo è un arbitrio (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)! Non è così!
PRESIDENTE. Benissimo, onorevole Buontempo...
TEODORO BUONTEMPO. Qual è l'articolo...
PRESIDENTE. Adesso glielo dico...
TEODORO BUONTEMPO. ...che impedisce al deputato di fare una dichiarazione in dissenso? Lo deve citare!
PRESIDENTE. Se lei vuole aspettare la risposta...
TEODORO BUONTEMPO. Lo deve citare!
PRESIDENTE. Si tratta dell'articolo che ho richiamato sin dall'inizio, e che disciplina le discussioni limitate - non si sta svolgendo una discussione generale o normale -, ai sensi del quale il Presidente ha due possibilità: o far parlare un oratore a favore ed uno contro - ed era la scelta prevalente per la Presidenza - oppure, come i gruppi di opposizione avevano chiesto, allargare la discussione ad un oratore per gruppo.
TEODORO BUONTEMPO. Il dissenso non si può eliminare!
PRESIDENTE. Non è previsto...!
TEODORO BUONTEMPO. Il dissenso non si può eliminare!
ANTONIO LEONE. C'è sempre!
PRESIDENTE. Non è previsto! Io ho da dare, e poi procediamo alla votazione, una risposta al deputato (Commenti)... Non possiamo, però, colleghi! Noi abbiamo un impegno a deliberare sulla richiesta di dichiarazione d'urgenza.
Io debbo una risposta all'onorevole Contento relativamente alla dichiarazione di eccezionale rilevanza. L'articolo 24 del regolamento prevede una procedura che non è stata attivata: è previsto che sia un gruppo a chiedere l'eccezionale rilevanza - e nessun gruppo ha avanzato tale richiesta - e che sia il Presidente della Camera a disporre al riguardo. Il Presidente della Camera non ha disposto in tal senso e, quindi, la votazione alla quale stiamo per procedere è del tutto legittima. Peraltro, da quando è in vigore la norma del regolamento (si tratta delle ultime due legislature), nessun Presidente della Camera ha mai dichiarato l'eccezionale rilevanza di un progetto di legge.
GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
Pag. 51GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, chiedo di parlare sull'ordine dei lavori, anche perché...
ROBERTO GIACHETTI. Siamo in fase di votazione!
GUIDO CROSETTO. ...c'è la forma...
ROBERTO GIACHETTI. Ma siamo in fase di votazione!
GUIDO CROSETTO. Onorevole Giachetti, la prego...! Dicevo che c'è la forma e c'è la sostanza. Quello che è avvenuto nei confronti del presidente della Commissione attività produttive...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Crosetto, ma non possiamo aprire un dibattito su questo (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)! È stata sollevata una questione e la Presidenza si è assunta la responsabilità, ed ha risposto. Non posso consentire che si svolga un dibattito su questo! Non posso, e dichiaro aperta (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)... Abbiamo già affrontato questo punto.
LUCIO BARANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Barani?
ANTONIO LEONE. Non può far parlare...!
PRESIDENTE. Non ho ancora indetto la votazione. A che titolo chiede di parlare, onorevole Barani?
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, non può far parlare!
PRESIDENTE. Non ho ancora indetto la votazione!
LUCIO BARANI. Scusi, signor Presidente, ma il mio gruppo non si è ancora espresso.
PRESIDENTE. Ha ragione, il gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista non si è espresso, ed io non ho ancora indetto la votazione.
Ha facoltà di parlare, onorevole Barani.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, se anche il nostro gruppo desidera esprimersi, non potrete toglierci la parola, per ora (Commenti)... Sì che avevo chiesto la parola!
Desidero esprimere la nostra contrarietà alla dichiarazione d'urgenza del disegno di legge n. 2272. Inoltre, desidero rimarcare il fatto che, secondo noi, il dibattito non si è svolto in maniera corretta: ad un presidente di Commissione doveva essere data la parola, ed io sono pronto ad invitarlo ad entrare nel nostro gruppo, perché così avrà questa possibilità (Applausi ironici dei deputati del gruppo L'Ulivo) che nel gruppo La Rosa nel Pugno non ha! Mi dispiace che in quel gruppo vi siano compagni socialisti che sono troppo vicini al massimalismo e non al riformismo (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani): la parola è riformismo (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani)! Turci, veniamo da due esperienze diverse: tu comunista ed io socialista! Grazie.
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la verifica delle tessere di votazione. La Presidenza, pertanto, dispone tale controllo.
Passiamo ai voti.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, perché la Presidenza non ha risposto completamente alle argomentazioni sollevate riguardanti il regolamento (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Onorevole Volontè, dalla lettura del resoconto stenografico, potrà Pag. 52constatare che ho risposto nel dettaglio alle questioni poste dall'onorevole Contento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi, sulla dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 2272, recante misure per il cittadino consumatore e per agevolare le attività produttive e commerciali, nonché interventi in settori di rilevanza nazionale.
Colleghi, ognuno voti per sé.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 266
Votanti 265
Astenuti 1
Maggioranza 133
Hanno votato sì 252
Hanno votato no 13
Sono in missione 65 deputati).
Prendo atto che la deputata Nicchi non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.
La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15,10.