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Sull'ordine dei lavori (ore 15,39).
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, desidero intervenire, in maniera non rituale, sull'ordine dei lavori, anche perché credo che forse sia giunta l'ora di fare un po' il punto della situazione in ordine alle richieste avanzate dall'opposizione.
Premetto, Presidente, che non sono tra coloro, compresi alcuni aderenti al mio stesso partito, che ritengono anomalo - o, peggio ancora, fuori luogo o illegittimo - l'interventismo del Presidente della Camera su questioni politiche, come ad esempio le pensioni, la legge elettorale, l'Afghanistan o le trattative per tenere la conferenza di pace con i talebani.
Ritengo ciò legittimo, perché fa parte anche della trasformazione del ruolo ricoperto dal Presidente del Camera nel sistema bipolare; per cui, è naturale, come è capitato anche in altre legislature, che tale incarico perda un po' la propria natura per diventare una figura «politica». Infatti, esso viene assunto da leader politici e, naturalmente, non si possono dismettere questi panni.
Tuttavia, signor Presidente, non credo che per questo motivo non possano essere date risposte - specie quando queste sono necessarie ed urgenti e quando vengono richieste in più sedi ed a più riprese - o, peggio ancora, possano essere offerte risposte evasive oppure - come è anche capitato, Presidente - risposte che mostrano una profonda mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento.
Mi riferisco, Presidente, ad una serie di questioni che abbiamo posto dall'inizio della settimana, ma che non hanno ancora ricevuto una risposta e che, a nostro giudizio, condizionano un po' anche i nostri lavori. Poco fa, ad esempio, è stato chiesto che il Governo venga rapidamente a riferire non solo al Senato, ma anche alla Camera dei deputati sugli sviluppi e sulle condizioni che hanno determinato il Pag. 33fortunato rilascio - per il quale ci compiacciamo tutti - del giornalista Mastrogiacomo. Credo infatti che, su tale questione, non ci si possa limitare ad una presa d'atto di rito, ma si debba subito annunziare che, domani, il Governo interverrà anche alla Camera. Infatti, se l'Esecutivo si recherà al Senato per riferire su questo argomento, ritengo che debba farlo anche in questa sede.
Presidente, vi è ancora una questione che preme a tutta l'opposizione, e della quale è stata investita direttamente la Presidenza della Camera da parte di tutti i gruppi dell'opposizione: è prevista la calendarizzazione in aula del provvedimento sulla cittadinanza, per il quale sarebbe opportuno un rinvio dell'esame, rinvio chiesto non solo da tutti i gruppi dell'opposizione formalmente, per iscritto, al Presidente Bertinotti, ma condiviso anche da alcuni gruppi di maggioranza e per il quale vi è la disponibilità del presidente Violante, a condizione però che il Presidente Bertinotti lo conceda o ne dia un segnale.
Anche relativamente al prosieguo dei lavori sul decreto-legge in esame, Presidente, circolano alcune voci un po' «contraddittorie»: da una parte, viene annunciata o minacciata la seduta notturna; dall'altra nella stessa seduta notturna sarebbe prevista la discussione generale del decreto-legge sulla violenza negli stadi, che è nostra intenzione invece esaminare rapidamente, anche perché sono state approvate talune modifiche presso le Commissioni riunite, e che rappresenta un caso storico, perché sarebbe la prima volta, dall'inizio della legislatura, che questo ramo del Parlamento riesce a rinviare un provvedimento al Senato.
Ebbene, Presidente, sono tutte questioni sulle quali la Presidenza della Camera dovrebbe intervenire. Ad esempio, l'opposizione ha chiesto ed ottenuto che fosse espresso questa settimana un voto che impegnasse il Governo alla vigilia dell'importante Consiglio europeo che si terrà nel prossimo fine settimana e che rilancerà anche il processo costituente, voto già espresso dal Senato: forse la Presidenza della Camera dovrebbe anche assicurare che il voto della Camera avvenga entro giovedì di questa settimana, perché sarebbe la prima volta che la Camera non si esprime alla vigilia di un processo così importante, o, peggio ancora, rischiamo di dare il mandato al Governo dopo che il vertice si sarà già svolto.
Infine, vi è anche una questione che non è solo di stile, ma di sostanza - lei era presente ieri, Presidente - e che, per quanto mi riguarda, ritengo essere, oltre una caduta di stile, anche una occasione persa da parte del Presidente Bertinotti, dei gruppi di maggioranza e dello stesso gruppo al quale lei appartiene.
Il nostro, Presidente, è un paese di cerimonie, riti e commemorazioni, e a questi siamo abituati: il rito è giusto perché serve a mantenere viva la memoria e il significato di quelle date. Ieri è stato il quinto anniversario della tragica uccisione di Marco Biagi (Generali applausi): noi abbiamo chiesto che in quest'aula vi fosse una commemorazione, che invece vi è stata in forma poco più che privata a Bologna, cui nessuna rappresentanza ufficiale della Camera ha partecipato. Abbiamo chiesto allora che, ove non fosse possibile ieri, per dimenticanza, almeno oggi la Presidenza della Camera facesse in quest'aula la commemorazione o annunciasse quali iniziative l'Ufficio di Presidenza intenderà assumere (borse di studio o altro) per ricordare la figura di Marco Biagi.
Presidente, tale sollecito è stato effettuato in aula dall'onorevole Baldelli. Ebbene, non lei, ma un ufficio stampa ha risposto ad un deputato che venerdì scorso il Presidente della Camera, ad una cerimonia che si è tenuta a Milano per intitolare una piazza a Marco Biagi, ha mandato un suo cenno di solidarietà. A nostro giudizio, si tratta di una mancanza di rispetto nei confronti della Camera: non è questo ciò che si chiedeva e ciò che continuiamo a chiedere.
Concludo, Presidente, dicendo che per tre anni, nella scorsa legislatura, abbiamo subito tutti, non soltanto i familiari, ma proprio tutti, l'onta di veder definire la Pag. 34legge Biagi come la «legge n. 30» proprio dal partito della Rifondazione comunista. Ecco, Presidente, credo che questa poteva essere l'occasione giusta per significare che, almeno oggi, da parte del Presidente della Camera Marco Biagi non è più un numero (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Non intervengo su questioni di competenza del Presidente della Camera, il quale avrà ovviamente modo di rispondere, o attraverso di lei, Presidente Castagnetti, o direttamente, all'onorevole Vito; vorrei segnalare, però, signor Presidente, che noi ci troviamo nella singolare situazione - situazione che si ripete spesso in questa Assemblea - di esponenti dell'opposizione (nella fattispecie, il presidente del gruppo di Forza Italia, Elio Vito) che pongono questioni attinenti all'ordine dei lavori come se, in qualche modo, il disordine dei nostri lavori dipendesse dalla maggioranza. Ritengo sia semplicemente utile ricordare all'onorevole Vito, anche per fare un po' di chiarezza tra tutti noi, quale sia l'evolversi di questo dibattito.
Ebbene, pende all'esame di questo ramo del Parlamento il disegno di legge di conversione di un decreto-legge presentato dal Governo, la cui discussione in questa Assemblea è iniziata più di dieci giorni fa - la discussione sulle linee generali è, infatti, cominciata venerdì dell'altra settimana - e prosegue incontrando un atteggiamento chiaramente ostruzionistico da parte di alcune forze dell'opposizione. Signor Presidente, non ci è sfuggito, e non sfugge a nessuno, che, pur nel quadro di un atteggiamento sin dall'inizio contrario di tutte le forze dell'opposizione, solo da parte di alcune si è manifestato un atteggiamento ostruzionistico.
Ciò, ovviamente, non può non mettere in evidenza l'esigenza della maggioranza, la quale ha tutto il diritto di ottenere la conversione in legge di un decreto-legge molto importante non tanto e non solo per la maggioranza quanto e soprattutto per i cittadini; molto importante, per essere chiari, per gli elettori di tutti i partiti. Ognuno, poi, si assume la responsabilità delle proprie azioni e pertanto non condivido che oggi l'onorevole Vito dichiari, in base a quanto leggo, che i senatori si lamentano perché il provvedimento giungerebbe al loro esame soltanto a cinque giorni dalla scadenza. Non siamo noi, infatti, che stiamo ritardando la conversione di questo provvedimento; se qualcuno si assume la responsabilità di ritardarne i lavori, ovviamente sarà inevitabile che i tempi di esame al Senato saranno più brevi.
Dunque, per chiarezza, signor Presidente, la scorsa settimana, noi, prendendo atto (ci mancherebbe altro!) dell'atteggiamento delle forze di opposizione, e dopo che il Governo aveva chiaramente dichiarato che non avrebbe posto la questione di fiducia, proprio per evitare le polemiche che si sono scatenate ogni volta quando pendevano all'esame del Parlamento dei decreti, abbiamo avanzato una proposta anche sul metodo di lavoro e circa il possibile calendario di questa Assemblea per la scorsa settimana e per questa che sarebbe seguita. Abbiamo proposto che si potesse giungere ad una conclusione di questo esame, dopo oltre dieci giorni di dibattito, nella giornata di oggi in modo da potere, da domani, affrontare questioni importanti che pure pendono al nostro esame, quali il decreto-legge sugli stadi ed il provvedimento sulle intercettazioni telefoniche.
Avevamo dato la nostra disponibilità a trattare anche alcuni provvedimenti sollecitati dall'opposizione, ma, come sappiamo, ciò sarebbe dipeso anche dalla disponibilità dell'opposizione stessa a consentire un lavoro concreto da parte di questa Assemblea per portare a conclusione l'iter di conversione dei due decreti Pag. 35pendenti; peraltro, su uno dei due si è registrato persino l'accordo di tutti ieri sera in sede di Commissione.
Ora, il punto è chiaro, vorrei ribadirlo all'onorevole Vito e a tutti gli altri colleghi dell'opposizione: noi rimaniamo disponibili e il Governo non ha alcuna intenzione di porre la questione di fiducia. Abbiamo però la responsabilità, come maggioranza, di portare a compimento l'iter del decreto-legge riguardante le liberalizzazioni e di quello che riguarda gli stadi; se dunque cessa l'atteggiamento manifestato da una parte dell'opposizione sarà possibile ottenere tutto, compresa la soddisfazione della richiesta avanzata - vorrei ricordare all'onorevole Vito - venti minuti fa riguardo all'informativa del Governo sulla liberazione di Daniele Mastrogiacomo. Peraltro, il Governo interviene al Senato e quindi, comunque, formalmente, adempie al suo compito; in ogni caso troveremmo sicuramente il tempo di svolgere un'informativa anche qui e concordiamo sulla richiesta che venga a riferire anche alla Camera.
Però, il problema è che non si può, da una parte, fare di tutto perché si ritardino i lavori e, dall'altra, contemporaneamente protestare perché non si affrontano le questioni che si hanno a cuore. Se vi è la collaborazione di tutti - noi abbiamo dimostrato la nostra attraverso il lavoro svolto (e ringrazio, al riguardo, il relatore Lulli e tutta la Commissione), accogliendo molte delle istanze dell'opposizione -, ebbene, se vi è questa disponibilità, si potrà tranquillamente portare a compimento un calendario che per questa settimana è importante dati i provvedimenti all'ordine del giorno. Diversamente, è del tutto evidente che la maggioranza non potrà che concentrarsi nell'immediato sui due decreti all'ordine del giorno che sono in rapida scadenza e che vorremmo giungessero all'esame del Senato qualche giorno prima del termine, in maniera tale che l'altro ramo del Parlamento sia in grado di discuterli.
PRESIDENTE. Prima di proseguire con gli interventi sull'ordine dei lavori - altri colleghi, infatti, chiedono di intervenire, come è prevedibile in questi casi -, vorrei precisare che sulle questioni anticipate nei giorni scorsi alla Presidenza il Presidente si è attivato presso il Governo e ci farà sapere quali sono le risposte. Altre questioni sono state poste oggi per la prima volta ed è quindi del tutto evidente che non si poteva attendere una risposta immediata.
Quanto al ricordo della scomparsa di Marco Biagi, l'onorevole Baldelli, che ieri aveva sollevato la questione, è testimone che nella seduta di ieri, per quanto non si sia fatta una commemorazione ufficiale, si è comunque ricordata la circostanza anche da parte della Presidenza. Rimane comunque l'impegno del Presidente della Camera di ottenere al più presto una disponibilità da parte del Governo sulle questioni che egli ha posto.
Considerato l'alto numero di richieste di intervento sull'ordine dei lavori, interverrà un deputato per gruppo.
MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, il gruppo di Alleanza Nazionale condivide completamente le ragioni esposte dall'onorevole Elio Vito. Non ripeterò pertanto le argomentazioni svolte su molte questioni su cui è intervenuto il collega. Voglio richiamare l'attenzione dell'Assemblea ed anche - ed in particolare - della Presidenza su uno dei punti che è stato già trattato, ossia il progetto di legge sulla cittadinanza.
A fronte dell'esigenza di esaminare molti argomenti, come veniva ricordato in precedenza dai colleghi della maggioranza, vi è poi, stranamente, un andamento talvolta «schizofrenico», per cui o i lavori d'aula non vengono programmati con la necessaria frequenza, o nelle Commissioni si verificano delle «corse». Noi abbiamo chiesto al Presidente della Camera di riflettere sulla calendarizzazione del provvedimento sulla cittadinanza. Il testo unificato elaborato in materia dalla Commissione Pag. 36è pronto per l'esame da parte dell'Assemblea sin dagli inizi di febbraio. Vi sono state circa tre settimane di mancati lavori parlamentari a causa della crisi di Governo e non si è ancora affrontato l'esame di un progetto così importante. La legge sulla cittadinanza è, infatti, la legge suprema, considerato che è il diritto di cittadinanza che poi fa sorgere i diritti ed i doveri delle persone, quindi è una legge ancora più importante di altre ed ha un rango di rilevanza costituzionale. La discussione in Assemblea del provvedimento è calendarizzata per la fine del mese, peraltro con ritardi sui lavori parlamentari non addebitabili all'opposizione, considerate anche la crisi di Governo e le altre incertezze della maggioranza, ma si pretenderebbe di concludere l'esame degli emendamenti in Commissione, avendo stabilito di votare in Commissione affari costituzionali da lunedì, ossia da ieri, a domani, anche minacciando l'applicazione di un contingentamento su emendamenti che sono stati presentati non in quantità a fini ostruzionistici, ma con spirito costruttivo e responsabile da parte dei gruppi di opposizione.
Ecco perché i presidenti di gruppo, come saprà anche il presidente Castagnetti, hanno avanzato una proposta, poche ore fa. Ovviamente, si tratta di una procedura un po' più accelerata, maturata in Commissione affari costituzionali, peraltro con un ufficio di presidenza che si è appena concluso, la quale è finalizzata a far discutere una legge importante, che nessuno vuole evitare di affrontare, ma che si desidera esaminare con la serenità necessaria. Come sanno i colleghi, spesso un buon lavoro svolto in Commissione, soprattutto in materia di leggi così complesse e delicate, consente, poi, un esame più sereno in Assemblea, perché la Commissione è un luogo in cui approfondimenti e scambi di opinioni si possono realizzare con maggiore serenità, in un contesto più attento, se non altro per ragioni di limiti quantitativi.
Oltre a condividere dunque, a nome del mio gruppo, le considerazioni svolte dall'onorevole Elio Vito, rivolgo un appello alla Presidenza perché su questo su questo specifico punto, essendo questa sera previsto un termine per scegliere non so quanti emendamenti per gruppo e per articolo, tenuto conto che il numero di emendamenti sulla cittadinanza, lo ribadisco, non è tale da presupporre intenti ostruzionistici, vi possa essere un utile contributo ad un più ordinato andamento dei lavori. Si tratta di una proposta sulla quale, peraltro, il presidente della I Commissione, onorevole Violante, ha espresso una valutazione positiva: tutto si collega, infatti, alla legittima iniziativa dei gruppi.
ANTONELLO FALOMI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONELLO FALOMI. Signor Presidente, mi sembra che sollevare, a questo punto della discussione, le questioni che sono state poste dal collega Elio Vito e dal collega Gasparri sia abbastanza pretestuoso, nel senso che tali questioni - che desidero approfondire in seguito - avrebbero potuto tranquillamente essere sollevate nel corso della seduta di ieri, anziché in una seduta nella quale stiamo cercando di recuperare un enorme ritardo nell'approvazione di questo provvedimento, ritardo dovuto alla continuità degli interventi dal tenore ostruzionistico che vengono svolti da alcuni settori dell'opposizione.
È pretestuoso tale modo di procedere, mentre trovo che siano anche un po' infondate le critiche mosse al Presidente della Camera. Il Presidente della Camera deve certamente essere garante delle istanze dell'opposizione, ma deve essere anche garante delle istanze della maggioranza. Egli deve, cioè, essere garante di tutti. Mi pare che quando si predispone il calendario dei lavori dell'Assemblea le istanze dell'opposizione siano regolarmente registrate. Il punto è che non si riesce mai ad arrivare alla discussione di quei provvedimenti che spesso l'opposizione reclama e ciò è dovuto ad una Pag. 37condotta d'aula che, francamente, non mi pare vada incontro alle esigenze che la stessa opposizione solleva.
Quindi queste critiche mi sembrano infondate e pretestuose, e penso che forse il modo migliore per rispondere alle esigenze che qui sono state sollevate sia quello di rispettare i calendari e gli ordini del giorno che la Conferenza dei Presidenti di gruppo stabilisce per la nostra Assemblea. Grazie.
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, colleghi, intervengo sull'ordine dei lavori per avanzare, a nome del gruppo della Lega Nord, la richiesta di allungare i termini di discussione previsti con riferimento alla legge sulla cittadinanza.
È veramente impossibile lavorare in questo modo. Ci sono sicuramente due filosofie che si stanno scontrando. Vi è cioè la filosofia, evidentemente della maggioranza, che è la filosofia della immigrazione libera, che vuole spalancare a tutti le porte della concessione della cittadinanza, e c'è la nostra filosofia. Non è però possibile, non è accettabile che il Parlamento non sia posto nelle condizioni di discutere e di esaminare con attenzione provvedimenti così importanti.
I lavori in Commissione sono stati previsti a tappe non dico forzate, ma inaccettabili, perché in due giorni si pretende di liquidare un provvedimento che stravolgerebbe completamente tutte le norme sulla concessione della cittadinanza, una delle leggi probabilmente più importanti che verrebbe varata in questa legislatura, proprio dal punto di vista degli assetti, senza che ci sia la possibilità di discutere e di esaminare il provvedimento.
Quindi, per questi motivi, noi chiediamo a lei in quanto Presidente di turno, di rappresentare al Presidente della Camera che è stata fatta una richiesta da parte dei Capigruppo di tutte le forze politiche di opposizione per fare in modo che ci siano tempi di discussione accettabili. Non è possibile, Presidente, che una materia così importante venga piegata a strumentalizzazioni di parte, e spiego qual è la strumentalizzazione di parte: si vuole fare una «marchetta» a favore della sinistra radicale perché ci sono provvedimenti che la maggioranza non è in grado di gestire, come il provvedimento sull'Afghanistan, e allora si concede tutto, compreso questi tempi sulla legge sulla cittadinanza, senza rendersi conto degli effetti che questo provvedimento provocherà!
PRESIDENTE. Onorevole Cota, lei ha parlato ed io l'ho lasciata parlare perché ho riconosciuto questa facoltà ad un esponente per gruppo. Per la verità, non stiamo discutendo di questo argomento; adesso stiamo discutendo del provvedimento sulle liberalizzazioni. Informo lei e informo tutti i presidenti di gruppo che alle ore 16,45 il Presidente ha convocato la Conferenza dei presidenti di gruppo, che si svolgerà nella sala dei ministri, al piano aula.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Volontè, con il quale chiudiamo la serie di interventi fin qui succedutisi. Prego, onorevole Volontè, ha facoltà di parlare.
LUCA VOLONTÈ. Non voglio contravvenire alla moda che ha contraddistinto gli interventi fino a poco fa, ma sarò più breve degli altri, Presidente. Anche noi, con una lettera al Presidente Bertinotti, ci siamo pronunciati in merito alla richiesta di dilazione del termine relativo al provvedimento sulla cittadinanza. Confido che lei lo farà presente, perché lei lo sa meglio di me che in serata il Presidente della I Commissione affari costituzionali, in mancanza di un pronunciamento della Presidenza, sarà obbligato a dare corso all'articolo 79, comma 10, che prevede (con il provvedimento «tagliola») il dimezzamento dei tempi ed una discussione limitata a due emendamenti per ogni gruppo sul provvedimento sulla cittadinanza.
Anch'io condivido quello che hanno detto i miei colleghi. La ringrazio per aver Pag. 38risposto ieri alla sollecitazione del collega Simone Baldelli. Ritengo sinceramente, però, che non ci sia nemmeno bisogno di far presente che, a seconda degli appuntamenti, anche internazionali, del nostro Presidente Bertinotti, si possa trovare un momento per commemorare la figura di Marco Biagi, non solo per il valore in sé, ma anche per le circostanze che stiamo vivendo rispetto al fenomeno terroristico.
Mi permetto di aggiungere, poi, che non stiamo praticando alcun tipo di ostruzionismo. Tuttavia, mi sembra che da altri colleghi di altre forze dell'opposizione sia venuta (e mi spiace che ciò non sia stato colto dal vicepresidente Giachetti) una proposta di riflessione.
Vi sono argomenti (mi riferisco all'articolo 10 e all'articolo 13, che tenta di modificare, in un provvedimento improprio, una parte della riforma Moratti) che meritano di essere approfonditi, diciamo (e limitiamoci a questo) per l'eterogeneità del provvedimento.
Se si decidesse di affrontare quei quattro, cinque nodi che stanno più a cuore all'Assemblea, forse si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di procedere più rapidamente su altri articoli.
Dunque, credo che alcuni argomenti meritino un approfondimento. Valuti la maggioranza come poter affrontare quest'ipotesi di lavoro, seppur suggerita.