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Discussione del disegno di legge: S. 1329 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 febbraio 2007, n. 10, recante disposizioni volte a dare attuazione ad obblighi comunitari ed internazionali (Approvato dal Senato) (A.C. 2374) (Esame e votazione di una questione pregiudiziale) (ore 20,05).
(Esame di una questione pregiudiziale - A.C. 2374)
PRESIDENTE. Ricordo che è stata presentata la questione pregiudiziale Maroni ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2374 sezione 1).
Avverto che, a norma del comma 3 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi che ne faccia richiesta per non più di cinque minuti.
Il deputato Pini ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale n. 1.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, la questione pregiudiziale che sottoponiamo al vaglio dell'Assemblea nasce da considerazioni, che, purtroppo, troppe volte abbiamo già dovuto svolgere nel corso di questa legislatura.
Il ricorso alla decretazione d'urgenza per adempiere agli obblighi comunitari non solo non ci trova assolutamente d'accordo sotto il profilo politico, ma a nostro avviso stravolge anche l'articolo 77 del dettato costituzionale. Infatti, non ravvisiamo assolutamente alcun tipo d'urgenza, quindi la necessità di ricorrere a decreti-legge, quando vi sono materie così eterogenee come quelle contenute nel testo in esame emanato dal Governo Prodi...
Signor Presidente, le chiedo di richiamare i colleghi a una maggiore attenzione.
PRESIDENTE. Ha assolutamente ragione.
Invito ogni singolo deputato presente in Assemblea a tenere un comportamento che consenta di ascoltare l'intervento in corso. Prego, deputato Pini, prosegua pure.
GIANLUCA PINI. È inutile fare ricorso a ciò che è previsto dalla cosiddetta legge Stucchi, che ha modificato la legge La Pergola, la normativa di recepimento delle direttive e degli obblighi comunitari, che prevede - è vero - la possibilità di ricorrere a decreti-legge, ma non prevede assolutamente la possibilità di inserire così tanti ed eterogenei argomenti all'interno di questi provvedimenti.
Siccome, tra gli argomenti inseriti nel provvedimento non vi sono questioni urgentissime, né contestazioni sul piano comunitario che scadono nel breve periodo, avremmo ritenuto più saggio che fossero inseriti nella legge comunitaria da poco approvata nell'ultimo Consiglio dei ministri. Invece, ciò non è avvenuto. Allora siamo nuovamente costretti a sottoporre all'Assemblea l'esame di una questione pregiudiziale, che riteniamo essere l'unico strumento che abbiamo, come opposizione, per chiarire ai cittadini che l'uso del decreto-legge è strumentale e finalizzato a smontare in maniera surrettizia la legge Bossi-Fini.
La pericolosità dell'articolo 5 di questo decreto-legge, che si è cercato di far passare in sordina, è devastante. Al Senato abbiamo messo una «pezza», nonostante gli strali del gruppo di Rifondazione Comunista e della sinistra radicale.Pag. 111
Concludo, Presidente, perché vedo che non c'è molta attenzione in Assemblea, nonostante che quando si parli sulla stampa di questi argomenti l'attenzione sia molto più alta.
Dicevamo che avremmo apprezzato di più che, anziché inserire questi argomenti, soprattutto la questione dell'immigrazione, all'interno di un decreto...
PRESIDENTE. Mi scusi. Per favore, invito ancora i deputati e le deputate ad un contegno che ci consenta di concludere la sessione.
GIANLUCA PINI. Concludo, Presidente, sottolineando il fatto che il ricorso al decreto cerca di esautorare di fatto il Parlamento da una discussione seria, seppure difficilmente pacata, perché quando si parla di immigrazione conosciamo le posizioni ideologiche di certi gruppi ed esponenti politici. Non riteniamo tuttavia opportuno che vi sia un ricorso al decreto su questa materia e poniamo pertanto la questione pregiudiziale di costituzionalità. La ringrazio.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Ha chiesto di parlare il deputato Crisci. Ne ha facoltà.
NICOLA CRISCI. Signor Presidente, colleghi, signori rappresentanti del Governo, la questione pregiudiziale presentata dai colleghi dell'opposizione è chiaramente priva di motivazioni fondate e tali da giustificare la richiesta di non procedere all'esame del disegno di legge n. 2374, di conversione del decreto-legge n. 10.
Il presunto contrasto con l'articolo 77 della Costituzione (sollevato direi quasi ritualmente) trova una precisa risposta nella stessa premessa del provvedimento in esame, che richiama la straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni indispensabili per assicurare il tempestivo adempimento di obblighi comunitari derivanti da sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee e da procedure di infrazione pendenti nei confronti del nostro paese, che potrebbe essere condannato al pagamento di sanzioni pesanti, proporzionali ai giorni per i quali si protrae l'inadempimento.
Anche sotto il profilo del rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite è del tutto evidente che le norme contenute nel testo in esame, consistendo soprattutto in interventi a fronte di procedura procedure di infrazione comunitaria già avviate e disciplinando quindi i rapporti dello Stato italiano con l'Unione europea, rientrano nella esclusiva competenza dello Stato. Faccio riferimento alla norma della lettera a) del secondo comma dell'articolo 117 della Costituzione.
La stessa censura sollevata nei confronti dell'articolo 5, che contiene modifiche alla disciplina dell'immigrazione, non appare fondata, in quanto le disposizioni contenute nell'articolo appartengono alla esclusiva competenza legislativa dello Stato, a norma della lettera b) del secondo comma dell'articolo 117 della Costituzione. Tali disposizioni pertanto non presentano profili problematici in ordine alle competenze legislative costituzionalmente definite.
L'articolo 5 ha inoltre lo scopo di dare una credibile e rapida risposta ai rilievi mossi dalla Commissione europea, che ha chiesto all'Italia di sostituire l'attuale sistema di autorizzazione al lavoro con una semplice comunicazione del committente del contratto per i cittadini di paesi terzi dipendenti da imprese con sedi in stati dell'Unione, che debbano essere distaccati in Italia.
Infine, pur disciplinando il provvedimento oggetti distinti e riferibili a materie diverse, contiene disposizioni che hanno un evidente carattere omogeneo, riguardando l'attuazione di obblighi comunitari ed internazionali dello Stato. Esso rientra quindi certamente nella sfera di applicazione dell'articolo 10 della legge n. 11 del 4 febbraio 2005, nota come legge Buttiglione, che prevede la possibilità di adottare provvedimenti anche urgenti, a fronte di atti normativi o sentenze degli organi giurisdizionali dell'Unione europea, che comportino obblighi di adeguamento con Pag. 112scadenza anteriore alla presunta entrata in vigore della legge comunitaria dell'anno in corso.
Pertanto, pur riconoscendo che la legge comunitaria è il più alto momento di partecipazione del Parlamento alla fase discendente di attuazione della normativa europea e pur restando la legge comunitaria lo strumento privilegiato per il sistematico recepimento delle direttive comunitarie, ritengo legittimo, opportuno e necessario ricorrere alla decretazione d'urgenza per evitare ingenti penali e per ridurre almeno in una certa misura il numero delle infrazioni poste a carico del nostro paese.
Concludo auspicando la rapida approvazione del decreto, nonché l'ulteriore e convinto impegno del Governo per cercare di ridurre l'elevatissimo numero delle procedure di infrazione, che sono state aperte negli anni passati a nostro carico e che relegano da troppi anni tra i paesi europei meno virtuosi.
Chiedo, anche a nome dei colleghi dell'Unione, di respingere le questioni pregiudiziali sollevate e di votare contro la richiesta di non procedere all'esame del disegno di legge A.C. n. 2374, poiché siamo in presenza di un provvedimento il cui contenuto è chiaramente in linea con il dettato costituzionale, ma è altresì necessario per dare concrete e puntuali risposte alle decisioni assunte dalla Commissione europea e dalla Corte di giustizia, a causa di ritardi colpevoli e di inadempienze ripetute dei governi del nostro paese. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi).
PRESIDENTE. La ringrazio.
Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Maroni ed altri n. 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 406
Votanti 405
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato sì 124
Hanno votato no 281).