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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Orientamenti del Governo su un'eventuale amnistia per reati di terrorismo compiuti negli «anni di piombo» - n. 3-00750)
PRESIDENTE. La deputata Lussana ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-00750 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmataria.
CAROLINA LUSSANA. Signor ministro, com'è stato ricordato nell'interrogazione precedente, la settimana scorsa si è tenuta a Bologna la cerimonia di commemorazione della morte - dell'assassinio! - del professor Marco Biagi, ucciso per le sue idee riformiste dalla mano terrorista che ancora c'è, purtroppo, in questo paese. Il professor Biagi è stato dimenticato da una parte della sinistra: pesa l'importante assenza del sindaco di Bologna, che rappresenta anche un sindacato che ha criticato ampiamente Marco Biagi per le sue idee, vale a dire la CGIL.
Ebbene, proprio quel giorno, vergognosamente, il senatore Russo Spena, riferendosi al caso di Cesare Battisti, a quella persona attempata - poverina! - che si troverebbe latitante in Brasile e che finalmente è stato catturato, è tornato a parlare di amnistia per i reati di terrorismo e, forse, anche per i reati comuni. Infatti, Battisti non è un terrorista, bensì un omicida: è stato condannato per quattro omicidi. Allora, vorrei capire qual è la posizione del Governo in merito all'ipotesi di amnistia.
PRESIDENTE. Il ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, come ho ricordato prima all'onorevole Volontè, ho appreso con soddisfazione la notizia che a Rio de Janeiro, sulla base della richiesta di arresto provvisorio ai fini estradizionali inoltrata dal mio Dicastero alle autorità brasiliane, si è proceduto alla cattura di Pag. 59Cesare Battisti, latitante da anni, dopo essere stato condannato - le do ragione - per quattro efferati omicidi. Egli è infatti condannato per l'omicidio dell'agente di custodia Santoro, del gioielliere Torreggiani, il cui figlio da allora è rimasto paraplegico, del macellaio Sabatini e dell'agente di polizia, Campagna.
Ho immediatamente sollecitato i competenti uffici del Ministero ad approntare gli atti da inviare alle autorità brasiliane a corredo della richiesta di estradizione. Il 20 marzo scorso, ho incontrato a Roma il nostro ambasciatore in Brasile perché ci costituissimo presso quella autorità e, inoltre, ho avuto un colloquio telefonico con il ministro delle giustizia brasiliano, al quale ho rappresentato l'importanza per il Governo italiano della pronta consegna del Battisti.
Del resto, avevo personalmente sollecitato il ministero della giustizia francese, Pascal Clément - come ho avuto modo di ricordare - per una iniziativa volta alla rintraccio del latitante in questione, oltre ad aver disposto l'invio di un funzionario del Ministero per gli opportuni contatti con le autorità brasiliane in vista della prossima presentazione della domanda di estradizione.
Non soltanto le famiglie, i parenti delle vittime, ma l'intera opinione pubblica attendono, nei confronti di chi ha commesso gravissimi crimini di sangue, che siano finalmente eseguite le sentenze pronunciate. Queste ultime sono eseguite dopo giudizi pienamente conformi agli standard europei del giusto processo, come anche riconosciuto in questo caso dalla Corte europea dei diritti dell'uomo con decisione del 12 dicembre 2006.
Per la verità, questo non è avvenuto per uno spirito di vendetta, ma in equa attuazione della giustizia. Questa idea presuppone, al contrario di quanto sostenuto dagli epigoni di un'indistinta responsabilità collettiva, il puntuale e garantito accertamento processuale di responsabilità - io credo - individuale.
Coerentemente con tale impostazione, rispondo così al quesito degli interroganti: personalmente, non ritengo che possa essere adottato un provvedimento di amnistia che cancelli con un colpo di spugna crimini terribili, del resto sempre esclusi nel passato da provvedimenti di clemenza. Lo ribadisco: non si può invocare un provvedimento del genere, assumendo che si è trattato di atti compiuti a causa di errori politici in una stagione - che io ho peraltro vissuto - di violenti scontri ideologici. Fare un'affermazione del genere significa negare una delle basi essenziali della convivenza civile e della stessa applicazione del diritto, vale a dire la responsabilità individuale di ciascuno per le proprie condotte, giustificando a posteriori quello che per Battisti fu esclusivamente indifferente disprezzo per la vita umana e ferocia sanguinaria.
I cittadini italiani non perdonerebbero al mondo politico - e concludo con questa mia opinione personale, Presidente - la scelta del semplice oblio a buon prezzo e, giustamente, non comprenderebbero perché chi ha ucciso inermi padre di famiglia debba essere privilegiato rispetto a chi sconta la pena per analoghi atti. All'ordine del giorno del Governo non è mai stata inserita la proposta di presentare in Parlamento un provvedimento di amnistia.
Inoltre, come sanno i colleghi, i provvedimenti di indulto e di amnistia toccano alla volontà del Parlamento e non certo del Governo.
PRESIDENTE. La deputata Lussana ha facoltà di replicare.
CAROLINA LUSSANA. Signor ministro, la ringrazio innanzitutto per il suo «ravvedimento operoso». Infatti, noi non abbiamo assolutamente condiviso la sua posizione in merito al suo sostegno di un provvedimento come quello dell'indulto.
Lei dice, come ha detto più volte, che l'indulto è stato approvato dal Parlamento. Però, lei e, forse, il Presidente del Consiglio siete rimasti soli a continuare a difendere questo tipo di provvedimento, che abbiamo definito e continueremo a definire un provvedimento sciagurato, che ha rimesso in libertà - quanti sono, signor Pag. 60ministro (avete litigato anche all'interno del Ministero, con la sua sottosegretaria, perché aveva detto che erano usciti 25 mila criminali)? - circa 26 mila criminali.
L'indulto è chiaramente un provvedimento contrario alla certezza della pena, al comune senso di giustizia dei cittadini ed è profondamente offensivo nei confronti delle vittime dei reati, che si sentono abbandonati dallo Stato.
Non possiamo non apprezzare la sua contrarietà ad un provvedimento di amnistia. Certo, si parla di terrorismo, ma mi auguro che non si arriverà mai all'approvazione di un ulteriore colpo di spugna, dopo quello dell'indulto, per i reati comuni, perché, come abbiamo detto prima, Battisti non è un eversivo ideologico, ma è un criminale comune, perché è stato accusato di aver commesso quattro omicidi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Non avremmo dovuto approvare l'indulto, ma c'è un detto popolare che dice che errare è umano - avrebbe fatto meglio il ministro a non sbagliare - ma perseverare è diabolico. Quindi, mi fa piacere che non si arrivi a questo ulteriore colpo di spugna.
Certo, signor ministro, immagino il suo imbarazzo. Lei si trova a condividere delle posizioni di Governo con il senatore Russo Spena, che parla di Battisti come di un attempato eversore di un tempo...
PRESIDENTE. La prego...
CAROLINA LUSSANA.... che invoca l'amnistia e che afferma che bisogna abrogare la legge Bossi-Fini, perché fa andare in galera troppi criminali immigrati clandestini, che commettono reati, e che bisogna abrogare la legge Fini-Giovanardi, che certo non fa andare in galera i ragazzi che fumano uno spinello, ma gli spacciatori.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Lussana.
CAROLINA LUSSANA. Allora, signor ministro, capisco il suo imbarazzo. Si parla di CDL spaccata, ma mi sembra che l'Unione stia perdendo i prezzi.
L'unico vostro collante è il potere e la paura che, se si tornasse alle urne, i cittadini vi manderebbero a casa (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia - Congratulazioni)!