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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Ipotesi di un piano di esodo incentivato per i pubblici dipendenti e di regolarizzazione di precari - n. 3-00076)
PRESIDENTE. L'onorevole Turci ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00076 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
LANFRANCO TURCI. Signor ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, nei giorni scorsi, in un'intervista, commentando una lettera che aveva ricevuto dai sindacati confederali, lei si è dichiarato favorevole all'ipotesi sia di predisporre un piano di esodo incentivato di un certo numero di dipendenti della pubblica amministrazione in esubero (300 o 400 mila dipendenti), sia di sanare la posizione dei lavoratori precari.
Ma è soprattutto sul primo aspetto che la interrogo, per comprendere, per un verso, come si arriva, grosso modo, al calcolo delle 300, 400 mila unità e, per l'altro, quali ipotesi di costi possono sorreggerePag. 56un piano di esodo incentivato. Inoltre, vorrei sapere (peraltro, credo sia la denominazione del suo Ministero), come questo progetto si raccordi ad un'ipotesi vera di semplificazione delle procedure amministrative.
Pochi giorni, fa sul quotidiano la Repubblica - inserto Economia - è uscito uno studio della CNA nazionale che, ancora una volta, ci ricorda il numero impressionante di procedimenti cui sono sottoposte anche le classi più modeste.
PRESIDENTE. Onorevole Turci...
LANFRANCO TURCI. Ho finito, Presidente. Mi riservo di replicare dopo l'intervento del ministro. In ogni caso, mi riferivo all'indagine sui tempi necessari per avviare anche le attività più modeste.
PRESIDENTE. Il ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, Luigi Nicolais, ha facoltà di rispondere.
LUIGI NICOLAIS, Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. Signor Presidente, nell'intervista resa al Corriere della Sera lo scorso 25 giugno ho inteso condividere soprattutto lo spirito delle proposte avanzate dai segretari generali della funzione pubblica CGIL CISL UIL relative al comparto del pubblico impiego.
Ho già avuto modo di ripetere in numerose occasioni pubbliche che è indispensabile avviare un processo di condivisa e concertata riforma della pubblica amministrazione e che questa deve reggersi su due fondamentali direttrici di intervento che ci consentano di ridisegnare la mission aggiornando e rilanciando l'intero settore: un forte ringiovanimento basato su percorsi di stabilizzazione dei tanti precari in gran parte giovani, che ormai da anni, di fatto, offrono le proprie prestazioni nel pubblico impiego privi di certezze sul proprio avvenire ed il rilancio della formazione orientato soprattutto all'internazionalizzazione e all'informatizzazione, per costruire una generazione di funzionari e dirigenti in grado di padroneggiare strumenti di lavoro innovativi e di curare in modo efficace le relazioni con i principali centri decisionali sovranazionali.
Si tratta di una sfida complessa che non può essere affrontata con battaglie ideologiche o con astratte dichiarazioni di principio. Ecco perché ho inteso sottolineare al riguardo l'importanza del dialogo con le organizzazioni sindacali. È in gioco la competitività del sistema paese e la sua capacità di produrre innovazione e calarsi nelle moderne sfide globali di sviluppo e di crescita. Dunque, tutte le parti in gioco devono sentirsi impegnate in tale direzione.
Ho perciò proceduto all'istituzione di quattro tavoli tecnici che saranno la sede privilegiata di confronto e di elaborazione di un piano dettagliato per il conseguimento degli obiettivi che ho appena enunciato e di articolate e concrete proposte; una nuova amministrazione altamente qualificata, digitalizzata, naturalmente più snella, perché con meno funzioni a cui assolvere, anche in virtù della piena applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale prevista dal nuovo articolo 118 della Costituzione, potrà così candidarsi a divenire il vero e proprio motore della ripresa economica del paese.
Certo, già oggi possiamo avanzare alcune valutazioni di carattere generale, considerando il tasso di pensionamento naturale annuo, stimato in circa il 2,8 per cento (quindi, già parliamo di circa novantamila unità), la possibile abrogazione delle norme che prevedono la permanenza in servizio oltre i 67 anni, la messa a punto di meccanismi di incentivazione per accelerare le uscite previste dal pensionamento naturale al fine di introdurre forze fresche in una rinnovata funzione pubblica più moderna e dinamica; si possono già gettare le fondamenta di una più ampia politica di ringiovanimento del pubblico impiego.
PRESIDENTE. Signor ministro...
LUIGI NICOLAIS, Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. Credo che altre iniziativePag. 57nel settore dell'innovazione tecnologica siano già avviate. Non sarà facile, ma l'obiettivo di modernizzare il paese rappresenta per noi la vera sfida da vincere.
PRESIDENTE. L'onorevole Turci, al quale ricordo che ha due minuti di tempo a sua disposizione, ha facoltà di replicare.
LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, signor ministro, la ringrazio e le assicuro che seguiremo con grande attenzione questo suo programma, perché siamo convinti che qui si giochi una delle carte decisive, come ha detto lei, di modernizzazione del paese.
Dobbiamo dire che non abbiamo un grande bilancio alle spalle negli ultimi anni. Voglio ricordare che il Governo di centrodestra, che aveva giocato tutta la sua campagna ideologica sullo slogan «meno Stato più mercato», ci ha dato più Stato e non ci ha dato un mercato più efficiente. Ciò non toglie che anche il centrosinistra abbia delle pecche di lunga data da farsi perdonare.
Vorrei segnalare, accanto all'esigenza su cui lei ha molto insistito dell'informatizzazione e della professionalizzazione, dell'acculturamento generale della pubblica amministrazione, il problema della semplificazione e abrogazione di norme: se non facciamo questo, lei alla fine si ritroverà come i funghi ricrescere i dipendenti man mano che li taglia.
Nella penultima legislatura abbiamo avuto l'esperienza dello Sportello unificato per le imprese - è presente oggi il ministro Bersani che lo sostenne a suo tempo -; credo però che se dovessimo tirarne un bilancio a qualche anno di distanza esso non sia stato positivo, poiché non abbiamo abrogato delle norme. Non basta unire gli sportelli se non abroghiamo norme inutili, pericolose o dannose (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).