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Dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1041 (ore 13).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1041.Pag. 42
Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del regolamento, è stata richiesta la dichiarazione di urgenza per il seguente disegno di legge: «Abrogazione delle norme in materia di partecipazioni in società operanti nel settore dell'energia elettrica e del gas naturale».
Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la maggioranza dei tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.
Sulla dichiarazione d'urgenza, a norma dell'articolo 41 del regolamento, darò la parola - ove ne venga fatto richiesta - ad un oratore a favore e ad uno contro per cinque minuti.
Ha chiesto di parlare contro il deputato Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, si tratta di una dichiarazione d'urgenza che la nostra parte politica giudica negativamente. Il provvedimento comporta in apparenza un giudizio tecnico rispetto ad una sentenza della Corte di giustizia europea avversa allo Stato italiano, ma il tema è squisitamente politico. Si tratta di una norma già modificata nel corso della precedente legislatura dal Governo Berlusconi, proprio per andare incontro alle esigenze poste dalla Corte di giustizia europea, e in particolare riguarda il tema della reciprocità tra gli Stati membri dell'Unione europea nel mercato dell'energia.
È evidente che questo provvedimento, cioè il congelamento dei diritti di voto del 2 per cento nelle società operanti nei mercati domestici e, quindi, dominanti nei propri mercati d'origine, contravviene alla regola del Trattato, ma è altrettanto evidente che, oggi, non siamo in presenza di un mercato unico europeo dell'energia, anzi abbiamo una liberalizzazione asimmetrica in diversi paesi e, in particolare, uno Stato come la Francia è sotto procedura d'infrazione perché ha eletto a settori strategici undici settori sensibili, tra cui l'energia, in cui il Governo si è arrogato il diritto di impedire l'ingresso, nel proprio mercato domestico, non solo a società operanti al di fuori dell'Unione europea ma anche a società operanti all'interno.
In sostanza, si tratta di un dibattito, quello sulla reciprocità dei mercati in campo energetico, di urgente attualità, sul quale abbiamo chiesto una serie di approfondimenti all'interno della Commissione attività produttive, che tuttavia il Governo non ci ha potuto fornire visto che la Commissione si è riunita solo ieri, ma che ci auguriamo possa fornirci oggi.
Ma il fatto di giungere a tale decisione con la richiesta di dichiarazione d'urgenza ci espone indubbiamente ad una scelta che non rimuove minimamente i problemi che hanno originato l'adozione del decreto varato nel 2001 dal Governo Amato per contrastare la scalata alla Montedison da parte di Electricitè de France. Tale decreto venne poi modificato durante il Governo Berlusconi attraverso una trattativa con la Francia, che solo in parte si è risolta attraverso l'ingresso di Electricitè de France nel capitale di Edison, pariteticamente con Aemme di Milano e un consorzio di imprese. Pertanto, i problemi di collaborazione energetica tra l'Italia e la Francia sono ancora tutti da risolvere e anche i pellegrinaggi che abbiamo visto in queste settimane da parte del Presidente Prodi non hanno rimosso l'ostilità della Francia nei confronti dell'Italia per collaborazioni nel campo energetico, che invece sono state addirittura sancite da un protocollo di collaborazione dell'allora ministro Scajola.
Dunque, ritengo sia necessario respingere la richiesta di dichiarazione d'urgenza, in quanto è indispensabile avviare un dibattito approfondito non solo sul tema dell'energia, ma anche specificamente sulle questioni di reciprocità tra Stati membri, sia per quanto riguarda la concorrenza tra l'Europa e il mondo, sia per quanto riguarda la concorrenza interna agli Stati nazionali dell'Unione europea. Infatti, stiamo esponendo le nostre imprese ad un rischio di colonizzazione, fermo restando che la parte politica che rappresento è certamente disponibile adPag. 43una liberalizzazione dei mercati purché questa sia simmetrica tra i paesi membri dell'Unione europea.
Per queste ragioni, crediamo che il dibattito su tale argomento non debba essere soffocato attraverso una dichiarazione di urgenza, che rischierebbe di minare la possibilità di approfondire un tema che, nei prossimi mesi, ci vedrà protagonisti in tutte le sedi europee (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Lulli. Ne ha facoltà.
Invito tutti i colleghi a prendere posto; dopo l'intervento dell'onorevole Lulli, si procederà al voto.
ANDREA LULLI. Signor Presidente, la richiesta di dichiarazione d'urgenza del disegno di legge in esame trova spiegazione nella stessa relazione che accompagna il provvedimento.
Occorre rispondere ad una sentenza della Corte di giustizia europea, che condanna il nostro paese con riferimento alla circolazione dei capitali all'interno dell'Unione europea. Questo provvedimento, adottato nel 2001 e colpito nel giugno del 2005, costituisce un elemento che impedisce un confronto aperto sulla liberalizzazione dei mercati delle merci all'interno dell'Unione europea.
È vero che il Governo precedente aveva in qualche modo cercato di rispondere a tale condanna attraverso un successivo provvedimento del luglio del 2005, ma anche in questo caso l'Unione europea, con sentenza motivata del 6 aprile 2006, ha condannato il nostro paese a recepire la direttiva e a modificare i provvedimenti in questione, pena la sanzione di 250 milioni di euro più gli interessi, che potrebbe divenire ancora più consistente.
Ritengo che la reciprocità con la quale si costruisce la liberalizzazione del mercato europeo dell'energia sia un punto politico importante, che sta particolarmente a cuore a questa maggioranza e a questo esecutivo.
Al Governo non mancherà l'occasione di esercitare una giusta iniziativa, sia in sede europea sia sul piano nazionale, anche perché prossimamente saremo impegnati nella discussione su un disegno di legge per il riordino del settore energetico, che il Governo ha già presentato e che sarà sottoposto prima all'esame del Senato e poi a quello della Camera.
Rispetto alla questione della reciprocità, l'Unione europea intende riferirsi soprattutto alla parità di accesso ai servizi da parte dell'utenza. Invece, sul piano della circolazione dei capitali, non considera la difesa delle aziende nazionali come elemento prioritario nel quale si deve esercitare la reciprocità del mercato.
È necessario, da un punto di vista politico, impedire che aziende protette in altri territori nazionali possano in qualche modo costruire una condizione di supremazia, privilegiando le proprie normative nazionali. In merito a ciò, tuttavia, rimane in vigore una parte importante della nostra legislazione, ossia il comma 29 dell'articolo 1 della legge n. 239 del 2004, che comunque dà al Presidente del Consiglio e ai ministeri competenti, di concerto con i Ministeri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico, la possibilità di impartire indicazioni, rispetto agli acquirenti e agli investitori esteri, che in qualche modo tutelano l'interesse nazionale.
Peraltro, sarebbe sbagliato, in questo caso, opporsi alla sentenza europea, perché ciò metterebbe, ancora una volta, il nostro paese in una condizione di subalternità nei confronti del dibattito europeo. È vero: abbiamo tutto l'interesse alla liberalizzazione dell'energia nel mercato europeo ed abbiamo interesse che ciò avvenga nella piena reciprocità di tutti gli Stati nazionali. Ma dobbiamo agire promuovendo, nell'interesse delle famiglie e delle imprese, la più ampia liberalizzazione, intervenendo sul risparmio energetico, sulle fonti rinnovabili e promuovendo un'apertura effettiva del mercato. In questi anni, le famiglie hanno pagato a caro prezzo sia l'energia elettrica sia il gas. A luglio, vi saranno aumenti che sono responsabilità di una politica energetica mal condotta nel nostro paese.Pag. 44
Vorrei ricordare a tutto il Parlamento che negli ultimi due anni le imprese, soprattutto le piccole imprese industriali e artigiane, hanno pagato l'energia elettrica il 40 per cento in più e il gas il 18 per cento in più. Non possiamo continuare così!
Pertanto, costruire una politica europea e costringere l'Unione europea ad un mercato veramente aperto e fondato sulla reciprocità è certamente un elemento importante e strategico. Noi abbiamo tutto l'interesse a fare pressioni in questo senso più di altri. Infatti, per noi il problema dell'energia assume un ruolo di maggiore strategicità rispetto alle questioni aperte sul piano dello sviluppo economico e rispetto ai problemi di tante famiglie italiane. Pertanto, riteniamo che sia giusto dichiarare l'urgenza del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Faccio presente ai colleghi che, prima di premere il pulsante della postazione di voto, devono attendere che la votazione sia dichiarata aperta; dico questo perché abbiamo registrato in precedenza dei voti nulli proprio per questa ragione. Quindi, vi invito ad attendere che sui due monitor appaia la scritta che indica che la votazione è aperta.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1041: Abrogazione delle norme in materia di partecipazioni in società operanti nel settore dell'energia elettrica e del gas.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 461
Astenuti 36
Maggioranza 231
Hanno votato sì 271
Hanno votato no 190).
Prendo atto che gli onorevoli Bodega e Bafile non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
A seguito della dichiarazione di urgenza testè deliberata, il termine per la Commissione per riferire in Assemblea è ridotto ad un mese dall'inizio dell'esame in sede referente, a norma dell'articolo 81, comma 2, del regolamento.