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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Correttezza e trasparenza del procedimento elettorale con riferimento alle elezioni amministrative di Palermo - n. 2-00563)
PRESIDENTE. Il deputato Piro ha facoltà di illustrare l'interpellanza Leoluca Orlando n. 2-00563 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6), di cui è cofirmatario.
FRANCESCO PIRO. Signor Presidente, l'interpellanza in esame reca la firma di oltre cinquanta deputati dell'Unione e intende attirare l'attenzione del Parlamento e del Governo (che fin qui non è stata, a nostro giudizio, adeguata) affinché non venga più sottovalutato quanto è successo, e sta ancora succedendo, riguardo alle elezioni amministrative nella città di Palermo.
L'interpellanza in oggetto è uno degli atti e delle iniziative intraprese da partiti, da candidati, da parlamentari dell'Unione, ma non solo, anche da cittadini e da candidati di altri schieramenti. Si tratta di iniziative di denuncia, durante la campagna elettorale, nei giorni stessi delle votazioni e successivamente agli scrutini, e diPag. 60iniziative di controllo, esercitate con la vigilanza nei quartieri, nei seggi e negli uffici elettorali dai rappresentanti di lista, ma anche da semplici cittadini e da giornalisti, che hanno documentato e testimoniato i fatti.
Signor rappresentante del Governo, siamo estremamente indignati e preoccupati per quello che è successo e succede a Palermo. Le limitazioni della libertà e della segretezza del voto, le manomissioni della correttezza e della certezza degli scrutini e della registrazione dei risultati sono tante e tanto gravi da configurarsi come un vero e proprio attentato alla Costituzione, un fatto gravissimo per la democrazia nel nostro Paese. A Palermo, questo è il punto, sono stati divelti, e in ogni caso seriamente minacciati, i fondamentali presupposti su cui si regge la sovranità e la libertà di un popolo. Non appaia eccessivo, ma a non pochi è sembrato di rivivere vecchi scenari da dittature sudamericane. Si può affermare che ci sono sempre stati nel passato fenomeni di acquisto del voto, di controllo del voto, anche violento, in una terra come la Sicilia, che ha vissuto e vive la violenza della mafia, nonché episodi di irregolarità negli scrutini e nel computo dei voti. Ora siamo, però, oltre ogni limite, il limite oltre il quale un fenomeno cessa di essere tale e diventa fatto sistemico. E così è: se non si interviene drasticamente e rapidamente, il voto di scambio e la limitazione della libertà dell'elettore diventeranno strutturali, comportamenti normali, non puniti e quindi accettati, travolgendo le basi stesse della democrazia.
Pur di fronte alla gravità dei fatti, qualcuno - non pochi in verità - tra il caustico e lo scettico ha alzato le spalle. Abbiamo ascoltato espressioni quali: «ma cosa andate cercando», «la differenza tra i voti è troppo alta», «cercate, alla fine, una giustificazione alla sconfitta attraverso reazioni scomposte». Crediamo che la questione vada ribaltata: in verità non sappiamo chi ha vinto a Palermo, non sappiamo chi è stato eletto, e non lo sappiamo perché le illegittimità già documentate e quelle che potranno essere accertate assumono proporzioni gigantesche, tali da poter mettere in discussione comunque i risultati finali. Vogliamo sapere chi ha vinto a Palermo, e lo vogliono sapere i cittadini, i quali vogliono anche sapere se la vittoria è stata legittima o meno. In tale seconda ipotesi il rispetto della legge e della sovranità popolare esige che le elezioni vengano annullate e ripetute, ovviamente nella legalità.
Passo ad illustrare le ragioni, ampiamente riassunte nell'interpellanza, della nostra posizione così ferma. Tali motivazioni possono sostanzialmente ricondursi a due fattispecie: la prima attiene al condizionamento ed al controllo del voto, la seconda riguarda la manipolazione dei risultati.
Già nel corso della campagna elettorale ci giungevano numerose segnalazioni da parte di cittadini e di nostri candidati, da diverse zone della città di Palermo, al punto che ci siamo convinti che era necessario presentare un esposto, che abbiamo inviato a varie autorità (magistratura, prefetto, questore, Ministero dell'interno) a firma mia, del senatore Giambrone, del deputato europeo Catania e del deputato regionale Apprendi, con cui si denunciava l'acquisto di voti attraverso soldi, buoni benzina, buoni di acquisto nei supermercati, pacchi di pasta (come è stato documentato dalla trasmissione Ballarò perfino pacchi di pasta che portavano la dizione «aiuti dell'Italia al terzo mondo»), lettere, finte ovviamente, di assunzione, promesse di posti di lavoro.
Per quanto riguarda il controllo del voto, non erano pochi i cercatori di voti, coloro che si autodefiniscono «portatori di voti», che andavano fotocopiando pacchi di tessere elettorali, per dimostrare di essere in grado di controllare i voti. Era assolutamente diffuso l'uso del videotelefonino, a dimostrazione del voto. Le cronache hanno riportato che in sette casi sono stati colti in flagrante elettori mentre fotografavano la scheda all'interno del seggio. Ancora, c'è il caso di un candidato che stava addestrando i volontari in servizio civile ad accompagnare i non vedenti aPag. 61votare, e farlo poi, ovviamente, al loro posto, ognuno per decine e decine di non vedenti!
Subito dopo le elezioni è stato denunciato che presso la Banca d'Italia si era notato un afflusso fuori dall'ordinario, assolutamente eccezionale, di banconote da 50 euro tagliate a metà. Chi è più anziano ricorda certamente le elezioni dell'inizio degli anni Cinquanta, in cui venivano divise le scarpe: si dava la scarpa destra prima del voto e, a risultato acquisito, si dava quella sinistra.
In tutto questo, abbiamo notato una non pronta e, a volte, non puntuale e forte risposta da parte delle autorità di polizia, sia prima che durante il voto. Ciò è stato motivato con l'assenza di uomini e di mezzi necessari per controllare un'intera città e centinaia di migliaia di cittadini. Ma su tale aspetto mi soffermerò successivamente.
Per quanto riguarda la seconda fattispecie, vale a dire la manipolazione dei risultati, vi sono fenomeni vistosi di irregolarità, illegittimità e vere e proprie alterazioni dei verbali e, quindi, dei risultati. La casistica è ricchissima, e in questa sede cito soltanto alcuni esempi, a cominciare dal fatto che i presidenti dei seggi sono stati convocati separatamente dagli scrutatori e che, su segnalazione di cittadini, la DIGOS ha rinvenuto presidenti di seggio che, in splendida solitudine, provvedevano a timbrare e a vidimare le schede elettorali. Non sono pochi i casi in cui i rappresentanti di lista hanno denunciato che è stato loro impedito l'esercizio dei propri diritti e, quindi, del proprio mandato. Non sono poche le sezioni - possiamo citare il caso di una sezione di Cruillas - in cui sono state trovate, al momento dello spoglio, centinaia di schede, estratte una di seguito all'altra, in cui il voto è stato espresso sicuramente dalla stessa mano con una matita non regolamentare: ciò fa venire in mente l'ipotesi, pura e semplice, della sostituzione di voti, già espressi, con altri, oppure il trucco della doppia scheda.
Sono state rinvenute fuori dei seggi schede regolarmente vidimate. Non sono poche, anzi sono molte, le persone che si sono recate a votare, la domenica sera o il lunedì, ma hanno saputo dagli scrutatori che avevano già votato e che nella loro casella risultava anche riportato il documento d'identità.
A tale proposito, giova citare un fatto. Il 24 marzo 2007 Il Giornale di Sicilia ha pubblicato un articolo che riferiva di furti avvenuti al comune di Palermo e riportava la dichiarazione del dottor Di Matteo, dirigente dell'ufficio anagrafe ed anche dell'ufficio elettorale, il quale riferiva che erano stati rubati dalla cassaforte 50 mila euro e numerose carte di identità in bianco. Aggiungeva, il dottor Di Matteo, che quasi certamente il vero oggetto dell'interesse dei criminali non erano i soldi, quanto piuttosto le carte di identità. È troppo, signor rappresentante del Governo, se chiediamo che venga svolto un piccolo controllo che incroci i numeri seriali delle carte di identità rubate con i numeri delle carte di identità registrate in quelle sezioni e in quelle liste elettorali per le quali è stata segnalata un'anomalia da parte degli elettori?
Inoltre, verbali assenti o non completi, verbali visibilmente alterati, voti scomparsi a numerosi candidati: anche in tali fattispecie la casistica è molto ampia. Cito soltanto un caso, che riprendo da un articolo del quotidiano la Repubblica del 25 maggio 2007, relativo al signor Pietro Garofalo, candidato nella lista «Vizzini per Palermo», una lista di supporto al candidato sindaco Diego Cammarata della Casa delle libertà. Egli afferma: nella sezione 137 di via Lussemburgo, Scuola media Vittorio Emanuele Orlando, ho votato - naturalmente per me - la mattina di domenica 13, e per me hanno votato nello stesso seggio mia moglie, mia figlia, mio genero e un'altra ventina di amici e vicini di casa, ma al momento dello scrutinio mi sono trovato davanti a una beffa: ho scoperto che non mi è stato attribuito alcun voto.
Oggi la Repubblica ha mandato in onda sul suo sito un video girato da suoi incaricati presso gli uffici elettorali del comune di Palermo. Esso è stato pubblicizzatoPag. 62ampiamente, sul quotidiano di oggi gli è riservata una pagina, e invito tutti coloro che non hanno avuto la possibilità di farlo a visionare tale video sul sito del giornale. Viene documentato - come si può dire: in corpore vili? - cosa è successo. Un rappresentante di lista dichiara che nella sua sezione, nella notte tra sabato e domenica, sono scomparse cento schede vidimate. Egli afferma inoltre che un signore gli ha offerto una scheda già votata e che un candidato ha assistito allo spoglio della sua sezione: alla fine dello spoglio gli risultavano 17 voti, ma sul verbale poi consegnato all'ufficio elettorale non era registrato alcun voto.
Vengono poi mostrati verbali su cui non risultano i voti di lista, non risultano i voti dei candidati, non risultano gli elenchi dei candidati, non risultano gli elenchi dei partiti che hanno partecipato alle elezioni. Risultano invece in maniera abnorme abrasioni, cancellature, uso dovizioso del bianchetto, macroscopici errori e inesattezze (donne trasformate in uomini, e viceversa). Si ascoltano poi le voci degli addetti all'ufficio. Una dichiara: mai vista una situazione del genere. Un altro: ma come si fa così ad attribuire i voti? Un altro dichiara: alcuni presidenti di seggio sono stati chiamati a completare i verbali, inserendovi i dati, che ovviamente i presidenti del seggio non possono ricordare. I dati sono quindi in tal caso desunti dai cosiddetti statini, che sono - signor rappresentante del Governo, lei certamente lo sa - quei fogli volanti che vengono trasmessi dal seggio all'ufficio elettorale per comunicare in maniera veloce i risultati dello scrutinio.
Abbiamo già parlato delle forze dell'ordine, ma desidero aggiungere che la mattina del 15 - cioè il giorno successivo a quello di completamento delle operazioni di voto - la DIGOS di Palermo ha presentato un dettagliato esposto alla magistratura. Se lo ha fatto il 15, vuol dire che le segnalazioni che ha ricevuto sono tali ed essa le ha ritenute così gravi e così fondate da avvertire il dovere di presentare un rapporto alla magistratura.
Riteniamo che questi episodi siano intollerabili e da combattere ovunque si verifichino. Aggiungo qualcosa in più: vi è molta rabbia e molta indignazione fra i cittadini di Palermo, e vi è ansia di legalità, poiché Palermo non è una città normale come le altre, ma è uno dei punti più sensibili per quanto riguarda la legalità, perché è stata sì capitale della mafia ma è stata anche la capitale della lotta alla mafia. A Palermo la legalità è condizione dello sviluppo: ecco perché chiediamo al Governo di fare uno sforzo in più e crediamo e ci aspettiamo che questo sforzo in più sarà compiuto.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Paolo Naccarato, ha facoltà di rispondere.
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, occorre dir subito che evidentemente non vi è alcuna sottovalutazione e che non mancheranno ulteriori approfondimenti, anche al di là dello svolgimento odierno di questa interpellanza.
Fin dall'inizio, è stata dedicata la massima attenzione alla predisposizione di tutte le misure considerate adeguate volte a garantire un ordinato svolgimento delle elezioni amministrative tenutesi a Palermo ed in altri trentatré comuni della provincia nei giorni 13 e 14 maggio ultimi scorsi, per il rinnovo degli organi elettivi. Già in data 3 maggio 2007, nel corso di una riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, sono state impartite le necessarie direttive per la predisposizione di adeguati servizi di vigilanza presso le sezioni, al fine di garantire un coordinato impiego delle forze di Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, del Corpo forestale, coadiuvati dai vigili urbani. È stato inoltre previsto l'impiego del personale della Polstrada per i servizi di pattugliamento, collegamento e scorta del materiale elettorale, nonché la predisposizione di «pattuglioni» con compiti di vigilanza ai seggi elettorali, conPag. 63particolare riguardo ai quartieri cosiddetti a rischio.
L'8 maggio 2007, la procura della Repubblica presso il tribunale di Palermo, in seguito ad una denunzia presentata da alcuni esponenti politici, relativa a presunte illegalità verificatesi nello svolgimento della campagna elettorale che avrebbero potuto condizionare la libera espressione del voto, ha costituito un fascicolo ed ha chiesto alla DIGOS di compiere con urgenza le opportune indagini. Inoltre, la locale questura, l'Arma dei carabinieri e la Guardia di finanza hanno predisposto un dispiegamento di forze dell'ordine che ha consentito un efficace e completo controllo del territorio e degli spazi limitrofi ai plessi scolastici ospitanti i seggi elettorali.
In proposito, si fa presente che sono stati attivati specifici servizi e mirati approfondimenti investigativi sul territorio da parte del personale DIGOS, in modo particolare nei quartieri indicati come luoghi di commissione del voto di scambio, ma non sono stati forniti ulteriori elementi di riscontro utili alle indagini, almeno fino a questo momento. L'esito degli accertamenti è stato poi trasmesso all'autorità giudiziaria competente.
In relazione alle anomalie avvenute prima delle operazioni di voto ed in merito alla circostanza secondo cui «la domenica mattina i plichi di schede risultavano aperti in molte sezioni e nella quasi totalità dei casi da una a cento schede risultavano mancanti», si fa presente che nessuna specifica richiesta è stata formalizzata alla questura di Palermo nel giorno dell'apertura dei seggi.
Più precisamente, però, nel pomeriggio di sabato 12 maggio, il capo ufficio stampa del candidato sindaco onorevole Leoluca Orlando ha denunziato, telefonicamente, alla DIGOS il comportamento di tre presidenti di seggio resisi responsabili dell'apertura dei plichi contenenti le schede elettorali e dei correlati adempimenti, non già al momento della formale costituzione del seggio, che è avvenuta alle ore 6 del primo giorno di votazione ai sensi dell'articolo 31 del decreto del Presidente della regione siciliana 20 agosto 1960, n. 3, bensì nel pomeriggio del sabato precedente le elezioni e in assenza degli scrutatori.
Verificata la veridicità della segnalazione nelle sezioni n. 145 e n. 310 istituite presso la scuola Alcide De Gasperi, i due presidenti di seggio hanno riferito che la loro condotta era da ascrivere ad una prassi diffusa e consolidata, volta ad evitare ritardi nell'apertura dei seggi per le operazioni di voto del giorno successivo e che alle anzidette operazioni avevano assistito uno o due testimoni, il segretario di seggio e/o lo scrutatore.
La terza sezione, n. 147, ubicata all'interno dello stesso plesso scolastico, era già chiusa e sigillata e quindi nulla si è potuto accertare in merito. Anche il presidente del seggio n. 565, ubicato presso la scuola elementare Tommaso Natale, ha sporto denuncia contro ignoti per il furto di 100 schede per il rinnovo della circoscrizione, già vidimate e sigillate, avendone registrato la scomparsa alla chiusura delle operazioni di voto alle ore 22 del giorno 13 maggio. Anche su questo episodio la DIGOS ha avviato i doverosi approfondimenti investigativi.
Inoltre, nella mattinata di sabato 12 maggio 2007, casualmente è stata ritrovata una scheda elettorale di colore grigio priva di bollo di sezione e di vidimazione, utile per l'elezione del sindaco e del rinnovo del consiglio comunale, nei pressi del cassonetto dei rifiuti in via dei Biscottari.
Alla luce degli accertamenti condotti, si è ritenuto verosimile la possibilità che un dipendente della tipografia Eurografica srl, unica assegnataria dell'appalto per la stampa delle schede elettorali nella provincia di Palermo, abbia cestinato la scheda anziché distruggerla, in un raccoglitore di rifiuti successivamente svuotato in un cassonetto in via dei Biscottari posto ad una cinquantina di metri dalla predetta tipografia a seguito di un accidentale deterioramento, come comprovato da una macchia, apparentemente di caffè, che compare sulla scheda medesima.
Riguardo alle anomalie avvenute durante il voto, non si sono avute notizie di schede regolarmente vidimate e non votatePag. 64ritrovate fuori dai seggi, sia all'interno sia all'esterno dei plessi scolastici. Tuttavia, si precisa che il giorno 15 maggio 2007, alle ore 9, all'interno dei servizi igienici della scuola elementare Orestano, sono state ritrovate da un dipendente comunale e dal personale della Polizia di Stato, in servizio presso il plesso scolastico, tre schede elettorali di colore rosa, valide per il rinnovo del consiglio circoscrizionale.
Le schede, con bollo di sezione e firma dello scrutatore, contenevano il voto di preferenza per altrettanti candidati dello schieramento di centrodestra.
Sono tuttora in corso indagini ed allo stato attuale non si conosce se le schede, oggetto di acquisizione da parte della DIGOS, siano state conteggiate ai fini del computo delle preferenze e se le stesse siano state trafugate dall'urna prima o durante le operazioni di spoglio.
Il giorno 14 maggio, alle ore 17, il personale della DIGOS è intervenuto presso il seggio 460 della scuola elementare V. Vitali poiché, durante le operazioni di scrutinio, alcuni rappresentanti di lista, riconducibili al candidato sindaco Leoluca Orlando, avevano eccepito la nullità di diverse decine di schede per il rinnovo del consiglio comunale. È stato, infatti, segnalato che tale schede riportavano il voto di preferenza espresso non con l'impiego della regolamentare matita copiativa, ma con un altro strumento di scrittura, rendendo riconoscibile il voto.
Le stesse schede - circa 130 - recavano la medesima indicazione del candidato sindaco (concorrente dell'onorevole Leoluca Orlando) e la preferenza per uno stesso candidato al consiglio comunale, inserito in una lista collegata a quel sindaco, ma in seguito risultato non eletto.
Dopo momenti di forte tensione ed accese polemiche, il presidente del seggio ha ritenuto valide le predette schede ed ha conteggiato sia i voti di lista sia quelli di preferenza. Questa decisione è stata oggetto di formale contestazione da parte di cinque rappresentanti di lista, che hanno fatto risultare nel verbale la loro opposizione.
Una situazione del tutto analoga rispetto alle contestate anomalie si è verificata nella sezione elettorale n. 19, presso la scuola elementare Oberdan di via Spica n. 5 e relativa a circa 120 schede «sospette».
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 16,40)
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Tuttavia, in questo caso, non è intervenuto personale della DIGOS, in quanto l'episodio è stato segnalato direttamente con esposto-denuncia all'autorità giudiziaria. Su entrambi gli episodi sono in corso indagini di polizia giudiziaria.
In relazione alla notazione di documenti di identità accanto ai nominativi riportati negli elenchi delle sezioni (come se qualcuno avesse già votato), nulla è stato portato all'attenzione degli uffici della questura, né si ha notizia dell'avvenuta formalizzazione di denunzie o esposti da parte di elettori.
Per quanto riguarda l'ammissione al voto di elettori privi di documento di identità personale, identificati per «conoscenza personale» e le modalità con le quali i portatori di handicap e/o analfabeti hanno esercitato il proprio diritto di voto, si precisa che non è pervenuta alcuna segnalazione o richiesta di intervento delle forze dell'ordine.
Nei giorni in cui sono state svolte le consultazioni amministrative sono giunte reiterate richieste, circa settanta, presso il centralino della sala operativa dell'ufficio prevenzione generale della questura di Palermo, riguardanti propaganda elettorale o volantinaggio in prossimità dei seggi elettorali.
A seguito degli interventi operati sono state identificate e segnalate alla prefettura di Palermo cinque persone, mentre più volte è intervenuto personale dell'AMIA (Azienda municipalizzata igiene ambientale) per la rimozione dei rifiuti dalle zone circostanti i plessi scolasticiPag. 65interessati dalla presenza di materiale di propaganda elettorale diffusamente sparso per terra.
Per quanto riguarda l'elettore sorpreso dagli scrutatori mentre fotografava la propria scheda di votazione per il rinnovo del consiglio di circoscrizione, presso il seggio n. 371 ubicato nel plesso scolastico di via Pitrè n. 183, su richiesta del presidente della sezione elettorale è stato chiamato il personale della questura e l'elettore, incensurato, è stato condotto negli uffici della DIGOS e denunciato in stato di libertà, con sequestro dell'apparato cellulare utilizzato. La persona in questione non ha rilasciato alcuna dichiarazione sui motivi della sua condotta. È stato accertato che la manifestazione del voto era stata espressa in favore di un candidato del centrosinistra.
In relazione alle anomalie avvenute a chiusura delle votazioni, si fa presente che parte degli episodi segnalati si riferiscono a momenti del procedimento elettorale che rientrano nella responsabilità dei presidenti di seggio, degli uffici comunali, dei presidenti dell'ufficio centrale elettorale.
Nel caso, invece, di candidati che hanno dichiarato di non aver rinvenuto nelle sezioni in cui hanno votato neppure il proprio voto o quello dei loro coniugi, la questura di Palermo è a conoscenza di un unico episodio verificatosi presso la sezione elettorale n. 529, nella scuola Armando Diaz di via Regina Margherita.
Infatti, nelle prime ore di martedì 15 maggio si è presentato, presso l'ufficio di ricezione denunce della predetta questura, un candidato al consiglio comunale di Palermo e per la II circoscrizione nella lista Partito della Rifondazione Comunista, il quale ha denunciato che «le schede elettorali votate dallo stesso e dalla moglie, con l'apposizione anche della croce sul simbolo del partito, unitamente al proprio cognome e all'indicazione del sindaco, non risultavano conteggiate».
Il candidato ha segnalato di aver richiesto al presidente della sezione elettorale, per il tramite di un rappresentante di lista presente nel seggio, un riconteggio delle preferenze espresse e che questi si era rifiutato, adducendo che un'operazione simile era già stata effettuata poco prima e la richiesta del rappresentante di lista non era stata riportata dal presidente nel verbale delle operazioni di scrutinio. Su questo episodio sono in corso ulteriori indagini da parte della DIGOS su specifica delega della procura di Palermo.
Durante le operazioni di scrutinio sono pervenute alla DIGOS solo due richieste di intervento per presunti atti intimidatori commessi a danno dei rappresentanti di lista presso i seggi ubicati nei circoli didattici Perez e Pensabene, per i quali comunque nessuno degli interessati ha manifestato l'intendimento di sporgere denunzia o querela.
Inoltre, alla locale questura non risulta pervenuta alcuna segnalazione da parte del servizio ispettivo della Banca d'Italia.
Si fa presente, infine, che ciascuno degli episodi sopra menzionati è stato tempestivamente segnalato all'autorità giudiziaria, che di volta in volta ha delegato alla locale DIGOS accertamenti, in parte già svolti e riferiti e in parte in corso di svolgimento.
In effetti, in merito ai paventati brogli elettorali, sono in corso attività di indagini espletate dalla DIGOS su delega dell'autorità giudiziaria. Tali indagini sono originate sia da un'informativa che lo stesso ufficio investigativo aveva depositato presso la procura della Repubblica di Palermo all'indomani della consultazione elettorale e sulla base dei primi elementi anomali emersi, sia da denunce e segnalazioni, pervenute per il tramite della stessa procura ed effettuate soprattutto da componenti lo staff del candidato sindaco onorevole Leoluca Orlando.
Infatti, nei giorni immediatamente successivi sono pervenute da varie fonti altre notizie di specifiche anomalie ed irregolarità. Alcune di queste sono state segnalate sia dall'onorevole Orlando sia da privati cittadini ed altre ancora dallo stesso ufficio elettorale centrale.
Il 23 maggio 2007 la procura della Repubblica di Palermo ha richiesto alla DIGOS di estendere le indagini anche alle anomalie da ultimo segnalate. In data 29Pag. 66maggio 2007, l'onorevole Orlando ha trasmesso una nuova denuncia per ulteriori anomalie ed illegalità. Il 30 maggio la procura della Repubblica di Palermo ha chiesto alla DIGOS gli opportuni accertamenti.
Questo è il resoconto che gli uffici ci hanno consegnato, ma al di là di ciò, che pur mi sembra importante, posso assicurare gli onorevoli interpellanti che il Governo - anche al di là dell'odierna risposta, che ha il limite oggettivo di analizzare quanto successo in uno spazio temporalmente definito ad oggi - continuerà a seguire con la massima attenzione tutta la vicenda ed in primo luogo l'evoluzione delle indagini in corso e, nel rispetto totale dell'autonomia della magistratura, quanto dovesse venire ulteriormente segnalato.
PRESIDENTE. L'onorevole Leoluca Orlando ha facoltà di replicare.
LEOLUCA ORLANDO. Desidero ringraziare il rappresentante del Governo per avere confermato tutti i casi denunziati come accertati o in corso di accertamento e confermare la gratitudine per la risposta. Per la soddisfazione devo francamente dichiarare che aspetto di vedere quali atti verranno posti in essere, non potendosi lasciare soltanto all'iniziativa dei cittadini l'attivazione di accertamenti di reati perseguibili d'ufficio e non solo a querela di parte.
Desidero, tuttavia, aggiungere che quello che è accaduto sta ancora accadendo. Sono ancora in corso, nella fase di accertamento e proclamazione dei risultati elettorali, irregolarità, illegalità, illiceità, che tutti possono vedere nel video richiamato dall'onorevole Piro. Si tratta, lo ripeto, di irregolarità in corso che producono effetti. Credo che su questo sia necessario capire e sapere quali intenzioni abbia il Governo, prendendo atto della volontà del signor rappresentante di non fermare l'azione del Governo a questa risposta, che pure già sarebbe esauriente, perché conferma la gravità dei fatti denunziati.
Stiamo parlando di un caso dai connotati di grande evidenza e di dimensioni tali da lasciar configurare qualcosa di più - lo accennava l'onorevole Piro - che la somma, pur gravissima, di centinaia di irregolarità. Siamo in presenza di una sorta di manifestazione di un costume di normale illegalità al limite di un vero e proprio disegno organico criminoso, che manipola risultati e perverte la volontà degli elettori. Siamo di fronte ad un disegno e ad un gruppo organico criminosi, che in realtà realizzano uno spietato ed illegale controllo della democrazia e del territorio.
Noi formuliamo ancora una volta sollecitazione agli organi dello Stato perché facciano la loro parte, che è stata fin qui svolta in modo non sufficiente. Signor rappresentante del Governo, nei giorni da sabato a lunedì era in servizio presso la DIGOS di Palermo soltanto una pattuglia, che doveva controllare una città di oltre 700 mila abitanti in un momento delicato come quello elettorale. Le ripetute richieste di intervento alla DIGOS venivano sostanzialmente non evase, mentre i reati erano in corso, con la risposta: «Non abbiamo personale adeguato da mandare». Credo sia opportuno che la signoria vostra vada ad accertare questi aspetti per evitare di fornire informazioni, ovviamente in buona fede, ma del tutto prive di fondamento.
Desidero ancora aggiungere che noi ripetiamo tale sollecitazione ancora una volta, convinti di dover dare garanzia a quanti, anche rischiando, non si sono acquietati di fronte a palesi illiceità e hanno deciso di denunziare veri e propri crimini, nonostante pressioni e minacce di ogni genere, anche fisiche. Ho visto il volto della paura nella faccia di tanti miei concittadini che, dopo aver denunziato un fatto, si sono chiesti se qualcuno li avrebbe garantiti, considerato che, quando hanno presentato la denuncia, era in corso l'irregolarità e nessuno è intervenuto!
Credo sia necessario ricordare che una settimana prima delle giornate del 13 e 14 maggio quattro deputati (un deputato europeo, due nazionali e uno regionale) avevano espresso preoccupazione ed avevano chiesto un adeguato intervento preventivo,Pag. 67al fine di vigilare sul regolare svolgimento delle imminenti elezioni. La nota è stata inviata al Ministro dell'interno, al presidente della Commissione antimafia, al prefetto, al questore ed al comandante dell'Arma dei carabinieri di Palermo. In essa venivano elencati i metodi illeciti già in corso e si invitava a vigilare sulla libertà e regolarità delle imminenti elezioni. Tale invito non ha avuto adeguato riscontro, come risulta dall'inadeguatezza di disposizioni e di personale di pubblica sicurezza nei giorni del voto e in quelli dello scrutinio. Tale inadeguatezza di disposizioni e di personale permane tuttora, se è vero, come è vero, che nessun intervento risulta in corso per evitare che continuino operazioni di verifica e di proclamazione dei risultati negli uffici comunali dove immagini da paese certamente non europeo sono disponibili a tutti e dove, davanti agli occhi di tutti, appaiono decine di verbali inesistenti, «sbianchettati» e assolutamente privi dei necessari elementi, quindi per la gran parte assolutamente irregolari.
Tutto questo materiale è ovviamente oggetto di prova, è stato - e verrà - trasmesso agli organi della magistratura competenti, ma sarebbe opportuno che, oltre ad attivarsi un candidato, un elettore o un cittadino, si attivino anche gli organi dello Stato. Il video ricordato è soltanto il primo di molti documenti filmici e fotografici, che testimoniano, ad esempio, un particolare: i plichi venivano trasportati dai seggi al comune e venivano consegnati senza che fosse identificato il consegnatario; abbiamo riprese televisive di persone in motorino che portano cinque plichi, li depositano in comune e vanno via senza che nessuno li identifichi perché l'ufficio elettorale comunale non ha dato alcuna disposizione in tal senso. Centinaia di sezioni risultano non aver indicato i responsabili della consegna dei plichi; quindi tali plichi venivano consegnati dal primo che passava e ciò, ovviamente, può far comprendere quali manipolazioni si possano essere verificate di fronte ad una così irresponsabile gestione e organizzazione del servizio da parte dell'ufficio comunale.
Signor rappresentante del Governo, le pongo una domanda: di fronte a ciò che stiamo dicendo, di fronte a questo allarme, non dovrebbero gli organi competenti attivarsi, non soltanto limitandosi - come hanno fatto - ad accertare i fatti che ho denunciato, ma anche svolgendo un'azione di investigazione e di prevenzione? In attesa che ciò accada, centinaia di cittadini si sono organizzati per difendere il diritto alla regolarità e alla libertà di voto, annunciando persino la restituzione al Capo dello Stato della tessera elettorale per mancanza di fiducia nei confronti del funzionamento degli organismi democratici. Inattività o inadeguata attività: credo siano la fonte di un gravissimo vulnus alla tanto auspicata credibilità della politica e delle stesse istituzioni democratiche e siano una condizione di grave insicurezza sociale. Ritengo che di tale sovvertimento dei risultati si occuperanno i magistrati amministrativi, ma il tema, in questa fase, non è il risultato dei ricorsi che verranno presentati davanti al giudice amministrativo, ma è quello dei reati dei quali è bene che si occupino gli organi inquirenti, ricordando che la gran parte dei reati denunciati, pur sanzionati con pene assai pesanti, è soggetta agli incredibili tempi - brevissimi - di prescrizione. Vi sono reati per i quali è prevista la reclusione da due a sette anni, ma la prescrizione è biennale; allora tali tempi assai brevi di prescrizione ovviamente impongono una celerità nelle indagini e rendono ancora più gravi e causa di responsabilità i ritardi, i temporeggiamenti e i tentativi di rimozione.
Sulla necessità, infine, di garantire regolarmente la libertà e la regolarità del voto i parlamentari interpellanti si riservano di attivare indagini e attività conoscitive da parte delle Commissioni parlamentari competenti e intendono proporre l'istituzione di una Commissione di inchiesta, non essendo tollerabile ogni inerzia rispetto a irregolarità e ad attentati alle libertà di voto in numerose regioni del nostro Paese.