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Si riprende la discussione del disegno di legge A.C. 2272-bis-A.
(Ripresa esame dell'articolo 10 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 5) precedentemente accantonato.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Contento 10.8 e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici subemendamenti Adenti 0.10.300.7 e Zanetta 0.10.300.8.
La Commissione raccomanda, quindi, l'approvazione del suo subemendamento 0.10.300.10, mentre invita al ritiro del subemendamento Burgio 0.10.300.3; raccomanda,Pag. 31inoltre, l'approvazione dei suoi subemendamenti 0.10.300.11 e 0.10.300.12.
La Commissione, quindi, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sul subemendamento Zanetta 0.10.300.5, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 10.300 (Nuova formulazione).
Infine, per quanto riguarda i restanti emendamenti presentati all'articolo 10, ricordo che in caso di approvazione dell'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione essi risulteranno preclusi; in caso contrario, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Ricordo che, come ho già preannunciato all'Assemblea, la Commissione ha presentato una nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo 43.0305, che tiene conto del parere della V Commissione (Bilancio).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 10.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, il gruppo di Alleanza Nazionale desidera richiamare l'attenzione sulla vicenda dell'articolo 10. Come è noto, nel testo originario, esso si limitava a richiamare, sostanzialmente, i principi di liberalizzazione e prevedeva anche lo svolgimento di un'indagine di carattere tecnico, per poi consentire l'adozione dei provvedimenti, in linea con la riforma avviata dal centrodestra nel corso del 2003 e portata a compimento.
Tuttavia, sotto il profilo politico, desideriamo segnalare - e mi avvio alla conclusione - che, in realtà, il Governo ha dimostrato, ancora una volta, di non essere in grado di affrontare tematiche complesse come quella relativa al trasporto ferroviario. Nel giro di poche settimane, infatti, ha prima presentato un emendamento che stravolge completamente il testo originario contenuto nel provvedimento e contemporaneamente, soltanto dopo pochi giorni, ne ha presentato un altro che stravolge sia il testo originario, sia quello proposto dall'emendamento, introducendo principi che non erano, appunto, previsti nella stesura originaria.
Avremo modo - spero - di tornare sul tema, in occasione di altre proposte emendative, ma era necessario sottolineare, a nostro giudizio, l'incapacità del Governo di affrontare temi tanto rilevanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, anche noi condividiamo l'emendamento al nostro esame; siamo quindi a favore della soppressione dell'articolo 10. Come abbiamo rilevato anche in altre occasioni, questo è un modo ben strano di legiferare su una materia così delicata e complessa. Siamo a favore della soppressione del suddetto articolo e, ovviamente, siamo anche contrari alla riformulazione proposta dalla Commissione. A mio avviso, tale riformulazione - così come è presentata - non assicura alcuna liberalizzazione, complica maggiormente questo settore, rende difficili le interpretazioni e, certamente, non tutela gli interessi dell'utente e del consumatore.
Ovviamente, si tratta di una materia che si colloca in modo anomalo nel provvedimento in esame, analogamente ad altri temi per i quali vi è stato lo stralcio (mi riferisco al pubblico registro automobilistico e ad altri argomenti).
Signor Presidente, non c'è dubbio, che l'invito che rivolgiamo al Governo - anche se ha manifestato la sua adesione alla proposta del relatore - è di essere d'accordo sulla soppressione o, quanto meno, indicare un percorso diverso da quelloPag. 32dello stralcio. Oggi, il problema del trasporto ferroviario è un dato certamente serio. Come più volte è stato detto, è necessario modificare la normativa che presiede alle Ferrovie dello Stato. Non c'è dubbio che in tal modo, tra la holding FS, Trenitalia Spa e Rete ferroviaria italiana Spa non si realizzano gli obiettivi per rendere funzionale e razionale il servizio e aprirlo alla concorrenza. Mediante la ricordata normativa non si va da alcuna parte. Si realizzerà una accumulo di spese e di sofferenze per quanto riguarda le Ferrovie dello Stato e certamente si verificheranno le complicazioni che puntualmente arrivano, senza alcuno sbocco né alcuna prospettiva.
Pertanto, occorrerebbe un atto di «generosità» da parte del Governo e, forse, sarebbe stata necessaria, anche a tale proposito, la presenza del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per fornire un'indicazione ed un orientamento in merito. Tale materia non rientra tra le attività produttive. Si tratta, ovviamente, di una tematica che riguarda i trasporti e la loro intermodalità e, pertanto, il collegamento tra ferrovie, il trasporto su gomma, il trasporto via aria ed il trasporto via mare, in una visione certamente organica, molto più stringente e, soprattutto, molto più produttiva.
Ritengo sia necessario considerare anche la storia della nascita delle Ferrovie dello Stato. Inoltre, vorrei comprendere in quale misura, questo articolo, anche nella riformulazione proposta dal Governo, possa risolvere i problemi delle ferrovie ed aprire il settore alla concorrenza. Sono d'accordo. Esisteva una normativa prevista dal provvedimento, inerente i controlli e il ruolo delle commissioni competenti. Mediante la norma in discussione, si rientra in un ingranaggio molto farraginoso, per alcuni versi incomprensibile e che va a salvaguardare alcune corporazioni o riserve di gestione o di potere esistenti all'interno delle Ferrovie dello Stato.
Si tratta di una questione importante, che non credo possa risolversi mediante una rimodulazione dell'articolato od attraverso la proposta avanzata dalla Commissione. Per questi motivi, formulo anche al relatore l'invito a riconsiderare quanto proposto, perché viene in questione un dato certamente molto complesso e, per alcuni versi, anche grave.
PRESIDENTE. Onorevole Tassone, la invito a concludere.
MARIO TASSONE. Per quanto riguarda il richiamo all'autorità dei trasporti, mi domando per quale motivo non si attenda l'emanazione della legge su tale autorità. Si tratta di una regolazione economica, certamente necessaria e fondamentale. Una norma quale quella in discussione, in attesa dell'introduzione dell'autorità dei trasporti, rappresenta una impostazione certamente schizofrenica di legiferare.
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
MARIO TASSONE. Per questi motivi, sono d'accordo sulla soppressione dell'articolo in discussione, con l'augurio che possa essere data, se è il caso e se il Governo se la sente di fornirla, una spiegazione, perché la proposta della Commissione è molto complessa, lo ripeto, molto articolata e, per alcuni versi, farraginosa, incapace di salvaguardare la situazione e la normativa delle Ferrovie che, tra la holding FS, Trenitalia Spa e RFI Spa, non ha dato alcun tipo di risposta seria...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
MARIO TASSONE. ...cosa che oggi, certamente, dovremmo essere in grado di fare. La ringrazio, signor Presidente.
PRESIDENTE. Comunico che anche il gruppo dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), ha esaurito il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, anch'io sollevo le stesse questioni dei due colleghi che mi hanno preceduto, nel senso che ci pare che l'articolo in esame, che è arrivato in Commissione con una formulazione molto sfumata, ora contenga concetti estremamente importanti.
Mi fa specie che non sia presente in aula l'onorevole Meta, presidente della Commissione trasporti, la quale è stata sicuramente esautorata da ogni possibilità di discussione. Riteniamo abbastanza grave tale situazione ed abbiamo anche tentato di intervenire: ancora poco fa sono pervenuti alcuni subemendamenti alla proposta emendativa in esame, ma i tempi per intervenire sono stati veramente ridotti. Credo che soprattutto sia sfuggito ai più il contenuto dell'emendamento 10.300 della Commissione.
PRESIDENTE. Onorevole Zanetta, concluda.
VALTER ZANETTA. Concludo, Presidente. Tale proposta emendativa investe temi molto importanti su cui mi riservo di intervenire nel prosieguo del dibattito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Anch'io mi associo all'appello rivolto ai colleghi sul fatto che non possiamo accettare che una materia così delicata che riguarda un settore tanto strategico per il Paese, venga affrontata in un provvedimento omnibus che, nei fatti, ha dimostrato di essere partito con una serie di buone intenzioni (si parlava delle grandi liberalizzazioni), ma che oggi a fronte di una serie di veti incrociati, ha subito un ridimensionamento notevole.
La materia affrontata dall'articolo 10 lascia il tempo che trova: non è accettabile che un argomento così importante, relativo all'apertura del mercato, volto a creare le regole della concorrenza in un settore così delicato venga affrontato in un simile modo.
PRESIDENTE. Onorevole Gibelli, concluda.
ANDREA GIBELLI. Concludo, Presidente. Non si può affrontare in maniera così frammentaria una ricostruzione in tempo reale sulla modifica di un provvedimento che, nella scorsa legislatura, avevamo trattato in maniera molto diversa e che oggi non crea le condizioni minime per l'apertura del mercato rispetto alle esigenze imposte dall'Unione europea e rispetto ad evidenti scelte politiche non contemplate nel provvedimento in esame. Chiedo pertanto al Governo di soprassedere su questa richiesta perché si offende anche il Parlamento affrontando la materia in questi termini!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè.
Onorevoli colleghi, il tempo per le dichiarazioni di voto a titolo personale è già stato esaurito. Quindi, onorevole Uggè, dal momento che il rappresentante del suo gruppo ha già parlato, le concedo 30 secondi per svolgere il suo intervento.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente vorrei associarmi alle considerazioni svolte dal collega Zanetta ed evidenziare che siamo di fronte ad un emendamento particolare, impegnativo, che ha introdotto una serie di motivazioni più volte sconfessate dallo stesso relatore, che evidentemente è stato costretto a modificare il senso iniziale della disposizione dalle divisioni, dai diversi pareri presenti in questa variegata maggioranza.
PRESIDENTE. Onorevole Uggè, concluda.
PAOLO UGGÈ. Concludo, Presidente. Per tale motivo, credo sia opportuno disporre un accantonamento dell'emendamento in esame. Comunque, interverremo su tali aspetti con ulteriori emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 34
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 10.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazioni).
(Presenti 416
Votanti 333
Astenuti 83
Maggioranza 167
Hanno votato sì 102
Hanno votato no 231).
Prendo atto che la deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che la deputata Schirru ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto, infine, che il deputato Di Cagno Abbrescia ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo agli identici subemendamenti. Adenti 0.10.300.7 e Zanetta 0.10.300.8.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
VALTER ZANETTA. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro del mio subemendamento 0.10.300.8, perché nella riformulazione dell'emendamento 10.300 della Commissione è stato accolto parte del contenuto di questo mio subemendamento. Mi riferisco soprattutto al comma 16, di cui parleremo successivamente, che è stato accolto e, quindi, posso dire che ho avuto alcuni motivi di soddisfazione per la decisione assunta.
Un ulteriore richiamo a questo emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione lo si deve fare. L'assurdo è infatti che stiamo aspettando il piano industriale delle Ferrovie dello Stato, che, ancora ad oggi, la Commissione non ha avuto l'onore di potere discutere e di cui se ne parla, forse, in altre sedi. In tale emendamento compare una modalità che sottende, a mio modo di vedere, un supporto al futuro piano industriale delle Ferrovie dello Stato.
L'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione riguarda, quindi, questioni molto importanti sulle quali - ripeto - la Commissione non ha potuto discutere e osservo, dati i tempi che rimangono all'Assemblea per esaminarle, che le nostre rischiano di essere solo segnalazioni, non approfondimenti veri su tematiche che, invece, sarebbe necessario approfondire.
PRESIDENTE. Il subemendamento Zanetta 0.10.300.8 è quindi ritirato.
Chiedo all'onorevole Adenti se acceda all'invito al ritiro del suo subemendamento 0.10.300.7 formulato dal relatore.
FRANCESCO ADENTI. Sì, lo ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.10.300.10 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 423
Astenuti 9
Maggioranza 212
Hanno votato sì 422
Hanno votato no 1).
Passiamo al subemendamento Burgio 0.10.300.3.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ALBERTO BURGIO. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro, ma teniamo a precisare le ragioni che ci hanno indotto a presentare questa e le altre propostePag. 35emendative al testo originario dell'articolo 10. Abbiamo delle riserve nei confronti delle liberalizzazioni che coinvolgono beni pubblici e servizi di interesse generale, che, a nostro giudizio, non dovrebbero sottostare a logiche di mercato e ai vincoli della gestione aziendalistica e rispetto ai quali riteniamo incombano sullo Stato delle responsabilità non derogabili.
La ragione è semplice e non è ideologica: questi servizi non sono merci, ma sono risposte ad inviolabili diritti di cittadinanza. Da questa riserva preliminare segue, in questo caso, la nostra preoccupazione nei confronti di una liberalizzazione che, in assenza di un piano industriale - a tutt'oggi non presentato dalla dirigenza delle Ferrovie dello Stato, più volte sollecitata al riguardo -, non presenta, a nostro giudizio, sufficienti garanzie riguardo al servizio passeggeri a prezzi socialmente sostenibili per le fasce di utenza più deboli, a cominciare dagli studenti e dai pendolari. Per tale motivo, avremmo preferito che si procedesse con maggiore cautela, stralciando questa misura del provvedimento o limitandosi, per il momento, al traffico merci.
Vi è poi la questione della destinazione dei profitti, che, secondo noi, debbono ritornare in massima parte al pubblico sotto forma di interventi di manutenzione e di ampliamento della rete ferroviaria, tanto più che il privato già comprende nei costi le spese di manutenzione.
L'impresa privata persegue, legittimamente, la remunerazione dei capitali investiti, ma gli interessi del pubblico, che concede lo sfruttamento della rete, debbono rimanere, a nostro giudizio, prevalenti. Non vogliamo che anche in Italia si verifichi quanto è successo in Inghilterra, dove il Governo Blair è stato costretto a ripubblicizzare, in forma surrettizia, una rete ferroviaria distrutta da anni di sfruttamento economico selvaggio costellato da disservizi, secche riduzioni del personale e mancati interventi di manutenzione sul materiale rotabile.
Proprio perché non vogliamo che anche da noi la liberalizzazione del traffico ferroviario possa risolversi in una semplice speculazione e in un'operazione di privatizzazione dei profitti e socializzazione dei costi, presenteremo un ordine del giorno - che chiediamo al Governo di accettare - in cui si ribadisce l'esigenza di riservare la massima attenzione ai diritti dell'utenza disagiata, degli studenti, dei lavoratori pendolari e alle esigenze di sviluppo del trasporto pubblico su rotaia.
PRESIDENTE. Il subemendamento Burgio 0.10.300.3 è quindi ritirato.
Passiamo alla votazione del subemendamento 0.10.300.11 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, l'onorevole Tassone è già intervenuto in maniera puntuale sulla proposta emendativa della Commissione. A me preme svolgere alcune considerazioni che si collegano a quelle svolte dall'onorevole Burgio.
Non ho capito come sia possibile, in un provvedimento di questo genere, parlare di liberalizzazione del trasporto su rotaia. Non siamo contrari, in linea di principio, ma riteniamo che effettivamente parte del Parlamento sia espropriata della partecipazione a un dibattito serio.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUIGI D'AGRÒ. L'articolato proposto dalla Commissione in qualche modo è arrivato per tappe, non è stato un qualcosa che sia identitario di una cultura vera del provvedimento di liberalizzazione in questo settore. È stato un accadimento graduale, quindi non c'è fino in fondo la volontà precisa di arrivare con regole chiare a disciplinare questo settore. E quando si espropria un pezzo del Parlamento, mi riferisco in particolare alla Commissione trasporti, su un tema di questa natura...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
LUIGI D'AGRÒ. ...credo che sbagliamo un po' tutto. Ritengo, quindi, che anche daPag. 36questo punto di vista non sia possibile per noi votare a favore del subemendamento 0.10.300.11 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.10.300.11 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 443
Maggioranza 222
Hanno votato sì 250
Hanno votato no 193).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.10.300.12 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 421
Astenuti 21
Maggioranza 211
Hanno votato sì 246
Hanno votato no 175).
Come già preannunciato, a seguito dell'approvazione dei subemendamenti 0.10.300.11 e 0.10.300.12 della Commissione, il parere contrario della Commissione bilancio sull'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione si intende revocato.
Passiamo al subemendamento Zanetta 0.10.300.5.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
VALTER ZANETTA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Il subemendamento in esame, a mio avviso, costituisce un contributo al fine di migliorare quanto prevede l'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione, che presenta alcune lacune che abbiamo cercato di evidenziare.
Il mio subemendamento, al fine di garantire le condizioni necessarie per l'effettiva liberalizzazione dei servizi ferroviari regionali, propone che i finanziamenti pubblici vengano assegnati alle regioni, che direttamente o tramite il soggetto concessionario acquistano il materiale rotabile garantendo che lo stesso sia disponibile per le imprese ferroviarie che stipulano contratti di servizio con le regioni stesse.
Signor Presidente, credo che sia un subemendamento di buon senso e quindi invito l'Assemblea ad esprimere un voto favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Zanetta 0.10.300.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 445
Votanti 443
Astenuti 2
Maggioranza 222
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 247).
Prendo atto che l'onorevole Mellano ha segnalato che non è riuscito a votare.Pag. 37
Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Attili. Ne ha facoltà.
ANTONIO ATTILI. Signor Presidente, l'emendamento della Commissione, interamente sostitutivo dell'articolo 10, ci lascia per la verità molto perplessi.
Lo voglio dire in premessa: non siamo contrari all'avvio del processo di liberalizzazione della rete ferroviaria, anche perché si tratta di dare attuazione a normative europee recepite da tempo dal Governo italiano. Non vi è dunque alcuna opposizione di principio. Non si può però negare che l'emendamento al nostro esame affronta tutta una serie di complessi problemi che avrebbero necessitato di un maggiore approfondimento in sede di Commissione di merito. In precedenza abbiamo votato contro l'emendamento con il quale si chiedeva di sopprimere l'articolo 10 perché riteniamo che tale articolo affronti comunque un problema importante; ma non vi è dubbio che è condivisibile l'osservazione, svolta da molti colleghi, per cui una materia così complessa avrebbe meritato ben altro approfondimento.
Di questo articolo condividiamo i primi due commi, che ne costituiscono la parte, per così dire, programmatica: si prevede, in buona sostanza, che il Ministero vigili affinché non si verifichino condizioni di discriminazione nell'utilizzo della rete, e che, entro 120 giorni (ma il tempo mi pare eccessivo: lo ridurrei a tre mesi e sarebbero comunque molti) dalla data di entrata in vigore della legge, esso conduca un'indagine conoscitiva al fine di verificare se, tanto per il trasporto merci quanto per quello passeggeri, vi siano tratte a lunga e media percorrenza in grado di assicurare l'equilibrio fra costi e ricavi. Ci convincono sia il meccanismo delle audizioni, che è addirittura previsto in legge, sia il parere delle Commissioni.
Ma ci fermeremmo qui. Non siamo invece d'accordo su tutti gli altri commi, che affrontano - lo voglio ricordare solo per dimostrare la complessità dell'emendamento - una serie di altre questioni estremamente articolate: la problematica degli oneri del servizio pubblico, di cui peraltro sfugge l'entità delle risorse (è vero che i subemendamenti presentati dalla Commissione hanno risolto il problema del parere contrario della Commissione bilancio, ma la questione della copertura degli oneri di pubblico servizio rimane comunque molto vaga); il problema dei servizi assegnati alle regioni a statuto speciale e alle province autonome; la questione delle capacità finanziarie delle imprese; nonché tutta un'altra serie di questioni - dall'accesso alla rete alle tracce orarie - che, lo ripeto, costituiscono argomenti di grande complessità e che non possono essere trattati in questo modo.
Con tale emendamento, peraltro, si modificano disposizioni importantissime, contenute in leggi e decreti legislativi, ed è difficile oggi valutare cosa accada delle norme di tali provvedimenti a seguito di tutte le modifiche proposte dalla Commissione.
Per tali ragioni, chiederemmo - poiché, lo ripeto, siamo d'accordo sulla prima parte - se sia possibile votare l'emendamento per parti separate. Annuncio sin d'ora che, qualora ciò sia possibile, voteremo a favore dei primi due commi, mentre ci asterremo sugli altri, come atto di fiducia nei confronti del Governo, anche se, nel merito, giudichiamo questo testo complesso, difficile da comprendere e non adatto ad essere trattato in questo modo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lovelli. Ne ha facoltà.
MARIO LOVELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho ascoltato con attenzione gli interventi che si sono susseguiti su questo argomento. Quelli svolti dai colleghi della Commissione trasporti debbono essere oggetto di specifica attenzione, poiché si tratta di contributi che attengono ad una specificità di materie che certamente, nell'ambito di tale Commissione, avrebbe potuto trovare un'ulteriore possibilitàPag. 38di approfondimento e magari di precisazione.
Ritengo, peraltro, che in sede di esame di questo disegno di legge e nel parere espresso dalla IX Commissione tale valutazione era stata compiuta, anche se in modo non completamente approfondito. In quell'occasione, la formulazione di tale articolo era stata concepita come un punto di riferimento su cui eventualmente, nell'ambito della discussione in Assemblea, sarebbe stato possibile intervenire ulteriormente, non solo con proposte emendative, ma anche con ordini del giorno, che ritengo ancora opportuni ed utili.
Quello esistente è un quadro normativo di riferimento stabile e consolidato (faccio riferimento alla legge 1 agosto 2002, n. 166 e al decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 188). Si tratta, in sostanza, di far sì che le misure previste in tema di trasporto ferroviario diano l'opportunità di migliorare i servizi pubblici, a tutto beneficio dei cittadini italiani. E si vuole fare tutto ciò tramite il provvedimento in esame, compreso a sua volta in un disegno complessivo di misure di liberalizzazione e di tutele previste per il consumatore.
Quello in esame è un articolo - e l'emendamento della Commissione nella nuova formulazione è, da questo punto di vista, molto più impegnativo - che da una parte riprende il percorso della liberalizzazione, dall'altro introduce, in modo più preciso, il concetto di servizio universale nel trasporto locale e in quello nazionale su cui, da adesso in avanti, sarà necessario intraprendere le conseguenti iniziative attuative.
Come ben sanno i colleghi, questo disegno di legge procede in parallelo con un provvedimento che si trova oggi all'esame del Senato e che riguarda la costituzione dell'autorità dei trasporti. Pertanto, avremo l'occasione, nella navette di questi provvedimenti fra le due Camere, di svolgere ulteriori valutazioni di merito.
Ho ascoltato l'intervento del collega Attili, il quale motivava la posizione assunta dal suo gruppo sull'emendamento in esame. La posizione sostenuta dal collega in questione è, a mio avviso, debole perché non tiene conto del complesso della risposta che fornisce questo emendamento. Ossia, se approvassimo l'emendamento limitandoci ai primi due commi, non appoveremmo altro che un manifesto, non una norma puntuale; un manifesto che riprenderebbe quanto previsto dalla legge n. 166 e dal decreto legislativo n. 188 citati; in questo modo, inoltre, non fisseremmo dei punti fermi per attuare i provvedimenti.
Ritengo che i commi successivi contenuti nell'emendamento in esame compiono un passo in avanti. Naturalmente, poiché vi è sempre la possibilità di precisare ulteriormente i contenuti di un provvedimento importante, come quello in discussione, potremmo anche approvare degli ordini del giorno per fornire indirizzi specifici e dettagliati al Ministero.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARIO LOVELLI. Pertanto, penso che sia utile e giusto votare a favore di questo emendamento, con il quale si compie, lo ripeto, un passo in avanti importante, non solo per fornire risposte in merito alla questione delle liberalizzazioni, che potrebbero avere riflessi discutibili, ma soprattutto in materia di miglioramento del servizio per i cittadini italiani. A noi interessa soprattutto tale ultimo aspetto. Il Parlamento deve dare risposta alle richieste provenienti dal Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho raccolto lo sforzo compiuto dall'onorevole Attili, ma sono anche convinto che votare i primi due commi dell'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione non sarebbe funzionale rispetto all'impostazione complessiva ed all'impianto dell'emendamento in esame.
Ad esempio, in riferimento al primo comma, dove si parla di attività di vigilanza del Ministero dei trasporti, mi domando quale sia l'attività di vigilanza del Ministero dei trasporti e se essa non sia,Pag. 39piuttosto, molto debole. A mio giudizio, la holding Ferrovie dello Stato costituisce un potere a parte che si sottrae al controllo del Parlamento, mentre il Ministero dei trasporti ha scarsa incidenza e potere, come poc'anzi ricordava qualche collega prima di me.
Per queste ragioni, l'impianto di questo emendamento va respinto.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole.
MARIO TASSONE. In termini non polemici, chiedevo al Governo che venisse a spiegarcelo, ma ritengo che dovesse essere il Ministero dei trasporti a farlo.
L'emendamento in discussione deve essere respinto e la relativa materia attribuita alla Commissione di merito, al fine di un riscontro e di una disamina molto più attenta ed articolata.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
MARIO TASSONE. L'emendamento al nostro esame, infatti, contiene di per sé stesso la riforma delle ferrovie, una «falsa» e «cattiva» riforma che, certamente, ci porta non alla liberalizzazione, ma al rafforzamento di alcune corporazioni ben chiare e definite all'interno del mondo delle Ferrovie dello Stato [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, devo riconoscere il buon senso e, soprattutto, l'onestà intellettuale dei colleghi del centrosinistra, gli onorevoli Attili e Lovelli, che hanno, in sostanza, raccolto le nostre perplessità, le quali, peraltro, non erano solo nostre, se si pone mente anche a documenti presentati dai sindacati e riportati da alcuni quotidiani con titoli che si possono così riassumere: Ferrovie; Bufera sui tagli di Bersani. O, ancora: Sindacati; privatizzate le tratte redditizie, eliminati i rami secchi.
Argomenti e concetti di questo genere sono, infatti, ricompresi nel famigerato emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione al nostro esame, e allora, in questa Assemblea, dobbiamo far riverberare anche aspetti che rappresentano sensibilità del mondo sindacale e di chi lavora nelle ferrovie ma, soprattutto, degli utenti.
PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole.
VALTER ZANETTA. L'emendamento in discussione sottende anche questo dato di preoccupazione. Da parte del nostro gruppo sarà espresso chiaramente un voto contrario: abbiamo anche cercato di impegnarci nel corso della fase emendativa - come affermato precedentemente è stato espunto dal testo, con nostra soddisfazione, il comma 16 - ma voteremo ugualmente contro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, il gruppo di Alleanza Nazionale voterà contro, perché i principi di liberalizzazione erano già contenuti nell'articolo 38 della legge n. 166 del 2002. È per tale motivo che il primo testo richiamava sostanzialmente quei principi. Non vi era bisogno di operare interventi di sorta, ma bastava applicare le disposizioni normative.
Nel secondo testo, guarda caso, improvvisamente si chiede di modificare quel tipo di principi in materia di liberalizzazioni, passando dalle gare al confronto competitivo.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MANLIO CONTENTO. Nel terzo testo si torna ovviamente alle gare, ma si modificaPag. 40la questione relativa all'individuazione delle tratte degli interventi, affidata, nel secondo passaggio, al Comitato interministeriale per la programmazione economica, mentre viene rimessa in capo al Consiglio dei Ministri con l'accordo delle organizzazioni sindacali e degli altri soggetti nell'ultimo caso.
Queste sono le nostre perplessità, altro che posizioni non chiare e non univoche!
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
MANLIO CONTENTO. Le vostre sono posizioni non chiare, come emerge dagli emendamenti che avete appena presentato per ovviare alle censure mosse al primo testo dalla Commissione bilancio, inserendo gli stessi aspetti che dovrebbero essere oggetto di censura. La chiarezza, quindi, non sta dalla vostra parte, bensì dalla nostra, mentre il provvedimento diventa più confuso e va contro gli interessi del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggé. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, convenendo sulle osservazioni svolte dal collega Attili, preannunzio, a titolo personale, che esprimerò voto contrario sull'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione che certamente cerca di recuperare, sotto la veste della liberalizzazione, ciò che è stato fatto bene nella passata legislatura e che oggi viene in qualche modo confuso.
Alcuni passi in avanti, anche per quanto riguarda le sollecitazioni avanzate in Commissione, sono stati compiuti, come ad esempio l'eliminazione del comma 16 e la consultazione delle forze sindacali, ma non sono certamente sufficienti a creare le condizioni che tanto si sbandierano nel Paese. In questo modo non si liberalizza, ma si creano situazioni completamente diverse!
PRESIDENTE. Ricordo che è stata richiesta la votazione per parti separate della proposta emendativa in esame, nel senso di votare prima i primi due commi e poi i commi successivi. Ciò è possibile, perché entrambe le parti conservano la loro autonomia. Il parere favorevole della V Commissione bilancio, dopo l'approvazione dei subemendamenti 0.10.300.11 e 0.10.300.12 della Commissione, è ovviamente da intendersi sull'emendamento complessivo 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui primi due commi dell'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 459
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato sì 248
Hanno votato no 211).
Prendo atto che la deputata Leddi Maiola ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla restante parte dell'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 452
Astenuti 16
Maggioranza 227
Hanno votato sì 233
Hanno votato no 219).Pag. 41
Sono, pertanto, preclusi tutti i successivi emendamenti riferiti all'articolo 10; avverto, inoltre, che non porrò in votazione l'articolo 10, in quanto l'emendamento approvato era interamente sostitutivo dello stesso.
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, si potrebbe passare all'esame dell'articolo 21.
PRESIDENTE. Sta bene.