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Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2272-bis-A.
PRESIDENTE. Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 11,46, è ripresa alle 12,05.
PRESIDENTE. Saluto il professor Charles Taylor e un gruppo di studenti dell'Università Virginia Tech di Blacksburg degli Stati Uniti, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune. Si tratta del Campus universitario nel quale lo scorso 16 aprile è avvenuta la strage in cui hanno perso la vita 32 studenti, a causa di un atto di follia da parte di un loro collega. Rivolgo loro un saluto particolare a nome della Presidenza e dell'Assemblea (Applausi).
Avverto che sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Borghesi 17.200 e Iannuzzi 58.200.
(Stralcio degli articoli da 50 a 57 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Sulla proposta di stralcio avanzata dal relatore prima della sospensione della seduta, ai sensi dell'articolo 41 del Regolamento, darò la parola adPag. 3un oratore contro e ad uno a favore per cinque minuti, dopo avere acquisito il parere del Governo.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo si rimette all'Assemblea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il presidente della Commissione trasporti, deputato Meta. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META. Signor Presidente, interpretando le convinzioni di tutta la Commissione, sono a favore della proposta di stralcio avanzata dal relatore nel corso della seduta di questa mattina. Ritengo sia una proposta giusta, responsabile e anche coerente con lo spirito della norma contenuta nel disegno di legge che stiamo discutendo.
Apprezzo il lavoro serio che ha effettuato il relatore perché, nel tenere ferma la barra sull'esigenza di semplificazione a favore dell'utenza attraverso il varo di questa disciplina, non si è mai scordato di affrontare la questione del diritto al lavoro degli oltre tre mila dipendenti dell'ACI.
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di prestare attenzione e di fare silenzio.
MICHELE POMPEO META. Lo dimostra un emendamento che il relatore Lulli ha presentato al testo del Ministro Bersani, che, però, non aveva la copertura finanziaria.
Dopo il lavoro compiuto in Assemblea e nella Commissione, siamo nelle condizioni di trasferire questo patrimonio di confronti e di conoscenze nella Commissione di merito. Assumiamo l'impegno a ripartire proprio dal punto in cui questa discussione si è fermata.
Vorrei enunciare - anche se non si tratta di una delega, ma mi corre il dovere politico e morale di farlo - quattro punti che, a mio avviso, dobbiamo tenere fermi nel tentativo di fornire una risposta ai lavoratori, ma anche di riformare l'ACI: l'ACI è riformabile, non è il PCUS.
Questi quattro punti, a mio avviso, sono quelli che hanno ispirato i lavori del relatore e della Commissione: il mantenimento della natura pubblica dell'associazione (ente pubblico non economico), la garanzia dei lavoratori, la nuova missione e la semplificazione della procedura. Quando noi ci poniamo l'obbiettivo di considerare l'automobile un bene mobile da non registrare, rispondiamo in modo coerente ad una serie di iniziative che nel corso di questa legislatura, ma anche e soprattutto durante la scorsa legislatura, hanno visto gruppi di maggioranza e gruppi di opposizione presentare identiche proposte.
Ritengo, signor Presidente, che avere più tempo a disposizione e tornare nella sede naturale per affrontare tali questioni costituisca una garanzia per i lavoratori e per risolvere in maniera adeguata il tema della riforma di una realtà complessa come l'ACI. Ringraziamo per la sensibilità il relatore e il Governo e assumiamo l'impegno, nella Commissione trasporti, ad affrontare nel corso dell'estate, attraverso incontri, audizioni e confronti con le parti, una delle questioni che sono al centro del tentativo di semplificare e di riformare una materia così importante e complessa (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare contro, avverto che procederemo con votazione, per alzata di mano. Pongo, quindi, in votazione nei termini testè prospettati dal relatore, la proposta di stralcio degli articoli da 50 a 57 del testo in esame, sulla quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(È approvata).
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, possiamo passare all'esame dell'articolo 58.
PRESIDENTE. Sta bene.
Pag. 4(Esame dell'articolo 58 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 58 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 2).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro dei subemendamenti Lazzari 0.58.300.3 e Iannuzzi 0.58.300.1, con riferimento al quale, trattando un argomento molto importante, la Commissione propone ai presentatori di formulare un ordine del giorno con cui si impegni il Governo a disciplinare la materia che è «laterale» rispetto all'argomento in discussione. La Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Lazzari 0.58.300.8, mentre formula un invito al ritiro dei subemendamenti Lazzari 0.58.300.4, 0.58.300.9 e 0.58.300.5, Turco 0.58.300.10, Burgio 0.58.300.2 e Lazzari 0.58.300.6 e 0.58.300.7. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 58.300. I restanti emendamenti sarebbero preclusi dall'eventuale approvazione di tale emendamento.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Onorevole Lulli, in caso di mancato accoglimento dell'invito al ritiro, il parere della Commissione si intende contrario?
ANDREA LULLI, Relatore. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del subemendamento Lazzari 0.58.300.3.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. No, signor Presidente, insisto per la votazione del mio subemendamento e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Ritengo che il mio subemendamento 0.58.300.3 introduca delle argomentazioni che meritavano almeno un approfondimento da parte della Commissione, del relatore e del Governo. In sostanza vorremmo valorizzare le associazioni dei consumatori dal punto di vista della loro capacità di intervenire nei giudizi, prevedendo anche alcune forme di sostegno finanziario.
Non so se l'invito al ritiro del subemendamento formulato dalla Commissione sia definitivo, né se altri colleghi della maggioranza ne condividano i contenuti. Chiedo, comunque, al relatore di riconsiderare il parere espresso, poiché ritengo che le associazioni dei consumatori meritino una maggiore attenzione, proprio nella direzione indicata dal subemendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, l'articolo 58 che stiamo esaminando è estremamente importante perché fa riferimento ad una legge annuale per la promozione della concorrenza e della tutela dei consumatori. Con tale previsione il Governo e il Parlamento decidono di dotarsi di uno strumento annuale per verificare puntualmente quali possano essere le normative da varare a favore della concorrenza e dei consumatori.
In particolare, il comma 1-ter del subemendamento Lazzari 0.58.300.3 si riferisce alle modalità con cui vengono utilizzati gli introiti derivanti dalle sanzioni comminate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Ciò è estremamente importante, perché ci siamo accorti che, in qualche misura, molte volte gli introiti non sono statiPag. 5finalizzati totalmente alla tutela dei consumatori, ma sono stati usati dal Governo - non mi riferisco al Governo in carica, ma anche a quello precedente - per ben altri scopi.
Quindi, sotto tale profilo, il subemendamento Lazzari non conferisce soltanto una forza contrattuale in più alle associazioni dei consumatori, ma identifica, in qualche modo, anche le possibilità di utilizzo degli introiti derivanti dalle sanzioni comminate dalle authority.
Il subemendamento in esame, dunque, merita attenzione e mi auguro, anche se comprendo le difficoltà in tal senso, che il relatore e il Governo ne possano prendere coscienza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Saglia.
Onorevole Saglia, ricordo che, sulla base di quanto detto all'inizio della seduta, per i gruppi che hanno esaurito il tempo a loro disposizione si attinge dal tempo a titolo personale. Quindi, la Presidenza darà la parola per due minuti ad ogni deputato dei gruppi che hanno esaurito il loro tempo.
Prego, onorevole Saglia, ha facoltà di parlare.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, con la proposta in esame - su cui siamo tendenzialmente favorevoli - si effettua un'operazione, da un punto di vista parlamentare, molto significativa. Infatti, con l'emendamento della Commissione l'argomento si inserirà nell'iter parlamentare come fosse una legge comunitaria: si parlerà cioè di una legge annuale per la tutela dei consumatori.
I pericoli di tale iniziativa, ovviamente, sono costituiti dal fatto che possa diventare una sorta di legge annuale omnibus, che vedrà i vari Ministeri in conflitto sulle diverse materie. Il principio, però, è corretto in quanto si tratta di istituzionalizzare il «lenzuolo»: la «lenzuolata» diventa un fatto istituzionale annuale.
In ordine al subemendamento Lazzari, avverto che il gruppo di Alleanza Nazionale si asterrà dalla votazione perché, se da un lato appare assolutamente utile valorizzare il ruolo delle associazioni dei consumatori, dall'altro lato, è eccessivo consentire a tali associazioni anche la legittimazione di stare in giudizio, tema relativo a quello della class action. Quindi è una proposta emendativa che si pone fuori dal provvedimento in esame.
In quella sede discuteremo sull'effettiva rappresentatività di alcune associazioni, perché - insisto - se è vero che le associazioni dei consumatori devono essere valorizzate, è necessario anche stabilire delle regole di trasparenza, altrimenti ci ritroveremo delle realtà che hanno grandi finanziamenti, ma una scarsa rappresentanza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, mi sembra che per il mio gruppo l'onorevole Lazzari abbia solo risposto al relatore sulla richiesta di invito al ritiro. Quindi, credo che il mio gruppo debba ancora intervenire sul subemendamento in esame.
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, lei parla a titolo personale perché per il suo gruppo è già intervenuto l'onorevole Lazzari.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, credo che il collega Lazzari abbia semplicemente risposto all'invito al ritiro del relatore e non sia effettivamente intervenuto.
PRESIDENTE. L'intervento del collega Lazzari risulta essere effettuato a nome del gruppo. Il primo rappresentante del gruppo che interviene, come lei sa, svolge l'intervento a nome del gruppo.
SIMONE BALDELLI. Allora, intervengo a titolo personale innanzitutto per sottoscrivere il subemendamento 0.58.300.3 del collega Lazzari.Pag. 6
In un'ottica improntata alla sussidiarietà, non solo verticale - riguardante, cioè, il rapporto con gli enti locali - ma anche orizzontale - che rende l'attività del privato complementare con il sistema pubblico, e quindi con le autorità e gli istituti di vigilanza (in questo caso l'Autorità garante della concorrenza e del mercato) - è evidente che il ruolo che le associazioni dei consumatori assumono è di particolare rilievo.
La ratio della proposta emendativa in esame, che può forse sembrare eccessiva nella sua concretizzazione normativa, è quella di riconoscere a tali associazioni uno specifico ruolo e, addirittura, la possibilità di rimborsare alcune parti delle loro attività attraverso l'utilizzo dei fondi derivanti dalle sanzioni comminate dall'Autorità garante alle aziende e alle società che violino le normative in vigore.
Si tratta di un subemendamento di buon senso: credo che la proposta formulata dal collega Lazzari possa essere valutata dal relatore o, perlomeno, se non si vuole accogliere la proposta contenuta nel subemendamento, che si possa verificare se vi sia, da parte del relatore, la disponibilità ad accogliere un eventuale ordine del giorno sul tema, prima di procedere alla votazione del subemendamento stesso.
PRESIDENTE. È stata formulata dall'onorevole Baldelli una specifica richiesta, e cioè se vi sia la disponibilità, prima di procedere al voto sulla proposta emendativa in esame, ad accogliere un ordine del giorno sul tema. Prendo atto che il relatore esprime la sua disponibilità, ma a tale richiesta deve rispondere il Governo, al quale spetta di accogliere o meno gli ordini del giorno.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo esprime la sua disponibilità a confrontarsi su un ordine del giorno che, però, non può definire i contenuti di un provvedimento che l'Assemblea discuterà all'esito del lavoro che le Commissioni competenti stanno già sviluppando. Esprimo, quindi, piena disponibilità, ma nel quadro dei principi che ho esposto.
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, il Governo intende dire che sono all'esame della Camera, nella Commissione competente, le proposte di legge relative alla cosiddetta class action: correttamente dal punto di vista istituzionale, quindi, il Governo non può accogliere un ordine del giorno che interviene nel merito di un lavoro che la Camera sta già svolgendo. Il Governo, però, afferma la sua disponibilità, stanti questi confini, ai quali in primo luogo la Presidenza e l'Assemblea devono attenersi.
Chiedo a questo punto al presentatore del subemendamento Lazzari 0.58.300.3 se acceda all'invito al ritiro, sulla base della disponibilità manifestata dal Governo.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lazzari 0.58.300.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 382
Votanti 341
Astenuti 41
Maggioranza 171
Hanno votato sì 114
Hanno votato no 227).
Prendo atto che i deputati Volontè e Mellano hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo altresì atto che il deputato Tabacci ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.Pag. 7
Passiamo al subemendamento Iannuzzi 0.58.300.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore, il quale ha altresì chiesto la disponibilità a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.
TINO IANNUZZI. Signor Presidente, aderiamo all'invito al ritiro e presenteremo un ordine del giorno, insieme con la collega Mariani, per impegnare il Governo a realizzare tutte le integrazioni e gli adeguamenti tempestivi ed integrali della normativa in materia di contratti di lavori pubblici, di servizi e forniture, per garantire adeguati livelli di tutela della concorrenza.
Con il subemendamento in esame abbiamo posto una questione che riteniamo rilevante, che cioè vi debba essere una costante capacità di introdurre, all'interno dell'ordinamento legislativo, tutte le modifiche e le innovazioni che vadano nella direzione di preservare, rafforzare e garantire adeguati standard di concorrenza in un settore così nevralgico come quello dei lavori pubblici, dei servizi e delle forniture.
Ci rendiamo conto che occorre anche valutare la normativa specifica di settore che disciplina il ruolo, le competenze e quindi anche la possibilità di rilievi, segnalazioni e indicazioni dell'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici.
Quindi, ciò che rileva per noi, e che sarà alla base dell'ordine del giorno che sottoporremo al Governo, è che ci siano un impegno e un'attenzione molto forti da parte dell'Esecutivo a tener conto di tutti gli elementi di novità, delle segnalazioni e degli aspetti di criticità che emergono, anche alla luce del ruolo e delle competenze dell'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici in un comparto così delicato e rilevante.
Anche in questo settore, infatti, vale il principio fondamentale della tutela dell'interesse generale della comunità, nonché del rafforzamento dei principi di efficienza e di economicità delle attività economiche. In particolare, vale la necessità di garantire che ipotesi di modifiche normative e concreta introduzione delle novelle legislative vadano di pari passo. Riteniamo che con l'ordine del giorno che presenteremo la questione sarà affrontata. Conseguentemente, accedo all'invito al ritiro del subemendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del subemendamento Lazzari 0.58.300.8.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lazzari 0.58.300.8, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 378
Votanti 377
Astenuti 1
Maggioranza 189
Hanno votato sì 376
Hanno votato no 1).
Prendo atto che il deputato Burgio ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo al subemendamento Lazzari 0.58.300.4.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Il subemendamento in esame si collega in qualche modo alla proposta emendativa approvata e la precisa ulteriormente. Stiamo parlando, infatti, di un punto nevralgico: il tema della liberalizzazione che riguarda i servizi pubblici e, in particolare, quei servizi pubblici che vengono liberalizzati.
Il problema è che, da una parte, il Governo troppo spesso è, in qualche misura, in conflitto di interessi, avendo ancora partecipazioni rilevanti nelle società ex monopoliste, oggi Spa, che intervengonoPag. 8sui mercati dei servizi, mentre, dall'altra parte, assume rilevanza l'influenza che gli operatori, in alcuni casi dominanti, esercitano nei mercati.
In tale contesto, quindi, precisare meglio che è necessario evitare situazioni asimmetriche consentirebbe di focalizzare ogni anno lo stato di avanzamento dei processi di liberalizzazione dei vari mercati, perché purtroppo, per come sono state gestite le privatizzazioni nel nostro Paese, soprattutto i servizi a rete hanno un grado di liberalizzazione molto diverso a seconda dei vari settori. Quindi, il gruppo di Alleanza Nazionale condivide e sostiene il subemendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, come il collega Saglia, sostengo, anche a nome del gruppo di Forza Italia, il subemendamento in questione, che ha lo scopo di introdurre alcune correzioni e un po' più di sobrietà nell'emendamento 58.300 della Commissione, consapevoli del rischio che la legge annuale sulla promozione della concorrenza e la tutela dei consumatori possa portare all'esautoramento dell'Autorità antitrust.
Ci si muove su un crinale molto pericoloso. La riformulazione del comma 2, lettera b), che proponiamo, cerca, in realtà, di circoscrivere la norma e di dare, in tal modo, maggiore pregnanza e oggettività all'articolo in questione, che altrimenti rischia di diventare una mera elencazione di petizioni di principio. L'idea che proponiamo, quindi, è di concentrarsi nell'analisi su due aspetti: quello delle condizioni di asimmetria di mercato e quello della sussistenza di situazioni di cartello tra le imprese.
Resta, però, la considerazione di fondo: l'articolo e il provvedimento in esame debbono essere utilizzati con cautela, se non si vuole arrivare ad una situazione in cui le autorità indipendenti, in questo caso l'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato, diventino per metà un ufficio studi e per metà un braccio esecutivo.
In questo senso, la proposta in esame cerca di circoscrivere e rendere più precise le indicazioni della previsione della legge annuale sulla concorrenza e la tutela dei consumatori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, credo che la finalità del subemendamento in esame, come spiegava l'onorevole Della Vedova, consista nel circoscrivere, ancora di più e in maniera più dettagliata, alcuni degli elementi guida che la legge annuale dovrebbe presentare.
Riteniamo che sia necessario intervenire in questo senso, e che la previsione di una legge annuale sia l'inizio di un percorso, anche se avvertiamo che il rischio è quello di trovarsi nelle stesse condizioni della legge comunitaria, cioè di una legge «tanto per farla», con interventi approssimativi. Il testo proposto dalla Commissione prevede anche la possibilità di conferire deleghe. In questo senso il subemendamento in esame definisce in maniera ancora maggiore, e forse anche più chiara, alcune competenze per quanto riguarda le asimmetrie, le concentrazioni di cartello e via dicendo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lazzari 0.58.300.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 387
Maggioranza 194
Hanno votato sì 158
Hanno votato no 229).
Prendo atto che il deputato Tabacci ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo al subemendamento Lazzari 0.58.300.9.Pag. 9
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, abbiamo presentato una serie di proposte emendative - tra le quali vi è il subemendamento in esame - per fornire indicazioni concrete su alcuni servizi che riteniamo essenziali, e ne facciamo menzione specifica (acqua, gas, elettricità), perché vi sia un'attenzione particolare nella legislazione che si andrebbe a promuovere di anno in anno, in modo tale che i prezzi di tali servizi possano essere contenuti il più possibile.
Devo dire che, in linea generale, vi è anche un problema di impostazione, perché in alcuni punti, ad esempio, del disegno di legge interveniamo su competenze delle autorità, e spesso ci siamo sentiti rispondere che non spetta al Parlamento dare indicazioni sulle competenze delle autorità e che è bene che queste ultime si muovano in forma autonoma. È vero il contrario: è vero che vi sono numerose segnalazioni delle autorità al Parlamento che spesso non sono esaminate e non si traducono in iniziative legislative, per cui mi chiedo anche come sarà esercitata la competenza a formulare una legge annuale che migliori la concorrenza nel nostro Paese. Comprendo che il sistema dovrebbe essere impostato in maniera equa, in modo tale che il potere concesso alle autorità faccia sì che esse funzionino nel vero senso della parola.
Mi chiedo anche se lo strumento legislativo non debba invece consistere, al di là delle previsioni contenute nel disegno di legge in esame, nel recepimento di una serie di indicazioni che provengono dalle autorità, in modo tale che si avvii a funzionalità vera l'assetto che vede Parlamento, Governo e autorità in armonia, affinché esplichino il massimo della loro attività.
Il subemendamento in esame, indicando con precisione alcuni servizi che riteniamo essenziali, meriterebbe di essere approvato, perché non vorremmo...
PRESIDENTE. Onorevole Lazzari, la prego di concludere.
LUIGI LAZZARI. Concludo, signor Presidente. Non vorremmo, dunque, che nella legislazione annuale che si varerà di tutto si parli tranne che dei servizi essenziali per i cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, sono rimasto francamente molto sorpreso dalla formulazione dell'emendamento 58.300 della Commissione. Esso fa riferimento a un principio, quello della garanzia dell'esercizio dei diritti civili e sociali, che dovrebbe essere già previsto dalla Costituzione e che pertanto mi sembra non del tutto attinente alla discussione che stiamo compiendo.
Peraltro il subemendamento in esame si coordina bene con il subemendamento Lazzari 0.58.300.8, poc'anzi approvato, in quanto interviene sui problemi relativi agli aumenti tariffari ingiustificati e delimita il campo di azione, essendo relativo alle forniture essenziali di acqua, gas ed elettricità. D'altra parte, sull'argomento interviene anche il successivo subemendamento Turco 0.58.300.10, che muove dal principio del miglior servizio possibile al minor costo possibile. Saremmo interessati a sapere dalla Commissione perché il subemendamento Lazzari 0.58.300.9 non è stato accettato, dato che a nostro avviso esso va nella direzione della concorrenza e dello sviluppo delle condizioni migliori di mercato per i consumatori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, al pari dell'onorevole Gianfranco Conte rimango sorpreso per il fatto che il relatore prima e il Governo poi abbiano formulato un invito al ritiro del subemendamento Lazzari 0.58.300.9, dopo aver accettato il subemendamento Lazzari 0.58.300.8. Si entra nel merito di unaPag. 10questione estremamente delicata: tutti ricordiamo lo stralcio che ha subìto il progetto di legge in materia di servizi pubblici, presentato dalla nostra formazione politica, nel momento in cui il disegno di legge Lanzillotta si è perso nei cassetti della Commissione.
Non riusciamo a capire come mai su una proposta così importante come il subemendamento Lazzari 0.58.300.9 si rivolga un invito al ritiro e non si accetti una riformulazione, dal momento che non esiste una regolamentazione che individui i confini relativi alle tariffe dei servizi di pubblica utilità, che sono indirizzati non solo ai consumatori e alle nostre famiglie, ma anche al mondo delle imprese. Chiedo dunque al relatore e al sottosegretario Bubbico di riconsiderare la propria posizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, è singolare, come già osservato da alcuni colleghi, che venga espresso un parere negativo o perlomeno un invito al ritiro (che poi diventa un parere negativo) su una proposta emendativa attinente alla fornitura dei servizi pubblici essenziali quali gas, elettricità, acqua ed altri. Il subemendamento in esame chiama in causa il minor prezzo possibile come frutto dell'effettiva concorrenza e di un'effettiva dinamica di mercato, soprattutto in questi settori che oggi va molto di moda enunciare come settori in cui rispetto ad altri andrebbe rilanciata la competizione fra vari schieramenti per chi è più liberale, chi liberalizza di più, chi mette a disposizione dei cittadini consumatori le tariffe e i servizi migliori.
Ritengo, inoltre, signor Presidente, che non necessariamente, pur essendo la materia oggetto di un altro disegno di legge, presentato da un altro Ministro, il Governo, al pari di quanto accaduto in precedenza sulla proposta di un ordine del giorno da me formulata, debba inibirsi, per un non meglio precisato senso istituzionale, nel pronunciarsi a favore o contro un'ipotesi di ordine del giorno sostitutivo di una proposta emendativa...
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, la prego di concludere.
SIMONE BALDELLI. ...quando tale proposta emendativa riguarda anche provvedimenti che sono all'esame di una Commissione. Ritengo che ciò sia nella normale dinamica dei lavori parlamentari.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, intervengo per confermare il parere contrario sul subemendamento in esame e per sottolineare che la promozione della concorrenza e la tutela dei consumatori tramite la legge annuale prevista dall'articolo di cui stiamo discutendo non può essere confusa con le politiche tariffarie, ancor più quando le stesse fanno riferimento a servizi oggetto di legislazione speciale.
L'acqua, come è stato già affermato e deciso, è un bene pubblico, ed il servizio idrico non è un'attività che può essere sviluppata in una condizione di mercato. Tale servizio deve realizzare le condizioni di efficienza ed efficacia nel quadro delle norme definite, senza che lo stesso soggiaccia alle regole del mercato, perché la risorsa idrica non è un bene - per così dire - privatizzabile. L'elettricità è oggetto di discipline diverse, delle quali, peraltro, l'altro ramo del Parlamento si sta occupando proprio in questo periodo. Per questi motivi, segnalando la mancata relazione tra le questioni poste e le politiche tariffarie, confermo il parere contrario precedentemente espresso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
Pag. 11
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, intanto ringrazio il sottosegretario per la cortesia mostrata nel rispondere anche ad una sollecitazione che veniva dal nostro gruppo; però mi permetta di non essere d'accordo con lei, in considerazione del fatto che, pur acquisendo le sue valutazioni, stiamo discutendo una norma che dovrebbe conferire un indirizzo generale alla questione del rapporto tra consumatori e fornitori di servizi, e soprattutto alla concorrenza.
È proprio per questo motivo - stabilendo un principio generale da inserire in una delega - che riteniamo utile garantire il minor costo possibile per i servizi di fornitura essenziali. Pertanto non capiamo perché lei, signor sottosegretario, insista nel non voler accettare il nostro subemendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, le argomentazioni addotte dal sottosegretario Bubbico mi fanno rilevare due aspetti: non avevamo problemi nel definire il servizio dell'acqua come bene pubblico, ma non siamo d'accordo sul fatto che tale tema sia stato inserito proprio nel provvedimento all'esame dell'aula, sottraendolo all'indicazione di specialità che riguardava i servizi pubblici relativi al cosiddetto disegno di legge Lanzillotta; in secondo luogo certamente non credo che l'indicazione di una linea d'indirizzo per i servizi di gas ed elettricità sia incompatibile con il fatto che si discuta di tali servizi nel disegno di legge all'esame del Senato. In questa sede facciamo riferimento ad una legge di indirizzo che entrerà in vigore dal prossimo anno, e sarebbe opportuno che proprio sul gas e sull'energia elettrica si realizzasse un effettivo processo di liberalizzazione, che è ancora incompiuto.
A maggior ragione, quindi, far riferimento a questi due specifici aspetti significa anche impegnare il Parlamento e il Governo a rompere le ultime barriere che, in qualche modo, implicano la totale incapacità di liberalizzare il mercato in questi due settori vitali per l'economia del nostro Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lazzari 0.58.300.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 398
Votanti 389
Astenuti 9
Maggioranza 195
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 222).
Prendo atto che il deputato Tabacci ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo al subemendamento Lazzari 0.58.300.5.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, vi è un invito al ritiro di questo mio subemendamento ma mi aspetterei una posizione diversa, perché anche in merito si torna sul tema della valorizzazione non solo delle associazioni, ma proprio del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, inserendo una lettera d) al comma 2, - proposta che, secondo noi, potrebbe essere tranquillamente ammessa e accolta - e correggendo, poi, il comma 3. Spesso, nella formulazione del testo abbiamo previsto la consultazione di una serie di soggetti, ma ci pare che i consumatori vengano relegati ad un ruolo marginale. Se quella di cui si tratta deve essere una normativa annuale che va incontroPag. 12alle esigenze dei consumatori e della concorrenza, credo che inserire un punto specifico, ossia una lettera d), come prevede questo subemendamento, sia una proposta utile. Chiedo quindi se può esserci una riconsiderazione del parere precedentemente espresso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale, ovviamente. Devo dire che da entrambe le parti, alludo agli schieramenti, si presta particolare attenzione spesso più alle parole che ai fatti nei riguardi dei consumatori, dei nostri concittadini: lo notiamo anche oggi, nell'elaborare il completamento di una normativa con un'apposita lettera d), che riguarda una vera e propria valorizzazione dei consumatori. Prendo spunto dalla normativa di riferimento del 2005 e dal ruolo che svolgerebbe in tale ambito il Consiglio nazionale dell'associazione dei consumatori. Non si capisce perché, anche in questo caso, si formuli un invito al ritiro e...
PRESIDENTE. Onorevole Bernardo, la prego di concludere.
MAURIZIO BERNARDO. ... e non si opti, invece, per dare maggiore responsabilità e ruolo alle associazioni dei consumatori. D'altra parte è evidente che se fosse respinto questo subemendamento ovviamente scomparirebbe il ruolo dei consumatori e, quindi, le diverse prerogative, per lasciare spazio invece agli altri sistemi, produttivo e industriale, che vengono contemplati. Ci aspettiamo quindi una risposta che chiarisca la questione, come purtroppo non è avvenuto ...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Bernardo.
MAURIZIO BERNARDO. ... per le votazioni precedenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, colleghiamo questa proposta emendativa al subemendamento Lazzari 0.58.300.3, che è stato respinto. Attraverso la proposta emendativa in esame si potrebbero infatti, in qualche modo, far rientrare nella tutela le associazioni dei consumatori e degli utenti, ai sensi dell'articolo 136, comma 4, del decreto legislativo n. 206 del 2005. Pertanto, anche in relazione al voto favorevole da noi espresso sul subemendamento Lazzari 0.58.300.3, preannunziamo il voto favorevole del gruppo UDC sul subemendamento Lazzari 0.58.300.5.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo sempre nell'ambito del quadro generale di sussidiarietà, che riguarda la complementarietà dell'intervento del privato insieme a quello pubblico, e sul fatto che il Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti è, in qualche modo, istituzionalizzato. È evidente che la considerazione delle proposte avanzate da tale Consiglio - che non devono essere acquisite in quanto tali, ma prese in considerazione - può essere uno degli elementi che introduce all'interno di questa normativa il principio dell'ascolto. Quindi, attenzione alle associazioni dei consumatori e ascolto al menzionato Consiglio, che ha la facoltà di elaborare alcune proposte, così come tutti hanno facoltà di elaborarle, ma che può anche, nel suo plenum, nella sua interezza, ratificarle e sottoporle all'attenzione del Governo per la legge annuale. Crediamo che ciò sia uno degli elementi che aiutano ad aprire le porte del «Palazzo della legislazione», al dialogo...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Baldelli.
SIMONE BALDELLI. ... con la società civile e con coloro che si occupano in viaPag. 13puramente associativa - quindi, su base volontaria - della tutela del consumatore. Crediamo che sia singolare una preclusione su questo subemendamento e anche su questo aspetto...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Baldelli.
SIMONE BALDELLI. ... contiamo sulla possibilità di riformulare tale genere di iniziativa più in generale, magari comprendendo anche la precedente proposta emendativa nella formulazione di un ordine del giorno che, a questo punto, potrebbe forse rappresentare la strada migliore per mantenere saldi i ricordati principi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lazzari 0.58.300.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 386
Astenuti 13
Maggioranza 194
Hanno votato sì 155
Hanno votato no 231).
Prendo atto che il deputato Tabacci ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo al subemendamento Turco 0.58.300.10. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MAURIZIO TURCO. No, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, noi riteniamo che questo subemendamento sia una specificazione del subemendamento Lazzari 0.58.300.8 - che il Governo aveva accettato -, poiché si riferisce alla fornitura di beni e servizi essenziali, quali acqua, elettricità e gas. Chiediamo che venga applicato il principio del miglior servizio possibile al miglior costo possibile, anche in deroga alle disposizioni sulla concorrenza, prevedendo inoltre disposizioni sanzionatorie per le relative violazioni.
Chiediamo ciò perché spesso, quando si parla di liberalizzazioni, si intende erroneamente che liberalizzare significhi non avere regole. Noi, invece, riteniamo che le regole - proprio perché ci troviamo nel campo delle liberalizzazioni - devono essere molto stringenti, soprattutto quando si parla di servizi essenziali.
Aggiungo che il subemendamento in esame contiene anche una specificazione rispetto al subemendamento Burgio 0.58.300.2, che prevede disposizioni che garantiscano l'accessibilità universale di beni e servizi. Riteniamo di aver fatto, in questo modo, una specificazione dei due subemendamenti, uno dei quali è stato anche accolto dal Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente intervengo per sottoscrivere il subemendamento Turco 0.58.300.10, poiché riteniamo assolutamente condivisibile il principio del miglior prezzo al miglior costo possibile. Crediamo che sia logico il ragionamento del collega che mi ha preceduto, laddove si vadano ad individuare meccanismi e regole certe nell'ambito di un sistema liberale. Siamo altresì convinti che non esistano regole certe nell'ambito di un sistema di questo tipo, in assenza di meccanismi sanzionatori.
Quindi, riteniamo corretta la formulazione del subemendamento Turco 0.58.300.10 e preannunzio che il nostro gruppo voterà a favore della sua approvazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pedrini. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente intervengo anche io per sottoscrivere il subemendamento Turco 0.58.300.10, con particolare riferimento al fatto che si tratta di acqua ed energia; quindi, un conto è la concorrenza, un conto è la «giungla» del mercato. Occorre, dunque, intervenire a tutela del cittadino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, vorrei esprimere la perplessità del gruppo di Alleanza Nazionale sul subemendamento in esame, perché, in linea di principio è assolutamente condivisibile che ad aumenti di prezzo ingiustificati intervenga una autorità, anche con poteri sanzionatori; tuttavia, il problema è che se tale principio non viene declinato in maniera adeguata, si rischia di tornare ad una sorta di prezzo amministrato. Il problema, quindi, è legato alla complessità della materia e, soprattutto, al rischio di negare l'esplicarsi del mercato, che, in termini di tariffe, non dovrebbe salire oltre un determinato livello; se si fissa, però, un limite, esso diventa quasi un incentivo ad oltrepassarlo.
Credo, dunque, che il mercato abbia bisogno di regole e non di prezzi amministrati. Per tale ragione, voteremo contro questo subemendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Turco 0.58.300.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 410
Votanti 408
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato sì 37
Hanno votato no 371).
Prendo atto che il deputato Tabacci ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo al subemendamento Burgio 0.58.300.2.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ALBERTO BURGIO. Lo ritiriamo, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo al subemendamento Lazzari 0.58.300.6.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Presidente, si tratta, semplicemente, di una correzione formale, ma non solo: infatti, il testo presentato dalla Commissione contiene l'elencazione dei soggetti che, ogni anno, verrebbero auditi dal Ministro per preparare e predisporre il disegno di legge previsto dalla normativa. Naturalmente, vi è il rischio che alcuni soggetti siano inclusi ed altri no.
Pertanto, su un piano - lo ripeto - squisitamente formale, proponiamo che si parli semplicemente di associazioni, senza specificare imprenditoriali, sociali, sindacali o altro. Questo è il senso del nostro subemendamento che, a nostro avviso, invece di essere oggetto di un invito al ritiro, potrebbe essere accettato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamentoPag. 15Lazzari 0.58.300.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 411
Astenuti 1
Maggioranza 206
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 250).
Prendo atto che il deputato Tabacci ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione del subemendamento Lazzari 0.58.300.7.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lazzari 0.58.300.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 399
Astenuti 15
Maggioranza 200
Hanno votato sì 163
Hanno votato no 236).
Prendo atto che il deputato Tabacci ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 58.300 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, innanzitutto le proposte emendative presentate dai colleghi dell'opposizione hanno trovato poco ascolto. Detto ciò, tuttavia, mi sento di affermare che l'iniziativa è un tentativo positivo; le perplessità ci sono poiché è chiaro che questo provvedimento rischia di diventare un omnibus in cui, come sta accadendo, mentre nel titolo si parla di concorrenza e tutela dei consumatori, nel contenuto si fa altro.
È chiaro che, quando sarà attuata, questa legge sulla concorrenza dovrà essere calibrata in maniera molto precisa, in modo da non rischiare che accada quanto è avvenuto sul tema dei servizi idrici: ossia, invece di fare un passo avanti verso la concorrenza, se ne fanno due indietro verso una sorta di «rinazionalizzazione». Tuttavia, poiché non vogliamo fare un processo alle intenzioni e crediamo che lo strumento possa essere utile, dichiaro il nostro voto favorevole al subemendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, l'iniziativa è assolutamente da condividere. Esiste una preoccupazione che rivolgo al relatore: come armonizzare l'iniziativa parlamentare e di Governo con le authority? Si corre infatti il rischio che, in qualche modo, sorgano conflitti di competenza in aree entro le quali, in molte occasioni, il Parlamento potrebbe essere invadente. Per quanto mi riguarda, ho avuto la sensazione che ciò sia stato fatto anche nel precedente «decreto Bersani» in cui, per alcuni versi, si potevano, per via amministrativa, emanare alcune norme che poi si è provveduto, invece, a varare sotto forma di disposizioni legislative.
È importante che non si verifichi un conflitto di competenze. Sappiamo già perfettamente che la logica della presenza nel nostro Paese delle authority non è stata ancora completamente digerita, sotto il profilo della cosiddetta democrazia partecipata, e c'è qualche difficoltà. Molte volte il Parlamento e il Governo sono stati tendenzialmente portati a proporre, anche nei progetti di legge, la costituzione di nuove authority rispetto a quelle già esistenti, senza avere la capacità di riorganizzare complessivamente l'ambito entro il quale devono muoversi le authority già presenti.Pag. 16
Mi auguro che l'iniziativa di una legge annuale in tema di concorrenza e di tutela dei consumatori possa anche dirimere e far percepire, in maniera più precisa, le competenze del Parlamento e delle authority in tale materia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, altri direbbero che, in un paese normale, una legge di questo tipo non dovrebbe trovare cittadinanza, perché consistente in una serie di enunciazioni di principi che già dovrebbero far parte del patrimonio comune dei legislatori, di qualunque colore politico.
Come ho già detto poc'anzi, si tratta di un provvedimento che, di fatto, rischia di interferire pesantemente - svuotandole di autorevolezza e spesso anche di funzioni - con le autorità preposte alla concorrenza (innanzitutto, l'Antitrust ma, per molti aspetti, anche l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni).
Si tratta, pertanto, di un provvedimento che rischia di costituire un sovrappiù burocratico di iter parlamentari, di rinvii e di correzione di provvedimenti anche appena emanati. Pertanto, ritengo che, forse, un eccesso di zelo o di wishful thinking abbia portato a pensare che una legge ad hoc potesse costituire lo strumento per completare la liberalizzazione di alcuni mercati.
Invece, a mio avviso, la situazione andrebbe affrontata mediante singoli provvedimenti e singoli temi, anziché attraverso microinterventi su tanti settori come, in realtà, è stato fatto mediante il disegno di legge in esame.
Ritengo che, istituzionalizzare tale provvedimento - perché questo sta avvenendo, nei fatti - rendendolo un appuntamento fisso annuale, non possa apportare un grande servizio alla liberalizzazione dei mercati del nostro Paese.
PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova, la prego di concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Ritengo, comunque, che il Governo e la maggioranza si debbano assumere la responsabilità di questa innovazione. Pertanto, avendo cercato di migliorare il testo e non essendoci riusciti, ci asterremo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, mi unisco alle considerazioni fondate, ragionevoli e puntuali svolte dal collega Della Vedova, sottolineando anche il rischio di «comunitarizzazione» delle liberalizzazioni nel nostro Paese.
La necessità e l'imposizione di adottare una legge - ed una sola - ogni anno, significa creare un grande ingorgo, non solo in termini di richieste di liberalizzazioni e di raccolta delle proposte e dei rilievi provenienti dalle autorità.
Pertanto, come giustamente detto dal collega D'Agrò, è necessario chiedersi quale sia il senso della concomitanza di tali authority con una legislazione parallela che, annualmente, da un lato colga i rilievi sollevati da queste ultime, dall'altro si sovrapponga ad esse, in quanto l'authority commina sanzioni, pur muovendo dei rilievi, e la legislazione opera in senso normativo.
Si rischia di creare un grande pasticcio, non solo per l'ingorgo di tali esigenze, ma anche, contemporaneamente, di quelle che fanno capo ad associazioni o a lobby. C'è il rischio che ciò divenga occasione di una guerra di mercato e di antimercato, all'interno della quale, anziché fare un favore ai cittadini, si finisce per complicare loro la vita.
Crediamo che lo strumento della normazione a mezzo di legge ordinaria sia migliore di quello della decretazione d'urgenza che fino ad oggi il Governo ha voluto utilizzare, secondo noi in maniera errata.
Peraltro, parliamo di un Governo che si ispira a logiche concertative, ma spesso senza neanche ascoltare i diretti interessati a tali iniziative. Crediamo, però, che ilPag. 17rischio sia un altro, ossia che una legge annuale diventi un grande treno...
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, deve concludere.
SIMONE BALDELLI. ...su cui ci sia una grande fretta di salire e forse - mi permetta la battuta - per tanti cittadini e per tanti consumatori, una grande volontà di scendere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo solo per dire che, francamente, un meccanismo che prevede tale ciclicità non ci convince. Non dà sicuramente garanzie di efficacia e non ci sono neanche riprove del fatto che, nel recente passato, tali tipi di sistemi abbiano prodotto risultati nella direzione auspicata di un miglioramento della concorrenza e trasparenza dei mercati.
Peraltro, come hanno già avuto modo di argomentare alcuni dei colleghi che mi hanno preceduto, resta incomprensibile il meccanismo che possa, ad un certo punto, far coesistere il sistema di sorveglianza e di vigilanza dei mercati, in questo momento retto dall'authority, ed un sistema, quale quello in esame, che prevede di fatto una sorta di supercommissariamento dell'authority da parte del Governo, poiché credo che stiamo parlando di ciò.
Fra le altre osservazioni che si potrebbero fare sull'emendamento 58.300 della Commissione, trovo quanto meno singolare che si arrivi a una formulazione di questo tipo, contestualmente alla discussione o all'inizio della discussione (non abbiamo ancora ben capito a che punto siamo) del disegno di legge sulle authority da parte del Senato.
Quindi, preferiremmo che, questa volta, si evitasse di pasticciare, di sovrapporre le competenze del Governo e quelle delle authority ancor prima che la legge di riordino su queste ultime possa vedere la luce.
Sappiamo bene quali siano le difficoltà del Governo a trovare i numeri e a raccogliere adesioni su un disegno di legge ovviamente non condiviso.
PRESIDENTE. Onorevole Fava, concluda.
GIOVANNI FAVA. Sappiamo anche che l'iter procedimentale e parlamentare devono fare il loro corso. Quindi, preferiremmo che si attendesse l'esito successivo (spero a breve senza dover aspettare Natale) della discussione e dell'eventuale votazione al Senato, per poter poi procedere ad una valutazione più completa di tale emendamento che non ci sentiamo di avallare.
Pertanto, preannuncio il voto contrario del nostro gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, ci sembra che tale emendamento sia una sorta di polizza di assicurazione. Il Governo è rimasto talmente entusiasta delle liberalizzazioni (che, come i giornali hanno detto, da lenzuolate sono diventate federe), che si propone di ripetere la presentazione di tale provvedimento ogni anno.
In verità, sappiamo come andranno a finire le cose. Già nella legge finanziaria erano previsti 400 tra regolamenti, direttive, provvedimenti legislativi che accompagnavano la stessa, per molti dei quali l'iter di approvazione non è neanche stato avviato.
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
GIANFRANCO CONTE. Concludo, Presidente. Immagino che, poiché alla mancata adozione di una legge annuale non segue alcun tipo di sanzione, ci ritroveremo molto presto con una pia illusione e nient'altro.
Pag. 18
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 58.300 della Commissione, accettato dal Governo, nel testo subemendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 404
Votanti 339
Astenuti 65
Maggioranza 170
Hanno votato sì 323
Hanno votato no 16).
Prendo atto che il deputato Tabacci ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
I successivi emendamenti sono preclusi dall'approvazione dell'emendamento 58.300 della Commissione, testé approvato, che è interamente sostitutivo dell'articolo 58. Pertanto, l'articolo 58 non sarà posto in votazione.
Cosa propone a questo punto il relatore?
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, propongo di passare all'esame dell'articolo 17, a cui è stato presentato soltanto l'emendamento 17.301 della Commissione.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 17 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 3).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 17.301.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 17.301 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 17.301 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, questo emendamento è stato proposto ed esaminato in modo approfondito nel corso dell'esame in Commissione. Il problema è che siamo di fronte ad un'iniziativa che, francamente, non c'entra proprio nulla con la concorrenza. Con questo emendamento si vogliono agevolare i cosiddetti prodotti del commercio equo e solidale, investendo una somma di 10 milioni di euro. A noi piacerebbe, invece, che su questo tema prima o poi si approvasse una normativa, che definisse gli standard di qualità di questo commercio.
Il problema è che, in linea di principio, nessuno si può dichiarare contrario ad un commercio che porta benefici ai Paesi in via di sviluppo o a questioni di questo tipo. Siamo tutti favorevoli! Il problema è però che, a volte, anche dietro a bellissime intenzioni, rischia di celarsi il tentativo di «marketing», cioè di vendere prodotti che di equo e solidale non hanno nulla. Tali prodotti vengono immessi sul mercato illudendo il consumatore che comprandoli sta aiutando qualcuno, quando in realtà si aiuta qualcuno che di equo e solidale ha poco, se non nulla.
Esprimeremo, quindi, un voto contrario, perché non crediamo che ci siano regole adeguate per potere incentivare, con effettiva trasparenza, quello che potrebbe essere un mercato positivo, ma che alla luce dell'attuale normativa è francamente un po' un Far west.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, vorrei far riferimento ad un'altra questionePag. 19che evidenzia i limiti di questo provvedimento. L'articolo 17 è ricompreso nel titolo II: Impresa più facile.
L'attinenza del commercio equo e solidale rispetto a questo titolo, effettivamente, è un problema che ci poniamo. Forse con questo provvedimento si intendevano mantenere equilibri interni alla maggioranza, per cui bisognava inserire anche questo argomento.
In questo modo, però, il disegno di legge in esame va a perdere di significato, si viene in qualche modo a svilire il segno vero e tangibile delle liberalizzazioni che il Ministro Bersani voleva inserire.
Comprendo perfettamente i «salti» compiuti dal relatore. Qualche volta, il fatto che il Governo si sia morsicato la lingua su aspetti di questo genere è stato fortemente eloquente. Però, l'opposizione non può accettare che simili storture siano inserite in un provvedimento, che all'inizio avevamo guardato con particolare attenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, dissentirò rispetto alle indicazioni che sono venute dai colleghi. Sono assolutamente contrario a questa norma, per due ragioni di principio. La prima è che qui si afferma di favorire la diffusione dei prodotti del commercio equo e solidale. Francamente in questo caso non si tratta di concorrenza, ma di favorire un mercato.
Sarebbe stato più opportuno affrontare questo tema altrove, farne oggetto di un progetto di legge vero e proprio.
Quello che però, francamente, mi induce a preferire la soluzione del voto contrario è che qui si introduce un provvedimento che ha valenza solo annuale, per così dire sperimentale, e le risorse necessarie a coprire l'operazione, cioè dieci milioni di euro, vengono prelevate da quelle destinate al settore della sanità.
Siete liberi di fare quello che meglio credete, ma in un momento in cui il settore della sanità non versa in condizioni strepitose e in cui siamo costretti a salvaguardare i disavanzi anche della regione Lazio, non troviamo niente di meglio da fare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia) che stornare dieci milioni dalle risorse destinate alla sanità per favorire il commercio; ciò, probabilmente, perché bisognerà poi intervenire con sostanze chimiche per sistemare questi prodotti, che devono essere inseriti nel mercato nazionale.
Preannuncio, quindi, un voto contrario sulla proposta emendativa in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, interverrò anch'io per un minuto per cercare di chiedere per l'ennesima volta al relatore e al Governo, che vedo molto attento nell'esaminare il provvedimento, di stralciare l'articolo in esame.
Non voglio ripetere le argomentazioni del nostro capogruppo D'Agrò e neanche quelle intelligenti di Gianfranco Conte. Tuttavia, un argomento tanto importante e che coglie la sensibilità di tanti di noi non può essere inserito in un siffatto provvedimento. Se fosse possibile discuterlo in un provvedimento ad hoc, magari in funzione del fatto che il più importante e intelligente propugnatore del commercio equo e solidale, il fondatore di Slow food, è entrato nel panel dei fondatori del Partito democratico...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCA VOLONTÈ. Chiederei un minimo di pudore e un minimo di interesse per l'argomento stralciandolo dal provvedimento in esame (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
Pag. 20
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, anch'io penso che sarebbe molto più opportuno stralciare l'articolo in esame. Chi ha avuto modo di approfondire la questione del commercio equo e solidale sa che la possibilità vera di raggiungere l'obiettivo che tale commercio si pone, cioé la promozione delle produzioni ecocompatibili nei paesi del Terzo mondo, è legata alla massimizzazione del volume delle vendite. L'articolo in esame, invece, sembra volto non a favorire l'accesso alla grande distribuzione dei prodotti del commercio equo e solidale, ma a dare un «vantaggino» in termini di imposte dirette a chi già oggi, nei piccoli negozi, vende tali prodotti.
Non si tratta quindi, così come sembra (perciò credo che l'articolo vada stralciato e che vada approfondita la questione), di un intervento a vantaggio del commercio e dei produttori.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. È al più un intervento a vantaggio di chi oggi in Italia, in un sistema non adeguato rispetto alla realtà del fair trade olandese, svizzero e degli altri grandi Paesi, vende tali prodotti.
Credo quindi che, così com'è, il provvedimento non abbia senso e sia controproducente, per cui mi associo all'invito allo stralcio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, altri colleghi prima di me hanno già spiegato molto bene le ragioni per cui sarebbe piuttosto opportuno, e su ciò sarebbe interessante ascoltare i pareri del Governo e del relatore di maggioranza, stralciare il provvedimento in esame. Tra l'altro, anche da questo traspare una venatura dirigista, che permane in tutto il provvedimento.
Colleghi, il mercato, la libera concorrenza, quella che poi va a favore dei cittadini e degli utenti, non la si fa imponendo dall'alto, per legge, l'obbligo alla liberalizzazione o imponendo dall'alto la destinazione di 10 milioni di finanziamento: si tratta evidentemente di un favore agli amici, a un settore amico.
Quando si approva un provvedimento così ampio è anche possibile che il Governo inserisca una disposizione volta a favorire un settore, anche come controprestazione politica nei confronti di una parte della sua maggioranza.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SIMONE BALDELLI. Però in questo caso, trattandosi di una previsione non solo sfacciata, ma anche controproducente in termini di mercato, sarebbe opportuno dal punto di vista sia politico...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
SIMONE BALDELLI. ...sia dell'opportunità delle regole del mercato, stralciare l'articolo in esame, per fare sì che veramente il provvedimento vada a vantaggio dei consumatori e degli utenti, anziché fare solo delle cortesie a settori amici.
PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che sono esauriti anche i tempi aggiuntivi riservati agli interventi a titolo personale, che erano stati concessi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, esprimo la mia opinione su questo argomento poiché l'operazione cui assistiamo, quella cioè di dare un contentino ad alcuni ambienti della maggioranza, viene effettuata in una maniera davvero maldestra. In questo modo, infatti, si svilisce il tema serio ed importante dei rapporti con le economie dei Paesi deboli, riducendolo alla semplice elargizione di una piccola mancia di carità.
Mi piacerebbe in futuro poter verificare i risultati della norma che viene proposta: se sarà approvata, mi piacerebbe saperePag. 21come e dove saranno spesi i 10 milioni di euro previsti e quali effetti avranno prodotto.
Se mi è consentita un'ultima battuta, forse si sarebbe ottenuto di più se avessimo utilizzato una sorta di moral suasion...
PRESIDENTE. Deve concludere.
LUIGI LAZZARI. Concludo, Presidente. Dal momento che si tratta di un provvedimento che va incontro ad alcuni interessi - per fare nome e cognome, quelli delle coop - forse sarebbe stato più facile raggiungere l'obiettivo pregando le coop di dare maggiore visibilità a questi prodotti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, condivido gli interventi dei miei colleghi, ma vorrei richiamare l'attenzione dell'Assemblea su un aspetto che va al di là della problematica specifica della copertura dei 10 milioni di euro per l'esercizio 2008, che, peraltro, viene operata riducendo i fondi del decreto sul ripiano selettivo dei disavanzi della sanità, che abbiamo convertito in legge solo pochi giorni fa.
Il punto è il seguente: considerato che si propone di inserire una norma che introduce la sperimentazione di un'agevolazione fiscale solo per l'esercizio 2008, credo che sarebbe molto più opportuno, corretto e lineare che questa proposta venisse stralciata e ripresentata in sede dell'esame della prossima legge finanziaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, credo non sfugga ad alcuno il sapore politico della proposta al nostro esame, probabilmente rafforzato anche da ciò che è accaduto lo scorso fine settimana.
Se davvero vi fosse la volontà di prestare un'attenzione reale ad un argomento così delicato, si dovrebbe pensare ad un disegno di legge ad hoc e non a soddisfare alcuni settori della maggioranza. In particolare, considerato quante volte i temi della salute sono stati affrontati in quest'aula, come in altri contesti, si dovrebbe prestare ad essi un'attenzione vera e non attingere i fondi da tale settore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, colleghi, soprattutto della destra, voler far passare questo provvedimento come un favore nei confronti di qualcuno è il tentativo più ignobile che ho sentito. Non si tratta di questo e lo dimostrerò.
Qual è il rapporto fra i Paesi che definiamo impropriamente «sottosviluppati» e l'Occidente o - se si preferisce - l'Unione europea? Noi istituiamo contributi in favore della nostra agricoltura e mettiamo di fatto fuori mercato i prodotti che provengono, ad esempio, dall'Africa. In altri termini, mentre le nostre produzioni vengono soccorse dagli aiuti comunitari, quelle africane non godono di alcun sostegno. È evidente che in questo modo i prezzi vengono alterati e che la concorrenza è di conseguenza impossibile.
Questo provvedimento - lo si dice esplicitamente - presenta un carattere puramente sperimentale: esso tenta di trovare un metodo per superare queste contraddizioni, che trascuriamo sempre, poiché trascuriamo sempre ciò che non è vicino a noi, cioè il Terzo e il Quarto mondo anche se abbiamo un'economia e una cultura globalizzate!
Dobbiamo farci carico, seppure in pillole, di tali problematiche, anche se - lo ripeto - questa proposta altro non è che una pillola: si tratta di una prova che cerchiamo di affrontare, dando un segnale culturale e politico ai Paesi che tentano, in qualche modo, di sollevarsi dalla miseria, dall'arretratezza, dalla povertà e dal degrado ambientale, che noi abbiamo contribuito a determinare.Pag. 22
Quindi, a nome del gruppo Italia dei Valori - ma, credo, dell'intero centrosinistra - respingo il giudizio per cui staremmo facendo un favore a qualcuno. Piuttosto, stiamo dando la dimostrazione di una cultura diversa del centrosinistra, che è orientata a guardare ai problemi del Terzo e Quarto mondo con concretezza e attraverso misure che avviino i problemi ad una soluzione strutturale: non si tratta, cioè, di fornire il pesce, ma la canna; bisogna «imparare» a pescare.
Il commercio equo e solidale - questo è solo un primo accenno - si muove in questa direzione quindi respingiamo al mittente le accuse di favoritismo a qualcheduno, che peraltro non saprei neppure chi potrebbe essere (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia). Noi intendiamo favorire i lavoratori del Terzo e Quarto mondo, che hanno fiducia nell'Occidente, e dare una mano seria, forte e coerente contro un capitalismo sempre più prepotente ed invadente.
Con l'approvazione di questo piccolo emendamento realizziamo un'azione di tipo culturale, indicando la strada verso uno sviluppo equo e solidale e verso una solidarietà che soltanto la sinistra sa interpretare (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e L'Ulivo - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, proprio ascoltando le motivazioni che inducono il collega D'Ulizia a votare a favore dell'emendamento 17.301 della Commissione, vorrei sottolineare ciò che è stato sostenuto in questa sede: i Paesi europei, grazie al loro protezionismo, affamano i Paesi sottosviluppati, che tali sono e tali resteranno (Commenti del deputato Volontè).
La politica da adottare, allora, non è quella di sostenere la diffusione dei prodotti nel nostro Paese, bensì quella che abbiamo suggerito durante l'esame del disegno di legge finanziaria, quando con una risoluzione - in questo Parlamento, una risoluzione vale quel che vale, ma era comunque un segnale - invitavamo il Governo a farsi portavoce, all'interno delle istituzioni comunitarie, di una revisione della politica agricola comune. È chiaro che l'emendamento 17.301 della Commissione serve unicamente a favorire i diffusori dei prodotti che derivano dal commercio equo e solidale, ma non i produttori.
Noi, invece, intendiamo superare - come facciamo da anni all'interno del Parlamento europeo - proprio quella politica agricola comune, che è fondamento e causa dell'impossibilità, per i Paesi in questione, di esportare i loro prodotti nell'economia europea.
Inoltre, l'economia europea, con gli aiuti alle esportazioni, impedisce ai Paesi sottosviluppati di avere una loro economia concorrenziale, in grado di partecipare anch'essa al mercato.
Per queste ragioni, annuncio il voto contrario del nostro gruppo sull'emendamento in discussione (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno e di deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, confesso che, rispetto all'emendamento 17.301 della Commissione, ero un po' perplesso circa la scelta che avremmo dovuto compiere, per certi versi potrebbe richiamarci anche ad alcuni elementi forti di riflessione, che il nostro movimento ha svolto negli ultimi anni.
Siamo convintissimi del fatto che i Paesi del Terzo mondo, in via di sviluppo, sottosviluppati o presunti tali - chiamateli come preferite - vadano aiutati in casa loro e siamo da sempre favorevoli a sistemi orientati in tale direzione.
Dopo aver ascoltato l'intervento dell'onorevole D'Ulizia, invece, ho la certezza che voteremo contro per due ordini di motivi. In primo luogo, riteniamo che ilPag. 23«pistolotto» pieno di reprimende che ci siamo sorbiti debba essere indirizzato a qualche altra parte. Non vedo, infatti, per quale motivo qualcuno in quest'aula debba sentirsi coinvolto in un certo qual modo.
In subordine, così come hanno fatto altri nostri colleghi prima di me, riteniamo assolutamente fuori tema l'intervento di cui stiamo discutendo. Avremmo preferito che fosse stato oggetto di una discussione all'interno di un contesto diverso e di un contenitore legislativo più idoneo. Per questo motivo preannuncio il voto contrario del nostro gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Il collega Fava poc'anzi argomentava giustamente sui «pistolotti» del signor onorevole D'Ulizia, che, tra l'altro, mi sembra venga dalla Democrazia cristiana, passando per Di Pietro o, comunque, per un'area centrista, non sicuramente comunista, ma che ad un certo punto esalta la sinistra: ben venga per lui. Io gli consiglierei che questo «movimento ecosistema» incarichi il Ministro Bersani di acquistare...
PRESIDENTE. Onorevole Romele, la prego di concludere e la invito ad attenersi al tema della discussione.
GIUSEPPE ROMELE. ...circa 200 mila badili e carriole - per una spesa, secondo i miei calcoli, di circa 20 miliardi di vecchie lire - e, tramite D'Alema, li porti a questi suoi nuovi adepti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.
RAMON MANTOVANI. Signor Presidente, spero di convincere, per esempio, le colleghe e colleghi del gruppo Lega Nord Padania a cambiare il loro orientamento sulla votazione concernente questo emendamento.
In effetti, le sovvenzioni agricole dell'Unione europea, che non sono altro che la regolazione degli effetti del libero mercato nei diversi paesi dell'Unione europea, non c'entrano molto con questa questione. Infatti, una totale liberalizzazione del commercio dei prodotti agricoli, per esempio, non favorirebbe affatto - mi dispiace che questa sia la tesi dei colleghi radicali - i produttori dei Paesi poveri. Sarebbero, viceversa, favorite solo le società multinazionali, che andrebbero a comprare i terreni nel Terzo mondo, con la manodopera a basso costo, per esportare prodotti nei mercati opulenti dell'Occidente. In questo modo, a farne le spese sarebbero i contadini dei Paesi poveri e dei Paesi occidentali, a tutto vantaggio delle grandi società multinazionali. Peraltro, tale questione è stata tema di discussione all'ultima sessione negoziale del WTO, che da quattro sessioni non riesce a raggiungere un accordo su questo punto.
Invece, il tema del commercio equo e solidale è giustamente posto in questo emendamento. Non so se i colleghi sappiano cosa sia esattamente il commercio equo e solidale, che soltanto dal punto di vista strutturale è una forma interna al mercato, ma che rappresenta un'alternativa al mercato stesso, non solo dal punto di vista commerciale.
I produttori vendono ai consumatori, con l'intermediazione delle organizzazioni e del commercio equo e solidale, ad un prezzo che non è quello di mercato. Alcuni prodotti, come, per esempio, lo zucchero, il caffè e il cacao, sono pagati ai produttori (organizzati in cooperative o anche come produttori individuali e associati), dieci, quindici, venti o trenta volte il prezzo stabilito dalla borsa internazionale di quelle materie e di quei prodotti agricoli. In questo modo, si vendono tali prodotti sul mercato europeo in termini anche concorrenziali con i prodotti che sono comprati ad un prezzo di dieci, venti o trenta volte inferiore e che sul mercato costano più o meno quanto il prodotto del commercio e solidale.
Tutte le organizzazioni che operano nel commercio equo e solidale per statuto nonPag. 24hanno scopo di lucro. Quindi, tutti i soldi che vengono raccolti nell'esercizio della transazione commerciale - c'è, infatti, un profitto - vengono reinvestiti in produzioni sovvenzionate ai prezzi di cui ho già parlato prima. Non si capisce - o meglio si capisce - perché storicamente l'applicazione del fisco non sia mai riuscita a comprendere questa differenza.
Però è bene che, in termini sperimentali, si cominci a riconoscere l'esistenza di una forma di commercio che non incide sul mercato globale, se non per una piccola percentuale, e che, tuttavia, fornisce buona produzione e buon trattamento dei lavoratori nei Paesi produttori, buoni prodotti certificati (sicuramente migliori di molti messi in commercio dalle società multinazionali) e soldi che vengono sicuramente reinvestiti in questa operazione.
Non si può trattare con chi commercia le banane fair trade come la Chiquita, il cui presidente del consiglio d'amministrazione ha recentemente ammesso pubblicamente di avere finanziato i paramilitari per ammazzare i contadini, che producevano le banane e che si ribellavano al regime di trattamento lavorativo e salariale al quale erano sottoposti.
Pertanto è giusto che si tenti questa via sperimentale per dare un equo riconoscimento a questa operazione che, peraltro, non è né di centrodestra né di centrosinistra; non ci sono amici a cui fare favori (tra l'altro Slow Food c'entra poco con il fair trade e il commercio equo e solidale). In ogni caso nella scorsa legislatura, come dovrebbero ricordare i colleghi di Forza Italia Rosso e Lupi, abbiamo indetto insieme una riunione con tutte le organizzazioni del commercio equo e solidale per arrivare possibilmente a una legislazione. Ciò è molto difficile, ma questa sperimentazione è molto utile al commercio equo e solidale, anche per cambiare un regime fiscale ingiusto nei confronti di questa forma di commercio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, vorrei rivolgermi a tutto il Parlamento e ai gruppi parlamentari perché l'importanza di questo emendamento è molto rilevante e si inserisce anche in quei processi di globalizzazione, che oggi vi sono nel pianeta e che, però, non garantiscono le piccole economie di quelle comunità che producono beni molto importanti e che garantiscono le tradizioni di diversi popoli.
Il nostro gruppo parlamentare ha inizialmente presentato un emendamento, poi fatto proprio dalla Commissione e oggi ripresentato. Mi rivolgo anche all'opposizione, in particolare alla Lega Nord, che ha portato avanti una serie di battaglie a tutela delle tradizioni tipiche culturali dei popoli: il commercio equo e solidale va in questa direzione. I processi di globalizzazione economica presenti nel pianeta non garantiscono le piccole economie di quelle comunità, che producono caffè o zucchero e che rischiano di essere travolte. Inoltre, il commercio equo e solidale costituisce una garanzia non solo a tutela di quelle comunità, ma anche relativamente ai processi ambientali, perché questo tipo di commercio avviene secondo regole precise di rispetto di tutele ambientali.
Pertanto, fare in modo che il Parlamento approvi un emendamento di questo tipo significa aprire un dialogo molto importante con settori del pianeta e con realtà molto diffuse della popolazione italiana, che ha compiuto, da un punto di vista morale, una scelta nello stile di vita rivolgendosi al commercio equo e solidale, il quale, tuttavia, è fortemente penalizzato rispetto al commercio tipicamente tradizionale.
Nel concludere, il gruppo dei Verdi rivolge un appello a tutti i gruppi parlamentari affinché questo emendamento possa essere approvato.
GIOVANNI FAVA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Fava, lei ha già parlato su questo emendamento.
GIOVANNI FAVA. Solo per dire che accolgo l'invito di Rifondazione ComunistaPag. 25e chiedo che la Commissione si riunisca su questo tema...
PRESIDENTE. Mi dispiace, ma non posso darle la parola.
Passiamo ai voti.
Ricordo che il parere favorevole della Commissione Bilancio sul provvedimento è condizionato all'approvazione del presente emendamento, come è già stato ricordato all'inizio della seduta.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.301 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 388
Astenuti 5
Maggioranza 195
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 160).
Prendo atto che il deputato Chianale ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Non si procederà alla votazione dell'articolo 17, poiché l'emendamento testé approvato è interamente sostitutivo dell'articolo stesso.
Il seguito del dibattito è rinviato al prosieguo della seduta, a partire dalle 16.