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TESTO AGGIORNATO AL 13 GIUGNO 2007
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2272-bis-A.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato, da ultimo, votato l'emendamento 17.301 della Commissione, sostitutivo dell'articolo 17, ed è stato accantonato l'esame dell'articolo 21 e delle due proposte emendative ad esso riferite.
Sono rimaste altresì accantonate le seguenti proposte emendative: con riferimento all'articolo 10, tutti gli emendamenti e i subemendamenti presentati con riferimento all'articolo, nonché la votazione dell'articolo medesimo (essendo stati votati gli articoli aggiuntivi); con riferimento all'articolo 43: gli articoli aggiuntivi Folena 43.021 e Della Vedova 43.019, nonché l'articolo aggiuntivo 43.0305 della Commissione presentato questa mattina.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezioni 1 e 4).
Avverto, inoltre, che il parere contrario della Commissione Bilancio sull'emendamento 10.300 (nuova formulazione) della Commissione si intende revocato, a condizione che siano approvati i subemendamenti 0.10.300.11 e 0.10.300.12 della Commissione stessa.
Informo l'Assemblea che la Commissione ha presentato una nuova formulazione del suo articolo aggiuntivo 43.0305 che tiene conto del parere della Commissione Bilancio.
Chiedo dunque al relatore quali indicazioni intenda dare all'Assemblea per la ripresa dei lavori.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, chiedo una breve sospensione per consentire al Comitato dei nove di riunirsi per procedere a valutazioni su alcuni adempimenti formali.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Lulli.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,15.
La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,15.
PRESIDENTE. Chiedo al relatore quali indicazioni intenda dare all'Assemblea per la ripresa dei lavori.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, propongo di riprendere l'esame dell'articolo 10.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Lulli.
(Ripresa esame dell'articolo 10 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 5) precedentemente accantonato.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Contento 10.8 e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici subemendamenti Adenti 0.10.300.7 e Zanetta 0.10.300.8.
La Commissione raccomanda, quindi, l'approvazione del suo subemendamento 0.10.300.10, mentre invita al ritiro del subemendamento Burgio 0.10.300.3; raccomanda,Pag. 31inoltre, l'approvazione dei suoi subemendamenti 0.10.300.11 e 0.10.300.12.
La Commissione, quindi, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sul subemendamento Zanetta 0.10.300.5, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 10.300 (Nuova formulazione).
Infine, per quanto riguarda i restanti emendamenti presentati all'articolo 10, ricordo che in caso di approvazione dell'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione essi risulteranno preclusi; in caso contrario, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Ricordo che, come ho già preannunciato all'Assemblea, la Commissione ha presentato una nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo 43.0305, che tiene conto del parere della V Commissione (Bilancio).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 10.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, il gruppo di Alleanza Nazionale desidera richiamare l'attenzione sulla vicenda dell'articolo 10. Come è noto, nel testo originario, esso si limitava a richiamare, sostanzialmente, i principi di liberalizzazione e prevedeva anche lo svolgimento di un'indagine di carattere tecnico, per poi consentire l'adozione dei provvedimenti, in linea con la riforma avviata dal centrodestra nel corso del 2003 e portata a compimento.
Tuttavia, sotto il profilo politico, desideriamo segnalare - e mi avvio alla conclusione - che, in realtà, il Governo ha dimostrato, ancora una volta, di non essere in grado di affrontare tematiche complesse come quella relativa al trasporto ferroviario. Nel giro di poche settimane, infatti, ha prima presentato un emendamento che stravolge completamente il testo originario contenuto nel provvedimento e contemporaneamente, soltanto dopo pochi giorni, ne ha presentato un altro che stravolge sia il testo originario, sia quello proposto dall'emendamento, introducendo principi che non erano, appunto, previsti nella stesura originaria.
Avremo modo - spero - di tornare sul tema, in occasione di altre proposte emendative, ma era necessario sottolineare, a nostro giudizio, l'incapacità del Governo di affrontare temi tanto rilevanti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, anche noi condividiamo l'emendamento al nostro esame; siamo quindi a favore della soppressione dell'articolo 10. Come abbiamo rilevato anche in altre occasioni, questo è un modo ben strano di legiferare su una materia così delicata e complessa. Siamo a favore della soppressione del suddetto articolo e, ovviamente, siamo anche contrari alla riformulazione proposta dalla Commissione. A mio avviso, tale riformulazione - così come è presentata - non assicura alcuna liberalizzazione, complica maggiormente questo settore, rende difficili le interpretazioni e, certamente, non tutela gli interessi dell'utente e del consumatore.
Ovviamente, si tratta di una materia che si colloca in modo anomalo nel provvedimento in esame, analogamente ad altri temi per i quali vi è stato lo stralcio (mi riferisco al pubblico registro automobilistico e ad altri argomenti).
Signor Presidente, non c'è dubbio, che l'invito che rivolgiamo al Governo - anche se ha manifestato la sua adesione alla proposta del relatore - è di essere d'accordo sulla soppressione o, quanto meno, indicare un percorso diverso da quelloPag. 32dello stralcio. Oggi, il problema del trasporto ferroviario è un dato certamente serio. Come più volte è stato detto, è necessario modificare la normativa che presiede alle Ferrovie dello Stato. Non c'è dubbio che in tal modo, tra la holding FS, Trenitalia Spa e Rete ferroviaria italiana Spa non si realizzano gli obiettivi per rendere funzionale e razionale il servizio e aprirlo alla concorrenza. Mediante la ricordata normativa non si va da alcuna parte. Si realizzerà una accumulo di spese e di sofferenze per quanto riguarda le Ferrovie dello Stato e certamente si verificheranno le complicazioni che puntualmente arrivano, senza alcuno sbocco né alcuna prospettiva.
Pertanto, occorrerebbe un atto di «generosità» da parte del Governo e, forse, sarebbe stata necessaria, anche a tale proposito, la presenza del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per fornire un'indicazione ed un orientamento in merito. Tale materia non rientra tra le attività produttive. Si tratta, ovviamente, di una tematica che riguarda i trasporti e la loro intermodalità e, pertanto, il collegamento tra ferrovie, il trasporto su gomma, il trasporto via aria ed il trasporto via mare, in una visione certamente organica, molto più stringente e, soprattutto, molto più produttiva.
Ritengo sia necessario considerare anche la storia della nascita delle Ferrovie dello Stato. Inoltre, vorrei comprendere in quale misura, questo articolo, anche nella riformulazione proposta dal Governo, possa risolvere i problemi delle ferrovie ed aprire il settore alla concorrenza. Sono d'accordo. Esisteva una normativa prevista dal provvedimento, inerente i controlli e il ruolo delle commissioni competenti. Mediante la norma in discussione, si rientra in un ingranaggio molto farraginoso, per alcuni versi incomprensibile e che va a salvaguardare alcune corporazioni o riserve di gestione o di potere esistenti all'interno delle Ferrovie dello Stato.
Si tratta di una questione importante, che non credo possa risolversi mediante una rimodulazione dell'articolato od attraverso la proposta avanzata dalla Commissione. Per questi motivi, formulo anche al relatore l'invito a riconsiderare quanto proposto, perché viene in questione un dato certamente molto complesso e, per alcuni versi, anche grave.
PRESIDENTE. Onorevole Tassone, la invito a concludere.
MARIO TASSONE. Per quanto riguarda il richiamo all'autorità dei trasporti, mi domando per quale motivo non si attenda l'emanazione della legge su tale autorità. Si tratta di una regolazione economica, certamente necessaria e fondamentale. Una norma quale quella in discussione, in attesa dell'introduzione dell'autorità dei trasporti, rappresenta una impostazione certamente schizofrenica di legiferare.
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
MARIO TASSONE. Per questi motivi, sono d'accordo sulla soppressione dell'articolo in discussione, con l'augurio che possa essere data, se è il caso e se il Governo se la sente di fornirla, una spiegazione, perché la proposta della Commissione è molto complessa, lo ripeto, molto articolata e, per alcuni versi, farraginosa, incapace di salvaguardare la situazione e la normativa delle Ferrovie che, tra la holding FS, Trenitalia Spa e RFI Spa, non ha dato alcun tipo di risposta seria...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
MARIO TASSONE. ...cosa che oggi, certamente, dovremmo essere in grado di fare. La ringrazio, signor Presidente.
PRESIDENTE. Comunico che anche il gruppo dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), ha esaurito il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, anch'io sollevo le stesse questioni dei due colleghi che mi hanno preceduto, nel senso che ci pare che l'articolo in esame, che è arrivato in Commissione con una formulazione molto sfumata, ora contenga concetti estremamente importanti.
Mi fa specie che non sia presente in aula l'onorevole Meta, presidente della Commissione trasporti, la quale è stata sicuramente esautorata da ogni possibilità di discussione. Riteniamo abbastanza grave tale situazione ed abbiamo anche tentato di intervenire: ancora poco fa sono pervenuti alcuni subemendamenti alla proposta emendativa in esame, ma i tempi per intervenire sono stati veramente ridotti. Credo che soprattutto sia sfuggito ai più il contenuto dell'emendamento 10.300 della Commissione.
PRESIDENTE. Onorevole Zanetta, concluda.
VALTER ZANETTA. Concludo, Presidente. Tale proposta emendativa investe temi molto importanti su cui mi riservo di intervenire nel prosieguo del dibattito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Anch'io mi associo all'appello rivolto ai colleghi sul fatto che non possiamo accettare che una materia così delicata che riguarda un settore tanto strategico per il Paese, venga affrontata in un provvedimento omnibus che, nei fatti, ha dimostrato di essere partito con una serie di buone intenzioni (si parlava delle grandi liberalizzazioni), ma che oggi a fronte di una serie di veti incrociati, ha subito un ridimensionamento notevole.
La materia affrontata dall'articolo 10 lascia il tempo che trova: non è accettabile che un argomento così importante, relativo all'apertura del mercato, volto a creare le regole della concorrenza in un settore così delicato venga affrontato in un simile modo.
PRESIDENTE. Onorevole Gibelli, concluda.
ANDREA GIBELLI. Concludo, Presidente. Non si può affrontare in maniera così frammentaria una ricostruzione in tempo reale sulla modifica di un provvedimento che, nella scorsa legislatura, avevamo trattato in maniera molto diversa e che oggi non crea le condizioni minime per l'apertura del mercato rispetto alle esigenze imposte dall'Unione europea e rispetto ad evidenti scelte politiche non contemplate nel provvedimento in esame. Chiedo pertanto al Governo di soprassedere su questa richiesta perché si offende anche il Parlamento affrontando la materia in questi termini!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè.
Onorevoli colleghi, il tempo per le dichiarazioni di voto a titolo personale è già stato esaurito. Quindi, onorevole Uggè, dal momento che il rappresentante del suo gruppo ha già parlato, le concedo 30 secondi per svolgere il suo intervento.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente vorrei associarmi alle considerazioni svolte dal collega Zanetta ed evidenziare che siamo di fronte ad un emendamento particolare, impegnativo, che ha introdotto una serie di motivazioni più volte sconfessate dallo stesso relatore, che evidentemente è stato costretto a modificare il senso iniziale della disposizione dalle divisioni, dai diversi pareri presenti in questa variegata maggioranza.
PRESIDENTE. Onorevole Uggè, concluda.
PAOLO UGGÈ. Concludo, Presidente. Per tale motivo, credo sia opportuno disporre un accantonamento dell'emendamento in esame. Comunque, interverremo su tali aspetti con ulteriori emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 34
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 10.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazioni).
(Presenti 416
Votanti 333
Astenuti 83
Maggioranza 167
Hanno votato sì 102
Hanno votato no 231).
Prendo atto che la deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che la deputata Schirru ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto, infine, che il deputato Di Cagno Abbrescia ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo agli identici subemendamenti. Adenti 0.10.300.7 e Zanetta 0.10.300.8.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
VALTER ZANETTA. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro del mio subemendamento 0.10.300.8, perché nella riformulazione dell'emendamento 10.300 della Commissione è stato accolto parte del contenuto di questo mio subemendamento. Mi riferisco soprattutto al comma 16, di cui parleremo successivamente, che è stato accolto e, quindi, posso dire che ho avuto alcuni motivi di soddisfazione per la decisione assunta.
Un ulteriore richiamo a questo emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione lo si deve fare. L'assurdo è infatti che stiamo aspettando il piano industriale delle Ferrovie dello Stato, che, ancora ad oggi, la Commissione non ha avuto l'onore di potere discutere e di cui se ne parla, forse, in altre sedi. In tale emendamento compare una modalità che sottende, a mio modo di vedere, un supporto al futuro piano industriale delle Ferrovie dello Stato.
L'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione riguarda, quindi, questioni molto importanti sulle quali - ripeto - la Commissione non ha potuto discutere e osservo, dati i tempi che rimangono all'Assemblea per esaminarle, che le nostre rischiano di essere solo segnalazioni, non approfondimenti veri su tematiche che, invece, sarebbe necessario approfondire.
PRESIDENTE. Il subemendamento Zanetta 0.10.300.8 è quindi ritirato.
Chiedo all'onorevole Adenti se acceda all'invito al ritiro del suo subemendamento 0.10.300.7 formulato dal relatore.
FRANCESCO ADENTI. Sì, lo ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.10.300.10 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 423
Astenuti 9
Maggioranza 212
Hanno votato sì 422
Hanno votato no 1).
Passiamo al subemendamento Burgio 0.10.300.3.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ALBERTO BURGIO. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro, ma teniamo a precisare le ragioni che ci hanno indotto a presentare questa e le altre propostePag. 35emendative al testo originario dell'articolo 10. Abbiamo delle riserve nei confronti delle liberalizzazioni che coinvolgono beni pubblici e servizi di interesse generale, che, a nostro giudizio, non dovrebbero sottostare a logiche di mercato e ai vincoli della gestione aziendalistica e rispetto ai quali riteniamo incombano sullo Stato delle responsabilità non derogabili.
La ragione è semplice e non è ideologica: questi servizi non sono merci, ma sono risposte ad inviolabili diritti di cittadinanza. Da questa riserva preliminare segue, in questo caso, la nostra preoccupazione nei confronti di una liberalizzazione che, in assenza di un piano industriale - a tutt'oggi non presentato dalla dirigenza delle Ferrovie dello Stato, più volte sollecitata al riguardo -, non presenta, a nostro giudizio, sufficienti garanzie riguardo al servizio passeggeri a prezzi socialmente sostenibili per le fasce di utenza più deboli, a cominciare dagli studenti e dai pendolari. Per tale motivo, avremmo preferito che si procedesse con maggiore cautela, stralciando questa misura del provvedimento o limitandosi, per il momento, al traffico merci.
Vi è poi la questione della destinazione dei profitti, che, secondo noi, debbono ritornare in massima parte al pubblico sotto forma di interventi di manutenzione e di ampliamento della rete ferroviaria, tanto più che il privato già comprende nei costi le spese di manutenzione.
L'impresa privata persegue, legittimamente, la remunerazione dei capitali investiti, ma gli interessi del pubblico, che concede lo sfruttamento della rete, debbono rimanere, a nostro giudizio, prevalenti. Non vogliamo che anche in Italia si verifichi quanto è successo in Inghilterra, dove il Governo Blair è stato costretto a ripubblicizzare, in forma surrettizia, una rete ferroviaria distrutta da anni di sfruttamento economico selvaggio costellato da disservizi, secche riduzioni del personale e mancati interventi di manutenzione sul materiale rotabile.
Proprio perché non vogliamo che anche da noi la liberalizzazione del traffico ferroviario possa risolversi in una semplice speculazione e in un'operazione di privatizzazione dei profitti e socializzazione dei costi, presenteremo un ordine del giorno - che chiediamo al Governo di accettare - in cui si ribadisce l'esigenza di riservare la massima attenzione ai diritti dell'utenza disagiata, degli studenti, dei lavoratori pendolari e alle esigenze di sviluppo del trasporto pubblico su rotaia.
PRESIDENTE. Il subemendamento Burgio 0.10.300.3 è quindi ritirato.
Passiamo alla votazione del subemendamento 0.10.300.11 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, l'onorevole Tassone è già intervenuto in maniera puntuale sulla proposta emendativa della Commissione. A me preme svolgere alcune considerazioni che si collegano a quelle svolte dall'onorevole Burgio.
Non ho capito come sia possibile, in un provvedimento di questo genere, parlare di liberalizzazione del trasporto su rotaia. Non siamo contrari, in linea di principio, ma riteniamo che effettivamente parte del Parlamento sia espropriata della partecipazione a un dibattito serio.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUIGI D'AGRÒ. L'articolato proposto dalla Commissione in qualche modo è arrivato per tappe, non è stato un qualcosa che sia identitario di una cultura vera del provvedimento di liberalizzazione in questo settore. È stato un accadimento graduale, quindi non c'è fino in fondo la volontà precisa di arrivare con regole chiare a disciplinare questo settore. E quando si espropria un pezzo del Parlamento, mi riferisco in particolare alla Commissione trasporti, su un tema di questa natura...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
LUIGI D'AGRÒ. ...credo che sbagliamo un po' tutto. Ritengo, quindi, che anche daPag. 36questo punto di vista non sia possibile per noi votare a favore del subemendamento 0.10.300.11 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.10.300.11 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 443
Maggioranza 222
Hanno votato sì 250
Hanno votato no 193).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.10.300.12 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 421
Astenuti 21
Maggioranza 211
Hanno votato sì 246
Hanno votato no 175).
Come già preannunciato, a seguito dell'approvazione dei subemendamenti 0.10.300.11 e 0.10.300.12 della Commissione, il parere contrario della Commissione bilancio sull'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione si intende revocato.
Passiamo al subemendamento Zanetta 0.10.300.5.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
VALTER ZANETTA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Il subemendamento in esame, a mio avviso, costituisce un contributo al fine di migliorare quanto prevede l'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione, che presenta alcune lacune che abbiamo cercato di evidenziare.
Il mio subemendamento, al fine di garantire le condizioni necessarie per l'effettiva liberalizzazione dei servizi ferroviari regionali, propone che i finanziamenti pubblici vengano assegnati alle regioni, che direttamente o tramite il soggetto concessionario acquistano il materiale rotabile garantendo che lo stesso sia disponibile per le imprese ferroviarie che stipulano contratti di servizio con le regioni stesse.
Signor Presidente, credo che sia un subemendamento di buon senso e quindi invito l'Assemblea ad esprimere un voto favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Zanetta 0.10.300.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 445
Votanti 443
Astenuti 2
Maggioranza 222
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 247).
Prendo atto che l'onorevole Mellano ha segnalato che non è riuscito a votare.Pag. 37
Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Attili. Ne ha facoltà.
ANTONIO ATTILI. Signor Presidente, l'emendamento della Commissione, interamente sostitutivo dell'articolo 10, ci lascia per la verità molto perplessi.
Lo voglio dire in premessa: non siamo contrari all'avvio del processo di liberalizzazione della rete ferroviaria, anche perché si tratta di dare attuazione a normative europee recepite da tempo dal Governo italiano. Non vi è dunque alcuna opposizione di principio. Non si può però negare che l'emendamento al nostro esame affronta tutta una serie di complessi problemi che avrebbero necessitato di un maggiore approfondimento in sede di Commissione di merito. In precedenza abbiamo votato contro l'emendamento con il quale si chiedeva di sopprimere l'articolo 10 perché riteniamo che tale articolo affronti comunque un problema importante; ma non vi è dubbio che è condivisibile l'osservazione, svolta da molti colleghi, per cui una materia così complessa avrebbe meritato ben altro approfondimento.
Di questo articolo condividiamo i primi due commi, che ne costituiscono la parte, per così dire, programmatica: si prevede, in buona sostanza, che il Ministero vigili affinché non si verifichino condizioni di discriminazione nell'utilizzo della rete, e che, entro 120 giorni (ma il tempo mi pare eccessivo: lo ridurrei a tre mesi e sarebbero comunque molti) dalla data di entrata in vigore della legge, esso conduca un'indagine conoscitiva al fine di verificare se, tanto per il trasporto merci quanto per quello passeggeri, vi siano tratte a lunga e media percorrenza in grado di assicurare l'equilibrio fra costi e ricavi. Ci convincono sia il meccanismo delle audizioni, che è addirittura previsto in legge, sia il parere delle Commissioni.
Ma ci fermeremmo qui. Non siamo invece d'accordo su tutti gli altri commi, che affrontano - lo voglio ricordare solo per dimostrare la complessità dell'emendamento - una serie di altre questioni estremamente articolate: la problematica degli oneri del servizio pubblico, di cui peraltro sfugge l'entità delle risorse (è vero che i subemendamenti presentati dalla Commissione hanno risolto il problema del parere contrario della Commissione bilancio, ma la questione della copertura degli oneri di pubblico servizio rimane comunque molto vaga); il problema dei servizi assegnati alle regioni a statuto speciale e alle province autonome; la questione delle capacità finanziarie delle imprese; nonché tutta un'altra serie di questioni - dall'accesso alla rete alle tracce orarie - che, lo ripeto, costituiscono argomenti di grande complessità e che non possono essere trattati in questo modo.
Con tale emendamento, peraltro, si modificano disposizioni importantissime, contenute in leggi e decreti legislativi, ed è difficile oggi valutare cosa accada delle norme di tali provvedimenti a seguito di tutte le modifiche proposte dalla Commissione.
Per tali ragioni, chiederemmo - poiché, lo ripeto, siamo d'accordo sulla prima parte - se sia possibile votare l'emendamento per parti separate. Annuncio sin d'ora che, qualora ciò sia possibile, voteremo a favore dei primi due commi, mentre ci asterremo sugli altri, come atto di fiducia nei confronti del Governo, anche se, nel merito, giudichiamo questo testo complesso, difficile da comprendere e non adatto ad essere trattato in questo modo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lovelli. Ne ha facoltà.
MARIO LOVELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho ascoltato con attenzione gli interventi che si sono susseguiti su questo argomento. Quelli svolti dai colleghi della Commissione trasporti debbono essere oggetto di specifica attenzione, poiché si tratta di contributi che attengono ad una specificità di materie che certamente, nell'ambito di tale Commissione, avrebbe potuto trovare un'ulteriore possibilitàPag. 38di approfondimento e magari di precisazione.
Ritengo, peraltro, che in sede di esame di questo disegno di legge e nel parere espresso dalla IX Commissione tale valutazione era stata compiuta, anche se in modo non completamente approfondito. In quell'occasione, la formulazione di tale articolo era stata concepita come un punto di riferimento su cui eventualmente, nell'ambito della discussione in Assemblea, sarebbe stato possibile intervenire ulteriormente, non solo con proposte emendative, ma anche con ordini del giorno, che ritengo ancora opportuni ed utili.
Quello esistente è un quadro normativo di riferimento stabile e consolidato (faccio riferimento alla legge 1 agosto 2002, n. 166 e al decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 188). Si tratta, in sostanza, di far sì che le misure previste in tema di trasporto ferroviario diano l'opportunità di migliorare i servizi pubblici, a tutto beneficio dei cittadini italiani. E si vuole fare tutto ciò tramite il provvedimento in esame, compreso a sua volta in un disegno complessivo di misure di liberalizzazione e di tutele previste per il consumatore.
Quello in esame è un articolo - e l'emendamento della Commissione nella nuova formulazione è, da questo punto di vista, molto più impegnativo - che da una parte riprende il percorso della liberalizzazione, dall'altro introduce, in modo più preciso, il concetto di servizio universale nel trasporto locale e in quello nazionale su cui, da adesso in avanti, sarà necessario intraprendere le conseguenti iniziative attuative.
Come ben sanno i colleghi, questo disegno di legge procede in parallelo con un provvedimento che si trova oggi all'esame del Senato e che riguarda la costituzione dell'autorità dei trasporti. Pertanto, avremo l'occasione, nella navette di questi provvedimenti fra le due Camere, di svolgere ulteriori valutazioni di merito.
Ho ascoltato l'intervento del collega Attili, il quale motivava la posizione assunta dal suo gruppo sull'emendamento in esame. La posizione sostenuta dal collega in questione è, a mio avviso, debole perché non tiene conto del complesso della risposta che fornisce questo emendamento. Ossia, se approvassimo l'emendamento limitandoci ai primi due commi, non appoveremmo altro che un manifesto, non una norma puntuale; un manifesto che riprenderebbe quanto previsto dalla legge n. 166 e dal decreto legislativo n. 188 citati; in questo modo, inoltre, non fisseremmo dei punti fermi per attuare i provvedimenti.
Ritengo che i commi successivi contenuti nell'emendamento in esame compiono un passo in avanti. Naturalmente, poiché vi è sempre la possibilità di precisare ulteriormente i contenuti di un provvedimento importante, come quello in discussione, potremmo anche approvare degli ordini del giorno per fornire indirizzi specifici e dettagliati al Ministero.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARIO LOVELLI. Pertanto, penso che sia utile e giusto votare a favore di questo emendamento, con il quale si compie, lo ripeto, un passo in avanti importante, non solo per fornire risposte in merito alla questione delle liberalizzazioni, che potrebbero avere riflessi discutibili, ma soprattutto in materia di miglioramento del servizio per i cittadini italiani. A noi interessa soprattutto tale ultimo aspetto. Il Parlamento deve dare risposta alle richieste provenienti dal Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho raccolto lo sforzo compiuto dall'onorevole Attili, ma sono anche convinto che votare i primi due commi dell'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione non sarebbe funzionale rispetto all'impostazione complessiva ed all'impianto dell'emendamento in esame.
Ad esempio, in riferimento al primo comma, dove si parla di attività di vigilanza del Ministero dei trasporti, mi domando quale sia l'attività di vigilanza del Ministero dei trasporti e se essa non sia,Pag. 39piuttosto, molto debole. A mio giudizio, la holding Ferrovie dello Stato costituisce un potere a parte che si sottrae al controllo del Parlamento, mentre il Ministero dei trasporti ha scarsa incidenza e potere, come poc'anzi ricordava qualche collega prima di me.
Per queste ragioni, l'impianto di questo emendamento va respinto.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole.
MARIO TASSONE. In termini non polemici, chiedevo al Governo che venisse a spiegarcelo, ma ritengo che dovesse essere il Ministero dei trasporti a farlo.
L'emendamento in discussione deve essere respinto e la relativa materia attribuita alla Commissione di merito, al fine di un riscontro e di una disamina molto più attenta ed articolata.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
MARIO TASSONE. L'emendamento al nostro esame, infatti, contiene di per sé stesso la riforma delle ferrovie, una «falsa» e «cattiva» riforma che, certamente, ci porta non alla liberalizzazione, ma al rafforzamento di alcune corporazioni ben chiare e definite all'interno del mondo delle Ferrovie dello Stato [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, devo riconoscere il buon senso e, soprattutto, l'onestà intellettuale dei colleghi del centrosinistra, gli onorevoli Attili e Lovelli, che hanno, in sostanza, raccolto le nostre perplessità, le quali, peraltro, non erano solo nostre, se si pone mente anche a documenti presentati dai sindacati e riportati da alcuni quotidiani con titoli che si possono così riassumere: Ferrovie; Bufera sui tagli di Bersani. O, ancora: Sindacati; privatizzate le tratte redditizie, eliminati i rami secchi.
Argomenti e concetti di questo genere sono, infatti, ricompresi nel famigerato emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione al nostro esame, e allora, in questa Assemblea, dobbiamo far riverberare anche aspetti che rappresentano sensibilità del mondo sindacale e di chi lavora nelle ferrovie ma, soprattutto, degli utenti.
PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole.
VALTER ZANETTA. L'emendamento in discussione sottende anche questo dato di preoccupazione. Da parte del nostro gruppo sarà espresso chiaramente un voto contrario: abbiamo anche cercato di impegnarci nel corso della fase emendativa - come affermato precedentemente è stato espunto dal testo, con nostra soddisfazione, il comma 16 - ma voteremo ugualmente contro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, il gruppo di Alleanza Nazionale voterà contro, perché i principi di liberalizzazione erano già contenuti nell'articolo 38 della legge n. 166 del 2002. È per tale motivo che il primo testo richiamava sostanzialmente quei principi. Non vi era bisogno di operare interventi di sorta, ma bastava applicare le disposizioni normative.
Nel secondo testo, guarda caso, improvvisamente si chiede di modificare quel tipo di principi in materia di liberalizzazioni, passando dalle gare al confronto competitivo.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MANLIO CONTENTO. Nel terzo testo si torna ovviamente alle gare, ma si modificaPag. 40la questione relativa all'individuazione delle tratte degli interventi, affidata, nel secondo passaggio, al Comitato interministeriale per la programmazione economica, mentre viene rimessa in capo al Consiglio dei Ministri con l'accordo delle organizzazioni sindacali e degli altri soggetti nell'ultimo caso.
Queste sono le nostre perplessità, altro che posizioni non chiare e non univoche!
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
MANLIO CONTENTO. Le vostre sono posizioni non chiare, come emerge dagli emendamenti che avete appena presentato per ovviare alle censure mosse al primo testo dalla Commissione bilancio, inserendo gli stessi aspetti che dovrebbero essere oggetto di censura. La chiarezza, quindi, non sta dalla vostra parte, bensì dalla nostra, mentre il provvedimento diventa più confuso e va contro gli interessi del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggé. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, convenendo sulle osservazioni svolte dal collega Attili, preannunzio, a titolo personale, che esprimerò voto contrario sull'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione che certamente cerca di recuperare, sotto la veste della liberalizzazione, ciò che è stato fatto bene nella passata legislatura e che oggi viene in qualche modo confuso.
Alcuni passi in avanti, anche per quanto riguarda le sollecitazioni avanzate in Commissione, sono stati compiuti, come ad esempio l'eliminazione del comma 16 e la consultazione delle forze sindacali, ma non sono certamente sufficienti a creare le condizioni che tanto si sbandierano nel Paese. In questo modo non si liberalizza, ma si creano situazioni completamente diverse!
PRESIDENTE. Ricordo che è stata richiesta la votazione per parti separate della proposta emendativa in esame, nel senso di votare prima i primi due commi e poi i commi successivi. Ciò è possibile, perché entrambe le parti conservano la loro autonomia. Il parere favorevole della V Commissione bilancio, dopo l'approvazione dei subemendamenti 0.10.300.11 e 0.10.300.12 della Commissione, è ovviamente da intendersi sull'emendamento complessivo 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui primi due commi dell'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 459
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato sì 248
Hanno votato no 211).
Prendo atto che la deputata Leddi Maiola ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla restante parte dell'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 452
Astenuti 16
Maggioranza 227
Hanno votato sì 233
Hanno votato no 219).Pag. 41
Sono, pertanto, preclusi tutti i successivi emendamenti riferiti all'articolo 10; avverto, inoltre, che non porrò in votazione l'articolo 10, in quanto l'emendamento approvato era interamente sostitutivo dello stesso.
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, si potrebbe passare all'esame dell'articolo 21.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Esame dell'articolo 21 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 6).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Borghesi 21.200 e 21.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), interamente soppressivi dell'articolo 21.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Poiché sono stati presentati gli identici emendamenti Borghesi 21.200 e 21.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) interamente soppressivi dell'articolo 21, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, siamo favorevoli al mantenimento dell'articolo 21. Si tratta di una delle poche cose buone che vi sono nel provvedimento in esame e, peraltro, attiene ad una questione affrontata anche durante la discussione della legge finanziaria e fu sponsorizzata molto dal Vicepresidente Rutelli.
Si trattava della questione relativa alla possibilità di intervenire nel settore del turismo del nostro Paese che presenta una diffusa situazione di emarginazione, perché la gran parte degli esercizi è troppo piccola per affrontare il mercato internazionale.
La norma interviene per facilitare la ricongiunzione della gestione con la proprietà degli esercizi alberghieri e mi sembra che sia una buona norma. Voteremo quindi per il mantenimento dell'articolo 21.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 21.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 471
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato sì 100
Hanno votato no 371).
Chiedo all'onorevole relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, si potrebbe procedere all'esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 43, precedentemente accantonati.
PRESIDENTE. Sta bene.
Pag. 42(Ripresa esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 43 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 43 (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 7).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Folena 43.021 e raccomanda l'approvazione del suo articolo aggiuntivo 43.0305 (Nuova formulazione).
La Commissione invita, inoltre, a ritirare l'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.019.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo Folena 43.021.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, accolgo l'invito al ritiro formulato dal relatore, ma vorrei formulare una proposta. Ho letto l'emendamento presentato dalla Commissione, ma vorrei far notare che il terzo comma del nostro articolo aggiuntivo è relativo ad un'altra materia che verrebbe esclusa e rappresenta semplicemente una specificazione rispetto a quanto già previsto dal decreto Bersani. Ha, infatti, lo scopo di chiarire una disposizione già vigente. Attualmente, infatti, il decreto Bersani prevede che il passaggio da un operatore ad un altro non possa essere gravato da costi, ma, attualmente se, ad esempio, si ha un contratto ADSL e si decide di cambiarlo, il gestore deve comunque pagare per l'intero anno il canone alla Telecom. Quindi, tutto ciò costituisce un problema per il nostro mercato e, di conseguenza, per i cittadini e mi riferisco ai prezzi che pagano per l'ADSL, servizio molto importante.
Vorrei, pertanto, chiedere al relatore ed al Governo di porre in votazione soltanto il terzo comma del nostro emendamento che non interviene sulla materia principale. Mi pare, peraltro, che tale materia sia stata bene indirizzata con l'emendamento della Commissione che rinvia ad un intervento dell'authority per quanto riguarda il canone ADSL. Semplicemente andiamo a specificare che il principio sancito nel decreto Bersani vale anche per l'ADSL. Mi auguro quindi, che vi sia la disponibilità del relatore e del Governo a recepire soltanto questo comma dell'articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Onorevole Lulli, in realtà si richiede una riformulazione da parte della Commissione.
ANDREA LULLI, relatore. Su tale punto vi è stato un dibattito in Commissione a seguito del quale pregherei i presentatori dell'articolo aggiuntivo di presentare un ordine del giorno su questa materia. Recentemente, infatti, su tale aspetto è intervenuto un provvedimento dell'Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni proprio in data 23 maggio. Credo che sarebbe saggio, da una parte, accogliere l'articolo aggiuntivo della Commissione che specifica ulteriormente i compiti attribuiti all'Agcom e, allo stesso tempo, impegnare il Governo, perché sensibilizzi l'Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni ad approfondire la tematica sollevata dal deputato Acerbo.
Gli interventi dell'Autorità, infatti, avvengono in seguito ad analisi svolte dall'Autorità stessa e, pertanto, un intervento d'imperio del Parlamento, senza alcuna istruttoria da parte dell'Autorità, rappresenterebbe un problema istituzionale di non poco conto. Pertanto, pur condividendo la tematica in questione, assolutamente importante e centrale, credo che la stessa possa essere oggetto di un impegno assunto in Assemblea e, nello stessoPag. 43tempo, ritengo opportuno approvare l'articolo aggiuntivo della Commissione che rafforza i compiti dell'Autorità.
D'altra parte, vorrei anche far presente che, con l'entrata in vigore della legge annuale sulla concorrenza, una volta approvato questo provvedimento, avremo anche altre occasioni per affrontare questo tema e, ove l'authority svolga le istruttorie necessarie, di legiferare.
PRESIDENTE. Onorevole Acerbo?
MAURIZIO ACERBO. Signor Presidente, il gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea intende venire incontro all'esigenza di cominciare a discutere su tale tematica. Faccio presente che, in Italia, le tariffe sull'ADSL, dopo tanta retorica sull'importanza di internet, sono le più costose d'Europa. Inoltre, se si ama la concorrenza, come i liberisti affermano, bisogna prendere provvedimenti.
Quindi ritiro l'emendamento, ma intendiamo portare avanti una battaglia forte su questo tema. Presenteremo, ovviamente, un nostro ordine del giorno. Tengo a precisare, in ogni caso, che il comma 3 non aveva a che fare con quanto deliberato dall'Agcom. Comunque, dato che la Camera si riunisce tutte le settimane, avremo il tempo di tornare sul tema.
PRESIDENTE. Sta bene. L'articolo aggiuntivo Folena 43.021 è stato quindi ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 43.0305 (Nuova formulazione), della Commissione accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 262
Hanno votato no 212).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.019.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, non ritiro l'articolo aggiuntivo e mi stupisco dell'invito, considerato che era già stato accantonato una volta in Commissione ed una volta in Assemblea.
Colleghi, oggi la maggioranza, con l'astensione del gruppo di Forza Italia, ha approvato una norma recante l'istituzione della legge annuale sulla concorrenza, che prevede esplicitamente che vi siano provvedimenti legislativi conseguenti alle segnalazioni dell'Antitrust.
Siamo di fronte ad una reiterata segnalazione dell'Antitrust che ha denunciato più volte nel corso degli anni, e anche recentemente, l'incongruità della norma che limita fortemente lo sconto sul prezzo dei libri, con gravi conseguenze per i lettori, soprattutto per coloro che fanno acquisti di libri, ad esempio, nelle grandi superfici commerciali quindi per le persone delle periferie che comprano libri al supermercato e all'ipermercato. Il limite allo sconto grava ancora di più sui libri di testo, per cui vi è uno sconto solo del 5 per cento.
Questo articolo aggiuntivo, conseguentemente alla segnalazione dell'Antitrust, chiede di liberalizzare lo sconto sul prezzo dei libri...
PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova, deve concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. ...e non è vero che questo va contro l'interesse delle piccole librerie. A parte il fatto che se difendiamo le piccole librerie, bisogna difendere i benzinai, i farmacisti e non ne usciamo più!
Questo sconto consente, come spiega l'Antitrust, di moltiplicare il numero dei lettori, il fatturato di chi vende libri ovunque e comunque.Pag. 44
Ritengo che si tratti di un intervento ragionevole, l'Antitrust lo ha chiesto più volte, non capisco perché la maggioranza si ostini a dire «no» solo su questo provvedimento di liberalizzazione che non costa una lira! Invito, conseguentemente, a sostenere questo articolo aggiuntivo e ad allinearci al resto dell'Europa: i libri sono un prodotto che può essere scontato (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e La Rosa nel Pugno)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi dispiace dover ritornare su questo tema, di fronte al rinnovato invito del relatore a ritirare questo articolo aggiuntivo.
A mio parere, onorevoli colleghi, bisogna ragionare su quello che è il mercato editoriale. Tutti noi siamo buoni lettori di libri e conosciamo come funziona. Si sostiene che, qualora venisse liberalizzato, si tratterebbe di un provvedimento contro le piccole librerie. Tuttavia, si tratta di un argomento sostanzialmente in contraddizione con il mercato.
Faccio solo un esempio, perché si possa capire come questo articolo aggiuntivo colga una necessità. Voi sapete, perché comprate i giornali, che, acclusi ad essi, vi sono molto spesso dei libri. Il mio esempio si riferisce ai libri della collana «I meridiani». Molti sapranno che i libri di questa collana un tempo avevano dei prezzi altissimi; ora, acclusi ai giornali, con una carta che ovviamente non è quella di prima, vengono venduti ad un prezzo alla portata di tutti.
Allora succede che i giornali, accludendo i libri, possono determinare un prezzo di mercato molto più basso, mentre le librerie sono sostanzialmente incastrate all'interno di un meccanismo che non permette la liberalizzazione; questo veramente significa non capire il problema! Non si tratta di affrontare una questione che si può definire di principio, di destra o di sinistra, ma di capire che questo articolo aggiuntivo non fa che cogliere il cambiamento fondamentale determinato dal fatto che, accludendo i libri ai giornali, abbiamo modificato il sistema editoriale, abbiamo già fatto crollare i prezzi e creato una concorrenza formidabile; impedire, dunque, che vi sia tale concorrenza tra le librerie è al di fuori del concepibile!
Rivolgo un appello al relatore affinché almeno sul buonsenso si ritrovino maggioranza e opposizione; so che di solito maggioranza e opposizione non si trovano neanche sul buon senso, però ciò sarebbe opportuno, considerato che tante volte discutiamo di grandi riforme istituzionali e di tante scelte che dovremmo compiere insieme; almeno troviamoci insieme su una ragione di buon senso per favorire il mercato editoriale che, come noto, è molto importante per lo sviluppo della cultura nel nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere, insieme al collega Barani, l'articolo aggiuntivo dell'onorevole Della Vedova, cogliendo la sostanza delle motivazioni che il presentatore e, poco fa, l'onorevole e amico Roberto Villetti hanno portato al centro della riflessione della Camera. È veramente paradossale che si possa pensare a liberalizzazioni «a giorni alterni» e che quando si parla di cultura e di libri si debbano accettare regole che appartengono francamente al passato, soprattutto alla luce del fatto che, come ricordato giustamente dall'onorevole Villetti, i libri ormai vengono venduti, - o svenduti - insieme ai giornali e si possono tranquillamente leggere via Internet.
Il blocco dei prezzi e le regole, volte a calmierarli, introdotte dal sistema, possono e devono essere superate, ed è con questo spirito che mi unisco all'invito che sia Della Vedova sia Villetti hanno rivolto a tutti colleghi, al di là della loro collocazione nella maggioranza o nella minoranza, a votare a favore di questo articoloPag. 45aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.019.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Burgio. Ne ha facoltà.
ALBERTO BURGIO. Signor Presidente, siamo nettamente contrari all'articolo aggiuntivo in esame perché il mercato dei libri è un mercato rigido; i libri hanno un prezzo fisso, determinato all'origine dall'editore, che riserva ricarichi modestissimi alle librerie, le quali non hanno nessun potere di contrattare il prezzo e si trovano necessariamente strette tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita, che è predeterminato.
La verità è che se si liberalizzasse il prezzo di vendita dei libri si determinerebbe davvero la fine delle piccole librerie, come effettivamente avviene nella stragrande maggioranza degli altri Paesi europei. Le piccole librerie oggi - è bene che si sappia - sono esposte alla prepotenza dei grandi editori e dei grandi distributori, i quali sono oggi di proprietà dei grandi editori, soprattutto di quello più grande: la catena Mondadori. È bene che ciò sia chiaro, perché, anche in Italia, vi è il rischio della scomparsa delle piccole librerie, che fanno vita estremamente grama e che svolgono una funzione culturalmente fondamentale, che perciò noi intendiamo difendere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo soltanto per sottolineare che la liberalizzazione sullo sconto dei libri - è la tesi sostenuta dall'Antitrust - avvantaggia i consumatori più poveri e non scalfisce il principio di concorrenza. Quindi riteniamo che anche lo sconto dei libri sia un principio di liberalizzazione, volto a favorire gli utenti più poveri, ovvero coloro che non possono permettersi di acquistare libri a prezzi più alti e che, dunque, la norma sia «molto di sinistra», più di sinistra della posizione del collega Burgio.
PRESIDENTE. Comunico che anche il gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea ha terminato il tempo a disposizione.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sono consapevole che stiamo concludendo l'esame del provvedimento, ma sarebbe opportuno, se fosse possibile - lo chiedo al relatore e a tutti i colleghi - avere un ulteriore momento di approfondimento sull'articolo aggiuntivo in esame. Quindi propongo di accantonarlo.
PRESIDENTE. Qual è l'opinione del relatore?
ANDREA LULLI, Relatore. Sono d'accordo.
PRESIDENTE. Avverto che, non essendovi obiezioni, deve intendersi accantonato l'esame dell'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.019.
Chiedo al relatore come intenda proseguire i lavori dell'Assemblea.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, propongo di passare all'esame dell'articolo 59.
Pag. 46(Esame dell'articolo 59 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 59 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 8).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sugli articoli aggiuntivi Saglia 59.01, Raisi 59.02, Urso 59.04, Leo 59.05 e 59.06, Urso 59.07 e Leo 59.08.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'artico 59.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 270
Astenuti 199
Maggioranza 136
Hanno votato sì 258
Hanno votato no 12).
Prendo atto che il deputato Tabacci ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Saglia 59.01.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, non possiamo accogliere l'invito al ritiro perché riteniamo che tale articolo aggiuntivo, che non comporta assolutamente oneri, potrebbe aiutare ad affrontare un problema serio, ovvero il coordinamento tra le politiche energetiche nazionali e quelle regionali.
Uno dei problemi, per i quali non si riesce a realizzare le infrastrutture energetiche nel nostro Paese, è determinato dall'assurda riforma del Titolo V della Costituzione, adottata nel 2000, che ha reso l'energia materia concorrente. Ciò comporta una difficilissima gestione, soprattutto sotto il profilo autorizzativo, tra il Governo e le regioni.
Con la proposta emendativa in esame, quindi, si tenta di costituire un organismo permanente, che consenta di dirimere le questioni e di ritornare ad avere una politica energetica nazionale. Lo riteniamo, dunque, importante e chiediamo all'Assemblea di approvarlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, vorrei soltanto svolgere una brevissima considerazione su questo articolo aggiuntivo, anche perché, se si discute di liberalizzazioni, si deve considerare il tema relativo alle politiche energetiche. Qualcuno potrebbe anche obiettare che al Senato esiste il disegno di legge n. 691, depositato ad ottobre e la cui discussione è iniziata qualche settimana fa, però purtroppo si è soltanto all'articolo 2 e non si può non tenere in considerazione l'articolo aggiuntivo in esame, che fissa principi importanti nel rapporto con le realtà locali e con le regioni sull'argomento in oggetto, anche perché, come ho detto inizialmente, parlare di politiche energetiche e di ciò che significano per il Paese nel rapporto relativo al Titolo V e alla legge attualmente in vigore, mi porta ad affermare che sia il relatore Lulli, sia il sottosegretario BubbicoPag. 47dovrebbero svolgere un'ulteriore considerazione, nel caso in cui volessimo discutere seriamente di liberalizzazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, sappiamo che la materia dell'energia rientra tra le materie a competenza concorrente e conosciamo tutti i disastri che ciò ha comportato con riferimento all'infrastrutturazione energetica del nostro Paese. Credo sia abbastanza plausibile trovare un luogo che funga da cassa di compensazione o di dibattito fra le istituzioni nazionali e le realtà locali, fintanto che non verrà modificato il Titolo V della Costituzione (che la precedente maggioranza aveva tentato di cambiare, ma poi, come sappiamo, è andata male). Votiamo, quindi, a favore dell'articolo aggiuntivo Saglia 59.01.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Saglia 59.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 477
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 258).
Prende atto che il deputato Tabacci ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Raisi 59.02.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ADOLFO URSO. Signor Presidente, sottoscrivo l'articolo aggiuntivo Raisi 59.02 e dichiaro che non accogliamo l'invito al ritiro, perché - lo ricordo ai colleghi - la proposta emendativa in esame punta ad abolire le comunità montane. Soprattutto nelle ultime settimane, in tutti gli schieramenti vi è stato un dibattito sulla scarsa funzionalità delle comunità montane, che ormai ammontano a 356, per un costo (il «costo della politica», quello che viene da molti definito un «carrozzone») che ammonta a 800 milioni di euro.
Tutti sappiamo che gran parte dei finanziamenti alle comunità montane viene destinato semplicemente al perpetuarsi di tali organismi e che soltanto una piccola parte del loro bilancio (in alcuni casi appena il 5-6 per cento) viene destinata effettivamente a interventi a favore delle comunità montane.
Con l'articolo aggiuntivo in esame noi stabiliamo che gli interventi speciali per la montagna stabiliti dall'Unione europea siano realizzati dalle province e che tali interventi finanziari siano destinati esclusivamente ai territori classificati «montani».
PRESIDENTE. Onorevole Urso, la prego di concludere.
ADOLFO URSO. Concludo, Presidente. Invitiamo coloro che hanno presentato recentemente proposte di legge per l'abolizione della comunità montana - anche appartenenti allo schieramento di maggioranza - ad intervenire in tal senso, votando a favore dell'articolo aggiuntivo Saglia 59.01.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, intervengo per confermare e motivare la posizione contraria del Governo. Su tale tema e su altre questioniPag. 48attinenti ai cosiddetti costi della politica - che sarebbe meglio declinare nella dimensione di costi della pubblica amministrazione e di servizi resi dalla pubblica amministrazione in condizioni di efficacia - occorre precisare che è già stato costituito un tavolo di lavoro coordinato dai Ministri Santagata e Lanzillotta. Esso vede all'opera il Governo, le regioni e le autonomie locali, al fine di definire il percorso riformatore, che evidentemente riguarda non la semplice soppressione di un ente intermedio, ma la riarticolazione delle funzioni, connesse anche alle condizioni di incentivazione, affinché l'associazionismo possa essere sostenuto.
Peraltro, per completezza di ragionamento, con la proposta emendativa in esame si prevede di spostare talune funzioni, oggi in capo alle comunità montane, alle province: non è detto che la misura provinciale possa costituire il riferimento istituzionale, oggi assolto dalle comunità montane, che potrebbe essere affidato - così come lo stesso articolo aggiuntivo enuncia in uno dei commi precedenti - ad un'unione su base volontaria che i comuni stessi potrebbero istituire.
Da ciò si deduce che, su tale materia, non si può improvvisare, in particolare essendo attivo un tavolo di confronto tra Governo ed istituzioni locali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Elia. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, non posso dire di parlare a nome del gruppo La Rosa nel Pugno, perché sull'articolo aggiuntivo in esame e sulla materia che esso pone ci sono posizioni diverse al nostro interno. Peraltro, molti componenti del gruppo hanno sottoscritto una proposta di legge volta proprio all'abolizione delle comunità montane, che sono uno dei tanti capitoli dei costi della politica, che, se non si affronta, determina, anzi aggrava ciò che è già sotto gli occhi di tutti: un distacco enorme e abissale dei cittadini dalla vita pubblica, dalla politica.
Il nostro progetto di legge è evidentemente molto più articolato rispetto all'articolo aggiuntivo in esame, ma le sue finalità sono le stesse. Pertanto, anche a nome di alcuni membri della Rosa nel Pugno - sicuramente della componente radicale, ma anche di Enrico Buemi, che lo ha sottoscritto - invito a votare a favore della proposta emendativa in discussione, quanto meno al fine di porre la questione all'ordine del giorno.
Tutti hanno letto i giornali e seguito le inchieste: ci sono comunità montane che sono considerate tali anche se sono sulla costa Smeralda, sulla riviera ionica, nel tarantino e così via.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 17,30)
SERGIO D'ELIA. È uno scandalo! Le comunità montane sono il rifugio, il cimitero degli elefanti, di coloro i quali, non essendo più eletti negli organi rappresentativi territoriali, finiscono tra i consigli delle comunità montane, incassando i previsti gettoni di presenza. È un ceto politico che viene riciclato in questo modo.
Noi, quanto meno, poniamo il problema. Si aboliscano, quindi, le comunità montane per poi affrontare, entro sei mesi o quando sarà stabilito, la questione ad esse relativa, ma le competenze attualmente affidate alle comunità montane possono essere attribuite alle unioni di comuni, che pure esistono, o rientrare nelle competenze delle province. La soluzione per salvaguardare comunque la montagna esiste, ma nel modo in cui stiamo agendo fino ad oggi si dà semplicemente un contributo al piccolo esercito di professionisti della politica, che vengono impiegati e riciclati nelle comunità montane.
Il collega Urso ha fatto bene a porre la questione. Noi l'abbiamo posta in maniera forse più rituale, con una proposta di legge organica, ma già oggi potremmo dare un piccolo segnale, volto ad affrontare in maniera seria il problema dei costi della politica.
Quindi, almeno una parte del gruppo La Rosa nel Pugno voterà a favore diPag. 49questo articolo aggiuntivo (Applausi di deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, voglio richiamare l'attenzione dell'Assemblea e soprattutto dei tanti che in questa sede si dichiarano amici della montagna, perché mi sembra che l'articolo aggiuntivo in esame venga affrontato con molta superficialità.
Credo che il Governo abbia fatto bene ad esprimersi con prudenza attraverso le parole del sottosegretario Bubbico, perché bisogna affrontare con prudenza il tema in discussione. Ci sono situazioni che vanno riviste, ma pensare che oggi l'Assemblea possa approvare una proposta emendativa di questo genere è veramente assurdo. All'interno della Camera opera con molta intelligenza il gruppo «amici della montagna», che sta affrontando la revisione della legge sulla montagna, di cui è presidente l'amico Quartiani. Mi rivolgo, quindi, anche a lui. Si tratta di un gruppo di lavoro molto interessante, perché affronta...
PRESIDENTE. La invito concludere.
VALTER ZANETTA. ...in modo approfondito le tematiche della montagna. Conseguentemente, anche appellandomi agli amici che fanno parte di tale gruppo, invito a respingere questo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, il mio intervento è stato già anticipato dal collega Zanetta, ma devo ugualmente dire al collega D'Elia che ascoltare da parte loro, oggi, considerazioni di moralizzazione, mi stupisce.
Quando il collega Moffa, di Alleanza Nazionale, ha proposto - in maniera molto «leggera» - l'abolizione delle comunità montane, il centrosinistra portò a Roma (Commenti). ..no, onorevole, non sto dicendo a lei, parlo del centrosinistra; se lei mi permette, io penso di dover parlare...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
OSVALDO NAPOLI. Però, se mi interrompe...
PRESIDENTE. Appunto prosegua!
OSVALDO NAPOLI. Bene. Devo dire che allora si portarono a Roma tutte le comunità montane.
I costi della politica, cari colleghi, sono: regioni, province, comuni, circoscrizioni, consorzi, unioni di comuni, unioni collinari, parchi, ATO, aree metropolitane...
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
OSVALDO NAPOLI. Osservo che sui costi della politica la I Commissione è in fase avanzata di studio, lasciamo dunque ad essa le questioni importanti...
PRESIDENTE. Grazie, ha terminato il suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Capisco le ragioni espresse prima dal collega; la montagna ha infatti bisogno di sviluppo e di attenzione, di utilizzare tutte le possibili risorse, però non sono d'accordo sul fatto che ciò si possa ottenere attraverso le comunità montane.
Quando un istituto ha fallito il suo obiettivo, non ha funzionato, bisogna prenderne atto; altrimenti, si discute dei costi della politica e di quant'altro, ma poi non interviene mai un momento decisionale: tutto si rinvia senza decidere.Pag. 50
Voto volentieri a favore dell'articolo aggiuntivo in discussione.
Ieri sono stato nella provincia di Chieti, per motivi di campagna elettorale.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. A distanza di otto chilometri le comunità montane hanno costruito da una parte una...
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
TEODORO BUONTEMPO. Perché? Il mio gruppo ha già esaurito i tempi?
PRESIDENTE. Sì, lei dispone di un minuto.
TEODORO BUONTEMPO. Va bene. Voglio dire che hanno sprecato miliardi e miliardi per realizzare due strutture immediatamente abbandonate e mai utilizzate.
Credo che un segnale di pulizia morale vada dato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quartiani. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che - come ha rammentato il rappresentante del Governo - discutere in questa sede, nell'ambito di un provvedimento che prevede una serie di liberalizzazioni, di una radicale riforma (in questo caso, più che una radicale riforma, l'articolo aggiuntivo in discussione propone l'abrogazione totale dell'ente comunità montane) significa porsi al di fuori del contesto, nel quale andrebbe collocata una discussione seria su un processo di razionalizzazione complessivo delle istituzioni (centrali, nazionali, statali, locali e regionali), anche a fronte dell'esigenza di una necessaria, incisiva azione di revisione dei costi della politica e della pubblica amministrazione. Proporre un articolo aggiuntivo che prevede l'abolizione delle comunità montane in questo modo, è come sparare sulla Croce rossa.
Concordo con i colleghi che chiedono - e lo faccio anch'io - al collega Raisi di ritirare l'articolo aggiuntivo in esame, non già perché non debba essere oggetto di discussione di quest'Assemblea una radicale riforma anche delle comunità montane, ma perché farlo oggi, in maniera approssimativa e senza avere la conoscenza specifica anche del merito, costringerebbe il Parlamento a votare secondo le propensioni del tutto personali di ciascuno di noi, che nulla hanno a che vedere con una reale conoscenza di ciò che andremo a votare.
Vedete, si è affermato che le comunità montane oggi non rispondono esattamente alla necessità di dare vita ad organi, organismi ed enti intermedi - quali possono essere unioni di comuni o unioni di comuni all'interno di una valle - per mettere in comune servizi da esercitare in un determinato contesto che le popolazioni e le comunità locali appartenenti a singoli comuni, anche piccoli, non possono apprestare autonomamente avendo bisogno, per l'appunto, di mettere insieme ad altri le risorse per poter venire incontro alla necessità di servizi essenziali alle popolazioni della nostra montagna, sia delle Alpi, sia dell'Appennino.
È una questione che posta così genericamente ci costringe - e mi costringe - almeno a rammentare un dato: il collega D'Urso ha affermato che bisogna dare i finanziamenti proprio ai comuni montani; allora vorrei fosse chiaro che la prima norma che noi dobbiamo approvare in Parlamento è la riclassificazione e la ridefinizione dei comuni montani. Infatti, nella nostra realtà il sessanta per cento dei comuni italiani, appunto considerati montani, stanno sulla costa, sono rivieraschi e possono anche essere in riva al mare e, addirittura, devono scegliere tra un finanziamento e l'altro (non possono ad esempio avere il finanziamento per la pesca marittima e contemporaneamente quello del Fondo per la montagna). Si tratta dunque di compiere un riordino razionale, temperato, discusso, serio e non «a braccio»,Pag. 51come invece ci costringerebbe a fare un voto su questo articolo aggiuntivo.
Ritengo che è venuto il tempo che il Parlamento compia un lavoro serio di razionalizzazione e approvi una nuova legge per la montagna. È venuto il tempo di riscrivere norme anche sull'organizzazione degli enti a partire da quelli centrali, nazionali e statali fino ad arrivare a quelli locali, comprese le comunità montane, ma all'interno di un disegno generale compiuto, nel quale tutti riescano a riconoscersi anche prescindendo dai colori e dalle appartenenze di parte. Se opereremo in tale modo renderemo un servizio al Paese, se invece faremo, di una battaglia generica, una «bandiera» per anzituttto comunicare un certa immagine di noi stessi, sotto spinte di opinione presenti nel Paese (non tanto condivisibili perché malorientate), allora potremmo solo (nel momento in cui l'articolo aggiuntivo dovesse essere mantenuto) dare un'indicazione di voto contrario è una situazione che vorrei evitare ancora una volta chiedendo al collega Raisi, anche per tali ragioni, di ritirare l'emendamento con l'impegno di discuterne seriamente negli ambiti propri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, come giustamente sottolineava poco fa il collega D'Elia, nel nostro gruppo sono presenti orientamenti diversi. Per quanto mi riguarda e per quanto riguarda tanti altri colleghi del nostro gruppo, siamo profondamente convinti che tutti i provvedimenti, tutte le discussioni che vengono sviluppate sull'«essere o non essere» comunità montane semplicemente partano dalla mancanza di conoscenza delle realtà montane e delle loro specificità.
È molto semplice discutere, fare anche delle affermazioni e non vivere giorno per giorno quelle che sono le realtà montane, le loro difficoltà e le loro iniziative. Sicuramente si pone la necessità, come sottolineava poco fa il collega che mi ha preceduto, di rivedere la legge sulla montagna e di dare anche maggiori competenze. Ritengo opportuno, però, anche sottolineare - perché è giusto che si guardi con una visione ampia alle iniziative poste in essere - che moltissime realtà montane operano soprattutto nella salvaguardia del territorio e per rendere omogenee le problematiche che si vivono all'interno delle piccole comunità locali, perché la maggior parte delle comunità montane è formata da piccoli e piccolissimi comuni.
Credo che sia necessario anche smettere, una volta per sempre, di addebitare ad alcuni enti, che svolgono interventi importanti per la tutela della montagna, i cosiddetti costi della politica. Non è vero, guardate, che nei consigli delle comunità montane - e tantomeno nelle giunte - vi siano personaggi che sarebbero soggetti e anche oggetti della politica stessa; vi sono cittadini comuni, che vengono eletti nei piccoli consigli comunali e che vanno ad operare all'interno di tali enti per il bene di quelle comunità e di quei territori.
Credo che negli ultimi tempi abbiamo fatto una grande discussione - anche nell'ultima legislatura - per tentare di dare una maggiore vitalità agli enti che agiscono in quelle aree, che danno risposte importanti ai piccoli comuni delle realtà montane; basterebbe considerare i finanziamenti erogati per il Fondo della montagna per capire che tutto quello che si dice è semplicemente «accademia», perché non si vivono le realtà e le questioni, che giorno dopo giorno si sviluppano in quelle aree.
Credo sia opportuno ritirare l'articolo aggiuntivo in esame - lo voglio ribadire ed invito anche io il presentatore a farlo - affinché si possa affrontare con chiarezza, con convinzione e, soprattutto, con dati di fatto, la comunità montana, il suo vivere e, soprattutto, il suo modo di operare nei territori su cui insiste.
Per questo motivo - lo ripeto e lo sottolineo - invito il presentatore dell'articolo aggiuntivo a ritirarlo per evitare che nascano delle difficoltà; ritengo, invece, che questa materia - e con questo concludo -Pag. 52debba essere discussa in modo serio e sereno, per determinare condizioni positive per tali realtà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo ha il pregio di sollevare il problema e, secondo me, ha anche quello di indicare, nell'unione di più comuni, la soluzione di parte dei problemi montani. Personalmente, però, non posso accettarlo così come viene presentato, perché esistono sicuramente comunità montane - basta leggere il libro di Gian Antonio Stella per capirlo - che rappresentano uno spreco; esistono però anche comunità montane che sono essenziali, importanti, che non sprecano i soldi e funzionano bene. Non si può generalizzare!
È necessario arrivare a una riforma seria delle comunità montane e ad un rilancio della montagna anche con dei finanziamenti, come era stato previsto - e promesso - dai volantini a firma Prodi prima delle elezioni, inviati a tutti gli amministratori montani e poi non rispettati. Credo tuttavia che non si possano eliminare le comunità montane tout court, da un giorno all'altro.
Questo articolo aggiuntivo ha il pregio di sollevare il problema, però ritengo che su tale argomento sia necessario approfondire veramente questo servizio...
PRESIDENTE. Grazie, ha concluso il suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pedrini. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, su questo articolo aggiuntivo si rischia di dividere il Parlamento e la Camera in due partiti: chi è a favore delle comunità montane e chi contro. Ritengo che il problema sia mal posto.
Intervengo per annunciare il voto di astensione su tale articolo aggiuntivo. Esso vuole richiamare l'attenzione della Camera dei deputati su un intervento organico in materia - un deputato dell'Italia dei valori ha presentato anche un disegno di legge in questo senso - perché in alcune regioni d'Italia (sia del nord, sia del sud) le comunità montane sono state abolite, poiché ne è stata riconosciuta una impossibilità di funzionamento; in altre parti d'Italia, esse sono diventate un ente di sovrapposizione ai comuni, invece di svolgere una normale funzione di coordinamento, di indirizzo e di programmazione, con un aggravio di spese, che il rappresentante del Governo definisce giustamente come costi della pubblica amministrazione. La invitiamo a compiere una riflessione su tali costi anche con riferimento al problema delle comunità montane, affinché sia predisposto un intervento organico, per fare in modo che non si arrivi ad una sovrapposizione di enti a comunità montane che, per poche migliaia di abitanti, hanno tre sedi e una spesa enorme nelle spese generali; per fare in modo che, per aiutare la montagna, non vengano sottratte le risorse che sono destinate all'intervento sul territorio, ma che si perdono in spese generali.
Capisco che occorra un intervento organico - altrimenti si rischia di essere in una posizione (da una parte o dall'altra) «muro contro muro» - ma bisogna anche sottolineare alcuni principi: la comunità montana non si può sostituire, nei propri poteri, all'ente territoriale garantito dalla Costituzione. Così, la comunità montana non può essere ente di sovrapposizione, non può essere un ente sovraterritoriale, deve tornare a ciò che era nello spirito della legge originaria: ossia un ente di coordinamento, di indirizzo e di programmazione, un po' come il vigile che, all'incrocio, dirige il traffico e indirizza le risorse!
In tale maniera si riescono a recuperare le risorse! Si possono salvare le comunità montane se noi le intendiamo come ente istituzionale, dove non si governa «a botte di maggioranza», e non se ne fa una contrapposizione, frutto di una colorazione politica! Si rischia infatti, così, come diceva il collega D'Elia che miPag. 53ha preceduto, che esse diventino il «cimitero degli elefanti», il momento di compensazione per situazioni sulle quali non si è riusciti a trovare, prima, una posizione!
Rispetto a tale situazione, pertanto, preannunciamo un voto di astensione, dicendo che il nostro gruppo è già impegnato in questa materia. Accettiamo l'invito del Governo che - ha riferito - vuole intervenire con una misura organica e ci auguriamo che ciò avvenga quanto prima, per fare in modo che anche in questa materia - come avevamo già tentato di far approvare in finanziaria! - si riescano a recuperare risorse economiche da destinare ai comuni, salvaguardando comunque, onorevole Quartiani, il momento di coordinamento delle comunità montane per le esigenze della montagna, senza disperdere soldi che sono finalizzati alle spese generali invece che a quelle sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Roberto Rosso. Ne ha facoltà.
ROBERTO ROSSO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma a tale articolo aggiuntivo. Infatti, pur con tutta l'amicizia che mi lega al collega Zanetta (il quale, vivendo sull'ultima «tegola» d'Italia, è particolarmente affezionato alla sua montagna), ritengo tuttavia che le comunità montane, oggi, siano soltanto dei «carrozzoni» che portano via risorse alla montagna e che potrebbero essere benissimo sostituite da un vincolo di bilancio, che può essere iscritto all'interno dell'ente provincia a favore di quei territori montani! Oggi, purtroppo, la gran parte di quelle risorse remunera i funzionari, i responsabili e i politici che entrano in enti di secondo grado! Mi sembra una vergogna...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ROBERTO ROSSO. Ritengo lodevole chi ha proposto tale articolo aggiuntivo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, la nostra Costituzione prevede sei enti che hanno governo sul territorio, rispetto ai tre enti delle democrazie nord-europee e anche americane. Di fatto, per governare il nostro sistema, abbiamo tre enti in più rispetto agli altri paesi.
Ciò espande la burocrazia, i costi del mantenimento anche dei pubblici dipendenti e quant'altro. Il problema posto con tale articolo aggiuntivo fa riferimento, probabilmente, anche a questo tema - alla necessità, cioè, di sfoltire gli enti -; tuttavia, posto in tale contesto, è mal posto! Non capiamo che tipo di assunzione di responsabilità vi possa essere da parte del Parlamento, in questo momento, sul tema così delicato dello sfoltimento degli enti e della razionalizzazione del governo del territorio! Pertanto...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUIGI D'AGRÒ. Concludo Presidente. A mio avviso, pertanto, si tratta di un tema provocatorio, giustamente tocca la sensibilità del Parlamento...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, so che abbiamo finito il tempo riservato al nostro gruppo, ma lo abbiamo utilizzato con molta parsimonia...
PRESIDENTE. La prego, sia gentile...
LUIGI D'AGRÒ. Ho visto che la Presidenza, qualche volta, ha tollerato per gli altri gruppi una maggiore dilatazione dei tempi. Quindi - e concludo -, da questo punto di vista, pur a malincuore, non possiamo aderire all'impegno che tale articolo aggiuntivo pone al Parlamento.
Pag. 54PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sperandio. Ne ha facoltà.
GINO SPERANDIO. Signor Presidente, è improprio agire su una materia delicata, quale quella della riforma degli enti locali, attraverso lo strumento emendativo. Per l'amor del cielo, la crisi delle comunità montane è del tutto evidente, così come la crisi della democrazia, in ampie parti del nostro territorio. Ormai, ci troviamo di fronte ad una frammentazione amministrativa che impedisce proprio nella parte più delicata del nostro territorio un vero governo dei beni comuni.
Dalle montagne italiane parte la partita dell'acqua e della salvaguardia del territorio. Orbene, la questione della potestà dei cittadini di decidere sul proprio territorio è importante. Io stesso, come il gruppo che rappresento, guardo con sfavore agli enti di secondo grado. Oggi, abolire in maniera surrettizia delle comunità montane non risolve il problema della democrazia nelle zone marginali, né quello della partecipazione (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GINO SPERANDIO. Riteniamo che, in questo Parlamento,...
PRESIDENTE. Deve concludere, prego.
GINO SPERANDIO. ...non si possa continuare ad affrontare problemi importanti attraverso una politica emendativa. Noi crediamo che, invece, occorrano delle riforme di struttura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, chi vi parla è un ex sindaco di un comune di montagna, ex presidente di una comunità montana, tuttora consigliere provinciale di un collegio di montagna. Pertanto - mi riferisco all'intervento effettuato da parte dell'amico e collega del gruppo La Rosa nel Pugno - ritengo di non essere proprio un soggetto che viene dal cimitero degli elefanti o scaricato nel cimitero degli elefanti, bensì tutt'altro.
Quello delle comunità montane è un problema serio e non va risolto a colpi di emendamenti, più o meno simpatici, più o meno ad effetto personale, bensì va affrontato con criterio, intelligenza ed equilibrio. L'obiettivo 1 dell'Unione europea, che interessava tre quarti dell'Italia del sud, non c'è più, Le zone del sud non erano interessate alle comunità montane perché supportate proprio da quelle provvidenze.
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
GIUSEPPE ROMELE. Presidente, si tratta di una considerazione interessante anche sotto il profilo tecnico.
PRESIDENTE. Sì, mi dispiace, ma il tempo a sua disposizione è stato superato già da trenta secondi.
GIUSEPPE ROMELE. Mi rivolgo in particolare al rappresentante del Governo: attenzione a non fare scherzi e a non fare blitz su questa materia.
PRESIDENTE. Per favore, deve concludere.
GIUSEPPE ROMELE. Affrontiamo, con intelligenza, ogni cosa al momento opportuno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale, in dissenso dal mio gruppo, per chiedere di aggiungere la firma sull'articolo aggiuntivo in esame.
Voterò a favore di esso per due ragioni estremamente semplici. La prima è che non bisogna confondere la soppressionePag. 55delle comunità montane con quella delle politiche a sostegno della montagna e delle forme di gestione di tali politiche. L'articolo aggiuntivo del collega Raisi formula un'ipotesi equilibrata, istituzionalmente seria e razionale sotto il profilo economico e finanziario perché consente la gestione alle unioni dei comuni e attribuisce all'ente che costituzionalmente ha la competenza, cioè la provincia, la pianificazione in materia di politiche per la montagna.
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
GIANPIERO D'ALIA. Pertanto, ritengo giusta l'approvazione di tale articolo aggiuntivo che, peraltro, consentirebbe di avviare seriamente, senza bisogno di attendere disegni organici che non arrivano mai, un importante ragionamento sul tema dell'assetto e della razionalizzazione dei sistemi di governo del territorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Centa. Ne ha facoltà.
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel tempo a mia disposizione, desidero soltanto far presente che si sta discutendo di argomenti delicatissimi, di territori delicatissimi; di argomenti che, trasversalmente, sin dall'inizio della legislatura, attraverso il gruppo «amici per la montagna», sono stati affrontati cercando di approfondire ed esaminando bene questo tipo di situazioni. Osservo ora che, in un attimo, in quest'aula, con una sensibilità, permettetemi, poco sensibile, con l'accetta, si va a tagliare quello che sicuramente non funziona perfettamente ma che ha importanza per il territorio...
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
MANUELA DI CENTA. Bisogna trovare la via giusta ed avere la sensibilità di accantonare l'argomento e rinviarlo ad una sede più giusta e responsabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Astore. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ASTORE. Signor Presidente, chiedo all'Assemblea di riflettere bene. Non possiamo celebrare oggi una giornata di disordine istituzionale; approvando tale emendamento creeremmo, infatti, un disordine incredibile nelle nostre istituzioni. Diverso è semplificarle, ragionarci sopra: per esempio, è stata anche la sovrapposizione con l'unione dei comuni a far morire le comunità montane.
Sono a favore di una riflessione sull'argomento, sono per privilegiare l'unione dei comuni in certe zone, ma certamente non per abolire un istituto nato nel 1972 che ha dato dei frutti in alcune parti del nostro territorio.
Bisogna anche dire che nel corso della storia, il Parlamento ha ampliato tale istituto. Qualche giornalista si meraviglia che Amalfi sia annoverata tra le comunità montane...
PRESIDENTE. Deputato Astore, concluda.
GIUSEPPE ASTORE. Concludo, Presidente, ma è stata una legge di questo Parlamento ad autorizzarla. Si tratta di unità programmatica!
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIUSEPPE ASTORE. Per tale motivo, esprimerò con convinzione un voto contrario sulla proposta emendativa in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, desidero semplicemente ricordare ai colleghi che non si tratta di non avere sensibilità verso i problemi della montagna, anzi è esattamente l'opposto: chi ha sensibilità verso i problemi della montagna fa in modo che le risorse siano tutte destinate alla montagna stessa e non invece agliPag. 56organismi di gestione, ad istituzioni che destinano per le politiche il 10 per cento dei loro bilanci, mentre il 90 per cento serve al mantenimento delle strutture istituzionali. Sensibilità vuol dire rendersi conto di ciò e non nascondersi dietro una demagogia che vuole la riproduzione continua di istituzioni senza alcuna finalità particolare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, ribadisco che voteremo contro l'articolo aggiuntivo in esame. Le comunità montane sono un «pezzo» della nostra storia, sono uno strumento che consente ai territori montani di avere un pizzico di autonomia, direi anche un pizzico di attenzione di fronte ad uno Stato, ma anche a regioni, che considerano sempre molto le grandi città e troppo poco le montagne ed i piccoli comuni.
Proprio per tale motivo sarebbe un grave errore approvare l'articolo aggiuntivo in oggetto. Non sono d'accordo con alcune argomentazioni che ho ascoltato e che si riferiscono all'esigenza di realizzare una razionalizzazione della spesa.
Signor Presidente, colleghi, se vogliamo tagliare le spese inutili, cominciamo col non approvare i provvedimenti che ripianano, a piè di lista, i debiti sulla sanità!
PRESIDENTE. Deputato Cota, concluda.
ROBERTO COTA. Concludo, Presidente. Il provvedimento approvato venti giorni fa dalla Camera dei deputati è vergognoso! Non dovete pensare di cancellare le comunità montane...
PRESIDENTE. Deputato Cota, deve concludere.
ROBERTO COTA. ... portando avanti un'ideologia di basso profilo! Per tale motivo, in difesa dei piccoli comuni e dei territori montani, voteremo, lo ripeto, contro l'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, voterò contro l'articolo aggiuntivo in esame, dal momento che sono rappresentante di una zona, la Valtellina, che è una realtà inserita nel contesto alpino e bisognosa di avere dei momenti di confronto.
Non c'è dubbio che il ruolo delle comunità montane debba essere rivisitato e anche rapportato alle reali esigenze. Da un lato, bisogna eliminare ed evitare gli eventuali sprechi, dall'altro bisogna creare le condizioni affinché le popolazioni locali abbiano sicurezza e assistenza. Per tale motivo, voterò, ripeto, contro l'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, il gruppo dell'UDC esprimerà un convinto voto contrario sull'articolo aggiuntivo in esame. Sulle questioni afferenti alle comunità montane, semmai, dovremmo aprire un confronto partendo dal ruolo che le regioni hanno avuto nel moltiplicare la loro presenza sul territorio.
La montagna ha bisogno di grande sostegno e di grande autonomia, e non è con interventi autoritari del Parlamento che si può riscoprire il suo valore ed avere il sostegno che merita. Per tali ragioni, con questo articolo aggiuntivo siamo lontani, signor Presidente, da quell'approccio che...
PRESIDENTE. Deputato Delfino, la prego, deve concludere.
TERESIO DELFINO. ...nella Commissione bicamerale, presieduta da D'Alema, aveva fatto registrare emendamenti con i quali si volevano addirittura costituzionalizzare le comunità montane.
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PRESIDENTE. Grazie, deputato Delfino.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono della provincia di Salerno dove è presente una componente montana importante. Sicuramente, il tema del costo della politica e degli sprechi ha valenza, soprattutto in Campania, dove il centrosinistra ha fatto della clientela uno strumento di potere e di gestione. Ma parlare in maniera demagogica, in un provvedimento che non c'entra nulla, di abrogare le comunità montane, mi sembra una fesseria! Credo che il tema della riorganizzazione e della riduzione dei costi vada trattato in un momento opportuno, con una riforma organica, magari, degli enti locali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crema. Ne ha facoltà.
GIOVANNI CREMA. Signor Presidente, voterò contro l'articolo aggiuntivo Raisi 59.02, che è stato presentato in maniera strumentale e demagogica, ma in una lucida campagna propagandistica, scelta dal partito di Alleanza Nazionale, sul tema dei costi della politica. Stanno lavorando scientemente su questo ente perché è il più piccolo, il meno difendibile, per portare acqua al loro mulino. Mi meraviglio che colleghi intelligenti del centrosinistra non abbiano capito l'uso strumentale, politico e demagogico della questione operato dal partito di Alleanza Nazionale.
Quello delle comunità montane e del costo della pubblica amministrazione è un problema serio! Va discusso all'interno del riordino dei poteri e delle competenze. Chi, come alcuni di noi, ha dato e dedicato anni e decenni della propria vita a questo tema, non è soltanto disponibile ma ha fatto di questo argomento un impegno e lo farà anche nel prosieguo dei lavori per un proprio riordino.
Voglio ricordarle, signor Presidente, che nella XIII legislatura io presentai un emendamento, in sede di Bicamerale, per abolire dalla Costituzione le province...
PRESIDENTE. Deputato Crema, concluda.
GIOVANNI CREMA. ...come primo atto di riordino. Non ho visto questa solerzia da parte dei colleghi del centrodestra. Nel merito, concordo in pieno con l'intervento del giovane collega della Lega Nord Padania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Affronti. Ne ha facoltà.
PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, sono contrario all'approvazione dell'articolo aggiuntivo in esame. Il rappresentante del Governo ha parlato di un processo di razionalizzazione in atto sulla materia, di un riordino della materia per fare chiarezza anche su questo argomento, oggi tanto contestato.
La montagna ha bisogno di attenzione, non di facile demagogia che faccia di tutta l'erba un fascio. Siamo contro talune degenerazioni che si registrano in alcune regioni d'Italia. Guardate bene: non solo al sud, ma anche nella stessa Lombardia, che io ben conosco.
Cerchiamo quindi di giungere, con provvedimenti legislativi seri, ad un approfondimento che tenga nel dovuto conto la salvaguardia del territorio e le esigenze vere della gente di montagna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rositani. Ne ha facoltà.
GUGLIELMO ROSITANI. Signor Presidente, voglio invitare i colleghi del gruppo di Alleanza Nazionale che hanno presentato l'articolo aggiuntivo in esame a ritirarlo. In ogni caso, annuncio fin d'ora il mio voto contrario.
Pag. 58PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Aurisicchio. Ne ha facoltà.
RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, i deputati del gruppo della Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo esprimeranno voto contrario su questo articolo aggiuntivo perché non ci pare utile.
Non è serio intervenire con una tale proposta emendativa, mentre si sta discutendo e approvando un provvedimento che riguarda ben altri argomenti.
Tuttavia, quello delle comunità montane è un argomento rispetto al quale occorrerà intervenire. Il sottosegretario Bubbico ha già detto che su tale argomento il Governo ha avviato una riflessione e si appresta a presentare un proprio progetto di legge.
Rispetto a tale questione, sono state già presentate diverse proposte di legge, io stesso ne ho presentata una che propone di ritornare al ruolo di indirizzo e di programmazione delle comunità montane, e soprattutto che esse siano composte solo da comuni montani, eliminando ciò che oggi si verifica, e cioè che facciano parte delle comunità montane comuni non montani.
Certo, occorre intervenire anche rispetto alle modalità di funzionamento, riguardo agli organi, al modo in cui essi funzionano; ma deve essere in un'altra occasione, deve essere soprattutto in un'occasione di riflessione specifica, e certamente non si può intervenire mentre discutiamo di liberalizzazioni per affrontare l'argomento delle aree montane, della legge per la montagna e delle comunità montane.
Per tali motivi, il gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo voterà contro l'articolo aggiuntivo in esame (Applausi del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ho ascoltato con grande interesse il dibattito, anche perché credo di essere l'unico in questa sede che da diciassette anni consecutivi fa parte di una comunità montana e dell'Uncem [(Commenti di deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. Credo, quindi, di poter portare un contributo statistico, veloce, e poi lascio a ognuno di voi l'interpretazione.
Mediamente le comunità montane spendono il 60 per cento per il personale, il 20 per cento per il mantenimento dell'ente, il 5 per cento per le consulenze, solo il 15 per cento per gli investimenti sul territorio. Questi sono dati dell'Uncem (Applausi dei deputati dei gruppi DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI e Forza Italia)! Poi dite quello che vi pare, questi sono i dati e credo che il Paese guardi con un certo interesse al Parlamento perché dobbiamo porre rimedio!
Sono stato sindaco in diversi comuni che fanno parte di comunità montane. La cima più alta dei miei comuni è 70 metri. Ma di cosa stiamo parlando? Guardate bene che su questo argomento, cioè sui costi della politica, il problema è serio, perché si tratta della cassa di compensazione del potere di certi partiti, di certe culture, e basta (Applausi dei deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI)! E non venite a parlare di difesa del territorio, utilizzate questi soldi in altro modo per le aree montane, ma - vivaddio! - non per il personale e per il mantenimento dell'ente, perché veramente è una cosa vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI e di deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Forlani. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, credo che siamo tutti d'accordo sulla necessità...
Pag. 59PRESIDENTE. Per favore! Inviterei l'Assemblea a consentire l'ascolto di chi parla. Prego, deputato Forlani.
ALESSANDRO FORLANI. Credo che ognuno di noi, tutti coloro che abbiano esperienza...
PRESIDENTE. L'intervento viene svolto uno per volta. Per favore! Non sentite neanche le parole del Presidente! Prego, deputato Forlani.
ALESSANDRO FORLANI. Credo che ognuno di noi, avendo esperienza e conoscenza del governo delle comunità montane, si renda conto della necessità di mantenere comunque delle strutture peculiari di amministrazione di tali territori.
Allo stesso tempo, è ormai percezione comune la necessità di superare alcuni istituti di carattere generalista: mi riferisco alle organizzazioni intercomunali intermedie concepite in passato e che ormai non hanno più ragion d'essere...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, ho appena cominciato.
PRESIDENTE. Mi dispiace, ma il tempo a sua disposizione sta terminando.
ALESSANDRO FORLANI. Non mi sembrava! Comunque, non mi sembra questa la sede per discutere un simile argomento, ma è opportuno affrontarlo per modificare questo istituto in una sede adeguata che si occupi del tema della montagna.
PRESIDENTE. Desidero ricordare che i gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea hanno ampiamente esaurito i tempi a loro disposizione, anche dopo che ne è stato disposto l'ampliamento.
Sono altresì esauriti i tempi per gli interventi a titolo personale. Per consentire a ciascuno di esprimere la propria posizione, ho consentito un intervento di un minuto per i gruppi che hanno esaurito il tempo e di trenta secondi per gli interventi a titolo personale. Sono costretto, tuttavia, a richiamare i gruppi ed anche i singoli deputati ad un uso attento di tale facoltà, al fine di non vanificare le previsioni regolamentari in materia di contingentamento dei tempi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Satta. Ne ha facoltà.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, credo che le riforme non si giochino sull'abolizione di enti che, in moltissimi casi, funzionano: il decentramento è una cosa seria e soltanto chi lo verifica quotidianamente e nei fatti si rende conto che gli istituti del decentramento sono essenziali. La gestione seria di una comunità montana ha saputo dare in moltissimi casi frutti molto concreti nello sviluppo e nella programmazione del territorio. Ebbene, una cosa è ...Signor Presidente, non riesco a parlare ...
PRESIDENTE. Onorevole Satta, ho provato ripetutamente a richiamare i parlamentari per consentire lo svolgimento degli interventi. Più di questo, non posso fare!
ANTONIO SATTA. La ringrazio, Presidente. Volevo dire che una cosa è proporre una modifica, un aggiornamento o un adeguamento delle strutture e della gestione, cioè evitare che vi siano doppi o tripli incarichi (ad esempio, che un assessore comunale svolga anche le funzioni di assessore della comunità montana, percependo la relativa indennità) ...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
ANTONIO SATTA. Sto parlando a nome del gruppo, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ha un minuto ed è trascorso.
Pag. 60ANTONIO SATTA. Signor Presidente, non abbiamo esaurito il tempo!
PRESIDENTE. Sì.
ANTONIO SATTA. Assolutamente no!
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Satta, è intervenuto il deputato Affronti per cinque minuti. Lei parla dunque a titolo personale ed il suo tempo è scaduto.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, sto parlando a nome del gruppo!
PRESIDENTE. L'intervento è stato già svolto. La prego di concludere.
ANTONIO SATTA. Se mi fa concludere, lo faccio, dicendo che un voto così generico è semplicemente un'offesa alla volontà degli amministratori locali di poter gestire i territori montani.
PRESIDENTE. Il suo intervento è concluso.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ribadisco quanto affermato a proposito di un'altra proposta emendativa: sono fermamente convinto che questo modo di legiferare sia veramente molto anomalo. Non v'è dubbio che si tratta di un argomento che dovrebbe trovare cittadinanza nell'ambito di una riforma organica. Si sta svolgendo una sorta di referendum su chi è contro e chi è a favore della comunità montana e non si affronta seriamente la questione.
Ritengo, dunque, che questo aspetto debba essere indicato e soprattutto risolto in altra sede in modo più organico, valutando inoltre positivamente, per quanto mi riguarda, il ruolo delle comunità montane...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARIO TASSONE. Concludo, signor Presidente. È per tali ragioni che sono contrario all'articolo aggiuntivo al nostro esame, con l'augurio, naturalmente, che anche i colleghi si indirizzino in questa direzione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Raisi 59.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 377
Astenuti 84
Maggioranza 189
Hanno votato sì 78
Hanno votato no 299).
Prendo atto che i deputati Romele e D'Ippolito Vitale hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Urso 59.04.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ADOLFO URSO. No, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ADOLFO URSO. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo in esame prevede tempi certi - sei mesi - per la vendita della partecipazione di Italia Lavoro nelle società multiservizi. Si tratta, pertanto, di un modo per liberare il mercato locale in piena sintonia con quelli che dovrebbero essere - forse avrebbero dovuto essere - gli obiettivi del disegno di legge in esame.Pag. 61
Insisto, pertanto, per la votazione, invitando i parlamentari ad approvarlo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Urso 59.04, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parare contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 329
Astenuti 138
Maggioranza 165
Hanno votato sì 64
Hanno votato no 265).
Prendo atto che la deputata D'Ippolito Vitale ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Leo 59.05.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MAURIZIO LEO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo è volto a rimuovere un monopolio naturale, ossia quello dei CAF dipendenti.
Nella passata legislatura, il precedente Governo aveva introdotto una misura volta ad estendere a tutti professionisti la possibilità di svolgere assistenza fiscale, in conformità alle regole comunitarie. Ciononostante, i CAF dipendenti sono, ad oggi, gli unici monopolisti in materia di assistenza fiscale, quindi, non si offrono opportunità ai giovani di espletare tale attività.
La nostra proposta emendativa è pertanto volta all'eliminazione di quest'attività tipicamente professionale, per affidarla soprattutto ai giovani che si affacciano alle libere attività.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo Leo 59.05.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Leo 59.05, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 467
Astenuti 5
Maggioranza 234
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 246).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Leo 59.06.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo è volto a rimuovere un'altra incongruenza e anomalia del sistema. Mi riferisco alle cooperative.
Come è ben noto, con la riforma del diritto societario sono state distinte le cooperative a mutualità prevalente da quelle non a mutualità prevalente. Se per le prime è giusto ed è giustificata la mancata tassazione dell'utile accantonato a riserva, non altrettanto può dirsi per lePag. 62seconde, ossia per le cooperative che svolgono prevalentemente un'attività lucrativa.
Il nostro articolo aggiuntivo è mirato a tassare, nei modi ordinari, né più né meno rispetto a ciò che avviene per le imprese industriali o mercantili, l'utile che viene accantonato a riserva. Pertanto, il 30 per cento di esso deve essere assoggettato a tassazione, trattandosi di cooperative che svolgono un'attività meramente lucrativa.
Pertanto, invito i colleghi ad approvare tale proposta emendativa, che riporta ordine in un sistema tributario non distingue le imprese commerciali da quelle che non lo sono.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Leo 59.06, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 472
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 252).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario e la deputata D'Ippolito Vitale ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Urso 59.07.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, in questi giorni stiamo assistendo ad un vero e proprio giallo: quello degli studi di settore. Oltre quattro milioni di imprese sono coinvolte in un meccanismo che implica una tassazione esagerata.
Le piccole e medie imprese vedono incrementati i ricavi tassabili dal 20 al 50 per cento. Tutte le associazioni di categoria ed il mondo delle professioni hanno denunciato questa circostanza. Inoltre, accade che tante imprese che avviano un'iniziativa produttiva sono sottoposte anche ai cosiddetti indici di coerenza.
Quindi, un imprenditore, una società che avvia la sua attività produttiva deve dichiarare almeno un reddito iniziale non inferiore a quello delle imprese che già svolgono l'attività.
Illuminante, al riguardo, è la relazione ministeriale al disegno di legge finanziaria ed invito i colleghi a leggere tali passaggi. Si afferma che è opportuno tassare le imprese che iniziano l'attività produttiva ...
PRESIDENTE. La prego deputato, deve concludere.
MAURIZIO LEO. ... in quanto le società di capitali che avviano un'attività produttiva risultano inattive anche dopo meno di un anno dall'inizio dell'attività. Si pretende, forse, che la società che inizia l'attività produca subito reddito? L'invito che rivolgo, dunque, è nel senso di espungere questa norma, assolutamente insensata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Urso 59.07 e ricordare che l'articolo 53 della Costituzione recita che ognuno concorre alle spese dello Stato secondo la propria capacità contributiva.
Attraverso gli studi di settore, in realtà, si viola questo tipo di garanzia e una norma posta a tutela della libertà e - credo - della soggettività di ogni individuo.
PRESIDENTE. Deve concludere, deputato.
Pag. 63ROBERTO SALERNO. Il Governo di centrosinistra sta letteralmente vessando le attività: le imprese che iniziano la propria attività devono pagare le imposte alla pari di quelle presenti da lunghi anni sul mercato: tutto ciò è vessatorio, iniquo ed ingiusto!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo solo per apporre la mia firma all'articolo aggiuntivo Urso 59.07.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Urso 59.07 e rammaricarmi del fatto che un'Assemblea, che si è divertita a discutere per quasi due ore su una proposta emendativa che, alla fine, ha ottenuto qualche decina di voti, non presti uguale attenzione, invece, ad un aspetto - quello di cui stiamo discutendo in questo momento - che consideriamo fondamentale.
Mi auguro che a questo punto abbia inizio in aula un dibattito vero su questo argomento di grande attualità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, preannunzio il voto favorevole del gruppo dell'UDC sull'articolo aggiuntivo Urso 59.07.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, vorrei in primo luogo sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Urso 59.07. Credo che questa iniziativa, che secondo le indicazioni fornite anche sui giornali dalle associazioni dell'artigianato e delle piccole imprese, produrrà un incremento medio dell'8 per cento, non sia accettabile e che, quindi, tale aspetto debba essere eliminato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Urso 59.07 ed invitare il centrosinistra a votarlo, dimostrando così di voler fare davvero qualcosa per gli artigiani in crisi a causa degli studi di settore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ulivi. Ne ha facoltà.
ROBERTO ULIVI. Signor Presidente, anch'io intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo in discussione. Provengo da Prato, dove il settore tessile - come sa benissimo il relatore - versa in gravi difficoltà: mantenere gli studi di settore significa far chiudere molte aziende e mettere veramente in crisi l'intero territorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, anch'io sottoscrivo l'articolo aggiuntivo Urso 59.07, non senza sottolineare che esso si riferisce dell'abrogazione dei cosiddetti indici di serietà per l'attività economica (così è scritto nel testo, ma ovviamente si tratta un refuso, anche se significativo).
Credo che l'estensione di tale meccanismo comporti un'oppressione fiscale, l'impossibilità di esercitare liberamente l'attività imprenditoriale e far valere la propria capacità di essere più bravi degliPag. 64altri. Bisogna essere tutti uguali e pagare le stesse tasse: questo è un errore concettuale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dozzo. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, chiedo di aggiungere le firme di tutti i deputati della Lega Nord Padania presenti in aula all'articolo aggiuntivo Urso 59.07 (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, intervengo per chiedere di aggiungere anche la mia firma all'articolo aggiuntivo 59.07. Le ragioni sono fin troppo ovvie: lo strumento degli studi di settore è assolutamente iniquo ed è contrario al concetto di liberalizzazione.
Essi sono fortemente contestati da tutte le associazioni di categoria degli artigiani, anche quelle vicine all'attuale Governo ed oggi mi pare che parti importanti che lo sostengono, mi sembra anche il partito dell'UDEUR, ritengono...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. ... che gli studi di settore debbano essere eliminati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, anch'io intervengo per sottoscrivere la proposta emendativa in esame, aggiungendo una notazione.
Gli studi di settore, di fatto, stanno intervenendo come vessazione sugli imprenditori maggiormente in regola con le tasse e con il proprio lavoro. Questo è il risultato degli studi di settore del Viceministro Visco e compagni!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Urso 59.07, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
MASSIMO GARAVAGLIA. Governo delle tasse!
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 466
Astenuti 9
Maggioranza 234
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 239).
Prendo atto che il deputato Buontempo ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Vichi ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che è stato segnalato che il deputato Vichi avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Leo 59.08.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento formulato dal relatore.
MAURIZIO LEO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, è noto a tutti il cosiddetto fenomeno del nanismo imprenditoriale italiano. Ciò è dovuto al fatto che non sono mai statiPag. 65adottati interventi e misure volti ad agevolare e a detassare le piccole e medie imprese che intendono aggregarsi.
Qualcosa di minimale è stato compiuto nell'ultima legge finanziaria, nella quale è stato previsto che le imprese che realizzano fusioni societarie possono utilizzare il cosiddetto «disavanzo da concambio» per rivalutare i cespiti. Si tratta di meccanismi che nessuna impresa italiana ha adottato.
Con la proposta emendativa in esame si intende adottare una misura concreta a favore delle piccole e medie imprese e prevedere che le imprese che si aggregano possano usufruire di una detassazione al 50 per cento per il reddito aggiuntivo che producono.
Si tratta dell'unico strumento serio ed efficace per consentire alle piccole e medie imprese di aggregarsi. Tutte le altre misure sono palliativi. Esse possono essere pure pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale, ma nessuno se ne avvarrà. Invito, pertanto, i colleghi a votare l'articolo aggiuntivo proposto che mira a far crescere il nostro sistema imprenditoriale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, quello del dimensionamento del nostro sistema produttivo è un tema che ci portiamo dietro da parecchio tempo e si avverte anche per quanto riguarda la competitività del nostro sistema a livello internazionale.
È vero, il precedente Governo ha attivato alcune procedure che favoriscono la capacità di aggregazione delle imprese, ma credo che questo tipo di proposta sia molto intelligente e vada avanti rispetto al procedere lento della legislazione italiana su tale tema.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Leo 59.08, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 455
Astenuti 18
Maggioranza 228
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 249).
(Esame dell'articolo 60 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 60
(Vedi l'allegato A - A.C.2272-bis sezione 9), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 60.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 291
Astenuti 176
Maggioranza 146
Hanno votato sì 279
Hanno votato no 12).
(Esame dell'articolo 61 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 61 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C.2272-bis sezione 10).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 61.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 61.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato sì 474
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 61, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 355
Astenuti 122
Maggioranza 178
Hanno votato sì 349
Hanno votato no 6).
Chiedo al relatore come intenda procedere.
ANDREA LULLI. Relatore. Riprendiamo l'esame dell'articolo aggiuntivo riferito all'articolo 43.
PRESIDENTE. Sta bene.
(Ripresa esame dell'articolo aggiuntivo riferito all'articolo 43 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo aggiuntivo Della Vedova 43.019 precedentemente accantonato (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 7).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI. Relatore Sono nuovamente costretto a formulare un invito al ritiro, anche perché in questa materia vi è in preparazione un provvedimento del Governo. Siamo in presenza di una normativa entrata in vigore nel 2005, che ha avviato una sperimentazione sulla riduzione del prezzo dei libri: da parte nostra vi è l'impegno a garantire una certa attenzione e, per quanto mi riguarda, apprezzerei se il presentatore fosse disponibile a trasfondere il contenuto dell'articolo aggiuntivo in un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accede all'invito al ritiro.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Purtroppo non accedo all'invito al ritiro, dal momento che non si è voluta scegliere nemmeno la via di considerare i testi scolastici, prevedendone la liberalizzazione sullo sconto. Registro - e mi dispiace, colleghi della maggioranza - che per una volta vi opponete all'Antitrust (e non se ne comprende la ragione) e vi incamminate anche voi sulla via della difesa corporativa, che oggi riguarda le piccole librerie e, domani, i piccoli benzinai.
Inoltre, la vostra contrarietà si basa su un'argomentazione palesemente infondata. In questo Paese bisogna far sì che la gente legga di più e, a tal fine, è necessario che i libri abbiano uno sconto maggiore, non per noi che andiamo nelle piccole libreriePag. 67dei centri delle città, ma per chi li compra negli ipermercati, dove potrà trovare i best seller in sconto e poi, magari, andrà anche nella piccola libreria che oggi sta scomparendo perché la gente, in Italia, non legge, non perché non si possono applicare gli sconti. Io chiedo ancora ai colleghi un po' di coraggio. È una liberalizzazione palese.
PRESIDENTE. Deputato Della Vedova, la prego di concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Concludo, Presidente. È una norma che non costa nulla ed è un segno di buonsenso. Va soprattutto nell'interesse di chi ha meno quattrini, ovvero dei giovani e di coloro che vivono nelle periferie a cui dobbiamo dare la possibilità, senza mettere un euro, che per loro le aziende incentivino... (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Mi dispiace, ma ha terminato il tempo a sua disposizione.
Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, nel confermare il parere contrario intervengo per sostenere le tesi proposte dal relatore e anche per richiamare il buon senso invocato dall'onorevole Villetti.
Tali ragioni di buonsenso portano a considerare la tutela delle piccole librerie e non di un interesse settoriale o corporativo, bensì a presidiare uno dei modi attraverso i quali nel nostro Paese è stata promossa la diffusione della cultura. Tuttavia, questo bene, che va tutelato, non ne può escludere altri che debbono essere garantiti, come, per esempio, il minor costo derivante anche dalla concorrenza che il libero mercato può sostenere.
Crediamo, pertanto, che le ragioni del buonsenso possano essere raccolte in un provvedimento che il Governo sta studiando. Tale provvedimento, nel quadro della riorganizzazione dei temi dell'editoria, saprà affrontare la situazione tutelando i rilevanti interessi pubblici in gioco.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Della Vedova 43.019 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania, DCA-Democrazia Cristiana-Partito Socialista-Nuovo PSI e Misto-Movimento per l'Autonomia).
(Presenti 474
Votanti 453
Astenuti 21
Maggioranza 227
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 218).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 11).
Avverto che è in distribuzione la nuova formulazione degli ordini del giorno Giudice n. 9/2272-bis/30 e Brugger n. 9/2272-bis/45. Avverto, altresì, che sono stati ritirati dai presentatori gli ordini del giorno Fratta Pasini n. 9/2272-bis/34, Gianfranco Conte n. 9/2272-bis/35 e Campa n. 9/2272-bis/43.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo accetta l'ordine del giorno Zacchera n. 9/2272-bis/1 a condizione che siano accolte le seguenti riformulazioni: al terzo capoverso del dispositivo, sostituire le parole«ridurre al minimo i costi» con le seguenti: «favorire la tendenziale riduzione dei costi»...
PRESIDENTE. Inviterò i colleghi a consentire la riformulazione degli ordini del giorno su cui poi l'Assemblea dovrà esprimersi.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Al capoverso successivo, sostituire le parole «gestire gli appalti ed i lavori relativi ad interventi strutturali o comunque agli investimenti con la massima trasparenza stabilendo norme di garanzia», con le seguenti: «garantire la massima trasparenza degli appalti e dei lavori relativi ad interventi strutturali o comunque agli investimenti, stabilendo norme di garanzia». Al capoverso seguente, sostituire la parola «permettere» con le seguenti: «verificare che», e quindi cancellare la parola «che», dopo le parole «piani tariffari».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Provera n. 9/2272-bis/2, mentre non accetta l'ordine del giorno Buontempo n. 9/2272-bis/3.
Il Governo inoltre accetta l'ordine del giorno Cancrini n. 9/2272-bis/4, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sostituire nel dispositivo le parole «a verificare la compatibilità del lavoro e dei» con le seguenti: «ad adottare iniziative volte ad eliminare eventuali incongruità tra il lavoro ed i».
Gli ordini del giorno Zanetta n. 9/2272-bis/5 e Rosso n. 9/2272-bis/6, sono accettati a condizione che l'impegno al Governo sia sostituito da una raccomandazione al Governo di valutare le questioni contenute negli ordini del giorno, vale a dire l'estensione delle zone franche urbane ad altre parti del Paese, contrariamente a quanto stabilito nella legge finanziaria. Pertanto il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia formulato in termini di raccomandazione.
L'ordine del giorno Saglia n. 9/2272-bis/7 risulta assorbito dall'ordine del giorno Provera n. 9/2272-bis/2.
PRESIDENTE. Mi scusi, le faccio notare che l'ordine del giorno Saglia n. 9/2272-bis/7, seppure intervenga su materia analoga a quella dell'ordine del giorno Provera n. 9/2272-bis/2, ha una diversa formulazione. Pertanto deve dare il parere.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Saglia n. 9/2272-bis/7, dal momento che trova corretta la formulazione dell'ordine del giorno Provera n. 9/2272-bis/2.
PRESIDENTE. Sta bene.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo accetta l'ordine del giorno Burgio n. 9/2272-bis/8.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Maroni n. 9/2272-bis/9, accetta l'ordine del giorno Ferdinando Benito Pignataro n. 9/2272-bis/10, mentre accetta l'ordine del giorno Napoletano n. 9/2272-bis/12 se riformulato sostituendo nel dispositivo le parole «a valutare l'opportunità di adottare le opportune iniziative normative volte a revisionare», con le seguenti: «ad adottare le opportune iniziative volte a dare seguito a quanto citato in premessa in materia di».
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Sgobio n. 9/2272-bis/13 e Vacca n. 9/2272-bis/14, mentre formula un invito al ritiro degli ordini del giorno Misuraca n. 9/2272-bis/15 e Trepiccione 9/2272-bis/16 (nuova formulazione); invita altresì al ritiro dell'ordine del giorno La Russa n. 9/2272-bis/17, altrimenti il Governo non lo accetta.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Ulivi n. 9/2272-bis/18, accetta gli ordini del giorno Guadagno n. 9/2272-bis/19 e De Simone n. 9/2272-bis/20, mentre si rimette all'Assemblea sull'ordine del giorno Acerbo n. 9/2272-bis/21.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Folena n. 9/2272-bis/22 se riformulato sostituendo nel dispositivo le parole: «ad adottare» con le parole: «a valutare» ePag. 69accetta, altresì, l'ordine del giorno D'Agrò n. 9/2272-bis/23 se riformulato sostituendo nel dispositivo le parole: «indicate in premessa» con le parole: «in coerenza con la premessa».
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Tassone n. 9/2272-bis/24, Lazzari n. 9/2272-bis/25, Leone n. 9/2272-bis/26, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fedele n. 9/2272-bis/27.
Il Governo accetta, inoltre, l'ordine del giorno Mario Ricci n. 9/2272-bis/28 se riformulato sostituendo nel secondo capoverso del dispositivo le parole: «a finalizzare gli eventuali utili di gestione alla» con le seguenti: «a favorire la».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Milanato n. 9/2272-bis/29 purché venga riformulato in modo da sostituire nel dispositivo le parole: «impegna il Governo a prevedere» con le parole: «si raccomanda il Governo a valutare l'opportunità di prevedere» e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Giudice n. 9/2272-bis/30 (nuova formulazione).
Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Valducci n. 9/2272-bis/31, purché venga riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di adottate le opportune iniziative nell'ambito del disegno di legge di riordino dell'editoria, volte a promuovere la concorrenzialità nella vendita di tutti i prodotti editoriali, con esclusione di quelli a carattere pornografico».
Il Governo invita i presentatori al ritiro degli ordini del giorno Luciano Rossi n. 9/2272-bis/32 e Garagnani n. 9/2272-bis/33, altrimenti non li accetta.
Gli ordini del giorno Fratta Pasini n. 9/2272-bis/34 e Gianfranco Conte n. 9/2272-bis/35 sono stati ritirati. Il Governo invita il presentatore al ritiro dell'ordine del giorno La Loggia n. 9/2272-bis/36, altrimenti non lo accetta e non accetta l'ordine del giorno Franzoso n. 9/2272-bis/37. Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Lulli n. 9/2272-bis/38 e accetta anche l'ordine del giorno D'Ulizia n. 9/2272-bis/39 purché il dispositivo sia riformulato con le seguenti parole: «a valutare in fase di prima applicazione l'efficacia e le conseguenze delle norme in oggetto», che sostituiscono integralmente il testo proposto.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Mantini n. 9/2272-bis/40 e Allasia n. 9/2272-bis/41. Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Montani n. 9/2272-bis/42, altrimenti non lo accetta. L'ordine del giorno Campa n. 9/2272-bis/43 è stato ritirato, mentre il Governo non accetta l'ordine del giorno Jannone n. 9/2272-bis/44. Il Governo accetta l'ordine del giorno Brugger n. 9/2272-bis/45 (nuova formulazione).
Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Dorina Bianchi n. 9/2272-bis/46, essendo stato assorbito dall'ordine del giorno Cancrini n. 9/2272-bis/4 come riformulato, dell'ordine del giorno Jannuzzi n. 9/2272-bis/47 e dell'ordine del giorno Marinello n. 9/2272-bis/48, perché risulta superato dall'ordine del giorno Cancrini n. 9/2272-bis/4.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Fincato n. 9/2272-bis/49, Viola n. 9/2272-bis/50 e Campa n. 9/2272-bis/51. Sull'ordine del giorno Della Vedova n. 9 /2272-bis/52 non ho difficoltà a comunicare la stessa posizione espressa un mese fa, cioè un orientamento favorevole. Essendosi al riguardo votato solo poco tempo fa, un atto di indirizzo del genere andrebbe ritirato. Tuttavia, la posizione del Governo rimane confermata.
PRESIDENTE. Il Governo, pertanto formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Della Vedova n. 9 /2272-bis/52?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Si, Signor Presidente, il Governo formula un invito al ritiro, ma in ogni caso l'orientamento del Governo è favorevole, esattamente come già comunicato tempo fa.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Testa n. 9/2272-bis/53; accetta altresì l'ordine del giorno Romele n. 9/2272-bis/54 a condizione che il dispositivo venga riformulato nei termini seguenti: «impegna il Governo a monitorare l'applicazione dellaPag. 70norma di cui all'articolo 6, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a riproporre l'impianto sanzionatorio».
Contrariamente a quanto detto in precedenza, dichiaro che il Governo accetta l'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/2272-bis/47.
Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Quartiani n. 9/2272-bis/55
A rettifica di quanto affermato in precedenza, l'ordine del giorno D'Agrò n. 9/2272-bis/23 dovrebbe essere riformulato. Questo è un punto che vorrei segnalare per tutti gli ordini del giorno: le premesse devono risultare coerenti con i dispositivi come riformulati, e ciò vale in modo particolare per l'ordine del giorno D'Agrò n. 9/2272-bis/23.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Garavaglia n. 9/2272-bis/56, mentre accetta l'ordine del giorno Caruso n. 9/2272-bis/57. Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli ordini del giorno Fratta Pasini n. 9/2272-bis/58 e Baldelli n. 9/2272-bis/59. Quanto all'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/2272-bis/60, è pleonastico...
PRESIDENTE. Quindi, formula un invito al ritiro?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Sì, il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti non lo accetta.
PRESIDENTE. Secondo la prassi, e ove i presentatori non insistano, gli ordini del giorno accettati dal Governo non saranno posti in votazione.
Il deputato Zacchera chiede al rappresentante del Governo di rileggere la proposta di riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2272-bis/1, affinché egli si possa pronunciare.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il primo punto rimane invariato.
Il secondo punto del dispositivo rimane anch'esso invariato, ma i capoversi dopo le parole: «ad adottare le opportune iniziative volte a» sono così riformulati: «favorire la tendenziale riduzione dei costi di gestione e di amministrazione; garantire la massima trasparenza e degli appalti e dei lavori relativi ad interventi strutturali o comunque agli investimenti, stabilendo norme di garanzia; verificare che nella fruizione dei servizi con piani tariffari si tengano in considerazione anche gli aspetti sociali».
Signor Presidente, chiedo scusa e approfitto, dal momento che mi ha dato la parola...
PRESIDENTE. Soffermiamoci su questo punto, altrimenti non si riesce a proseguire.
Deputato Zacchera, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/2272-bis/1?
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, non ho capito la differenza tra «ridurre» e «favorire la tendenziale riduzione». Mi sembra la stessa cosa; non si capisce...
PRESIDENTE. Mi scusi, ma è stata proposta una riformulazione: la invito a dire se la accetta.
MARCO ZACCHERA. Sì, signor Presidente, e non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo vuole fare una precisazione prima che passiamo all'ordine del giorno n. 9/2272-bis/2?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. No, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ricordo che il Governo ha accettato l'ordine del giorno Provera n. 9/2272-bis/2.Pag. 71
Chiedo al deputato Buontempo se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2272-bis/3, non accettato dal Governo.
TEODORO BUONTEMPO. Presidente, da un Governo così amico delle banche non potevo che aspettarmi un parere contrario. C'è una sorta di ipocrisia e di vergogna a non voler mai affrontare il problema del signoraggio; c'è come un timore anche a discuterne. Eppure pochi sanno che la magistratura ha condannato la Banca d'Italia a risarcire i cittadini che hanno fatto ricorso contro il signoraggio, un privilegio; la Banca d'Italia ha dovuto pagare. Questa notizia, che resta segreta, non la fanno conoscere...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
TEODORO BUONTEMPO. È un ordine del giorno!
PRESIDENTE. Guardi, i tempi sono esauriti. Lei ha a disposizione soltanto un minuto, che peraltro si è già concluso.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, io termino come lei dice; però faccio presente a lei e agli uffici che una cosa sono i tempi per l'esame del provvedimento altro sono quelli previsti per gli ordini del giorno.
PRESIDENTE. I tempi per gli interventi a titolo personale sono già esauriti.
TEODORO BUONTEMPO. Ma il mio non è un intervento a titolo personale: si tratta del mio ordine del giorno. I tempi non sono contingentati. L'ordine del giorno ha i suoi tempi.
PRESIDENTE. Mi dispiace, i tempi sono contingentati. La prego di concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Interverrò in un'altra occasione. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Buontempo n. 9/2272-bis/3, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 451
Astenuti 6
Maggioranza 226
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 242).
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Cancrini n. 9/2272-bis/4.
LUIGI CANCRINI. Sì, signor Presidente, e non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Zanetta n. 9/2272-bis/5, accolto come raccomandazione dal Governo.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, ringrazio il Governo per aver considerato ed aver accolto come raccomandazione il mio ordine del giorno, nel cui testo è trasfuso il contenuto di un emendamento che avevamo presentato durante la discussione del provvedimento. L'ordine del giorno fa riferimento ai punti franchi da realizzare lungo le linee ferroviarie di confine. Si tratta, quindi, di infrastrutture da realizzare soprattutto al nord.
Mi auguro che il mio ordine del giorno sarà poi considerato quando, nell'ambito dell'esame del disegno di legge finanziariaPag. 72o di provvedimenti che saranno sottoposti all'Assemblea, presenteremo un'iniziativa legislativa in questo senso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Poiché la settimana scorsa non era presente in Assemblea il sottosegretario Bubbico ma il sottosegretario Stradiotto, vorrei ricordare di aver presentato un emendamento all'articolo 41 in relazione alle limitazioni al recupero dei crediti.
In quella occasione, il Governo si impegnò ad accogliere un ordine del giorno se io avessi ritirato l'emendamento, e così ho fatto. Ritirato l'emendamento, ho presentato l'ordine del giorno...
PRESIDENTE. Deve concludere prego.
GASPARE GIUDICE. Il sottosegretario Stradiotto si è impegnato ad accoglierlo, il sottosegretario Bubbico oggi mi dice di accoglierlo solo come raccomandazione. È l'ordine del giorno n. 9/2272-bis/30.
PRESIDENTE. Scusi, lei si riferisce a un altro ordine del giorno, ma adesso siamo all'ordine del giorno Zanetta n. 9/2272-bis/5.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rosso n. 9/2272-bis/6.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Saglia n. 9/2272-bis/7, non accettato dal Governo.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, il motivo del mio intervento è semplice: il rappresentante del Governo ha dichiarato che l'ordine del giorno Saglia n. 9/2272-bis/7 di fatto è assorbito - così ha detto - dall'ordine del giorno Provera n. 9/2272-bis/2.
Siccome lei stesso, Presidente, ha ricordato che in realtà vi sono alcune difformità, chiedo che venga posto in votazione ma chiedo anche che, a questo punto, il Governo lo accetti perché delle due l'una: o l'ordine del giorno Saglia n. 9/2272-bis/7 è assorbito, e quindi va bene, oppure non è completamente assorbito e non va bene, ma mi spieghino il perchè.
PRESIDENTE. Il Governo ha qualcosa da aggiungere?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. No, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, credo che a lei non sfugga che stiamo parlando di un impianto sanzionatorio, che è indispensabile prevedere, ed è già assolutamente sconveniente che non si sia immaginato un impianto sanzionatorio su questo argomento. Quindi, noi - con assoluta correttezza e senso di responsabilità - abbiamo detto che non siamo d'accordo che venga tolto l'impianto sanzionatorio ma almeno vorremmo che l'ordine del giorno venisse accettato.
Non vorremmo dover dire al Governo che non intende occuparsi delle sanzioni di illeciti che vengono commessi in questa materia.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Intervengo per assicurare che così non è, tanto è vero che l'ordine del giorno Provera n. 9/2272-bis/2 pone esattamente la stessa questione.
Tuttavia trovo che sia fondata l'obiezione dell'onorevole Fava, ovviamente vi chiedo scusa anche per le mie imprecisioni e modifico il parere sul presente ordine del giorno, e lo accetto limitatamente al dispositivo. Approfitto dell'occasione perPag. 73ribadire che quando interviene una riformulazione le premesse devono risultare coerenti con il testo del dispositivo.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Saglia n. 9/2272-bis/7, accettato limitatamente al dispositivo.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Burgio n. 9/2272-bis/8 è stato accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Marani n. 9/2272-bis/9 non accettato dal Governo.
GIOVANNI FAVA. Presidente, anche su questo punto devo registrare una certa mancanza di uniformità di atteggiamento da parte del Governo, perché sul presente ordine del giorno, sul successivo, così come sull'ordine del giorno Acerbo n. 9/2272-bis/21, registriamo addirittura, sullo stesso identico argomento - tra l'altro esposto in modo abbastanza simile in tre ordini del giorno - tre pareri completamente diversi: vi è un parere contrario al nostro ordine del giorno Marani n. 9/2272-bis/9, un invito al ritiro sull'ordine del giorno Trepiccione n. 9/2272-bis/16 e addirittura, sull'ordine del giorno Acerbo n. 9/2272-bis/21, ci si rimette al giudizio dell'Assemblea.
Capisco che molto spesso ci si senta un po' condizionati, quando si fa parte del Governo, nei confronti dei parlamentari di maggioranza - cosa che invece non avviene nei confronti dei parlamentari di opposizione -; però, chiedo almeno uniformità di trattamento.
Inoltre in Assemblea si era discusso di ciò, vi era stato un impegno da parte del relatore - per carità, non è lui in questo momento che esprime il parere - ma anche dal Governo tale impegno era stato avallato. Infatti, ci era stato chiesto di ritirare l'emendamento fatto nostro (l'ex emendamento Trepiccione, per capirci) mentre adesso il Governo non accetta l'ordine del giorno. Mi sembra un atteggiamento strano.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Confesso che vi è un «riflesso condizionato» e per questo motivo modifico il precedente avviso, ovviamente limitatamente alla parte dispositiva, da contrario in favorevole. Il Governo quindi accetta l'ordine del giorno Marani n. 9/2272-bis/9, limitatamente al dispositivo.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore all'ordine del giorno Maroni n. 9/2272/-bis/9 non insistono per la votazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Ferdinando Benito Pignataro n. 9/2272-bis/10 è stato accettato dal Governo. Ricordo altresì che l'ordine del giorno Galante n. 9/2272-bis/11 è stato ritirato. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione del loro ordine del giorno Napoletano n. 9/2272-bis/12. Prendo altresì atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sgobio n. 9/2272-bis/13, accolto come raccomandazione dal Governo. Prendo inoltre atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vacca n. 9/2272-bis/14, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Misuraca n. 9 /2272-bis/15, non accettato dal Governo.
FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, al riguardo vorrei un po' di attenzione del rappresentante dal Governo perché è a lui che mi devo rivolgere. Signor sottosegretario Bubbico, anche per tale ordine del giorno ho la sensazione chePag. 74ci sia qualcosa che non va, perché lei ha manifestato un orientamento favorevole sull'ordine del giorno Cancrini n. 9/2272-bis/4 mentre successivamente sul mio ordine del giorno n. 9/2272-bis/15, sull'ordine del giorno Dorina Bianchi n. 9/2272-bis/46 e sull'ordine del giorno Marinello n. 9/2272-bis/48 vertenti sulla stessa materia ha formulato un invito al ritiro perché sarebbero assorbiti. Mi pare inusuale che gli ordini del giorno possano essere assorbiti da un altro ordine del giorno. Gradirei, cortesemente, considerando anche che sulla materia c'è stata una presa di posizione da parte del Ministro della salute, che lei possa rivedere la sua valutazione.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, anche a tale proposito modifico il precedente avviso, accettando questo ordine del giorno limitatamente al dispositivo.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Misuraca non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9 /2272-bis/15.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Trepiccione n. 9 /2272-bis/16, formulato dal Governo.
GIUSEPPE TREPICCIONE. Signor Presidente, come giustamente diceva prima il collega Fava, vorrei capire quali sono stati l'orientamento e le valutazioni del sottosegretario, perché ho ritirato l'emendamento che successivamente è stato poi ripresentato dai colleghi Maroni e Fava. Per noi formula un invito al ritiro mentre su un atto successivo manifesta un orientamento favorevole. Vorrei capire almeno qual è il metro di valutazione che il Governo ha esercitato e che sinceramente non incontra la nostra totale disponibilità in questo senso.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, anche su questo, chiedo scusa e modifico il precedente avviso proponendo la seguente riformulazione della prima parte del dispositivo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a».
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Trepiccione accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9 /2272-bis/16 e non insiste per la votazione; prendo altresì atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'ordine del giorno La Russa n. 9/2272-bis/17 e insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Russa n. 9/2272-bis/17, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 464
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 251).
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Ulivi n. 9/2272-bis/18 non accettato dal Governo.
ROBERTO ULIVI. Signor Presidente, signor sottosegretario, giovedì 7 giugno si è svolta a Roma una manifestazione organizzata da Federfarma nella quale il Ministro della sanità Turco ha affermato - dicendo di parlare a nome del Governo - che al Senato sopprimerà questo articolo. Le chiedo, sottosegretario, come fa lei a parlare in tale maniera a nome del GovernoPag. 75(in un modo che gli indiani definirebbero «a lingua biforcuta»). Le faccio presente che lo stesso ordine del giorno è simile a quello presentato dall'onorevole Cancrini e quindi non capisco questa differenziazione. Inoltre, non accettando questo ordine del giorno, ammette che nelle parafarmacie e nei supermercati si potranno acquistare gli stupefacenti e senza neanche ricorrere al cosiddetto «modello in triplice copia»; ciò è assurdo. Lei così stravolge le regole, le leggi che regolano il servizio sanitario nazionale per quanto riguarda il farmaco. Mi meraviglio - complimenti! - di tale vostro atteggiamento che dimostra la piena confusione che regna in codesto Consiglio dei ministri. Mi scusi ma è il minimo che dovevo dire.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, intervengo semplicemente per chiarire che tale ordine del giorno, è vero, verte esattamente sulle stesse materie di cui all'ordine del giorno Cancrini n. 9/2272-bis/4, tuttavia nelle premesse esso usa argomentazioni di natura diversa; inoltre, per quanto riguarda l'ordine del giorno Cancrini n. 9/2272-bis/4, il Governo accettava il dispositivo in un testo riformulato. Dal momento che l'ordine del giorno Ulivi n. 9/2272-bis/18 richiama tutte le premesse, la questione si pone in termini diversi. Pertanto, il parere può essere modificato, se il dispositivo risulta essere esattamente quello di cui all'ordine del giorno Cancrini n. 9/2272-bis/4, nel testo riformulato.
PRESIDENTE. Deputato Ulivi, accetta la riformulazione proposta dal Governo?
ROBERTO ULIVI. Non capisco cosa dovrebbe cambiare!
PRESIDENTE. Prego?
ROBERTO ULIVI. Presidente, le premesse sono quelle contenute nell'ordine del giorno dell'onorevole Cancrini...
PRESIDENTE. Deputato Ulivi, il sottosegretario ha avanzato una proposta di riformulazione del dispositivo - solo del dispositivo! - in conformità all'ordine del giorno Cancrini n. 9/2272-bis/4. Accetta la riformulazione proposta?
ROBERTO ULIVI. No, Presidente. Ha cambiato idea il Governo, non io (Commenti)!
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ulivi n. 9/2272-bis/18.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ulivi n. 9/2272-bis/18, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 456
Astenuti 8
Maggioranza 229
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 238).
Prendo atto che la deputata Mura ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che gli ordini del giorno Guadagno detto Vladimir Luxuria n. 9/2272-bis/19 e De Simone n. 9/2272-bis/20 sono stati accettati dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Acerbo n. 9/2272-bis/21, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 426
Astenuti 38
Maggioranza 214
Hanno votato sì 274
Hanno votato no 152).
Passiamo all'ordine del giorno Folena n. 9/2272-bis/22.
Il Governo propone di accoglierlo a condizione che sia riformulato; tuttavia, il Governo ha espresso la richiesta di una coerenza delle premesse rispetto ai dispositivi, per questo ordine del giorno e in generale. Faccio notare al Governo che non può essere compito della Presidenza, né dei proponenti, determinare tale coerenza che, come capisce bene, è discrezionale.
Prendo atto che i presentatori accedono alla riformulazione proposta e che le premesse restano le stesse.
Passiamo all'ordine del giorno D'Agrò n. 9/2272-bis/23. Chiedo al presentatore se accetta la riformulazione proposta dal Governo.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, accetto la riformulazione proponendone una destinata ad eliminare una cacofonia. Dalla frase «a valutare l'opportunità di adottare le opportune iniziative», va eliminata la parola «opportune».
PRESIDENTE. Sta bene.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di stato di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di stato di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, nell'ordine del giorno D'Agrò dalle premesse va eliminato l'ultimo periodo: dalle parole: «appare opportuno» fino alle parole: «Unione europea».
PRESIDENTE. Ricordo che sull'ordine del giorno D'Agrò n. 9/2272-bis/23, il presentatore ha proposto semplicemente una modifica lessicale, pertanto lo avevamo considerato accolto. È così? (Commenti). Prego, deputato D'agrò, parli pure.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, il Governo, con la nuova riformulazione ha eliminato l'ultimo capoverso, a partire dalle parole «appare opportuno disciplinare in modo omogeneo i sistemi di misura e ad aggiornare i criteri per l'esecuzione dei controlli metrologici sui sistemi di misura di punti di riconsegna...» e così via.
Non ho capito perché il Governo voglia che si elimini questa parte quando sappiamo perfettamente che essa è stata oggetto di un dibattito approfondito in Commissione; lo stesso Governo si era riservato di trovare il modo per superare ciò che esiste, anche in termini di contenzioso, tra il mondo della magistratura e alcune società importanti del nostro Paese.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, ritengo sia necessario riformulare l'ordine del giorno D'Agrò n. 9/2272-bis/23, il cui dispositivo, lo ricordo, è stato già modificato, accogliendo la proposta avanzata dallo stesso presentatore.
Di tale ordine del giorno si propone la seguente riformulazione dell'ultimo capoverso della premessa: «appare opportuno intervenire con norme volte a rafforzare i controlli di metrologia legale sui sistemi di misurazione utilizzati su tutta la filiera produttiva e distributiva del gas».
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato D'Agrò accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2272-bis/23.
Chiedo al deputato Tassone se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2272-bis/24, non accettato dal Governo.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, desidero richiamare l'attenzione del sottosegretario perché con il mio ordine del giorno faccio riferimento ad una questione molto delicata e importante relativa alle vendite dei farmaci di fascia C negli esercizi commerciali.
Nel dispositivo del mio ordine del giorno si chiede semplicemente di aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali delle farmacie pubbliche e private, per individuare un percorso che possa, quanto meno, fornire una soluzione ad un problema estremamente delicato.
Il Governo non si è mai rifiutato di avere un confronto. Mi riferisco a questo Governo, ma mi auguro che ciò avvenga anche con quello successivo.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Possiamo garantire per questo Governo, sul successivo poi si vedrà.
MARIO TASSONE. Sul successivo garantiamo noi!
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Ciascuno garantisce per quello che può e per quello che rappresenta.
PRESIDENTE. Intanto, garantiteci di proseguire i lavori, per favore!
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo accetta l'ordine del giorno Tassone n. 9/2272-bis/24 se il dispositivo viene riformulato nel senso di renderlo uguale a quello di cui all'ordine del giorno Cancrini n. 9/2272-bis/4, nel testo riformulato.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Tassone accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2272-bis/24.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Lazzari n. 9/2272-bis/25, non accettato dal Governo, se insistano per la votazione.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, ritengo che il Governo abbia commesso un errore. È possibile che ciò accada. Ricordo che il Governo si era assunto l'impegno ad accettare un nostro ordine del giorno se noi avessimo ritirato un emendamento presentato in tema di ricomposizione fondiaria.
Signor Presidente, propongo, inoltre, anche la seguente riformulazione del dispositivo del nostro ordine del giorno: aggiungere dopo le parole: «in sede di attuazione del provvedimento in esame» le seguenti: «o in altro provvedimento», cioè il provvedimento sui piccoli comuni che è stato menzionato in aula. Sulla base di questa proposta di riformulazione chiederei al rappresentante del Governo di accettare il nostro ordine del giorno, alla stregua, come detto, dell'impegno assunto dal Governo in questa sede in precedenza.
Chiarisco, per completezza, che identico impegno era stato assunto dal Governo anche con l'ordine del giorno Giudice n. 9/2272-bis/30, in relazione al quale si propone la riformulazione aggiungendo, dopo le parole: «in esame» le parole: «o in altro provvedimento». Si tratta della stessa materia. Poiché era già stato assunto un impegno in aula, chiedo che si rispetti quanto pattuito.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, vi è un equivoco, in quanto l'ordine del giorno Giudice n. 9/2272-bis/30 è stato riformulato. Pertanto, chiedo all'onorevole Lazzari di precisare se egli fa riferimento alla nuova formulazione o al testo precedente dell'ordine del giorno Giudice n. 9/2272-bis/30. Se si riferisce a quest'ultimo, non è più necessario esaminare la nuova formulazione.
Pag. 78PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente chiedo scusa, cerchiamo di ragionare sugli ordini del giorno separatamente altrimenti blocchiamo i lavori dell'Assemblea. La mia richiesta si riferisce al mio ordine del giorno n. 9/2272-bis/25, per quanto riguarda invece l'ordine del giorno Giudice 9/2272- bis/30, mi riferisco a quello riformulato.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno Lazzari 9/2272-bis/25?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo lo accoglie come raccomandazione.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Lazzari n. 9/2272-bis/25 non insistono per la votazione.
Chiedo al deputato Leone se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2272-bis/26, non accettato dal Governo.
ANTONIO LEONE. Si, Presidente. Vorrei solamente ricordare al rappresentante del Governo, che non ha accettato l'ordine del giorno a mia firma, che sullo stesso argomento sono stati approvati in questa aula già tre ordini del giorno della maggioranza e dell'opposizione e c'è un stata una presa di posizione sua, Presidente, proprio sull'argomento. Evidentemente il sottosegretario non ha studiato!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Leone n. 9/2272-bis/26, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 455
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 246).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Fedele n. 9/2272-bis/27, accolto dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Mario Ricci n. 9/2272-bis/28, se accettino la riformulazione proposta dal Governo.
MARILDE PROVERA. Presidente, chiediamo al Governo di mantenere il testo originale anche perché è ovvio che vadano favorite le manutenzioni e l'ammodernamento, ma in un provvedimento che parla di privatizzazione vogliamo indicare che i profitti rimangano a compensare le spese di manutenzione ed ammodernamento e non tornino, invece, come contributo ai privati.
Chiediamo pertanto al Governo di accettare il nostro ordine del giorno nella formulazione originaria.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo scusa, c'è stato un errore, il Governo accetta l'ordine del giorno Mario Ricci n. 9/2272-bis/28.
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Milanato n. 9/2272-bis/29 se accettano la riformulazione proposta dal Governo.
LORENA MILANATO. Accetto la riformulazione e non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Giudice n. 9/2272-bis/30 (Nuova formulazione), accolto dal Governo come raccomandazione, se insistono per la votazione.
Pag. 79GASPARE GIUDICE. Signor Presidente avevo già detto - mi scusi se l'ho fatto in un momento inopportuno - che la settimana scorsa, in relazione ad un emendamento da me proposto all'articolo 41, il Sottosegretario Stradiotto, che in quel momento occupava il posto del sottosegretario Bubbico, si è dimostrato favorevole a recepire il mio emendamento in un ordine del giorno a condizione che lo ritirassi. Ho ritirato il mio emendamento e quindi desidererei sapere se il sottosegretario Bubbico intenda accettarlo, così come affermato dall'onorevole Stradiotto, o accoglierlo solo come raccomandazione.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo aveva detto che intendeva accoglierlo solo come raccomandazione, ma in ogni caso ha facoltà di parlare.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente ho di fronte due ordini del giorno Giudice n. 9/2272-bis/30 e vorrei chiedere all'onorevole Giudice a quale dei due si riferisca.
PRESIDENTE. Il Governo deve considerare solo la nuova formulazione essendo quella precedente ritirata. Pertanto stiamo parlando dell'ordine del giorno Giudice n. 9/2272-bis/30 (Nuova formulazione).
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Giudice n. 9/2272-bis/30 (Nuova formulazione), come raccomandazione, come già avevo comunicato.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Giudice n. 9/2272-bis/30 (Nuova formulazione) se insistono per la votazione.
GASPARE GIUDICE. No, signor Presidente, non insisto.
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Valducci n. 9/2272-bis/31, accettato dal Governo purché riformulato se insistono per la votazione.
MARIO VALDUCCI. Signor Presidente accetto la riformulazione e non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Luciano Rossi n. 9/2272-bis/32 se accedano all'invito al ritiro formulato dal Governo.
LUCIANO ROSSI. Signor Presidente il mio ordine del giorno è stato largamente condiviso dai colleghi del gruppo di Forza Italia che chiaramente ringrazio.
Riconosco che tale provvedimento elimina numerosi ostacoli alle attività commerciali e il criterio della distanza, il criterio del contingentamento, la possibilità di vendere prodotti similari all'attività svolta sono elementi positivi.
Credo sia opportuno andare oltre, ampliare questo processo di liberalizzazione, e credo che la questione degli orari di apertura delle attività commerciali possa rivestire un interesse superiore. Dunque, chiedo al Governo un impegno serio nell'eliminare i vincoli agli orari di apertura delle attività finalizzate alla vendita al minuto ed eliminare le limitazioni temporali delle vendite promozionali.
PRESIDENTE. Deputato Luciano Rossi, insiste per la votazione del suo ordine del giorno?
LUCIANO ROSSI. Sì, signor Presidente, insisto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luciano Rossi n. 9/2272-bis/32, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 80
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 454
Astenuti 2
Maggioranza 228
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 261).
Chiedo al deputato Garagnani se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2272-bis/33 per il quale il Governo ha formulato un invito al ritiro.
FABIO GARAGNANI. Sì, signor Presidente, insisto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garagnani n. 9/2272-bis/33, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 460
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 252).
Chiedo al deputato La Loggia se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2272-bis/36, per il quale il Governo ha formulato un invito al ritiro.
ENRICO LA LOGGIA. Sì, signor Presidente, insisto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Loggia n. 9/2272-bis/36, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 457
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 250).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Franzoso n. 9/2272-bis/37, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Franzoso n. 9/2272-bis/37, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 447
Astenuti 1
Maggioranza 224
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 241).
Prendo atto che il deputato Buontempo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'ordine del giorno Lulli n. 9/2272-bis/38.
Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, vorrei precisare che il Governo accetta solo il dispositivo dell'ordine del giorno Lulli n. 9/2272-bis/38.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lulli n. 9/2272-bis/38.Pag. 81
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno D'Ulizia n. 9/2272-bis/39 accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione.
Ricordo che gli ordini del giorno Mantini n. 9/2272-bis/40 e Allasia n. 9/2272-bis/41 sono stati accettati del Governo.
Passiamo all'ordine del giorno Montani n. 9/2272-bis/42, per il quale c'è un invito al ritiro da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo solo per far notare che il Governo ha scelto di accogliere come raccomandazione l'ordine del giorno Rosso n. 9/2272-bis/6, che sostanzialmente tratta il medesimo argomento dell'ordine del giorno Montani n. 9/2272-bis/52. È difficile comprendere la motivazione alla base di scelte così diverse sui due ordini del giorno.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, intervengo per riconfermare l'invito al ritiro, perché l'individuazione di un'area specifica, per quanto motivata, confligge con l'indicazione di natura generale, propria di un ordine del giorno. Inoltre, l'individuazione delle aree con le specificità richieste dall'ordinamento comunitario appartiene ad una fase successiva, che vede protagoniste, innanzitutto, le regioni. Per questo motivo, un'individuazione, per quanto giustificata e motivata, confliggerebbe con questa procedura. Poiché, inoltre, il tema è riassorbito dall'ordine del giorno già approvato, mi permetto di insistere nella richiesta di ritiro.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Montani insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2272-bis/42.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montani n. 9/2272-bis/42, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 399
Astenuti 53
Maggioranza 200
Hanno votato sì 150
Hanno votato no 249).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Jannone n. 9/2272-bis/44, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Jannone n. 9/2272-bis/44, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 441
Votanti 440
Astenuti 1
Maggioranza 221
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 249).
Ricordo che il Governo ha accettato l'ordine del giorno Brugger n. 9/2272-bis/45, (Nuova formulazione).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Dorina Bianchi n. 9/2272-bis/46 hanno accettato l'invito al ritiro formulato dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/2272-bis/47 è stato accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Marinello n. 9/2272-bis/48 se accedano all'invito al ritiro formulato dal Governo.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, chiederei al Governo una rivalutazione del mio ordine del giorno n. 9/2272-bis/48. Il sottosegretario aveva invitato il sottoscritto al ritiro dell'ordine del giorno, considerandolo assorbito dall'ordine giorno Cancrini n. 9/2272-bis/4. Quest'ultimo pone alcune questioni, ma non esattamente quelle poste dal mio ordine del giorno.
Chiedo, pertanto, al Governo una rivalutazione, dichiarandomi disponibile anche a riformularlo o ad accettare una riformulazione della premessa che dia valore compiuto alle questioni poste in esso.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo potrebbe accettare l'ordine del giorno Marinello n. 9/2272-bis/48, se il dispositivo risulta essere esattamente quello previsto dall'ordine del giorno Cancrini n. 9/2272-bis/4, nel testo riformulato.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, avevo posto delle questioni attinenti alla tutela della salute pubblica. Mi dispiace, devo prendere atto di due cose, e ciò vale come dichiarazione di voto.
In primo luogo, vorrei dire che questo Governo e questa maggioranza non ritengono che la tutela della salute pubblica sia un problema.
Devo in secondo luogo porre una questione di fondo, cioè che il Ministro della salute Turco, che è perfettamente a conoscenza di tali questioni, che condivide, e così ha dichiarato (esistono le agenzie di stampa, ma l'ha dichiarato anche in titolate e autorevoli assemblee), evidentemente è in disaccordo con il proprio Governo. Delle due l'una: o è delegittimato il Ministro Turco o è delegittimato e inconsapevole della materia che tratta il sottosegretario Bubbico. Pertanto, insisto per la votazione, perché è giusto che ognuno si assuma le proprie responsabilità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marinello n. 9/2272-bis/,48 non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 446
Votanti 444
Astenuti 2
Maggioranza 223
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 243).
Ricordo che gli ordini del giorno Fincato n. 9/2272-bis/49, Viola n. 9/2272-bis/50 e Campa n. 9/2272-bis/51 sono stati accettati dal Governo.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Della Vedova n. 9/2272-bis/52 se accedano all'invito al ritiro formulato dal Governo.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, a fronte del ritiro di una proposta emendativa, il Governo aveva acconsentito, così come il relatore, alla presentazione di un ordine del giorno, con un parere, per quanto immagino non vincolante, favorevole. Mi stupisco, quindi, molto di questo invito al ritiro e, pertanto, insisto per la votazione dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Mi sembrava di aver colto un orientamento favorevole del Governo, anche se è stato formulato un invito al ritiro. Dico bene?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo,Pag. 83modificando il parere precedentemente espresso, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Della Vedova n. 9/2272-bis/52.
PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se insista per la votazione.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, insisto per la votazione. Non capisco, perché non lo debba fare, considerato che è stato espresso già in precedenza un orientamento favorevole. La materia è non solo di interesse, ma condivisa da maggioranza e opposizione.
PRESIDENTE. Come si pronunzia in questo caso il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Della Vedova n. 9/2272-bis/52.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Della Vedova n. 9/2272-bis/52, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 441
Votanti 440
Astenuti 1
Maggioranza 221
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 229).
Prendo atto che la deputata Laganà Fortugno ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che l'ordine del giorno Testa n. 9/2272-bis/53 è stato accettato dal Governo.
Il Governo aveva dichiarato di accettare l'ordine del giorno Romele n. 9/2272-bis/54, se riformulato. Chiedo al rappresentante del Governo se sia così.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che l'onorevole Romele accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2272-bis/54.
Ricordo che il Governo ha accettato l'ordine del giorno Quartiani n. 9/2272-bis/55.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Garavaglia n. 9/2272-bis/56, non accettato dal Governo.
MASSIMO GARAVAGLIA. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione. Desidero, inoltre, invitare il Governo a rivedere il parere espresso, perché con l'ordine del giorno in esame si chiede una cosa estremamente semplice: vale a dire la possibilità, concessa ai comuni - e parliamo di centinaia e centinaia di comuni -, di utilizzare le procedure di gara per il servizio di illuminazione pubblica. Con il sistema attuale, cioè con il contratto con Enel Sole, infatti, è impossibile poiché, nel momento in cui si apre la procedura di gara, Enel Sole chiede che, prima che essa sia svolta, le venga pagata la separazione delle reti, cioè la separazione fra la rete di illuminazione e quella di distribuzione. Purtroppo però, quando i comuni hanno richiesto all'Enel di installare i punti luce, non hanno richiesto di creare una rete promiscua: ciò di fatto impedisce ai comuni di effettuare gare. Vorrei citare un esempio banale: un comune di 6 mila abitanti è costretto a pagare ad Enel Sole 500 mila euro per la separazione; in altri termini, non può effettuare alcuna gara, poiché non ha tali fondi. Ne deriva che centinaia e centinaia di comuni debbono spendere inutilmente una grande quantità di soldi. Se volete portare avanti le liberalizzazioni, fatelo davvero!
Pag. 84FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, intervengo per confermare il parere contrario sull'ordine del giorno Garavaglia n. 9/2272-bis/56 e per motivarlo. Enel Sole non è Enel Distribuzione: Enel Sole è una società operativa, peraltro riassorbita dal gruppo Enel, che si occupava di illuminazione di edifici monumentali in ragione di contratti specificamente sottoscritti tra la stessa società ed i comuni interessati. Pertanto, le questioni di cui si discute nell'ordine del giorno, che riguardano fattispecie certamente meritevoli di attenzione, sono però estranee ad un atto di natura legislativa o di natura normativa di valenza generale: esse riguardano piuttosto condizioni particolari nelle quali si trovano determinate realtà e che, in ragione degli strumenti normativi generali, possono risolversi nella tutela dell'interesse pubblico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garavaglia n. 9/2272-bis/56, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 441
Votanti 440
Astenuti 1
Maggioranza 221
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 246).
Ricordo che l'ordine del giorno Caruso n. 9/2272-bis/57 è stato accettato.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Fratta Pasini n. 9/2272-bis/58 accede all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Chiedo al presentatore dell'ordine del giorno Baldelli n. 9/2272-bis/59 se acceda all'invito al ritiro formulato dal Governo.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, vi è stato un fraintendimento sull'ordine del giorno Fratta Pasini n. 9/2272-bis/58: il presentatore non ha ritirato l'ordine del giorno e ha insistito per la votazione.
PRESIDENTE. Ho visto male, domando scusa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fratta Pasini n. 9/2272-bis/58, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 443
Maggioranza 222
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 247).
Prendo atto che il deputato Burgio ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Chiedo quindi al presentatore dell'ordine del giorno Baldelli n. 9/2272/59 se acceda all'invito al ritiro formulato dal Governo.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, avrei potuto ritirare l'ordine del giorno, ma, nell'ambito dell'esame di un provvedimento sulle misure per il cittadino consumatore, il fatto che il Governo accetti un ordine del giorno sui precari archeologi e non accetti un ordine del giorno sulle associazioni dei consumatori mi pare un buon motivo per costringerlo a cambiare idea o per insistere per la votazione.
Pag. 85
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldelli n. 9/2272-bis/59, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 447
Votanti 445
Astenuti 2
Maggioranza 223
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 248).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Chiedo al deputato Gianfranco Conte se acceda all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/2272-bis/60.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, insisto per la votazione. Non posso accettare l'invito al ritiro anche perché da quanto ho capito, anche per quanto riferito nel corso di una trasmissione televisiva, il relatore, deputato Lulli, ha affermato che la questione del massimo scoperto non è chiusa e che si affronterà nel prossimo futuro.
Rivolgiamo un invito al Governo a riconsiderare i costi delle commissioni di massimo scoperto in un prossimo provvedimento. Ciò significa che, se il Governo insiste per il ritiro, esso non ha alcuna intenzione di tener fede ad un impegno che è stato assunto anche nei confronti della Commissione e dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/2272-bis/60, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 244).
Secondo le intese intercorse, il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani.