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Si riprende la discussione del disegno di legge A.C. 2272-bis-A.
(Esame dell'articolo 59 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 59 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 8).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sugli articoli aggiuntivi Saglia 59.01, Raisi 59.02, Urso 59.04, Leo 59.05 e 59.06, Urso 59.07 e Leo 59.08.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'artico 59.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 270
Astenuti 199
Maggioranza 136
Hanno votato sì 258
Hanno votato no 12).
Prendo atto che il deputato Tabacci ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Saglia 59.01.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, non possiamo accogliere l'invito al ritiro perché riteniamo che tale articolo aggiuntivo, che non comporta assolutamente oneri, potrebbe aiutare ad affrontare un problema serio, ovvero il coordinamento tra le politiche energetiche nazionali e quelle regionali.
Uno dei problemi, per i quali non si riesce a realizzare le infrastrutture energetiche nel nostro Paese, è determinato dall'assurda riforma del Titolo V della Costituzione, adottata nel 2000, che ha reso l'energia materia concorrente. Ciò comporta una difficilissima gestione, soprattutto sotto il profilo autorizzativo, tra il Governo e le regioni.
Con la proposta emendativa in esame, quindi, si tenta di costituire un organismo permanente, che consenta di dirimere le questioni e di ritornare ad avere una politica energetica nazionale. Lo riteniamo, dunque, importante e chiediamo all'Assemblea di approvarlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, vorrei soltanto svolgere una brevissima considerazione su questo articolo aggiuntivo, anche perché, se si discute di liberalizzazioni, si deve considerare il tema relativo alle politiche energetiche. Qualcuno potrebbe anche obiettare che al Senato esiste il disegno di legge n. 691, depositato ad ottobre e la cui discussione è iniziata qualche settimana fa, però purtroppo si è soltanto all'articolo 2 e non si può non tenere in considerazione l'articolo aggiuntivo in esame, che fissa principi importanti nel rapporto con le realtà locali e con le regioni sull'argomento in oggetto, anche perché, come ho detto inizialmente, parlare di politiche energetiche e di ciò che significano per il Paese nel rapporto relativo al Titolo V e alla legge attualmente in vigore, mi porta ad affermare che sia il relatore Lulli, sia il sottosegretario BubbicoPag. 47dovrebbero svolgere un'ulteriore considerazione, nel caso in cui volessimo discutere seriamente di liberalizzazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, sappiamo che la materia dell'energia rientra tra le materie a competenza concorrente e conosciamo tutti i disastri che ciò ha comportato con riferimento all'infrastrutturazione energetica del nostro Paese. Credo sia abbastanza plausibile trovare un luogo che funga da cassa di compensazione o di dibattito fra le istituzioni nazionali e le realtà locali, fintanto che non verrà modificato il Titolo V della Costituzione (che la precedente maggioranza aveva tentato di cambiare, ma poi, come sappiamo, è andata male). Votiamo, quindi, a favore dell'articolo aggiuntivo Saglia 59.01.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Saglia 59.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 477
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 258).
Prende atto che il deputato Tabacci ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Raisi 59.02.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ADOLFO URSO. Signor Presidente, sottoscrivo l'articolo aggiuntivo Raisi 59.02 e dichiaro che non accogliamo l'invito al ritiro, perché - lo ricordo ai colleghi - la proposta emendativa in esame punta ad abolire le comunità montane. Soprattutto nelle ultime settimane, in tutti gli schieramenti vi è stato un dibattito sulla scarsa funzionalità delle comunità montane, che ormai ammontano a 356, per un costo (il «costo della politica», quello che viene da molti definito un «carrozzone») che ammonta a 800 milioni di euro.
Tutti sappiamo che gran parte dei finanziamenti alle comunità montane viene destinato semplicemente al perpetuarsi di tali organismi e che soltanto una piccola parte del loro bilancio (in alcuni casi appena il 5-6 per cento) viene destinata effettivamente a interventi a favore delle comunità montane.
Con l'articolo aggiuntivo in esame noi stabiliamo che gli interventi speciali per la montagna stabiliti dall'Unione europea siano realizzati dalle province e che tali interventi finanziari siano destinati esclusivamente ai territori classificati «montani».
PRESIDENTE. Onorevole Urso, la prego di concludere.
ADOLFO URSO. Concludo, Presidente. Invitiamo coloro che hanno presentato recentemente proposte di legge per l'abolizione della comunità montana - anche appartenenti allo schieramento di maggioranza - ad intervenire in tal senso, votando a favore dell'articolo aggiuntivo Saglia 59.01.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, intervengo per confermare e motivare la posizione contraria del Governo. Su tale tema e su altre questioniPag. 48attinenti ai cosiddetti costi della politica - che sarebbe meglio declinare nella dimensione di costi della pubblica amministrazione e di servizi resi dalla pubblica amministrazione in condizioni di efficacia - occorre precisare che è già stato costituito un tavolo di lavoro coordinato dai Ministri Santagata e Lanzillotta. Esso vede all'opera il Governo, le regioni e le autonomie locali, al fine di definire il percorso riformatore, che evidentemente riguarda non la semplice soppressione di un ente intermedio, ma la riarticolazione delle funzioni, connesse anche alle condizioni di incentivazione, affinché l'associazionismo possa essere sostenuto.
Peraltro, per completezza di ragionamento, con la proposta emendativa in esame si prevede di spostare talune funzioni, oggi in capo alle comunità montane, alle province: non è detto che la misura provinciale possa costituire il riferimento istituzionale, oggi assolto dalle comunità montane, che potrebbe essere affidato - così come lo stesso articolo aggiuntivo enuncia in uno dei commi precedenti - ad un'unione su base volontaria che i comuni stessi potrebbero istituire.
Da ciò si deduce che, su tale materia, non si può improvvisare, in particolare essendo attivo un tavolo di confronto tra Governo ed istituzioni locali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Elia. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, non posso dire di parlare a nome del gruppo La Rosa nel Pugno, perché sull'articolo aggiuntivo in esame e sulla materia che esso pone ci sono posizioni diverse al nostro interno. Peraltro, molti componenti del gruppo hanno sottoscritto una proposta di legge volta proprio all'abolizione delle comunità montane, che sono uno dei tanti capitoli dei costi della politica, che, se non si affronta, determina, anzi aggrava ciò che è già sotto gli occhi di tutti: un distacco enorme e abissale dei cittadini dalla vita pubblica, dalla politica.
Il nostro progetto di legge è evidentemente molto più articolato rispetto all'articolo aggiuntivo in esame, ma le sue finalità sono le stesse. Pertanto, anche a nome di alcuni membri della Rosa nel Pugno - sicuramente della componente radicale, ma anche di Enrico Buemi, che lo ha sottoscritto - invito a votare a favore della proposta emendativa in discussione, quanto meno al fine di porre la questione all'ordine del giorno.
Tutti hanno letto i giornali e seguito le inchieste: ci sono comunità montane che sono considerate tali anche se sono sulla costa Smeralda, sulla riviera ionica, nel tarantino e così via.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 17,30)
SERGIO D'ELIA. È uno scandalo! Le comunità montane sono il rifugio, il cimitero degli elefanti, di coloro i quali, non essendo più eletti negli organi rappresentativi territoriali, finiscono tra i consigli delle comunità montane, incassando i previsti gettoni di presenza. È un ceto politico che viene riciclato in questo modo.
Noi, quanto meno, poniamo il problema. Si aboliscano, quindi, le comunità montane per poi affrontare, entro sei mesi o quando sarà stabilito, la questione ad esse relativa, ma le competenze attualmente affidate alle comunità montane possono essere attribuite alle unioni di comuni, che pure esistono, o rientrare nelle competenze delle province. La soluzione per salvaguardare comunque la montagna esiste, ma nel modo in cui stiamo agendo fino ad oggi si dà semplicemente un contributo al piccolo esercito di professionisti della politica, che vengono impiegati e riciclati nelle comunità montane.
Il collega Urso ha fatto bene a porre la questione. Noi l'abbiamo posta in maniera forse più rituale, con una proposta di legge organica, ma già oggi potremmo dare un piccolo segnale, volto ad affrontare in maniera seria il problema dei costi della politica.
Quindi, almeno una parte del gruppo La Rosa nel Pugno voterà a favore diPag. 49questo articolo aggiuntivo (Applausi di deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, voglio richiamare l'attenzione dell'Assemblea e soprattutto dei tanti che in questa sede si dichiarano amici della montagna, perché mi sembra che l'articolo aggiuntivo in esame venga affrontato con molta superficialità.
Credo che il Governo abbia fatto bene ad esprimersi con prudenza attraverso le parole del sottosegretario Bubbico, perché bisogna affrontare con prudenza il tema in discussione. Ci sono situazioni che vanno riviste, ma pensare che oggi l'Assemblea possa approvare una proposta emendativa di questo genere è veramente assurdo. All'interno della Camera opera con molta intelligenza il gruppo «amici della montagna», che sta affrontando la revisione della legge sulla montagna, di cui è presidente l'amico Quartiani. Mi rivolgo, quindi, anche a lui. Si tratta di un gruppo di lavoro molto interessante, perché affronta...
PRESIDENTE. La invito concludere.
VALTER ZANETTA. ...in modo approfondito le tematiche della montagna. Conseguentemente, anche appellandomi agli amici che fanno parte di tale gruppo, invito a respingere questo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, il mio intervento è stato già anticipato dal collega Zanetta, ma devo ugualmente dire al collega D'Elia che ascoltare da parte loro, oggi, considerazioni di moralizzazione, mi stupisce.
Quando il collega Moffa, di Alleanza Nazionale, ha proposto - in maniera molto «leggera» - l'abolizione delle comunità montane, il centrosinistra portò a Roma (Commenti). ..no, onorevole, non sto dicendo a lei, parlo del centrosinistra; se lei mi permette, io penso di dover parlare...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
OSVALDO NAPOLI. Però, se mi interrompe...
PRESIDENTE. Appunto prosegua!
OSVALDO NAPOLI. Bene. Devo dire che allora si portarono a Roma tutte le comunità montane.
I costi della politica, cari colleghi, sono: regioni, province, comuni, circoscrizioni, consorzi, unioni di comuni, unioni collinari, parchi, ATO, aree metropolitane...
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
OSVALDO NAPOLI. Osservo che sui costi della politica la I Commissione è in fase avanzata di studio, lasciamo dunque ad essa le questioni importanti...
PRESIDENTE. Grazie, ha terminato il suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Capisco le ragioni espresse prima dal collega; la montagna ha infatti bisogno di sviluppo e di attenzione, di utilizzare tutte le possibili risorse, però non sono d'accordo sul fatto che ciò si possa ottenere attraverso le comunità montane.
Quando un istituto ha fallito il suo obiettivo, non ha funzionato, bisogna prenderne atto; altrimenti, si discute dei costi della politica e di quant'altro, ma poi non interviene mai un momento decisionale: tutto si rinvia senza decidere.Pag. 50
Voto volentieri a favore dell'articolo aggiuntivo in discussione.
Ieri sono stato nella provincia di Chieti, per motivi di campagna elettorale.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. A distanza di otto chilometri le comunità montane hanno costruito da una parte una...
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
TEODORO BUONTEMPO. Perché? Il mio gruppo ha già esaurito i tempi?
PRESIDENTE. Sì, lei dispone di un minuto.
TEODORO BUONTEMPO. Va bene. Voglio dire che hanno sprecato miliardi e miliardi per realizzare due strutture immediatamente abbandonate e mai utilizzate.
Credo che un segnale di pulizia morale vada dato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quartiani. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che - come ha rammentato il rappresentante del Governo - discutere in questa sede, nell'ambito di un provvedimento che prevede una serie di liberalizzazioni, di una radicale riforma (in questo caso, più che una radicale riforma, l'articolo aggiuntivo in discussione propone l'abrogazione totale dell'ente comunità montane) significa porsi al di fuori del contesto, nel quale andrebbe collocata una discussione seria su un processo di razionalizzazione complessivo delle istituzioni (centrali, nazionali, statali, locali e regionali), anche a fronte dell'esigenza di una necessaria, incisiva azione di revisione dei costi della politica e della pubblica amministrazione. Proporre un articolo aggiuntivo che prevede l'abolizione delle comunità montane in questo modo, è come sparare sulla Croce rossa.
Concordo con i colleghi che chiedono - e lo faccio anch'io - al collega Raisi di ritirare l'articolo aggiuntivo in esame, non già perché non debba essere oggetto di discussione di quest'Assemblea una radicale riforma anche delle comunità montane, ma perché farlo oggi, in maniera approssimativa e senza avere la conoscenza specifica anche del merito, costringerebbe il Parlamento a votare secondo le propensioni del tutto personali di ciascuno di noi, che nulla hanno a che vedere con una reale conoscenza di ciò che andremo a votare.
Vedete, si è affermato che le comunità montane oggi non rispondono esattamente alla necessità di dare vita ad organi, organismi ed enti intermedi - quali possono essere unioni di comuni o unioni di comuni all'interno di una valle - per mettere in comune servizi da esercitare in un determinato contesto che le popolazioni e le comunità locali appartenenti a singoli comuni, anche piccoli, non possono apprestare autonomamente avendo bisogno, per l'appunto, di mettere insieme ad altri le risorse per poter venire incontro alla necessità di servizi essenziali alle popolazioni della nostra montagna, sia delle Alpi, sia dell'Appennino.
È una questione che posta così genericamente ci costringe - e mi costringe - almeno a rammentare un dato: il collega D'Urso ha affermato che bisogna dare i finanziamenti proprio ai comuni montani; allora vorrei fosse chiaro che la prima norma che noi dobbiamo approvare in Parlamento è la riclassificazione e la ridefinizione dei comuni montani. Infatti, nella nostra realtà il sessanta per cento dei comuni italiani, appunto considerati montani, stanno sulla costa, sono rivieraschi e possono anche essere in riva al mare e, addirittura, devono scegliere tra un finanziamento e l'altro (non possono ad esempio avere il finanziamento per la pesca marittima e contemporaneamente quello del Fondo per la montagna). Si tratta dunque di compiere un riordino razionale, temperato, discusso, serio e non «a braccio»,Pag. 51come invece ci costringerebbe a fare un voto su questo articolo aggiuntivo.
Ritengo che è venuto il tempo che il Parlamento compia un lavoro serio di razionalizzazione e approvi una nuova legge per la montagna. È venuto il tempo di riscrivere norme anche sull'organizzazione degli enti a partire da quelli centrali, nazionali e statali fino ad arrivare a quelli locali, comprese le comunità montane, ma all'interno di un disegno generale compiuto, nel quale tutti riescano a riconoscersi anche prescindendo dai colori e dalle appartenenze di parte. Se opereremo in tale modo renderemo un servizio al Paese, se invece faremo, di una battaglia generica, una «bandiera» per anzituttto comunicare un certa immagine di noi stessi, sotto spinte di opinione presenti nel Paese (non tanto condivisibili perché malorientate), allora potremmo solo (nel momento in cui l'articolo aggiuntivo dovesse essere mantenuto) dare un'indicazione di voto contrario è una situazione che vorrei evitare ancora una volta chiedendo al collega Raisi, anche per tali ragioni, di ritirare l'emendamento con l'impegno di discuterne seriamente negli ambiti propri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, come giustamente sottolineava poco fa il collega D'Elia, nel nostro gruppo sono presenti orientamenti diversi. Per quanto mi riguarda e per quanto riguarda tanti altri colleghi del nostro gruppo, siamo profondamente convinti che tutti i provvedimenti, tutte le discussioni che vengono sviluppate sull'«essere o non essere» comunità montane semplicemente partano dalla mancanza di conoscenza delle realtà montane e delle loro specificità.
È molto semplice discutere, fare anche delle affermazioni e non vivere giorno per giorno quelle che sono le realtà montane, le loro difficoltà e le loro iniziative. Sicuramente si pone la necessità, come sottolineava poco fa il collega che mi ha preceduto, di rivedere la legge sulla montagna e di dare anche maggiori competenze. Ritengo opportuno, però, anche sottolineare - perché è giusto che si guardi con una visione ampia alle iniziative poste in essere - che moltissime realtà montane operano soprattutto nella salvaguardia del territorio e per rendere omogenee le problematiche che si vivono all'interno delle piccole comunità locali, perché la maggior parte delle comunità montane è formata da piccoli e piccolissimi comuni.
Credo che sia necessario anche smettere, una volta per sempre, di addebitare ad alcuni enti, che svolgono interventi importanti per la tutela della montagna, i cosiddetti costi della politica. Non è vero, guardate, che nei consigli delle comunità montane - e tantomeno nelle giunte - vi siano personaggi che sarebbero soggetti e anche oggetti della politica stessa; vi sono cittadini comuni, che vengono eletti nei piccoli consigli comunali e che vanno ad operare all'interno di tali enti per il bene di quelle comunità e di quei territori.
Credo che negli ultimi tempi abbiamo fatto una grande discussione - anche nell'ultima legislatura - per tentare di dare una maggiore vitalità agli enti che agiscono in quelle aree, che danno risposte importanti ai piccoli comuni delle realtà montane; basterebbe considerare i finanziamenti erogati per il Fondo della montagna per capire che tutto quello che si dice è semplicemente «accademia», perché non si vivono le realtà e le questioni, che giorno dopo giorno si sviluppano in quelle aree.
Credo sia opportuno ritirare l'articolo aggiuntivo in esame - lo voglio ribadire ed invito anche io il presentatore a farlo - affinché si possa affrontare con chiarezza, con convinzione e, soprattutto, con dati di fatto, la comunità montana, il suo vivere e, soprattutto, il suo modo di operare nei territori su cui insiste.
Per questo motivo - lo ripeto e lo sottolineo - invito il presentatore dell'articolo aggiuntivo a ritirarlo per evitare che nascano delle difficoltà; ritengo, invece, che questa materia - e con questo concludo -Pag. 52debba essere discussa in modo serio e sereno, per determinare condizioni positive per tali realtà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo ha il pregio di sollevare il problema e, secondo me, ha anche quello di indicare, nell'unione di più comuni, la soluzione di parte dei problemi montani. Personalmente, però, non posso accettarlo così come viene presentato, perché esistono sicuramente comunità montane - basta leggere il libro di Gian Antonio Stella per capirlo - che rappresentano uno spreco; esistono però anche comunità montane che sono essenziali, importanti, che non sprecano i soldi e funzionano bene. Non si può generalizzare!
È necessario arrivare a una riforma seria delle comunità montane e ad un rilancio della montagna anche con dei finanziamenti, come era stato previsto - e promesso - dai volantini a firma Prodi prima delle elezioni, inviati a tutti gli amministratori montani e poi non rispettati. Credo tuttavia che non si possano eliminare le comunità montane tout court, da un giorno all'altro.
Questo articolo aggiuntivo ha il pregio di sollevare il problema, però ritengo che su tale argomento sia necessario approfondire veramente questo servizio...
PRESIDENTE. Grazie, ha concluso il suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pedrini. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, su questo articolo aggiuntivo si rischia di dividere il Parlamento e la Camera in due partiti: chi è a favore delle comunità montane e chi contro. Ritengo che il problema sia mal posto.
Intervengo per annunciare il voto di astensione su tale articolo aggiuntivo. Esso vuole richiamare l'attenzione della Camera dei deputati su un intervento organico in materia - un deputato dell'Italia dei valori ha presentato anche un disegno di legge in questo senso - perché in alcune regioni d'Italia (sia del nord, sia del sud) le comunità montane sono state abolite, poiché ne è stata riconosciuta una impossibilità di funzionamento; in altre parti d'Italia, esse sono diventate un ente di sovrapposizione ai comuni, invece di svolgere una normale funzione di coordinamento, di indirizzo e di programmazione, con un aggravio di spese, che il rappresentante del Governo definisce giustamente come costi della pubblica amministrazione. La invitiamo a compiere una riflessione su tali costi anche con riferimento al problema delle comunità montane, affinché sia predisposto un intervento organico, per fare in modo che non si arrivi ad una sovrapposizione di enti a comunità montane che, per poche migliaia di abitanti, hanno tre sedi e una spesa enorme nelle spese generali; per fare in modo che, per aiutare la montagna, non vengano sottratte le risorse che sono destinate all'intervento sul territorio, ma che si perdono in spese generali.
Capisco che occorra un intervento organico - altrimenti si rischia di essere in una posizione (da una parte o dall'altra) «muro contro muro» - ma bisogna anche sottolineare alcuni principi: la comunità montana non si può sostituire, nei propri poteri, all'ente territoriale garantito dalla Costituzione. Così, la comunità montana non può essere ente di sovrapposizione, non può essere un ente sovraterritoriale, deve tornare a ciò che era nello spirito della legge originaria: ossia un ente di coordinamento, di indirizzo e di programmazione, un po' come il vigile che, all'incrocio, dirige il traffico e indirizza le risorse!
In tale maniera si riescono a recuperare le risorse! Si possono salvare le comunità montane se noi le intendiamo come ente istituzionale, dove non si governa «a botte di maggioranza», e non se ne fa una contrapposizione, frutto di una colorazione politica! Si rischia infatti, così, come diceva il collega D'Elia che miPag. 53ha preceduto, che esse diventino il «cimitero degli elefanti», il momento di compensazione per situazioni sulle quali non si è riusciti a trovare, prima, una posizione!
Rispetto a tale situazione, pertanto, preannunciamo un voto di astensione, dicendo che il nostro gruppo è già impegnato in questa materia. Accettiamo l'invito del Governo che - ha riferito - vuole intervenire con una misura organica e ci auguriamo che ciò avvenga quanto prima, per fare in modo che anche in questa materia - come avevamo già tentato di far approvare in finanziaria! - si riescano a recuperare risorse economiche da destinare ai comuni, salvaguardando comunque, onorevole Quartiani, il momento di coordinamento delle comunità montane per le esigenze della montagna, senza disperdere soldi che sono finalizzati alle spese generali invece che a quelle sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Roberto Rosso. Ne ha facoltà.
ROBERTO ROSSO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma a tale articolo aggiuntivo. Infatti, pur con tutta l'amicizia che mi lega al collega Zanetta (il quale, vivendo sull'ultima «tegola» d'Italia, è particolarmente affezionato alla sua montagna), ritengo tuttavia che le comunità montane, oggi, siano soltanto dei «carrozzoni» che portano via risorse alla montagna e che potrebbero essere benissimo sostituite da un vincolo di bilancio, che può essere iscritto all'interno dell'ente provincia a favore di quei territori montani! Oggi, purtroppo, la gran parte di quelle risorse remunera i funzionari, i responsabili e i politici che entrano in enti di secondo grado! Mi sembra una vergogna...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ROBERTO ROSSO. Ritengo lodevole chi ha proposto tale articolo aggiuntivo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, la nostra Costituzione prevede sei enti che hanno governo sul territorio, rispetto ai tre enti delle democrazie nord-europee e anche americane. Di fatto, per governare il nostro sistema, abbiamo tre enti in più rispetto agli altri paesi.
Ciò espande la burocrazia, i costi del mantenimento anche dei pubblici dipendenti e quant'altro. Il problema posto con tale articolo aggiuntivo fa riferimento, probabilmente, anche a questo tema - alla necessità, cioè, di sfoltire gli enti -; tuttavia, posto in tale contesto, è mal posto! Non capiamo che tipo di assunzione di responsabilità vi possa essere da parte del Parlamento, in questo momento, sul tema così delicato dello sfoltimento degli enti e della razionalizzazione del governo del territorio! Pertanto...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
LUIGI D'AGRÒ. Concludo Presidente. A mio avviso, pertanto, si tratta di un tema provocatorio, giustamente tocca la sensibilità del Parlamento...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, so che abbiamo finito il tempo riservato al nostro gruppo, ma lo abbiamo utilizzato con molta parsimonia...
PRESIDENTE. La prego, sia gentile...
LUIGI D'AGRÒ. Ho visto che la Presidenza, qualche volta, ha tollerato per gli altri gruppi una maggiore dilatazione dei tempi. Quindi - e concludo -, da questo punto di vista, pur a malincuore, non possiamo aderire all'impegno che tale articolo aggiuntivo pone al Parlamento.
Pag. 54PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sperandio. Ne ha facoltà.
GINO SPERANDIO. Signor Presidente, è improprio agire su una materia delicata, quale quella della riforma degli enti locali, attraverso lo strumento emendativo. Per l'amor del cielo, la crisi delle comunità montane è del tutto evidente, così come la crisi della democrazia, in ampie parti del nostro territorio. Ormai, ci troviamo di fronte ad una frammentazione amministrativa che impedisce proprio nella parte più delicata del nostro territorio un vero governo dei beni comuni.
Dalle montagne italiane parte la partita dell'acqua e della salvaguardia del territorio. Orbene, la questione della potestà dei cittadini di decidere sul proprio territorio è importante. Io stesso, come il gruppo che rappresento, guardo con sfavore agli enti di secondo grado. Oggi, abolire in maniera surrettizia delle comunità montane non risolve il problema della democrazia nelle zone marginali, né quello della partecipazione (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GINO SPERANDIO. Riteniamo che, in questo Parlamento,...
PRESIDENTE. Deve concludere, prego.
GINO SPERANDIO. ...non si possa continuare ad affrontare problemi importanti attraverso una politica emendativa. Noi crediamo che, invece, occorrano delle riforme di struttura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, chi vi parla è un ex sindaco di un comune di montagna, ex presidente di una comunità montana, tuttora consigliere provinciale di un collegio di montagna. Pertanto - mi riferisco all'intervento effettuato da parte dell'amico e collega del gruppo La Rosa nel Pugno - ritengo di non essere proprio un soggetto che viene dal cimitero degli elefanti o scaricato nel cimitero degli elefanti, bensì tutt'altro.
Quello delle comunità montane è un problema serio e non va risolto a colpi di emendamenti, più o meno simpatici, più o meno ad effetto personale, bensì va affrontato con criterio, intelligenza ed equilibrio. L'obiettivo 1 dell'Unione europea, che interessava tre quarti dell'Italia del sud, non c'è più, Le zone del sud non erano interessate alle comunità montane perché supportate proprio da quelle provvidenze.
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
GIUSEPPE ROMELE. Presidente, si tratta di una considerazione interessante anche sotto il profilo tecnico.
PRESIDENTE. Sì, mi dispiace, ma il tempo a sua disposizione è stato superato già da trenta secondi.
GIUSEPPE ROMELE. Mi rivolgo in particolare al rappresentante del Governo: attenzione a non fare scherzi e a non fare blitz su questa materia.
PRESIDENTE. Per favore, deve concludere.
GIUSEPPE ROMELE. Affrontiamo, con intelligenza, ogni cosa al momento opportuno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale, in dissenso dal mio gruppo, per chiedere di aggiungere la firma sull'articolo aggiuntivo in esame.
Voterò a favore di esso per due ragioni estremamente semplici. La prima è che non bisogna confondere la soppressionePag. 55delle comunità montane con quella delle politiche a sostegno della montagna e delle forme di gestione di tali politiche. L'articolo aggiuntivo del collega Raisi formula un'ipotesi equilibrata, istituzionalmente seria e razionale sotto il profilo economico e finanziario perché consente la gestione alle unioni dei comuni e attribuisce all'ente che costituzionalmente ha la competenza, cioè la provincia, la pianificazione in materia di politiche per la montagna.
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
GIANPIERO D'ALIA. Pertanto, ritengo giusta l'approvazione di tale articolo aggiuntivo che, peraltro, consentirebbe di avviare seriamente, senza bisogno di attendere disegni organici che non arrivano mai, un importante ragionamento sul tema dell'assetto e della razionalizzazione dei sistemi di governo del territorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Centa. Ne ha facoltà.
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel tempo a mia disposizione, desidero soltanto far presente che si sta discutendo di argomenti delicatissimi, di territori delicatissimi; di argomenti che, trasversalmente, sin dall'inizio della legislatura, attraverso il gruppo «amici per la montagna», sono stati affrontati cercando di approfondire ed esaminando bene questo tipo di situazioni. Osservo ora che, in un attimo, in quest'aula, con una sensibilità, permettetemi, poco sensibile, con l'accetta, si va a tagliare quello che sicuramente non funziona perfettamente ma che ha importanza per il territorio...
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
MANUELA DI CENTA. Bisogna trovare la via giusta ed avere la sensibilità di accantonare l'argomento e rinviarlo ad una sede più giusta e responsabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Astore. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ASTORE. Signor Presidente, chiedo all'Assemblea di riflettere bene. Non possiamo celebrare oggi una giornata di disordine istituzionale; approvando tale emendamento creeremmo, infatti, un disordine incredibile nelle nostre istituzioni. Diverso è semplificarle, ragionarci sopra: per esempio, è stata anche la sovrapposizione con l'unione dei comuni a far morire le comunità montane.
Sono a favore di una riflessione sull'argomento, sono per privilegiare l'unione dei comuni in certe zone, ma certamente non per abolire un istituto nato nel 1972 che ha dato dei frutti in alcune parti del nostro territorio.
Bisogna anche dire che nel corso della storia, il Parlamento ha ampliato tale istituto. Qualche giornalista si meraviglia che Amalfi sia annoverata tra le comunità montane...
PRESIDENTE. Deputato Astore, concluda.
GIUSEPPE ASTORE. Concludo, Presidente, ma è stata una legge di questo Parlamento ad autorizzarla. Si tratta di unità programmatica!
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIUSEPPE ASTORE. Per tale motivo, esprimerò con convinzione un voto contrario sulla proposta emendativa in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, desidero semplicemente ricordare ai colleghi che non si tratta di non avere sensibilità verso i problemi della montagna, anzi è esattamente l'opposto: chi ha sensibilità verso i problemi della montagna fa in modo che le risorse siano tutte destinate alla montagna stessa e non invece agliPag. 56organismi di gestione, ad istituzioni che destinano per le politiche il 10 per cento dei loro bilanci, mentre il 90 per cento serve al mantenimento delle strutture istituzionali. Sensibilità vuol dire rendersi conto di ciò e non nascondersi dietro una demagogia che vuole la riproduzione continua di istituzioni senza alcuna finalità particolare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, ribadisco che voteremo contro l'articolo aggiuntivo in esame. Le comunità montane sono un «pezzo» della nostra storia, sono uno strumento che consente ai territori montani di avere un pizzico di autonomia, direi anche un pizzico di attenzione di fronte ad uno Stato, ma anche a regioni, che considerano sempre molto le grandi città e troppo poco le montagne ed i piccoli comuni.
Proprio per tale motivo sarebbe un grave errore approvare l'articolo aggiuntivo in oggetto. Non sono d'accordo con alcune argomentazioni che ho ascoltato e che si riferiscono all'esigenza di realizzare una razionalizzazione della spesa.
Signor Presidente, colleghi, se vogliamo tagliare le spese inutili, cominciamo col non approvare i provvedimenti che ripianano, a piè di lista, i debiti sulla sanità!
PRESIDENTE. Deputato Cota, concluda.
ROBERTO COTA. Concludo, Presidente. Il provvedimento approvato venti giorni fa dalla Camera dei deputati è vergognoso! Non dovete pensare di cancellare le comunità montane...
PRESIDENTE. Deputato Cota, deve concludere.
ROBERTO COTA. ... portando avanti un'ideologia di basso profilo! Per tale motivo, in difesa dei piccoli comuni e dei territori montani, voteremo, lo ripeto, contro l'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, voterò contro l'articolo aggiuntivo in esame, dal momento che sono rappresentante di una zona, la Valtellina, che è una realtà inserita nel contesto alpino e bisognosa di avere dei momenti di confronto.
Non c'è dubbio che il ruolo delle comunità montane debba essere rivisitato e anche rapportato alle reali esigenze. Da un lato, bisogna eliminare ed evitare gli eventuali sprechi, dall'altro bisogna creare le condizioni affinché le popolazioni locali abbiano sicurezza e assistenza. Per tale motivo, voterò, ripeto, contro l'articolo aggiuntivo in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, il gruppo dell'UDC esprimerà un convinto voto contrario sull'articolo aggiuntivo in esame. Sulle questioni afferenti alle comunità montane, semmai, dovremmo aprire un confronto partendo dal ruolo che le regioni hanno avuto nel moltiplicare la loro presenza sul territorio.
La montagna ha bisogno di grande sostegno e di grande autonomia, e non è con interventi autoritari del Parlamento che si può riscoprire il suo valore ed avere il sostegno che merita. Per tali ragioni, con questo articolo aggiuntivo siamo lontani, signor Presidente, da quell'approccio che...
PRESIDENTE. Deputato Delfino, la prego, deve concludere.
TERESIO DELFINO. ...nella Commissione bicamerale, presieduta da D'Alema, aveva fatto registrare emendamenti con i quali si volevano addirittura costituzionalizzare le comunità montane.
Pag. 57
PRESIDENTE. Grazie, deputato Delfino.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono della provincia di Salerno dove è presente una componente montana importante. Sicuramente, il tema del costo della politica e degli sprechi ha valenza, soprattutto in Campania, dove il centrosinistra ha fatto della clientela uno strumento di potere e di gestione. Ma parlare in maniera demagogica, in un provvedimento che non c'entra nulla, di abrogare le comunità montane, mi sembra una fesseria! Credo che il tema della riorganizzazione e della riduzione dei costi vada trattato in un momento opportuno, con una riforma organica, magari, degli enti locali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crema. Ne ha facoltà.
GIOVANNI CREMA. Signor Presidente, voterò contro l'articolo aggiuntivo Raisi 59.02, che è stato presentato in maniera strumentale e demagogica, ma in una lucida campagna propagandistica, scelta dal partito di Alleanza Nazionale, sul tema dei costi della politica. Stanno lavorando scientemente su questo ente perché è il più piccolo, il meno difendibile, per portare acqua al loro mulino. Mi meraviglio che colleghi intelligenti del centrosinistra non abbiano capito l'uso strumentale, politico e demagogico della questione operato dal partito di Alleanza Nazionale.
Quello delle comunità montane e del costo della pubblica amministrazione è un problema serio! Va discusso all'interno del riordino dei poteri e delle competenze. Chi, come alcuni di noi, ha dato e dedicato anni e decenni della propria vita a questo tema, non è soltanto disponibile ma ha fatto di questo argomento un impegno e lo farà anche nel prosieguo dei lavori per un proprio riordino.
Voglio ricordarle, signor Presidente, che nella XIII legislatura io presentai un emendamento, in sede di Bicamerale, per abolire dalla Costituzione le province...
PRESIDENTE. Deputato Crema, concluda.
GIOVANNI CREMA. ...come primo atto di riordino. Non ho visto questa solerzia da parte dei colleghi del centrodestra. Nel merito, concordo in pieno con l'intervento del giovane collega della Lega Nord Padania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Affronti. Ne ha facoltà.
PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, sono contrario all'approvazione dell'articolo aggiuntivo in esame. Il rappresentante del Governo ha parlato di un processo di razionalizzazione in atto sulla materia, di un riordino della materia per fare chiarezza anche su questo argomento, oggi tanto contestato.
La montagna ha bisogno di attenzione, non di facile demagogia che faccia di tutta l'erba un fascio. Siamo contro talune degenerazioni che si registrano in alcune regioni d'Italia. Guardate bene: non solo al sud, ma anche nella stessa Lombardia, che io ben conosco.
Cerchiamo quindi di giungere, con provvedimenti legislativi seri, ad un approfondimento che tenga nel dovuto conto la salvaguardia del territorio e le esigenze vere della gente di montagna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rositani. Ne ha facoltà.
GUGLIELMO ROSITANI. Signor Presidente, voglio invitare i colleghi del gruppo di Alleanza Nazionale che hanno presentato l'articolo aggiuntivo in esame a ritirarlo. In ogni caso, annuncio fin d'ora il mio voto contrario.
Pag. 58PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Aurisicchio. Ne ha facoltà.
RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, i deputati del gruppo della Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo esprimeranno voto contrario su questo articolo aggiuntivo perché non ci pare utile.
Non è serio intervenire con una tale proposta emendativa, mentre si sta discutendo e approvando un provvedimento che riguarda ben altri argomenti.
Tuttavia, quello delle comunità montane è un argomento rispetto al quale occorrerà intervenire. Il sottosegretario Bubbico ha già detto che su tale argomento il Governo ha avviato una riflessione e si appresta a presentare un proprio progetto di legge.
Rispetto a tale questione, sono state già presentate diverse proposte di legge, io stesso ne ho presentata una che propone di ritornare al ruolo di indirizzo e di programmazione delle comunità montane, e soprattutto che esse siano composte solo da comuni montani, eliminando ciò che oggi si verifica, e cioè che facciano parte delle comunità montane comuni non montani.
Certo, occorre intervenire anche rispetto alle modalità di funzionamento, riguardo agli organi, al modo in cui essi funzionano; ma deve essere in un'altra occasione, deve essere soprattutto in un'occasione di riflessione specifica, e certamente non si può intervenire mentre discutiamo di liberalizzazioni per affrontare l'argomento delle aree montane, della legge per la montagna e delle comunità montane.
Per tali motivi, il gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo voterà contro l'articolo aggiuntivo in esame (Applausi del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ho ascoltato con grande interesse il dibattito, anche perché credo di essere l'unico in questa sede che da diciassette anni consecutivi fa parte di una comunità montana e dell'Uncem [(Commenti di deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. Credo, quindi, di poter portare un contributo statistico, veloce, e poi lascio a ognuno di voi l'interpretazione.
Mediamente le comunità montane spendono il 60 per cento per il personale, il 20 per cento per il mantenimento dell'ente, il 5 per cento per le consulenze, solo il 15 per cento per gli investimenti sul territorio. Questi sono dati dell'Uncem (Applausi dei deputati dei gruppi DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI e Forza Italia)! Poi dite quello che vi pare, questi sono i dati e credo che il Paese guardi con un certo interesse al Parlamento perché dobbiamo porre rimedio!
Sono stato sindaco in diversi comuni che fanno parte di comunità montane. La cima più alta dei miei comuni è 70 metri. Ma di cosa stiamo parlando? Guardate bene che su questo argomento, cioè sui costi della politica, il problema è serio, perché si tratta della cassa di compensazione del potere di certi partiti, di certe culture, e basta (Applausi dei deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI)! E non venite a parlare di difesa del territorio, utilizzate questi soldi in altro modo per le aree montane, ma - vivaddio! - non per il personale e per il mantenimento dell'ente, perché veramente è una cosa vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI e di deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Forlani. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, credo che siamo tutti d'accordo sulla necessità...
Pag. 59PRESIDENTE. Per favore! Inviterei l'Assemblea a consentire l'ascolto di chi parla. Prego, deputato Forlani.
ALESSANDRO FORLANI. Credo che ognuno di noi, tutti coloro che abbiano esperienza...
PRESIDENTE. L'intervento viene svolto uno per volta. Per favore! Non sentite neanche le parole del Presidente! Prego, deputato Forlani.
ALESSANDRO FORLANI. Credo che ognuno di noi, avendo esperienza e conoscenza del governo delle comunità montane, si renda conto della necessità di mantenere comunque delle strutture peculiari di amministrazione di tali territori.
Allo stesso tempo, è ormai percezione comune la necessità di superare alcuni istituti di carattere generalista: mi riferisco alle organizzazioni intercomunali intermedie concepite in passato e che ormai non hanno più ragion d'essere...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, ho appena cominciato.
PRESIDENTE. Mi dispiace, ma il tempo a sua disposizione sta terminando.
ALESSANDRO FORLANI. Non mi sembrava! Comunque, non mi sembra questa la sede per discutere un simile argomento, ma è opportuno affrontarlo per modificare questo istituto in una sede adeguata che si occupi del tema della montagna.
PRESIDENTE. Desidero ricordare che i gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea hanno ampiamente esaurito i tempi a loro disposizione, anche dopo che ne è stato disposto l'ampliamento.
Sono altresì esauriti i tempi per gli interventi a titolo personale. Per consentire a ciascuno di esprimere la propria posizione, ho consentito un intervento di un minuto per i gruppi che hanno esaurito il tempo e di trenta secondi per gli interventi a titolo personale. Sono costretto, tuttavia, a richiamare i gruppi ed anche i singoli deputati ad un uso attento di tale facoltà, al fine di non vanificare le previsioni regolamentari in materia di contingentamento dei tempi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Satta. Ne ha facoltà.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, credo che le riforme non si giochino sull'abolizione di enti che, in moltissimi casi, funzionano: il decentramento è una cosa seria e soltanto chi lo verifica quotidianamente e nei fatti si rende conto che gli istituti del decentramento sono essenziali. La gestione seria di una comunità montana ha saputo dare in moltissimi casi frutti molto concreti nello sviluppo e nella programmazione del territorio. Ebbene, una cosa è ...Signor Presidente, non riesco a parlare ...
PRESIDENTE. Onorevole Satta, ho provato ripetutamente a richiamare i parlamentari per consentire lo svolgimento degli interventi. Più di questo, non posso fare!
ANTONIO SATTA. La ringrazio, Presidente. Volevo dire che una cosa è proporre una modifica, un aggiornamento o un adeguamento delle strutture e della gestione, cioè evitare che vi siano doppi o tripli incarichi (ad esempio, che un assessore comunale svolga anche le funzioni di assessore della comunità montana, percependo la relativa indennità) ...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
ANTONIO SATTA. Sto parlando a nome del gruppo, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ha un minuto ed è trascorso.
Pag. 60ANTONIO SATTA. Signor Presidente, non abbiamo esaurito il tempo!
PRESIDENTE. Sì.
ANTONIO SATTA. Assolutamente no!
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Satta, è intervenuto il deputato Affronti per cinque minuti. Lei parla dunque a titolo personale ed il suo tempo è scaduto.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, sto parlando a nome del gruppo!
PRESIDENTE. L'intervento è stato già svolto. La prego di concludere.
ANTONIO SATTA. Se mi fa concludere, lo faccio, dicendo che un voto così generico è semplicemente un'offesa alla volontà degli amministratori locali di poter gestire i territori montani.
PRESIDENTE. Il suo intervento è concluso.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ribadisco quanto affermato a proposito di un'altra proposta emendativa: sono fermamente convinto che questo modo di legiferare sia veramente molto anomalo. Non v'è dubbio che si tratta di un argomento che dovrebbe trovare cittadinanza nell'ambito di una riforma organica. Si sta svolgendo una sorta di referendum su chi è contro e chi è a favore della comunità montana e non si affronta seriamente la questione.
Ritengo, dunque, che questo aspetto debba essere indicato e soprattutto risolto in altra sede in modo più organico, valutando inoltre positivamente, per quanto mi riguarda, il ruolo delle comunità montane...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARIO TASSONE. Concludo, signor Presidente. È per tali ragioni che sono contrario all'articolo aggiuntivo al nostro esame, con l'augurio, naturalmente, che anche i colleghi si indirizzino in questa direzione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Raisi 59.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 377
Astenuti 84
Maggioranza 189
Hanno votato sì 78
Hanno votato no 299).
Prendo atto che i deputati Romele e D'Ippolito Vitale hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Urso 59.04.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ADOLFO URSO. No, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ADOLFO URSO. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo in esame prevede tempi certi - sei mesi - per la vendita della partecipazione di Italia Lavoro nelle società multiservizi. Si tratta, pertanto, di un modo per liberare il mercato locale in piena sintonia con quelli che dovrebbero essere - forse avrebbero dovuto essere - gli obiettivi del disegno di legge in esame.Pag. 61
Insisto, pertanto, per la votazione, invitando i parlamentari ad approvarlo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Urso 59.04, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parare contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 329
Astenuti 138
Maggioranza 165
Hanno votato sì 64
Hanno votato no 265).
Prendo atto che la deputata D'Ippolito Vitale ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Leo 59.05.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MAURIZIO LEO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo è volto a rimuovere un monopolio naturale, ossia quello dei CAF dipendenti.
Nella passata legislatura, il precedente Governo aveva introdotto una misura volta ad estendere a tutti professionisti la possibilità di svolgere assistenza fiscale, in conformità alle regole comunitarie. Ciononostante, i CAF dipendenti sono, ad oggi, gli unici monopolisti in materia di assistenza fiscale, quindi, non si offrono opportunità ai giovani di espletare tale attività.
La nostra proposta emendativa è pertanto volta all'eliminazione di quest'attività tipicamente professionale, per affidarla soprattutto ai giovani che si affacciano alle libere attività.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo Leo 59.05.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Leo 59.05, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 467
Astenuti 5
Maggioranza 234
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 246).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Leo 59.06.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo è volto a rimuovere un'altra incongruenza e anomalia del sistema. Mi riferisco alle cooperative.
Come è ben noto, con la riforma del diritto societario sono state distinte le cooperative a mutualità prevalente da quelle non a mutualità prevalente. Se per le prime è giusto ed è giustificata la mancata tassazione dell'utile accantonato a riserva, non altrettanto può dirsi per lePag. 62seconde, ossia per le cooperative che svolgono prevalentemente un'attività lucrativa.
Il nostro articolo aggiuntivo è mirato a tassare, nei modi ordinari, né più né meno rispetto a ciò che avviene per le imprese industriali o mercantili, l'utile che viene accantonato a riserva. Pertanto, il 30 per cento di esso deve essere assoggettato a tassazione, trattandosi di cooperative che svolgono un'attività meramente lucrativa.
Pertanto, invito i colleghi ad approvare tale proposta emendativa, che riporta ordine in un sistema tributario non distingue le imprese commerciali da quelle che non lo sono.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Leo 59.06, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 472
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 252).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario e la deputata D'Ippolito Vitale ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Urso 59.07.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, in questi giorni stiamo assistendo ad un vero e proprio giallo: quello degli studi di settore. Oltre quattro milioni di imprese sono coinvolte in un meccanismo che implica una tassazione esagerata.
Le piccole e medie imprese vedono incrementati i ricavi tassabili dal 20 al 50 per cento. Tutte le associazioni di categoria ed il mondo delle professioni hanno denunciato questa circostanza. Inoltre, accade che tante imprese che avviano un'iniziativa produttiva sono sottoposte anche ai cosiddetti indici di coerenza.
Quindi, un imprenditore, una società che avvia la sua attività produttiva deve dichiarare almeno un reddito iniziale non inferiore a quello delle imprese che già svolgono l'attività.
Illuminante, al riguardo, è la relazione ministeriale al disegno di legge finanziaria ed invito i colleghi a leggere tali passaggi. Si afferma che è opportuno tassare le imprese che iniziano l'attività produttiva ...
PRESIDENTE. La prego deputato, deve concludere.
MAURIZIO LEO. ... in quanto le società di capitali che avviano un'attività produttiva risultano inattive anche dopo meno di un anno dall'inizio dell'attività. Si pretende, forse, che la società che inizia l'attività produca subito reddito? L'invito che rivolgo, dunque, è nel senso di espungere questa norma, assolutamente insensata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Urso 59.07 e ricordare che l'articolo 53 della Costituzione recita che ognuno concorre alle spese dello Stato secondo la propria capacità contributiva.
Attraverso gli studi di settore, in realtà, si viola questo tipo di garanzia e una norma posta a tutela della libertà e - credo - della soggettività di ogni individuo.
PRESIDENTE. Deve concludere, deputato.
Pag. 63ROBERTO SALERNO. Il Governo di centrosinistra sta letteralmente vessando le attività: le imprese che iniziano la propria attività devono pagare le imposte alla pari di quelle presenti da lunghi anni sul mercato: tutto ciò è vessatorio, iniquo ed ingiusto!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo solo per apporre la mia firma all'articolo aggiuntivo Urso 59.07.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Urso 59.07 e rammaricarmi del fatto che un'Assemblea, che si è divertita a discutere per quasi due ore su una proposta emendativa che, alla fine, ha ottenuto qualche decina di voti, non presti uguale attenzione, invece, ad un aspetto - quello di cui stiamo discutendo in questo momento - che consideriamo fondamentale.
Mi auguro che a questo punto abbia inizio in aula un dibattito vero su questo argomento di grande attualità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, preannunzio il voto favorevole del gruppo dell'UDC sull'articolo aggiuntivo Urso 59.07.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, vorrei in primo luogo sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Urso 59.07. Credo che questa iniziativa, che secondo le indicazioni fornite anche sui giornali dalle associazioni dell'artigianato e delle piccole imprese, produrrà un incremento medio dell'8 per cento, non sia accettabile e che, quindi, tale aspetto debba essere eliminato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Urso 59.07 ed invitare il centrosinistra a votarlo, dimostrando così di voler fare davvero qualcosa per gli artigiani in crisi a causa degli studi di settore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ulivi. Ne ha facoltà.
ROBERTO ULIVI. Signor Presidente, anch'io intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo in discussione. Provengo da Prato, dove il settore tessile - come sa benissimo il relatore - versa in gravi difficoltà: mantenere gli studi di settore significa far chiudere molte aziende e mettere veramente in crisi l'intero territorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, anch'io sottoscrivo l'articolo aggiuntivo Urso 59.07, non senza sottolineare che esso si riferisce dell'abrogazione dei cosiddetti indici di serietà per l'attività economica (così è scritto nel testo, ma ovviamente si tratta un refuso, anche se significativo).
Credo che l'estensione di tale meccanismo comporti un'oppressione fiscale, l'impossibilità di esercitare liberamente l'attività imprenditoriale e far valere la propria capacità di essere più bravi degliPag. 64altri. Bisogna essere tutti uguali e pagare le stesse tasse: questo è un errore concettuale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dozzo. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, chiedo di aggiungere le firme di tutti i deputati della Lega Nord Padania presenti in aula all'articolo aggiuntivo Urso 59.07 (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, intervengo per chiedere di aggiungere anche la mia firma all'articolo aggiuntivo 59.07. Le ragioni sono fin troppo ovvie: lo strumento degli studi di settore è assolutamente iniquo ed è contrario al concetto di liberalizzazione.
Essi sono fortemente contestati da tutte le associazioni di categoria degli artigiani, anche quelle vicine all'attuale Governo ed oggi mi pare che parti importanti che lo sostengono, mi sembra anche il partito dell'UDEUR, ritengono...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. ... che gli studi di settore debbano essere eliminati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, anch'io intervengo per sottoscrivere la proposta emendativa in esame, aggiungendo una notazione.
Gli studi di settore, di fatto, stanno intervenendo come vessazione sugli imprenditori maggiormente in regola con le tasse e con il proprio lavoro. Questo è il risultato degli studi di settore del Viceministro Visco e compagni!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Urso 59.07, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
MASSIMO GARAVAGLIA. Governo delle tasse!
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 466
Astenuti 9
Maggioranza 234
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 239).
Prendo atto che il deputato Buontempo ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Vichi ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che è stato segnalato che il deputato Vichi avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Leo 59.08.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento formulato dal relatore.
MAURIZIO LEO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, è noto a tutti il cosiddetto fenomeno del nanismo imprenditoriale italiano. Ciò è dovuto al fatto che non sono mai statiPag. 65adottati interventi e misure volti ad agevolare e a detassare le piccole e medie imprese che intendono aggregarsi.
Qualcosa di minimale è stato compiuto nell'ultima legge finanziaria, nella quale è stato previsto che le imprese che realizzano fusioni societarie possono utilizzare il cosiddetto «disavanzo da concambio» per rivalutare i cespiti. Si tratta di meccanismi che nessuna impresa italiana ha adottato.
Con la proposta emendativa in esame si intende adottare una misura concreta a favore delle piccole e medie imprese e prevedere che le imprese che si aggregano possano usufruire di una detassazione al 50 per cento per il reddito aggiuntivo che producono.
Si tratta dell'unico strumento serio ed efficace per consentire alle piccole e medie imprese di aggregarsi. Tutte le altre misure sono palliativi. Esse possono essere pure pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale, ma nessuno se ne avvarrà. Invito, pertanto, i colleghi a votare l'articolo aggiuntivo proposto che mira a far crescere il nostro sistema imprenditoriale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, quello del dimensionamento del nostro sistema produttivo è un tema che ci portiamo dietro da parecchio tempo e si avverte anche per quanto riguarda la competitività del nostro sistema a livello internazionale.
È vero, il precedente Governo ha attivato alcune procedure che favoriscono la capacità di aggregazione delle imprese, ma credo che questo tipo di proposta sia molto intelligente e vada avanti rispetto al procedere lento della legislazione italiana su tale tema.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Leo 59.08, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 455
Astenuti 18
Maggioranza 228
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 249).