Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Tempi per l'applicazione della normativa in materia di credito d'imposta - n. 3-00980)
PRESIDENTE. L'onorevole Li Causi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00980 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
VITO LI CAUSI. Signor Presidente, mi rivolgo al Ministro per portare all'attenzione del Governo, a nome del gruppo dei Popolari-Udeur, due ordini di questioni di rilevante importanza per l'economia italiana, nelle aree svantaggiate del nostro Paese.
Il primo riguarda il ritardo dell'avvio a regime del nuovo credito d'imposta, che frena il rilancio dell'economia; il secondo riguarda il blocco cautelativo del precedente credito d'imposta. Tale sospensione è paradossale perché vige anche per le imprese, che sono già state riconosciute titolari del diritto al credito d'imposta e hanno maturato un legittimo affidamento sulla base delle scelte compiute dal nostro Governo con il cosiddetto decreto mille proroghe, che concede una proroga per l'ultimazione degli investimenti, che rischia di essere, in realtà, infruttuosa.
Il mio intervento vuole avere anche lo scopo di sapere quale ingranaggio si sia inceppato nella procedura volta ad ottenere il nulla osta da parte dell'Unione europea, nonché i tempi entro i quali la situazione si sbloccherà, in modo da dare precise indicazione alle numerose imprese che si trovano in stato di incertezza.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, nell'ambito delle politiche a sostegno delle aree svantaggiate del Paese, e segnatamente del Mezzogiorno, il Governo ha introdotto, principalmente con la legge finanziaria per il 2007, una serie di strumenti tesi ad agevolare le attività di nuovo investimento e di ricorso delle imprese al lavoro a tempo indeterminato. La riduzione del cuneo fiscale, ad esempio, consente alle imprese del Sud una riduzione della base imponibile dell'IRAP pari a 10 mila euro per ogni addetto a tempo indeterminato.
Il credito di imposta per i nuovi investimenti nelle aree svantaggiate rende agevolabili le acquisizioni di macchinari, impianti, attrezzature varie, programmi informatici utilizzati dalle piccole e medie imprese e brevetti riguardanti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi.
Ciò che appare rilevante, anche ai fini di una più agevole programmazione finanziaria degli investimenti da parte dellePag. 54imprese che intendono allargare o migliorare la propria dotazione di capitale, è l'estensione del periodo di incentivazione, che copre un lungo arco temporale, che va dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2006, sino al termine del periodo d'imposta in corso alla data del 31 dicembre 2013.
Le norme che riguardano il nuovo credito di imposta sono costruite in modo tale da essere pienamente conformi alle regole comunitarie, in particolare alle deroghe previste dall'articolo 87 del Trattato istitutivo della Comunità europea in tema di aiuti di Stato. Il credito di imposta previsto dalla legge finanziaria risulta, infatti, essere del tutto coerente con la previsione di un sostegno alle imprese nel caso in cui gli aiuti siano destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni, in cui il tenore di vita sia anormalmente basso o si abbia una grave forma di sottoccupazione (paragrafo 3 dell'articolo 87 del Trattato), oppure nell'ipotesi in cui gli aiuti siano destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività economiche in alcune regioni, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse.
Non vi dovrebbero essere, pertanto, dubbi sulla piena operatività di quanto previsto dai commi 271 e 279 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007) e il fatto che tale strumento fosse previsto dal programma di Governo e che all'impegno assunto nei confronti degli elettori e soprattutto nei confronti delle imprese che operano nel Mezzogiorno corrisponda un'effettiva realizzazione, costituisce un elemento per il Governo di notevole importanza.
In ordine al nulla osta definitivo da parte delle autorità comunitarie, il Governo al momento è attivamente impegnato a garantire in tempi rapidi - ovvero nell'arco delle prossime settimane - la definitiva autorizzazione della Comunità europea riguardo all'approvazione della Carta degli aiuti a finalità regionale, che è stata notificata dal Governo in sede comunitaria, e che ha visto, tra l'altro, il pieno coinvolgimento delle regioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Li Causi ha facoltà di replicare.
VITO LI CAUSI. Signor Presidente, potrei anche ritenermi soddisfatto per la risposta del Ministro Santagata, perché mi pare di aver capito che il Governo non voglia sottrarsi al suo ruolo.
Come parlamentare voglio, al riguardo, ricordare l'impegno profuso con la legge finanziaria 2007, in occasione della quale abbiamo lavorato per favorire gli investimenti per il Mezzogiorno, ma duole constatare che, nonostante gli sforzi del Governo, ad oggi tale bonus non risulti ancora operativo. La mancata utilizzabilità degli incentivi sta frenando il rilancio del Meridione, zona in cui, spostando un volume adeguato di capitali di investimento dall'esterno e insieme agli investimenti di iniziativa locale, si può suscitare un processo di crescita della produzione. Per attirare nuovi capitali di investimento le politiche di sviluppo locale ricorrono essenzialmente allo strumento degli investimenti pubblici diretti e allo strumento agevolativo degli investimenti privati (è una coniugazione per far sì che l'area svantaggiata possa avere anche una risorsa positiva).
Il fermo dell'Unione europea alla Carta degli aiuti, indispensabile per l'operatività del credito di imposta, causa notevoli preoccupazioni tra gli operatori dei vari settori, soprattutto se confrontato con l'impegno straordinario che il Governo ha mostrato di voler proseguire e perseguire per il rilancio dell'economia nelle aree svantaggiate.
I nostri imprenditori vogliono investire nelle proprie terre, senza volersene andare. I cittadini italiani sono ormai convinti che la velocità dell'economia è maggiore di quella della politica. Ministro Santagata, se disattendiamo coloro i quali hanno diritti acquisiti, mi chiedo cosa penseranno di noi coloro che attendono tali diritti. Aggiunge che, comunque, non sì può attendere all'infinito.