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TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI VITO LI CAUSI E WLADIMIRO GUADAGNO DETTO VLADIMIR LUXURIA SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1496-B
VITO LI CAUSI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che ci accingiamo a votare segna, per il contenuto che gli è proprio e per le motivazioni e le vicende che ne hanno portato alla presentazione, un passo in avanti se non una autentica svolta nel panorama non solo sportivo ma direi socioculturale del nostro Paese.
Tutti noi oggi presenti in questa Aula ben conosciamo la situazione che ha indotto il nostro Governo a presentare questo disegno di legge delega. La vicenda di «calciopoli», sia nei suoi contenuti «scandalistici», se mi è consentito dirlo, sia nei suoi risvolti giuridici ha segnato profondamente il nostro Paese, producendo come conseguenza una disaffezione, mi auguro non troppo profonda, del pubblico nelle manifestazioni sportive e segnatamente verso quello che è lo sport più amato dagli italiani: il calcio.
Come ho già avuto modo di dire durante la prima lettura del provvedimento qui alla Camera, il valore di questo provvedimento risiede nel tentativo di riequilibrare e rendere trasparente il mercato dei diritti radiotelevisivi degli eventi sportivi legati al calcio e ora, grazie alle modifiche introdotte al Senato, anche di tutti gli altri eventi sportivi professionistici.
Non mi dilungherò, perché tutti ben conosciamo il provvedimento, sugli aspetti tecnici del disegno di legge delega. Era già un buon provvedimento quando è stato presentato dal Governo a questa Assemblea ma come tutti i provvedimenti era perfettibile e sono ampiamente soddisfatto che i colleghi del Senato abbiano saputo far proprie le perplessità scaturenti da questo disegno di legge ed espresse in sede di prima lettura, ed apportare quelle modifiche necessarie a che il testo non soloPag. 85abbia ulteriormente trovato ampi e trasversali consensi ma sia divenuto ancor più equilibrato.
Il primo motivo di soddisfazione, per il lavoro svolto dai colleghi senatori risiede nel fatto di aver esteso la disciplina di questo provvedimento anche agli altri sport praticati a livello professionistico.
Sebbene attualmente vi sia un solo altro sport con tali caratteristiche, ovvero il basket, concettualmente ritengo che sia un importante passo in avanti non essersi limitati a prendere in considerazione il solo calcio.
E ciò per due ordini di motivi.
Il primo, a mio avviso, è dato dal fatto che estendere la disciplina anche ad altri eventi sportivi sta ad evidenziare che sebbene questo provvedimento sia nato sull'onda, per così dire, di una emergenza giuridica e culturale, si intende rompere con il passato, con ciò che è stato e con gli avvenimenti che hanno scosso l'opinione pubblica e i tifosi di questo Paese. L'Italia vuole andare avanti in questo senso e l'allargamento anche ad altri settori dello sport ne è una dimostrazione.
Il secondo ordine di motivi per i quali sono ampiamente soddisfatto risiede nel fatto che in questo modo il Parlamento oggi sta dando prova di grande maturità: non limitarsi al solo ed unico calcio sta a significare che stiamo prendendo coscienza del fatto che in Italia esistono anche altri sport che, praticati sia a livello professionistico che a livello dilettantistico, comunque hanno la medesima dignità; ed il pubblico questo lo ha ampiamente dimostrato.
Se è vero, come è vero, che il calcio in questo Paese è praticamente lo sport nazionale è anche vero (e ne converrete con me) che l'italiano è uno «sportivo» per costituzione direi. Lo dimostra il fatto che sempre più giovani oramai si interessano non solo di calcio ma anche di basket, pallavolo, ciclismo, rugby, baseball e tanti altri sport.
I nostri ragazzi seguono questi sport con passione e li praticano con la stessa medesima passione.
Una dimostrazione di quanto sto affermando è data dal fenomeno del rugby che, praticamente sconosciuto al grande pubblico fino a qualche hanno fa, ora vede nei propri stadi decine e decine non solo di giovani appassionati ma anche di famiglie!
Colleghi, è molto bello per un padre portare i propri figli allo stadio, qualunque sia lo sport da seguire, condividere gioie e dolori di una partita più o meno impegnativa e poi tornare a casa commentando quanto si è vissuto.
Siamo tutti consapevoli del valore sociale e culturale dello sport. Sappiamo che praticare uno sport, ad esempio, è salutare per i ragazzi da un punto di vista fisico, certo, ma anche sotto l'aspetto della crescita personale, dello sviluppo del carattere, della disciplina, dell'educazione e dell' integrazione sociale.
Dobbiamo fare in modo che i nostri ragazzi possano crescere ancora praticando sport e avendo in mente l'unica cosa che conta: divertirsi.
Negli ultimi anni, invece, l'unica cosa che si aveva in mente erano le cifre miliardarie stampate sui contratti.
Ebbene, allora io credo che questo provvedimento si inserisca in quella strada, di certo tortuosa ed irta di ostacoli, che occorrerà percorrere affinché lo sport e gli eventi sportivi tornino finalmente ad avere quei ruoli di aggregazione, condivisione e divertimento che sono l'unico motivo per il quale sono diventati tanto popolari in tutto il mondo.
È proprio il valore e l'importanza del fenomeno sportivo in sé che ha spinto il mio gruppo, poi, a presentare un ordine del giorno volto a sottolineare l'importanza di quegli sport che, sebbene praticati a livello dilettantistico, sono però di fondamentale rilevanza per il nostro Paese.
Non dobbiamo infatti dimenticare il ruolo centrale che società e associazioni dilettantistiche rivestono, esaltando i valori morali, umani e sociali dello sport attraverso un'attenta opera di reclutamento dei giovani, sostenendo l'azione della famiglia e della scuola.
Queste considerazioni ci hanno dunque spinto ad invitare il Governo a provvederePag. 86al più presto affinché vengano adottate ulteriori iniziative normative volte a regolamentare il mercato dei diritti radiotelevisivi degli eventi sportivi relativi ai campionati delle società e delle associazioni non professionistiche, per incentivare politiche indirizzate a valorizzare il carattere sociale dello sport.
Il testo licenziato dal Senato contiene poi anche altri miglioramenti di cui si è già dato conto in sede di discussione generale, motivo per il quale non mi soffermerò ad analizzarli, vista l'ampia convergenza che vi è su di essi.
In conclusione, annuncio il voto favorevole dei Popolari-Udeur sul provvedimento in esame.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, la revisione della disciplina dei diritti radiotelevisivi degli eventi sportivi torna in quest'aula dopo essere stata qui approvata il 23 gennaio scorso e modificata al Senato il 9 maggio, direi non solo modificata ma anche completata e migliorata.
Partirei dal principio che lo sport non è solo mercato, così come recita la lettera a) del comma 2 del primo articolo in discussione.
È «mezzo di educazione e sviluppo sociale», un'attività di rilevanza pubblica che non può sottostare esclusivamente alle regole del progetto, del guadagno, del business, come stabiliva il Consiglio europeo di Nizza del 2000.
Dopo otto anni dall'approvazione della vendita individuale dei diritti televisivi, abbiamo constatato che solo le grandi squadre hanno usufruito dei proventi economici, con un rapporto di uno a dieci tra la squadra minore e la squadra big, squilibrio reso ancora più evidente se si considera che, purtroppo, le entrate del calcio dal 50 all'80 per cento dipendono dai diritti televisivi. Da questo punto di vista, la legge sugli adeguamenti degli impianti sportivi, di cui sono relatrice in Commissione cultura, prevede nel concetto di polifunzionalità la possibilità che le società sportive, come avviene in alcuni stadi europei (Barcellona e Manchester, per fare due esempi), possano ottenere risorse alternative e non essere teledipendenti.
Bisogna liberarci dal circolo vizioso «squadra big uguale squadra più avvantaggiata economicamente», che è contro la spettacolarità, l'imprevedibilità, la trasparenza di un mondo già colpito da conflitti di interessi, dove i controllati decidono da chi farsi controllare e i calciatori vengono «spremuti». È anche contro la possibilità di avere più eque possibilità di acquisto dei calciatori.
Questo disegno di legge mette una diga anche ad un'altra categoria big prima di affrontare il tema della concorrenza leale della televisione con un'apposita legge: il diritto di cronaca dell'emittenza cosiddetta minore o locale delle radio e delle televisioni che hanno il compito nobile di essere più legate ai propri territori. Da questo punto di vista, al Senato l'esigenza dell'emittenza locale prevede anche la possibilità di acquistare i diritti invenduti.
Altro miglioramento dal Senato è l'ampliamento della mutualità sportiva, che alla lettera l), dell'articolo 1 prevede «allo scopo di sviluppare i settori giovanili, di valorizzare e incentivare le categorie dilettantistiche e di sostenere gli investimenti ai fini della sicurezza, anche infrastrutturale, degli impianti sportivi (...) a sostegno di discipline sportive diverse da quella calcistica, che abbiano particolare rilievo sociale o che siano inseriti in un programma di riqualificazione delle attività sportive e ricreative nelle scuole e nelle università».
Questo è importante per contrastare anche il disvalore della monocultura del calcio, per giunta solo maschile.