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Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2480-A/R.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2480-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente non siamo soddisfatti di questo disegno di legge e delle disposizioni in materia di autotrasporto merci e di circolazione stradale, perché importanti proposte emendative non sono state accolte.
Diciamo la verità: col disegno di legge in esame si è voluto solo inasprire la repressione, non si è realizzato praticamente nulla per la prevenzione, non si è messo in atto nulla per cercare di far sì che gli enti gestori delle autostrade e proprietari di strade siano impegnati al mantenimento del manto stradale, della regimazione delle acque, di guard rail idonei e di illuminazioni, come avviene in tutti gli altri Paesi europei. Siamo veramente, da questo punto di vista, la «Cenerentola» dell'Europa.
Dall'inizio dell'anno, i morti sulle strade sono troppi, sono tantissimi. Kofi Annan, prima di lasciare la segreteria dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, nell'ottobre del 2005, aveva istituito la settimana mondiale della sicurezza stradale, e noi in Europa ci eravamo impegnati a ridurre del 50 per cento, entro il 2010, le morti, quindi a farle scendere sotto le tremila unità. Con la patente a punti, in effetti, il precedente Governo e il Ministro Lunardi erano riusciti a ridurre il numero di morti del 20 per cento.
In questo momento, invece, qualcosa non sta funzionando e si registra una certa ripresa.
I dati sono noti e abbondantemente riportati sulla stampa: solo il 3 per cento dei patentati italiani è stato controllato con l'etilometro, rispetto al 16 per cento della media europea, e sono appena 200 mila in Italia le persone controllate, rispetto ai 4 milioni in Spagna e agli 8 milioni in Francia. Il Governo, il MinistroPag. 42dei trasporti si sono impegnati a portare il numero dei controlli a un milione, cifra ancora molto modesta, che di per sé denuncia che si è ben lontani dal numero di controlli effettuati dai Paesi che hanno risolto i problemi delle stragi del sabato sera.
Verrebbe spontaneo chiedere se intendiamo eseguire tali controlli sempre con quei quattro poliziotti che circolano per le strade durante le ore notturne! È infatti sufficiente leggere qualunque rapporto dei sindacati delle forze dell'ordine - uno si è riunito anche questa mattina e la dichiarazione del suo presidente va in questa direzione - per affermare che gli organici delle forze di polizia sono altamente insufficienti e che non hanno attrezzature idonee per fare i controlli. Del resto, se il senso di insicurezza è aumentato nei cittadini, come dimostrano tutte le statistiche, ci dovrà pur essere un motivo.
Il problema non è tanto istituire un ennesimo codice etico, ma vedere quanta parte del «tesoretto» siamo disposti a spendere per aumentare gli organici, la dotazione delle forze dell'ordine per la prevenzione; questa è la cifra che desideriamo conoscere dal Governo.
Infine, leggiamo nel provvedimento che ai gestori titolari delle concessioni delle dodici tratte stradali e autostradali più pericolose sul territorio italiano è fatto obbligo di provvedere con priorità ad ogni forma di intervento manutentivo, modificativo o altro che possa garantire migliori condizioni di sicurezza. Che cosa vuol dire è fatto obbligo, se non c'è l'ipotesi di una sanzione? Tale previsione rischia di restare una bella dichiarazione di principi e nulla di più.
In particolare, si può evidenziare che in materia di abuso di alcool, di droghe e di sostanze psicotrope nei luoghi di divertimento le misure preventive messe in atto da anni (biglietto gratis a chi non beve o guiderà la macchina, chiusura a una certa ora dei locali, trasporto pubblico di notte per la discoteca, guidatori scelti per il rientro a casa, e via dicendo) possono dimostrarsi utili per contrastare i pericolosi effetti collaterali provocati dalla cultura dello sballo, ma rappresentano anche dei deleteri palliativi, che legittimano la grave degenerazione culturale esistente, responsabile di tanti funerali, di disabilità permanenti e occupazione di posti nei pronti soccorsi degli ospedali.
Il disegno di legge in esame è deludente perché, mentre da una parte interviene con i cosiddetti rimedi palliativi, dall'altra si rende colpevolmente latitante nell'affrontare alla radice le cause del fenomeno. Appare francamente contraddittorio giungere da un lato ad un terrorismo sanzionatorio sulle stragi e dall'altro vedere un ministro del Governo, il Ministro della salute Livia Turco, che propone l'innalzamento della quantità di cannabis consentita per uso personale.
Signor Ministro, con il dettato degli articoli 11 e 12 si è voluto impedire la guida a coloro che, oltre alla malattia, devono sopportare anche la beffa di non poter più guidare, tutti coloro che hanno malattie croniche, tumorali, che devono fare uso di sostanze psicotrope. Ad esempio, chiunque faccia uso di una delle medicine utilizzate per le encefalee, il fenobarbital, non potrebbe più guidare un'automobile perché le tracce del medicinale gli resterebbero nel sangue per giorni, e lo stesso vale per chi fa uso di medicinali antitumorali, di antidolorifici cosiddetti maggiori. Chi soffre di malattie croniche come la sclerosi multipla, il parkinson, le malattie epilettiche, le malattie cronico-degenerative, le depressioni, con tale disegno di legge non potrebbe più guidare un'automobile, un motociclo perché, se dopo essere stato coattamente ricoverato, come prevede il testo, gli venissero trovate tracce di tali sostanze da parte di una pattuglia di Polizia, si vedrebbe ritirare la patente e in certi casi andrebbe anche in carcere.
Ebbene, non riteniamo ciò assolutamente idoneo e valido perché altre dovevano essere le misure, quelle di carattere preventivo, come aveva iniziato a fare il precedente Governo con il Ministro Lunardi. Bisognava iniziare con l'educazione scolastica e intervenire sulle case costruttrici, affinché progettino automobili chePag. 43possano viaggiare meglio nella nebbia, sulle strade ghiacciate, che aumentino i livelli di sicurezza. Bisogna intervenire sulle strade, bisogna favorire i comuni nell'attività di prevenzione e ringraziarli se installano gli autovelox, non per fare cassa ma perché all'interno dei centri abitati avvengono il maggior numero di incidenti, anche mortali, e soprattutto bisogna guidare a bassa velocità, perché ci sono i ragazzi, la gente che cammina e, quindi, capita non solo l'incidente tra autovetture ma anche l'investimento di pedoni.
Queste situazioni ci portano a dire che doveva essere previsto anche quello che definiamo un trasporto alternativo, cioè un trasporto ferroviario e marittimo potenziato, garantendo la certezza che funzioni e impedendo che quattro persone possano paralizzare un'intera nazione con le loro proteste. È giusta la protesta, ma è altresì giusto il diritto di tutti gli altri di vedere rispettati i loro diritti.
Sulla base delle suddette considerazioni, non possiamo votare a favore di questo disegno di legge, anche perché, qualche settimana fa, il Ministro Bersani ha presentato un provvedimento con cui ha liberalizzato le scuole guida. Quindi, nello stesso tempo, si reprime, si prevede una dura repressione, anche con il carcere, il fermo macchina, e, poi, chiunque può fare scuola guida e chiunque può preparare i nostri giovani a guidare, perché non c'è più un'organizzazione e la garanzia di serietà di insegnamento all'interno dei corsi di preparazione teorici e pratici. Soprattutto l'apprendimento della pratica è importante perché, se non si insegna bene, si impara male e poi ci si comporta di conseguenza.
Con il Ministro Bersani che liberalizza le scuole guida, il Ministro Livia Turco, dall'altra parte, che raddoppia la dose di cannabis consentita per uso personale, e gli altri ministri, mi sembra di poter dire che l'Italia, sotto questo profilo, forse non è più un Paese a vera democrazia ma si sta instaurando una dittatura, diretta a perseguire qualsiasi persona compia un'infrazione.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Barani.
LUCIO BARANI. Mi avvio alla conclusione. La cosa più grave è che a pagare le conseguenze sono coloro che, affetti da malattie, sono costretti a curarsi e se vengono colti con sostanze psicotrope o stupefacenti nel sangue, conseguenti alle loro cure, debbono anche subire la beffa del ritiro della patente e del carcere. Non ci stiamo! Non è così che si presenta un buon Governo e che si amministra. Per questo, voteremo contro il provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.
KARL ZELLER. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Südtiroler Volkspartei voterà contro questo provvedimento.
Riconosciamo l'impegno della maggioranza nella riduzione delle sanzioni previste nel testo originario del Governo, in particolare nella soppressione dell'assurda previsione della confisca del veicolo. Tuttavia, l'eccessivo inasprimento delle sanzioni, tuttora previste nel testo all'esame dell'Assemblea per i casi di eccesso di velocità, di guida con il telefonino, di guida in stato di ebbrezza e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, ci allontana da qualsiasi parametro ragionevole previsto negli altri Paesi europei.
Non so se l'Assemblea si rende conto che la normativa limitativa introdotta per i neopatentati impedisce loro addirittura di guidare una Fiat Bravo diesel o una Golf diesel, in quanto il limite dei 60 kilowatt, che corrispondono a 82 cavalli per tonnellata, è talmente riduttivo da non consentire la guida di una normale macchina in possesso delle famiglie italiane.
Non so se abbiamo riflettuto sul fatto che sono poche le famiglie italiane che possono permettersi di avere due macchine, di cui una piccolissima utilitaria.
Nelle nostre zone, il fenomeno della guida in stato di ebbrezza è molto sentito e si è discusso a lungo sugli strumenti piùPag. 44efficaci per combatterlo. A nostro parere, la soluzione migliore si è rivelata l'educazione e l'efficacia dei controlli (che da noi si fanno a tappeto) e la corretta applicazione delle sanzioni, già severe, previste dall'attuale codice della strada.
Per ridurre gli incidenti stradali, infatti, sono sufficienti le sanzioni - come ho detto - già previste oggi: la patente a punti, che si è rivelata molto efficace per combattere tali fenomeni, e anche le sanzioni penali, che vigono già oggi.
La filosofia del provvedimento in esame, quindi, tutta incentrata sull'inasprimento delle sanzioni come unico deterrente alle stragi del sabato sera e ai continui fatti di cronaca, a nostro avviso è del tutto inadeguata a sciogliere un problema, che si risolverebbe con controlli sistematici e con l'applicazione delle sanzioni vigenti.
Per tali motivi, ribadisco il nostro voto contrario sul provvedimento in esame (Applausi del deputato Barani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signor Ministro, il gruppo della Rosa nel Pugno esprimerà un voto favorevole su questo provvedimento. Siamo giunti a tale decisione sofferta e molto meditata, in primo luogo, in seguito ad un'analisi oggettiva della norma in esame, dopo il lavoro della IX Commissione e dell'Assemblea.
Oggi, infatti, non si può più sostenere che tale provvedimento sia meramente sanzionatorio. Citerò alcuni punti ed esempi concreti, per cui ciò non può più essere sostenuto. In primo luogo, il provvedimento in discussione prevede all'articolo 2, importantissimo, l'introduzione del foglio rosa a 16 anni, sul migliore esempio di altri Paesi. Questo rappresenta un passo avanti importante e decisivo, perché interviene sulla prevenzione, sull'educazione stradale. Sarebbe stato inutile e vano - lo sappiamo - sostenere di aumentare le ore di autoscuola; è più serio, invece, consentire a chi ha sedici anni di iniziare a guidare accompagnato, ovviamente non da solo. Ricordo, d'altra parte, che nella legislazione italiana è possibile prendere un brevetto di volo a 16 anni; quindi non ci dobbiamo stupire, ci siamo adeguati a migliori pratiche che vigono, ad esempio, in Francia. Tale provvedimento è, quindi, molto importante.
Sono altresì importanti gli articoli 20 e 21, che in una prima fase non erano presenti nel provvedimento; sono stati inseriti nel testo giunto in Assemblea. Secondo quanto previsto con l'articolo 20, gli enti politici territoriali locali competenti devono impegnarsi in iniziative di manutenzione e di investimento su quegli aspetti infrastrutturali che rendono molte strade insicure. Lo sappiamo, perché esistono le statistiche, che riportano che, in alcune strade, il tasso di incidentalità è più alto, e che, quindi, è importante intervenire.
L'articolo 21 prevede, poi, che i maggiori introiti derivanti dalle sanzioni sono - e devono essere - destinati tutti a tali interventi infrastrutturali che, secondo il nostro parere, sono la prima causa di incidentalità nel nostro Paese, ancora prima dell'errore umano - che pure esiste - nel determinare tante morti e stragi nel nostro Paese.
Soprattutto, vi è un ordine del giorno, presentato dalla maggioranza, sul quale il Ministro ha assunto ieri degli impegni - rinnovati stamattina - volti a destinare risorse spendibili subito all'aumento dei controlli stradali.
Certo, signor Ministro, anche noi diciamo che cinque milioni di euro sono pochi. Ci vorrà ben di più per evitare che questa estate non si trasformi in un'estate di stragi sulle nostre strade! Tuttavia è un segnale concreto, che il Governo ha voluto dare per dimostrare che non si tratta solo di un intervento meramente sanzionatorio, ma che si voleva anche intervenire sull'assenza dei controlli: tale situazione, infatti, è il vero scandalo del nostro Paese e rappresenta la reale differenza con gli altri Paesi vicini!
Mi soffermo anche sull'articolo 10, che pure non condividiamo e contro la cuiPag. 45approvazione abbiamo votato. Sono state approvate nei giorni scorsi due proposte emendative, presentate dal gruppo di Forza Italia, che hanno reso necessario definire gli standard di effettiva alterazione da sostanze stupefacenti. E in questo senso, stamattina, è stato anche accolto un ordine del giorno dell'onorevole Poretti. Pertanto anche tale problema, da noi segnalato, si è ridotto.
Inoltre, anche rispetto al testo originario del provvedimento presentato in Assemblea, le sanzioni, che prima erano - a nostro giudizio - davvero irragionevoli, sono state ridotte; certo, rimane l'incremento rispetto al passato, ma sono state fortemente ridotte rispetto a quanto deciso prima.
Devo ringraziare molto la Commissione, il presidente relatore e anche il Ministro, per la disponibilità a riscrivere il testo, che inizialmente era composto da dodici articoli e ora ne ha ventinove - trenta con quello relativo all'entrata in vigore -; anche i dodici articoli originari sono stati in gran parte riscritti. Vi è stato un grande lavoro.
Le ragioni della nostra insoddisfazione vertono oggi soprattutto sull'articolo 10. In questo caso, non si confrontano una linea favorevole a tutelare la sicurezza stradale con una linea che, viceversa, sarebbe in qualche modo meno rigorista. Si sono confrontati, anche in Assemblea, due modi diversi di intendere la sicurezza stradale e l'articolo 10 ne è la prova: vi è chi ritiene che, aumentando le sanzioni e soprattutto introducendo, oppure elevando, sanzioni penali, si incrementi la sicurezza, e vi è chi ritiene che non sia così. Ad esempio, sulla guida in stato di alterazione da sostanze stupefacenti o sotto l'effetto di alcol, avremmo ritenuto più efficaci sanzioni amministrative, magari molto alte, perché sono misure che si applicano subito, piuttosto che ingolfare i tribunali con altre fattispecie di reato.
Pertanto, per tutti questi motivi, manteniamo un giudizio critico verso un'impostazione che, nel caso dell'articolo 10, ci è sembrata decisamente proibizionista, con pene e sanzioni che oggi, a nostro avviso, sono ancora eccessive. Tuttavia - come dicevo prima -, abbiamo apprezzato i miglioramenti introdotti e, per tale motivo, annunciamo il nostro voto favorevole.
Tuttavia, vorrei aggiungere una considerazione determinante: il gruppo La Rosa nel Pugno non ha visto proclamati quattro senatori che, in realtà, sono stati eletti e quindi, di fatto, al Senato non siamo rappresentati. Tale provvedimento sarà trasmesso al Senato, dove sicuramente sarà modificato; per tale motivo, quando tornerà alla Camera per la terza lettura - ipotesi che riteniamo assolutamente sicura -, nel caso in cui sull'articolo 10 non vi fosse un ulteriore sforzo di ragionevolezza che tenga conto delle ragioni sollevate non solo da noi, ma anche dai colleghi di Rifondazione Comunista e di altri gruppi, valuteremo senz'altro l'espressione di un'indicazione di voto diversa.
Si tratta, quindi, di un appello che rivolgiamo alla maggioranza e, soprattutto, al Governo affinché aumentino da subito, il più possibile, i controlli sulle strade e affinché siano previsti fondi per quegli interventi senza i quali parlare di sicurezza stradale vuol dire solo varare un provvedimento simbolico, ma privo di effetti duraturi nel tempo (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soffritti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SOFFRITTI. Signor Presidente, signor Ministro, annuncio il voto favorevole del gruppo Comunisti Italiani e vorrei sottolineare un aspetto che, sotto il profilo politico, a mio avviso, è di notevole importanza.
Oggi, in quest'aula, ho assistito ad un episodio mai visto precedentemente, consistente in un riconoscimento nei confronti del Ministro Bianchi, che mi sembra importante e positivo. Ciò rappresenta la testimonianza del metodo seguito nell'iter del disegno di legge in discussione, il quale, originariamente, avrebbe dovuto essere un decreto-legge, molto probabilmente a causa degli incidenti che ripetutamentePag. 46si verificano nel nostro Paese e creano numerosi drammi nelle famiglie e tra i giovani, ed era stato presentato per tali ragioni.
Successivamente è stato assegnato in Commissione, ove si è svolto un lavoro importantissimo. Credo che, originariamente, fosse composto di 12 o 13 articoli, che sono diventati più di 30. La materia è stata approfondita e valutata con una discussione molto ampia, seria e significativa. All'interno di quest'aula, nel corso del dibattito, sono stati formulati giudizi sul provvedimento in discussione. Si è detto che vi è stato un inasprimento delle sanzioni e che sarebbe un provvedimento molto repressivo, da alcuni punti di vista.
Vorrei fa presente che, nel corso della discussione che si è svolta in quest'aula e, soprattutto, nella Commissione di merito, sono state apportate delle modifiche ad un gran numero di articoli del provvedimento in discussione molto importanti e significative.
Ascoltando gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, ho compreso che non tutti sono soddisfatti del risultato conseguito. Tuttavia, ritengo che, grazie alla disponibilità da parte del Ministro e al lavoro del presidente Meta e della Commissione, si possa affermare che è stato ottenuto un risultato molto importante e significativo.
Vorrei richiamare la vostra attenzione su un tema di carattere politico. Ho constatato l'atteggiamento tenuto in quest'aula dal Ministro che, dall'inizio dei lavori, è stato sempre presente, ed ho compreso qualcosa di molto importante e significativo: se vi è la volontà di lavorare all'interno dell'Unione per conseguire il miglior risultato possibile, senza farsi prendere dalla tentazione di imboccare scorciatoie che ci possono portare, di volta in volta, ad ottenere risultati diversi, a mio avviso, il lavoro finale risulta estremamente importante e positivo.
Anche noi ci siamo trovati, in alcune situazioni, ad esprimere voti contrari e diversi da quelli dei colleghi di Rifondazione Comunista e di altri colleghi. Ritengo ciò sia dipeso dal fatto che le metodologie necessarie per conseguire determinati risultati devono essere percorse in maniera più approfondita e praticate con la volontà di raggiungere tali risultati. Se vi è questa volontà, il risultato che si realizza è estremamente importante e positivo, come nel nostro caso.
Vorrei aggiungere che il provvedimento in discussione non avrebbe potuto essere che di tal genere. Inizialmente, si era pensato di adottare un decreto-legge, poiché vi era l'effetto causato dalla mobilitazione all'interno del Paese e dalla stampa.
Inoltre, non ci si sofferma mai su un'altra questione di grande importanza. Ho ascoltato nel corso delle discussioni svolte in Commissione degli esempi relativi a Paesi stranieri, quali Francia e Germania, e alle sanzioni che vengono inflitte in tali Paesi. Vorrei far presente che occorre continuare a seguire tale logica progressivamente all'aumento di tali incidenti, in quanto questi ultimi continueranno ad aumentare. Infatti, l'espansione della motorizzazione privata nel nostro Paese sta diventando un problema di fondo e il tentativo di sostituirla con i sistemi pubblici sta procedendo con una lentezza incredibile.
Io non sono uno di quelli che si appassionano alla modifica del modello di sviluppo tanto per affermare un concetto. Voglio soltanto dire che dovremmo cercare di fare riferimento a tutto ciò che avviene nei Paesi più civili dell'Europa.
In Italia vi sono 16 mila chilometri di rete ferroviaria e circa 5-6 mila chilometri di rete in concessione, in parte gestita dallo Stato e in parte dalle regioni. Questa rete in concessione, che è la struttura portante del sistema regionale di trasporto e che potrebbe, se opportunamente ristrutturata, favorire davvero una riduzione di questo fenomeno, è in uno stato di grande difficoltà e sofferenza. Non so quando - fra qualche giorno, forse domani - si parlerà di quello che è avvenuto in Sardegna; ma, in generale, questa è la situazione.
Nel disegno di legge finanziaria erano previsti 60 milioni di euro per iniziare unPag. 47ammodernamento di questa struttura e siamo stati costretti, tutti assieme, a trasferirli per affrontare altri importanti problemi.
Credo che sia giunto il momento di cominciare a pensare a tutto questo; altrimenti, dobbiamo ricordarci una cosa: possiamo studiare i provvedimenti più intelligenti, possiamo cercare di fare tutto il possibile, ma non ci possiamo dimenticare che negli altri Paesi europei il quantitativo di persone e di merci che viaggia sui treni è notevolmente superiore a quello che si registra in Italia. Le autostrade sono quelle che sono e il numero delle auto sta crescendo ad un ritmo incredibile. Possiamo inasprire le sanzioni, possiamo fare tutto quello che volete, ma state pur certi che sarà difficile raggiungere un risultato significativo, importante e positivo.
Vorrei svolgere un'altra considerazione, sulla base di quel che ho sentito nel corso del dibattito che si è sviluppato: mi riferisco all'azione svolta dai comuni. Mi pare che ci siano degli eccessi nei giudizi espressi nei confronti delle amministrazioni comunali. Ho ascoltato dei giudizi dai quali si ricava la sensazione che l'attività svolta dai servizi di polizia urbana sia qualcosa di diverso rispetto a quella che viene svolta dagli altri apparati dello Stato. È la stessa identica cosa!
In ordine alla circostanza che attraverso l'introduzione di questi sistemi tecnologici, moderni ed avanzati i comuni si procurino delle entrate, vorrei garantire che tutto questo non è stato fatto per conseguire delle entrate, ma perché vi era l'esigenza di intervenire in questo settore.
Anche per quanto riguarda la questione relativa alle ripartizioni territoriali di intervento, le amministrazioni comunali intervengono all'interno del loro territorio, non al di fuori. Tuttavia, l'aspetto che mi preoccupa di più in questi ragionamenti è l'atteggiamento culturale nei confronti del sistema delle autonomie, che sono una parte costituzionale dello Stato. Non sono una cosa diversa da ciò che siamo noi, ma la stessa identica cosa, e sono chiamate a svolgere anch'esse delle funzioni come quelle che svolgiamo noi. Dobbiamo, secondo il mio parere, cercare di temperare questi giudizi.
Consentitemi anche un'altra considerazione. Voglio rivolgere all'onorevole Cancrini - non perché fa parte del mio gruppo - un ringraziamento, perché su tante delle questioni che abbiamo affrontato la sua specializzazione e la sua capacità di approfondimento ci hanno consentito di realizzare delle convergenze politiche che in altre situazioni non ci sarebbero state. In molti casi, ci siamo ritrovati a parlare di questioni che in realtà non eravamo in grado di conoscere e di valutare fino in fondo.
Ci siamo trovati in situazioni in cui il suo intervento di carattere scientifico ha risolto problemi che erano anche di carattere politico. Avevamo preso delle posizioni in Commissione e, in questa sede, colleghi di altri partiti ne hanno assunte altre, ma l'onorevole Cancrini ha portato un contributo di conoscenza che ci ha davvero consentito di raggiungere un risultato estremamente positivo.
Vorrei ricordare, inoltre, l'ordine del giorno che prevede uno stanziamento per potenziare questi servizi e per dare la possibilità a coloro che se ne dovranno occupare di trovarsi in condizioni di fattibilità importanti e positive. Anche questa è una parte importante del provvedimento, che cambia un po' la fisionomia del discorso della repressione. Non c'è soltanto questo, ma c'è anche la possibilità di intervenire.
Per l'insieme di questi elementi e per il risultato conseguito, voglio ringraziare il presidente Meta e il Ministro, e annuncio, come ho dichiarato fin dall'inizio, il voto favorevole del nostro gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rotondo. Ne ha facoltà.
ANTONIO ROTONDO. Signor Presidente, il gruppo della Sinistra Democratica Per il socialismo europeo ha sostenuto durante tutto l'iter parlamentare il disegnoPag. 48di legge in esame, e ha contribuito a migliorarlo anche con specifici interventi emendativi.
Il provvedimento nasce, infatti, con l'intenzione di incidere profondamente sulle disposizioni del codice della strada che maggiormente possono imprimere nuovo vigore al decremento della incidentalità stradale e avvicinare così il consuntivo sulle vittime della strada all'obiettivo prefissato di ridurlo del 50 per cento entro il 2010, secondo l'impegno dell'Unione Europea.
Proprio quest'anno, poi, l'ONU ha voluto richiamare con forza l'attenzione mondiale sulla tragedia rappresentata dalla perdita di vite umane dovute ai sinistri stradali, istituendo la prima settimana per la sicurezza globale sulle strade.
Il testo originario del provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri prevedeva un'ampia riforma del sistema sanzionatorio, con taluni inasprimenti delle pene sia pecuniarie che accessorie. In particolare, su tale aspetto si è cercato di dare struttura maggiormente modulare alle sanzioni previste per le diverse violazioni, di rivedere la tabella della decurtazione dei punti anche alla luce dell'esperienza maturata in questi anni di applicazione, di rendere più efficace la lotta alla guida in condizioni di alterazione psicofisica per gli effetti dell'alcol e/o di sostanze stupefacenti.
Particolare attenzione è stata rivolta alla prevenzione dei drammatici sinistri stradali causati dai giovani conducenti neopatentati. In particolare, si è introdotto un limite di 60 kilowatt di potenza specifica per le autovetture che potranno essere guidate nei primi tre anni dal conseguimento della patente. Inoltre, per lo stesso periodo, l'eventuale violazione di norme del codice della strada di particolare gravità o, peggio, la responsabilità di incidenti stradali determinerà l'applicazione della sanzione accessoria della sospensione della patente di guida in misura amplificata.
Un ulteriore punto qualificante del provvedimento riguarda l'inibizione della guida applicata ai conducenti che con il loro comportamento hanno fatto sorgere dei dubbi sul permanere dei requisiti di idoneità. Con l'attuale provvedimento in esame si stabilisce di sottoporre a verifica dei requisiti tutti i conducenti che si siano resi responsabili di un incidente stradale che abbia determinato l'applicazione a loro carico della sanzione accessoria della sospensione della patente per almeno due mesi; nel caso si tratti di un conducente minorenne, invece, ciò si verificherà a fronte di qualsiasi provvedimento di sospensione della patente anche in assenza di incidente stradale. Si ritiene che queste modifiche alla materia, insieme con il divieto di proseguire nell'attività della guida se non si rispettano i limiti del provvedimento, eviteranno che continuino a circolare conducenti potenzialmente pericolosi.
L'intervento della IX Commissione sul testo del disegno di legge ha aggiunto ulteriori ed importanti elementi di modernizzazione della normativa di riferimento. In particolare, l'introduzione nella nostra disciplina dell'istituto della guida accompagnata a sedici anni, come già esiste in diversi altri Paesi dell'Unione Europea. Non si tratta, signor Presidente, cari colleghi, dell'anticipo a sedici anni dell'età per ottenere la patente, ferma restando, appunto, l'età dei diciotto anni, ma di una diversa modalità per conseguirla. Tutto questo dopo essersi sottoposti ad un lungo periodo di apprendistato, durante il quale il giovane sarà costantemente accompagnato da un adulto, preferibilmente genitore, che sia abilitato alla guida da almeno dieci anni. Tutto il percorso didattico sarà vigilato da un'autoscuola, che dovrà occuparsi anche di impartire la prima formazione affinché siano totalmente garantite le condizioni di sicurezza.
Sempre per garantire maggiore sicurezza sono state poi previste ulteriori norme: la determinazione di responsabilità penale per chi conduce autoveicoli o motoveicoli senza essere abilitato a farlo; la riduzione a 80 chilometri orari del limite di velocità sulle strade extraurbane principali per i neopatentati. E ancora: elementi di precisazione sull'attività diPag. 49formazione dei candidati conducenti, onde garantirne un adeguato livello formativo; ancora maggiore responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti nel trasporto professionale di persone o merci, con particolare riguardo al rispetto della normativa sociale, che è presupposto per la circolazione sicura dei mezzi industriali; promozione della consapevolezza dell'incompatibilità del consumo di bevande alcoliche con la guida in sicurezza dei veicoli; infine, definizione programmatica delle maggiori risorse derivanti dall'aumento delle sanzioni, finalizzata ad interventi migliorativi della sicurezza attiva e passiva.
La Camera, inoltre, in accordo con le altre componenti istituzionali interessate, ha ritenuto opportuno che il previsto provvedimento di delega al Governo per la revisione del codice della strada possa essere valutato secondo il meccanismo della doppia lettura da parte delle Commissioni parlamentari competenti.
La proposta che è giunta all'esame dell'Assemblea è sicuramente innovativa ed ha ben salda la priorità costituita dalla sicurezza. Oggi il tasso italiano di riduzione delle vittime degli incidenti stradali è inferiore a quello medio europeo, e si sta progressivamente contraendo. Si è purtroppo perso troppo tempo, onorevoli colleghi, prima di intervenire su questa materia; oggi si agisce, e lo si fa principalmente sui due versanti più importanti: da una parte quello della prevenzione, poiché una maggiore prevenzione è indispensabile; dall'altra parte quello costituito da una serie di interventi sanzionatori più severi. Credo che da questo mix emerga una buona legge, che renderà più sicura la guida in Italia: questo, d'altronde, è quel che ci chiede l'Europa; questo è quel che ci chiede il nostro senso di responsabilità. È per tali ragioni che preannuncio che il gruppo Sinistra Democratica voterà convintamente a favore del provvedimento al nostro esame (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Balducci. Ne ha facoltà.
PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, nel preannunciare il voto favorevole dei Verdi sul provvedimento al nostro esame, desidero formulare i ringraziamenti miei e del gruppo dei Verdi al Ministro Bianchi per l'ottimo lavoro che egli ha portato avanti in questi mesi: un lavoro che ci consente oggi di condividere, salvo piccole sfumature, un impianto normativo diretto a migliorare la sicurezza stradale.
Il disegno di legge all'esame rappresenta, infatti, un segnale estremamente importante, come emerge anche solo riflettendo su quello che è avvenuto nel corso dell'ultimo weekend, segnato nuovamente da incidenti stradali in cui hanno perso la vita, ancora una volta, diversi giovani.
L'urgenza di questo intervento legislativo è testimoniata dai fatti. Stragi del sabato sera, stragi del rientro domenicale, morti e feriti, conducenti sotto l'effetto di alcol e stupefacenti: questo il raccapricciante bollettino di un normale weekend di paura sulle nostre strade, di un sabato notte che miete nuove e sempre più giovani vittime, di una domenica insanguinata che non risparmia comitive di turisti e famiglie in vacanza.
Negli anni, si sono susseguiti gli appelli e le campagne informative: in molti casi i controlli sono stati rafforzati, ma tutto ciò non è servito a porre un limite a questo allarmante fenomeno. Se poniamo attenzione alle cifre, ci rendiamo immediatamente conto dell'impressionante numero di morti e feriti che si verificano ogni anno in Italia: secondo uno studio dell'ISTAT, nel solo 2005 si sono verificati oltre 200 mila incidenti, che hanno causato il decesso di 5.426 persone e cagionato lesioni di diversa gravità a 313.727 cittadini; la frequenza più elevata di morti si registra di domenica (circa il 18,7 per cento), mentre il sabato è il giorno con il più alto tasso di feriti dovuti ad incidenti.Pag. 50
Sappiamo che è la notte, di regola, il momento in cui si registra il più alto indice di mortalità sulle strade e che gli incidenti del venerdì e del sabato notte rappresentano la fetta più consistente del totale degli incidenti notturni.
Bisogna poi considerare che il fattore alcol è causa di un elevato numero di sinistri stradali. Si stima, infatti, che una percentuale non piccola degli incidenti che si verificano in Italia sia alcol-correlata o determinata dall'assunzione di sostanze psicotrope.
Se la patente a punti è riuscita ad incidere sui comportamenti degli automobilisti, l'Italia sembra ancora lontana dai parametri fissati dall'Unione europea, che chiede di dimezzare il numero di vittime della strada entro il 2010.
Potremmo dilungarci ancora molto sulle cifre, ma credo che i dati riportati siano sufficienti a dimostrare l'urgenza di un intervento normativo che dovrà aumentare la sicurezza stradale, contribuendo a formare - questo aspetto è molto importante per noi Verdi - una cultura del rispetto delle regole tra i guidatori, soprattutto quelli più giovani senza adeguata esperienza.
È stato dato, ritengo, un segnale forte. Alcune norme penali sono state inasprite e le sanzioni del codice stradale, soprattutto con riguardo ai comportamenti più pericolosi, sono state aumentate. È stata ripristinata, inoltre, la rilevanza penale della guida senza patente e previsto anche l'innalzamento delle sanzioni penali per alcuni delitti contemplati dal codice penale (mi riferisco all'omissione di soccorso, all'omicidio colposo, alle lesioni colpose).
A questo riguardo, tuttavia, va notato come alcune soluzioni possano destare perplessità. Per quanto riguarda l'omissione di soccorso, già in Commissione giustizia segnalammo come l'intervento del legislatore avrebbe dovuto riguardare non l'articolo 593, bensì l'articolo 189 del codice della strada, relativo al comportamento tenuto in caso di incidente.
Ritengo, inoltre, che l'aumento delle pene non sia sempre giustificabile, soprattutto quando si dimostri frutto di una reazione emotiva, quanto sproporzionata, da parte dell'ordinamento a fatti di reato che, pur restando gravi, devono sempre trovare una equilibrata risposta sanzionatoria, pena l'irragionevolezza delle scelte normative.
Deve, inoltre, essere valutata positivamente - questo è un punto molto importante, perché si colloca nella logica della riforma del sistema sanzionatorio del codice penale - la previsione di applicare, in luogo della misura dell'arresto a richiesta di parte, la misura alternativa dell'affidamento in prova per coloro che si rendano responsabili di una delle violazioni previste dagli articoli 116, 186 e 187 del codice della strada.
Sarebbe, peraltro, insufficiente un intervento legislativo calibrato soltanto sul versante delle sanzioni penali e per questo motivo condivido tutte le previsioni normative volte a stimolare comportamenti virtuosi negli utenti della strada.
Credo sia giusto, inoltre, corresponsabilizzare in qualche modo i titolari dei locali dove si svolgono spettacoli o intrattenimenti, e nei quali vengono somministrate bevande alcoliche; può essere utile anche porre un freno alla propaganda pubblicitaria dei veicoli basata sulla velocità, dovendosi rammentare che l'eccesso di velocità, come dimostrato dagli studi statistici, rappresenta una delle cause più comuni di sinistro stradale.
Per tale ragione, convince la scelta di collocare sulle strade nuovi sistemi di controllo, come quelli legati al calcolo della velocità media di percorrenza su determinati tratti, e devono, pertanto, condividersi le nuove sanzioni amministrative necessarie per garantire, più di oggi, il rispetto dei limiti di velocità.
Mi sembrano, infine, rilevanti tutte le norme nuove che riguardano i neopatentati, dalla limitazione di condurre autoveicoli eccessivamente potenti, alle misure che riguardano la sospensione della patente di guida e la revisione della stessa.
Venendo alla parte finale del mio intervento, desidero ringraziare anche le osservazioni di tutti i colleghi, grazie ai quali sono stati apportati, alla Camera,Pag. 51miglioramenti e novità al testo. Faccio riferimento agli esempi già citati dai colleghi che mi hanno preceduto e, in particolare, all'articolo 2 che prevede, in conformità alle direttive dell'Unione europea, la guida accompagnata all'età di sedici anni.
Due norme sono molto interessanti e veramente da condividere: l'articolo 20, che prevede l'obbligo degli enti proprietari e concessionari delle strade e delle autostrade, insieme agli enti locali, di attivarsi per immediati interventi di natura manutentiva, comunque utili a migliorare le condizioni delle strade e delle autostrade; l'articolo 21, che stabilisce un impegno per la destinazione delle somme, poiché, come è stato sancito dall'articolo 21, le maggiori entrate derivanti dall'incremento delle sanzioni amministrative devono essere destinate all'ammodernamento, alla messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, nonché al potenziamento dell'illuminazione e quant'altro.
Credo che un testo di legge come quello in esame, che prevede espressamente - non come altri provvedimenti normativi - la destinazione delle somme derivanti dall'incremento delle sanzioni alla tutela della sicurezza stradale, costituisca un enorme passo avanti, di cui questa Camera deve essere fiera.
In conclusione, il provvedimento potrà sicuramente migliorare la sicurezza stradale nel nostro Paese, in modo da ridurre in maniera significativa - come tutti auspichiamo - il numero degli incidenti e di morti sulle strade.
L'ultimo appunto brevissimo, signor Ministro - lei lo ha sostenuto più volte e la ringraziamo per la presenza in aula - è costituito dall'opportunità di arrivare a una riforma del codice della strada. Credo che il provvedimento in esame sia una tappa importante, ma bisogna cominciare a pensare a riforme più ampie, settoriali, per aree tematiche, perché non deve essere sempre l'urgenza a determinare le scelte del legislatore.
Quindi - ripeto quanto detto all'inizio del mio intervento - noi Verdi condividiamo questo disegno di legge governativo e per tali motivi dichiariamo il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Olivieri. Ne ha facoltà.
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, il gruppo di Rifondazione Comunista voterà a favore del disegno di legge in esame.
Questa scelta non era scontata quando venne presentato il provvedimento. Essa è il risultato del confronto che si è realizzato in Commissione e in aula, che ha consentito di arricchire il testo originario e di introdurvi profonde e positive modifiche.
Il testo originariamente proposto al nostro esame, infatti, a nostro giudizio era segnato da un'eccessiva frettolosità e, soprattutto, dall'illusione che tutto potesse essere risolto con le norme, con provvedimenti amministrativi, con l'inasprimento delle sanzioni e, addirittura, con gli arresti.
Non nego che permanga un certo disagio nell'esprimere il nostro voto favorevole. Esso sostanzialmente è determinato dall'articolo 10, al quale altri precedentemente hanno fatto riferimento, e che - lo dico francamente - non ci sentiamo di condividere nella filosofia e nelle proposte concrete.
Tuttavia, sappiamo ben valutare le significative modifiche che sono state apportate, che sono il risultato anche dell'iniziativa di Rifondazione Comunista in aula e in Commissione. Desidero in proposito, anche io come gli altri colleghi, esprimere un sincero apprezzamento nei confronti del Ministro Bianchi.
Ciò, in primo luogo, per la lezione, non solo di stile, che egli ha voluto dare seguendo personalmente i lavori dall'inizio alla fine e, in secondo luogo, per la disponibilità all'ascolto e al confronto che ha dimostrato, che hanno consentito di costruire un'efficace e positiva sintesi.
Grazie a tale disponibilità, per esempio, si è raggiunta una convergenza sull'articolo 3, la cui lettura credo debba esserePag. 52integrata con i contenuti dell'articolo 19, che riguarda le misure alternative al carcere. Grazie al confronto che si è sviluppato è stato ritirato l'inaccettabile articolo 11, che stabiliva controlli a campione, ed è stato modificato l'articolo 12, nel senso di eliminare i possibili arbitri e di dare certezza alle regole con le quali si devono fare i conti. Come è noto, infatti, l'assenza di regole e l'arbitrio vanno sempre a discapito del più debole e sempre a favore del più forte.
Più in generale, sulla base di tali considerazioni, mi sembra di poter dire che le impostazioni proibizioniste e più smaccatamente autoritarie portate avanti da settori non irrilevanti dallo schieramento politico, abbiano subìto una battuta d'arresto. Si tratta di un dato positivo.
Allo stesso modo, ritengo positivi i contenuti dell'articolo 9, che introduce la responsabilità delle imprese nella durata della guida per i lavoratori dipendenti. Ciò è molto importante e sta molto a cuore a noi di Rifondazione Comunista, che abbiamo fatto della lotta contro la deregulation e della difesa dei diritti dei lavoratori uno dei nostri terreni di impegno principali.
Inoltre, ritengo che debbano essere adeguatamente valorizzate e sottolineate le modifiche all'articolo 20, già ricordate. Forse in maniera non piena, ma comunque facendo un passo in avanti, vengono individuate le responsabilità dei gestori della rete autostradale in materia di sicurezza.
Inoltre, credo che debbano essere adeguatamente valorizzati: l'articolo 21, laddove si dice che le risorse che entrano nelle casse dello Stato, in virtù dell'inasprimento delle sanzioni amministrative, non servono a far cassa, ma a migliorare la sicurezza; l'articolo 24, che impegna il Governo ad un provvedimento organico di modifica del codice che, a nostro giudizio, deve essere una grande occasione per dare luogo ad un ampio confronto politico; e, infine, l'articolo 26, che vieta la pubblicità basata sull'esaltazione della velocità.
Siamo, peraltro, ben consapevoli dell'intrinseco limite insito nel provvedimento in esame. Mi spiego. Al quesito: «come si rende più sicura la circolazione stradale?» penso si possa rispondere innanzitutto e molto semplicemente che la si rende più sicura decongestionando il traffico, cioè riducendo la quantità di auto private in circolazione sulle strade.
Ciò chiama in causa l'esigenza e la necessità di dare corso ad una nuova politica della mobilità delle merci e delle persone. Tale politica deve essere centrata sul rilancio del trasporto pubblico locale (quindi, non sulle scelte di privatizzazione), sul rilancio delle ferrovie (quindi, non sulla liberalizzazione del servizio ferroviario), sul trasferimento di quote di traffico dalla gomma alla rotaia, sulla crescita delle strade del mare, sull'intermodalità, sul superamento della logica delle grandi opere, che bruciano risorse e devastano il territorio, in favore di una nuova politica che metta al centro i bisogni dei pendolari, che proprio in questi giorni hanno fatto sentire quanto grande sia il loro disagio. Questi sono i contenuti essenziali di una nuova politica della mobilità, in grado di contribuire davvero a rendere più sicure le nostre strade.
Su questi temi e argomenti crediamo sia opportuno che nelle prossime settimane si sviluppi il confronto e per tale ragione, pur votando favorevolmente sul provvedimento in esame, riteniamo non esaurito il grande tema della sicurezza stradale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sul provvedimento in esame il gruppo Popolari-Udeur si appresta a dare un voto convintamente favorevole.
Abbiamo molto a cuore il problema della sicurezza stradale e lo abbiamo dimostrato battendoci sia in Commissione trasporti, sia in quest'aula, per un miglioramento del testo originario. Abbiamo, infatti, presentato numerosi emendamenti, diversi dei quali sono stati accolti, spessoPag. 53- di questo andiamo particolarmente fieri - con un apprezzamento bipartisan, a dimostrazione della bontà delle nostre proposte, che trascendono le divisioni politiche, per andare al cuore del problema.
Abbiamo così ottenuto l'inasprimento delle sanzioni previste per la guida senza patente, nonché l'assoggettamento all'arresto in flagranza del conducente che risulti in stato di ebbrezza, in caso di incidente da cui derivino l'omicidio colposo o le lesioni personali colpose. Attraverso la modifica degli articoli del codice penale relativi all'omicidio colposo, alle lesioni colpose e all'omissione di soccorso abbiamo, inoltre, introdotto un consistente aggravamento delle pene per il caso in cui il fatto sia commesso durante la guida sotto l'influenza dell'alcool o di sostanze stupefacenti.
Ha trovato accoglimento anche la nostra proposta tendente a promuovere la consapevolezza dei rischi di incidentalità stradale in caso di guida in stato di ebbrezza. Si impone, infatti, ai titolari di locali in cui si svolgono forme di intrattenimento, congiuntamente alla somministrazione di bevande alcoliche, di esporre dei cartelli che ne riproducano i sintomi specifici, nonché le quantità delle bevande alcoliche più comuni, che determinano il superamento del tasso alcolemico per la guida in stato di ebbrezza.
È stato altresì approvato un nostro emendamento che vieta la propaganda pubblicitaria basata sulla velocità dei veicoli, con l'obiettivo di focalizzare, invece, l'attenzione di costruttori e acquirenti sulle caratteristiche di affidabilità e di sicurezza.
Considerato, inoltre, che anche molti farmaci possono interferire negativamente sulla guida, abbiamo chiesto e ottenuto che si imponesse alle case farmaceutiche di inserire un simbolo sulle confezioni dei farmaci che producono simili effetti negativi.
Siamo riusciti, inoltre, a migliorare le condizioni di sicurezza dei veicoli estendendo le sanzioni previste per chi circola con un veicolo che presenti alterazione costruttive anche a coloro che circolano con i dispositivi oggetto di controlli tecnici periodici non funzionanti o non efficienti.
Inoltre, al fine di garantire adeguate condizioni di sicurezza per la guida delle cosiddette minicar da parte dei minori, abbiamo ottenuto che, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del provvedimento al nostro esame, il Ministro dei trasporti emani un decreto per disciplinarne i requisiti di sicurezza.
Sempre in tema di maggiore sicurezza, abbiamo altresì raggiunto l'obiettivo che il codice della strada prevedesse l'introduzione di corsi specificatamente destinati alla guida sicura. Inoltre, i contenuti e le modalità di tali corsi saranno definiti con decreto del Ministero dei trasporti.
La rapida carrellata che ho appena svolto credo serva a capire la nostra viva soddisfazione nell'apprestarci ad approvare il provvedimento in esame che, anche grazie al nostro contributo, avvia un processo virtuoso di maggiore consapevolezza e attenzione ai problemi della sicurezza stradale nel nostro Paese, che sappiamo necessitare di ulteriori interventi per trovare una definitiva soluzione, ma che si stanno muovendo finalmente nella giusta via della risoluzione.
Per tutti questi motivi annuncio il voto favorevole del gruppo Popolari-Udeur.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, giungiamo al termine di un lavoro sicuramente importante, condotto prima in Commissione e poi in aula, su uno dei temi più angoscianti e più urgenti che possano essere sottoposti all'attenzione del Parlamento.
Vorrei partire proprio da alcune considerazioni preliminari per spiegare quale sarà la posizione di Alleanza Nazionale rispetto ad un provvedimento legislativo che in parte risponde a emergenze fortemente avvertite, in parte elude alcuni problemi che pure dovrebbero essere affrontati se vogliamo «aggredire» il temaPag. 54della sicurezza stradale introducendo innovazioni, non soltanto sotto il profilo sanzionatorio, ma anche sulla base di una lettura attenta delle problematiche interconnesse alla sicurezza stradale.
Mi rivolgo soprattutto a quei colleghi che, in qualche misura, tentano di inserire valutazioni e analisi di natura prettamente ideologica su un tema che, in nome della sensibilità di ognuno, dovrebbe condurre ad abbandonare qualunque tentazione di affrontarlo con il vizio dell'ideologismo. Quando si parla di vite umane e della necessità di dare risposte concrete per salvare la vita dei concittadini, non ci sono ideologismi che tengano! Bisogna avere il coraggio di mettere da parte, a volte, anche le proprie impostazioni culturali, per affrontare il problema per quello che effettivamente è e per come effettivamente si pone! Noi stiamo parlando di un argomento rispetto al quale i dati, ad avviso di tutti, sono agghiaccianti!
È evidente che i provvedimenti adottati in passato dal Governo Berlusconi hanno avuto una loro positività; infatti, soprattutto introducendo la cosiddetta patente a punti, e grazie anche ad altri provvedimenti che riguardavano la guida in sicurezza, per la prima volta, si sono ottenuti abbattimenti significativi del tasso di incidentalità nel nostro Paese: soprattutto nel primo anno, sotto l'effetto di tali provvedimenti coercitivi e sanzionatori, il tasso di incidentalità si è ridotto del 10 per cento. Pur tuttavia, abbiamo l'onestà intellettuale di affermare che tutto questo non è ancora sufficiente.
Signor Ministro, avrei preferito che si arrivasse ad un provvedimento che in qualche misura affrontasse il tema della sanzione, ma, al contempo, percepisse complessivamente il fenomeno della sicurezza stradale per come esso deve essere affrontato, nella sua complessità; ossia con una filosofia di approccio diverso, che tenesse conto dell'elemento della prevenzione. Al contrario, in questo articolato, manca soprattutto una sottolineatura degli aspetti che riguardano la prevenzione. Ed io capisco, sotto questo profilo, la difficoltà in cui si è trovata la maggioranza, all'indomani dell'approvazione di un provvedimento, come il cosiddetto decreto Bersani, che ha svalutato, e in qualche modo minato, la capacità professionale delle scuole guida - che, invece, deve sempre essere rafforzata - e che, indubbiamente, in nome di una falsa liberalizzazione, ha introdotto elementi distorsivi che non aiutano a cementare maggiormente l'aspetto della sicurezza stradale con il problema della formazione, che è essenziale.
Anche noi abbiamo salutato positivamente l'introduzione della possibilità di avere il foglio rosa a sedici anni e di essere accompagnati da un tutor che rafforzi la qualità di formazione alla guida, perché abbiamo notato come esperimenti simili a livello internazionale, segnatamente in Francia, abbiano automaticamente abbattuto l'incidentalità addirittura dell'80 per cento.
Siamo assolutamente convinti della necessità d'intervenire su tale segmento; così come, signor Ministro, siamo convinti del fatto che bisognerà valutare con grande attenzione il lavoro che sarà svolto dalla commissione d'indagine sulla sicurezza stradale che è stata istituita, anche per comprendere le grandi modifiche sociali che interessano il dato comportamentale dei nostri giovani. Dobbiamo cercare, infatti, di interpretare i cambiamenti, i costumi e i modelli di vita diversi che, volenti o nolenti, indipendentemente da come la si pensi all'interno del Parlamento, determinano nei nostri giovani comportamenti assolutamente diversi.
Dobbiamo fare in modo che il sistema normativo si adegui e, in qualche modo, vada a colpire laddove evidentemente si può intervenire anche con quel sentimento di responsabilità condivisa presente all'interno delle direttive comunitarie. Qui si registra un grande assente, ovvero l'assenza nel dibattito su come deve essere intesa la responsabilità condivisa a tutti i livelli: a livello di responsabili amministrativi e di quei responsabili che sono presenti, in tutta la società, per le competenze specifiche a loro assegnate.Pag. 55
Queste sono le ragioni per cui avremmo preferito un disegno di legge con una filosofia strategica più ampia, capace di «aggredire» anche questi elementi.
Non ci turba affatto, lo vogliamo dire con grande franchezza, che ci sia stata una capacità - anche grazie a un lavoro e a una collaborazione, debbo ammettere, di grande positività del Ministro - di intervenire con elementi sanzionatori, soprattutto laddove l'uso dell'alcol o dello stupefacente crei condizioni di inabilità dal punto di vista psicofisico. Noi che qui cerchiamo, soprattutto dai banchi della sinistra più radicale, di attenuare questo elemento, non ci rendiamo conto che l'Italia è in questo campo agli ultimi posti tra i Paesi europei.
Sono in possesso di dati significativi di oggi, i quali dicono che, ad esempio, mentre siamo in Parlamento a discutere di tale provvedimento (che introduce sanzioni ancora più forti, soprattutto per chi abusa di alcol e stupefacenti), in Germania si discute nel Bundestag su provvedimenti e interventi ancora più pesanti e ancora più restrittivi, che vanno nel senso della tolleranza zero nei confronti di chi fa uso di bevande alcoliche. Lo stesso discorso vale per la Francia. Ad alcune anime pie della sinistra estrema che scattano in piedi in quanto ritengono che noi siamo eccessivamente sanzionatori nei confronti di chi abusa di tali sostanze, ricordo che in Francia, se si abusa di alcol, non solo viene confiscato il veicolo, ma si applica una sanzione di 9 mila euro e, addirittura, la patente viene sospesa per dieci anni! Non è affatto vero, quindi, che con un questo provvedimento ci stiamo ponendo fuori dall'Europa. Siamo, invece, ancora in ritardo rispetto alle scelte operate dagli altri Paesi europei.
Noi non siamo amanti della sanzione, ma dobbiamo renderci conto che quando parliamo di sicurezza stradale dobbiamo tener presente dei dati macroscopici che, in una recente audizione in Commissione, qui alla Camera, sono stati forniti dal presidente dell'ACI, il quale ci ha riferito che il 60 per cento - Beltrandi, non una percentuale minore - degli incidenti sono dovuti a fattori umani, il trenta per cento a fattori ambientali e il dieci per cento alle condizioni del veicolo.
Si pone, quindi, un problema relativo al comportamento, all'educazione alla guida e alle necessarie sanzioni da comminare nei confronti di chi non rispetta le regole. Non rispettare le regole significa, infatti, mettere a repentaglio la propria e anche la vita degli altri!
Vi fornisco un altro dato sfuggito al dibattito odierno e, che pur tuttavia, è di per sé angosciante. Nei tanti interventi svolti in questo lungo iter parlamentare sul provvedimento in esame non abbiamo parlato dei pedoni. I pedoni sono tra i più colpiti; cittadini assolutamente inermi che non possono far nulla nei confronti di chi non rispetta, ad esempio, neanche i passaggi pedonali e non tiene conto neanche della necessità di ridurre la velocità, soprattutto la notte.
Quelli elencati sono tutti dati che debbono far comprendere la necessità di intervenire sul piano sanzionatorio e del controllo...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SILVANO MOFFA. ... dove evidentemente si ravvisa una carenza assoluta del nostro Paese.
Mi appello al Ministro affinché si proceda non soltanto ad una riforma del codice della strada (magari anche depurandolo di tante disposizioni inutili e asciugandolo moltissimo per rendere le norme più chiare e capaci di incidere in maniera più profonda), ma anche verso l'individuazione di risorse finanziarie adeguate in questo campo.
Non si può, infatti, fare sicurezza se non ci sono investimenti adeguati.
Per tali ragioni, preannunzio che il gruppo di Alleanza Nazionale si asterrà dal voto, perché siamo convinti che alcune modifiche che, su nostra sollecitazione, sono state anche accolte, potranno permettere qualche miglioramento. Signor Ministro, vi è, però, ancora molto da fare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pedrini. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci apprestiamo a votare il disegno di legge in esame, che sicuramente non riscuote la nostra totale condivisione. Capiamo, però, che era necessario sbrigarsi e cercare, quindi, di approvare un provvedimento che migliorasse la situazione sulle nostre strade, a dir poco disastrosa.
Ringrazio, comunque, il ministro Bianchi per la sensibilità dimostrata in questi ultimi giorni nel tentare di venire incontro a norme ancora più stringenti, che possono permettere di migliorare i livelli di sicurezza nelle strade. Ogni anno, purtroppo, secondo alcune fonti, vi sono circa 8 mila decessi, 170 mila ricoveri ospedalieri, 600 mila prestazioni di pronto soccorso non seguite da ricovero. Il dato assume maggiore rilievo se si considera che il 50 per cento dei decessi per incidente stradale avviene prima del compimento di quarantuno anni di età, mentre il 25 per cento prima del compimento di ventitré anni. Negli ultimi trent'anni sono morti in Italia, per incidente stradale, circa 300 mila persone, un terzo delle quali aveva tra i quindici e i ventinove anni.
Nonostante l'Unione europea e i singoli Stati membri abbiano condiviso un obiettivo importante ed impegnativo - ossia dimezzare, entro il 2010, il numero di vittime della strada - il suo raggiungimento, in base al rapporto della Commissione europea di medio termine sul programma di sicurezza stradale, è ancora lontano.
Faccio riferimento anche alle parole di Kofi Annan, drammatiche rispetto al numero di morti che vi sono nel mondo per incidenti stradali, ricordando che, poche settimane or sono, abbiamo celebrato la settimana della sicurezza stradale. Il disegno di legge in esame, che è il primo, spero sia seguito da altri provvedimenti, nei quali si faccia riferimento con maggiore forza e maggiore insistenza al concetto fondamentale della sicurezza stradale, quello della prevenzione, che deve non solo riguardare l'individuazione di strumenti punitivi, ma anche mettere in atto tutte gli interventi possibili per evitare incidenti.
Ricordo che, ogni anno, le vittime della strada sono 60 mila, 8 mila delle quali, secondo alcune fonti, sono di incidenti mortali, con una spesa che incide ogni anno sul Servizio sanitario nazionale per l'enorme cifra di 35 miliardi. Al di là del dato economico, dobbiamo impedire che vi siano famiglie rovinate e che i nostri giovani trascorrano i restanti anni della loro vita su una sedia a rotelle.
Ciò che manca, signor Ministro - e dovremmo subito formulare una proposta al riguardo - è l'applicazione delle nuove tecnologie al sistema dei trasporti. Oggi i sensori permettono di allertare la macchina quando un'altra passa troppo vicino: tale principio della tecnologia, se fosse applicato già oggi, eliminerebbe un enorme numero di incidenti stradali. Penso al sistema GPRS, al sistema Galileo - al quale l'Italia ha dato la propria adesione con le proprie aziende e con l'impegno, questa volta non secondario, del Governo italiano - che rende possibile, in qualche Paese, la sperimentazione della guida per i ciechi.
Se vi è, quindi, con il sistema GPRS, il sistema Galileo, la possibilità di guida per persone non vedenti, significa che è possibile intervenire con la tecnologia per ridurre il numero degli incidenti.
In Commissione trasporti, oggi, abbiamo affrontato purtroppo il caso dello scontro che ha coinvolto due treni in Sardegna. Se tali strumenti tecnologici, attualmente disponibili, peraltro non costosi, fossero applicati, o fossero stati applicati in quella circostanza, non vi sarebbe stato lo scontro tra le due locomotive, né i morti. Gli stessi principi valgono parimenti anche per il sistema stradale.
Su un altro aspetto occorre intervenire con un impegno costante: il monitoraggio del rispetto delle norme. Una delle principali cause di incidente stradale sono le condizioni dei fondi stradali e la carenzaPag. 57della segnaletica. Troppi enti locali e, soprattutto, alcune province - a questo riguardo, sono in possesso di dati e di ricerche svolte - impiegano le proprie disponibilità finanziarie in spese generali, invece di impegnarle per il rifacimento di tutta la segnaletica stradale.
Solo il 4 per cento della segnaletica nel nostro Paese è a norma, nonostante vi siano disposizioni in materia che ne impongono il rifacimento. Al riguardo, vorrei suddividere la questione in due parti. Da una parte, vi sono gli enti locali, d'altra, gli enti concessionari. Mi riferisco anche a chi gestisce le autostrade privatizzate, che hanno aumentato le tariffe ma non hanno destinato le maggiori risorse ottenute ad interventi di manutenzione e alla segnaletica, con conseguente danno. A breve si avrà anche che le società di assicurazione rifiuteranno di risarcire i danni per incidenti stradali proprio perché la segnaletica non è a norma.
Un altro problema riguarda, come detto, il fondo stradale. I comuni, le province e gli enti concessionari devono procedere con maggiore determinazione sotto questo profilo. Vi sono tutta una serie di investimenti che non vengono effettuati dalle concessionarie. Ho riscontrato un'eccessiva timidezza da parte del Parlamento ad intervenire nei confronti di tali enti concessionari. Mi sarei aspettato, invece, una maggiore durezza e determinazione nel fare rispettare la legge. In alcune autostrade mancano corsie di sicurezza e colonnine SOS che, se non mancano, sono difettose. Vi sono difetti nei sistemi di soccorso, con tutte le conseguenze che possono determinarsi a seguito di un mancato pronto soccorso.
Tornando, quindi, agli enti locali, non posso leggere che su alcuni bilanci di comuni bisogna sperare nell'aumento delle sanzioni amministrative per raggiungere l'equilibrio finanziario. Non è quello lo scopo delle sanzioni amministrative e dell'autovelox, che è, invece, quello di svolgere una funzione pedagogica e di prevenzione degli incidenti.
Signor Ministro, vista la sua sensibilità su questo argomento, la pregherei, se ci può aiutare, anche in considerazione degli interventi rivolti al Ministro della pubblica istruzione, di adoperarsi per fare in modo che l'educazione stradale inizi dai banchi della scuola primaria. L'educazione stradale, inoltre, deve far parte di un capitolo dell'educazione civica; dando in questo senso un'impostazione pedagogica ai nostri bambini fin da piccoli, si può arrivare poi ad ottenere dagli stessi un comportamento innato di rispetto per le vite nostre, delle famiglie e degli altri.
In questo modo, daremo un contributo al recupero del gap che abbiamo rispetto agli altri Paesi dell'Unione Europea. In base a notizie diffuse dai media questa mattina, risulta che gli altri Paesi europei hanno già recepito le direttive impartite dall'Unione Europea in questo campo.
Dobbiamo cercare, per il rispetto di tutti i cittadini e, soprattutto dei nostri giovani, di fare in modo che questa impostazione ci permetta di non essere più, in tema di salvaguardia della vita dei nostri giovani, il fanalino di coda e raggiungere una posizione di prestigio, di rilievo, di primo piano tra i Paesi dell'Unione europea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, signor Ministro, in primo luogo devo fare un'osservazione. Forse sarebbe stata opportuna, signor Presidente, una diretta televisiva per un dibattito così importante e ovviamente così significativo, anche per bilanciare un'attenzione di carattere generale che in queste ore è rivolta verso il Lingotto di Torino. Certamente lo dico a mio nocumento, perché se vi fosse stata la diretta televisiva non sarei stato io a svolgere la dichiarazione di voto, non avrei avuto questo privilegio e questa opportunità.
Esprimo qualche altra considerazione. Abbiamo seguito questo provvedimento con molta attenzione. Per dire la verità, signor Ministro, non è un provvedimento che ci entusiasma. Nella precedente legislatura,Pag. 58come hanno ricordato moltissimi colleghi, avevamo iniziato, attraverso una serie di interventi e un provvedimento che va sotto il nome di «patente a punti», un processo importante e fondamentale, che al di là delle norme e delle misure introdotte, esprimeva un'esigenza e una cultura, e tentava un'inversione di tendenza in un Paese che certamente si sofferma sull'incidentistica stradale, ma in termini non sofferti, molte volte distratti, valutando soprattutto le statistiche e non i drammi che stanno dietro agli incidenti stradali.
Non v'è dubbio che un provvedimento come questo è un dato, ma non esaustivo, e forse è più diretto a determinare certe situazioni e riassumere alcune misure che non rivolto ad indicare un percorso nuovo, visto che abbiamo più volte tentato di affermare che il tema della sicurezza stradale non riguarda un particolare ministro e ministero: il tema della sicurezza stradale deve riguardare il Governo nel suo complesso.
Ecco perché certamente ho apprezzato la sua presenza, la sua attenzione di questi giorni, signor Ministro, ma vi è una disattenzione generale; e stiamo parlando di un provvedimento che contiene semplicemente delle misure e dà poco spazio alla prevenzione e alla formazione.
Di certo, su questo provvedimento si doveva concentrare l'attenzione del Ministero della pubblica istruzione, degli altri ministeri, ma soprattutto della Presidenza del Consiglio dei ministri: o si opera un riconoscimento dell'urgenza, forte e drammatica - i morti sulle strade -, oppure andiamo avanti con misure che sono forse importanti, ma non ovviamente esaustive.
Voi, con questo provvedimento, avete aggravato le sanzioni (vi sono sanzioni accessorie) e abbiamo anche accettato, compreso e capito molte di queste misure. Ma vi è una domanda di fondo: perché sta perdendo terreno e si sta svuotando il provvedimento sulla patente a punti? Noi l'abbiamo detto in quei giorni, anche nelle aule parlamentari, anche nel Paese: abbiamo sostenuto più volte che non erano sufficienti le misure, se non vi era una consapevolezza nuova, una coscienza nuova, una capacità di recepire culturalmente un percorso che veniva certamente indicato dalle misure contenute nelle norme.
Le norme non sono, di per sé stesse, un dato sufficiente, se non vi è un recepimento, una sensibilizzazione diffusa all'interno del nostro Paese. Ecco perché avevamo chiamato in causa anche la scuola, il volontariato, un diverso modo di agire e di impegnarsi da parte della maggioranza e del Governo.
Pertanto, ritengo che, quando parliamo di provvedimenti sanzionatori, possiamo anche ampliare l'area delle sanzioni, inasprirle, ma il Ministro dell'interno - lo voglio chiamare in causa - non potrà limitarsi ad interessarsi con i suoi funzionari di tali provvedimenti solamente per aggiustare alcuni aspetti. Il Ministro dell'interno deve assumersi le proprie responsabilità, perché il nostro territorio non è assolutamente controllato! Le forze di polizia, la polstrada non sono sufficientemente coordinate. Allora, il rischio è prevedere misure che rimarranno inefficaci perché non c'è il controllo effettivo e reale del territorio.
Quando si parla di sicurezza stradale, signor Presidente, ci sono varie opinioni e lo abbiamo visto anche in Assemblea; ma ciò avviene perché c'è una corsa a salvare le vite umane o perché c'è anche (e fa sempre più impressione vederlo apparire, prendere corpo e diventare forte) un interesse di alcuni ben determinati settori che attraverso le norme, i provvedimenti sulla sicurezza, intendono amplificare e rafforzare le proprie sicurezze, i propri benefici?
Abbiamo visto lo scontro che si è verificato. Parliamoci con estrema chiarezza: quando sulla proposta emendativa dell'onorevole Pedrini avevamo affermato che valeva la pena spendersi per obbligare i concessionari delle strade ad impiegare parte degli introiti, dei loro bilanci, per investire sulla sicurezza delle strade, c'è stata una sollevazione popolare! Lo schieramento della sinistra, fortemente impegnato a favore dei ceti medi, dei ceti piùPag. 59poveri o dei proletari, si è trovato fortemente impegnato e coalizzato a difendere gli interessi del grande capitale, di chi lucra sulle risorse da destinare a favore della sicurezza stradale [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
Ritengo, signor Presidente, che esiste un dato forte sul piano culturale che ci distingue, tant'è vero che sulla questione della droga si è spaccata anche la maggioranza, proprio perché ciò rappresenta un elemento culturale, come hanno detto poco fa gli onorevoli Giovanardi e Casini durante lo svolgimento del question time. Nessuno vuole avere condizionamenti sulla riduzione dell'uso delle droghe e sono state previste sanzioni e misure per coloro che guidano in stato di ebbrezza o che hanno fatto uso di sostanze stupefacenti. È un dato culturale: c'è l'uomo nel suo insieme, e soprattutto una visione della storia, della società e della vita che ci ha contrapposto nella realtà del dibattito.
Signor Presidente, signor Ministro, certamente non esprimiamo un parere contrario sul provvedimento, perché a che cosa servirebbe, se c'è una maggioranza che si schiera compatta a favore? Siamo anche convinti che occorra fare uno sforzo; la nostra - come si dice con una frase fatta - è un'apertura di credito nei confronti del Governo, perché tale provvedimento non rimanga fine a se stesso, non sia un terreno di scontro di interessi e di conflitti che non hanno nulla a che fare con la sicurezza stradale e con la difesa della vita umana.
Noi cerchiamo di rilanciare fortemente tale messaggio, consapevoli che il Paese ci ascolterà, almeno quello che non ha posto la sua attenzione al Lingotto per questa grande «enunciazione» - un termine che ricorda troppo la religione cattolica, per carità di Dio -, per questa grande nomination o investitura. C'è un Parlamento che discute dei drammi delle famiglie, della futura storia del nostro Paese e del nostro mondo. Lo abbiamo fatto anche quando abbiamo voluto introdurre, e concludo, signor Presidente, la guida accompagnata come esempio di formazione. Consentire a 16 anni di guidare con il foglio rosa accompagnati da un tutor significa riconoscere che la formazione è importante, visto che la maggior parte degli incidenti umani avviene per cause riconducibili al guidatore e soprattutto all'uomo.
Per tali motivi, ci asterremo, con la speranza che questo dibattito sia recepito nella sua importanza e sia valutato oggi, domani e negli anni a venire (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, a distanza di due mesi, dopo un'intensa fase di dibattito, finalmente oggi riusciamo a licenziare il provvedimento recante «Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale». Voglio ringraziare tutti i collaboratori della Commissione che hanno prestato la loro opera, il presidente, relatore Meta, i colleghi commissari e il Ministro Bianchi, il quale, partecipando attivamente ai lavori della Commissione, ha dato un contributo significativo alla comprensione e al superamento di certi momenti di difficoltà. Tutti - nessuno credo possa negarlo - hanno cercato, in base ai propri convincimenti, di fornire con serietà il proprio contributo.
Ciò, però, non significa che il nostro giudizio complessivo sia totalmente positivo. Forza Italia intende formulare sul risultato finale del provvedimento delle perplessità e, quindi, annuncio sin d'ora che ci asterremo sul testo che sarà posto in votazione.
Definirei questo il provvedimento del «vorrei ma non posso». Innanzitutto, lo abbiamo già evidenziato, occorre ammettere che il «pacchetto sicurezza» è in ritardo sui tempi: era stato annunciato a gran voce alla fine del mese di marzo come un provvedimento urgente, ma è stato presentato alla Camera come disegnoPag. 60di legge e, solo a distanza di due mesi, questa Camera lo licenzia. Gli italiani si chiedono se sarà approvato per l'inizio dell'esodo estivo.
Ma se la sicurezza è considerato un bene così primario che deve essere garantito a tutti, perché non è stato emanato un provvedimento di urgenza? Le motivazioni emerse nel corso del dibattito hanno chiarito la ragione: il Governo non ha voluto correre il rischio di assumersi la responsabilità di intervenire su un tema così stringente e delicato, perché le condizioni della propria coalizione non lo consentivano. Lo abbiamo visto durante il dibattito. Ora il provvedimento verrà inviato al Senato e, in quella sede, speriamo che il Governo sappia dimostrare che conta più la sicurezza dei cittadini rispetto alle divisioni ideologiche presenti nello schieramento che lo sostiene. Il futuro ci dirà se sarà così e gli italiani lo giudicheranno: non c'è dubbio.
Nel merito, in sede di discussione sulle linee generali, il capogruppo della Commissione trasporti, onorevole Angelo Sanza, aveva elencato una serie di questioni da affrontare e le contraddizioni presenti nel disegno di legge: la sicurezza non si può realizzare solo con l'incremento delle sanzioni, ma bisogna assicurare che le norme siano applicate e rispettate. Per garantire tale finalità, bisogna effettuare i controlli, di cui oggi evidenziate la necessità. Ma, signor Ministro, voi siete al Governo da più di un anno e, il 23 aprile, l'onorevole Viceministro Minniti ci diceva che questi controlli, ad esempio nel settore dei mezzi pesanti, addirittura erano diminuiti di 2 mila unità, il che significa 2 mila controlli in meno: e poi venite a dirci che bisogna effettuare controlli! Fateli e non annunciateli!
Vede, signor Ministro, lei più volte nel corso del dibattito ha assicurato di condividere - e siamo certi che sia così - alcuni emendamenti diretti a favorire una maggiore sicurezza. Ma, successivamente al parere positivo espresso su quegli emendamenti, lei si è limitato ad annunciare una condivisione ideologica e, al massimo, a proporre di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.
Con i rinvii, con gli ordini del giorno e con gli impegni verbali non si realizza la sicurezza: occorrono i fatti. Il difetto di questa maggioranza è che non ha avuto la determinazione necessaria, né ha potuto dimostrare di avere il coraggio di sostenere le idee che avevano permeato quel provvedimento. Capisco che bisogna possederle!
E così avete elaborato un provvedimento che oscillava tra norme persecutorie e norme inefficaci. Avete agito prevalentemente sull'incremento delle sanzioni, ma non avete introdotto elementi decisivi per la sicurezza. Nessun potenziamento dei controlli è contenuto nel vostro disegno di legge, nessun incentivo agli agenti preposti ai controlli, nessuna severità su coloro che si pongono alla guida senza essere titolari di patente.
Dopo una prima dimostrazione di severità, avete ripiegato su norme meno incisive, più comode, più consone alla vostra composita maggioranza. Perché? A chi dava fastidio che si colpisse il responsabile che si pone alla guida senza essere in possesso dei necessari titoli di guida? Eppure, non avete voluto, o potuto, confermare l'articolo che prevedeva di sanzionare con l'arresto o con la revoca della patente chi si poneva alla guida di un autoveicolo senza aver conseguito il permesso di condurlo. Questo non significa incrementare la sicurezza!
Sulle normative che colpiscono coloro che fanno uso di stupefacenti, o che abusano di sostanze alcoliche, avete oscillato sulle quantità, sulla modica dose giornaliera, anziché introdurre norme appropriate. Per coloro che si pongono alla guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico pari allo 0,6 per cento, infatti, avete mantenuto la sanzione dell'arresto, rifiutando di graduare le sanzioni rispetto al tasso alcolemico.
Se la ragione che vi ha indotto su una simile posizione è che volete combattere la guida in stato di ebbrezza, perché non avete avuto il coraggio di applicare laPag. 61regola «o si beve o si guida», come suggeriva l'onorevole Angelo Sanza? Se, invece, volevate mantenere una certa flessibilità, perché non avete accettato la gradualità delle sanzioni, come proposto dall'opposizione? Si doveva scegliere, non «traccheggiare»!
Eppure, l'onorevole Angelo Sanza aveva riferito, nella relazione iniziale sul provvedimento in esame, quali erano i precisi effetti che l'alcol ingenera sui conducenti. Basta un bicchiere di vino per compromettere funzioni rilevanti, come la memoria a breve termine o la coordinazione oculomotoria, in presenza di simboli devianti. Questo è ciò che produce un bicchiere di vino!
Ovviamente, l'effetto di stupefacenti o delle sostanze psicotrope ha la medesima conseguenza, ma anche su questo avete esitato. La vostra impossibilità a decidere vi ha indotto a tornare precipitosamente sui vostri passi e a mantenere un profilo basso, per nulla innovativo; questo, per non scontentare una parte della vostra maggioranza, quella radicale, che, a differenza della parte riformista, ha avuto almeno la coerenza di manifestare il dissenso e di sostenerlo nelle discussioni, giungendo fino a votare contro su alcune proposte emendative.
Avete rifiutato, infatti, che potessero essere previsti controlli a campione sui conducenti dei mezzi pesanti. Abbiamo appena ascoltato l'onorevole Olivieri, che si è attribuito questo merito; evidentemente, all'interno del dibattito nella maggioranza, è una condizione che è stata posta. Eppure, il 23 aprile 2007, quando fummo raggiunti dalla notizia che un rom ubriaco aveva «falciato» quattro ragazzi ad Appignano, in provincia di Ascoli Piceno, la maggioranza dei presenti, allora, fu pronta ad invocare la «tolleranza zero», un concetto ora scomparso. Ma non solo: avete anche rifiutato di estendere ai conducenti di autoveicoli inferiori alle 3,5 tonnellate, adibiti al trasporto professionale, le medesime sanzioni previste per i conducenti che guidano automezzi con portata superiore alle 3,5 tonnellate. I dati, tuttavia, dimostrano che quegli automezzi partecipano a quasi il 25 per cento degli incidenti sulla strada. Per la cronaca, quel rom era alla guida di un automezzo di portata inferiore alle 3,5 tonnellate. Complimenti per la coerenza!
In sostanza, non siete stati in grado di decidere quale atteggiamento assumere ed avete «ondeggiato», perché non prendete come riferimento i dati.
Questa mattina, mettendo la propria firma su un ordine del giorno che non c'entrava nulla, un deputato ha sollevato la questione dell'Autobrennero, perché su quel tratto autostradale ci sono 360 chilometri di divieto di sorpasso per i mezzi pesanti. Ma che senso ha citare dati che non esistono, che non tengono conto del dato di incidentalità, della riduzione che si è registrata su tutta la rete, dimostrando che, invece, il divieto, quello sì, giusto, in alcuni tratti, aveva prodotto un risultato significativo?
Non si fa sicurezza in questo modo, alterando i dati! È stato evidenziato come iniziative scoordinate, assunte dai comuni o dagli enti proprietari delle strade al solo fine di far quadrare i bilanci, oltre che essere profondamente inique e contrastanti con il principio della prevenzione, non sono in linea con le più elementari norme di sicurezza della circolazione...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
PAOLO UGGÈ. Concludo, Presidente. Vi abbiamo proposto di intervenire per porre fine a quelle che sono vere e proprie rapine o pedaggi a pagamento; avete avanzato scusanti francamente inaccettabili e deboli, mantenendo in vita un sistema vessatorio, utile solo a fare cassa per gli enti proprietari delle strade. Così non cambierà nulla! Gli italiani continueranno a pagare! Non è, certamente, attraverso il rinvio delle norme vigenti o mediante ordini del giorno che tale problema si affronta e si risolve!
Potrei proseguire con altri esempi, ma voglio evidenziare alcuni aspetti positivi che, invece, sono stati introdotti: ad esempio, la riformulazione delle sanzioni per i conducenti dei mezzi pesanti, sia per laPag. 62velocità che per il superamento dei tempi di guida e di riposo, aggravate da un lato dalla norma che rende impossibile la prosecuzione del viaggio se non dopo aver recuperato...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Uggè.
PAOLO UGGÈ. Vado alla conclusione...
PRESIDENTE. È già oltre il tempo, la pregherei proprio di concludere.
PAOLO UGGÈ. Abbiamo, quindi, introdotto aspetti significativi, tra cui vorrei citarne uno, a mio avviso, estremamente indicativo: mi riferisco alla possibilità, per i giovani, di avviare un periodo di apprendimento, che consenta di iniziare la vita di conducente in condizioni di conoscenza di ciò che avviene quando ci si mette alla guida del veicolo. Tuttavia, per tutte queste ragioni, perché non avete saputo affrontare con la dovuta serietà - né avete potuto e voluto mantenere - gli obiettivi che vi eravate prefissati, ci asterremo sull'intero provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Velo. Ne ha facoltà.
SILVIA VELO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo L'Ulivo sul disegno di legge riguardante disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale, che è stato a lungo discusso in questi giorni.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 19,10)
SILVIA VELO. Tale provvedimento nasce, su iniziativa del Governo, dall'esigenza improrogabile di mettere in campo misure qualificate, volte a ridurre il tasso di incidentalità sulle strade italiane.
Abbiamo iniziato la discussione il 23 aprile, in occasione della prima settimana mondiale della sicurezza stradale, nella chiara consapevolezza di quanto fosse urgente assumere alcune decisioni immediate e anche nella convinzione che fosse opportuno che il Parlamento desse al Paese un segnale di attenzione nei confronti di un tema così rilevante.
Nella discussione sulle linee generali del provvedimento e in quella sulla mozione sulla sicurezza stradale, è emerso con chiarezza quale sia il livello di emergenza a cui, ormai, si è arrivati. Siamo, purtroppo, uno dei Paesi in Europa che ha il più alto livello di incidentalità sulle proprie strade, con un traguardo - che definisco vergognoso - di quasi 6 mila morti l'anno.
A questo punto di partenza, così negativo per l'Italia, si aggiunge una tendenza preoccupante del tasso di riduzione dell'incidentalità degli ultimi anni, che è andato notevolmente rallentando, annullando l'iniziale - e solo iniziale - effetto positivo prodotto dall'introduzione della patente a punti.
Con questo provvedimento, opportunamente, introduciamo importanti modifiche alla normativa esistente, nell'ottica di una maggiore sicurezza stradale.
Tengo a sottolineare che la IX Commissione (di cui faccio parte), il relatore, il Ministro e il Parlamento hanno condotto questo percorso di discussione attraverso un lavoro intenso e approfondito, dando un notevole contributo al testo, tanto è vero che il provvedimento, che abbiamo discusso e che oggi ci apprestiamo a votare in Assemblea, risulta modificato in maniera consistente e positiva rispetto al testo originario.
Pertanto, in molti hanno contribuito al risultato finale e molti deputati, intervenuti oggi, come ho già detto poc'anzi, hanno migliorato il testo finale. Nel ritenere necessario soffermarmi su alcune delle misure maggiormente significative e qualificanti contenute nell'ambito del provvedimento in discussione, mi preme sottolineare che, talvolta, in un dibattito comunque intenso e qualificato, vi sono stati molti interventi esulanti dal merito,Pag. 63riferiti ad altro, che descrivevano un provvedimento diverso da quello in discussione.
È vero che, nel disegno di legge in esame, sono presenti alcuni inasprimenti delle sanzioni, ma questi ultimi riguardano, soprattutto, i comportamenti maggiormente a rischio per la sicurezza - quali la guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti o utilizzando il telefono cellulare o altri apparecchi elettronici - che, statisticamente, si presentano a maggior rischio di incidenti.
D'altra parte, il provvedimento che si sta per porre in votazione, contiene sanzioni di gran lunga più ridotte rispetto al testo originario ma, comunque, in linea e a volte inferiori rispetto a quelle mediamente previste nei paesi europei.
Inoltre, sono previste misure di salvaguardia per i neopatentati, per i quali si circoscrive la possibilità di guidare vetture con potenza elevata, e, altresì, misure di grande rilevanza che si muovono nell'ottica della prevenzione e formazione.
In primo luogo, come da molti già sottolineato, è prevista l'introduzione del foglio rosa all'età di sedici anni, che permetterà ai sedicenni, accompagnati da un tutor e dopo un adeguato percorso formativo, di espletare un periodo di tirocinio simile a quello che si effettua negli altri Paesi europei.
Un ulteriore punto importante del provvedimento, che, in questa sede, ritengo debba essere sottolineato, è rappresentato dall'articolo 21, il quale prevede che le maggiori entrate derivanti dalle sanzioni incrementate tramite il provvedimento in esame, devono essere destinate all'ammodernamento e alla messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, nonché al potenziamento dell'illuminazione, al miglioramento della segnaletica stradale e alla realizzazione di campagne di prevenzione. Si tratta di risorse che la maggioranza e il Governo non hanno trovato né nelle casse dello Stato, né in quelle dell'ANAS, né in quelle degli enti proprietari delle strade.
Infine, nel quadro generale, vorrei sottolineare, analogamente a quanto già detto da altri, un ordine del giorno predisposto in maniera unitaria da parte della Commissione trasporti, che impegna il Governo ad adottare, entro il 31 agosto, i decreti di assegnazione dei fondi già stanziati nella legge finanziaria per l'anno 2007 che devono essere destinati, almeno per un terzo, al potenziamento dei controlli stradali e, per un terzo, alle campagne informative rivolte ad incrementare la sicurezza stradale. È stato possibile approvare tale ordine del giorno, con il parere favorevole del Governo, in quanto nell'attuale legge finanziaria, questa volta, sono presenti tali risorse. Nella legge finanziaria precedente tali risorse non erano presenti. È scarso il numero dei controlli, citati da molti, che il Ministero dei trasporti e il Ministero dell'interno hanno ereditato dal precedente Governo.
Pertanto, non comprendo per quale motivo vi siano stati alcuni interventi polemici in merito, perché, nella scorsa legislatura, si è arrivati a 200 mila controlli. Analogamente, lo dico con franchezza, non si comprende la polemica sulle concessioni, che sono state rinnovate dal precedente Governo ai concessionari autostradali, senza sanzioni, mediante un emendamento presentato da parte del Governo alla legge di conversione di un decreto-legge, che non aveva nulla a che vedere con le concessioni stradali. Oggi ci sono degli interventi a favore dei cittadini, ieri c'erano interventi a favore delle concessionarie. Questa è la novità!
A questo punto è bene ricordare anche il lavoro importante svolto dai Ministeri della salute e del lavoro, che stanno predisponendo un apposito provvedimento in materia di accertamenti per chi conduce mezzi pubblici e trasporta persone, per accertare l'assenza di tossicodipendenze. Quindi, anche questo è un provvedimento che si affianca a questo disegno di legge.
Infine, il provvedimento contiene la delega al Governo per la revisione complessiva del codice della strada. Siamo consapevoli che su questo tema occorre un disegno organico e programmato, rivendichiamo il fatto che questa fosse la sede opportuna dove introdurre la delega e,Pag. 64come Commissione, ci impegneremo in questo percorso di revisione del codice della strada.
Concludo auspicando che la grande attenzione che si è creata, anche in Parlamento, nei confronti della prima settimana mondiale per la sicurezza stradale, si mantenga anche nel prossimo futuro, perché l'obiettivo che il nostro Paese ha assunto in sede europea di ridurre del 50 per cento, entro il 2010, il tasso di mortalità sulle strade è un obiettivo ambizioso, su cui non ci possiamo permettere di fallire.
È bene ricordarci che dobbiamo lavorare, un giorno dopo l'altro, un passo dopo l'altro, per raggiungere questo obiettivo, avendo presente che questo significherà avere tremila morti in meno fra i cittadini italiani, spesso giovani, spesso con le famiglie che li aspettano a casa.
Con questo spirito, voteremo a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.