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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative per il monitoraggio dell'offerta sanitaria e per il controllo della spesa sanitaria, con particolare riferimento all'esternalizzazione di servizi - n. 3-01028)
PRESIDENTE. Il deputato Affronti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01028 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8) per un minuto.
PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, signor Ministro, non passa settimana senza che si verifichino eventi gravi che coinvolgono direttamente la salute e la sicurezza del cittadino nelle strutture sanitarie. Di tali eventi si chiede spesso conto direttamente alle istituzioni centrali, ma il Ministero non ha spesso informazioni da monitorare perché l'informazione verso il livello centrale è scarsa.
Rileviamo, però, che troppi sono i servizi esternalizzati, anche con l'impiego di personale infermieristico a convenzione, e che scarsi sono i controlli per le numerose aziende esterne, anche per quelle dei servizi tecnici, sempre più numerose.
Chiedo dunque, signor Ministro, se il Governo non intenda avviare un'azione di controllo intesa non come invasiva delle competenze regionali, ma come azione di governo del sistema per garantire ad esso efficienza, economicità e qualità.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO AFFRONTI. Monitorare le attività delle strutture significa evitare interventi specifici ogni qual volta Ministero e Parlamento sono chiamati a rispondere di un malfunzionamento.
PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Livia Turco, ha facoltà di rispondere.
LIVIA TURCO, Ministro della salute. Signor Presidente, l'attività di monitoraggio del Ministero sull'andamento della salute e della spesa sanitaria è, com'è ovvio, compatibile con le norme del Titolo V della Costituzione. La prima linea di intervento è costituita dal sistema di monitoraggio e garanzia dei livelli essenziali di assistenza (LEA). Una seconda linea di intervento, che è stata recentemente promossa, si accompagna alla promozione dei piani di rientro delle regioni che hanno ereditato pesanti deficit: in proposito, occorre osservare che quella dei piani di rientro si sta dimostrando un'azione efficace non soltanto per il controllo della spesa sanitaria, ma anche per la promozione di indirizzi di politica sanitaria maggiormente corrispondenti alla salute dei cittadini (ad esempio, perché si incide e si sollecita fortemente lo spostamento dalla medicina ospedaliera a quella territoriale).
Desidero, inoltre, sottolineare che una particolare attenzione è posta sulla valutazione dell'efficacia degli interventi sanitari realizzati dai sistemi regionali aziendali, secondo tre direttive: valutazione delle risorse economico-finanziarie, ma anche strutturali, tecnologiche e professionali; valutazione dei procedimenti; valutazione degli esiti e, dunque, dell'efficacia.
Coerentemente con tale impostazione, sono già in atto linee nazionali valutative dei sistemi regionali o implementative di buone pratiche. Ne cito solo alcune: il sistema di monitoraggio e garanzia dei LEA, previsto dall'articolo 9 del decreto legislativo n. 56 del 2000; gli strumenti di monitoraggio del rischio clinico, avviati di recente, che sono comprensivi della segnalazione dei cosiddetti «eventi sentinella» nell'ambito di un sistema nazionale per la sicurezza delle cure (è questo un nuovoPag. 31strumento che abbiamo attivato); la definizione di raccomandazioni in materia di sicurezza delle cure pubblicate sul sito del Ministero della salute; l'intervento dei tecnici ministeriali a supporto dei governi regionali nelle situazioni emergenti di gravi carenze strutturali ed organizzative; il progetto collaborativo «Mattone» Ministero-Regioni, mirato a specifici sistemi di valutazione degli esiti; il progetto collaborativo «Mattone» Ministero-Regioni, per lo sviluppo dell'appropriatezza clinica ed organizzativa; il progetto collaborativo «Mattone» Ministero-Regioni dedicato agli standard qualitativi dei LEA.
La tematica della qualità dell'assistenza come bilanciamento della pur doverosa attenzione agli eventuali disavanzi è stata, inoltre, oggetto di una necessaria considerazione nella predisposizione dei piani di rientro delle regioni interessate dall'applicazione di quanto previsto dalla legge finanziaria per il 2007. Infatti, i piani di rientro devono contenere non solo le misure necessarie all'azzeramento del disavanzo entro il 2010...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LIVIA TURCO, Ministro della salute. ... ma anche il piano di riequilibrio del profilo erogativo dei livelli essenziali di assistenza per rendere quest'ultimo conforme con il piano nazionale di definizione dei LEA. Posso, dunque, affermare che sono state attivate misure significative di controllo, dal punto di vista qualitativo, dell'attività dei governi regionali.
PRESIDENTE. Il deputato Affronti ha facoltà di replicare.
PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, desidero ringraziare il signor Ministro: debbo infatti dichiararmi soddisfatto e dare atto del lavoro svolto in questo senso dal Ministero della salute. Vorrei, però, ribadire che i LEA, il rischio clinico o l'«evento sentinella» costituiscono solo la punta dell'iceberg; vi sono, infatti, molti altri casi da considerare: il rischio di funzionamento per le apparecchiature, la loro manutenzione e l'esternalizzazione dei servizi no core, che possono generare infezioni a causa di filtri non adeguati, di carenza di pulizia o della giacenza dei rifiuti.
I controlli effettuati dalle aziende sanitarie, guidate da un manager diverso da quello che immaginava Donat Cattin al momento della riforma, hanno, infatti, obiettivi di economicità del sistema spesso esasperati.
Vengono considerati solo taluni aspetti, senza perfezionare i controlli interni con strutture adeguate e professionalmente adatte a gestire e fronteggiare i rapporti con le ditte esterne, che si sono aggiudicate opere al massimo ribasso e con capitolati difficili da gestire.
Quando si parla di qualità, i controlli devono essere estesi, in maniera puntuale, anche alle strutture private e convenzionate, alcune delle quali, anche nella realtà lombarda presa da molti ad esempio, hanno rilevato non poche criticità.
Occorre porre un freno alla ricerca di personale infermieristico attraverso agenzie interinali: troppo spesso, infatti, si fa abuso di personale scarsamente fidelizzato, che lavora tre o sei mesi e non fa neanche in tempo a conoscere e ad apprendere i protocolli terapeutici dei singoli ospedali.
Con riferimento al personale infermieristico ritengo, signor Ministro, che sia opportuno, d'intesa con il Ministro dell'università, aprire nuove scuole per lauree specialistiche infermieristiche.
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
PAOLO AFFRONTI. Ritengo, pertanto, che gli obiettivi dei direttori generali debbano essere concordati anche con il Ministero della salute.