Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1566 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, recante interventi straordinari per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l'esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti (Approvato dal Senato) (A.C. 2826) (ore 9,25).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, recante interventi straordinari per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l'esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (vedi l'Allegato A della seduta del 28 giugno 2007 - A.C. 2826 sezione 3), nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (vedi l'Allegato A della seduta del 28 giugno 2007 - A.C. 2826 sezione 4. Per le proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato, vedi l'Allegato A della seduta del 28 giugno 2007 - A.C. 2826 sezione 5).
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2826)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, è inutile - anche se non del tutto - sottolineare che il Governo non riesce neanche ad adottare provvedimenti, divenuti necessari a seguito di situazioni emergenziali, senza fare ricorso al voto di fiducia.
Ciò non accade, certamente, perché sul tema dell'emergenza rifiuti - come è stata relativamente e impropriamente definita la questione oggetto del provvedimento al nostro esame - ci si sia imbarcati in una sorta di contrapposizione politica, come alcuni rappresentanti del Governo hanno voluto, in qualche modo, palesare falsamente all'opinione pubblica.
Ciò accade, invece, perché, soprattutto quando si tratta di affrontare provvedimenti che devono risolvere i problemi veri del Paese, dare risposte concrete e tradurre il potere di governare nell'arte di governare - saper, cioè, affrontare i problemi per risolverli e non per complicarli o rinviarli nel tempo! - il Governo manifesta non solo la sua totale incapacità a dare anche risposte elementari, che il Paese attende, ma addirittura la sua incapacità a immaginare come i problemi possano essere risolti concretamente.
Se l'emergenza rifiuti in Campania non rischiasse di diventare una vera tragedia per la popolazione - mi domando se solo per caso si tratti di una popolazione meridionale - sarebbe degna della trama di un film dell'indimenticabile Totò.
Infatti, basta leggere il provvedimento in discussione, per passare dalla scoperta dell'acqua calda alla proposta dell'assurdo. Prevedere che, con urgenza, siano reperiti nuovi siti nei quali stoccare i rifiuti prodotti quotidianamente appartiene alla ovvietà: è chiaro che se produciamo rifiuti questi debbano essere smaltiti. Risulta meno chiaro il fatto che anni di amministrazione di centrosinistra nelle grandi città campane e nella regione Campania abbiano convinto quei concittadini che i rifiuti si producono ma non si debbano smaltire a casa propria, bensì altrove.
Infatti, abbiamo assistito, negli anni, ad una sequela di «no» (non entro nel merito delle tematiche dei singoli sistemi di smaltimento dei rifiuti): il «no» ai termovalorizzatori, il «no» all'uso delle discariche già adibite a tale fine, il «no» alla creazione di nuove discariche, il «no» a qualunque ipotesi di smaltimento dei rifiuti, determinato da anni di una distorta cultura di diritti senza doveri che le amministrazioniPag. 3di colore omologo al Governo che oggi «sgoverna» il Paese hanno indotto in tali cittadini, i quali ritengono di avere il diritto di produrre rifiuti e di scaricarli nel resto del paese, in qualche altro luogo. Parlo da siciliano in quanto, a turno, è toccato anche a noi subire i cargo con i rifiuti campani.
Pertanto, per verificare se un'emergenza debba essere definita tale, consultiamo il vocabolario, il quale la definisce come ciò che, per un fatto imprevedibile, non determinato e non programmato, si viene a verificare per circostanze di caso fortuito o di forza maggiore.
Quando accade che, nel corso degli anni, un problema non venga affrontato, né risolto e si aggravi progressivamente, non ci si trova in presenza di una vera e propria emergenza, bensì di un'emergenza programmata, in base alla quale gestire, con la logica emergenziale che tutto consente, una serie di problemi che, invece, andrebbero gestiti con buonsenso.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SEBASTIANO NERI. Concludo, signor Presidente. Il paradosso dell'assurdo consiste nel riaprire la discarica di Difesa Grande per venti giorni, durante i quali il commissario procura altre cave. Mi spiegherete, in soli venti giorni, quale Mandrake possa riuscire a creare nuovi siti per lo smaltimento!
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
SEBASTIANO NERI. Tale modalità di affrontare i problemi, a mio avviso, è decisamente irresponsabile.
Per tali ragioni, la componente del gruppo Misto del Movimento per l'Autonomia voterà convintamente contro un Governo antimeridionalista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, anche il nostro gruppo, Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI, non voterà la fiducia posta dal Governo per la conversione in legge del decreto-legge recante interventi straordinari per superare l'emergenza rifiuti nella regione Campania, per molti motivi, tra i quali due in particolare.
In primo luogo, siamo politicamente e concettualmente contrari al Governo Prodi, al governo Bassolino e al sindaco di Napoli, Jervolino, i quali, ognuno per proprio conto, sicuramente non curano l'interesse della Campania, in generale, e della bella e famosa Napoli, in particolare.
In secondo luogo, questi tre personaggi politici, ovunque amministrino o governino portano male. Quando li si incontra e li si ascolta, bisogna toccare ferro. Ieri, alle 11,40, quando il Ministro per i rapporti con il Parlamento, il toscano Vannino Chiti, si è presentato in aula per proferire la frase di rito - per la diciannovesima o ventesima volta: non si contano più le volte che il Governo ha chiesto la fiducia - lo ha fatto con il volto addolorato e triste - perché anche i ministri si vergognano di questa incapacità di governare, affrontare e risolvere i problemi dell'Italia e degli italiani e, nel caso di specie, della Campania - indossando anche occhiali neri, che gli conferivano un aspetto spettrale (com'è la situazione dei rifiuti in Campania) o, meglio ancora, angosciante.
L'aspetto è stato notato anche dai colleghi della maggioranza e uno di loro, l'onorevole Evangelisti, lo faceva notare al Ministro Chiti stesso, con la battuta: «Ti manca il bastone bianco» alludendo alla possibilità di scambiarlo per un non vedente.
Sono sicuro che i ciechi politicamente vedono molto di più di Prodi, di questo Governo e dello stesso Ministro Chiti. Alla scenetta mancava un soggetto importante: il cane, il nobile cane per i ciechi; ebbene, improvvisamente il miracolo: il cane entra veramente e si affianca al Ministro Chiti. Non si tratta, però, del prezioso animale accompagnatore e amico dei disabili e deiPag. 4non vedenti, ma del pitt-bull azzannatore, cattivo e feroce divoratore di liberi professionisti, artigiani, commercianti, cittadini dediti alle arti e ai mestieri, lavoratori, impiegati e pensionati: era il Viceministro Visco, notoriamente amico «speciale» della Guardia di finanza, dell'economia creativa, delle cooperative rosse, dell'Unipol, delle banche, dei bancari e dei banchieri e, in particolare, di tutti quelli del Monte dei Paschi di Siena e di certi industriali simili a Luca Cordero di Montezemolo, che pretenderebbero ancora di dividere gli utili e socializzare le perdite.
Torniamo a questa vergognosa fiducia, al malaffare e ai malavitosi camorristi ancora protetti dal decreto-legge, con regista maximo Bassolino, governatore della Campania, con vittima sacrificale il Commissario Bertolaso (ormai, non si contano più le sue dimissioni o presunte tali), con il sindaco di Napoli, Jervolino, comparsa inconcludente in questa tragicomica commedia, ma anche con l'intervento da vero protagonista, nella commedia della «rifiutopoli» campana, del Ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio, in conflitto di interessi, per l'impostazione ideologica estremista nell'intera vicenda.
È proprio vero che al peggio non c'è mai fine, perché dopo la gestione bassoliniana, già di per sé angosciante, Napoli e la Campania non si meritavano veramente un Ministro dell'ambiente così devastante: come se avessimo nominato Dracula presidente dell'AVIS!
Eppure l'emergenza rifiuti in Campania ha raggiunto livelli di gravità estrema proprio a causa della diffusione di un estremismo ambientalista e irrazionale che ha portato ogni ente locale e la regione a rifiutare di farsi carico dello smaltimento dei rifiuti prodotti nel proprio territorio.
L'emergenza rifiuti si protrae da anni e ha portato allo sperpero di ingentissime quantità di denaro, miliardi di euro di denaro pubblico, senza avviare a soluzione problemi di fondo. Il ciclo dei rifiuti è infatti sostanzialmente bloccato per la mancanza di termovalorizzatori in numero adeguato, per il fallimento della raccolta differenziata, per l'accumulo di un'enorme quantità di ecoballe di pessima qualità e per la cecità politica di non aver preveduto l'obbligo, per ogni comune della Campania, di individuare siti per realizzare discariche al fine di smaltire i rifiuti prodotti nel comune stesso, chiudendo così il ciclo di tutti i rifiuti prodotti, come fanno tutte le altre regioni d'Italia.
La quindicennale emergenza dei rifiuti in Campania è arrivata, quindi, a un livello di gravità estrema, che testimonia il fallimento della gestione Bassolino e dell'impostazione ideologica estremista del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Non è accettabile il rifiuto di tutti gli enti locali campani alla localizzazione di discariche o di termovalorizzatori nel loro territorio che ha portato a spedire i rifiuti campani in Germania con costi pesantissimi e a formulare l'assurda proposta di inviare l'immondizia campana nella lontana Repubblica di Romania, ricevendo dalla stessa un risentito rifiuto.
L'irrazionale e irresponsabile gestione del ciclo dei rifiuti in Campania ha determinato l'accumulo di immondizia per le strade che, data alle fiamme dai cittadini esasperati, ha prodotto ulteriori danni per la salute a causa della produzione di diossina.
Il provvedimento in esame contiene esclusivamente misure occasionali, che non producono effetti significativi sulle vere cause dell'emergenza rifiuti e aiutano solo la camorra e gli amministratori loro amici.
Il decreto-legge deve prevedere un articolo unico: le dimissioni per legge del governatore Bassolino e di alcuni presidenti della provincia campana non capaci, non all'altezza, troppo collusi con la camorra, che li sostiene e li vota e che con loro fa affari d'oro, il cosiddetto «caro rifiuto».
In Campania abbiamo raggiunto un livello di guardia rosso, non solo per il colore delle giunte, ma anche per il pericolo tangibile della salute pubblica, per il diffondersi di malattie infettivo-diffusive, per la contaminazione chimica del suolo ePag. 5delle falde freatiche e per l'inquinamento dei prodotti dell'agricoltura e della zootecnia.
Lo stoccaggio dei rifiuti ha accelerato ovunque i processi di fermentazione nella stagione estiva per le alte temperature e, a causa degli incendi provocati dai cittadini esasperati, vengono prodotti ulteriori danni per la salute e l'ambiente, a causa del percolato, della fermentazione, dei prodotti chimici intermedi e della pirolisi (combustione incompleta), che producono un aumento esponenziale dei livelli di diossina nel suolo e nelle acque superficiali e profonde.
Concludo riprendendo il tema iniziale: questo Governo, con l'ennesima fiducia, il governatore Bassolino, per la disastrosa e angosciante gestione della politica dei rifiuti in Campania, che ha inferto ferite mortali al territorio e favorito gli interessi della camorra e delle cooperative rosse, e, infine, questo sindaco di Napoli, che sta cancellando la bellezza e la fama di questa città nel mondo e la sta rendendo tristemente famosa per l'accumulo dei rifiuti ovunque, non porteranno veramente male? Bisognerà veramente togliere il malocchio alla Campania?
Ormai, il detto profetico «vedi Napoli e poi muori» non è già riferito alle sue immense bellezze, ma alla morte fisica di chi frequenta, anche solo saltuariamente, i luoghi contaminati da inquinanti chimici, come la diossina, o batterici o, peggio ancora, prodotti della parziale combustione, molto cancerogena, o dal percolato, prodotto della fermentazione dei rifiuti che distrugge l'ambiente come Attila. È proprio vero! Dove passa Attila - Prodi e Bassolino - non cresce più l'erba!
Quindi, in conclusione, diciamo tre «no» a questo Governo, al governatore Bassolino e al sindaco di Napoli, ma diciamo un «sì» grande a elezioni immediate in Italia, in Campania e a Napoli, nell'attesa di sapere quando il commissario Bertolaso, vittima sacrificale, si ridimetterà. Ai posteri l'ardua sentenza (Applausi dei deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Mese. Ne ha facoltà.
PAOLO DEL MESE. Signor Presidente, siamo chiamati ad esprimere la nostra fiducia al Governo su un disegno di legge di conversione di un decreto-legge che affronta, non certo per la prima volta, lo spinoso problema dell'emergenza rifiuti in Campania: tutti noi sappiamo che si tratta di una situazione particolarmente complessa e delicata sia per la necessità di garantire il corretto svolgimento dei compiti istituzionali nel settore dello smaltimento dei rifiuti, sia per la necessità di salvaguardare il diritto costituzionalmente garantito dei cittadini alla propria salute.
La necessità di ricorrere alla decretazione d'urgenza è palese: 250 mila tonnellate di rifiuti accumulati verso gli impianti ex CDR, 380 mila tonnellate accumulate verso i siti di stoccaggio provvisori, 300 mila tonnellate accumulate ancora per strada, per un totale di 950 mila tonnellate di rifiuti, in costante aumento.
Si tratta di una situazione estremamente negativa, che nuoce fortemente all'immagine del Paese, del Mezzogiorno e, soprattutto, della Campania, e che ormai è divenuta ingestibile: da anni la Campania è sottoposta a commissariamento, ma necessita di essere avviata verso un processo virtuoso di ritorno alla gestione ordinaria, che rappresenta, senza forse, la prima esigenza.
L'impossibilità di continuare a gestire in via straordinaria il settore dei rifiuti ci viene confermata dallo stesso Bertolaso, che recentemente ha espresso il desiderio di essere restituito in via esclusiva alle sue originarie funzioni di capo della protezione civile. Anche la questione relativa a Bertolaso va risolta una volta per tutte.
In questo senso, la scadenza del 31 dicembre, come termine per la fine dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti, deve rappresentare uno stimolo per tutte le istituzioni coinvolte affinché si individuino, da subito, le condizioni necessarie per il passaggio verso il regime ordinario, in quanto sarebbe veramente disastrosoPag. 6proseguire, per qualsiasi motivo, nella gestione commissariale.
È d'altra parte del tutto evidente che non giovano a nessuno le continue, interminabili recriminazioni sulle cause e le origini delle responsabilità in tale materia: si tratta di responsabilità complessive, frutto, molte volte, di scelte sbagliate nel passato che riguardano sia i Governi di centrodestra che di centrosinistra, per la mancanza di una programmazione organica che affronti e risolva concretamente tale grave situazione.
Il dato da cui partire è il fatto che ci si trova ancora in fase di emergenza - come testimoniano i rifiuti per strada, gli incendi dei cassonetti - con i connessi pericoli sul piano della salute dei cittadini. La conversione quindi del decreto-legge in esame rappresenta un atto dovuto, un passaggio necessario da compiere con l'obiettivo dichiarato di condurre la gestione del ciclo dei rifiuti in Campania alla completa normalità e con l'auspicio che questo possa essere l'ultimo decreto-legge in materia; almeno, ce lo auguriamo.
Da questo punto di vista, un elemento estremamente positivo è dato dal coinvolgimento diretto delle province che vengono così responsabilizzate, tornando ad essere protagoniste attive di un sistema di governance integrata della gestione dei rifiuti.
La perenne conflittualità tra le istituzioni straordinarie di territorio, la struttura autonoma avulsa dalle strutture ordinarie della lunga gestione commissariale, infatti, hanno reso ancora più difficile e complesso il superamento delle criticità esistenti, paralizzando di fatto l'azione dei commissari e facendo emergere l'esigenza di superare del tutto l'attuale impianto legislativo e di restituire ai territori le competenze e i poteri necessari per affrontare l'ordinaria gestione, con scelte chiare e definite, precisando in modo rigoroso le funzioni assegnate ai diversi livelli decisionali al fine di evitare duplicazioni di competenze e di attribuzioni, forse anche individuando forme nuove di responsabilizzazione delle autorità locali che consentano loro di agire con massima celerità e in completa autonomia.
Persino le proteste delle popolazioni devono essere viste come uno stimolo, non come un ostacolo in tale direzione, in quanto sono espressione delle condizioni di gravissimo disagio di quelle comunità, che non chiedono altro che riaprire un dialogo costruttivo con le istituzioni.
Tuttavia, ciò non è sufficiente. Occorre anche garantire l'effettivo superamento dell'emergenza, attraverso una vigilanza diretta a contrastare l'azione della criminalità organizzata che continua ad alimentare il mercato illecito dei rifiuti che trova il suo terreno fertile proprio nella condizione di perenne difficoltà della gestione del sistema integrato.
Nella stessa direzione ci spinge d'altronde anche la procedura di infrazione aperta contro l'Italia, tra le tante a dire il vero, dall'Unione Europea che evidenzia il rischio di diffusione di malattie e di inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo, con grave preoccupazione per la salute umana e per l'ambiente, sottolineando come la situazione in Campania sia una palese violazione della direttiva quadro sui rifiuti, che impone agli Stati membri di prendere tutte le misure necessarie per impedire che i rifiuti vengano abbandonati, riversati o smaltiti in modo incontrollato.
Per tutte queste ragioni il gruppo Popolari-Udeur ritiene necessario voltare subito pagina, per rilanciare lo sviluppo del territorio della regione Campania e nonostante le contraddizioni che emergono dall'analisi del provvedimento in esame, manifestiamo la nostra fiducia al Governo, nella convinzione che questo sia, al momento, l'unico strumento che ci consente di evitare ulteriori difficoltà e ritardi nel superamento della fase emergenziale (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pellegrino. Ne ha facoltà.
TOMMASO PELLEGRINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con dispiacere siamo chiamati ad esprimere un voto di fiducia su un provvedimento, come il decreto-leggePag. 711 maggio 2007, n. 61, indispensabile dopo la nuova emergenza dei rifiuti in Campania. Certo, in modo responsabile non abbiamo problema ad affermare che si tratta di un decreto-legge con dei limiti e delle imperfezioni; ma ci saremmo aspettati, da parte dell'opposizione, un senso di responsabilità maggiore, soprattutto di fronte ad una situazione emergenziale che ha messo letteralmente in ginocchio i cittadini campani.
Di fronte a tale grave situazione, la demagogia, le strumentalizzazioni, la retorica non servono assolutamente a risolvere i problemi dei cittadini campani. Anzi, sicuramente contribuiscono ad aumentare la sfiducia e lo scetticismo nei confronti delle istituzioni e della politica. È arrivato il tempo di agire in modo concreto, di far sentire la presenza della politica e delle istituzioni, di mostrare che siamo ancora capaci di affrontare e di risolvere i problemi della gente.
Ormai i cittadini campani conoscono bene le responsabilità e ciò che si aspettano da noi sono risposte concrete, capaci di ridare dignità a popolazioni che non meritano queste umiliazioni.
A dirlo siamo proprio noi Verdi che, in tante circostanze, abbiano assunto una posizione fortemente critica sugli aspetti che riguardavano la gestione dei rifiuti in Campania: in particolare, è da anni che denunciamo la truffa subita dai cittadini campani da parte della Fibe. Oggi, vi è ancora qualcuno che finge di meravigliarsi di fronte al giudizio espresso dalla magistratura: ci è stato addirittura fatto credere che le ecoballe potessero rappresentare una fonte di ricchezza; in realtà, sono stati lasciati sui nostri territori cumuli di balle, rifiuti impacchettati che oggi non solo contribuiscono ad alimentare la crisi, ma rappresentano un vero e proprio rischio ambientale e, dunque, un rischio per la salute dei cittadini campani. È questa l'unica, vergognosa ricchezza che ci è stata lasciata.
È da anni che noi Verdi parliamo di riduzione della produzione di rifiuti, di incentivi al riuso, di inertizzazione dei rifiuti, di nuove e più avanzate tecnologie per lo smaltimento dei medesimi, della realizzazione di impianti di compostaggio, dell'utilizzazione degli inerti per bonificare e chiudere le moltissime cave sequestrate alla camorra presenti sul territorio campano, molte delle quali sono ancora gestite dalla camorra stessa. È molti anni, ancora, che parliamo di raccolta differenziata: proprio in tema di raccolta differenziata, occorre ricordare che, nei comuni campani nei quali essa viene effettuata in percentuali significative, l'emergenza rifiuti non si è assolutamente avvertita. Tutto ciò oggi non è più una fantasia dei Verdi, ma è una necessità assoluta.
In quest'aula, qualcuno ha avuto anche il coraggio di criticare il Ministro dell'ambiente ed i Verdi per la posizione assunta sulla discarica di Serre. Desidero in proposito ricordare che, proprio nel caso di Serre, abbiamo assistito ad uno degli esempi più belli e significativi di come una comunità ha collaborato con le istituzioni, al fine di individuare sul proprio territorio una valida ed altrettanto efficiente alternativa alla discarica indicata dal Commissario Bertolaso, dicendo ovviamente e naturalmente «no» al tentativo di imporre una discarica in un'oasi protetta. Contro mille ostacoli, così, ci siamo adoperati per andare incontro alle esigenze dei cittadini, preoccupandoci di tutelare una simile oasi protetta.
Da ieri, dunque, la discarica di Macchia Soprana è funzionante, nonostante i tanti proclami sull'impossibilità di aprirla effettuati sulla base di pure e semplici invenzioni. In proposito, trovo grave che alcuni esponenti del centrodestra, proprio in questi giorni, abbiano parlato di un terreno non adatto per la realizzazione di una discarica: ricordo, infatti, che le perizie tecniche hanno evidenziato la presenza di un terreno argilloso, esattamente identico a quello di Valle della Masseria.
Di fronte a tale gratuito ostruzionismo, questi colleghi parlamentari farebbero bene a chiedersi che cosa abbia fatto il centrodestra, nei cinque anni in cui è stato al Governo, per aiutare la Campania ad uscire dal commissariamento e cosa abbia fatto il Ministro dell'ambiente del centrodestraPag. 8per riqualificare i territori campani devastati e degradati dal punto di vista ambientale. Un simile atteggiamento ostruzionistico, strumentale, demagogico e certamente non costruttivo né propositivo, che ha costretto il Governo a porre la fiducia sulla conversione in legge del decreto-legge in esame, non rappresenta certamente una bella pagina per la nostra politica e per il nostro Parlamento.
Per quanto riguarda la vicenda di Serre, noi Verdi abbiamo offerto un contributo estremamente concreto, aiutando il Commissario Bertolaso a recuperare uno spirito di collaborazione e di concertazione con la comunità di Serre, per arrivare alla definizione di un sito alternativo: siamo certamente orgogliosi di essere riusciti nel nostro obiettivo. Ciò dimostra, qualora ve ne fosse bisogno, che le imposizioni nei diversi territori alimentano solo disordine e sfiducia da parte dei cittadini verso le istituzioni: se oggi in Campania vi è un clima di grande scetticismo fra i cittadini, infatti, è perché troppe sono state negli anni le promesse fatte e non mantenute!
Dopo tredici anni di commissariamento, assistere ancora ad una situazione di piena emergenza nei territori campani è l'evidente dimostrazione del fallimento delle strutture commissariali: ecco perché noi Verdi siamo convinti che occorrerà al più presto arrivare ad una gestione dei rifiuti ordinaria, attribuendo la responsabilità agli organi democraticamente eletti e non a strutture commissariali composte da persone di nomina varia che non hanno fatto altro che alimentare l'emergenza, creare situazioni clientelari ed aumentare a dismisura lo sperpero di denaro pubblico. Se poi a tutto questo si aggiunge il forte condizionamento della criminalità organizzata - o meglio il notevole interesse, da parte della camorra, che ha visto nell'emergenza rifiuti una fonte di guadagno - si può allora capire ancor di più la ragione per cui oggi vi sono cumuli di spazzatura sulle nostre strade.
È evidente che, nonostante ciò, non possiamo pensare che non vi siano state responsabilità della politica: scelte sbagliate, assenza di una adeguata programmazione per lo smaltimento dei rifiuti, mancati investimenti per utilizzare tecnologie più avanzate e con basso impatto ambientale, assenza di programmazione di investimenti per realizzare una vera raccolta differenziata, assenza di una politica per il riuso e di incentivi per le industrie del riciclo, mancanza di controlli e di verifica sulle attività delle diverse strutture commissariali che si sono alternate negli anni, assenza di una programmazione di bonifiche nei territori campani e, infine, il fatto di aver pensato che i rifiuti potessero addirittura rappresentare una fonte di ricchezza, investendo e credendo negli impegni assunti dalla Fibe.
Sicuramente tali elementi rappresentano una parte significativa di errori commessi dalla politica nel suo complesso e non dal centrosinistra o dal centrodestra.
Il nostro augurio e, nello stesso tempo, il nostro impegno è che si giunga, al più presto, a chiudere tutte le forme di commissariamento, rivelatesi incapaci di affrontare e risolvere i problemi per i quali esse sono state istituite.
Ma, nonostante la situazione si presenti grave e drammatica, la Campania e i cittadini campani vogliono reagire e noi, come istituzioni, abbiamo il dovere di stare dalla parte dei cittadini, smettendola con le contrapposizioni sterili che, ormai, disgustano tutti i cittadini italiani.
Per tali motivi, noi del gruppo dei Verdi, con la nostra cultura di un ambientalismo tante volte del «sì» e qualche volta del «no», ma sempre ed esclusivamente a tutela dell'interesse e del bene dei cittadini, esprimiamo un voto favorevole sulla questione di fiducia e voteremo a favore anche del decreto-legge al nostro esame, con l'augurio che mai più, in quest'aula, si debba parlare di emergenza rifiuti in Campania e in qualsiasi altra regione d'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, Italia dei Valori e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Angelis. Ne ha facoltà.
Pag. 9
GIACOMO DE ANGELIS. Signor Presidente, partirei, in questo mio breve intervento, da una considerazione: siamo chiamati, questa mattina, ad esprimere il nostro consenso o meno sulla richiesta di fiducia da parte del Governo. Credo, però, che, prima di arrivare a ciò, sia utile rimarcare fortemente un giudizio nei confronti del decreto-legge in discussione.
Questo secondo decreto-legge, che convertiremo in legge, pone una questione drammatica, quella dei rifiuti e dell'emergenza rifiuti, ma, anche, dell'emergenza sanitaria nella regione Campania.
Vorrei suggerire al Governo che non possiamo continuare ad andare avanti con decreti-legge successivi, poiché si avverte la necessità - e credo che il Governo debba essere impegnato in prima persona - di porre le condizioni per uscire, sia pure in modo graduale, dall'emergenza attuale.
Il nostro gruppo avrebbe preferito - e lo abbiamo dichiarato anche in Commissione - discutere in merito al decreto-legge in esame: si tratta, infatti, di un provvedimento che non ci convince del tutto e che, dopo le modifiche apportate al Senato, alcune anche interessanti, forse avremmo avuto bisogno di discutere ulteriormente, per migliorarlo ancora di più.
Credo che sicuramente - ma, ripeto, il Senato ha svolto un buon lavoro - determinate questioni, e ne citerò solo alcune, siano rimaste ancora sospese e da affrontare.
In primo luogo, si pone la questione dell'individuazione delle discariche o, come ricordava nel corso della discussione sulle linee generali lo stesso relatore, il problema di individuare le discariche per uscire dall'emergenza.
Credo che, in merito a quel problema, chi aveva il compito di risolverlo non abbia svolto un lavoro eccezionale; anzi, ha creato ancora di più dissapori nelle comunità che sono già tartassate dall'annoso problema dei rifiuti. Forse, avremmo potuto ragionare più adeguatamente e lavorare, individuando soluzioni migliori, a fronte dell'attuale emergenza.
Inoltre, in merito al problema relativo alle tariffe, che molti colleghi hanno affrontato anche nella fase della discussione sulle linee generali del provvedimento, in Campania siamo di fronte ad una situazione particolare, dove il giusto appello di pagare le tasse per i rifiuti viene lanciato in una situazione in cui il servizio è completamente carente e si è creata una completa sfiducia fra i cittadini campani - o in molte zone della Campania - con riferimento all'erogazione di tale servizio a fronte del pagamento di una tariffa per i rifiuti che in altre condizioni dovrebbe essere normale e giusto.
Credo che su tale aspetto il Governo debba sentirsi impegnato a riflettere, ad individuare il sistema per uscire anche da questa situazione in modo positivo.
Inoltre, vi è la questione dei consorzi: è stato affermato che i consorzi di bacino, istituiti per organizzare meglio la raccolta differenziata e perciò per uniformare il ciclo in un unico procedimento, sicuramente erano adeguati. Ma ci troviamo in una situazione particolare in cui essi, costruiti e formalizzati in questi anni, in parte sono commissariati. Tuttavia, l'aspetto ancora più grave è rappresentato dai consorzi di bacino oberati da debiti, con il rischio - poiché abbiamo stabilito nel decreto-legge il vincolo che i comuni sono tenuti ad utilizzare i consorzi di bacino - di trovarci in una situazione paradossale. Anche in tale circostanza si può determinare di nuovo un'interruzione su un aspetto che riteniamo fondamentale e che fino ad oggi non è stato perseguito, ossia il potenziamento e l'avvio ordinario della raccolta differenziata.
Poi vi sono alcuni argomenti - li vorrei puntualizzare - che creano perplessità in merito al provvedimento in esame. Ovviamente, vi è una situazione nuova. Ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sulla conversione in legge del decreto-legge in esame. Capiamo l'origine delle motivazioni adottate, anche se molto stringate.
Ci troviamo ancora di fronte ad una situazione fortemente a rischio, dove continuano - anche se suscitano minore interesse - i roghi in molte realtà dellaPag. 10periferia di Napoli e della provincia. Sapete bene che tale situazione può causare un altro danno, ancora più grave, sulla salute pubblica, a causa della produzione di quantità enormi di diossina, con il rischio - molto grave - che essa rientri nel ciclo alimentare. Ed è possibile che ciò avvenga! Vi è un esempio molto recente rappresentato dalla situazione di Acerra: l'abitudine di bruciare rifiuti, soprattutto quelli provenienti dall'agricoltura, ha prodotto in vaste zone l'accumulo di diossina.
Credo che le motivazioni date ci abbiano convinto a modificare il nostro giudizio sul provvedimento in esame.
Voglio far presente al Governo che le dichiarazioni rilasciate dal dottor Bertolaso, in cui lo stesso si è mostrato molto sfiduciato a causa delle difficoltà che incontra nello svolgere il suo lavoro, ci creano dubbi. Noi, ovviamente, speriamo che si possano superare queste difficoltà, anche perché, in caso contrario, si determinerebbe una situazione di ulteriore insicurezza per tutto territorio della regione Campania.
Credo che Bertolaso possa aiutarci a uscire dall'emergenza. Nel provvedimento in esame vi sono disposizioni che rappresentano segnali forti per metterlo in condizione di andare avanti per superare questo disastro. Risultano infondate, inoltre, le dichiarazioni dell'opposizione in base alle quali Bertolaso è vincolato ad un rapporto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Credo che le dichiarazioni del Ministro Pecoraro Scanio, da questo punto di vista, abbiano fugato definitivamente qualsiasi dubbio. Egli ha offerto la sua piena disponibilità e collaborazione al dottor Bertolaso per risolvere questa emergenza.
Ciò premesso, credo che il provvedimento in esame rappresenti un secondo momento importante al fine di superare gradualmente la crisi dell'emergenza rifiuti in Campania.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIACOMO DE ANGELIS. Concludo Presidente. Dopo aver convertito in legge il decreto-legge in esame, occorre - questo lo voglio dire al Governo - creare le condizioni per un'uscita graduale dall'emergenza. Sono necessari un impegno e un'attenzione più forti dal parte del Governo, perché credo che, con tutti i disastri che sono stati prodotti, la Campania da sola non possa farcela. Soltanto con un'azione sinergica tra Governo ed enti locali e con la collaborazione dei cittadini si potrà uscire da questa emergenza.
Alla luce di queste considerazioni, tralasciando alcuni dubbi sull'efficacia di alcune disposizioni contenute nel provvedimento in esame, il gruppo dei Comunisti Italiani voterà a favore della fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, signor Ministro, signor sottosegretario, il gruppo La Rosa nel Pugno si sente fortemente responsabilizzato sui problemi che discendono dall'emergenza rifiuti in Campania e nella città di Napoli.
Abbiamo il dovere politico e morale di ridare fiducia ai cittadini campani e di rilanciare l'immagine di una bellissima regione, che, in questi ultimi tempi, è stata sottoposta a tensioni e ha offerto al mondo uno spettacolo certamente non bello.
Abbiamo la necessità di ridare fiducia ai cittadini, che l'hanno persa in questi tredici anni di emergenza continua dei rifiuti. Una fiducia che non riguarda semplicemente il centrosinistra, ma riguarda le istituzioni e quindi il centrosinistra e il centrodestra che in questi tredici anni hanno governato la regione Campania. I cittadini non credono più nella politica e nelle istituzioni. Soltanto il richiamo del Presidente della Repubblica ha fatto in modo che i cittadini potessero accettare soluzioni che consentono di andare avanti in un percorso che - come dicevo - ci deve vedere impegnati a risolvere questo annoso problema.
Il provvedimento in esame pone all'attenzione, sia del centrodestra sia del centrosinistra,Pag. 11le modalità con cui tentare di risolvere tale emergenza rifiuti. Siamo anche noi dell'avviso che tale decreto-legge porti in sé questioni che potevano e dovevano essere discusse al fine di dare più spessore e creare le condizioni idonee a superare, in tempi abbastanza rapidi, l'emergenza rifiuti e ritornare alla normalità nella gestione dello smaltimento degli stessi.
Di tale provvedimento contestiamo, ad esempio, le modalità con cui è stato definito lo schema di individuazione di nuove discariche, che penalizza quei cittadini che hanno già patito in tempi passati le aperture di tali discariche; faccio riferimento, in modo particolare, ai cittadini irpini. Tale schema prevede la realizzazione di nuove discariche nelle stesse aree, confinanti con altre regioni di cui bisogna chiedere ed ottenere il consenso.
I problemi investono anche le aree protette, mentre altri, giustamente sollevati dai colleghi che mi hanno preceduto, riguardano i consorzi di bacino. Riscontriamo nel provvedimento anche aspetti positivi come, ad esempio, la nomina dei sub-commissari, individuati nelle persone dei presidenti delle province i quali, in questo difficile momento, hanno mostrato la capacità di assumersi grosse responsabilità. Cito per tutti il presidente della provincia di Caserta e il sindaco di Salerno, amministratori locali che si assumono responsabilità al fine di superare un'emergenza oggettivamente difficile.
Come evidenziato dai colleghi, l'emergenza rifiuti in Campania fa registrare 950 mila tonnellate di rifiuti e 5 milioni di ecoballe. Si tratta di un problema serio che è stato affrontato anche dalla Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, la quale ha individuato, in un documento approvato dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione un percorso che consente di giungere rapidamente alla predisposizione di un sistema ordinario di smaltimento dei rifiuti che consentirà di superare l'emergenza e, soprattutto, di defenestrare anche la cosiddetta ecomafia.
Nonostante le difficoltà che il provvedimento in esame pone - evidenziate dalla questione di fiducia che il Governo ha posto su di esso nella giornata di ieri - il gruppo della Rosa nel Pugno voterà convintamente la fiducia al Governo, perché questi possa portare avanti le iniziative politiche che sta predisponendo in questi giorni.
Va posto in rilievo con forza come il Governo attuale sia riuscito nell'arco di un anno soltanto a rideterminare le condizioni sociali, politiche ed economiche, che il Governo Berlusconi in cinque anni aveva sostanzialmente dilapidato. Abbiamo superato le difficoltà di bilancio e rimesso in ordine i conti. Stiamo attuando una politica attiva che rilancerà sia il sistema sociale sia la competitività delle aziende e il sistema Paese.
Un rilancio necessario dopo il disastroso Governo di centrodestra che ha creato, in questo Paese, grandi disparità che agevolavano soprattutto i più ricchi, facendo diventare i poveri ancora più poveri. La nostra coalizione di centrosinistra non presenta contraddizioni, ma al contrario l'esaltazione delle diverse culture: essa ha la consapevolezza di guidare il Paese.
Il nostro Paese è squilibrato, avendo subito effetti sociali devastanti, ed ha bisogno di recuperare una sua credibilità a livello internazionale. Ciò è quanto noi stiamo facendo con determinazione proprio perché siamo convinti di poter restituire dignità e prospettive ai cittadini italiani.
Per tutti questi motivi il gruppo della Rosa nel Pugno, come dicevo precedentemente, voterà convintamente la fiducia al Governo, in modo che esso possa rispettare gli impegni assunti, nei confronti degli elettori, nel programma elettorale.
Questi sono i motivi per i quali voteremo «sì». Voteremo, pertanto, a favore di questo provvedimento, nonostante le considerazioni che ho espresso in precedenza; e voteremo «sì» alla fiducia dando così, come detto, la possibilità al Governo di portare avanti il proprio programma, per il bene dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Misiti. Ne ha facoltà.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori ritiene urgente ed indispensabile approvare immediatamente il decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, nonostante lo stesso presenti in alcuni punti della stesura attuale, dopo le modifiche del Senato, qualche zona d'ombra.
In primo luogo, vi sono motivi dell'urgenza. Nel decreto-legge in esame sono contenute delle risposte alle esigenze immediate della Campania: l'articolo 1 individua, infatti, i siti di quattro discariche ubicate nelle province campane (che, evidentemente, potevano anche essere stabiliti da una legge regionale ma, considerata la sua mancanza, il decreto-legge ha provveduto per suo conto). Sulla crisi dei rifiuti in Campania, inoltre, l'Unione europea ha già avviato nei confronti del nostro Paese una procedura di infrazione. È necessario, quindi, dare delle risposte sia ai cittadini campani, sia all'opinione pubblica nazionale, sia all'Unione europea.
Occorre provvedere rapidamente; il decreto-legge contiene, infatti, anche altre misure indispensabili in questo momento. In particolare, vi è la previsione di un piano, che definirei «stralcio», da realizzare ad opera del Commissario delegato. La Campania ha bisogno di un piano regionale di smaltimento dei rifiuti se vuole affrontare i problemi dell'impiantistica che, senza tale piano, risulterebbe inattuabile.
È evidente che la situazione di urgenza consiste in giorni e in ore. Naturalmente, la realizzazione delle discariche previste dal decreto-legge provvederebbe a ciò, oltre a quanto il Commissario sta già facendo.
Ritengo che sia stato fatto un errore nell'abbandonare la grande possibilità che offriva la discarica di Serre, in contrada Masseria, e scegliere un'altra discarica, molto più piccola; la prima discarica poteva contenere, infatti, due milioni di tonnellate di rifiuti e avrebbe risolto il problema per un lungo periodo di tempo, mentre la seconda e le altre che si tenta di riaprire, possono contenere un numero di tonnellate molto inferiore. Ciò significa che il Commissario delegato è stato messo in grave difficoltà.
Per tale ragione ritengo che, all'interno del decreto-legge, vi sia una modifica introdotta dal Senato su cui bisogna intendersi. Mi riferisco alla previsione del piano «stralcio» regionale dei rifiuti rispetto al quale il Commissario delegato deve operare d'intesa con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il problema non è trovare un'intesa con un Ministro (con il quale ci si può intendere anche con una telefonata), ma con un Ministero, che è una struttura ampia; vi è, pertanto, il rischio di perdere tempo prezioso e, quindi, di non rispondere all'esigenza, affrontata dal decreto-legge, di provvedere con urgenza. A tale riguardo il Ministro si è già pronunciato; da ciò si può dedurre che non vi saranno tempi lunghi. È necessario, tuttavia, che in tempi brevissimi, giorni ed ore, il Ministro e il Commissario stabiliscano tale intesa sul piano che sarà presentato da Bertolaso.
È necessario però, fin da adesso, affrontare il problema che il decreto-legge tenta di risolvere; ossia di avviarsi verso la fine dell'emergenza mediante l'attuazione del piano menzionato con il consenso della popolazione e, soprattutto, con l'appoggio dello Stato che in questo momento si rende disponibile ad agevolare il superamento dall'emergenza rifiuti con una serie di proposte contenute all'interno del provvedimento in esame.
La ragione per cui noi voteremo a favore della fiducia attiene proprio al fatto che questo decreto-legge, se convertito subito, aiuta ad uscire dall'emergenza, proprio in virtù del piano che il Commissario è delegato a predisporre. Se ciò è vero, non vedo quale sia l'alternativa ad una situazione di tal genere, e non vedo nemmeno quale potere possa esercitare il Commissario se il Parlamento e il Governo non glielo attribuiscono, in modo tale che possa agire senza intralci e senza perdere tempo.Pag. 13
Concludo osservando che il decreto-legge prevede non solo un rafforzamento dei poteri del Commissario, ma anche una delega ai presidenti delle province che sono nominati subcommissari. È chiaro che ciò significherà che anche la legislazione della regione dovrà adeguarsi a tale previsione perché i subcommissari non possono terminare il loro mandato immediatamente; dopo il 1o gennaio 2008 devono continuare ad operare come presidenti delle province, e quindi come responsabili degli ATO, nell'ambito dei quali lo smaltimento dei rifiuti deve avvenire per ogni provincia. È ciò è quanto stanno facendo alcune delle province più virtuose. Se alcune province sono più virtuose è bene che il decreto-legge abbia previsto che esse possano superare l'emergenza anche senza attendere le altre province o l'intera regione.
Tali novità, accompagnate da possibili altre iniziative da parte del Governo, come quella di realizzare un accordo quadro di programma, possono aiutare la Campania in questo frangente difficile. Credo, altresì, che la prima base per raggiungere l'obiettivo sia quella, come detto, di approvare il decreto-legge rapidamente per poter andare verso il superamento dell'emergenza campana dei rifiuti.
Ringrazio il Presidente, sperando che si approvi rapidamente il disegno di legge di conversione - anche se attraverso un sistema difficile da spiegare, come quello della posizione della questione di fiducia - per il bene della popolazione campana e per la salute della regione, anche al fine di ridurre i disagi dei visitatori, dei turisti e dei cittadini in generale. Perciò sosterremo in maniera convinta il Governo e voteremo a favore della questione di fiducia che esso ha posto (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Aurisicchio. Ne ha facoltà.
RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, il gruppo della Sinistra democratica voterà la fiducia posta dal Governo sulla conversione in legge del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, avente ad oggetto interventi urgenti per superare la grave emergenza rifiuti in Campania.
Voteremo a favore della fiducia nonostante siano presenti, nel decreto-legge, punti che non ci hanno convinto pienamente, che abbiamo puntualmente evidenziato nel corso del dibattito. Mi riferisco alla facoltà, concessa al Commissario delegato, di requisire siti (anche se soggetti a sequestro della magistratura) ed alla insistita volontà di puntare sui consorzi di bacino (che si sono rivelati in questi anni veri e propri «carrozzoni» inefficienti e clientelari, a discapito degli ATO, previsti dalla nuova e recente legge regionale). Mi riferisco, inoltre, al ruolo subalterno e prettamente esecutivo assegnato ai presidenti delle province nell'ambito del provvedimento ed al rischio di addossare sui cittadini - il che ci preoccupa molto - a partire dal 1o gennaio 2008, i costi dell'emergenza e il peso degli sprechi.
Voteremo la fiducia perché siamo convinti che sia necessario porre fine al più presto ai disagi e alle sofferenze dei cittadini. La presenza di cumuli di immondizia per le strade, con il pergolato che cola e le esalazioni maleodoranti, costituisce un insopportabile oltraggio, che offende la dignità delle popolazioni campane e che, considerata la stagione e le alte temperature di queste settimane, costituisce un concreto rischio di catastrofe sanitaria. Quei cumuli devono essere rimossi e occorre fare tutto ciò che è necessario per preservare la salute pubblica e la civile convivenza.
La maggioranza parlamentare, perciò, deve svolgere il ruolo che le compete, sostenendo lo sforzo del Governo per uscire dalla tragica emergenza in atto. È necessario conferire al commissario delegato i poteri di cui ha bisogno per operare, nel quadro, però, di una collaborazione istituzionale, in primo luogo con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e, in secondo luogo, con le istituzioni locali.
Occorre favorire, inoltre, il rientro nell'ordinario a partire dal 1o gennaio 2008:Pag. 14da questo punto di vista il decreto-legge assegna al Commissario novanta giorni di tempo per definire, d'intesa con gli altri soggetti istituzionali coinvolti, un nuovo piano per i rifiuti, in grado di garantire normalità di gestione e, soprattutto, tranquillità alla popolazione della Campania.
Occorre, pertanto, rilanciare il ruolo dei sindaci e dei presidenti delle province, che dovranno diventare i futuri commissari dell'ordinario e valorizzare i luoghi democratici delle assemblee elettive - consiglio regionale e consigli provinciali - dove il confronto delle posizioni politiche in merito alle scelte da compiere deve avvenire in massima trasparenza.
Il modo attraverso il quale uscire dalla grave emergenza in atto è, infatti, un tema di squisito carattere politico: non è una questione tecnica, né neutra rispetto alla politica. Primaria rilevanza politica assume, inoltre, il tema del superamento delle gestioni commissariali in materia di rifiuti. Esse, come ha evidenziato la Corte dei conti, sono venute meno proprio nelle funzioni per le quali erano state istituite: non hanno saputo ottenere apprezzabili risultati né nella costruzione delle soluzioni impiantistiche, né ai fini di un effettivo decollo della raccolta differenziata.
Non hanno conseguito una più efficace applicazione della disciplina ambientale né hanno garantito trasparenza e concorrenza nell'affidamento degli appalti. Infine, non hanno costituito una barriera impenetrabile nei confronti della criminalità organizzata.
I commissari hanno agito, insomma, nell'esclusiva logica della perpetuazione dell'emergenza, accumulando disservizi e sprecando ingentissime risorse: 1,8 miliardi di euro, il 21 per cento dei quali spesi per stipendi e funzionamento delle sedi.
In Campania la struttura commissariale si perpetua dal 1994 ed ha visto avvicendarsi nella direzione prefetti e presidenti di regione: il risultato è che ancora non sono stati realizzati gli impianti previsti, né è stata organizzata un'efficiente raccolta differenziata.
Di fatto, tutta la produzione giornaliera dei rifiuti - che è pari a 7.200 tonnellate - ha come destinazione obbligata le discariche o gli impianti di CDR. In tali condizioni, non vi può essere sistema di impianti in grado di funzionare. Sta qui la causa principale del lungo perdurare dell'emergenza in Campania, ed è qui che deve incidere con forza il nuovo piano per i rifiuti che dovrà essere varato.
Il lavoro compiuto al Senato è stato positivo: rispetto alla stesura originaria il testo è stato migliorato, anche con il concorso dell'opposizione, e sono state accolte le richieste delle popolazioni di Parapoti, di Terzigno, di Ariano Irpino, in ordine ai tempi ed alle modalità di utilizzo delle discariche.
Di fronte alla manifesta volontà del centrodestra di ricorrere all'ostruzionismo per vanificare la conversione in legge del decreto-legge, non è rimasta altra strada che la posizione della questione di fiducia, alla quale, come detto, il gruppo Sinistra Democratica Per il Socialismo europeo risponderà con voto favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, colleghi, il gruppo Lega Nord è contrario all'ulteriore, diciannovesima questione di fiducia che è stata posta e che verrà votata tra poco, imposta alla propria maggioranza, che è divisa, ed a tutto il Parlamento che subisce l'impotenza del Governo nazionale ed anche di quello locale campano.
Avete imposto il Commissario straordinario e non lo sostenete. Nelle piazze, in modo particolare, troppi sono i vostri parlamentari che si oppongono e si agitano come «capipopolo» per meri fini elettorali e troppi sono i vostri amministratori incapaci, che arrecano un grave danno alla Campania, ma non solo: anche all'intero Paese.Pag. 15
Non sostenete il Commissario in Assemblea perché il decreto-legge in esame è debole nel merito e inopportuno come tempistica. Non accettate il confronto in aula in quanto sapete di essere divisi al vostro interno sulle decisioni fondamentali, quali la scelta dei siti per le discariche, la realizzazione di inceneritori, la raccolta differenziata porta a porta «spinta», il taglio definitivo delle clientele, che avete creato in tanti anni di amministrazione locale.
Infine, la collusione con la camorra - lo sappiamo tutti, lo avete dichiarato anche voi - è palese ed evidente, e non volete superare questa impasse, che crea una delle peggiori questioni a livello nazionale.
Non accettate il confronto in Assemblea per non mettere in imbarazzo i parlamentari del nord del vostro schieramento, che ovviamente apprezzano ed hanno apprezzato, in questi ultimi anni, la gestione dei rifiuti da parte degli amministratori di rappresentanze politiche quali la Lega Nord.
Il 10 luglio 2007 la Legambiente, associazione del settore di centrosinistra, con chiara «marcatura» di centrosinistra, premierà un presidente di consorzio leghista, per aver ottenuto il miglior risultato di raccolta differenziata in tutto il Paese. La raccolta differenziata in questo consorzio - che non nomino - è pari, se non maggiore, al 70 per cento. È chiaro che, effettuando una raccolta differenziata di tale livello, vi trovereste già realizzate, di fatto, varie discariche.
Quindi, non occorre pensare ad altre discariche.
Pensate solo a come organizzare al meglio il vostro Partito Democratico, che tra i suoi quarantacinque saggi ha anche inserito il nome del presidente della Campania Bassolino: auguri! Intanto, i rifiuti rimangono sulle strade.
In Assemblea e soprattutto nelle Commissioni della Camera e del Senato avremmo potuto completare e migliorare il provvedimento normativo in esame, avremmo potuto migliorare lo scempio che avete proposto e sul quale non avete voluto confrontarvi nel merito delle questioni. La vostra cultura contempla esclusivamente l'esercizio del potere e non il confronto per recepire positivamente le esperienze di altre realtà. Preferite avanzare proposte quali lo smaltimento dei rifiuti in Romania o nel nord Italia con spese a carico di tutti i cittadini, anche di quelli del nord.
Avevamo chiesto di essere presenti in Assemblea, ma ci è stato vietato per altri motivi; ciò ci dispiace davvero. Al Senato abbiamo compiuto un lavoro propositivo e lo ha dimostrato il recepimento di alcuni nostri emendamenti. Si è compresa la volontà del movimento della Lega Nord e il suo modo di operare sul territorio e nei confronti dei cittadini, tesi a favorire la civiltà nelle sue varie realtà e non a sviluppare e potenziare il consenso rispetto a situazioni di degrado che a livello europeo determinano sicuramente un'immagine deteriore di tutto il Paese.
Siamo contrari a garantirvi la fiducia per proseguire a governare il Paese perché sapete solo chiedere tasse e ancora tasse e non siete in grado di risolvere problemi elementari come quello della pulizia e dell'igiene di una regione. Se i rifiuti venissero considerati una risorsa - lo abbiamo sempre detto - allora le cose cambierebbero anche in Campania.
Il provvedimento in esame non prevede le gare ad evidenza pubblica, e mi chiedo come facciano certi gruppi a votarlo e chi andremo a favorire. Ma lo sappiamo benissimo! In tutti gli appalti di smaltimento, come avete sottolineato anche voi, servirebbe trasparenza: noi lo diciamo e lo pratichiamo da anni. Bisogna avere il coraggio di proporre norme che garantiscano la trasparenza.
Il nostro voto, il voto del gruppo della Lega Nord non potrà che essere contrario su tale modo di fare politica attraverso le imposizioni e le questioni di fiducia che il Governo pone ogni mese.
Questo Governo non è neanche riciclabile: le sue componenti sono troppo differenti tra loro e molteplici sono i soggetti che devono essere trattati in modo diverso. Nella maggioranza ci sono soggetti che si propongono come pericolosi e nocivi per ilPag. 16nostro Paese. Abbiamo visto le conseguenze delle ultime boutade in piazza: esse hanno creato una grande tensione tra Commissario straordinario, realtà politica locale e politica nazionale.
Per tali motivi - successivamente, in sede di discussione finale sul provvedimento, entreremo nel merito della questione illustrando le nostre posizioni - voteremo contro la fiducia al Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Adolfo. Ne ha facoltà.
VITTORIO ADOLFO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, alcuni mesi fa nel prendere la parola in Assemblea sulla materia in esame avevo già manifestato la contrarietà del gruppo dell'UDC e le forti perplessità su questo provvedimento. Avevo solamente una speranza, che riponevo soprattutto nel dirigente dello Stato Bertolaso, con il quale negli anni scorsi avevo avuto l'opportunità di collaborare nella ricostruzione avvenuta dopo l'alluvione nel ponente ligure. Avendo, quindi, conosciuto la persona, il tipo di organizzazione e il modo in cui la stessa attuava i provvedimenti, tutto ciò almeno costituiva per me un motivo di rassicurazione.
Sono passati sei mesi e, purtroppo, la realtà non è cambiata; anzi, penso che sia peggiorata. Bertolaso non è stato messo in condizione di svolgere pienamente il mandato ricevuto: i suoi poteri sono stati in qualche modo contenuti e le risorse finanziarie che ha avuto a disposizione forse non erano pienamente sufficienti. Oggi, nella regione Campania, ci ritroviamo con un milione di tonnellate di rifiuti, di cui 300 mila nelle strade le restanti «parcheggiate» in vari siti, che comunque devono essere smaltiti.
Sono stati spesi oltre 2 miliardi di euro a vario titolo e non si è ottenuto alcun risultato operativo. Delle quattro discariche che dovevano essere aperte, al momento neanche una è stata avviata. Quella di Ariano Irpino cesserà le sue funzioni il giorno 8 luglio, e ne sarà aperta una a Macchia Soprana con una capienza limitatissima: tutta questa precarietà non fa certamente ben sperare per il futuro.
Il sistema di raccolta differenziata sostanzialmente non viene attuato e, per quanto riguarda il piano regionale integrato dei rifiuti, al momento, non si ha la volontà di prevedere un impianto finale di trattamento dei rifiuti, ovverosia il termovalorizzatore.
Allora, in questo quadro così complesso, non rimane altro che sperare che il Governo conferisca finalmente pieni poteri al dirigente dello Stato, con una forte squadra di collaboratori, affinché possa intervenire con decisione su tali problematiche.
Tutto ciò certamente rappresenta una sconfitta della politica nella regione Campania, soprattutto della maggioranza, della giunta regionale e di quelle amministrazioni provinciali che in quel contesto e nell'ambito delle sinergie che si sono prodotte hanno creato questo problema di emergenza. Tale vicenda non è conosciuta solo entro i confini della nostra Repubblica: ormai ha varcato gli stessi ed ha creato grandi problemi di immagine anche sotto il profilo dell'efficienza che, invece, dovremmo comunque dimostrare.
Si è parlato, altresì, della connivenza con l'ecomafia e con le organizzazioni criminose: anche qui lo Stato deve mostrare i muscoli ed avere la capacità (perché è nell'interesse democratico di tutti), nonché la forza e la coerenza di debellare con determinazione tali situazioni.
È in questo quadro - al quale avremmo potuto offrire un altro contributo attraverso la discussione in Assemblea, evitando il ricorso alla fiducia, che contestiamo come metodo - che preannuncio il voto contrario dell'UDC sulla questione di fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Iacomino. Ne ha facoltà.
SALVATORE IACOMINO. Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, signoriPag. 17rappresentanti del Governo, il decreto-legge in discussione, già approvato dal Senato, su cui il Governo ha posto la questione di fiducia, ripropone al Parlamento una discussione che va oltre gli schieramenti e il rapporto più o meno conflittuale tra maggioranza e opposizione.
L'atteggiamento di collaborazione dell'opposizione al Senato, dove sono state introdotte importanti modifiche, non attenua la critica alla doppiezza dimostrata qui alla Camera da una parte dell'opposizione, che ha adottato lo strumento dell'ostruzionismo, specialmente quando, di fronte ad un'emergenza così seria come quella sui rifiuti in Campania, esistono responsabilità sia del centrodestra, sia del centrosinistra. È un comportamento irresponsabile, che non vuole tenere conto dei gravi pericoli che incombono sui cittadini campani e che attengono alla salute e alla convivenza civile.
In Campania le emergenze si sommano tra loro e danno un'immagine degradata, che questa terra non merita e che indica responsabilità riconducibili a una grande questione irrisolta, comune a molte regioni del Mezzogiorno. Se non vengono aggredite le questioni sociali, della salute, del lavoro e dello sviluppo, l'emergenza sicurezza, l'emergenza rifiuti ed altre, quelle regioni saranno sempre le maschere grottesche con le quali tali terre sono viste da una politica sempre più miope e poco lungimirante.
La questione rifiuti rappresenta un mix di tutti i deficit del nostro Paese: culturale, politico, amministrativo, economico e occupazionale, in pratica un blackout di sistema. Esso nasce da una sottovalutazione della questione rifiuti, che continua ancora ad oggi ad essere considerata ambito settoriale e non un tema che incrocia tutti gli ambiti della vita, sia quotidiani, sia istituzionali.
I governi regionali che si sono susseguiti, sia del centrodestra sia del centrosinistra, non si sono distinti tra di loro. Tredici anni fa, la giunta Rastrelli aveva varato un piano rifiuti che attribuiva la parte onerosa del ciclo, cioè la raccolta, ai comuni e ai loro consorzi, e la parte in cui vi erano i profitti, cioè gli impianti, ai privati, anzi ad un privato, la società Fibe, gruppo Impregilo-Fiat, nei confronti della quale la settimana scorsa il giudice per le indagini preliminari ha emesso la misura interdittiva del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione.
La società Fibe con un'unica gara, sulla cui correttezza sono stati avanzati molti dubbi, si era aggiudicata la costruzione e gestione degli impianti previsti dal piano, due inceneritori e sette impianti meccanico-biologico, i cosiddetti CDR. Oltre a ciò, alla predetta società era stata attribuita la facoltà di scegliere i luoghi dove costruire gli impianti. Per aggiudicarsi gli appalti, i concorrenti dovevano disporre di aree, e tale società per convenienze proprie legate a compravendite di terreni, dove un ruolo non secondario ha assunto la camorra, aveva individuato in Acerra e Santa Maria La Fossa, che distano 15 chilometri tra di loro, le aree dove costruire i due inceneritori, aree a più alta incidenza di patologie tumorali e malformative.
Altro elemento importante da considerare, che porta all'emergenza di questi giorni, è che il bando di gara disponeva che l'aggiudicatario, ove mai gli inceneritori fossero stati realizzati in un tempo diverso dalla costruzione degli impianti CDR, avrebbe dovuto procedere allo smaltimento a proprie spese, fuori regione, in impianti destinati a tale scopo.
Ma poiché nello stato di emergenza i poteri commissariali straordinari possono derogare alle norme, nel 2001, con un'ordinanza, venne deciso che le ecoballe prodotte dai CDR potevano essere stoccate nel territorio della regione Campania, favorendo, ancora una volta, chi si era aggiudicato la gara.
Dal 2001 ad oggi sono state stoccate 6 milioni di tonnellate di ecoballe e ogni mese vi è ancora la necessità di 40 mila metri quadrati di nuove aree per depositare le ecoballe, inidonee ad essere bruciate per la cattiva qualità tecnologica del CDR.Pag. 18
La regione aveva abdicato alla funzione programmatoria e di governo del territorio e mai nessuna giunta regionale ha messo in discussione tali scelte.
Per tredici anni si è lasciato che la situazione corresse verso il baratro: percentuali irrisorie di raccolta differenziata; 6 milioni di tonnellate di ecoballe uscite dai CDR; balle di immondizia che sono vere e proprie bombe ecologiche, accatastate come immense piramidi; quasi mille discariche illegali, ma non clandestine, di rifiuti industriali e ospedalieri provenienti da mezza Italia e gestiti dalla camorra; altre centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti che periodicamente si accumulano per le strade, fino a quando qualcuno le incendia provocando emissioni di diossina; più di trenta inceneritori messi insieme. La gestione commissariale ha trasformato il cancro in metastasi!
Oggi il presidente della regione Campania ammette, anche in modo autocritico, limiti, errori e responsabilità, non soltanto sulla gestione politico-amministrativa, ma anche sugli effetti di un piano del ciclo dei rifiuti che non regge più alle sfide di un nuovo modello di sviluppo, che ha in sé un nuovo processo di produzione dei rifiuti.
Il decreto-legge in discussione, modificato dal Senato e sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia, va in controtendenza rispetto alla concezione tipicamente industriale legata alla sola costruzione di impianti di incenerimento. Attraverso il varo di un piano, da presentare entro novanta giorni, legato principalmente alla raccolta differenziata, all'individuazione dei siti di compostaggio e alla produzione di fosse di qualità, inizia un vero percorso per uscire dall'emergenza rifiuti in Campania, che va attentamente monitorato affinché non si adotti la solita tecnica del rinvio.
La scorciatoia dell'utilizzo di apparati industriali per uscire dall'emergenza è fallita. È necessario, invece, intervenire sulla produzione dei rifiuti e su una spinta della raccolta differenziata. L'emergenza è stata un alibi per sottrarre, agli organi competenti e alla legislazione sulla tutela ambientale, l'intera questione della raccolta, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti, specialmente in termini di limitazione delle emissioni nocive.
Infine, sulle tariffe, va detto con chiarezza e fermezza che i costi dell'emergenza non possono ricadere sui cittadini: essi hanno il dovere di pagare un servizio efficiente, al costo ordinario di una gestione ordinaria.
Su tali aspetti auspichiamo che il decreto-legge fornisca risposte sufficienti per un nuovo percorso, che miri al superamento dell'emergenza, alle garanzie per la tutela dell'ambiente, della salute dei cittadini e delle aree protette, nonché alla salvaguardia dell'autonomia dei poteri degli organi dello Stato e delle autonomie locali.
Preannunzio, quindi, il voto favorevole del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea sulla questione di fiducia posta dal Governo sull'articolo unico del disegno di legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).