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Discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2006 (Doc. VIII, n. 3); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2007 (Doc. VIII, n. 4) (ore 15,05).
(Discussione congiunta - Doc. VIII, nn. 3 e 4).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta, avvertendo che, secondo quanto stabilito nell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo, in questa seduta avrà luogo soltanto la relazione del deputato questore Albonetti, mentre gli ulteriori interventi nella discussione congiunta sono rinviati ad una seduta successiva.
Ha facoltà di parlare il deputato questore Albonetti.
GABRIELE ALBONETTI, Questore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la relazione introduttiva del collegio dei questori sul bilancio interno non è stata mai soltanto una relazione tecnica, ma quest'anno, più di altri, sentiamo la necessità di cogliere questa occasione per introdurre nella nostra riflessione e nel nostro confronto alcune considerazioni utili a restituire dignità ed autorevolezza all'istituzionePag. 3di cui facciamo parte, alla democrazia parlamentare e al nostro lavoro di singoli deputati.
Sono in atto una campagna e un moto ampio di opinione che tendono a produrre una forte delegittimazione dell'attività politica di rappresentanza a tutti i livelli istituzionali e, quindi, un indebolimento sostanziale della funzione politica democratica. A questo atteggiamento va contrapposta una reazione forte, fatta, da un lato, di difesa strenua delle prerogative della rappresentanza parlamentare e della sua autonomia costituzionale, dall'altro, di risposte concrete nella lotta agli sprechi, nel processo di riduzione dei costi della macchina pubblica e nell'eliminazione di elementi non necessari, che possono apparire agli occhi dei nostri cittadini come ingiustificati privilegi.
C'è un rapporto stretto tra efficienza e sobrietà dell'attività politica, la sua capacità di incidere sui processi reali della vita sociale ed economica e l'accettabilità dei suoi costi. Una vita democratica più efficiente e sobria, capace di rappresentare le istanze dei cittadini, ma anche di decidere in tempi compatibili con l'accelerazione dei processi reali in questa nostra epoca, accresce l'autorevolezza delle istituzioni e il loro prestigio, ricostruisce la fiducia ed è in grado di far comprendere meglio che l'attività politica ha dei costi che vanno sostenuti, proprio per garantire a tutti, qualunque sia il loro censo e il loro reddito, la possibilità di partecipare attivamente e di accedere anche agli incarichi più elevati.
Si potrebbe dire che i cosiddetti costi della politica, entro un certo limite, sono in diretto rapporto con le libertà politiche; oltre quel limite, rischiano di mettere a repentaglio le libertà politiche stesse, generando logoramento e sfiducia verso la democrazia ed aprendo varchi a soluzioni oligarchiche e tecnocratiche e comunque non democratiche (o almeno, come si dice oggi, post-democratiche).
Questo fenomeno di crescente distacco dalla politica e di crescente ostilità verso le sue funzioni ed i suoi protagonisti non è un fenomeno solo italiano: basti vedere i più recenti sondaggi svolti presso l'opinione pubblica di altri Paesi europei di più antica democrazia. In Italia, più che altrove, vi sono peculiarità legate ad una storia fragile ed ai percorsi carsici della mentalità e dello spirito civico: una fragilità che peraltro è paradossalmente, a prima vista, contraddetta dall'altissima partecipazione popolare alle consultazioni elettorali politiche, come si è visto anche in quelle dello scorso anno.
La comparazione con il funzionamento, l'organizzazione ed i costi delle altre democrazie parlamentari europee è spesso oggetto di luoghi comuni - di idola fori, come avrebbe detto Francesco Bacone - dati per veri, secondo i quali il nostro Parlamento avrebbe costi di gran lunga superiori a quelli del Bundestag, dell'Assemblea nazionale francese, della Camera dei Comuni, o addirittura paragonabili alla somma di tutti questi. Su questo punto abbiamo svolto nei mesi scorsi un accertamento approfondito che ci ha permesso di verificare che non solo questa affermazione non corrisponde al vero, ma che - se si calcola il costo unitario per giorno o per ora impegnati dall'attività di Assemblea o di Commissione, o per il numero di leggi approvate - la Camera dei deputati ha costi, a seconda dei casi, in linea o decisamente inferiori agli altri Parlamenti considerati: il che denota una molto diversa intensità dei lavori di Assemblea e di Commissione.
Anche sul complesso dell'indennità riconosciuta ai singoli parlamentari va sfatato il pregiudizio ricorrente secondo il quale i deputati italiani ricevono emolumenti molto più alti rispetto ai loro colleghi tedeschi, francesi e britannici, poiché al trattamento monetario andrebbero aggiunti - per una veridica comparazione - anche i servizi reali maggiori che quelle assemblee elettive forniscono ai loro membri: personale di supporto, alloggi, eccetera. Inoltre, com'è nel caso dell'Assemblea nazionale francese, andrebbe ricordato che spesso i deputati sono anche sindaci, presidenti di regione, consiglieri, senza alcun vincolo di incompatibilità.Pag. 4
Nell'ambito di una puntuale e puntigliosa riaffermazione della verità, rispetto ai luoghi comuni che viaggiano sul web e su altre reti di comunicazione e che richiamano un moto di indignazione dell'opinione pubblica, credo che possa essere questa l'occasione per parlare un poco di noi e dei nostri trattamenti: per parlarne ai nostri cittadini con grande trasparenza ed amore della verità.
Un parlamentare italiano, oggi, fra indennità, diaria e rimborsi spese, riceve circa 14.500 euro netti per 12 mesi, al netto delle trattenute, su cui paga ulteriori tasse e contributi figurativi per il lavoro abbandonato nel corso dell'impegno in Parlamento. Di questa somma, se egli vuol far bene il suo lavoro, una parte rilevante la utilizza per pagare l'alloggio a Roma, un ufficio nel territorio, collaboratori a Roma e nel territorio - con contratti di lavoro che devono essere regolari - e tutta una serie di altre spese per restare aggiornato e curare i rapporti con la propria comunità. Restano effettivamente disponibili, per sé e per la propria famiglia, circa 5-6 mila euro mensili: cifra che colloca la retribuzione del parlamentare nella fascia bassa della classifica delle retribuzioni della classe dirigente della nazione. Casomai, il problema è se il parlamentare merita e suda quei soldi, svolgendo bene il proprio lavoro di rappresentanza: ma qui il giudizio è affidato non ai regolamenti del Parlamento, bensì agli elettori.
Rispetto alle voci che corrono, ritengo che vada data una risposta altrettanto puntigliosa sui benefit disponibili. L'unico servizio gratuito sono i trasporti sui treni ed aerei nei confini nazionali e la tessera autostradale - ma non la benzina, come pure è stato sostenuto - in osservanza del principio costituzionale secondo il quale il parlamentare rappresenta la nazione senza vincolo di mandato e di territorio. Non vi è più la tessera per andare al cinema gratis, non vi è mai stata la tessera per viaggiare su autobus e metropolitana gratis; i francobolli si pagano; non vi sono piscine, palestre o maestri di tennis gratuiti a disposizione.
Non ci sono aerei di Stato o auto blu, né senza né con l'autista. L'assistenza sanitaria integrativa è interamente pagata dai contributi dei deputati su un Fondo che è in pareggio e, quindi, non pesa sul bilancio pubblico.
Al bar e al ristorante della Camera si paga: al bar con prezzi equivalenti a quelli dei bar del centro di Roma, al ristorante con prezzi per pasto che, dopo la riduzione di due terzi del costo unitario a seguito della decisione sulla esternalizzazione del servizio, si avvicinano al cinquanta per cento della spesa, come accade in qualsiasi mensa aziendale.
Ho fatto questa puntigliosa ricostruzione della verità dei fatti non per cedere alla tentazione dell'arroccamento, ma per sgombrare il campo dalla molta polvere che è stata sollevata e poter così giungere a distinguere, davvero, quali sono le prerogative parlamentari che non possiamo toccare e quali, invece, gli elementi non essenziali per la nostra attività, su cui possiamo incidere.
Mi riferisco alla proposta, che l'Ufficio di Presidenza ha già preso in esame - e sulla quale deciderà nei prossimi giorni, di intesa con il Consiglio di Presidenza del Senato, quando esso sarà convocato -, relativa alla riforma del sistema dei vitalizi, al fine di ricondurre questo istituto alla forma e alle dimensioni che lo rendono accettabile come equo e giusto ristoro indennitario per la vita del parlamentare quando lascia l'attività politica, dopo che il lungo tempo dedicato ad essa ha, nella maggior parte dei casi, reso più difficile tutelare la sua attività professionale in tutti i suoi aspetti, di carriera e pensionistici.
L'impianto di tale proposta è noto e riguarda l'eliminazione dell'istituto del riscatto, l'allargamento dei casi di incompatibilità del vitalizio con altre indennità pubbliche, la fissazione di un tetto massimo per l'evoluzione del vitalizio stesso.
A ciò si deve aggiungere la proposta di soppressione dei rimborsi per i viaggi di studio: quest'ultima misura partirebbe già dal 2008, con un risparmio di circa 2 milioni di euro all'anno. Nell'occasionePag. 5sopra indicata, infine, ci riserviamo di affrontare anche il tema delle differenze economiche dei trattamenti dei parlamentari tra Camera e Senato.
Ma le spese per i deputati o per gli ex deputati non sono le uniche su cui è possibile incidere per ridurre in questa istituzione, come in altre, i costi dell'attività politica.
Interventi significativi possono essere attuati - e, come vedremo, sono in progressivo corso di realizzazione - sulla struttura dei costi dell'amministrazione della Camera, a partire dalle componenti di spesa discrezionali, quelle per beni e servizi, senza rinunciare a politiche pluriennali che consentano di incidere anche su eccessive rigidità delle spese cosiddette obbligatorie, nel rispetto delle norme costituzionali, legislative e contrattuali che ne sono la fonte.
Intervenire sulle spese obbligatorie è certamente possibile, e lo si fa modificando i meccanismi normativi che ne sono alla base.
Questo, d'altro canto, è quanto avvenuto per l'indennità parlamentare, che è regolata per legge nella sua misura, nei meccanismi di adeguamento periodico e nel divieto di cumulo con i proventi derivanti da incarichi nelle amministrazioni pubbliche. Sull'indennità parlamentare è, infatti, intervenuta una recente misura legislativa da cui discende un effetto di contenimento di carattere strutturale.
A seguito di quanto disposto dalla legge finanziaria per il 2006, l'Ufficio di Presidenza della Camera ha ridotto del 10 per cento l'importo allora vigente della quota mensile dell'indennità parlamentare e l'importo degli assegni vitalizi di nuova liquidazione, da corrispondere ai deputati cessati dal mandato ed ai loro aventi causa.
La legge finanziaria per il 2007, a sua volta, limita al 70 per cento, per gli anni 2007-2008, gli adeguamenti retributivi previsti dalla legislazione vigente per alcune categorie di dipendenti pubblici, tra i quali i magistrati ordinari.
Poiché l'incremento dell'indennità parlamentare è legato alla crescita delle retribuzioni dei magistrati, il limite posto dalla legge finanziaria per il 2007 all'incremento degli stipendi dei magistrati ha indirettamente rallentato la dinamica dell'indennità parlamentare per il biennio 2007-2008.
Vorrei sottolineare, da un lato, che questo meccanismo di aggancio alle retribuzioni dei magistrati è stato voluto dal legislatore nel 1965, proprio per evitare che fossero i parlamentari a stabilire la misura della propria indennità e, dall'altro, che non vi sono stati, né vi possono essere, aumenti dell'indennità parlamentare che non siano frutto del meccanismo di adeguamento previsto dalla legge.
Più in generale, vorrei tornare a ricordare che l'indennità parlamentare è prevista dall'articolo 69 della Costituzione e corrisponde a due finalità particolarmente rilevanti: da un lato, evitare che le condizioni economiche dei cittadini possano costituire un impedimento all'accesso della rappresentanza nazionale; dall'altro, garantire l'esercizio del mandato parlamentare in condizioni di indipendenza economica, assicurandone - anche per tale via - la pienezza e la libertà.
Fra le spese obbligatorie vi è anche quella del vitalizio per gli ex deputati. Tuttavia, come ho già detto, abbiamo deciso di intervenire con una riforma piuttosto significativa i cui effetti, che andranno gradualmente a regime, produrranno alla fine per il bilancio della Camera un risparmio che si colloca fra i 30 e i 40 milioni di euro.
Fra le spese obbligatorie, naturalmente, vi è l'insieme delle risorse che vengono erogate per il personale in attività e per quello in quiescenza. Anche tali aggregati di spesa non sono intoccabili, né in linea di principio né in linea di fatto. Molte leve possono essere azionate per ridurre gradualmente i costi in tale settore, senza ridurre la qualità e l'efficienza dei servizi forniti e delle funzioni svolte.
La qualità e la professionalità dei dipendenti Camera a tutti i livelli, il loro spirito di appartenenza e di servizio all'Istituzione, la loro piena disponibilità al rispetto di orari dettati dall'estrema volubilitàPag. 6dell'attività parlamentare, sono stati fino ad oggi il cardine fondamentale che ha consentito un'evoluzione dei regimi contrattuali interni per alcune categorie di personale non comparabili con l'insieme del settore pubblico italiano. Il principio di onnicomprensività delle retribuzioni è un elemento di forte caratterizzazione dell'amministrazione della Camera rispetto alle esperienze amministrative esterne. Non viene prevista alcuna retribuzione aggiuntiva per prestazioni orarie oltre la norma, né ai dipendenti della Camera, quale che sia il loro grado e responsabilità, sono riconosciuti benefit o valenze economiche, quali ad esempio l'uso di autovetture aziendali.
La normativa interna e le modalità di lavoro, inoltre, non consentono ai dipendenti della Camera di assumere incarichi esterni di consulenza o di partecipazione a consigli di amministrazione di enti e società a fini di lucro. La percentuale di crescita effettiva delle retribuzioni nel periodo 2001-2006, depurato degli effetti del turn over e dei meccanismi di crescita dei costi legati all'anzianità del personale, è in linea con la dinamica che nello stesso periodo si è verificata nei settori principali della pubblica amministrazione.
Tale trend di raffreddamento dovrà continuare e consolidarsi, in un quadro di contrattazione con le organizzazioni sindacali, anche per il triennio contrattuale in scadenza e per quello che inizierà nel 2008. Naturalmente, le differenze di trattamento con l'ambiente esterno, laddove siano già marcate, possono continuare a giustificarsi, seppur frenandone l'evoluzione, solo se continuerà a manifestarsi nel personale della Camera quella piena disponibilità di orario e di servizio che ne è la ragione fondante. Le politiche del personale non possono comunque prescindere da un'idea generale delle priorità del lavoro e del funzionamento della Camera e da indirizzi che consentano di modulare i processi di reclutamento, di mobilità interna, la scelta di rafforzamento della gestione diretta di alcuni servizi e la progressiva esternalizzazione di altri, ricordando che ogni forma di outsourcing, se non si vuole che diventi un fattore incontrollabile, abbisogna di un rafforzamento delle chiavi di governo e di controllo degli standard di efficienza e qualità.
Vi è un'attività, la principale per noi, si direbbe il core business della nostra impresa, quella politico-parlamentare, con i suoi supporti di studio, approfondimento, competenza giuridico-legislativa, produzione di conoscenza e i suoi relativi supporti materiali - sempre meno carta e sempre più software - che va consolidata e, se necessario, rafforzata.
Vi è un'area della sicurezza e dell'accoglienza che occupa un quarto del nostro personale, che non può certo essere garantita da personale esterno, e che occorre però dimensionare ad una più razionale utilizzazione degli spazi, nonché degli orari e delle modalità di apertura di molte nostre sedi. È possibile che in tale area, nei prossimi anni e man mano che si verificheranno pensionamenti, vi possano essere eventuali nuovi reclutamenti, prima dei quali è necessario, comunque, espletare tutte le procedure di mobilità interna da altri settori che nel frattempo dovessero essere sottoposti a interventi di riorganizzazione o esternalizzazione.
È comunque impegno e interesse del Collegio dei questori e dell'amministrazione che tali procedure avvengano senza pregiudicare in alcun modo la motivazione professionale e le condizioni di impiego dei lavoratori coinvolti.
Vi è infine l'area dei servizi di supporto alla vita parlamentare (ristorazione, autorimessa, barbieria, pulizia, impianti, lavori, eccetera) nella quale vanno prese decisioni non per forza uniformi e univoche, ma sempre avendo presenti obiettivi di riduzione dei costi, ma anche di mantenimento dell'efficienza e degli standard di qualità finora assicurati.
Siamo giunti così alla voce «beni e servizi», che vale oggi per noi circa 180 milioni di euro e sulla quale è possibile avviare processi di riorganizzazione che possono produrre risultati significativi già sul prossimo bilancio 2008. È il caso dell'esternalizzazione del ristorante deiPag. 7deputati, che abbiamo avviato in misura sperimentale per diciotto mesi. Questa scelta produrrà, di per sé, una riduzione dei costi di circa 3,7 milioni di euro su base annua. È il caso anche dell'informatica, rispetto alla quale sono stati deliberati interventi che avranno effetti di contenimento della spesa valutabili nell'ordine di 2,5 milioni di euro su base annua.
Rafforzeremo le funzioni di progettazione, indirizzo e controllo dei processi informatici (da riservare al personale tecnico dipendente), mentre saranno rinnovate ed estese le procedure di gara, accorpando alcuni appalti in modo da assicurare economie di scala e una più chiara individuazione delle responsabilità dell'appaltatore.
Il numero di server sarà ridotto semplificando la gestione sistemistica mentre, come sapete, sarà esteso l'utilizzo di software open source, con importanti vantaggi anche in termini di minori costi di acquisizione. I contratti esistenti verranno rivisti, limitando l'assistenza tramite presidio ai casi indispensabili e utilizzando, per il resto, la tecnologia più recente per garantire i medesimi livelli di servizio attraverso prestazioni da remoto o su chiamata.
Miglioreremo, infine, la programmazione degli stanziamenti di bilancio e realizzeremo sinergie a livello infrastrutturale e operativo con il Senato.
Sottolineo, tuttavia, che i risultati finanziari attesi si collocano in un quadro programmatico orientato, comunque, alla riduzione dei costi, ma anche allo sviluppo e non alla compressione dei servizi informatici offerti all'utenza parlamentare e amministrativa.
Abbiamo seguito la stessa logica di razionalizzazione dei costi anche in materia di locazione di immobili destinati alle esigenze dei gruppi parlamentari e dei componenti degli organi di direzione politica della Camera.
Siamo convinti della necessità di disporre di un piano organico di utilizzo delle dotazioni per uscire dall'emergenza continua anche attraverso la sostituzione progressiva degli immobili in locazione con edifici nella diretta disponibilità della Camera.
La Camera ha stipulato negli anni alcuni contratti di locazione sulla base dei quali detiene una serie di unità immobiliari (diverse dai palazzi Marini e da Castelnuovo di Porto) per circa 3.600 metri quadri. Questi immobili sono vicini alla Camera, ma separati tra loro; ciò non consente un'utilizzazione ottimale e produce anche un effetto negativo sull'opinione pubblica, indotta a considerare eccessivo il numero dei «palazzi della Camera».
Come questori abbiamo chiesto quindi al Ministro dell'economia, in una lettera del maggio 2007, di poter disporre di un unico immobile dell'Agenzia del demanio di superficie quanto meno pari a quella prima indicata e anch'esso vicino alla Camera al fine di poter concludere tutti o parte di quei contratti. In questo modo sarebbe possibile ridurre la richiesta di dotazione finanziaria in misura corrispondente ai risparmi così ottenuti che, a regime, sono valutabili nell'ordine di 2,6 milioni di euro l'anno.
È già stata decisa una consistente riduzione delle tirature degli atti parlamentari, anche alla luce della loro integrale e tempestiva disponibilità sul sito Internet della Camera dei deputati e dell'avvio di un progetto di print on demand esteso anche ai documenti con numero romano.
L'effetto di risparmio atteso è di circa un milione di euro l'anno a regime, con una riduzione di tirature che potrebbe raggiungere fino a 25 milioni di pagine stampate in meno su base annua e significativi vantaggi gestionali in termini di minori spazi occupati e di abbattimento del rischio di incendio.
La tempestiva disponibilità della rassegna stampa sul nostro sito Internet consente di rinunciare alla produzione dei fascicoli a stampa, mentre stanno per essere adottate modalità di convocazione degli organi della Camera tramite posta elettronica e sms anziché tramite telegrammaPag. 8e telefax. Il risparmio complessivo atteso da queste due misure è stimabile in 350 mila euro l'anno.
Questa politica di razionalizzazione, di costante ricerca dell'efficienza e di riduzione dei costi della macchina amministrativa si rende necessaria non perché incombe da qualche mese su di noi la campagna sui costi della politica, ma perché la Camera, in piena autonomia, già dal 2003 ha scelto di tenere la sua richiesta di dotazione finanziaria al Ministero dell'economia sempre al di sotto del tasso di crescita del PIL nominale programmato annualmente dal Documento di programmazione economico-finanziaria. Tale vincolo - che ci siamo autoimposti e che continuiamo a rispettare anche in questa legislatura, così com'è accaduto nella precedente, con il consenso unanime dell'Assemblea - ci consente di tenere il bilancio in armonia con i tassi di crescita dell'economia nazionale.
Segnalo, a tal proposito, che il DPEF presentato nelle scorse settimane ha rivisto in aumento la crescita del PIL nominale per quest'anno e per i tre successivi. La nostra richiesta di dotazione, invece, è rimasta immutata. In concreto, continuando con questa logica, ciò significa chiedere al Ministero dell'economia, di qui al 2010, oltre 100 milioni di euro in meno di quanto il rispetto della regola del PIL nominale ci consentirebbe. Sottolineo che 100 milioni di euro rappresentano il 10 per cento della spesa effettiva della Camera.
È, tuttavia, chiaro a tutti voi che il rispetto di tale vincolo di bilancio impone interventi strutturali sulla composizione della spesa e sui costi organizzativi e funzionali della Camera. Non si tratta solo di andare alla ricerca di eventuali sprechi da eliminare, ma di adottare logiche e sistemi organizzativi nuovi, con procedure di continua verifica della congruità dei contratti, dell'andamento della gestione, adottando, quando è possibile, il metodo delle gare a pluriservizio. C'è la necessità di compiere scelte che incentivino il più efficiente utilizzo delle risorse disponibili. Parlo di efficienza, quindi, non di meri tagli, poiché sbaglia chi pretende che il Parlamento spenda poco, ma è nel giusto chi ci chiede di spendere bene e di non sperperare.
Su tale piano, colleghi, posso assicurare che non siamo all'anno zero. Oltre a richiamare tutti gli interventi che ho elencato in precedenza, mi limito ad aggiungere, a puro titolo di esempio, che la Camera, nella propria autonomia, ha concretamente applicato alle spese correnti del 2005 un limite di incremento del 2 per cento, stabilito dalla legge finanziaria per quell'anno, come pure ha recepito e attuato le norme stabilite dalle leggi finanziarie, a partire da quella per il 2005, in materia di contenimento delle spese per consulenze, nonostante gli organi costituzionali, come noto, siano esclusi da quelle disposizioni.
In effetti, negli ultimi anni il tasso di crescita delle spese effettive della Camera, cioè delle spese al netto delle partite di giro, si è progressivamente ridotto. Esso era, infatti, superiore al 7 per cento nel 2000 ed è del 2,94 per cento nel 2007. Credo, tuttavia, che debba essere riconosciuto che il rigore finanziario non è andato a detrimento della qualità dei servizi di supporto all'attività parlamentare e che sono sempre state garantite risorse per l'innovazione degli strumenti operativi e dei processi di lavoro.
Questo è, in definitiva, il concetto di buona amministrazione cui vogliamo continuare ad attenerci: contenere i costi senza compromettere la capacità del Parlamento di adeguare se stesso all'evoluzione del sistema istituzionale e alla complessità crescente della società e di intervenire sulle questioni fondamentali della vita civile in modo tempestivo e con conoscenze adeguate. Questo è quanto l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori della Camera possono fare a Costituzione e legislazione data.
Voglio sottolineare, a tale riguardo, che l'amministrazione della Camera ha profuso un particolare impegno - non da oggi - al raggiungimento di questi obiettivi ed anzi li ha fatti propri, svolgendo un'azione intelligente, efficace e trasparente in questaPag. 9direzione. Di ciò voglio dare volentieri atto per l'insostituibile apporto che il nostro apparato fornisce nel supportare nei suoi vari aspetti l'attività della Camera dei deputati.
Noi pensiamo che in questo modo la Camera dei deputati stia facendo la sua parte e dando il suo serio contributo al contenimento e alla riduzione dei cosiddetti costi della politica. Auspichiamo che il nostro contributo - che abbiamo avuto l'opportunità di illustrare anche sotto forma di ampio dossier, nei giorni scorsi, alla Commissione affari costituzionali nell'ambito dell'indagine conoscitiva promossa su tali temi - possa accompagnarsi a quello di tanti altri, portando a definire un quadro di interventi che veda tutte le istituzioni impegnate sullo stesso fronte. Insomma, ciascuno faccia la sua parte e sarà così più legittimato a chiedere agli altri di fare lo stesso.
Passando al progetto di bilancio interno per il 2007 e limitandomi in questa sede a mettere in luce i dati maggiormente significativi sotto il profilo finanziario, politico e amministrativo, rinvio come di consueto, per un'esposizione analitica delle cifre, alle relazioni scritte.
Quanto alle entrate, ho già detto dell'andamento della dotazione. A decorrere da quest'anno, le entrate contemplano anche la previsione di 0,6 milioni di euro, relativa al finanziamento delle iniziative per il potenziamento e il collegamento delle strutture di supporto del Parlamento, come stabilisce l'articolo 1, comma 481, della legge finanziaria per il 2007.
Venendo alle previsioni relative alle spese effettive, riferite cioè alle spese correnti e alle spese in conto capitale, è da sottolineare che la loro dinamica di crescita, rispetto all'esercizio precedente, è complessivamente pari al 2,94 per cento, quindi con un andamento inferiore di oltre un punto e mezzo percentuale rispetto a quello previsto nel 2006 - anno nel quale, peraltro, il bilancio scontava anche spese connesse al cambio di legislatura - nonché inferiore rispetto ai dati relativi agli anni precedenti.
In questo contesto, la previsione di spesa per le utenze diminuisce del 7,5 per cento, quella per la telefonia del 2,22 per cento, quella per assicurazioni dell'1,38 per cento, mentre la previsione per l'acquisto di beni e materiali di consumo si colloca al di sotto del tasso di inflazione.
Inoltre, va sottolineato che per le Commissioni di inchiesta, vigilanza e controllo si registra un deciso contenimento degli oneri di funzionamento. Per le Commissioni di inchiesta ciò è in larga misura dovuto alla previsione, nelle relative leggi istitutive, di specifici tetti per le spese di funzionamento e alla riduzione del numero di Commissioni istituite.
L'incremento previsto per le spese correnti è pari al 3,11 per cento, mentre la spesa in conto capitale diminuisce dell'1,08 per cento; entrambe le cifre sono al lordo dei fondi di riserva, le cui disponibilità finanziarie, quali prudenziali accantonamenti di risorse nell'ambito del bilancio di previsione, ammontanti a 22,1 milioni di euro, rappresentano nel loro complesso il 2,1 per cento del totale delle spese recate dai titoli 1 (spese correnti) e 2 (spese in conto capitale).
Passando ad illustrare il conto consuntivo per l'anno 2006 - anche in questo caso rinvio, per maggiori precisazioni, alla relazione scritta distribuita - ricordo che da alcuni anni tale documento viene preceduto da una riclassificazione delle spese della Camera attorno a quattro missioni primarie. L'80,4 per cento delle risorse finanziarie, al netto degli oneri fiscali e contributivi e delle prestazioni previdenziali, è assorbito dalle funzioni relative all'attività parlamentare in senso stretto, comprendenti anche gli oneri sostenuti per le strutture destinate a ospitare gli organismi bicamerali. Si tratta di un dato che registra un lieve incremento rispetto all'anno precedente.
Le risorse destinate alle relazioni internazionali e alle attività di rappresentanza della Camera sono state il 3 per cento del totale delle risorse come sopra determinate e rappresentano un dato invariato rispetto allo scorso anno.Pag. 10
Le attività volte a fornire servizi direttamente fruibili al pubblico hanno assorbito il 9,1 per cento delle risorse finanziarie (dato anch'esso sostanzialmente invariato rispetto al precedente esercizio). Tali risorse hanno la finalità di avvicinare alla Camera dei deputati i cittadini mediante la messa a disposizione di una pluralità di strumenti, tra i quali hanno particolare rilievo il sito Internet, la biblioteca e l'archivio storico.
Infine, il 7,5 per cento delle risorse finanziarie è stato destinato alla valorizzazione e alla riqualificazione del patrimonio immobiliare e mobiliare della Camera. Tale percentuale risulta in lieve diminuzione rispetto all'esercizio precedente, anche a seguito del sostanziale completamento dei programmi d'intervento della XIV legislatura.
Nella relazione scritta sono illustrati i risultati della gestione amministrativa, con specifico riferimento al settore informatico, alla programmazione ed esecuzione dei lavori, ai servizi resi agli utenti, alla comunicazione istituzionale, al reclutamento di personale e all'attività della biblioteca.
Passando ad una sintetica illustrazione dei dati finanziari dell'esercizio 2006, le entrate effettive afferenti i titoli 1 e 2 registrano accertamenti per 982,9 milioni di euro, su una previsione definitiva di 974,8 milioni di euro, e conseguenti maggiori entrate pari a 8,1 milioni di euro. Gli incassi per 978,8 milioni di euro hanno determinato residui attivi per 4,1 milioni di euro. Il comparto della spesa effettiva registra impegni per 980,3 milioni di euro, che rappresentano il 95,82 per cento degli stanziamenti iscritti per 1023,1 milioni di euro, con conseguenti economie per 42,8 milioni di euro. I pagamenti, pari a 918,4 milioni di euro, rappresentano il 93,69 per cento delle somme impegnate e determinano la formazione di residui passivi per 62 milioni di euro.
La gestione di competenza del 2006 ha registrato, anche per effetto dell'attenzione verso la dinamica della spesa e il suo controllo e la selezione di obiettivi e priorità, un saldo positivo di complessivi 2,5 milioni di euro. Nel 2006 è tornato a diminuire, dopo la parentesi dell'anno precedente, il volume dei residui passivi, pari alla fine dell'esercizio a 149,6 milioni di euro. Il risultato di amministrazione finale dell'esercizio, che registra anche gli avanzi di gestione conseguiti negli anni precedenti, è di 174,1 milioni di euro, che contribuiscono a determinare, unitamente ai trasferimenti del bilancio dello Stato, le risorse disponibili negli esercizi finanziari successivi.
Concludendo, desidero formulare un particolare ringraziamento al Segretario generale, ai vicesegretari generali, agli altri dirigenti e a tutto il personale della Camera per il costante impegno che profondono per assicurare il buon andamento di tutti i servizi dell'amministrazione e venire così incontro alle esigenze dei parlamentari.
Ringrazio fin d'ora i colleghi per i suggerimenti che vorranno fornire intervenendo nella discussione - quando si svolgerà - che auspico possa registrare il più ampio consenso dell'Assemblea sui documenti di bilancio interno all'ordine del giorno.
Se il Presidente lo permette, per l'ultima parte della relazione, lascerei la parola al questore Colucci per l'illustrazione dello stato di attuazione degli ordini del giorno presentati in sede di discussione del bilancio interno per il 2006 (Applausi).
PRESIDENTE. La ringrazio, signor questore.
Ha facoltà di parlare il deputato questore Colucci, che integrerà la relazione a nome del Collegio dei questori, dando conto del seguito fornito agli ordini del giorno presentati in occasione dell'esame del precedente bilancio interno.
FRANCESCO COLUCCI, Questore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, passando all'illustrazione di quanto è stato fatto per l'attuazione degli ordini del giorno presentati in occasione della discussione del bilancio interno per il 2006, vorrei prendere le mosse da quelli relativi al personale.Pag. 11
La materia della formazione è stata oggetto dell'ordine del giorno presentato dai colleghi Aprea e D'Elia (n. 9/Doc. VIII, n. 2/2). Si tratta di un settore sempre presente all'attenzione del Collegio, in quanto agli annuali programmi di formazione informatica e linguistica si affiancano progetti di sviluppo delle competenze riferite a singole categorie professionali, cui si aggiungono i corsi di aggiornamento specialistico, per un complesso di attività che si traduce in una media di circa 350 corsi di formazione.
Vorrei far presente che è aumentato in maniera significativa il ricorso alla formazione in sede: nel 2006, su 373 corsi svolti, 205 sono stati tenuti con questa modalità. Si tratta di una modalità organizzativa che presenta il duplice vantaggio di determinare un minor costo unitario delle iniziative di formazione e una migliore corrispondenza fra i contenuti del corso e le specifiche esigenze formative degli utenti.
Quanto ai carichi di lavoro e alle connesse problematiche considerate dagli ordini del giorno Aprea n. 9/Doc. VIII, n. 2/2 e De Simone n. 9/Doc. VIII, n. 2/19, rammento che l'amministrazione compie periodicamente delle analisi statistiche relative all'attività svolta da ciascuna struttura.
Devo, peraltro, far presente al riguardo che è in corso un intervento volto, in prima battuta, a verificare se la definizione di un modello unico ed omogeneo per metodi e strumenti di misurazione dei carichi di lavoro sia compatibile con la complessità della struttura organizzativa e con le peculiari modalità di effettuazione della prestazione lavorativa delle diverse professionalità presenti presso la Camera dei deputati.
Quanto alla specifica richiesta di equiparazione giuridica ed economica delle posizioni operativamente analoghe, ricordo che l'Ufficio di Presidenza ha dato mandato al Collegio di individuare, su proposta del Segretario generale, gli uffici e gli incarichi di coordinamento di livello equiparato da parificare, in via sperimentale, ai fini dell'attribuzione delle indennità di funzione agli uffici della Segreteria generale e agli incarichi individuali.
Ai colleghi Iannuzzi, Fadda e Sanna, che hanno presentato l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/3, faccio presente che l'Ufficio di Presidenza ha stabilito di mantenere aperta sino al 15 novembre 2007 la graduatoria del concorso per consigliere parlamentare della professionalità generale e ai colleghi Farina e De Simone, che hanno chiesto di verificare la possibilità di svolgere un pubblico concorso per consiglieri informatici e per personale di IV livello da assegnare a tale settore, che il tema da loro affrontato è connesso alla scelta del modello che si intende adottare per l'organizzazione del settore.
Nel predisporre il piano di reclutamento per il triennio 2007-2009, potrà essere considerata l'ipotesi di un rafforzamento degli organici di alcune qualifiche professionali nei settori tecnici e, in particolare, dei consiglieri della professionalità tecnica, sulla base di un riequilibrio del rapporto tra risorse interne e risorse acquisite sul mercato.
Proseguendo sulle questioni riguardanti l'informatica, faccio presente che l'ordine del giorno Folena n. 9/Doc. VIII, n. 2/4 è stato attuato. Tale ordine del giorno aveva chiesto l'avvio di una migrazione per gradi dai sistemi proprietari a quelli liberi e open source. Sul punto, rammento anzitutto che il software open source è stato fino ad ora utilizzato nell'area server dei servizi infrastrutturali e che i deputati che lo desiderano possono, da quest'anno, richiedere che venga installato il software open source anche sulle postazioni fisse di personal computer in loro dotazione. Inoltre, per consentire la completa fruizione dei servizi informatici attualmente accessibili dalle postazioni di personal computer con software standard, è stata appositamente predisposta una configurazione software che impiega l'open source sia per il sistema operativo, sia per le componenti applicative.
Con riferimento, poi, alla richiesta, contenuta nell'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/Doc. VIII, n. 2/11, di prevederePag. 12l'erogazione per tutti i deputati di un servizio informatico per rendere maggiormente fruibile l'informazione televisiva, comunico che tale servizio è disponibile e che a giorni sarà bandita un'apposita gara per il futuro affidamento.
In ordine al tema dei collegamenti senza fili alla rete Internet, oggetto degli ordini del giorno Grillini n. 9/Doc. VIII, n. 2/13 e Jannone n. 9/Doc. VIII, n. 2/21, faccio presente che il Collegio ha approvato, in via sperimentale, un progetto per attrezzare alcune aree con i punti di accesso necessari per consentire ai deputati di collegare le proprie postazioni di lavoro portatili alla rete Internet attraverso collegamenti senza fili.
Ricordo, poi, che l'ordine del giorno Grillini n. 9/Doc. VIII, n. 2/14 chiedeva la predisposizione di un servizio per i deputati sul palmare mobile per il portale della Camera, l'accesso al T-Web (agenzie di stampa), alle banche dati e al sito Internet della Camera stessa. Devo, anzitutto, far presente che l'utilizzo dei palmari per accedere ai servizi informatici ed alla rete Internet tramite interfaccia web dipende dalle caratteristiche tecniche del palmare. Sono stati adottati, tuttavia, alcuni accorgimenti per agevolare tale utilizzo, mediante la nuova versione del sito della Camera, con l'apertura di nuovi canali di comunicazione particolarmente adatti ai palmari. Inoltre, per l'accesso alle agenzie di stampa tramite il sistema T-Web è già disponibile uno specifico servizio, fruibile dalla maggior parte dei dispositivi palmari in commercio; per la posta elettronica sono stati attivati ulteriori protocolli di comunicazione per facilitare l'accesso alla casella.
Al collega Fratta Pasini, che ha chiesto di rendere disponibili, anche per la XV legislatura, i corsi di informatica per i deputati, faccio presente che l'amministrazione ha operato una complessiva ridefinizione dell'oggetto e delle modalità di esecuzione dei corsi informatici, che sono iniziati il 16 aprile 2007.
Vorrei, infine, rispondere congiuntamente ai colleghi presentatori degli ordini del giorno Fabris n. 9/Doc. VIII, n. 2/23 e n. 9/Doc. VIII, n. 2/26, che rispettivamente chiedono di «studiare la possibilità di disporre un significativo incremento degli stanziamenti e degli impegni» per il «deciso impulso nell'adeguamento delle dotazioni informatiche della Camera dei deputati» e di «valutare la possibilità di predisporre un piano di acquisizione di strumenti informatici portatili di ultima generazione». Sul punto, non posso che rinviare alle considerazioni di carattere generale svolte dal collega Albonetti nella sua relazione. L'intendimento del Collegio è quello di incrementare il numero e la qualità dei servizi, senza aumentare la spesa. Devo, poi, osservare che la dotazione di bilancio per l'informatica rappresenta una quota significativa delle spese discrezionali della Camera, pur nell'ambito della politica di contenimento della dotazione finanziaria in atto da diversi anni. L'importo previsto nel bilancio per il 2007 appare sufficiente per assicurare il costante adeguamento delle dotazioni informatiche hardware e software, sia dei deputati e dei gruppi parlamentari, sia dell'amministrazione, anche in virtù di un'opera di razionalizzazione della spesa.
Con riferimento al tema della gestione degli spazi, l'ordine del giorno Quartiani n. 9/Doc. VIII, n. 2/20 ha chiesto di valutare l'opportunità di verificare la qualità dei servizi di pulizia, distribuzione, posta e vigilanza presso palazzo Marini.
Devo far presente al riguardo che, nello svolgimento del rapporto contrattuale, i contatti tra l'amministrazione e la proprietà sono costanti, che il personale dell'amministrazione in servizio presso i palazzi Marini è, a sua volta, un ulteriore punto di riferimento per le segnalazioni di eventuali disservizi e che l'amministrazione ha sempre dato seguito ad ogni segnalazione proveniente dagli utenti.
In relazione agli altri ordini del giorno a prima firma del collega Fabris relativi sostanzialmente alle necessità di spazi, con particolare riferimento alle esigenze dei gruppi, ricordo che per far fronte alla carenza di spazi è stata autorizzata l'acquisizione in locazione di un immobile in piazza San Lorenzo in Lucina, al fine diPag. 13procedere al trasferimento di taluni uffici dell'amministrazione. In tal modo, gli spazi che si sono resi disponibili presso palazzo della Missione sono stati destinati al soddisfacimento delle esigenze dei gruppi parlamentari.
Sempre sullo stesso tema, debbo rinviare a quanto già fatto presente dal collega Albonetti e ribadire che, per incarico della Presidenza e sulla base dell'indirizzo definito dall'Ufficio di Presidenza nel corso dell'esame del bilancio interno per il 2007, svoltosi nella riunione del 23 aprile 2007, il collegio ha rappresentato, come ha detto l'onorevole Albonetti, al Ministero dell'economia e delle finanze la situazione di emergenza della Camera in materia immobiliare, chiedendo di poter disporre di un unico immobile dell'Agenzia del demanio, di adeguata superficie e vicino alla Camera, per sostituire una pluralità di unità immobiliari oggi disponibili in regime di locazione. Si tratta sempre di aspetti già sottolineati dall'onorevole Albonetti.
Ancora per quanto riguarda le esigenze dei gruppi parlamentari, l'ordine del giorno, anch'esso a prima firma del collega Fabris, n. 9/Doc. VIII, n. 2/25 ha chiesto, in relazione agli spazi comuni assegnati ai gruppi presso il palazzo ex Alto Lazio, l'effettuazione di alcuni lavori, mentre, con l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/30, sempre a prima firma dell'onorevole Fabris, sono stati richiesti adeguati interventi per l'ingresso 9/A del palazzo ex Alto Lazio.
A questo riguardo, devo rammentare che il palazzo dei gruppi che oggi ospita la maggior parte delle strutture destinate al funzionamento dei gruppi parlamentari, è stato interessato da un'intensa opera di riqualificazione impiantistica ed architettonica, ormai quasi completamente ultimata, secondo l'indirizzo politico espresso sin dall'avvio della XIV legislatura.
Nel contesto delineato, ultimata tale riqualificazione e definite le priorità di intervento, sarà possibile procedere alle lavorazioni complessive necessarie presso il palazzo ex Alto Lazio, che potranno svolgersi per fasi progressive nei limiti delle disponibilità dei locali, attesa l'esigenza di garantire in ogni caso la necessaria continuità dell'attività parlamentare.
Peraltro, sono già stati eseguiti interventi di rifacimento degli impianti di climatizzazione e completati gli interventi di compartimentazione antincendio. Sono, inoltre, in corso di progressiva acquisizione le progettazioni relative al rifacimento degli impianti.
Dopo la redistribuzione degli spazi effettuata dal Collegio, sono stati avviati lavori di adeguamento funzionale segnalati dai gruppi assegnatari. Si prevede di completare, nell'ambito della pausa estiva dei lavori parlamentari, taluni interventi che non è stato possibile realizzare in precedenza, per non interferire con lo svolgimento delle attività dei gruppi assegnatari.
Infine, l'ingresso 9/A del palazzo ex Alto Lazio è stato riaperto per far fronte ad esigenze derivanti dalla riallocazione dei gruppi parlamentari. Solo per questo motivo, esso non è rientrato nella prima fase di riqualificazione predetta, ma vi entrerà nelle fasi successive.
Venendo ad altre questioni, ricordo che il collega Buontempo, con l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/7, ha chiesto una tariffa postale agevolata per l'invio di materiale informativo sulle attività del deputato.
L'applicazione della tariffa agevolata, nei termini specificati nell'ordine del giorno in questione, determinerebbe un onere particolarmente elevato a carico del bilancio interno. Sono, tuttavia, in corso contatti con Poste italiane Spa per verificare se sia possibile stipulare un'apposita convenzione, che potrebbe riconoscere uno sconto sulle tariffe postali per la corrispondenza istituzionale inviata da deputati per il tramite della Camera. Voi sapete che all'interno della società Poste italiane vi sono stati avvicendamenti. Stiamo seguendo questo tipo di richiesta e ci auguriamo che la nuova gestione possa darci delle risposte positive.
Quanto all'ordine del giorno presentato dai colleghi Piscitello, Piro e Bianchi - l'ordine del giorno Piscitello n. 9/Doc. VIII, n. 2/9 - relativo ai collaboratori deiPag. 14deputati, faccio presente che l'Ufficio di Presidenza ha assunto decisioni in materia ben note ai colleghi.
L'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 2/10, presentato dai colleghi Borghesi, Donati ed Evangelisti, era diretto ad «operare, fino dal prossimo bilancio 2007 e per i successivi di questa legislatura, un'adeguata riduzione della spesa (...)». Si tratta di un argomento già diffusamente illustrato dal collega Albonetti, al cui intervento quindi rinvio, con particolare riferimento alle economie di carattere strutturale.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
CARLO LEONI (ore 15,55).
FRANCESCO COLUCCI, Questore. Quanto poi all'ordine del giorno Fabris n. 9/Doc. VIII, n. 2/27, presentato dal collega Fabris e da altri, in tema di risorse economiche, strumentali ed informatiche per i gruppi parlamentari, faccio presente che si è già provveduto a tali esigenze, che sono sempre tenute nella massima considerazione.
Al collega Buontempo, che, con l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/5, aveva evidenziato la necessità di «un' apposita gara di appalto per la realizzazione di nuovi contratti» assicurativi, confermo che il tema era già da tempo all'attenzione del Collegio dei questori e che la gara è stata aggiudicata, conseguendo un risparmio dell'1,38 per cento rispetto all'esercizio precedente.
Il collega Folena aveva presentato l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/8 per «incrementare significativamente l'utilizzo di carta riciclata ecologica al 100 per cento». Per far fronte a queste esigenze è stata svolta un'indagine di mercato, i cui esiti, tuttavia, non sono stati soddisfacenti sotto il profilo tecnico. È pertanto in corso un'ulteriore attività, volta ad individuare la compatibilità dei materiali con le attrezzature di stampa.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/12, presentato dal collega Samperi, era relativo ad «(...) un censimento dei rapporti contrattuali di consulenza in essere presso la Camera e le sue Commissioni, anche d'inchiesta (...)», e alle «(...) iniziative volte a valorizzare appieno le risorse umane e professionali presenti nell'amministrazione». Anche questo è un tema già affrontato dal collega Albonetti, mi limito quindi a far presente che l'amministrazione dispone di un quadro preciso delle consulenze delle quali si avvale - sia di quelle attivate in adempimento ad obblighi di legge, sia di quelle utilizzate per far fronte alla carenza, totale o parziale, di specifiche professionalità interne - e che la spesa per consulente registra un andamento decrescente.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/16, presentato dal collega Buontempo, era volto ad attuare, direttamente o tramite la Fondazione della Camera dei deputati, la «predisposizione e la promozione di cassette audio-video e di DVD riferiti a dibattiti parlamentari di particolare interesse, ovvero a personaggi eminenti della vita parlamentare». Sia la Fondazione, sia gli uffici della Camera già utilizzano mezzi multimediali: in particolare, è in corso la realizzazione del prototipo di un CD-DVD degli atti di una Commissione di inchiesta e, previa l'utilizzazione di tale formato, anche per la pubblicazione degli atti di altre Commissioni di inchiesta.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/17, presentato dal collega Brigandì, era diretto al monitoraggio del modo in cui «viene presentata l'immagine della Camera e del lavoro parlamentare e, conseguentemente, a tutelare il prestigio dell'istituzione ad ogni livello». Mi sia permesso di rilevare, al riguardo, che la tutela dell'immagine della nostra istituzione può e deve essere svolta a diversi livelli: uno di questi è la predisposizione di documenti di bilancio chiari, seri e rigorosi, che consentano il miglior funzionamento della Camera, senza alcuna indulgenza né a rivendicazioni fuori luogo né al facile populismo, documenti quali quelli - a mio avviso - che il Collegio dei questori sottopone oggi all'Assemblea. È anche conPag. 15questi mezzi, e forse principalmente con questi, che si difende il prestigio della nostra istituzione.
Altri mezzi sono quelli della politica di apertura al pubblico - che consente di offrire un'immagine oggettiva dell'istituzione e del lavoro che vi si svolge, e si articola attraverso diverse iniziative, quali mostre, eventi, eccetera - e quelli del rapporto diretto con i mass-media, che si sostanzia in una capillare attività di monitoraggio, che consente di rilevare e segnalare tempestivamente eventuali inesattezze e distorsioni dei fatti. In tali casi si chiede la rettifica, che viene pubblicata. A far data dalla XIV legislatura sono state pubblicate trentadue precisazioni, peraltro in sinergia con la Fondazione della Camera dei deputati. Sono in corso di elaborazione nuove forme e modalità di comunicazione.
Altro mezzo ancora è l'utilizzazione dei programmi trasmessi attraverso il canale satellitare, una presa diretta su lavori dell'Aula, audizioni ed eventi che si svolgono alla Camera.
L'ordine del giorno Fabris n. 9/Doc. VIII, n. 2/28 verteva sulla concreta fruibilità dei posti auto riservati ai deputati e all'individuazione di aree di parcheggio nelle vicinanze dei palazzi della Camera dei deputati. Le esigenze di mobilità dei colleghi sono tenute nella massima considerazione, e così sono state intensificate le attività di controllo e monitoraggio, per garantire a ciascun assegnatario la possibilità di fruire concretamente del posto di sua spettanza. Quanto alle aree di parcheggio, si proseguirà nella ricerca, nelle immediate vicinanze delle sedi parlamentari, di idonee aree di parcheggio per i deputati. Tuttavia, voglio sottolineare che è ben nota a tutti la scarsa disponibilità di tali aree nel centro di Roma.
L'ordine del giorno Fabris n. 9/Doc. VIII, n. 2/29 era principalmente diretto ad estendere la possibilità di utilizzare i mezzi dell'autorimessa per esigenze istituzionali e di rappresentanza. Il Collegio dei questori si è attivato per cercare di migliorare la qualità del servizio e per far fronte alle situazioni di sovraccarico della domanda, non sostenibili con le risorse interne.
Si è fatto ricorso anche a servizi esterni di autonoleggio nei limiti del tetto di spesa fissato per l'anno 2006 e confermato nel progetto di bilancio al vostro esame. Inoltre è in corso un'attività di ridefinizione dei contratti in materia sulla cui base potrà presumibilmente trovare soluzione anche il problema della congestione di richieste che in taluni momenti rende affannosa la gestione del servizio di autorimessa.
Anche l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/6 - che, presentato dal collega Buontempo, chiedeva di «studiare il modo per ridurre progressivamente la produzione di stampati nel corso della legislatura» - è stato compiutamente illustrato dal collega Albonetti e rinvio quindi al suo intervento.
Quanto all'ordine del giorno presentato dal collega Ronconi, n. 9/Doc VIII, n 2/18, diretto all'equiparazione dei servizi offerti ai deputati e ai senatori, faccio presente che, ferma restando l'autonomia delle due Camere, lo svolgimento dei servizi - come pure è stato accennato dal collega Albonetti - è e potrà continuare ad essere oggetto di proficua collaborazione con il Senato della Repubblica.
Voglio sottolineare che recentemente, nelle continue riunioni tra i senatori del Collegio dei questori e i deputati del Collegio della Camera, vi è un continuo contatto per cercare di adeguare le competenze che riguardano sia i parlamentari sia gli impegni che essi portano avanti nei due rami del Parlamento (Applausi).
PRESIDENTE. Come già comunicato, il seguito della discussione congiunta sulle linee generali con gli eventuali interventi dei colleghi deputati avrà luogo in altra seduta.