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Sull'ordine dei lavori (ore 16,44).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Elia. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Colleghi, il caso di cui vorrei parlarvi davvero brevemente è noto a lei, signor Presidente, perché è stato oggetto di due atti di sindacato ispettivo: il primo svolto giovedì di due settimane fa, il secondo svolto durante il question time di mercoledì scorso.
Il caso è quello di Benedetto Cipriani, cittadino italiano imputato negli Stati Uniti di un grave reato, per cui gli Stati Uniti hanno chiesto l'estradizione. Per lo stesso fatto, i coimputati di Cipriani sono imputati di un reato capitale, vale a dire di un reato che può comportare la pena di morte. Nel caso di Cipriani gli Stati Uniti hanno chiesto l'estradizione per una fattispecie diversa, derubricando di fatto il reato, perché si potesse così ovviare, aggirandola, alla sentenza della Corte costituzionale che vieta l'estradizione nel caso di reati per cui è prevista la pena capitale.
Il giorno successivo al question time di mercoledì scorso, Benedetto Cipriani è stato arrestato, portato nel carcere di Frosinone e, l'indomani mattina, consegnato agli agenti dell'FBI che, con un volo della Delta, lo hanno trasferito negli Stati Uniti. Nel giro di quarantotto ore, dunque, il Ministro della giustizia ha inteso risolvere così un caso per il quale mi sarei aspettato maggiore prudenza e cautela dal Ministro di un Governo che è impegnato a livello internazionale per la moratoria delle esecuzioni capitali.
Si tratta di un atto dovuto? Credo che in realtà si tratti di un caso di cooperazione giudiziaria a senso unico. Il principio sacrosanto per cui chi è imputato di un grave fatto debba essere processato nel Paese in cui esso è stato compiuto appare valere solo in un senso: noi consegniamo agli Stati Uniti un cittadino italiano, ma non accade mai che un cittadino americano imputato di fatti gravissimi nel nostro Paese (da Calipari, ad Abu Omar, al Cermis) venga estradato dagli Stati Uniti. In alcuni casi non si chiede neppure l'estradizione.
Chiedo dunque, signor Presidente, che il Ministro renda informazioni all'Assemblea sulle modalità con cui si è proceduto all'estradizione, e, soprattutto, chiedo che il console italiano nel Connecticut possa visitare immediatamente il nostro concittadino e gli offra, se necessario, l'assistenza umanitaria e quella di un avvocato: Cipriani è stato infatti preso in pigiama e portato negli Stati Uniti senza avere soldi e senza neppure i propri vestiti. Le chiedo dunque, signor Presidente, un intervento presso il Governo a tutela dei diritti costituzionali del cittadino italiano, qualunque fatto egli abbia commesso.
PRESIDENTE. Riferirò la sua richiesta al Governo, ferma restando la possibilità,Pag. 50da parte sua, di utilizzare gli strumenti del sindacato ispettivo.
ALESSANDRO FORLANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, appoggio la richiesta del collega D'Elia. Proprio nel periodo in cui l'Italia è stata promotrice della moratoria sulla pena di morte presso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, in questo atto ravviso, almeno in linea di principio, la violazione di una norma fondamentale del nostro ordinamento, contenuta nel codice di procedura penale e nell'ambito di trattati internazionali, vale a dire l'impossibilità di estradare una persona in un Paese in cui, per l'imputazione che gli viene rivolta, corra il rischio della pena di morte. So che vi sono state pronunce giurisprudenziali e garanzie da parte degli Stati Uniti che si procederà per un'imputazione per la quale non è prevista tale pena, e che comunque vi sarebbe un impegno a non comminarla, ma credo che su ogni garanzia e su ogni esigenza di rapporto disteso con l'alleato prevalga comunque la tutela della vita umana e il principio essenziale che ha ispirato la norma che impedisce l'estradizione. Questa vicenda mi sembra costituire un caso gravissimo, e ne sono rimasto molto stupito.
ITALO BOCCHINO. Presidente, manca il Governo!
IGNAZIO LA RUSSA. Sospendete la seduta: manca il Governo!
PRESIDENTE. C'è una «presenza»... La prego di proseguire, deputato Forlani.
ALESSANDRO FORLANI. Esprimo dunque tutta la mia preoccupazione e la mia protesta per questa vicenda, che mi pare molto grave, considerati i principi che ispirano il nostro ordinamento e le norme positive in esso contenute.
MARCO BOATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, intervengo per associarmi integralmente, anche a nome della collega Paola Balducci e degli altri colleghi del gruppo dei Verdi, all'intervento di denuncia e di sollecitazione svolto dal collega Sergio D'Elia, ed anche a quello successivo del deputato Forlani.
Condivido e condividiamo pienamente i loro rilievi critici e le loro sollecitazioni e riteniamo che la vicenda del cittadino Benedetto Cipriani si sia svolta in grave violazione rispetto alle leggi ed agli impegni che il Governo aveva assunto; crediamo, inoltre, istituzionalmente poco corretto che tutto ciò sia accaduto il giorno dopo lo svolgimento in quest'Assemblea di un'interrogazione a risposta immediata sulla vicenda, nel corso del quale il Governo aveva assunto un impegno di riflessione sulle problematiche assai gravi e rilevanti, che il collega D'Elia aveva evidenziato.
Consideriamo un segno di scarso rispetto nei confronti del Parlamento e di un corretto rapporto istituzionale tra l'Italia e gli Stati Uniti d'America il fatto che la suddetta riflessione si sia conclusa nel giro di poche ore, con la carcerazione e la consegna al Governo americano di Benedetto Cipriani. Ci associamo, quindi, alla richiesta.
IACOPO VENIER. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IACOPO VENIER. Signor Presidente, anche il gruppo dei Comunisti Italiani si associa alla richiesta del collega D'Elia, in particolare della presenza in aula del Ministro a riferire sul caso specifico, trattato con troppa leggerezza e con qualche forzatura, ma anche, più in generale, sulla situazione della collaborazione giudiziaria nei confronti degli Stati Uniti che, come ha osservato il collega D'Elia, segna un atteggiamento unilaterale di disponibilità daPag. 51parte italiana, che mette in pericolo, in questo caso, la vita di un nostro connazionale e, più in generale, l'affermazione di principi di giustizia, nel momento in cui gli Stati Uniti negano reciprocità alle richieste di estradizione.
Quindi, è importante che il Parlamento abbia l'occasione di sentire direttamente dal Ministro il punto di vista del Governo e discutere complessivamente di questo caso e della situazione della collaborazione giudiziaria con gli Stati Uniti. Per questa ragione, anche noi intendiamo sostenere la posizione e le richieste avanzate dal collega D'Elia.
RAMON MANTOVANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAMON MANTOVANI. Signor Presidente, desidero associarmi alla richiesta del collega D'Elia. È veramente grave ciò che è successo: un cittadino italiano, accusato presso un tribunale degli Stati Uniti di un reato passibile della pena capitale, ha visto derubricare la sua accusa, in modo tale da poter ottenere l'estradizione. Quest'ultima è stata ottenuta nel modo che è stato descritto e che dà adito - lo dico esplicitamente - al sospetto che in Italia si sia dato luogo ad un cedimento rispetto al nostro ordinamento ed alla soddisfazione di una richiesta da parte degli Stati Uniti. Spero che il Governo sia in grado di fugare tale sospetto. In ogni caso, attendiamo le dichiarazioni del Governo.
UMBERTO RANIERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
UMBERTO RANIERI. Signor Presidente, a nome del gruppo dell'Ulivo, credo che l'onorevole D'Elia abbia fatto bene a sollevare la questione. Siamo dinanzi ad un episodio grave e ritengo che il Governo debba rendere conto all'Assemblea dei suoi comportamenti, considerato che, nelle ore precedenti a quanto accaduto, sembrava che il Governo stesso si orientasse per una condotta più prudente e più cauta.
PRESIDENTE. Il problema sollevato in tutti gli interventi ha la rilevanza che non ho bisogno di sottolineare a mia volta, pertanto mi farò portatore presso il Governo dell'esigenza di una risposta rassicuratrice in questa direzione.