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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative per garantire ai disabili il pieno godimento delle attività turistiche e ricreative - n. 3-01136)
PRESIDENTE. La deputata Bellillo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01136, concernente iniziative per garantire ai disabili il pieno godimento delle attività turistiche e ricreative (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 14).
KATIA BELLILLO. Signor Presidente, rivolgo quest'interrogazione al signor Ministro riguardo all'impossibilità per i disabili fisici di usufruire del tratto antistante il mare appartenente al demanio marittimo. Inoltre, vi sono molti comuni, soprattutto Ravenna, che hanno elaborato un progetto molto interessante al riguardo. Dunque, vogliamo sapere se non ritenga di dover modificare l'interpretazione della norma relativa all'articolo 23 della legge n. 104 del 1992, al fine di prevedere una disciplina univoca che obblighi, in tal modo, l'esercente a garantire l'effettiva accessibilità al mare del portatore di handicap. Inoltre, le chiediamo, signor Ministro, se, in ossequio al principio di parità di trattamento, non ritenga di dover estendere all'intero territorio nazionale l'opportunità offerta al cittadino o al turista disabile nel comune di Ravenna, tramite il potenziamento del progetto BalneAbile, considerando che abbiamo settemila chilometri di coste disponibili e la forte vocazione turistica del nostro Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Gentile onorevole, la questione che lei solleva rientra nella diretta competenza dei comuni, in quanto attiene all'utilizzo in concessione dei beni demaniali: rientrano in questa categoria anche il demanio marittimo e gli arenili. Detto questo, per quanto riguarda la legge n. 104 del 1992 e, in particolare, l'articolo 23, a nostro parere l'attuale formulazione impone espressamente di prevedere l'effettiva possibilità di accesso al mare per le persone con disabilità e, quindi, è una negligenza delle autorità locali e significa disattendere la legge il fatto che in fase di rilascio o di rinnovo delle concessioni demaniali per gli impianti di balneazione non si preveda che l'area in concessione consenta, nella prospettiva del suo utilizzo pubblico, la più ampia ed effettiva possibilità di accesso al mare delle persone con disabilità. Peraltro, anche la formulazione del richiamato decreto del Ministero dei lavori pubblici n. 236 del 14 giugno 1989, non indicando fattispecie escluse dalla sua portata, può trovare applicazione anche nei confronti di strutture private, aventiPag. 71finalità ricettive e ricreative, che siano poste in prossimità di arenili in concessione. Per tali motivi, a nostro parere, la legge prevede il diritto dell'accesso; di conseguenza, si verifica un'inadempienza dei comuni laddove ciò non è garantito.
Per quanto riguarda il Ministero, da un lato ci faremo carico di far presente alle regioni ed ai comuni il fatto che tale diritto va garantito così come prevede la legge, sapendo che le concessioni sono stipulate dai comuni e il Ministero non può intervenire direttamente, non ha un potere di revoca o altro. In secondo luogo, siamo completamente disponibili a verificare con le regioni la diffusione dei progetti sperimentali, come quello che lei ha indicato, perché riteniamo che siano assolutamente positivi. Ovviamente, considerato che il Ministero non è titolare di un potere diretto, perché la materia è completamente demandata ai comuni, anche tale attività sarà svolta in rapporto con le regioni, i comuni e con le loro associazioni, per capire come offrire il massimo sostegno a tali iniziative. Però, ripeto, dove non è possibile accedere direttamente al litorale, si verifica di fatto una violazione di legge, legge che indubbiamente va fatta rispettare.
PRESIDENTE. La deputata Bellillo ha facoltà di replicare.
KATIA BELLILLO. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio e mi rendo conto delle grandi difficoltà, anche rispetto alla modifica del Titolo V della Costituzione. Abbiamo, tuttavia, un grande dovere: mettere al centro gli interessi e i diritti dei cittadini, anche della minoranza dei cittadini disabili fisici. È necessario che le istituzioni, come obiettivo primario, si adoperino predisponendo norme adeguate - non solo l'abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche la rimozione di tutti gli ostacoli -, perché il compito principale e prioritario è applicare la parte fondamentale della Carta costituzionale e, in primo luogo, l'articolo 3.
Ritengo che, forse, sarebbe opportuno - anche alla luce delle considerazioni che lei avanzava e che io condivido - porre questo tema all'ordine del giorno nella Conferenza Stato-regioni, per cercare di capire, anche con le autonomie locali, come si possa concertare - nel rispetto delle autonomie e delle rispettive deleghe - un intervento che permetta, su tutto il territorio nazionale, di ottenere finalmente le stesse opportunità per tutti. Questo è l'obiettivo che sia le istituzioni nazionali, sia quelle regionali, sia ancora quelle locali dovrebbero avere: lavorare insieme, perché le autonomie reciproche non esonerano alcuno dall'applicazione dell'articolo 3 della Carta costituzionale.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,40.
La seduta, sospesa alle 16,35, è ripresa alle 16,40.