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Si riprende la discussione.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2900 sezione 5).
Passiamo agli interventi sul complesso delle proposte emendative presentate.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, ci avviamo all'esame di un testo che definisco disarticolato e poco chiaro. Si tratta di otto articoli che utilizzano peraltro una tecnica legislativa fortemente criticata nella precedente legislatura, quella della sovrabbondanza dei commi, che porta ad una lettura molto più complessa e ad un'interpretazione non rispondente neanche alle intenzioni del legislatore.
Con tale provvedimento diamo un ulteriore contributo alla nostra giustizia per sprofondare ancora più in basso e per avvicinarci a quello che è invece il concetto di ingiustizia. Tutto ciò che emerge dalle nuove indicazioni di disciplina tratte dal testo in esame, infatti, riporta il concetto dell'ingiustizia: il privilegio, la parzialità dell'atteggiamento, le agevolazioni, le sperequazioni e anche il clima che, purtroppo, abbiamo dovuto vivere in queste aule, in Commissione e in Assemblea. Lo ha ricordato il presidente Pisicchio, che ha denunciato in Commissione - e con estrema correttezza lo ha ribadito in Assemblea - la violazione del principio del bicameralismo attraverso l'imposizione di tempi incompatibili con il pieno esercizio della funzione legislativa di questo ramo del Parlamento.
Non ritengo si possa definire corretto il comportamento del Ministro, del Governo e della maggioranza, in quanto non è assolutamente conforme alle norme che regolano i rapporti istituzionali. Questo comportamento non è leale nei confronti dei cittadini, perché non è leale il messaggio che il Ministro ed il Governo danno ai cittadini quando annunciano che si sta procedendo ad una riforma nell'interesse della collettività.
Che la riforma - come ho già sottolineato e come hanno affermato anche alcuni colleghi del centrosinistra e della maggioranza - sia necessaria ed attesa da tempo, che essa serva a migliorare l'organizzazione della giustizia, è un dato oramai incontrovertibile, ma non sono assolutamente d'accordo sul fatto che questa riforma, o meglio questo testo che non si può chiamare riforma, sia la risposta all'indicazione del costituente.
Purtroppo la convinzione, maturata dai colleghi del centrosinistra solo in questa legislatura (ricordo, infatti, nella precedente legislatura, le numerose obiezioni mosse nei nostri confronti sull'inutilità di riconoscere una corsia preferenziale a tale riforma rispetto a tanti altri provvedimenti che ritenevano prioritari) della necessità di procedere ad una riforma ordinamentale, questa novità nel progetto, nel bagaglio ideale del centrosinistra, si riscontra subito nella scarsità progettuale che intravedo nel disegno di legge in discussione. Infatti non c'è stato il tempo, nella metamorfosi che si è verificata, di trasformare un'idea oggi acquisita in una convinzionePag. 97capace di divenire progetto. Quindi, nel frattempo, mentre si opera tale acquisizione di consapevolezza, si presenta un testo di legge approssimativo, una controriforma, la negazione della riforma da noi varata.
Quali sono gli interventi? Con l'articolo 1 si abolisce immediatamente - questo era l'obiettivo principe che si voleva raggiungere e che era richiesto, soprattutto, dalla magistratura - il principio di separazione della funzione requirente da quella giudicante che avevamo introdotto con la precedente riforma.
Si elimina, quindi, la possibilità dell'opzione, nel momento in cui si presenta la domanda al concorso, tra l'una e l'altra carriera (tra l'altro, si agevola il percorso per l'accesso alla magistratura, semplificando l'iter della prova). Lei, signor Ministro, ha parlato di intento di ammodernamento, di accrescimento della professionalità, di valori e non di vanità che lei intende promuovere con questo testo. Ma le prove di esame ritornano ad essere, praticamente, quelle che erano prima della nostra riforma. Si elimina la prova psicoattitudinale perché sembra non dignitosa solo per questa categoria della pubblica amministrazione, mentre rimane in piedi per tutti gli altri concorsi che riguardano funzionari elevati del nostro apparato burocratico. Si eliminano le motivazioni relative ai punteggi e alle valutazioni che conseguono i candidati: questo per calpestare ulteriormente il diritto alla trasparenza e alla conoscenza del giudizio che dovrebbero avere tutti i cittadini che si confrontano con la pubblica amministrazione. Il sistema di valutazione diventa un sistema di numeri e di formule che nulla dicono e nulla chiariscono a quel candidato che vuole far valere i propri diritti nel momento in cui partecipa ad un concorso così importante. C'è un tentativo, attraverso la riformulazione dell'articolo 1, di ritornare al vecchio sistema ordinamentale e di garantire la risposta alla domanda della magistratura che lo status quo non si tocchi.
Questo è un atteggiamento che non ci convince e che ci vede fortemente contrari, ed è chiaro che rispetto a questa contrarietà, pur ormai convinti dell'inutilità di questo passaggio parlamentare, abbiamo presentato degli emendamenti all'articolo 1 per cercare di correggere almeno le parti più rilevanti del nuovo testo e di aggiustare il tiro rispetto a quegli obiettivi che abbiamo tentato di perseguire con la precedente riforma e che oggi chiediamo a lei, signor Ministro, di perseguire con questo suo tentativo di riforma: obiettivi di maggiore selezione, di maggiore competenza, di maggiore professionalità, di qualità dell'offerta di giustizia, per consentire alla giustizia di diventare, finalmente, servizio efficiente ed efficace per il cittadino [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, la giustizia italiana è in una condizione di assoluto sfascio, al punto che il nostro Paese è in una posizione imbarazzante nei consessi internazionali e viene sovente condannato dalla Corte di giustizia europea per denegata giustizia. Sappiamo quanto questo incida sulle basi della convivenza civile e sulla legalità nel nostro Paese.
Una della cause principali - non l'unica, ma una delle principali - va rintracciata nell'ordinamento giudiziario, che ha delle peculiarità rispetto a quello di tutti gli altri Paesi occidentali a democrazia consolidata. Nella scorsa legislatura era intervenuta una riforma, la riforma Castelli, che abbiamo contestato perché, a nostro avviso, era molto, troppo timida nei confronti della magistratura. È un dato che abbiamo sempre denunciato in ogni occasione.
Oggi, con un certo stupore, ho sentito colleghi del centrodestra invocare una maggiore inflessibilità nei confronti delle richieste dell'Associazione nazionale magistrati, perché allora, con un'ampia maggioranza, questo, a nostro modo di vedere, non accadde.Pag. 98
Poi è intervenuta in questa legislatura la riforma Mastella. Tale riforma sicuramente presenta aspetti positivi, ma anche aspetti piuttosto negativi, che noi non abbiamo evitato di sottolineare ad ogni passaggio di questo provvedimento: ricordo che il Ministro Emma Bonino in Consiglio dei Ministri non votò il provvedimento, e ricordo che Enrico Buemi, membro della Rosa nel Pugno della Commissione giustizia, ha svolto costantemente un'azione per cercare di limitare il più possibile i danni che questa riforma poteva provocare all'ordinamento giudiziario. Il risultato che oggi valutiamo in questa sede per molti aspetti non è soddisfacente; noi riproponiamo dunque in Assemblea emendamenti che in parte erano stati già presentati in Commissione. Naturalmente, interverrà il mio collega Buemi per illustrare i singoli emendamenti, tuttavia mi permetto di richiamare, per titoli, alcuni dei temi in essi trattati.
Noi vogliamo reintrodurre il test psico-attitudinale per la selezione dei magistrati, per il reclutamento, in quanto tutte le categorie, a partire dai piloti, sono sottoposte a tale tipo di test: non si capisce perché i magistrati ne dovrebbero essere esentati.
Intendiamo avere almeno una effettiva separazione delle funzioni, perché quando si consentono quattro passaggi tra una funzione e l'altra evidentemente non si può nemmeno parlare di separazione delle funzioni. Noi siamo poi favorevoli alla separazione delle carriere, e lo rimaniamo, ma chiediamo in questa sede che almeno da quattro passaggi si passi ad un unico passaggio di funzioni. Si tratta di un problema di terzietà del giudice, e anche di rapporto tra poteri dello Stato, che è gravemente alterato dall'unicità delle carriere e dalla indistinzione delle funzioni.
Terzo punto. Noi chiediamo che la Scuola di formazione della magistratura abbia una sola sede invece di tre. Parliamo tanto di costi, e inoltre non vediamo l'utilità di tre sedi territoriali.
Sugli incarichi extragiudiziari, mettiamo dei precisi paletti, perché riteniamo che sia una pratica che non solo incide ormai, per le dimensioni quantitative, anche sull'operatività degli uffici, ma pesa anche sull'immagine di indipendenza e di imparzialità della magistratura. È uno scandalo che ancora oggi il Ministero della giustizia «strabocchi» di magistrati quasi in ogni ruolo, e senza un'effettiva possibilità di scelta da parte del Ministro.
Ancora, chiediamo chiaramente che la separazione delle funzioni valga anche per i giudici civili e per quelli del lavoro, e chiediamo che nei consigli giudiziari siano presenti tre avvocati anziché uno, perché non si riesce a comprendere come si possano separare, nell'organo che dà il primo giudizio sulle carriere dei singoli magistrati, i magistrati dagli avvocati, che sono anch'essi parte a pieno titolo del procedimento giudiziario e devono avere la possibilità di segnalare disfunzioni. L'autonomia e l'indipendenza della magistratura sono concetti che noi sosteniamo, ma non possono diventare libero arbitrio, non possono diventare autogoverno assoluto, non possono non avere limiti che si inseriscono nel quadro costituzionale del nostro Paese.
Dopo aver fatto questo elenco per titoli, mi permetto di svolgere ancora qualche considerazione di carattere generale. Come osservavo dianzi, erano note le critiche della Rosa nel Pugno al provvedimento in esame. C'è stata un'azione continua, coerente per migliorarlo. Tale azione non ha portato i risultati sperati, e oggi non si può chiedere a noi, come è stato fatto, di ritirare gli emendamenti per una serie di ragioni che elenco. In primo luogo, è noto a tutti che la Rosa nel Pugno ha quattro senatori eletti ma mai proclamati, e quindi noi non abbiamo potuto, come gli altri, al concorrere alla definizione di questo disegno di legge al Senato. In secondo luogo, come dicevo prima, le critiche erano note e potevano, sia in Consiglio dei Ministri sia nella Commissione, vedere almeno un parziale accoglimento.
In terzo luogo, non accettiamo lezioni di lealtà, particolarmente da parte di chi, sia in Assemblea sia in sede di Commissione, pratica comportamenti di voto assaiPag. 99spesso del tutto indipendenti dalla maggioranza (peraltro, leggiamo continuamente, persino sui muri di Roma, di iniziative del tutto autonome rispetto alla maggioranza). Dico ciò con riferimento alla questione, che viene talvolta agitata, del programma dell'Unione: ricordo infatti che La Rosa nel Pugno firmò tale programma per un fatto tecnico, ma fu dichiarato pubblicamente, anche da parte del Presidente del Consiglio Romano Prodi, che essa non aveva concorso alla sua scrittura. Dunque, evitiamo di utilizzare argomentazioni sulla lealtà, poiché credo che si sia osservato come La Rosa nel Pugno si è sempre schierata chiaramente con questa maggioranza! In conclusione, dunque, non possiamo far altro che sostenere i nostri emendamenti: e mi auguro anzi che l'Assemblea vorrà fare uno sforzo per migliorare il testo al nostro esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, devo dire che l'attività emendativa svolta sull'articolo 1 è stata ispirata da un'ottica costruttiva. Si è cercato infatti di individuare le criticità dell'articolo - che, nell'ambito della riforma, disciplina l'accesso alla magistratura - e di porvi rimedio attraverso uno sforzo emendativo. È chiaro, però, che il nostro atteggiamento è alquanto rassegnato: ci rendiamo infatti conto - lo abbiamo dedotto anche dagli interventi dei colleghi di maggioranza - del fatto che il nostro sforzo non avrà un riscontro costruttivo da parte dell'Assemblea, poiché vi è un problema di scansione temporale che porterebbe, qualora il testo approvato dal Senato fosse modificato, all'entrata in vigore proprio di quella riforma Castelli che, attraverso questo testo, la maggioranza vuole cancellare.
Ciononostante, abbiamo tentato di svolgere la nostra attività emendativa con serietà e coerenza. Nel farlo, ci siamo ispirati - non lo abbiamo mai nascosto - proprio alla legge sull'ordinamento giudiziario approvata nella scorsa legislatura, cioè alla riforma Castelli. In quest'ottica, occorre notare anzitutto che l'articolo 1 del testo in esame presenta una particolare diversità rispetto all'impostazione di quella riforma: qui, infatti, non si prevede più che l'aspirante magistrato debba scegliere se accedere alla funzione giudicante o a quella requirente. Noi riteniamo invece che tale previsione costituisse un elemento fondamentale (abbiamo perciò predisposto taluni emendamenti), poiché crediamo che il cittadino desideri essere giudicato da un giudice indipendente, autonomo e terzo. Un tale obiettivo può raggiungersi attraverso o una separazione delle carriere o, quantomeno, una separazione delle funzioni: è chiaro, infatti, che un giudice chiamato a decidere non potrà certo mettere sullo stesso piano difensore e pubblico ministero qualora quest'ultimo sia stato, in ipotesi, suo collega in un collegio giudicante fino al giorno prima.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 17,30)
ENRICO COSTA. Questo è il senso della separazione delle funzioni: il raggiungimento dell'indipendenza e dell'imparzialità del giudice rispetto al pubblico ministero, e, di conseguenza, maggiori garanzie per i cittadini.
Sotto questo profilo giudichiamo l'attuale riforma debole, fragile e poco coraggiosa, anche perché non possiamo pensare che un semplice sbarramento territoriale possa colmare la lesione del principio del giusto processo provocata, appunto, dalla permanenza di carriere promiscue.
Vi sono poi altri aspetti molto importanti in questo articolo 1 che abbiamo tentato di correggere attraverso uno sforzo emendativo. In primo luogo, un aspetto, in particolare, è stato molto discusso e criticato da parte dell'Associazione nazionale magistrati: esso riguarda i test psico-attitudinali ai quali dovevano essere sottoposti gli aspiranti magistrati. Ebbene, devo dire che molto probabilmente non è stato compreso lo spirito attraverso il quale la riforma Castelli aveva ritenuto di introdurrePag. 100tale cosiddetto filtro. Teniamo conto, in particolare, che un filtro di tale genere vi è per chi vuole fare carriera nell'esercito e nelle forze dell'ordine. Si sostiene, da parte di alcuni, che certamente ciò si giustifica per il fatto che costoro portano delle armi, mentre non sarebbe giustificato per i magistrati.
Ma teniamo conto anche del ruolo di particolare responsabilità cui sono chiamati i magistrati. Molto spesso, un loro tratto di penna, una decisione, una sentenza, un'ordinanza in sede cautelare può incidere molto più di un'arma nei confronti di una persona, nei confronti della storia di una persona, nella vita, nella famiglia, negli interessi economici e familiari e quindi riteniamo che una valutazione in termini di equilibrio della persona che dovrà porre in essere queste decisioni sia assolutamente congrua. Su tale punto non vi è una valutazione dell'intelligenza del soggetto interessato, perché vi possono essere persone molto intelligenti che superano il concorso senza problemi, ma che dal punto di vista dell'equilibrio possono essere un po' carenti o un po' zoppicanti. Lo spirito di tale disposizione era questo ed è lo spirito al quale si sono ispirati gli emendamenti che tendono, appunto, a reintrodurre in tale provvedimento i test psico-attitudinali.
Un altro aspetto è quello delle materie oggetto di esame. Vi è un elenco di materie che sono state quasi fotocopiate rispetto al passato e agli oggetti dei precedenti concorsi. Taluni emendamenti puntano ad introdurre materie nuove, sulle quali, attualmente, con l'innovazione tecnologica e con lo sviluppo economico, vertono molte delle controversie giudiziarie, il che ha addirittura determinato la creazione di sezioni specializzate in alcuni grandi tribunali. Parlo, per esempio, del diritto industriale, dei marchi e dei brevetti. Si chiede che i magistrati vengano valutati anche in tali materie, proprio perché riteniamo che sia meglio avere un magistrato profondo conoscitore di certi settori, piuttosto che un magistrato che non conosce tali materie e si affida a dei consulenti tecnici, come avviene in moltissime circostanze.
Per quanto attiene all'accesso in magistratura, abbiamo proposto anche una razionalizzazione dei concorsi e dei numeri di magistrati che devono essere assunti. Vi è una disposizione che prevede, di norma, una cadenza annuale dei concorsi. Mi pare che sia una norma in bianco a favore del CSM, che potrà decidere a sua discrezione quando bandire i concorsi. Sarebbe bene dare chiarezza e trasparenza a tutti coloro che vogliono accedere in magistratura, permettendo di sapere quando vi saranno i concorsi, come si terranno, quanti posti vacanti dovranno esservi perché vengano banditi i concorsi. Questo è il filo che ispira, e la falsariga sulla quale si muovono, le proposte emendative.
Come vede il Governo, che è poco presente in questo momento, ci siamo posti in una ottica e in uno spirito costruttivo. Siamo convinti che tali proposte possano apportare dei correttivi seri alla riforma attuale.
Ci rendiamo conto anche che, molto probabilmente, dovremmo rassegnarci a dei pareri contrari da parte del relatore e del Governo, nonostante vi sia davvero la necessità, almeno in alcuni settori, di una correzione e di una «registrata» del testo che ci viene proposto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bodega. Ne ha facoltà.
LORENZO BODEGA. Signor Presidente, intervengo anch'io sul complesso degli emendamenti presentati per evidenziare come il dibattito sulla giustizia cada in un momento particolare, nel quale occorre mantenere l'equilibrio ed il senso delle istituzioni, ma soprattutto, coltivare la memoria perché è troppo facile e profondamente iniquo piegare le leggi a misura del contingente.
Avremmo lo stesso clima, lo stesso linguaggio, utilizzeremmo o, meglio, utilizzerestePag. 101gli stessi schemi se non fossimo in presenza del «ciclone Forleo»? Quante ne abbiamo sentite e lette in questi anni! Quanti pollici alzati ed abbassati bruscamente sulla figura dei pubblici ministeri! Per non parlare dei vari istituti, a partire dagli avvisi di garanzia, concepiti per tutelare il cittadino, ma sventolati per condannarlo prima del processo, per finire con le autorizzazioni a procedere.
La verità è che sulla giustizia occorre avere idee chiare ed una concezione univoca che eviti di essere, a giorni alterni, ora garantisti, ora giustizialisti. La verità è anche che non c'è appello del Capo dello Stato che tenga. Gli spiriti sono più che mai bollenti ed io mi chiedo come possa una maggioranza sulla cui tenuta si fanno tutti i giorni scommesse - non si tratta soltanto di una metafora, ma l'argomento principale di giornali e telegiornali - avere la pretesa di mettere mano a riforme così cruciali per la vita e la civiltà di un Paese, con disinvoltura, per ottenere una buona riforma, per proporre una legge che a noi suona inaccettabile.
Si tratta di una riforma non allineata con quelle di quei Paesi europei - che, quando fa comodo, vengono evocati come esempi - in base alle quali alla certezza del diritto corrisponde la tutela dei diritti individuali, quelli della persona e delle libertà di opinione che a noi stanno molto a cuore. A noi che preferiamo occuparci di battaglie di principio e che quando parliamo di «scalate» non pensiamo alle banche, ma alle nostre montagne, in cima alle quali c'è aria pulita e non i miasmi che sentiamo in questi giorni.
Inoltre, come si fa a «campare» in un Governo nel quale, ogni volta che si tocca il nervo della giustizia, scatta, in modo automatico come il tuono dopo il lampo, il fragoroso contrasto fra il Guardasigilli Mastella ed il Ministro Di Pietro, che sul tema è sempre particolarmente sensibile?
Si tratta di una riforma che non farà fare un salto di qualità alla giustizia del nostro Paese e che, soprattutto, difendendo certi assetti, figure e ruoli, fa di tutto per prestarsi alla politicizzazione e alla strumentalizzazione, proprio ciò che si vorrebbe evitare nel segno della tanto agognata ed auspicata autonomia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell'intervenire sul complesso degli emendamenti, mi preme tornare anche sulle argomentazioni già svolte stamattina in sede di discussione sulle linee generali, con la preoccupazione determinata dal fatto che il provvedimento in esame ha avuto un iter molto particolare al Senato.
Abbiamo visto una contrattazione sindacale dell'Associazione nazionale magistrati che, in alcuni momenti - lo devo riconoscere - ha avuto anche degli atteggiamenti di prevaricazione minacciando uno sciopero poi ritirato.
Il banco di prova dell'Assemblea è costituito dall'approvazione degli emendamenti presentati dal gruppo Alleanza nazionale al fine di evidenziare alcuni principi fondamentali, come la meritocrazia (quando parliamo della magistratura è sicuramente fondamentale). Sembra, invece, che nel dibattito svoltosi al Senato sul provvedimento ora al nostro esame non si sia voluta accettare la regola della meritocrazia.
Altro principio fondamentale che contraddistingue le nostre proposte emendative è la concretezza, altro elemento che dovrebbe informare tutto il sistema giudiziario. La concretezza sarebbe, per esempio, auspicabile nell'espletamento dei concorsi, in presenza di posti vacanti. Tali concorsi andrebbe effettuati in tal senso e non solo sulla base di un criterio fisso: sarebbe un modo per collegare ancor più il magistrato alla realtà. Anche negli interventi precedenti si parlava dell'importanza dell'idoneità psico-attitudinale dei magistrati che svolgono funzioni delicate. Pertanto, così come per altre categorie, ad esempio quella dei piloti aerei, che vengono sottoposte a test di idoneità psico-attitudinale, sarebbe opportuno prevedere tale procedura anche per i magistrati,Pag. 102sempre al fine di formare una nuova magistratura. Sarebbe un modo per agganciarsi ai principi di cui parlavo precedentemente, vale a dire la concretezza e la meritocrazia.
Altro importante emendamento, dettato dalla logica del buon senso, è quello che mira ad eliminare un'assurdità, ovvero la possibilità per i laureati in possesso del diploma di laurea in giurisprudenza di sostenere il concorso, salvo che non si tratti di seconda laurea. Sembra un emendamento secondario, ma così non è, perché darebbe l'opportunità a molti magistrati di effettuare il concorso. Speriamo e crediamo che vi sia l'opportunità per il disegno di legge in esame di essere discusso dall'Assemblea; noi lo speriamo e l'approvazione di tali proposte emendative costituirà un momento di verifica. Altrimenti, in caso contrario, ci troveremmo a trattare una materia così complessa in condizioni frettolose, per approvare il provvedimento entro il 31 luglio. Ciò non è dignitoso per la Camera dei deputati, anche perché si potrebbe eventualmente varare un decreto-legge per dare tempo alla Camera di discutere, senza fretta ed i tempi contingentati.
Inoltre, come sostenuto questa mattina dal capogruppo di Alleanza Nazionale in Commissione giustizia, onorevole Consolo, la nostra Camera bassa diventerebbe una Camera di ratifica e ciò sarebbe un momento triste per tutto il Parlamento italiano e per la democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative riferite all'articolo 1.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro di tutte le proposte emendative relative all'articolo 1, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Ove dunque i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Pecorella.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, credo che qualcuno si sorprenderà del fatto che continuiamo a portare avanti la nostra fatica, di fronte ad un testo che si ritiene immodificabile. Noi lo facciamo, perché siamo convinti che, a livello personale, di fronte a proposte ragionevoli e corrette, vi sarà pure qualcuno che, al di là dell'appartenenza politica, si sentirà in dovere di seguire prima la propria ragione e successivamente l'appartenenza politica.
La proposta alternativa contiene una serie di suggerimenti e di modifiche che appaiono assolutamente ragionevoli e necessarie. Si prevede, in primo luogo, per chi intenda entrare in magistratura, la conoscenza di due materie, escluse dal testo del Governo, che sono indispensabili affinché un magistrato possa esercitare la propria funzione. Ci si riferisce all'esame scritto delle due procedure - procedura civile e procedura penale - ed è sorprendente che proprio quelle materie che richiedono una tempestività di conoscenza dei principi e delle norme non facciano parte della prova scritta che deve essere affrontata. Quindi, la nostra proposta va in questa direzione.
Il secondo elemento di distinzione è stato ripreso proprio dalla proposta iniziale del Governo, che ha ottenuto anche l'adesione da parte del sottosegretario Scotti, e attiene alla consapevolezza che non si può far accedere alla magistratura chi non ha il senso pratico; vale a dire chi non è in grado di scrivere un provvedimento.Pag. 103Per diventare avvocati bisogna saper scrivere un provvedimento, mentre per diventare magistrati è sufficiente conoscere solo teoricamente i temi; quindi, si suggerisce che vi sia una prova scritta, nella quale il magistrato dimostri che è in possesso anche della conoscenza degli strumenti pratici, vale a dire che sa scrivere una sentenza o una requisitoria. Mi meraviglio che il Governo esprima parere contrario sulla questione in esame, anche perché ciò era stato inserito proprio dal Governo nel testo originario, mentre oggi non c'è più. Credo che un po' di coerenza dovrebbe portare a sostenere che tale passaggio è indispensabile.
Inoltre, tra le materie che si suggerisce debbano essere affrontate dai candidati che svolgono il concorso per uditore giudiziario, vi è la tecnica delle investigazioni. Vi sono alcuni pubblici ministeri che ignorano totalmente i principi elementari cui devono attenersi nell'ambito della tecnica delle investigazioni: ad esempio, come si può risalire al DNA, quali sono gli strumenti utili ad accertare, in una piccola traccia, gli elementi che possono portare all'individuazione di un criminale. Ebbene, la tecnica delle investigazioni non fa parte né delle prove scritte, né delle prove orali, dunque proponiamo e suggeriamo che, viceversa, anche questa ne faccia parte.
Vi sono altri due punti, che saranno ripresi più avanti in quanto sono oggetto di emendamenti specifici, che riguardano l'indicazione di tendenza; ossia se si vorrebbe accedere alla funzione giudicante o alla funzione requirente, perché un orientamento in questa direzione è indispensabile per l'esaminatore, anche ai fini di comprendere se quella persona è ben orientata e ha l'idoneità in quella direzione.
Infine, ma anche su tale aspetto ci si soffermerà successivamente, un'altra modifica suggerita riguarda il test di idoneità psico-attitudinale; il che vuol dire, semplicemente, sottoporre l'aspirante magistrato alla stessa prova cui viene sottoposto chi entra in polizia o chi va a guidare un aereo. Tale prova è necessaria al fine di precludere l'accesso alla magistratura ad una persona che, sebbene molto preparata sul piano teorico e capace di scrivere una sentenza, non abbia l'equilibrio necessario a garantire al cittadino di non essere vittima di un'ingiustizia o di un atto poco equo.
Ritengo che siano osservazioni di tale linearità e semplicità che, chiunque segua il buonsenso, non potrebbe non condividere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, colleghi, occorre fare chiarezza: in magistratura vogliamo persone che, ancorché teoricamente preparate, cadano di fronte alla concretezza che deve caratterizzare ogni magistrato? Ritengo che la risposta stia nella medesima domanda. È significativo che il rappresentante del Governo, il sottosegretario Scotti, quindi la stessa persona fisica che in questo momento è il portavoce dell'Esecutivo in Assemblea, abbia, in precedenza, espresso un parere favorevole che è durato come lo spazio di un mattino.
In fin dei conti, cosa propone il testo alternativo della minoranza? Che ciò che è normalmente conosciuto come diritto nei codici, si trasformi anche in diritto in azione. Dov'è lo scandalo? Dov'è la norma che recherebbe svantaggio a qualcuno?
Credo che sia una norma che, se approvata - la mia è una speranza fatua, ma lasciateci almeno la speranza - migliorerebbe, non per noi, ma per i cittadini italiani la nostra normativa sull'ordinamento giudiziario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianco. Ne ha facoltà.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, mi atterrò alle indicazioni del gruppo soltanto per disciplina [Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei DemocraticiPag. 104di Centro), Lega Nord Padania e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI].
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Pecorella, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 1.1 e Mazzoni 1.311, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 270).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 1.3 e Consolo 1.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, quando nel suo intervento sul complesso degli emendamenti la collega Frassinetti parlava di concretezza, si riferiva con ogni probabilità proprio ad emendamenti di questo genere. L'emendamento che porta, tra le altre, anche la mia firma, prevede che il concorso sia bandito entro novanta giorni dal momento in cui la somma dei posti vacanti e di quelli che tali risulteranno nel quadriennio successivo, per i quali può essere attivata la procedura di reclutamento, risulterà pari a quattrocento. Ciò significa che i concorsi devono essere banditi quando vi sono posti vacanti e non con cadenza annuale, prescindendo dalla necessità di nuovi magistrati. Anche questo è un ragionamento di grande concretezza, in quanto si assumono dei dirigenti o del personale dipendente quando l'azienda ne ha bisogno. Dunque, si assumono magistrati quando la giustizia presenta posti vacanti. Mi chiedo dove sia lo scandalo. Questo è il motivo per cui voteremo a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, gli identici emendamenti in esame evidenziano come sia possibile apportate alcuni miglioramenti alla qualità dei concorsi in magistratura, facendo però attenzione a considerare anche il principio di economicità e la spesa pubblica.
Conosciamo - più volte il Ministro Mastella ce lo ha ricordato - la situazione difficile in cui versa la giustizia dal punto di vista delle risorse economiche. Crediamo sia indispensabile migliorare la qualità dei concorsi, ma anche razionalizzare la spesa. Allora, non ha senso fare in modo che i concorsi vengano espletati su base annuale, in quanto è sufficiente indire dei concorsi laddove vi sia un numero adeguato di sedi vacanti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 1.3 e Consolo 1.18, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 274).
Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato di non essere riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 487
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 276).
Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato di non essere riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 1.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, anche l'emendamento in esame è volto ad evitare gli sprechi che il Governo Prodi, a parole, afferma di voler limitare, mentre poi, nei fatti, non limita: prescindendo da quanto ho già affermato, tutti gli anni si continuano a svolgere concorsi, senza razionalizzarli o consentendone lo svolgimento con una spesa minore (ossia quando vi siano posti realmente vacanti). È anche un discorso di natura economica: invito i colleghi - ma so che è inutile - a riflettere e a votare a favore del mio emendamento 1.9.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 1.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 271).
Prendo atto che la deputata Suppa ha segnalato di non essere riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 1.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 494
Maggioranza 248
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 278).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 1.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, l'emendamento Consolo 1.13 chiede di sopprimere le parole «di norma»; in sostanza, l'attuale formulazione prevede che i concorsi siano di norma annuali. Ci siamo chiesti perché «di norma»: il rischio contenuto in questa disposizione è che il CSM decida di bandire i concorsi al verificarsi di determinate situazioni - ad esempio, per la copertura di posti scopertiPag. 106- e di rinviarli in funzione di situazioni contingenti. Pur condividendo assolutamente tutte le osservazioni sul risparmio dei costi, perlomeno stabiliamo una regola tassativa! È preferibile che i concorsi siano espletati «ogni anno» e non quando il CSM voglia e decida, in relazione a situazioni che non siamo in grado di valutare se siano o meno collegate a certi soggetti. Chiediamo, quindi, di eliminare le parole «di norma», mantenendo il termine: «annuale».
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 483
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 273).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Consolo 1.70 e Mazzoni 1.302, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 277).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 1.312.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, l'emendamento in esame riguarda la disciplina di accesso alla magistratura e la modalità di espletamento del concorso, ripristinando ciò che è stato cancellato con la controriforma Mastella, anche con riferimento agli articoli successivi. Con il mio emendamento vorremmo ripristinare l'indicazione obbligatoria, già nella domanda, da parte del candidato che accede al concorso di magistratura, dell'area funzionale alla quale accedere in caso di esito positivo del concorso. Si chiede al candidato, cioè, di indicare quale sarà la sua opzione: la funzione requirente o quella giudicante. Ritorna il tema fondante della riforma Castelli, quello della separazione delle funzioni, che invece, con questa controriforma, si vuole cancellare.
Cogliamo nuovamente l'occasione per ribadirlo: la separazione delle funzioni è un principio che necessariamente dobbiamo introdurre nel nostro ordinamento, al fine di realizzare veramente e dare attuazione all'articolo 111 della Costituzione, al principio del giusto processo e a quello della parità fra accusa e difesa e al fine di garantire, in modo particolare ai cittadini, un giudice effettivamente terzo ed imparziale. Basta con commistioni che minano profondamente il principio della terzietà del giudice!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, sottolineo ancora una volta quanto ho già avuto occasione di dire: le nostre proposte emendative, più che mirare al conseguimento di un risultato positivo - che, ci rendiamo conto, sarà impossibile raggiungere, considerata la situazione che si è creata - servono a sottolineare i difetti fondamentali del provvedimento in esame.
Riguardo a questo emendamento, ritengo che debba essere tenuto presente un problema fondamentale: l'indicazionePag. 107della preferenza della funzione, secondo la mia opinione, sarebbe stata estremamente utile per costituire il presupposto della valutazione successiva, nel momento dell'attribuzione delle funzioni. Oggi il magistrato non sceglie la funzione requirente o giudicante per un'ispirazione ideologica, per una tendenza ideale o per un'attitudine naturale a condividere l'una o l'altra funzione, ma lo fa, in sostanza, perché trova la comodità di scegliere il posto più prossimo alle proprie esigenze di sistemazione. Questa indicazione preliminare avrebbe potuto costituire un utile elemento di valutazione, nel momento in cui fosse stata avanzata la richiesta di essere destinati ad una funzione o ad un'altra; ciò avrebbe potuto consentire di individuare la tendenza, la capacità, la volontà e la scelta ideale di svolgere una funzione anziché un'altra. Questa sarebbe stata un'indicazione assai utile anche rispetto al sistema delle valutazioni introdotto e all'abolizione di quella più segnata separazione delle funzioni che il vecchio ordinamento giudiziario, quello votato nella passata legislatura, prevedeva.
Già cominciano ad emergere le disfunzioni che questo provvedimento provocherà nella sistemazione dei magistrati e, quindi, nella realizzazione della loro capacità di esercitare la propria professione nel posto giusto, secondo le capacità e le tendenze che essi possono esprimere ed avrebbero dovuto esprimere sin dal primo momento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, quello in esame si configura come un emendamento in forma attenuata rispetto alla previsione contenuta nella cosiddetta riforma Castelli, perché qui si parla di funzione cui il candidato intenda preferibilmente accedere.
Si tratta di un principio basilare di civiltà giuridica ed evidenzia come il Governo, con la riforma dell'ordinamento giudiziario, abbia messo al centro non il cittadino, che vuole essere garantito da un giudice terzo e indipendente, bensì il magistrato, in quanto ha sposato quelle tesi che l'Associazione nazionale magistrati non ha mai nascosto di portare avanti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 1.312, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 277).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Buemi 1.301. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame, di cui sono primo firmatario, che sembra mettere in discussione non si sa bene cosa, si vuole semplicemente introdurre nel nostro Paese una verifica psico-attitudinale per i magistrati; strumento, questo, già presente in tutte le società avanzate che possiedono strumentazioni di valutazione dei comportamenti e delle potenzialità dei soggetti.
Riteniamo che i magistrati, sia inquirenti sia giudicanti, non devono soltanto avere la conoscenza precisa dei codici, civile e penale, del diritto romano e delle procedure, ma devono avere anche le capacità per attuare una giustizia equilibrata e ragionevole. I comportamenti dei magistrati devono essere improntati a principi di rispetto dei diritti dei cittadini,Pag. 108non solo di quelli formali ma anche di quelli sostanziali, che derivano dagli effetti prodotti dall'azione del magistrato.
Di fronte a tali situazioni valutiamo che, come avviene in altre attività, in altre professioni, anche in quelle più umili, debbano essere presenti dei profili psicologici e attitudinali particolari anche se non da superuomini. La verifica psico-attitudinale è uno degli elementi di valutazione dell'attendibilità delle capacità del soggetto che viene preso in esame e reputiamo che anche tra i magistrati vi sia la necessità di prevedere questa verifica. Se la valutazione psico-attitudinale può servire anche a evitare un solo caso di ingiustizia, allora dobbiamo prevederla (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, come abbiamo potuto registrare vi sono alcune questioni su cui anche da parte della maggioranza - giustamente - si sarebbe voluto riflettere in ordine all'apporto di correttivi al testo che è stato sottoposto all'esame dell'Assemblea. In Commissione uno dei punti di discussione è stato proprio il contenuto dell'emendamento Buemi 1.301.
Come tutti sanno, la riforma dell'ordinamento giudiziario varata dal centrodestra prevedeva una prova orale, una prova pratica e anche un colloquio psico-attitudinale che doveva essere condotto nell'ambito della commissione di giudizio da un esperto in scienze e tecniche psicologiche. È evidente che il centrodestra non potrà che votare a favore dell'emendamento Buemi 1.301 e ci dispiace che probabilmente questo, che è un elemento di rottura anche sotto il profilo politico all'interno della maggioranza, non possa essere approfondito e valutato seriamente alla luce di un dibattito aperto.
Tutto ciò dimostra ancora il limite della discussione e del confronto politico, ma soprattutto sottolinea che ci sono anche all'interno della maggioranza - come abbiamo ripetutamente detto al Ministro competente - delle valutazioni diverse. L'avere impedito un dibattito franco e aperto non ha messo in difficoltà l'opposizione, ma ha fatto emergere ulteriormente le divergenze esistenti all'interno della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Buemi 1.301 e per complimentarmi con i compagni socialisti della Rosa nel Pugno perché il cromosoma, il DNA garantista alla lunga viene fuori e ciò non può fare che piacere.
Mi rivolgo ai colleghi riformisti che sono nella maggioranza e che non hanno ancora deciso. Personalmente, ritengo sia plausibile l'ipotesi che nella magistratura ci possano essere casi in cui magistrati facciano uso di sostanze stupefacenti, psicotrope, che siano ammalati di Alzheimer, affetti da turbe psicologiche e mentali e da pregiudizi psico-affettivi tali da divenire delle vere ossessioni.
Perché non viene praticata alcuna verifica medico-psicologica atta a dimostrare il contrario? Niente dimostra che questa categoria professionale sia esente da vizi, cattive condotte e turbe che toccano percentualmente tante altre categorie professionali come la nostra, come i membri del Parlamento. In questi anni stiamo scoprendo con ritardo che molti vizi sono entrati prepotentemente nei comportamenti degli italiani in modo massiccio e preoccupante e il Governo sta rispondendo con normative anche molto severe al riguardo e sempre sull'onda dell'emotività e dell'emergenza, come nel caso della modifica del codice della strada.
Come parlamentari siamo disponibili a intervenire sul fatto che molti mestieri che comportano responsabilità ineludibili verso altre persone devono essere necessariamente monitorati con test al riguardoPag. 109per salvaguardare la salute e la vita. È prassi comune che molte professioni comportino necessariamente indagini psico-attitudinali. Ieri, nel corso della discussione sulle linee generali del disegno di legge in materia di sicurezza sul lavoro, abbiamo esaminato la questione. Dunque, cari colleghi, i riformisti e le persone dabbene devono venire fuori. Dobbiamo dire che i magistrati vanno controllati come dobbiamo essere controllati tutti. Mi rivolgo simbolicamente all'onorevole Gerardo Bianco, che è una persona rispettabilissima: non si può in questo caso votare secondo ordine di partito, qui bisogna votare per la difesa della vita e dell'incolumità degli italiani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mario Pepe. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, intervengo per chiedere di aggiungere la mia firma all'emendamento Buemi 1.301.
Colleghi, ci sono delle qualità che fanno di un magistrato un buon magistrato e che non sono individuabili da un semplice elaborato tecnico; faccio riferimento al rigore, alla saggezza, all'equilibrio. Approvando l'emendamento in esame, eviteremo in futuro tristi vicende umane, come quella di far arrestare il rivale in amore oppure di privare della libertà le persone solo per accendere le luci della ribalta.
Per queste ragioni, chiedo un voto favorevole dell'Assemblea su questo emendamento che sicuramente migliorerà la qualità della futura generazione di magistrati che vogliamo formare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, probabilmente altri vorrebbero proporre qualche miglioramento. Noi del centrosinistra ce ne asteniamo, perché riteniamo che ci troviamo di fronte ad un provvedimento giusto, da approvare.
Certamente quello su cui stiamo discutendo, non sarebbe potuto rientrare tra le modifiche o i miglioramenti che andavano apportati. Si rendono conto i colleghi che sono intervenuti della straordinaria pericolosità di sottoporre ad uno screening generalizzato le persone attraverso un test psico-attitudinale? È una cosa che si presta ad una selezione della specie giudiziaria e può creare gravi condizionamenti in positivo o in negativo (Commenti dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale)! È proprio così, è così! Siccome siete favorevoli al test psico-attitudinale, vi invito a votare anche una legge che sottoponga il parlamentare e ad un test psico-attitudinale (Commenti).
Le vostre giuste proteste dimostrano che sottoporre le persone ad un test psico-attitudinale è una cosa estremamente pericolosa, perciò spero che i colleghi ed amici della Rosa nel Pugno ritirino questo emendamento che comunque tutto il centrosinistra respingerà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Credo che l'onorevole Palomba ha creato una giusta reazione perché ha rappresentato l'emendamento in discussione in termini diversi da quelli reali. Ovviamente, non è un esame psico-attitudinale che consente di eliminare o di emarginare magistrati in funzione. È un esame che dovrebbe essere fatto per coloro che si presentano al concorso, che hanno superato l'esame scritto, prima dell'esame orale. È quello che accade normalmente in tutte le attività il cui svolgimento può rappresentare un pericolo per il cittadino.
Voglio formulare solo questa domanda a chi voterà contro o a favore dell'emendamento Buemi 1.301: salireste mai su un aereo, pensando e sapendo che il pilota non è mentalmente equilibrato? Io credo che nessuno vi salirebbe (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, AlleanzaPag. 110Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)! Quando si sale su un aereo si compie una scelta, mentre quando un cittadino si trova davanti a un magistrato, non ha scelte possibili. Un tempo, esisteva un magistrato che condannava gli anonimi dicendo: il giorno in cui questi saranno identificati, li metteremo in carcere.
Non è possibile che questo tipo di anomalie mentali possano passare attraverso il concorso. Vi sono professori universitari pazzi - lo posso affermare, perché ho insegnato all'università -, vi sono magistrati che hanno deviazioni mentali e lo stesso vale anche per i parlamentari! Il problema consiste nel fare una selezione di coloro che non sono adatti, al momento dello screening, prima che questi esercitino una funzione pubblica. Questo è quanto chiediamo e non di valutare coloro che oggi sono magistrati, selezionando chi deve restare e chi si deve allontanare. Volete che diventino magistrati soggetti non affidabili per l'equilibrio mentale? Bene! Se voterete contro l'emendamento Buemi 1.301 è ciò che accadrà! (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Elia. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, intervengo per dire al collega Palomba che può sicuramente essere pericolosa la pratica dei test psico-attitudinali. Rileviamo che essi sono consentiti per chi svolge funzioni delicate, ma per quanto riguarda la categoria dei magistrati esiste un'esenzione stabilita per legge e per principio.
Ricordo poi al collega e compagno Barani che l'emendamento Buemi 1.301 - e mi rivolgo soprattutto a chi ci ascolta da Radio radicale - è firmato (e ciò è agli atti) anche dai tuoi compagni radicali della lista della Rosa nel Pugno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, l'emendamento Buemi 1.301 riprende alcune considerazioni che ho svolto intervenendo sul complesso degli emendamenti.
Per la celerità con la quale si sono svolti i lavori in Commissione io, così anche altri colleghi, non ho potuto ottenere dalla collega relatrice una motivazione sulla scelta operata, in questo caso, dal Governo, di sopprimere la prova che, invece, noi avevamo introdotto tra quelle per l'accesso alla magistratura. La relatrice non è entrata nel merito e ha lasciato aperto - a mio parere - un fronte di discussione, che stiamo verificando anche in Assemblea.
L'intervento del collega Palomba, infatti, è un intervento dirompente, non tanto per i «boati», che si sono sentiti quando ha svolto alcune considerazioni, ma perché, giustamente, pone il dubbio sulla congruità di alcuni percorsi che il nostro sistema prevede per categorie che sono particolarmente importanti per la garanzia del sistema di sicurezza e, quindi, per la garanzia dei sistemi democratici. Le forze di polizia, i commissari, i questori, ad esempio, sovrintendono alla nostra sicurezza, rischiano la propria vita per garantire la nostra, espletano funzioni autorizzati e incaricati dai magistrati e vengono sottoposti a severi e puntuali test psico-attitudinali.
Se, come ha lasciato adombrare il collega Palomba, la previsione di un test psico-attitudinale per accedere ad una carriera particolare è considerata una sorta di pregiudizio di pazzia, mi preoccupo e chiedo al Governo, al Ministro della difesa, al Presidente Prodi di riflettere su ciò, perché se selezioniamo tra le forze di polizia i presunti pazzi - perché è questo il concetto che deve passare - dovremmo rivedere tutta l'organizzazione del nostro sistema di tutela (Applausi di deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e deiPag. 111Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
Mi rivolgo al collega Palomba e ai colleghi della maggioranza che sostengono l'eliminazione di tale previsione: credo che non vi sia questo tipo di indicazione nel momento in cui si inserisce, in un concorso, un passaggio come questo, ma vi è solo la tendenza a voler individuare dei requisiti che indichino l'inclinazione a svolgere un certo tipo di attività. Si tratta, infatti, di un'attività particolare, per i requisiti di equilibrio che essa richiede per poter essere svolta in maniera adeguata.
Ritengo, signor Presidente, che la mancanza di una risposta, da parte della maggioranza, del Governo e della relatrice, sia un fatto grave perché, a questo punto, dopo l'intervento che abbiamo ascoltato da parte dell'unico rappresentante della maggioranza, pensiamo che vi sia una presunzione di pazzia certificata rispetto a tutte quante le altre categorie. Si tratta, pertanto, di un sistema a rischio, del quale ci dovremmo fare carico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, colleghi, vorrei invitarvi - e mi rivolgo, in particolare, ai colleghi della maggioranza - ad uscire dall'equivoco. Ho sentito sostenere che si vogliono sottoporre i magistrati a quiz psico-attitudinali; è esattamente il contrario! Con l'emendamento Buemi 1.301 proponiamo che i cittadini vengano sottoposti a quiz psico-attitudinali prima di diventare magistrati, questa è la verità! Quindi, per piacere, non diciamo sciocchezze!
Con la previsione contenuta nell'emendamento in esame - e non è un caso che sia stato sottoscritto da quindici uomini liberi che appartengono alla maggioranza, alla quale mi onoro di non appartenere - chiediamo che coloro i quali, per tutta la vita, amministreranno la giustizia, prima che diventino magistrati vengano sottoposti a quiz psico-attitudinali, così come troverei giusto che anche noi parlamentari fossimo sottoposti a test antidroga e quant'altro: dov'è l'equivoco? Dov'è il timore? Queste cose sono solo solenni sciocchezze!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, anch'io sono sconcertata dalle affermazioni che ho ascoltato in quest'aula dai colleghi del centrosinistra e, in particolar modo, dall'onorevole Palomba. Sono sconcertata perché sembra che, dai banchi della maggioranza, si sia innalzata una grande sfiducia nei confronti di chi ha una laurea in psicologia o è professore universitario in psicologia e che dovrebbe essere colui che sottopone i candidati al concorso in magistratura a questo test psico-attitudinale.
Siamo di fronte ad un atteggiamento incomprensibile: si vogliono rifiutare i mezzi che una scienza moderna come la psicologia - è una scienza, non è stregoneria, ricordiamolo bene! - mette a disposizione al fine di esprimere una valutazione sull'attitudine psicologica di un soggetto a svolgere un ruolo delicato come quello del magistrato.
Chi fa il magistrato, con tutto il rispetto per le altre categorie professionali, non è un panettiere, non è un fioraio, ma è colui che, tante volte, decide sulla libertà personale. Con l'emendamento in esame si cerca di avere elementi di valutazione in più per testarne l'equilibrio: la dote dell'equilibrio, infatti, è fondamentale quando si deve svolgere una funzione così delicata, soprattutto se è una funzione giudicante, e invece, anche in questo caso, avete gridato allo scandalo.
Ricordo che in Commissione vi è stata l'onestà intellettuale dell'onorevole Buemi, il quale ha ricordato la sua esperienza personale: prevediamo l'inserimento di un test psico-attitudinale per i candidati al concorso in magistratura, quando mi sono presentato per fare l'operaio all'ENEL - ha affermato - mi hanno fatto fare il test psico-attitudinale. Certo, perché anche quello poteva essere un ruolo delicato, perché se qualcuno impazzisce e, magari,Pag. 112rompe le tubature, il sistema si deve tutelare!
Sull'emendamento in esame - che è un emendamento banale - avete fatto le barricate, perché le barricate le ha fatte, fuori da quest'aula, l'Associazione nazionale magistrati, le ha fatte la magistratura associata che voi continuamente difendete e sulle cui posizioni continuate a chinare supinamente il capo, in maniera del tutto incomprensibile.
Quali sono i rischi, onorevole Palomba? La selezione della specie: si vergogni! Questi sono i metodi nazisti, mi auguro non condivisi da nessuno in quest'aula!
Allora cerchiamo di essere seri e concreti: qui si scontrano due ideologie. Vi sono le ideologie di coloro che, come noi, difendono le prerogative costituzionali dei magistrati ma non sono disposti a difendere le prerogative di una casta, di una corporazione della quale, ancor oggi, dicendo «no» all'emendamento in discussione, dimostrate di essere succubi e di essere schiavi. Il nostro unico faro è l'interesse dei cittadini di avere magistrati sani di mente ed equilibrati (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, ritengo che bisognerebbe svolgere un sondaggio all'esterno, per verificare cosa la gente pensa di una norma come quella contenuta nell'emendamento in esame, che condivido pienamente, in quanto si tratta di una norma di grande buon senso e di un emendamento che non avrebbe dovuto assolutamente impegnare per così tanto tempo quest'aula.
Abbiamo ascoltato le cose più strane, le osservazioni più disparate, tutte miranti a sostenere che pretendere una prova psico-attitudinale prima della prova orale presenti risvolti gravi, pericolosissimi e offensivi per chi è chiamato a sostenerla: siamo veramente al di fuori di ogni ragionevolezza. Ritengo che, mediante quel sondaggio, si dovrebbe anche chiedere alla gente se la prova psico-attitudinale non vada effettuata per i candidati al Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, per la verità, già precedentemente ho chiesto di intervenire, non a titolo personale. Pertanto, mi consenta l'intervento, in quanto già dall'inizio avevo chiesto di intervenire, non a titolo personale.
PRESIDENTE. Per la verità un altro rappresentante del suo gruppo è già intervenuto utilizzando il tempo a disposizione.
NINO MORMINO. Se questa è la regola, interverrò a titolo personale.
PRESIDENTE. Nell'ambito del suo gruppo vi è stato chi ha utilizzato il diritto di intervenire, l'onorevole Mario Pepe, nella fattispecie.
NINO MORMINO. Vi è un aspetto che vorrei sottolineare. La valutazione relativa alla capacità professionale specifica, che deve essere espressa rispetto a ciascuna attività di impegno lavorativo, costituisce una regola ordinaria. Vi è chi opera attraverso la prestazione fisica: il calciatore viene sottoposto a un test fisico per verificare se sia in grado di correre o di calciare. Il magistrato, che esercita un'attività di carattere intellettuale, che ha una caratterizzazione particolarissima, deve essere valutato nella sua capacità di esprimere una professionalità.
Ma vorrei dire di più: in tal caso, il test psico-attitudinale può anche essere utile per stabilire, fin dall'inizio, la capacità, da parte di chi aspira a diventare magistrato, di assolvere una funzione anziché un'altra. Infatti, se attraverso il test si individua un soggetto che presenti un'attitudine alla funzione requirente anziché giudicante,Pag. 113ovviamente ciò costituirà un elemento per scegliere la funzione da attribuire successivamente, nel corso della sua attività professionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, non riesco a comprendere perché qualunque ragazzo voglia sostenere un concorso nella Polizia di Stato o chiunque voglia accedere all'Arma dei carabinieri, cioè svolgere l'esercizio di una funzione in nome dello Stato particolarmente delicata, è soggetto ad un test psico-attitudinale.
Ciò accade in quanto per svolgere alcune funzioni è necessaria una prova di equilibrio e anche di approccio ad alcune problematiche, visto e considerato che il nuovo ordinamento e il nuovo codice espongono la magistratura - specie i pubblici ministeri, che voi non volete dividere dalla magistratura giudicante -, ad una situazione quasi di sovrapposizione rispetto alla polizia e alle forze dell'ordine. Non riesco a capire per quale motivo, mentre è dato per scontato che chi entra nelle forze dell'ordine si sottoponga ad un test psico-attitudinale, divenga una bestemmia chiedere, per garanzia dei cittadini, che anche chi fa il concorso in magistratura si presti ad una prova così elementare [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. È stata avanzata una richiesta di votazione a scrutinio segreto con riferimento all'emendamento in esame. Tale richiesta non può essere accolta in quanto la votazione, al pari di tutte le altre del provvedimento, non incide sui principi e sui diritti costituzionali richiamati dall'articolo 49 del Regolamento.
Passiamo dunque ai voti. Prego i colleghi di prendere posto e di votare ognuno per sé. Vedo molti colleghi che hanno tutte e due le mani impegnate: non è il caso, mettetene a riposo una (Commenti)!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buemi 1.301, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 482
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 256).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 1.303, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 488
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 270).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 1.319.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, l'emendamento in esame è l'altra faccia delle verifiche che devono essere effettuate per avere dei buoni magistrati: da un lato, quella che non si è voluto riconoscere, vale a dire la necessità di unPag. 114equilibrio del magistrato, dall'altro la capacità di redigere atti processuali e atti giudiziari avendone l'idoneità.
Ritengo giusta la scelta del Governo - mi rivolgo al Ministro - di richiedere che ci sia una verifica pratica sulle capacità del magistrato, vale a dire che non sia una persona capace di scrivere cose molte elevate, ma senza il senso pratico del provvedimento. Vorrei capire come mai oggi ha cambiato idea - mi piacerebbe saperlo dal sottosegretario Scotti - e come mai questa maggioranza non ha la sensibilità di ravvisare che un buon magistrato deve saper scrivere una buona sentenza, non deve saper scrivere solo su questioni teoriche.
Ritengo dunque che l'emendamento in esame, che peraltro riprende il testo del Governo presentato al Senato, debba avere anche il consenso della maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, passi per il test psico-attitudinale, che a vostro dire andrebbe a ledere la dignità della magistratura, ma veramente ve la sentite di bocciare un emendamento come quello in esame? Esso colma semplicemente una lacuna enorme: il fatto che un magistrato diventi tale senza aver superato alcuna prova di procedura.
Vorrei ricordare che anche l'esame di abilitazione forense, accanto alla redazione di un parere di diritto civile e penale, prevede la redazione di un atto. Se veramente non vogliamo limitarci a difendere interessi corporativi in maniera così eclatante e vogliamo invece occuparci dell'interesse dei cittadini e garantire loro una magistratura adeguatamente preparata, credo che votare l'emendamento al nostro esame sia un atto dovuto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, dal momento che le tre professioni legali tradizionali, la magistratura, l'avvocatura e il notariato, sono accomunate in tanti aspetti nel sistema e nell'organizzazione, anche concorsuale, quando per gli avvocati c'è da redigere, fra le prove scritte, una comparsa, quando i notai in sede di concorso devono svolgere una prova pratica di redazione dell'atto notarile, non si capisce perché mai il magistrato, essendo la sua funzione così grave e delicata, non debba essere selezionato anche attraverso la valutazione della sua capacità di trasfondere per iscritto, in una sentenza, la sua dottrina, la sua cultura giuridica e la sua capacità di intendere il caso concreto. È un emendamento che va assolutamente sottoscritto ed approvato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, uno dei problemi fondamentali nella selezione dei magistrati è la prova iniziale, che ha un approccio esclusivamente teorico. Molto spesso, anche nell'ambito delle scuole di formazione, sostanzialmente la prova consiste nel valutare quanto fortemente il magistrato aderisca ad una delle teorie prevalenti in termini di diritto, e quindi si tratta di un approccio generale. A seguire, nell'arco della sua carriera, ci si dimentica completamente la professionalità specifica e la capacità, soprattutto, di leggere la normativa e di trasfonderla nel caso specifico.
Dal momento che la funzione precisa del magistrato è questa, vale a dire trasfondere la legge nel caso specifico, non riesco a capire cosa ci sia di strano a chiedere una prova di questo genere, che, come ha ricordato il collega Laurini, è prevista per le altre professioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, non riesco a comprendere - probabilmentePag. 115è colpa mia, e chiedo una risposta politica al Guardasigilli...chiedo se mi dà attenzione...
PRESIDENTE. Onorevole Ministro, l'onorevole Consolo sta rivolgendosi a lei. Onorevole Consolo, prosegua pure.
GIUSEPPE CONSOLO. Scusi, Guardasigilli, ma con il mio intervento intendo chiedere una risposta politica a lei: dov'è la questione di destra o di sinistra o di centro, o dove lei vuole collocare il problema sotto il profilo politico, circa il fatto se i magistrati debbano o meno effettuare una prova di procedura penale o di procedura civile, con estrazione al momento dell'effettuazione della prova medesima? Dov'è lo scandalo? Ma perché no? Non riesco a comprenderlo, forse una risposta politica mi aiuterebbe.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, poi ci si lamenta che i magistrati spesso non hanno il contatto con la realtà! La prova di procedura, che può tradursi, anzi, dovrebbe tradursi nella redazione di un atto giudiziario, quindi in un provvedimento che poi il giudice dovrà emettere una volta assunte le funzioni, sarebbe l'unica prova ad avere una qualche attinenza con la pratica: perché escluderla? Vorrei anche far rilevare ai colleghi e al Ministro come per potere superare l'esame di avvocato si deve, tra i vari pareri, predisporre un atto, che comporta la dimostrazione di avere nozioni di procedura penale o di procedura civile, oltre che di diritto sostanziale.
Questo emendamento è assolutamente logico ed è doveroso approvarlo, anche per fare in modo che l'esame da magistrato sia un esame che abbia una maggiore attinenza con la pratica e con la realtà e per arrivare all'obiettivo di avere un sistema giudiziario il più possibile moderno ed efficiente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 1.319, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 268).
Prendo atto che il deputato Di Gioia ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 1.313.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, a leggere gli argomenti sui quali deve vertere la prova orale sembra di fare un balzo indietro di vent'anni. Visto che stiamo discutendo di una riforma che dovrebbe dettare le regole per i prossimi anni, adottare un testo che sembra di vent'anni fa, cioè un testo calato in una società di vent'anni fa, mi sembra veramente anacronistico. L'obiettivo dovrebbe essere quello di avere un sistema giudiziario moderno ed efficiente. Noi chiediamo, di inserire, alla lettera f) del comma 4 dell'articolo 1 del decreto legislativo n. 160, alcune materie di esame: per esempio il diritto industriale, il diritto della proprietà industriale, il diritto d'autore, con particolare riferimento ai temi della concorrenza, della contraffazione e della tutela dei consumatori, peraltro perfettamente in linea con l'indirizzo che dovrebbe avere anche questo Governo e che dovrebbe portare avanti il Ministro della giustizia in ordine alla istituzione delle sezioni specializzate e di una magistratura specializzata su alcuni temi.Pag. 116
Aggiungo che il problema della tutela della proprietà industriale è un tema particolarmente sentito per quanto riguarda le nostre aziende, soprattutto le aziende del nord; che il precedente Governo all'uopo aveva istituito l'Alto commissariato per la lotta alla contraffazione, proprio per dare un segnale di tutela e di attenzione alle nostre imprese; che, infine, questo Governo ha nominato qualche mese fa un Alto commissario per la lotta alla contraffazione, ma dal giorno della nomina ad oggi non c'è stato alcun segnale di vita da parte di questo organismo. La lotta alla contraffazione è stata completamente dimenticata, perché evidentemente non interessa tutelare i diritti delle nostre aziende e dei nostri imprenditori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, l'eventuale ma probabile bocciatura dell'emendamento in esame da parte della maggioranza misura oramai la distanza incolmabile fra i problemi del Paese e quest'Assemblea, e allo stesso tempo dichiara e la dice lunga sull'autoreferenzialità di questa maggioranza, perché, vede, è indiscutibile ed indubitabile il fatto che il contenzioso in tutto il Paese vada aumentando proprio con riferimento alla tutela dei marchi, dei brevetti, al diritto industriale, al diritto d'autore. Fa un po' sorridere il fatto che in questi giorni Veltroni, in una sua visita al nord dove certamente questi temi sono di assoluta centralità, abbia proprio fatto riferimento alla necessità di tutelare i consumatori, di tutelare i nostri prodotti dalla concorrenza sleale. E poi accade che in questa Assemblea, quando tali temi dovrebbero assumere una valenza concreta, essi vengono assolutamente disattesi e respinti. Invito la maggioranza a un supplemento di riflessione, perché se vogliamo una magistratura immersa nei problemi reali del Paese l'emendamento va approvato con senso di responsabilità e in modo bipartisan.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, sicuramente per una fortunata coincidenza proprio in questi giorni la World trade organization (WTO) ha dichiarato guerra alla contraffazione, ha raccomandato la creazione di anticounterfeiting group, cioè di gruppi specializzati nella lotta alla contraffazione, perché hanno scoperto che la contraffazione è uno dei cancri che colpiscono l'economia dei Paesi cosiddetti industrializzati. Questa maggioranza di Governo, reduce dalle visite con pennacchi e tamburi ai Paesi dell'est, dove si è impegnata a combattere la contraffazione, chiedendo uguale rispetto - perché in quei Paesi la contraffazione era, almeno, di casa -, che cosa fa? Elimina dalle prove a cui devono essere sottoposti coloro che vogliono entrare in magistratura proprio il diritto industriale, il diritto alla tutela dei marchi e brevetti. Complimenti!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire quanto affermato dal collega Cota in materia di tutela dei marchi e dei brevetti dalla contraffazione; da mesi giace, senza aver mai ottenuto risposta, un atto di sindacato ispettivo a firma del sottoscritto che riguarda proprio questo profilo. Questo la dice lunga sull'interesse che hanno fin qui mostrato il Governo e la maggioranza nei confronti di uno dei temi che noi consideriamo epocali: sono temi infatti che fanno la differenza, dalle nostre parti, fra un sistema competitivo e un sistema che invece non riesce più ad essere tale. Un sistema che, peraltro, sta importando materiali sempre più pericolosi: non dimentichiamo infatti che, come ricordava giustamente l'onorevole Consolo, vi sono studi anche recenti che dimostrano quanti e quanto gravi pericoliPag. 117tali materiali pongono per la salute dei cittadini (soprattutto dei nostri bambini: lo dimostrano le ultime prove, effettuate, ad esempio, sui giocattoli di importazione cinese). Tali prodotti stanno creando grosse difficoltà ad un intero mercato che ovviamente non interessa una maggioranza che si occupa di processi politici ed è poco interessata agli interessi dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, ancora una volta la vostra maggioranza è davanti al banco di prova: nel Paese, e in modo particolare nel nord, andate affermando che intensificherete la lotta contro la contraffazione e la concorrenza sleale (soprattutto dei mercati asiatici e dei grandi colossi che stanno mettendo in crisi le piccole e medie imprese del nord); poi invece, quando vi è la possibilità concreta di dotarsi di uno strumento tecnico per concretizzare tale azione di contrasto, ancora una volta voi vi opponete. Questa è una riforma che finge di cambiare e di modernizzare, ma che in realtà non cambia nulla: non si possono ignorare le esigenze di una giustizia specializzata, soprattutto in una materia così delicata e importante com'è questa. Non si può escludere il diritto industriale dalle prove d'esame!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 1.313, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 275).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Consolo 1.20 e Mazzoni 1.304, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 475
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 273).
Prendo atto che il deputato Di Gioia ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 1.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, tutti sappiamo che nel nostro Paese moltissimi delitti restano impuniti: un fatto davvero vergognoso. Allo stesso modo, sappiamo che la polizia giudiziaria dipende dal pubblico ministero e da questi riceve l'indirizzo investigativo. Ciò considerato, ci dobbiamo inevitabilmente domandare per quale ragione ciò accada, e come possa il pubblico ministero indirizzare nel senso giusto l'attività della polizia giudiziaria se egli ignora gli elementi minimi della tecnica delle investigazioni. Ricordo che qualche anno fa il professor Violante - lo chiamo in questo caso professore - pubblicò un testo, di grande importanza e di grande interesse, dedicato alla tecnica delle investigazioni: una materia sconosciuta all'università e che ilPag. 118pubblico ministero non conosce; una materia sulla quale non effettuiamo alcuna verifica prima di consentire di andare a sostenere l'accusa. Questo, peraltro, vale anche per il giudice, poiché il giudice, per valutare se una certa ricostruzione tecnica, basata magari su un capello o una macchia di sangue, abbia una sua attendibilità, deve conoscere la tecnica delle investigazioni. Ebbene: qual è il motivo della contrarietà del Governo? Lo chiedo al sottosegretario Scotti, che ha fatto il magistrato per tanti anni e sa bene che un magistrato che non conosce la tecnica delle investigazioni sarà un pessimo magistrato, nel momento in cui egli andrà sul luogo del delitto e dovrà dare le indicazioni alla polizia giudiziaria.
Ma perché, davvero, vogliamo approvare tale provvedimento? Non abbiamo il tempo e lo spazio di tornarci sopra? Perlomeno chiedo che si prenda atto che vi è un errore e vi sia un impegno di buona fede a tornare sopra la materia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mario Pepe. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, raccomando l'approvazione di tale emendamento per ridurre la crisi di fiducia dei cittadini nei confronti della magistratura inquirente. Leggevo le statistiche dei reati minori commessi nelle grandi città (mi riferisco a scippi e furti in casa). Ebbene, sarebbero diminuiti: nulla di più falso! I reati non sono diminuiti, ma i cittadini decidono di fare a meno della giustizia e non sporgono la denuncia, perché essa si risolve in un nulla di fatto per chi ha commesso il reato e invece in una serie di fastidi burocratici per chi l'ha subito. Ciò avviene perché molti magistrati non sanno svolgere le indagini. Per tale motivo l'80 per cento dei reati di tale tipo rimangono impuniti.
Introducendo tale prova nel concorso per i nuovi magistrati, credo che avremo una magistratura più preparata a svolgere le indagini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, colleghi, se non fossimo in un'aula del Parlamento mi sembrerebbe di essere, l'ho già detto una volta e ripeto quanto già ho affermato, in una puntata di Scherzi a parte. Vogliamo togliere, con tutti i problemi che abbiamo, la tecnica dell'investigazione dalle materie di esame per diventare magistrati? Forse, della prova psico-attitudinale, abbiamo bisogno noi! Che senso ha? Perché dobbiamo vedere in televisione le varie NCIS, CSI, Miami Vice, tutti i telefilm e gli sceneggiati dove vediamo che i magistrati, con le tecniche investigative moderne (esame del DNA), parlano con i loro consulenti e parlano la stessa lingua? Ci meravigliamo, poi, di avere il caso di via dell'Olgiata, quello di via Poma e tanti altri, per riferirmi solo a quelli più eclatanti. Pensiamoci bene prima di votare contro una norma di tale tipo. Vorrei sapere da quale mente proviene la proposta di cancellazione della tecnica investigativa tra le materie delle prove di esame del concorso in magistratura. Sono proprio amareggiato!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 1.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 461
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 267).
Prendo atto che i deputati Di Gioia e Dato hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Barani 1.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani (Commenti)...
Onorevole Barani, lei ha diritto di parlare. Invito i colleghi a non disturbare l'onorevole Barani. Prego, ha facoltà di parlare.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, sono disturbati dalla presente proposta emendativa, perché essa sostiene che non dovremmo avere asini in magistratura. È esentata l'Italia dei Valori dal votare tale emendamento, ma agli altri colleghi, ovviamente, mi rivolgo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. La prego di non offendere nessuno.
LUCIO BARANI. Dico solo che se arriva a casa un figlio che prende il voto sei, gli dite: «Studia ragazzo, altrimenti ti tolgo il motorino, non esci più di casa». Come si fa a dare una votazione ai magistrati con il sei? Almeno il sette! Tali emendamenti stabiliscono che si è idonei se si prende il sette, non dico i ventotto trentesimi per entrare alla Normale di Pisa, dico la media del sette. Si tratta solo di ciò. È così difficile approvare un emendamento dove si chiede ai magistrati di essere preparati? Già esiste un vocio che dice che nella facoltà di giurisprudenza si concede la laurea un po' troppo facilmente. Inoltre, un professore dell'università di Pisa diceva che chi non studiava avrebbe fatto il pubblico ministero. Pertanto, sono qui a dire di portare a casa almeno il sette.
Quello che vorremmo per i nostri figli cerchiamo di volerlo anche per i magistrati. Mi appello a tutte le persone di buonsenso ed ai riformisti che capiscono queste cose: diamo alla magistratura magistrati preparati, con le eccezioni che vi ho detto, per l'amor di Dio (Applausi dei deputati del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barani 1.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 464
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 1.23, Consolo 1.24, Buemi 1.300 e Mazzoni 1.305, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
ENRICO BUEMI. Presidente! Presidente!
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 258).
Prendo atto che il deputato D'Elia ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.Pag. 120
Mi scuso con l'onorevole Buemi perché, ormai, avevo aperto la votazione non avendo sentito né visto che aveva chiesto di parlare. Spero che abbia l'opportunità in un prossimo intervento di sviluppare anche gli argomenti che non gli è stato possibile svolgere.
ENRICO BUEMI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, nella concitazione del momento, avendole richiesto ripetutamente di poter parlare ho sbagliato la votazione. Ho votato contro e invece avrei voluto esprimere voto favorevole sul mio emendamento. Ciò detto, intervenendo sul prossimo emendamento parlerò del precedente perché mi sembrava una questione di una certa rilevanza e, pur non imputandole la responsabilità, tuttavia, non sarebbe male, ogni tanto, dare uno sguardo in giro.
PRESIDENTE. Abbiamo chiarito il voto che lei ha espresso.
ROBERTO VILLETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, ho visto come ha votato l'onorevole Buemi, membro della Commissione giustizia e mi sono regolato esattamente come ha votato lui. L'onorevole Buemi ha sbagliato ed io ho sbagliato nel votare in modo uguale. Mi scuso con i colleghi, sapete che è una cosa che può capitare. Mi dispiace, mi scuso con l'Assemblea, ma ho sbagliato e faccio ammenda.
PRESIDENTE. La ringrazio, il suo voto è stato chiarito. Sul resoconto risulterà la sua segnalazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 1.314, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 469
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 272).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 1.26.
Indico...
Revoco l'indizione della votazione perché eravamo proprio all'inizio. Tuttavia chiedo ai colleghi di segnalare per tempo la loro intenzione di intervenire.
ANTONIO LEONE. Mandagli un telegramma la prossima volta! Sennò fagli una telefonata!
PRESIDENTE. Avevano contemporaneamente chiesto di parlare in tre colleghi quando ho indetto la votazione. In ogni caso, hanno chiesto di parlare l'onorevole Costa, l'onorevole Consolo e...
ANTONIO LEONE. Deve fare il sorteggio se l'hanno chiesto in contemporanea!
PRESIDENTE. Onorevole Leone, cerchi di collaborare con la Presidenza e di non alimentare la confusione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, l'emendamento Consolo 1.26 è teso a garantire una sorta di equità di trattamento nei confronti di quei soggetti che, risultati idonei ad un concorso, non vengono però ammessi in magistratura perché il numero di posti vacanti e quindi a concorso è inferiore al numero dei soggetti idonei.Pag. 121
Cosa comporta l'emendamento in esame? Che costoro, nei successivi concorsi, hanno la possibilità di accedere alle prove orali direttamente, senza sostenere le prove scritte, proprio perché nel precedente concorso erano risultati idonei, erano arrivati alle prove orali e, soltanto per una questione numerica di posti a concorso, non erano potuti divenire magistrati (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, mi sembra si tratti di un emendamento che definirei di equità. Ritengo giusto ed equo che coloro che abbiano già sostenuto per due volte il concorso, con esito favorevole, possano effettuare nuovamente il concorso, senza sostenere la prova scritta, anche perché il numero dei posti in ipotesi sarebbe dovuto risultare insufficiente rispetto a quello dei vincitori. Mi sembra un emendamento di buonsenso e invito i colleghi a votarlo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 1.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 464
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 267).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Consolo 1.27 e Gelmini 1.320, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 268).
Prendo atto che il deputato Rampi ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 1.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, non voglio insegnare l'educazione a corte, tuttavia mi permetto, in primo luogo, di segnalarle che dovevano essere esaminate anche le proposte emendative Pecorella 1.28 e Lussana 1.29.
PRESIDENTE. Tali emendamenti non sono stati segnalati dai gruppi. Per tale ragione, siamo passati all'esame della proposta emendativa Consolo 1.30.
GIUSEPPE CONSOLO. Le chiedo scusa, ma era per spirito collaborativo.
PRESIDENTE. La ringrazio.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, l'emendamento 1.30, che reca la mia prima firma, si propone di ristabilire un minimo di equità, ma soprattutto di conformità al diritto. Si tratta della famosa questione della seconda laurea.
Se la laurea in giurisprudenza viene temporalmente conseguita per seconda, il candidato non ha diritto ad effettuare il concorso. Questa è l'unica interpretazione chiara della norma, che sicuramente davanti ai giudici amministrativi, ma primaPag. 122ancora davanti al giudice delle leggi, verrà cassata per assoluta violazione del principio di ragionevolezza e di uguaglianza. Chiedo, quindi, di non farci ridere dietro da tutti e di cambiare tale norma, che evidentemente per un errore - non posso pensare per altro - è stata varata dalla Camera alta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 1.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 274).
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente, il Governo! Dov'è il Governo?
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 1.69, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 274).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 1.31 e Mazzoni 1.306.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, la proposta emendativa al nostro esame è volta a correggere un errore, già segnalato dall'onorevole Consolo. Sostanzialmente, accadrà che potranno accedere - mi rivolgo soprattutto a coloro che hanno esperienza di concorsi, a partire dalla relatrice - al concorso in magistratura coloro che hanno conseguito (personalmente la interpreto in questo modo) una laurea triennale in giurisprudenza, purché abbiano una seconda laurea e siano stati, per esempio, dirigenti dello Stato.
Dunque, il fatto di avere una seconda laurea è una previsione assolutamente priva di senso, perché se ho una seconda laurea in veterinaria, l'aver conseguito un secondo titolo di studio è assolutamente irrilevante! Resta il problema della dirigenza. Sottosegretario Scotti, se ho una laurea triennale (basta vedere le materie inserite in tale corso universitario per rendersi conto di quanta poca formazione giuridica vi sia) e sono stato dirigente dello Stato, mi domando - così mi ha risposto in Commissione - se davvero l'aver ricoperto tale carica possa colmare la lacuna rappresentata dalla mancanza di conoscenze giuridiche fondamentali in materia di diritto civile, procedura penale e diritto societario.
La possibilità di conseguire la laurea triennale in giurisprudenza è stata prevista per consentire a coloro che non potevano terminare gli studi di avere comunque una laurea, ma non è certo uno strumento sufficiente per fare il magistrato! Il fatto di essere stato un dirigente della pubblica amministrazione non significa assolutamente che si conoscano le materie necessarie per svolgere la funzione di magistrato. Nel disegno di legge vi è, dunque, un errore: va eliminato il requisito della seconda laurea e si deve richiedere una laurea quadriennale, prescindendo dal fatto che vi sia una seconda laurea, oppure, si precisi che la seconda laurea devePag. 123essere in materie giuridiche. Diversamente, consentiremo a funzionari pubblici privi di esperienza e di una vera conoscenza in materia giuridica, che hanno solo una laurea triennale, di diventare magistrati. Tale è il risultato di questo punto della riforma. Se non è così, sottosegretario Scotti, mi smentisca!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, credo che la lettera c) del comma 3 dell'articolo 1 del disegno di legge in esame sia scritta molto male e, dunque, si presti ad interpretazioni contraddittorie, come, per la verità molte, altre norme del provvedimento. Così come formulata, effettivamente ha ragione l'onorevole Pecorella, perché si afferma che sono ammessi al concorso i dipendenti dello Stato che abbiano conseguito il diploma di laurea in giurisprudenza, salvo che non si tratti di seconda laurea, al termine di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni. Sembrerebbe che la secondo laurea sia un di più, in aggiunta alla prima laurea che non si sa cosa riguardi.
Mi rendo conto che la norma è forse suscettibile anche di una lettura pro bono, ossia che preveda che il diploma di laurea in giurisprudenza debba essere quadriennale, salvo che si tratti del titolo di studio in giurisprudenza conseguito per secondo, per cui potrebbe essere stata conseguita anche in meno di quattro anni, in virtù del riconoscimento degli esami propri di un altro corso di laurea. Tuttavia, per arrivare a questa lettura bisogna ricorrere a una contorsione interpretativa che, francamente, potrebbe dare luogo a contenziosi infiniti sulle ammissibilità ai concorsi. Pertanto, se non fossimo consapevoli di parlare solo perché rimanga agli atti, con scarse possibilità di incidenza reale, credo sarebbe assolutamente ragionevole - come propone l'emendamento - eliminare l'inciso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, credo vi sia una lettura chiara della norma in esame che, a mio giudizio, introduce una possibilità paradossale: ossia potrebbe essere ammesso al concorso per magistrato chi ha conseguito una laurea in giurisprudenza di soli tre anni. Infatti, quando nella lettera c) del comma 3 dell'articolo 1 si prevede di ammettere al concorso i dipendenti dello Stato con almeno cinque anni di anzianità nella qualifica, che abbiano costituito il rapporto di lavoro a seguito di concorso per il quale era richiesto il possesso del diploma di laurea in giurisprudenza conseguito, salvo che non si tratti di seconda laurea, al termine di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni (...), ciò significa che, se si tratta di un secondo titolo di studio, può essere anche di tre anni e non necessariamente di quattro.
È veramente una situazione straordinaria che la qualificazione fondamentale per esercitare l'attività di magistrato sia il conseguimento di una laurea piena in giurisprudenza; si attribuisce la possibilità di partecipare al concorso a chi ha conseguito una laurea in tre anni, purché abbia una seconda laurea, che può essere in ingegneria, in architettura, ovvero una laurea che non ha nulla a che spartire con le materie tipiche del corso di laurea in giurisprudenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, vorrei aggiungere alcune considerazioni alle perplessità manifestate. Probabilmente, il tenore dell'inciso: «salvo che non si tratti di seconda laurea», dovrebbe essere, nel senso da molti auspicato, il seguente (ammesso che rimanga): «salvo che si tratti di seconda laurea».
È un modo di utilizzare la lingua italiana che non è in linea o è evidentementePag. 124poco conosciuto: in questo caso, l'avverbio «non» non ci vuole, se si vuol rendere il senso voluto dal redattore del comma.
Pertanto, ancora una volta, si dimostra che deve essere approvato l'emendamento secondo il quale occorre eliminare l'inciso, senza il «non» e a maggior ragione con il «non», perché ciò complica ancora di più la questione. Dio lo sa se l'interpretazione delle norme diventa difficile perfino per quelle che regolano l'accesso in magistratura. È la fine del mondo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo per richiamare su questi emendamenti l'attenzione del Governo - che vedo impegnato in una comunicazione telefonica - o perlomeno della relatrice. Non vorrei, infatti, ripetere gli interventi dei colleghi, ma mi sembra chiaro che su tale questione vi sia o un errore o, comunque, un'ambiguità forte. Vorrei dire alla relatrice ed al Governo che in Commissione avete strozzato il dibattito; la relatrice ha, infatti, affermato che si sarebbero rinviate alcune questioni all'esame dell'Assemblea e che la Commissione non si sarebbe assunta la responsabilità di bloccare l'iter del provvedimento e di andare oltre la data del 31 luglio. Poiché l'ambiguità mi sembra accertata e palesata e considerato che, per dirimere eventuali controversie che si potranno verificare, faranno fede i testi e gli atti autentici dell'Assemblea, chiederei, almeno su questo punto, di sentire la voce o della relatrice o del Governo, per rispetto del nostro ruolo (Applausi di deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, il tema è particolarmente delicato, perché, a detta di tutti, questo comma è ambiguo. Sappiamo che i lavori parlamentari come fonte normativa non offrono una particolare interpretazione, ma sicuramente danno un certezza almeno all'interpretazione del legislatore. Quindi, è particolarmente rilevante che il Governo o la relatrice - preferirei sinceramente il Governo - spiegasse in aula cosa intende realmente con questo comma.
PRESIDENTE. È evidente che il Presidente concede la parola a chi la chiede.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 1.31 e Mazzoni 1.306, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 263).
Prendo atto che la deputata Schirru ha segnalato che non è riuscita a votare.
Onorevole Leone, cerchi di collaborare con la Presidenza, lei ha una voce ...!
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 1.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 469
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 268).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 1.307, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 267).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 1.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 270).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 1.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 1.308, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 270).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 1.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Consolo 1.44 e Mazzoni 1.309, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 267).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 1.315, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 269).
GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, lei è sempre squisito, ma gli emendamenti di Alleanza Nazionale non sono stati ritirati, mentre alcuni non sono stati segnalati. Nel nostro stampato, quindi, non vi è la sequenza contenuta nel suo. Le chiedo almeno di citare il nome del primo firmatario. Come vede, il nostro atteggiamento è collaborativo e non ostruzionistico, ma vogliamo renderci conto di quello che votiamo.
PRESIDENTE. Inviterei i gruppi ad inviare ai propri rappresentanti nel Comitato dei nove l'elenco degli emendamenti non segnalati. In ogni caso, d'ora innanzi specificherò senz'altro quanto da lei richiesto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 1.48.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, anche questo emendamento prevede di rendere più seri i concorsi per l'accesso alla magistratura. Con esso chiediamo che non possano «essere nominati componenti della commissione di concorso coloro i quali, nei dieci anni precedenti, abbiano prestato, a qualsiasi titolo e modo, attività, anche non retribuita, in enti, società o altri soggetti sotto qualsiasi forma giuridica organizzati, esercitanti l'attività di preparazione al concorso per magistrato ordinario». Fuori dall'equivoco, vi sono, per chi ci crede, molte società che millantano possibilità di far vincere il concorso. Naturalmente, c'è chi ci crede: a volte la disperazione o la ricerca di un posto spingono i candidati a crederci. Si dice, infatti, che il dottor Tizio, il professor Caio o il dottor Sempronio, che saranno presenti nella commissione in veste di consulente o altro, fanno parte della nostra società. Come sempre, Alleanza nazionale è per la via della serietà e della trasparenza. Invito i colleghi, dopo averlo letto - se non ci credono, anche se mi sembra evidente - a votare a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, sottoscrivo anch'io questo emendamento ed invito i colleghi a riflettere sul suo contenuto. Quello del proliferare di scuole, o quasi scuole, private di preparazione ai concorsi, compreso quello per la magistratura, è un problema serio, che si presenta in tutte le parti d'Italia, che induce un numero notevole di docenti di tali scuole a volere o poter essere nominati membri di commissione.
Sicuramente questo emendamento, che impedisce la nomina di chi per gli ultimi dieci anni abbia fatto parte di queste scuole, è molto saggio e dimostra in chi lo ha elaborato conoscenza delle situazioni e capacità di prevenire storture o deviazioni che non fanno bene a nessuno, tanto meno alla magistratura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
Pag. 127SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo soltanto per chiedere di apporre anche la mia firma all'emendamento Consolo 1.48.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 1.48, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 271).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 1.50 e Consolo 1.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, credo sia di grande importanza per tutti la questione della composizione della commissione del concorso per accedere alla magistratura.
La scelta che è stata adottata è di inserire elementi laici all'interno di una commissione nella quale vi è una maggioranza di magistrati, il che è anche ragionevole. Quello che non è ragionevole è che il rapporto tra magistrati e laici abbia un po' del grottesco, perché nella formulazione del disegno di legge sono previsti ventuno magistrati contro cinque professori e tre avvocati. Non vi è, quindi, alcuna possibilità che sussista una spaccatura in ordine alla valutazione di un candidato, in quanto la valutazione che proviene dai professori universitari o dagli avvocati è diversa da quella che proviene da una parte dei magistrati.
La proposta che viene avanzata per dare più equilibrio, cioè per far sì che sia presente in modo più compatto anche la voce laica, che mi pare importante - e lo dico a chi anche oggi ha ritenuto che talora i magistrati siano in numero eccedente -, è quella di prevedere una presenza più massiccia di laici. La nostra proposta, che non sconvolge il rapporto tra maggioranza e minoranza, è di introdurre un numero di sedici magistrati, sei professori universitari e sei avvocati. Questo comporta che i magistrati restino in maggioranza, ma che in ipotesi vi possa essere un voto equilibrato tra magistrati e laici.
Questa è una di quelle forme di apparente garanzia. Si dice: mettiamoci pure i professori e i laici, perché tanto non influiranno mai sul voto che i magistrati daranno per fare entrare o meno qualcuno in magistratura. Questo è il criterio per cui si fa entrare all'interno della magistratura solo chi è gradito ai magistrati per come scrive, per quello che pensa e per come si presenta. Chiedo alla relatrice: ma se davvero riteniamo importante la presenza dei laici, perché questa presenza non deve avere un minimo di peso? Oggi non ce l'ha. Qui si prevede una composizione di otto laici contro ventuno magistrati; io, invece, sostengo che i laici debbano essere in numero tale da avere un certo peso all'interno della commissione d'esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 1.50 e Consolo 1.51, non accettati dalla Commissione né dal Governo, e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 266).
Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 1.316.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, il mio emendamento 1.316 interviene sul comma 6 dell'articolo 1 e incide sulla composizione della commissione esaminatrice nominata, quindici giorni prima della data della prova scritta, con decreto del Ministro della giustizia su conforme delibera del CSM. Tale commissione esaminatrice risulterebbe composta, in base al disegno di legge in esame, in un numero stabile di ventinove membri: un presidente, venti magistrati, cinque professori universitari e tre avvocati.
Noi chiediamo di aumentare a quattro elementi la componente dell'avvocatura in considerazione del fatto che la dignità e l'integrità del ruolo oltre che la diversa esperienza possano concorrere ad una migliore valutazione dei candidati al concorso. In questa «controriforma», purtroppo, il ruolo dell'avvocatura è stato ridimensionato. Avremo modo nel corso del dibattito di esaminare gli aspetti specifici di tale questione; in particolare, si evidenzia come nella composizione dei consigli giudiziari non sono più presenti i rappresentanti dell'avvocatura come membri di diritto, ma solo come membri elettivi. Diamo un segnale e riconosciamo all'avvocatura un ruolo importante, anche nella valutazione di quei soggetti che poi dovranno svolgere le mansioni delicate di magistrato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 1.316, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 261).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 1.54.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, il principio che viene affermato nel disegno di legge in esame è lo stesso dell'emendamento Consolo 1.54, solo che tale proposta emendativa tiene conto delle molteplici forme attraverso le quali si interviene nella preparazione dei concorsi in magistratura. Quasi mai il magistrato interviene direttamente nello svolgimento del concorso o direttamente impartisce lezioni. Esistono strumenti indiretti per ovviare alle limitazioni esistenti e la proposta emendativa dell'onorevole Consolo li prevede tutti.
Se vogliamo evitare ciò che avviene oggi, ovvero che vi siano magistrati che attraverso società, associazioni, scuole varie, possano da un lato insegnare e dall'altro essere membri di commissione e, quindi, giudicare i propri allievi, dobbiamo estendere i divieti e le incompatibilità. Parliamo tanto di incompatibilità: questa è gravissima e non la vogliamo prendere in considerazione!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
Pag. 129
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, intervengo per spiegare che l'emendamento 1.54, di cui sono primo firmatario, è stato presentato non solo nell'interesse della regolarità concorsuale ma anche in quello dei magistrati. Non si può negare che alcuni magistrati possono essere indotti in tentazione perché il giro economico che sta attorno a questi corsi e alle scuole di perfezionamento è veramente notevole.
Noi ci preoccupiamo che sia tutelato anche il buon nome dei magistrati e, proprio per tale motivo, in questo emendamento si prevede il divieto ai magistrati di partecipare in qualsiasi forma ai corsi di preparazione e alle commissioni di concorso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, desidero porre in rilievo che le norme sulle forme di incompatibilità, previste dall'ordinamento giudiziario, per i magistrati di svolgere attività retribuite a latere, sono già vigenti.
L'emendamento Consolo 1.54 è rivolto a rendere più concrete ed effettive le incompatibilità previste nell'ordinamento attuale, che viene purtroppo facilmente eluso: tale attività di docenza viene, infatti, svolta in maniera non trasparente, magari senza chiedere l'autorizzazione al CSM, che molto spesso non la concede.
È dunque molto importante approvare l'emendamento in discussione, che va nel senso che abbiamo già indicato precedentemente: trasparenza, correttezza e sicurezza dei giudizi emessi dalle commissioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, credo che se nella normativa attuale ci può essere anche un minimo di ambiguità su un punto così delicato, proprio in relazione all'autorevolezza che deve avere la magistratura, specialmente in questo tipo di situazioni, qualsiasi norma in più che possa garantire meglio sia l'immagine e la tutela di chi partecipa o può partecipare a procedure del genere, in questo caso il magistrato, sia la sicurezza di un concorso pubblico, e che possa assicurare questo grado di sicurezza, dovrebbe essere ben accetta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 1.54, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 264).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 1.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 267).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 1.57, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 130
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 267).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 1.317.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Chiedo particolare attenzione su questo punto, perché non vi è un problema di dissenso per quanto riguarda la disposizione, ma il problema sorge perché è una disposizione che non si capisce come funzioni.
Riassumo brevemente il contenuto del disegno di legge al riguardo. La commissione giudicatrice è composta di ventinove membri, tra cui magistrati, laici, e via dicendo, però l'esame si sviluppa nel seguente modo: i primi venti candidati, ultimati gli scritti, saranno esaminati dalla commissione plenaria, cioè i primi venti candidati avranno come giudice degli scritti l'intera commissione. Finita la valutazione dei primi venti, che saranno esaminati dall'intera commissione per avere criteri più o meno uniformi, gli altri saranno esaminati da due sottocommissioni, naturalmente quando i candidati saranno più di un certo numero. Dunque, la prima osservazione è la seguente: se fossi un candidato, vorrei capire per quale ragione, siccome sono finito per estrazione a sorte tra i primi venti, devo avere un plenum di ventinove persone che mi giudica, mentre il mio collega, che è capitato tra gli altri, avrà una sottocommissione, il che può determinare, ovviamente, criteri diversi e maggioranze diverse. Ma non è tutto, perché dividendo ventinove per due non abbiamo due sottocommissioni uguali, ma una sottocommissione di quattordici e una sottocommissione di quindici. Nella sottocommissione di quattordici, il voto del presidente è determinante; in quella di quindici, invece, vi sarà invece una maggioranza e una minoranza.
Inoltre, mi domando perché la mia promozione o meno debba dipendere dal fatto che capiti in una o nell'altra commissione, che hanno un numero di commissari diversi. A me pare una situazione talmente allucinante che, in qualche modo, dovrebbe essere affrontata. Alla fine - è l'ultima osservazione - non si capisce i primi venti da chi saranno esaminati per la prova orale. La norma parla di valutazione dei primi venti, e ciò sembrerebbe alludere al fatto che, in quanto è una valutazione, non si tratta solo della correzione degli scritti. Ma non è possibile, perché non si possono conoscere i nomi di chi ha redatto le prove finché non sono stati corretti tutti i compiti. Dunque, i primi venti da chi saranno esaminati, dal punto di vista dell'esame orale? Dal plenum, dopo tutte le correzioni? Saranno esaminati subito? Verranno distribuiti tra le due sottocommissioni?
Ci rendiamo conto di quale pasticcio, con diseguaglianze, equivoci e mancanza di chiarezza, stiamo consegnando al momento centrale, all'ingresso in magistratura? Desidero chiedere alla relatrice o al Governo - se non altro per lasciare traccia dei nostri lavori - come funzionino le cose e cioè, per esempio, chi esaminerà all'orale i primi venti candidati che sono stati esaminati dal plenum.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, credo che su questo emendamento...
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. E il Governo dov'è?
ERMINIA MAZZONI. Il Governo è qui...è itinerante, ma è presente, ascolta comunque, ha capacità di fare più cose contemporaneamente!Pag. 131
Credo che debba essere concesso un momento di attenzione all'emendamento in esame. L'onorevole Pecorella lo ha già illustrato in maniera egregia, tuttavia vorrei leggere cosa residuerebbe, al fine di comprendere come sarebbe più razionale la norma, se approvassimo l'emendamento al nostro esame: se i candidati, che hanno portato a termine la prova scritta, sono più di trecento, il presidente forma, per ogni seduta, due sottocommissioni, a ciascuna delle quali assegna, secondo criteri obiettivi, la metà dei candidati da esaminare.
Ritengo che il suggerimento proposto dall'emendamento in esame sia di buon senso, perché, altrimenti, l'irrazionalità cui consegneremmo la valutazione dei candidati rappresenterebbe sicuramente un segnale di scarsa serietà. Non si comprende quale sia la motivazione: si deve trattare di un'altra norma sfuggita dalla penna del Governo! Il rappresentante del Governo fa cenno di no con la testa, ma che fornisca una spiegazione, che almeno resti traccia nei lavori di quest'Assemblea di cosa significhi, e di cosa si intenda fare assegnando ad una commissione plenaria l'esame e la verifica dei primi venti elaborati estratti a sorte, per poi consegnare i restanti 280 alle due citate sottocommissioni, che vengono formate, peraltro, con una composizione nemmeno paritaria!
Non vi è nessun criterio - almeno io non riesco a comprendere quale esso possa essere - e, per tale motivo, ritengo doveroso che il Governo fornisca una spiegazione. Mi fa piacere aver sollecitato l'intervento del Governo, per spiegare all'Assemblea come abbia intenzione di agire.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, una spiegazione esiste, ed è una spiegazione tecnica. Si forma una commissione, nella sua interezza; in seguito, si distingue tale commissione in due sottocommissioni, perché se l'intera commissione dovesse esaminare tutte le prove, il concorso durerebbe almeno tre anni: per tale motivo, vi è l'esigenza di costituire le sottocommissioni.
Facciamo un passo indietro. È necessario che per i primi venti esami la commissione sia in numero dispari. Questo primo approccio con la valutazione è estremamente importante, perché la commissione, nel suo plenum, dà l'indirizzo generale alle sottocommissioni, stabilendo i parametri essenziali per la correzione dei temi e come questa correzione deve essere eseguita. Nel suo plenum, la commissione è in numero dispari, così come tutte le commissioni sono in numero dispari. È un momento particolarmente importante, perché non si tratta soltanto della valutazione dei primi venti candidati, ma dell'orientamento generale che deve servire per le sottocommissioni, affinché non vi sia disparità di vedute nei principi generali. Una volta formatisi le sottocommissioni, il numero dispari non può essere diviso in parti uguali; una delle sottocommissioni, quindi, sarà costituita da un numero pari di membri e il voto del presidente varrà doppio, mentre nell'altra, in numero dispari, si seguirà il criterio generale che regola tutte le commissioni composte in numero dispari.
Una volta espletato il concorso, si applicheranno le regole generali sugli orali. Non vi sono problemi per quanto riguarda gli orali; circa le obiezioni sollevate sempre con molta puntualità e acume dall'onorevole Pecorella, vorrei dire che non vi può essere lagnanza da parte del candidato che dice di essere stato esaminato dal plenum, rispetto ad un altro che sia stato esaminato da una sottocommissione a numero ridotto.
In primo luogo, infatti, se fosse ipotizzabile una lagnanza del genere, faremmo durare i concorsi per tre, quattro o cinque anni, mentre, invece, una delle esigenze fondamentali è quella di ridurre i tempi del concorso.
In secondo luogo, non vi è nulla di strano nel fatto che i primi candidati, aiPag. 132fini dell'orientamento generale, siano esaminati dalla commissione nel suo plenum, mentre gli altri da sottocommissioni, le quali dispongono già dell'indirizzo generale stabilito con i primi venti candidati. Queste erano le risposte tecniche.
GAETANO PECORELLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor sottosegretario, innanzitutto la ringrazio, in quanto, finalmente, abbiamo avuto un interlocutore e ciò rende il nostro lavoro meno sgradevole o un po' meno defatigante. Tuttavia, non ho ben chiaro - relativamente all'espressione «dopo aver provveduto alla valutazione di almeno venti candidati» - se il concetto di valutazione faccia riferimento agli scritti o si tratti di una valutazione complessiva. I venti candidati come saranno distribuiti, se non lo fa la commissione nel suo plenum, per quanto riguarda la prova orale? Sulla base di quali criteri saranno distribuiti tra l'una o l'altra delle due commissioni? Questo mi sembra, infatti, un punto che sia bene che rimanga agli atti.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Vorrei dire molto brevemente che, per stabilire i criteri di carattere generale, è necessario partire dagli elaborati; occorre, quindi, esprimere una valutazione e correggere gli elaborati. Nella correzione dei venti elaborati, si stabiliscono i criteri di carattere generale; la valutazione è, quindi, indispensabile per stabilire tali criteri (questo, per quanto riguarda gli scritti).
Per quanto riguarda gli orali, poi, essendo ammessi ai medesimi coloro che hanno superato tutte le prove, si segue il criterio generale di distribuzione, secondo la distribuzione generale degli ammessi agli orali; non vi è, quindi, alcun problema al riguardo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 1.317, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 458
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 1.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 265).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 1.62.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, il mio emendamento 1.62 è volto a far sì che non vi siano soggetti pigri o negligenti all'interno della commissione di concorso che possono bloccare i lavori nel tempo, senza alcuna conseguenza. Pertanto,Pag. 133tale emendamento è volto a determinare la decadenza di chi non si presenta in Commissione, provocando, in tal modo, un ritardo nei lavori. Ritengo che questa dovrebbe essere una regola importante in tutte le attività pubbliche, vale a dire il fatto che, se non si adempie ai propri doveri, non si ha più il diritto di svolgere tale attività. Mi sembra, quindi, che esso sia un principio molto opportuno, soprattutto in relazione all'urgenza che deve avere il risultato dell'esame in magistratura.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 1.62, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 1.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 273).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 1.66, Consolo 1.67 e Mazzone 1.310.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, sono primo firmatario dell'emendamento 1.67, che si muove nello spirito della separazione delle funzioni, portata avanti almeno secondo le previsioni della riforma Castelli. Si tratta di una riforma che è stata realizzata, perché è stata portata avanti dopo ben tre anni di dibattito e solo successivamente, nel 2005, ha ricevuto il via libera.
Affinché non si creino equivoci, desidero sottolineare che è opportuno conformarsi a quanto avviene nelle democrazie più evolute come, ad esempio, negli Stati Uniti d'America in cui vi è un'assoluta divisione tra chi accusa, il public attorney (il rappresentante dell'accusa), il lawyer o attorney (l'avvocato della difesa) ed il giudice che si colloca al centro.
Per far sì che non si dica che si vogliono spingere procuratori, sostituti procuratori o giudici scomodi ad effettuare una scelta piuttosto che un'altra e per evitare che costoro si facciano prendere dalla smania della giurisdizione e una volta facciano il giudice, un'altra il pubblico ministero e viceversa, nell'emendamento in discussione è stato previsto che, già ab origine, dichiarino se intendano svolgere, addirittura con l'avverbio «prevalentemente» - pertanto, si tratta di una blanda separazione delle funzioni - funzioni requirenti o giudicanti.
Ciò, a mio avviso, è in linea con lo spirito della riforma Castelli e con ciò che noi stessi pensiamo. A titolo personale posso dire che l'avverbio «prevalentemente» non mi convince. Tuttavia, in quanto primo firmatario lo ho sottoscritto e ne accetto le conseguenze, perché ritengo che un paese civile debba distinguere chi svolge le funzioni di difesa, chi quelle di accusa e chi, su un gradino e uno scranno più alto debba fare giustizia. Questa sì che sarebbe la riforma auspicabile: un giorno ci arriveremo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, per la verità nell'ambito della riforma originaria varata nella precedente legislatura, la distinzione delle funzioni non si era spinta fino ad una vera e propria separazione delle carriere, ma aveva cercato di conformare la normativa sull'ordinamento giudiziario alla Costituzione ed, in particolare, all'articolo 111, come modificato, il quale introduce in modo esplicito il principio del giudice terzo e della parità tra la pubblica accusa e la difesa.
Secondo tale principio costituzionalizzato, il giudice ed il pubblico ministero non soltanto svolgono due professioni diverse, ma devono essere collocati in posizioni diverse all'interno del sistema processuale: la pubblica accusa è in una condizione paritaria e speculare rispetto alla difesa, mentre il magistrato deve trovarsi in posizione di terzietà.
Pertanto, la nostra scelta, effettuata nell'ambito della riforma della precedente legislatura, volta a consentire al candidato del concorso per uditore di indicare la propria opzione a favore dell'una o dell'altra funzione, è coerente con il dettato costituzionale oltre che con una distinzione valevole pressoché in tutta Europa, come già ricordato da altri colleghi.
Il Giudice ed il pubblico ministero svolgono due professionalità diverse, due mestieri diversi! Non è possibile che il magistrato sia l'unico professionista a cui, durante la carriera, è consentito di mutare continuamente veste e cappello, recitando ora l'una, ora l'altra parte, a seconda di convenienze, che possono essere geografiche, di aspirazione ad uffici direttivi, le più diverse che non tengono in alcun conto le esigenze di funzionalità, specializzazione, autonomia ed indipendenza. Per tale motivo, voteremo a favore dell'emendamento in discussione [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, vorrei riferirmi al precedente discorso dell'onorevole Consolo a proposito dell'avverbio «prevalentemente».
Proprio tenendo conto dell'andamento della discussione e anche per non collegare in maniera assoluta ed inscindibile tale emendamento al tanto contestato principio della separazione delle carriere e delle funzioni, penso che, in fondo, tale proposta emendativa proponga di far sì che il tirocinio venga svolto già in maniera indirizzata, più proficua, secondo le propensioni del futuro magistrato, in modo tale da aiutarlo ad approfondire meglio quegli aspetti della professione che andrà a svolgere, al fine di migliorare la sua capacità di rendere al massimo nell'esercizio professionale.
Pertanto, inviterei i colleghi a considerare l'emendamento non come il frutto assolutamente inscindibile del principio della separazione delle carriere, la sua concretizzazione, ma semplicemente come una misura di buonsenso, in grado di favorire una migliore formazione del magistrato. Credo che ciò debba aiutarci a svelenire un po' l'atmosfera sull'argomento in discussione e a cercare di migliorare tale norma con la buona fede di tutti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, vorrei soltanto ricordare che non siamo di fronte al problema della separazione delle funzioni, ma si tratta semplicemente di un tirocinio che deve essere funzionale alle prime scelte che verranno effettuate dal nuovo magistrato. Sarebbe logico, infatti, se egli ha intenzione, ad esempio, di accedere alla funzione requirente, che lo dichiarasse in modo da orientare il tirocinio, in questa fase, nella medesima direzione.Pag. 135
Sarebbe assurdo che, volendo fare il pubblico ministero, magari, passi più tempo, si dedichi di più all'aspetto giurisdizionale che non a quello requirente. Quindi, si tratta solo di un'indicazione utile per una sua migliore specializzazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, anch'io vorrei intervenire a sostegno dell'emendamento in esame che si occupa di perfezionare quella che dovrebbe essere la preparazione pratica del futuro magistrato; una preparazione mirata e più puntuale per metterlo maggiormente in grado di rispondere alle esigenze di giustizia che provengono dai cittadini.
È chiaro che orientare il tirocinio alla funzione requirente piuttosto che a quella giudicante sicuramente non è una scelta di poco conto che può essere banalizzata: significa proprio voler formare il futuro magistrato tenendo conto della funzione che andrà a svolgere.
Pertanto, da un lato sicuramente, nel corso del dibattito, siamo stati manchevoli, per quanto riguarda la preparazione formale e la preparazione teorica del magistrato, per non aver previsto l'inserimento di alcune materie che orientassero maggiormente la preparazione verso una funzione piuttosto che un'altra.
Adesso vi invitiamo a porre rimedio alla scelta sbagliata che è stata fatta in precedenza, cercando almeno di orientare il tirocinio verso la specifica funzione che verrà svolta dal futuro magistrato. È chiaro che si tratta di una cultura diversa della prova e della giurisdizione: comporta la necessità di differenziare la preparazione pratica del futuro magistrato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, visto che molto spesso gli uditori giudiziari, di fatto, svolgono un ruolo che ormai è praticamente assimilabile a quello del magistrato ordinario, già nel pieno delle funzioni, anche per le necessità pratiche dovute alle difficoltà di organico, la scelta anticipata può sicuramente suggerire un percorso di formazione ed educazione al tipo di attività più pregnante, tanto per l'uditore, anticipatamente al tirocinio, quanto proprio per l'efficacia della struttura lavorativa dove questo verrà inserito.
Il sottosegretario sa che ormai gli uditori in moltissimi uffici giudiziari, di fatto, sono utilizzati a tempo pieno e suppliscono molto spesso alle carenze dell'organico ordinario. In questo senso, credo che anche per i capi degli uffici, ovviamente, possa essere una agevolazione avere persone motivate nel lavoro che fanno e consapevoli di quella che sarà la loro funzione.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intervengo per rappresentarle che è sotto gli occhi di tutti come dall'inizio dell'esame di questo provvedimento la maggioranza non abbia il numero legale (Commenti)...
PRESIDENTE. Prego, continui.
ANTONIO LEONE. Le chiederei di provvedere a disporre, attraverso i segretari di Presidenza, la verifica delle tessere di votazione. Passeremo al voto dopo tale controllo. Ove mai, dopo il controllo delle tessere e il ritiro delle schede che vengono usate per votare irregolarmente, dovesse venir fuori che la maggioranza non ha il numero legale su questo provvedimento, dato il rilievo politico, ritengo che lei debba sospendere la seduta per fare rientrare o entrare, una volta per tutte, i deputati per andare avanti nell'esame del provvedimento.
Pag. 136
PRESIDENTE. Onorevole Leone, lei è piuttosto sadico nel prevedere anche il seguito della serata, visto che è intervenuta un'intesa tra i gruppi per regolare la conclusione di oggi pomeriggio.
Scherzi a parte, lei ha fatto una richiesta formale che io accolgo senz'altro. Invito i due deputati segretari che sono al mio fianco a procedere alla verifica delle tessere di votazione a destra, a sinistra e al centro, possibilmente in tempi rapidi, così da poter passare ai voti (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Chiedo ai colleghi di collaborare con i segretari e di non intrattenerli in discussioni, anche perché restano pochissime votazioni.
Chiedo agli onorevoli segretari di accelerare, possibilmente, il lavoro di verifica.
Onorevole Fallica, prosegua. Ha completato la sua verifica?
Se l'onorevole Fallica, ha completato la verifica, passiamo ai voti. Chiedo ai colleghi, ovviamente, di votare ciascuno per sé, ma questa volta dovrebbe essere obbligatorio perché le tessere dei colleghi assenti sono state tutte ritirate.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 1.66, Consolo 1.67 e Mazzoni 1.310, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
ANTONIO LEONE. Presidente, guardi da quella parte! Lei deve controllare!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente! Guardi!
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 343
Maggioranza 172
Hanno votato sì 117
Hanno votato no 226).
Prendo atto che il deputato Squeglia ha segnalato di non essere riuscito a votare.
ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Presidente, lei ha un monitor davanti a lei, che le indica anche qual è il numero legale, quindi credo che lo potrà leggere e comunicare all'Assemblea: fino a poco fa era di 260 componenti; in quest'ultima votazione era di 226 (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale), dopo che abbiamo chiesto la verifica delle schede. Quindi, è evidente che la maggioranza adesso non ha il numero legale. Chiedo, signor Presidente, di sospendere a questo punto la seduta, di evitare finali indecorosi costringendoci ad abbandonare l'aula e a far mancare il numero legale. Chiedo si prenda atto della situazione. La maggioranza sappia che su un provvedimento importante come questo deve avere il numero legale per tutte le votazioni che si susseguiranno nelle giornate successive. È evidente l'importanza del voto sull'articolo 1, sul quale noi chiediamo di intervenire per dichiarazione di voto: signor Presidente, crediamo che sia preferibile per tutti la strada consensuale di rinviare a domattina questa votazione piuttosto che accertare la mancanza del numero legale, come saremmo evidentemente costretti a fare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che su una materia come questa, così importante per il Paese, una polemica che verrebbe definita da cortile sarebbe inutile (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia). Serve qui la collaborazione che è proseguita per tutta la giornata e non vedo per quale motivo, a conclusione di un accordo intercorso traPag. 137i gruppi al quale io vorrei tenere fede, essa non si possa concludere con la votazione dell'articolo 1. Tuttavia, nonostante l'opposizione abbia da ultimo manifestato una certa difficoltà a mantenere il numero dei voti che invece per tutta la giornata ha realizzato - si tratta di una cinquantina di voti in meno - credo che, di fronte alla richiesta dell'opposizione, una maggioranza seria, proprio in nome della collaborazione, non possa fare altro che assecondarla, e chiedere alla Presidenza di procedere secondo le intese raggiunte, non già con il voto sull'articolo ma con il voto su questi emendamenti, e riprendere l'esame domani con il voto sull'articolo 1 (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di pazientare un momento. Alla luce degli interventi dell'onorevole Vito e dell'onorevole Quartiani, il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani.
Colleghi, vi prego di pazientare poiché vi è un altro punto all'ordine del giorno.