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Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Ricordo che, prima della sospensione, il relatore per l'XI Commissione e il Governo hanno espresso i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 1.
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 1.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Codurelli. Ne ha facoltà.
LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'importante provvedimento che oggi ci apprestiamo a votare è molto atteso. Già è stato affermato, ma è importante sottolinearlo. Approvarlo prima della sospensione dei lavori parlamentari per la pausa estiva era il nostro preciso obiettivo, ma non solo. Tante forti sollecitazioni sono pervenute da più parti, ma soprattutto dal mondo del lavoro e il nostro impegno consiste proprio nel rispondere, con i tempi e gli strumenti giusti, alla guerra quotidiana che si riscontra nel mondo del lavoro. Anche oggi non ne siamo immuni e mi riferisco alla notizia di un ragazzo di ventisei anni morto schiacciato all'Ilva di Taranto. Sono arrivate a 610 le vittime. Per tali motivi, cari colleghe e colleghi, l'Ulivo, pur condividendo in gran parte gli emendamenti presentati, per raggiungere tale obiettivo, se essi non saranno ritirati, voteremo contro. Ma con questo spirito, non perché siamo contrari. Approvare immediatamente il provvedimento in esame significa rispondere con urgenza a tale pressante richiesta e procedere immediatamente, al fine di utilizzare tutti gli strumenti normativi per porre ordine nella materia, riunificando e semplificando le diverse disposizioni vigenti, che vanno dall'applicazione delle numerose direttive comunitarie al testo del decreto legislativo n. 626 del 1994. Ovviamente, tutto ciò avverrà, così come previsto dall'articolo 117 della Costituzione, con le regioni, le quali hanno competenze in materia legislativa, al fine di mettere in campo politiche concrete capaci di assicurare salute, sicurezza sociale e legalità e soprattutto per fare in modo che il lavoro, uno dei primi bisogni fondamentali dell'individuo, rappresenti sempre il momento di massima realizzazione dei propri desideri.
Approvare il provvedimento in esame significa dare il via a tali condizioni normative, culturali, economiche, gestionali e organizzative, per creare condizioni di vitaPag. 5e dignità nel lavoro, in modo che esso non sia più causa di morte come ancora oggi accaduto a questo ragazzo. Si tratta di un impegno che il Governo ha assunto con determinazione in Parlamento, sin dall'inizio del proprio mandato e oggi, con il provvedimento in esame, si compie un ulteriore ed importante passo avanti per il lavoro, la sicurezza e la sua dignità (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
ANTONINO LO PRESTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, non ho capito a quale titolo è stato svolto l'intervento della collega Codurelli. Se ci troviamo nella fase di illustrazione degli emendamenti, perché ha svolto una dichiarazione di voto sull'articolo 1? Vorrei capire, dalla Presidenza, a quale iter dobbiamo uniformarci nell'esame del provvedimento.
PRESIDENTE. Onorevole Lo Presti, per chiarezza, le ricordo che siamo in sede di dichiarazioni di voto sull'emendamento Fabbri 1.1: pertanto, credo sia stato legittimo l'intervento dell'onorevole Codurelli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, vorrei illustrare brevemente il mio emendamento 1.1, che chiede di portare da nove a sei mesi il termine per l'emanazione dei decreti delegati.
Peraltro, proprio l'intervento della collega Codurelli ci mostra che vi è la fretta di approvare il provvedimento in esame. Chiediamo di dare una mano a questa fretta che la maggioranza e il Governo hanno per poter risolvere il problema annoso degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.1., non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 394
Maggioranza 198
Hanno votato sì 159
Hanno votato no 235).
Prendo atto che i deputati Tenaglia, Misiti e Astore hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Peretti e Capitanio Santolini hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto favorevole. Prendo altresì atto che la deputata Balducci ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo agli identici emendamenti Compagnon 1.2. e Pelino 1.5.
Chiedo all'onorevole Compagnon se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 1.2, formulato dal relatore per l'XI Commissione.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, riprendendo l'intervento del collega Fabbri, noto anche io che si continua con la corsa per arrivare il prima possibile alla conclusione dell'esame e all'approvazione del provvedimento. Questi emendamenti, presentati dall'UDC, hanno trovato, in sede di Commissioni, una disponibilità di massima, attraverso la richiesta di ritiro a fronte di una loro trasformazione in ordini del giorno.
Nello spirito costruttivo dei rapporti nelle Commissioni su un tema delicato e particolare come quello in esame, accediamo all'invito al ritiro dell'emendamento 1.2. riservandoci di presentare - ne seguiranno anche altri - degli ordini del giorno che raggrupperanno il contenuto di molte delle proposte emendative che abbiamo presentato.Pag. 6
Mi auguro - mi riservo di essere più preciso successivamente - che questi ordini del giorno, predisposti grazie ad una disponibilità non solo del mio gruppo, ma di tutti i gruppi dell'opposizione, possano realmente produrre quel miglioramento del testo in esame che la maggioranza non ha voluto accettare, condividendo, almeno in parte, le proposte che abbiamo presentato.
Per questi motivi, ritiro l'emendamento a mia firma 1.2.
PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo all'onorevole Pelino se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 1.5.
PAOLA PELINO. No, signor Presidente, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pelino 1.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 417
Maggioranza 209
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 242).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Lucchese 1.7.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore per l'XI Commissione.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, non devo certo parlare in nome e per conto degli altri gruppi di opposizione. Il mio precedente intervento era teso ad accedere all'invito al ritiro formulato dai relatori a fronte di un accordo nelle Commissioni che comportava la presentazione di una serie di ordini del giorno che raggruppassero tutto ciò che era contenuto negli emendamenti presentati, non solo dall'UDC. È evidente che se una parte di questi emendamenti, che si è convenuto di trasformare in ordini del giorno, viene posta in votazione, decade anche l'accordo relativo agli altri, modificando integralmente tutta l'impostazione stabilita nelle Commissioni.
Chiedo, pertanto, ai colleghi se sia ancora valida l'impostazione - a mio avviso lo è - per cui, a fronte della richiesta di ritiro di una serie di emendamenti, segua la presentazione di ordini del giorno. Sul ritiro dobbiamo essere tutti d'accordo.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Compagnon, è chiara la sua posizione politica, ma accede al ritiro dell'emendamento Lucchese 1.7, di cui è cofirmatario?
ANGELO COMPAGNON. Sì, per le stesse ragioni che ho illustrato prima.
PRESIDENTE. Sta bene.
ANTONINO LO PRESTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, intervengo a chiarimento e a supporto di quanto detto dal collega Compagnon. Avverto i colleghi dei gruppi in questione che se ci sono proposte emendative accorpate nell'ambito di emendamenti che, invece, ritiriamo, è perché li sostituiamo con ordini del giorno. Quindi, i colleghi sono pregati di adeguarsi alle indicazioni del Comitato dei diciotto e dei rappresentanti in seno ad esso.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 1.8.Pag. 7
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore per l'XI Commissione.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, ritiriamo anche l'emendamento in esame, poiché ne trasfonderemo il contenuto in un ordine del giorno. È una norma antielusione; il buon senso è prevalso, ma non giustifichiamo che in questa sede non si possa modificare il provvedimento. Siamo alla vigilia delle ferie, siamo tutti pressati dalle vacanze, c'è l'urgenza di approvare il disegno di legge, ma non è corretto che la Camera dei deputati non possa intervenire migliorando il provvedimento. Prendiamo atto del buon senso della maggioranza, che ha ritenuto di migliorare il testo attraverso la presentazione di ordini del giorno sostitutivi degli emendamenti. Quindi, in tale spirito e in tale logica, ritiriamo l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 1.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, nel caso dell'emendamento in esame non siamo riusciti a trovare un'intesa che rendesse possibile trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno. Siamo costretti a insistere per la votazione, perché riteniamo che sia doveroso da parte del Parlamento porsi il problema della proporzionalità delle misure che verranno adottate per garantire maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro in rapporto alle dimensioni aziendali. Quindi, riteniamo anche in questo caso di trovarci innanzi ad una norma di buonsenso. Non è stato accolto il principio per il quale sarebbe stato possibile inserire la disposizione nell'ambito di un ordine del giorno e, pertanto, siamo costretti insistere per la votazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, l'emendamento in esame introduce il principio della commisurazione degli adempimenti in funzione delle caratteristiche settoriali e delle dimensioni aziendali. Si tratta di una proposta che introduce un principio di buon senso.
In generale, infatti, sul testo in esame abbiamo una diversità sostanziale di approccio rispetto ai colleghi del centrosinistra. Vi è anche una situazione piuttosto complessa, nel senso che il testo stesso è stato esaminato seriamente nelle Commissioni, senza alcun ostruzionismo da parte del centrodestra, con grande attenzione, da parte dei presidenti e dei relatori, al percorso che il provvedimento avrebbe poi seguito. È stato abbinato ad un altro testo, sottoscritto dal collega Fabbri e dai deputati di Forza Italia, che era sostanzialmente incompatibile con quello oggi in esame. Abbiamo un percorso in Assemblea singolare, che è già stato tracciato in precedenza per altri provvedimenti su materie diverse, che hanno seguito lo stesso iter: infatti, siamo ancora una volta in presenza di un provvedimento, approvato al Senato, che giunge alla Camera senza alcuna possibilità di essere modificato di una sola virgola.
Riteniamo che questo sia assai singolare. Un esempio semplice, se si vuole anche banale, è l'emendamento Lo Presti 1.9, con il quale si chiede di inserire una commisurazione degli adempimenti in funzione delle caratteristiche settoriali e delle dimensioni aziendali.
L'idea di non poter modificare il provvedimento in discussione porta a considerare sotto un'ottica completamente singolare i lavori odierni dell'Assemblea, a partire dall'emendamento Fabbri 1.1, che proponeva l'abbreviazione dei termini per l'esercizio della delega da parte del Governo. Crediamo, signor Presidente, che questa sia una situazione paradossale; ci troviamo oggi nel plenum di un Parlamento sovrano a dover discutere soltanto, senza poter modificare un testo. Ritengo che ciò debba essere un elemento di spunto e di riflessione di fronte ad ogni emendamento che tratteremo in Assemblea,Pag. 8anche nei confronti di quegli emendamenti su cui il relatore formula un invito al ritiro o esprime parere contrario, ma che poi, al di fuori dei lavori parlamentari, vengono elogiati, perché considerati di buonsenso.
Quindi, signor Presidente, anche su tale principio paradossalmente lasceremo agli atti che quest'aula si esprimerà in maniera contraria, sapendo già che ciò accadrà soltanto perché sarà molto difficile o addirittura impossibile riuscire a modificare il testo, elaborato dalla Commissione e scelto come testo base, che, per l'appunto, corrisponde al provvedimento proveniente dal Senato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 1.9, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 257).
Passiamo agli identici emendamenti Compagnon 1.11, Pelino 1.13 e Bodega 1.14.
Chiedo all'onorevole Compagnon se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 1.11, formulato dal relatore per l'XI Commissione.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, anche l'emendamento 1.11, rafforzativo della tutela prevista nell'articolato, è uno di quei punti sui quali abbiamo convenuto, impegnando il Governo con la presentazione di un ordine del giorno. Pertanto, accedo all'invito al ritiro e preannuncio la presentazione di un ordine del giorno di analogo contenuto.
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Pelino se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 1.13.
PAOLA PELINO. Signor Presidente, concordo con il collega Compagnon e accedo all'invito al ritiro del mio emendamento 1.13.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Bodega 1.14, formulato dai relatori.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro dell'emendamento Bodega 1.14 e annuncio la presentazione di un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Fabbri 1.17.
Chiedo all'onorevole Fabbri se acceda all'invito al ritiro formulato dai relatori.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro e trasformeremo l'emendamento in un ordine del giorno. Vorrei aggiungere che l'emendamento si riferisce a uno dei punti del provvedimento in esame sul quale concordiamo, perché finalmente viene esteso a tutte le attività lavorative l'obbligo di effettuare la sorveglianza sanitaria e di sottoporsi ai controlli, ossia di adempiere a tutto ciò che è richiesto dalla legge n. 626 del 1994. Per troppo tempo, ad esempio, la parte pubblica non ha ottemperato a tale importante legge che ha rivoluzionato il tema della sicurezza sul lavoro. Con l'emendamento in esame chiedevamo di estendere tali obblighi anche agli uffici. Trasfonderemo il contenuto dell'emendamento in un ordine del giorno e ringrazio il nostro relatore per il parere espresso.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Capotosti 1.120.
GINO CAPOTOSTI. Chiedo di parlare.
Pag. 9PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento a mia firma 1.120.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Bodega 1.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, intervengo per spiegare il senso dell'emendamento, che contempla l'estensione della sicurezza sui luoghi di lavoro anche ai lavoratori e alle lavoratrici cosiddetti flessibili. Con esso si vuole evitare che, con un eccesso di delega, si possa aggirare la legge Biagi in sede di emanazione dei decreti attuativi quindi si vuole restringere la competenza al di fuori dell'ambito della legge Biagi.
ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, ha saltato l'emendamento a mia firma 1.18, identico all'emendamento Capotosti 1.120. Anche noi, con questo emendamento, proponiamo la soppressione del termine «autonomi». Si tratta di uno degli aspetti su cui indubbiamente, a mio avviso sbagliando, la maggioranza non ha accettato un approfondimento come noi desideravamo; è uno dei tanti aspetti su cui - in verità su tutti - non ha accettato l'approfondimento. Tuttavia, a questo punto, cerchiamo di cogliere almeno gli aspetti positivi del provvedimento in esame. Dunque, non ritiro il mio emendamento 1.18, ma insisto per la votazione, al pari dell'emendamento Bodega 1.20.
PRESIDENTE. Ha ragione, dobbiamo procedere alla votazione dell'emendamento Compagnon 1.18.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Compagnon 1.18, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 257).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 1.20, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 256).
Prendo atto che i deputati Greco e Oppi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 1.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, non capisco perché non venga accolto tale emendamento: chiediamo di eliminare la parola «adeguate», dato che non significa nulla, dal momento in cui accanto è scritta la parola «specifiche». Mi chiedo cosa ci sia di più specifico e preciso di una cosa che è specifica. Si vuole mantenere il termine «adeguate» che a nostro avviso lascia, comunque, la possibilità di interpretazioniPag. 10che vanno al di là dell'effettivo significato. Quindi, raccomando l'approvazione dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.21, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 453
Votanti 451
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 262).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 1.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, abbiamo assistito, già nella fase iniziale relativa alle proposte emendative sull'articolo 1, a una serie di ritiri da parte dei colleghi seduti tra i banchi del Comitato dei nove. Questa è chiaramente una prassi cui si ricorre qualora si vada a concordare, su un provvedimento, che il testo di un emendamento non sia messo in votazione ma venga sostituito con un ordine del giorno. Ciò rientra nella prassi e negli accordi che possono intercorrere tra i partiti e le forze politiche ed è chiaramente legittimo, nonché doveroso per chi ritenga di dover accettare questo genere di accordi.
Tuttavia, signor Presidente, credo di poter richiamare l'attenzione della Presidenza e dell'Assemblea sul fatto che, troppo spesso, ci troviamo di fronte a provvedimenti che si presentano all'esame dell'Assemblea come blindati. Inoltre, troppo spesso, la prassi dell'utilizzo di un atto di indirizzo monocamerale, come l'ordine del giorno, diventa un tristo surrogato della possibilità di modificare un testo. Ciò non vale soltanto sul tema della sicurezza del lavoro, ma anche su molti argomenti in ordine ai quali il Parlamento e la Camera vengono chiamati a confrontarsi.
Su tali argomenti, ormai, si sta tracciando un solco, a nostro avviso poco edificante per il Parlamento, per l'attività legislativa, per l'Assemblea e per il Governo. A noi pare che, quando si esaminino decreti-legge o provvedimenti di iniziativa governativa, la possibilità di intervento del Parlamento si sia ridotta soltanto a quella di «mantenere» all'interno di quest'aula un provvedimento o, se si tratta di un decreto-legge, di ritardarne la conversione in legge di uno, due, tre giorni, o una o due settimane, magari ricorrendo ad un'altra curiosa prassi, secondo la quale in uno dei due rami del Parlamento di solito questo, non si pone la questione di fiducia, che invece viene posta quasi sempre puntualmente al Senato. In questo modo, la possibilità di intervenire in maniera efficace e di modificare il testo dei provvedimenti è ridotta ad una sola delle due Camere. Ritengo che ciò sia molto grave: bisognerebbe aprire una riflessione importante, proprio perché, alla luce delle proposte presentate, abbiamo già assistito al ritiro di quattro o cinque emendamenti, il cui contenuto verrà trasfuso in ordini del giorno. Si tratta di una consuetudine che non vorrei che continuasse a prendere piede.
Su ciò invito i colleghi, di maggioranza e di opposizione, ma anche la Presidenza, a svolgere una riflessione. In caso contrario, si verificherà una situazione in cui l'Assemblea non voterà più le proposte emendative e le sedute si svolgeranno soltanto allo scopo di definire gli ordini del giorno. Si aprirà, conseguentemente, una querelle sull'ammissibilità degli ordini del giorno, al pari di quella che si è aperta, qualche mese fa, sugli emendamenti presentati alla Camera e al Senato sulla legge finanziaria, sull'estraneità di materia (una situazione che conosciamo tutti, perché abbiamo tutti assistito da vicino al dibattito). La discussione, pertanto, si sposteràPag. 11dagli emendamenti agli ordini del giorno, che sono ben poca cosa, perché non sono vincolanti e spesso - lo sappiamo tutti - finiscono nel cassetto.
PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, concluda.
SIMONE BALDELLI. Un collega della maggioranza citava un vecchio adagio parlamentare, vale a dire che un ordine del giorno non si nega a nessuno.
Crediamo che, in quest'occasione, si possa e si debba svolgere una riflessione più attenta sugli ordini del giorno (mi rivolgo anche al relatore, onorevole Rocchi): sarebbe utile che la maggioranza e lo stesso relatore ammettessero all'Assemblea che si tratta di ordini del giorno veicolati, di fronte ad un'impossibilità materiale, per ragioni di natura politica e oggettive, di modificare il testo del provvedimento anche solo di una virgola.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.22, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 447
Astenuti 1
Maggioranza 224
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 256).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato di non essere riuscita a votare e che i deputati Belisario e Calgaro avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 1.24.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, è stato affermato da più parti, dal Governo e dagli esponenti della maggioranza, che il provvedimento in esame tenderebbe a semplificare. Con l'emendamento in discussione chiediamo di espungere le due parole: «meramente formali». Conseguentemente, il testo del comma 2, lettera d), dell'articolo 1 risulterebbe: «semplificazione degli adempimenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori (...)». Perché semplificare eliminando soltanto gli adempimenti meramente formali, che già di per sé sono inutili ed appesantiscono? Forse non conoscete gli adempimenti formali che un datore di lavoro è tenuto ad osservare! Non si tratta soltanto della documentazione sulla valutazione del rischio, che è importante perché serve a dimostrare quale tipo di attività si svolge in quello stabilimento o in quell'industria! A questo punto, anche la semplice dimenticanza dell'indicazione del medico competente, del responsabile dei servizi di prevenzione e protezione o del responsabile dei lavoratori per la sicurezza, o anche solo un errore formale - in questi documenti banali, a valenza esclusivamente interna - comporterebbe una serie di guai. Perché non semplificare veramente, non soltanto a parole, eliminando le parole meramente formali?
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, poiché l'onorevole Baldelli ha rivolto esplicitamente una domanda ai due relatori, dopo il voto sull'emendamento Fabbri 1.24 vorremmo effettuare a tale riguardo una precisazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, la questione degli adempimenti formaliPag. 12non è di poco conto, considerando che uno dei particolari distinguo che riguardano questo provvedimento è proprio sulla natura sostanzialistica o formalistica dell'approccio al tema della sicurezza sul lavoro.
Nel presentare la proposta di legge abbinata al presenta provvedimento, sottoscritta dai colleghi Fabbri ed altri, abbiamo anche ribadito l'approccio di natura non formalistica, ma sostanzialistica, per obiettivi. Credo che sia una differenza importante, che distingue i due punti di vista esistenti su questo tema così importante.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.24, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 459
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 260).
Aveva preannunciato di voler intervenire il relatore per la XI Commissione. Ne ha facoltà.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, mi preme intervenire per rispondere all'onorevole Baldelli, che ha chiesto ai due relatori di chiarire una questione di impostazione.
Noi abbiamo detto sin dall'inizio - su ciò si è svolta una discussione nelle due Commissioni congiunte - che la scelta che proponevamo era quella di un percorso accelerato di approvazione di questo provvedimento, vista la drammaticità della situazione quotidiana. I colleghi sono consapevoli di ciò: ieri vi sono stati altri morti e la notte scorsa è morto un ragazzo di 26 anni. È un continuo!
Non è solo con l'adozione di uno strumento legislativo in materia di sicurezza e di prevenzione sul lavoro che si risolve il problema; però, è necessario approvare urgentemente questo provvedimento.
Quando noi, come relatori, abbiamo proposto che sui punti condivisibili si potesse arrivare a trasfondere il contenuto di alcuni emendamenti in ordini del giorno, in modo da approvare il provvedimento in tempi rapidi, lo abbiamo fatto non per una logica di blindatura del testo o per problemi legati alla maggioranza, ma come una scelta unitaria di tutti di disporre in tempi rapidi di uno strumento normativo, che disciplinasse questa materia, in relazione alla quale apprendiamo quotidianamente notizie drammatiche. Do atto anche all'opposizione di aver dato, pur ovviamente nella battaglia svolta sul merito del provvedimento, la propria disponibilità a ragionare su questo impianto.
Quando, invece, esprimiamo un parere contrario sulle proposte emendative presentate vi è, da parte dei relatori, una contrarietà di merito e non una volontà di blindare il provvedimento. In quei casi, compaiono le diverse impostazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 1.26.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, mi asterrò dall'interloquire con il rappresentante del Governo, perché non è questa la sede per tornare sul merito del provvedimento e sui distinguo operati in Commissione. Però, collega Rocchi, quando affermi che ci sono contrarietà di merito, dovresti almeno spiegarle.
È giusto che l'Assemblea sappia qual è, per esempio, la contrarietà di merito che voi sollevate all'emendamento che stiamo discutendo, in cui si propone la soppressione della parola: «meramente», altrimenti non si capisce la ragione perPag. 13la quale dobbiamo approvare una disposizione in cui sostanzialmente rimarchiamo la presenza di una tautologia. Che senso ha semplificare degli adempimenti meramente formali? Se sono meramente formali non hanno alcuna validità ontologica, né alcun senso! Il mio è un ragionamento che ci consentirebbe di offrire ai cittadini e ai lavoratori, ai quali il provvedimento è indirizzato, una più comprensibile lettura del lavoro svolto in questa sede.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, approfitto dell'esame dell'emendamento del collega Lo Presti per svolgere una breve e rispettosa replica a quanto affermato dal relatore Rocchi.
Intanto, fa piacere la sottolineatura che lo stesso collega ha fatto con onestà intellettuale, quando ha affermato che l'opposizione ha tenuto un atteggiamento lineare e costruttivo su questo provvedimento.
È chiaro, signor Presidente, che il mio rilievo sulla questione degli ordini del giorno non riguarda soltanto il provvedimento in esame, ma una brutta china che, secondo me, si sta imboccando in quest'Assemblea, quella cioè di non modificare i provvedimenti attraverso gli emendamenti, ma di procedere, in maniera ormai sistematica, al ritiro degli stessi per trasfonderne il contenuto in ordini del giorno. Ciò chiaramente diventa limitante per le prerogative del Parlamento, dei singoli deputati e del plenum dell'Assemblea.
Il provvedimento in esame era stato calendarizzato per l'Assemblea per il 23 luglio, con la clausola «ove concluso dalla Commissione». Il provvedimento è stato portato all'esame dell'Assemblea in una data differita rispetto a quella del 23 luglio. Anche noi abbiamo chiesto di posticiparne l'esame per esigenze di calendario, in quanto non sarebbe stato possibile affrontare la discussione in quella settimana.
Tale disegno di legge è stato comunque discusso, credo in maniera lineare, anche nel merito, quindi il confronto vi è stato, continua ad esservi. Il fatto che su di esso vi sia una divisione sostanziale non impedisce un confronto sereno che parte da un presupposto: quello della comune consapevolezza della necessità di intervenire su tale materia. Personalmente, condivido la considerazione svolta dal collega Rocchi, cioè che, se ci illudessimo di risolvere il problema della sicurezza sul lavoro soltanto approvando una legge prima delle vacanze, forse peccheremmo di presunzione; infatti, probabilmente il problema della sicurezza sul lavoro va affrontato nella maniera più ampia possibile, perché esso ha natura culturale, sindacale, politica, di responsabilità delle aziende, di responsabilità sia verso i lavoratori sia dei lavoratori stessi; esso riguarda anche la bilateralità. Noi abbiamo affrontato, anche attraverso la presentazione di emendamenti, proprio il tema della bilateralità, perché crediamo che l'impresa possa essere luogo di incontro tra sindacato e azienda per migliorare le condizioni di lavoro e non solo l'epicentro dello scontro sociale, come invece alcune forze politiche credono. Da questo punto di vista, crediamo che possa essere un segnale importante quello di varare una legge, sui cui contenuti abbiamo forti e fondate le perplessità, ma crediamo che il problema non si esaurisca qui.
Per questo motivo - lo ricordo ai relatori e al Governo - abbiamo permesso, attraverso un atteggiamento costruttivo e non ostruzionistico, di affrontare oggi l'esame del provvedimento in Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 1.26, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 14
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 447
Astenuti 1
Maggioranza 224
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 256).
Prendo atto che i deputati Acerbo, Burgio, Pedrini, e Cacciari hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che la deputata Bandoli ha segnalato di aver erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Passiamo all'emendamento Fabbri 1.27.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore per la XI Commissione.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, accogliamo l'invito al ritiro e trasfonderemo il contenuto dell'emendamento in un ordine del giorno.
Nell'emendamento in esame vi è la filosofia della cosiddetta legge Biagi, cioè la filosofia del centrodestra nell'approccio al problema in discussione. Noi, infatti, con tale emendamento chiediamo di aggiungere, al comma 2, lettera d) dell'articolo 1, le parole: «, nonché alle imprese a basso indice infortunistico». Sosteniamo ciò perché crediamo che si debba adottare una politica premiale. In altre parole, i risultati si ottengono se riusciamo ad incentivare le imprese e non a penalizzarle, come vedremo avviene invece nei commi successivi dell'articolo 1.
ANTONINO LO PRESTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, ha ragione il collega Fabbri. Vi è, anche nell'emendamento in esame, un'anticipazione degli emendamenti che abbiamo presentato con riguardo alla legislazione premiale, che manca del tutto nel provvedimento alla nostra attenzione. Infatti, la filosofia...
PRESIDENTE. Onorevole Lo Presti, le ricordo che l'emendamento Fabbri 1.27 è già stato ritirato dai presentatori.
ANTONINO LO PRESTI. Presidente, vorrei solo aggiungere alcune considerazioni nel merito che mi sembravano pertinenti.
PRESIDENTE. Penso che possano essere svolte in relazione al prossimo emendamento.
ANTONINO LO PRESTI. Grazie, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Fabbri 1.29.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore per la XI Commissione.
LUIGI FABBRI. Accedo all'invito al ritiro e preannuncio che trasfonderò il contenuto dell'emendamento in un ordine del giorno.
Voglio solo porre in rilievo che in questo caso si intraprende la strada della semplificazione. Per tale motivo proponiamo un unico documento valido per tutte le registrazioni previste dalla normativa vigente e soprattutto vorremmo istituire - lo metteremo in chiara evidenza nell'ordine giorno - i libretti sanitari individuali e formativi, che già oggi in forma ridotta esistono e che però non sono presenti in tutti i tipi di lavorazione.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 1.31.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, con l'emendamento di cui sono primo firmatario vorremmo estendere anche ai lavoratori agricoli, che sono statiPag. 15inopinatamente esclusi dal novero dei lavoratori che dovrebbero beneficiare di una legislazione premiale con riguardo alle dimensioni e alle virtuosità delle imprese.
Con la proposta emendativa in discussione intendiamo includere nell'ambito del processo di semplificazione degli adempimenti anche i lavoratori agricoli. Su tale aspetto domando al collega relatore, Rocchi, perché i lavoratori agricoli vengano esclusi. Anche a questo riguardo forniteci spiegazioni di merito, discutiamone, convinceteci, ma non trinceratevi dietro un niet senza alcuna motivazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 1.31, non accettato dalle Commissioni, né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 457
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 253).
Prendo atto che i deputati Tenaglia e Samperi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Laratta ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 1.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, ritengo che vi sia stato un malinteso - lo abbiamo anche cercato di chiarire in Commissione - forse perché le parole «organismo privato» hanno spaventato il relatore. Noi crediamo che in questo ruolo di controllo - che poi, come si vedrà nel prosieguo dell'esame, verrà affidato a figure nuove che vengono istituite con questo provvedimento - gli enti bilaterali potrebbero essere di aiuto in tema sicurezza attraverso l'espletamento di un ruolo di controllo, consulenziale. Il ruolo di controllo effettivo spetta agli organismi di controllo in questo caso prevalentemente ai servizi di medicina di lavoro delle ASL.
Il parere contrario credo che sia stato espresso per un errore o per mancanza di comunicazione. Chiediamo, quindi, che l'Assemblea voti a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.32, non accettato dalle Commissioni, né dal Governo
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 267).
Passiamo all'emendamento Lo Presti 1.33.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore per la XI Commissione.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro e preannuncio che trasfonderò il contenuto dell'emendamento in un ordine del giorno.
Prendiamo atto che la maggioranza ha preso coscienza della necessità di consentire un monitoraggio e un intervento al fine di migliorare la qualità del personale pubblico che svolge le funzioni di controllo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 1.38.Pag. 16
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, con questo emendamento rimaniamo sempre nel solco di quella che è la filosofia del centrodestra e l'approccio che intendiamo dare al provvedimento.
Siamo favorevoli ad una riformulazione e una razionalizzazione di tutta una serie di questioni che riguardano l'apparato sanzionatorio affinché questo sia rimodulato secondo criteri di coerenza e proporzionalità.
Il provvedimento risulta eccessivamente penalizzante per le imprese; è un provvedimento punitivo che non intende assolutamente prefigurare alcuno strumento di prevenzione.
Quindi riteniamo, per quanto riguarda l'apparato sanzionatorio in esame, che nei futuri decreti delegati debbano essere in qualche modo previsti almeno dei criteri di proporzionalità e di coerenza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 1.38, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 472
Maggioranza 237
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 268).
Prendo atto che i deputati Gambescia, Pelino e Mistrello Destro hanno segnalato di non essere riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 1.40, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 269).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Fabbri 1.34 e Lo Presti 1.35.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, nell'emendamento in esame si parla delle sanzioni. Noi vogliamo riscrivere questa parte del provvedimento perché prevede l'aumento indiscriminato di tutte le sanzioni previste oggi, sia penali, sia amministrative, riducendo tutte le ipotesi di alternatività tra ammenda e arresto, e preclude, attraverso un esplicito richiamo agli articoli 34 e 35 della legge n. 689 del 1981, ogni possibile depenalizzazione delle inadempienze di natura meramente formale. In altre parole, per delle formalità si rischia di andare in galera.
Il provvedimento inasprisce, altresì, le sanzioni amministrative che attualmente sono previste per alcune violazioni di natura formale, paradossalmente fissandone il limite massimo in 100 mila euro, ovvero cinque volte più pesante - lo dice espressamente - del limite massimo della sanzione penale prevista sempre per le infrazioni formali (20 mila euro).
Si tratta, quindi, di un inasprimento generalizzato e non è questo il modo per promuovere una cultura della sicurezza: pertanto, chiediamo che il comma citato venga modificato secondo le indicazioni dell'emendamento, perché pone a rischio la sopravvivenza di aziende di minori dimensioni, con conseguenti riflessi negativi sull'occupazione, e rischia anche di diventare un grandissimo disincentivo all'emersione del lavoro nero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, mi soffermerò brevemente su un aspetto dell'emendamento in esame, che riguarda la possibilità per le associazioni sindacali di costituirsi parte civile.
Condividiamo il fatto che abbiano titolo a costituirsi parte civile le associazioni delle vittime dei sinistri sul lavoro, ma abbiamo qualche perplessità ad estendere tale facoltà attribuendola anche alle associazioni sindacali, perché esse stesse hanno nel loro seno soggetti potenzialmente oggetto di sinistri sul lavoro.
Si tratterebbe, dunque, di un'inutile duplicazione e riteniamo che sia più conforme ai principi generali del nostro ordinamento riconoscere tale diritto, o meglio, tale facoltà alle associazioni dei familiari.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fabbri 1.34 e Lo Presti 1.35, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 472
Maggioranza 237
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 264).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Compagnon 1.37 e Capotosti 1.121, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 472
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 266).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 1.43.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, sia l'emendamento in esame sia quello successivo sono espressione della filosofia e dell'approccio che noi, in qualità di rappresentanti del centrodestra, abbiamo inteso seguire nell'esame e nella lettura del provvedimento in esame.
Ci rendiamo conto che tale filosofia è opposta a quella praticata e perseguita dal centrosinistra; tuttavia, non possiamo fare a meno di evidenziare che anche nell'ambito del sistema delle sanzioni evidentemente vi è nei confronti delle imprese un grave appesantimento di sanzioni penali, amministrative e pecuniarie, che francamente potrebbe incentivare il sistema di elusione delle norme a presidio della sicurezza sul lavoro.
Infatti, inasprire il sistema sanzionatorio potrebbe indurre i datori di lavoro a pretermettere del tutto le regole principali, nell'ambito delle quali deve svilupparsi una corretta attività imprenditoriale. Addolcire o, comunque, modulare questo sistema secondo criteri di reale proporzionalità, evidentemente può dare la possibilità alle imprese di migliorare la qualità delle proprie misure di sicurezza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 1.43, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 18
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 476
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 1.45, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 268).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 1.44.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, come è possibile comminare pene così pesanti per errori formali? Nel disegno di legge in esame è prevista la pena dell'ammenda fino a euro 20 mila per le infrazioni formali e la pena dell'arresto fino a tre anni. Siamo di fronte ad una proposta incredibile.
Crediamo che la sicurezza passi attraverso altri metodi; che sia necessario costruire una cultura della sicurezza, che peraltro viene ripresa più avanti in una parte del provvedimento, che condividiamo completamente: addirittura si è previsto l'inserimento nel ciclo scolastico di corsi di informazione e formazione per la sicurezza sul lavoro e anche corsi universitari per la stessa finalità, stage, master e quant'altro occorre. Dobbiamo favorire la rivoluzione culturale e non inasprire le pene. Come è possibile arrestare una persona fino a tre anni?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. L'emendamento Fabbri 1.44, che sottoscrivo, diversamente da quanto sostenuto dalla maggioranza dimostra che il provvedimento in esame non privilegia la prevenzione ed è effettivamente troppo repressivo. Perciò tutta l'impostazione che avevamo cercato di dare, anche con ulteriori emendamenti, era finalizzata a migliorare tale approccio su un argomento delicato come questo, affinché fosse più vicino alla prevenzione che non alla repressione. Quindi, anche io sono d'accordo e chiedo il voto favorevole sull'emendamento Fabbri 1.44, al quale aggiungo la mia firma.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.44, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 271).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 1.48.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Sugli emendamenti 1.48 e 1.47, di cui sono primo firmatario e che sono graduali, nel sensoPag. 19che il primo riduce la sanzione prevista all'articolo 1, comma 2, lettera f), numero 2), da ventimila a duemila euro e il secondo da ventimila a cinquemila euro, valgono le considerazioni che ho espresso a proposito di degli emendamenti 1.43 e 1.45, di cui pure ero primo firmatario.
Non voglio tediare l'Assemblea, ma anche in questo caso rivolgo un appello ai colleghi relatori perché ci spieghino la ragione per la quale hanno previsto un sistema sanzionatorio tanto pesante. Ovviamente resterò inascoltato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 1.48, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 475
Astenuti 5
Maggioranza 238
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 268).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 1.47, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 476
Astenuti 4
Maggioranza 239
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 270).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.58, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 265).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.50, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 266).
Prendo atto che l'onorevole Minardo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.53, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 267).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 1.54.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo di sostituire al comma 2, lettera f), il numero 4) con il seguente: «la previsione di misure interdittive soltanto con riferimento ad ipotesi di inadempimento o inosservanza particolarmente gravi di norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro».
Fino ad ora, infatti, si è parlato soltanto di vizi meramente formali, ma se vi è un difetto che si è reso palese nei tredici anni dell'applicazione della legge n. 626 del 1994, è stato proprio il cercare, in modo quasi ossessivo, negli adempimenti documentali, i motivi per poter far scattare un'indagine o un'ispezione ulteriore.
Tutto ciò frena l'entusiasmo di coloro che nelle imprese hanno in mente, quasi esclusivamente, le proprie necessità produttive, ma che non hanno - come sosterremo nel prosieguo dell'esame del testo - nel proprio collaboratore un nemico con cui combattere una battaglia continua. L'imprenditore sa che il suo patrimonio è rappresentato soprattutto dai suoi collaboratori e che, quando stila un documento, di solito, lo affida ad un professionista esterno.
Siamo sinceri, colleghi, stiamo parlando della piccola e media impresa e, soprattutto, della microimpresa e dell'artigianato, che non dispongono di un'assistenza adeguata. Mi spiace dirlo, ma, perfino le associazioni di categoria non corrispondono in pieno alle loro funzioni, quando si tratta di sicurezza sul lavoro, né intervengono. Sono a conoscenza solo di qualche intervento delle associazioni industriali provinciali, che, di solito, tengono dei corsi - soprattutto per formare le RSPP e le RLS - ma che, invece, dovrebbero essere di aiuto alle piccole imprese, che non hanno neanche la cultura per affrontare tale problema.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.54, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 265).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 1.56.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, questa è una «chicca», perché si affida alle organizzazioni sindacali la possibilità di aprire un contenzioso se vi è un problema relativo alla salute.
Noi chiediamo di aggiungere solo le parole: «ove consenziente». Da liberali, signor Presidente, riteniamo che il soggetto interessato debba essere consenziente, oppure, qualora non sia consenziente, gli si «passa sulla testa», perché, magari, l'organizzazione sindacale intende condurre una battaglia su ciò?
Avete letto tutti, negli ultimi giorni, su Il Sole - 24 Ore un'indagine condotta su 200 imprese italiane, medie e piccole: al di là dei soldi, gli argomenti che interessano di più sono la sicurezza e la salute sul lavoro. È giusto che «si speculi» - non offenda nessuno questa parola! - ma facciamo in modo che almeno chi è oggetto di questa attenzione particolare sia consenziente, altrimenti si tratta di una prevaricazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.56, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 21
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 454
Maggioranza 228
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 256).
Prendo atto che i deputati Formisano e Peretti hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere un voto a favore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 1.57.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, anche in questo caso, vogliamo aggiungere il numero 5-bis), perché intendiamo precisare quando si debba intervenire. Chiediamo, altresì, che ciò si faccia in ipotesi di violazioni di precise norme di legge e non per piccole formalità.
Si tratta della valorizzazione del potere di impartire disposizioni esecutive da parte degli ufficiali di polizia giudiziaria: ricordo che qualsiasi funzionario della ASL, quando entra in uno stabilimento, svolge le funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria. Si tratta, pertanto, di ufficiali di polizia giudiziaria che effettuano attività di vigilanza in materia di sicurezza e tutela della salute sui luoghi di lavoro.
È nostra intenzione fornire un'indicazione ai fini dell'applicazione di norme di buona tecnica e buone prassi, in quanto l'approccio di chi svolge un intervento nell'ambito di un'unità produttiva non deve essere immediatamente poliziesco o sanzionatorio e spargere il terrore ma, almeno nella prima fase, deve essere consulenziale.
Successivamente, verranno fissati appuntamenti a distanza di trenta o sessanta giorni, in base al tipo di problema rilevato, in quanto non si tratta di una presa che non si utilizza, che è fuori sicurezza e deve determinare l'irrogazione di una sanzione pesante.
Vedo sorridere l'onorevole Burgio. Da tale punto di vista, siamo proprio gli antipodi. Riteniamo si debba convincere e fare cultura del lavoro e non solo repressione pura.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.57, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 449
Votanti 448
Astenuti 1
Maggioranza 225
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 256).
Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il proprio voto e che il deputato Misiti ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Compagnon 1.59, Lo Presti 1.61 e Fabbri 1.62.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, vorrei riprendere la parte finale dell'intervento dell'onorevole Fabbri sull'emendamento precedente, in merito alle distanze che ci separano dall'onorevole Burgio. Mi aspettavo che in uno spirito di collaborazione, almeno vi sarebbe stato il tentativo di trasformare in un ordine del giorno gli identici emendamenti.
Invece, in ciò risiede uno dei punti fondamentali che esprimono visioni diverse tra noi e la maggioranza, perché gli identici emendamenti sono tesi a sopprimere l'individuazione della figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di sito produttivo. Si tratta di una previsione che già di per sé ha bisogno di unaPag. 22spiegazione lunga, è un po' contorta e, a mio avviso, va ben al di là di quella che dovrebbe essere l'azione svolta all'interno di un sito di lavoro rispetto alla sicurezza.
Su ciò, oltretutto, non siamo riusciti neanche ad avere un minimo di risposta tale da poter giustificare almeno un avvicinamento delle posizioni mediante la presentazione di un ordine del giorno, come ho già detto.
In tale frangente, evidentemente, la distanza fra noi e la maggioranza si allarga sempre di più. Pertanto, chiediamo che vi sia un voto favorevole, anche perché un'iniziativa di questo tipo relativa a tale figura mette certamente in difficoltà anche il rapporto interno e l'esistenza delle funzioni proprie dei sindacati all'interno dei siti lavorativi.
Per tali ragioni, abbiamo presentato l'emendamento in discussione, volto a sopprimere la lettera g), del comma 2, che non è stato accettato dalle Commissioni né dal Governo. Probabilmente l'Assemblea esprimerà voto contrario. Tuttavia, insisto per la votazione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 11,25)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, per la verità come forze di opposizione abbiamo discusso a lungo sull'opportunità di sopprimere la lettera g) del comma 2. In effetti, abbiamo valutato la necessità di presentare l'emendamento in discussione.
La predetta lettera g) è composta da due proposizioni. Sulla prima, in teoria, astrattamente, avremmo potuto essere d'accordo. Invece, la seconda, che ci ha spinto a presentare l'emendamento soppressivo della lettera g), riguarda l'introduzione della figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza del sito produttivo.
Evidentemente, tale nuova figura ha creato in noi motivi di grande perplessità e - non vorrei ripetere le considerazioni svolte dal collega Compagnon - abbiamo ritenuto necessario, proprio per non appesantire ulteriormente il già gravoso compito che compete alle aziende, le quali devono rendere conto a tutte queste figure, presentare tale emendamento soppressivo della lettera g).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Compagnon 1.59, Lo Presti 1.61 e Fabbri 1.62, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 475
Astenuti 4
Maggioranza 238
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 264).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 1.63.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame intendiamo formulare una proposta che deriva dalla necessità di distinguere il ruolo dei professionisti e dei responsabili di parte datoriale da quello dei rappresentanti dei lavoratori.
Nel primo caso, riteniamo necessario impedire che soggetti non qualificati possano assumere incarichi relativi al sistema di prevenzione e protezione aziendale; nel secondo caso, riteniamo che, nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori, più che una precisazione sui requisiti necessari aPag. 23svolgere l'incarico, sia opportuno promuovere la formazione e l'aggiornamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 1.63, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 258).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 1.64.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, la questione che la lettera g), comma 2, dell'articolo 1 affronta è particolare, perché si introduce una figura nuova - come se se ne sentisse la mancanza - che è quella del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza del sito produttivo, previsione del tutto nuova.
Ricordo che, peraltro, è vero che le piccole aziende hanno difficoltà a trovare chi possa svolgere il ruolo di RLS, cioè di responsabile dei lavoratori per la sicurezza, per cui già il decreto legislativo n. 626 del 1994 prevede che vi siano dei rappresentanti dei lavoratori che possano soccorrere quelle aziende dove non è previsto tale incarico.
Ma questo nuovo rappresentante per la sicurezza del sito produttivo è quanto di più vago si possa scrivere. Cos'è il sito produttivo? È un distretto? Le aziende come vengono accomunate? Per identità geografica, produttiva, merceologica? Cosa vuol dire «del sito produttivo»? E come è possibile pensare che un rappresentante dei lavoratori di un'azienda possa accedere - lo vedremo dopo - a documentazioni riservate di un'altra azienda, della quale lui non è neanche dipendente? Con quale autorità, dovrei dire anche con quale autorevolezza, si presenta ai colleghi? Cosa rappresenta per quell'azienda? Questo è un altro modo per prevaricare!
Il problema della sicurezza va affrontato in modo collegiale. Il decreto legislativo n. 626 del 1994 ha il suo punto di eccellenza proprio in questo, perché ha voluto coinvolgere tutte le figure e tutti gli attori responsabili del processo della sicurezza: il datore di lavoro in primis, con tutte le sue responsabilità; il responsabile del servizio di prevenzione e protezione, che è indicato dal datore di lavoro; il responsabile dei lavoratori per la sicurezza di quell'azienda o quello chiamato in prestito (questo è un cambiamento che il decreto legislativo n. 626 del 1994 ha subito negli ultimi sei anni). Ma, nel caso del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza del sito, ci sembra veramente difficile identificarlo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.64, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 459
Maggioranza 230
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 254).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.65, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 24
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 464
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 256).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 1.66.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore per la XI Commissione.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro dell'emendamento e prendo atto del fatto che possiamo trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno con riferimento all'indicazione proposta nell'emendamento stesso: mi riferisco alla «revisione delle funzioni del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e definizione di misure che ne garantiscano la formazione e l'aggiornamento professionale in materia di salute e sicurezza sul lavoro».
Ovviamente, questo è un punto fondamentale! Voi avete trascurato l'aspetto formativo, che poi si inserisce nel più ampio contesto di quella che è la prevenzione degli incidenti sul lavoro. Il fatto che non abbiate ritenuto opportuno di inserirlo come vincolo per il Governo nell'esercizio della delega la dice lunga sul fatto che il provvedimento, in realtà, sia effettivamente blindato.
Diciamolo chiaramente: non vogliamo apparire come coloro i quali si pongono in contrapposizione con l'esigenza, da tutti avvertita e sulla quale vi è stato l'alto richiamo del Presidente della Repubblica, di intervenire al più presto per arginare - ahimè - la tragedia delle morti sul lavoro. Ciò non deve però far venir meno il nostro compito, vale a dire il dovere di legislatori di affrontare i problemi con serietà ed in modo compiuto. Ci accontentiamo, quindi, dell'ordine del giorno e, al di là della sua vincolatività, speriamo che il Governo si faccia realmente carico di inserire nei decreti delegati una norma di tal fatta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 1.67, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 463
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 255).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 1.68.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, la sequela degli emendamenti mi ha fatto distrarre. Sull'emendamento 1.67, da me presentato, sarei dovuto intervenire; faccio ammenda con me stesso e con i colleghi se non sono stato tempestivo nel farlo. Mi consentirà questa breve digressione: ormai è stato posto ai voti, ma l'emendamento 1.67, che poi si può anche collegare al mio emendamento 1.68, di cui stiamo discutendo, era una proposta emendativa chiave. Ne avevamo discusso approfonditamente nelle Commissioni: il problema posto dall'emendamento 1.67 è quello della omogeneizzazione delle norme su tutto il territorio nazionale, ipotesi che riteniamo difficilmente praticabile se non attraverso parecchie difficoltà. È un contenzioso che si potrà sviluppare nel tempo, perché è ancora vigente nel nostro ordinamento l'articolo 117 della Costituzione, che prevede la potestà legislativa concorrente delle regioni in materia di sicurezza sul lavoro. La prevede, per la verità, in Pag. 25tante altre materie delicate come le professioni, ma, per quanto riguarda l'aspetto in esame, il rischio è che il Governo, pur delineando il quadro dei principi generali nell'ambito dei quali le regioni possono muoversi, non tenga conto del fatto che, nella legislazione regionale, potrebbero annidarsi delle insidie. Tali insidie avrebbero influenze negative sui costi che le imprese dovrebbero affrontare per adeguare la normativa sulla sicurezza da una regione all'altra; non mi riferisco ai principi generali, che tutti condividiamo, ma ai dettagli.
Faccio un esempio banale. Potrebbe darsi il caso che la regione Campania decida di stabilire che, per le scarpe che devono indossare i lavoratori nei cantieri, la misura del tacco della suola debba essere di tre centimetri, e la regione Sicilia potrebbe stabilire che, invece, questa misura è eccessiva e ridurla ad un 1 centimetro o ad 1 centimetro e mezzo. Questo fatto, che riguarda la normativa di dettaglio in materia di sicurezza del lavoro, avrebbe necessariamente influenze negative sui costi delle imprese. È un esempio banale, ma che dà la misura di qual è il vero rischio che corriamo; ed è il rischio indotto da una norma costituzionale che voi non avete voluto, cari colleghi della maggioranza, modificare nella scorsa legislatura, nel senso che ne avete osteggiato la modifica e poi avete indotto i cittadini italiani a respingere con referendum tale modifica costituzionale, che oggi, a mio avviso, avrebbe in qualche modo risolto il problema.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 1.68, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 464
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 258).
Prendo atto che l'onorevole Bianco ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo ai presentatori dell'emendamento Fabbri 1.70 se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore per la XI Commissione.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, accedo volentieri all'invito a ritirare l'emendamento, del quale intendo trasfondere il contenuto, se sarà possibile, in un ordine del giorno. Vorrei solo aggiungere che l'emendamento incideva su una parte del provvedimento che noi abbiamo condiviso. Lo scopo è infatti quello di valorizzare, anche mediante rinvio legislativo, gli accordi aziendali, territoriali e nazionali. In seguito all'approvazione al Senato di un emendamento presentato dal senatore Sacconi, è stato inserito il riferimento «su base volontaria, dei codici di condotta ed etici e delle buone prassi che orientino i comportamenti dei datori di lavoro, anche secondo i principi della responsabilità sociale, dei lavoratori e di tutti i soggetti interessati, ai fini del miglioramento dei livelli di tutela definiti legislativamente».
Con l'emendamento in esame si proponeva di aggiungere, in fine, le parole: «nonché di un più funzionale adattamento degli stessi» - sottinteso: provvedimenti legislativi - «alle specificità dei settori produttivi». Ciò poiché questo aspetto appare mancante: usualmente, infatti, i provvedimenti non sono sufficientemente tarati sullo specifico tipo di produzione che si svolge in una azienda. Ringraziamo, comunque, per l'invito al ritiro, cui accediamo, e preannunzio che trasformeremo l'emendamento in un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sta bene.Pag. 26
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bodega 1.71.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, in sede di dichiarazione di voto, l'onorevole Codurelli affermava poco fa che quello al nostro esame è un provvedimento urgente. Noi condividiamo questo giudizio, ma riteniamo anche che si tratti di un provvedimento che avrebbe potuto essere migliorato: ci troviamo, infatti, di fronte un testo omnibus, che si occupa anche di argomenti che poco o nulla hanno a che fare con la tutela del mercato del lavoro. In particolare, con questo emendamento denunciamo il fatto che si tenti di operare una sindacalizzazione per legge delle piccole e medie imprese, introducendo un fenomeno che nel nostro Paese non esiste, cioè la presenza dei sindacati nella colonna portante dell'economia del Paese.
Denunciamo, dunque, il fatto che, attraverso questo provvedimento - di cui condividiamo il principio, tant'è che non abbiamo fatto ostruzionismo (lo sanno bene i componenti della Commissione lavoro e lo stiamo dimostrando anche oggi) -, si tenti di aggirare un fenomeno della nostra società, cercando di sindacalizzare per legge le piccole e medie imprese, invece di percorrere la strada, che noi avremmo preferito, del coinvolgimento degli enti locali (comuni, province e regioni).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 1.71, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 464
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 257).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 1.72.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, anche in questo caso i relatori dovrebbero spiegarci per quale ragione non si è ritenuto opportuno inserire, nel novero dei soggetti che devono partecipare al sistema informativo complessivo per lo scambio delle necessarie informazioni sugli infortuni sul lavoro, anche il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e l'Istituto di medicina sociale.
Vorrei, infatti, ricordare ai colleghi dell'Assemblea che il Corpo nazionale dei vigili del fuoco interviene assai spesso nei cantieri dove avvengono, purtroppo, tali tragici eventi e che esso, di conseguenza, rileva inadempimenti, imperfezioni e violazioni. Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e l'Istituto di medicina sociale sono, a nostro avviso, soggetti dai quali non si può prescindere: non comprendo, pertanto, la ragione per la quale essi siano stati esclusi dall'elenco dei soggetti partecipanti al sistema informativo.
Vorrei, dunque, domandare al collega Rocchi, relatore per la XI Commissione - è una domanda seria -, se non vi sia la possibilità di mutare il parere precedentemente espresso: invece che un parere contrario, potrebbe formulare un invito al ritiro, così che si possa eventualmente trasfondere il contenuto di questo emendamento in un ordine del giorno che vada nel senso di impegnare il Governo ad inserire questi soggetti nell'ambito della nuova struttura informativa, allo scopo di ottenere il necessario scambio non soltanto di informazioni, ma anche di esperienze, valutazioni e proposte migliorative. Non c'è, dunque, niente di male, colleghi della maggioranza ed eminenti rappresentanti del Governo, a trasformare questoPag. 27emendamento, su cui vi è stato un inspiegabile parere contrario, in un ordine del giorno.
Chiedo, pertanto, al Presidente la possibilità di interpellare il collega Rocchi per valutare questa opportunità.
PRESIDENTE. Io non avrei questa possibilità di interpello, ma il relatore per la XI Commissione onorevole Rocchi, aveva già chiesto la parola. Ha quindi facoltà di intervenire.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, rispondo positivamente alla richiesta dell'onorevole Lo Presti, trasformando, quindi, il parere contrario in un invito al ritiro. Tuttavia, nella stesura dell'ordine del giorno l'onorevole Lo Presti dovrà tener conto, non tanto per il Corpo dei vigili del fuoco quanto per l'Istituto di medicina sociale, che si registrano evoluzioni anche dal punto di vista delle strutture di tali enti e se, dunque, risulti esattamente appropriata tale previsione. Ma è una questione di merito che verificheremo. Quanto alla richiesta formulata, la risposta è positiva e, quindi, ribadisco la trasformazione del parere contrario in invito al ritiro.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Lo Presti accede all'invito al ritiro del suo emendamento 1.72.
Passiamo agli identici emendamenti Compagnon 1.74 e Capotosti 1.122.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore per la XI Commissione.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro, ma vorrei far presente un aspetto ricorrente nel provvedimento al nostro esame. Il contenuto dell'emendamento 1.74, che reca la mia prima firma, ricalca quello di una proposta emendativa peraltro presentata in Commissione anche da un numero consistente di componenti della maggioranza (mi pare quindici), a dimostrazione del fatto che, evidentemente, il provvedimento in discussione aveva, ha e, a questo punto, avrà bisogno in futuro, credo, di un nuovo approfondimento, di una modifica e, comunque, di essere rivisto in termini di tranquillità e sicurezza rispetto all'oggetto che affronta.
Accetto l'invito a ritirare l'emendamento, come è stato ritirato quello presentato in Commissione dai colleghi della maggioranza, e ne trasfonderò il contenuto in un ordine del giorno, sperando che il suddetto impegnerà realmente il Governo a fornire risposte concrete.
PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Capotosti 1.122 formulato dal relatore per la XI Commissione.
GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, accetto l'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che l'onorevole Lo Presti accede all'invito al ritiro del suo emendamento 1.76 formulato dal relatore per la XI Commissione.
Ricordo che l'emendamento Bodega 1.77 non è stato segnalato.
Prendo atto che l'onorevole Lo Presti accede all'invito al ritiro dei suoi emendamenti 1.80 e 1.81 formulato dal relatore per la XI Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 1.82, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 461
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 256).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamentoPag. 28Bodega 1.83, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 263).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 1.84, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 260).
Prendo atto che la deputata Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che l'emendamento Bodega 1.85 non è stato segnalato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.91, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 264).
Prendo atto che il deputato Vacca ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Ricordo che l'emendamento Bodega 1.88 non è stato segnalato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lo Presti 1.86 e Compagnon 1.89, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 264).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bodega 1.92.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare che la nostra filosofia va nella direzione di premiare le aziende adempienti, senza penalizzare tutte le aziende come accade troppo spesso (è quanto viene evidenziato dal provvedimento al nostro esame).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 1.92, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 265).Pag. 29
Ricordo che gli emendamenti Bodega 1.93, 1.94 e 1.95 non sono stati segnalati.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 1.96, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 264).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 1.97.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, vorremmo che venisse introdotto un principio generale che colleghi la prevenzione dei rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro all'evoluzione della tecnica, perché si tratta di un problema che si presenta molto frequentemente. Inoltre, occorre aggiungere un limite di «pretendibilità» oggettivo, in modo da poter garantire la certezza del diritto, perché attualmente, soprattutto nell'azienda manifatturiera, anche solo una modalità organizzativa crea delle novità all'interno dell'azienda e può determinare anche l'insorgenza di nuovi rischi, che non sono i soliti della ripetitività, del rimanere a lungo in posizione eretta o dell'attenzione prolungata.
Pertanto chiediamo che in sede di adozione dei decreti delegati si tenga conto dell'effettiva «pretendibilità» oggettiva, perché non è possibile chiedere ciò che non si può fare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.97, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 258).
Prendo atto che l'onorevole Delfino ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Fabbri 1.98.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore per la XI Commissione.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, il disegno di legge delega al nostro esame, se si esclude la lettera f) dell'articolo 1, in cui si entra nello specifico, guarda caso quando si tratta di ammende e della comminazione di pene, deve fornire indirizzi di carattere generale.
Vorremmo che si utilizzassero gli strumenti già esistenti - mi riferisco a un istituto previsto dalla Costituzione, quale il CNEL - per poter creare una cultura del lavoro, sulla quale andiamo predicando. Pertanto, proponiamo un sistema di monitoraggio da svolgersi presso il CNEL, che possiede le professionalità necessarie per poterlo svolgere, e di mettere insieme, anche in questo caso, gli attori più elevati del problema sicurezza: la Conferenza Stato-regioni, che osteggiò il testo unico del precedente Governo, i Ministeri del lavoro e della previdenza sociale e della salute, le parti sociali. A tal proposito proponiamo di utilizzare il sistema informativo nazionale dell'ISPESL e dell'INAIL.
In merito al CNEL, ricordo che la pronuncia da esso resa il 25 gennaio di quest'anno, allorché il Ministero ha posto dei quesiti - chiedendo «sottovoce» il benestare al provvedimento in esame - haPag. 30evidenziato alcuni punti critici di cui, devo dire, si è tenuto poco conto. Ad esempio, si sottolineava la necessità dell'omogeneità e dell'unicità di indirizzo e gestione. Pertanto, con l'emendamento in esame proponiamo di organizzare e dirigere a livello centrale un monitoraggio continuo su questo problema, che attualmente è parcellizzato in periferia, essendo svolto dai servizi di medicina del lavoro delle ASL, ma non sistematicamente; infatti, in molti casi, per carenza di personale, tale compito viene svolto quando si è verificato un infortunio, ossia in una situazione di emergenza.
Inoltre, il CNEL propone di svolgere programmi di sostegno insieme alle piccole imprese, perché è noto che tra di esse, non nella grandissima impresa, si annida il numero maggiore di infortuni. Il caso di stanotte, avvenuto in una grande impresa del Mezzogiorno che ha, peraltro, unità produttive sparse in tutto il Paese, rappresenta un caso limite e specifico del settore della grande fonderia, che oggi non esiste quasi più se non in provincia di Bergamo e di Brescia, dove operano peraltro fonderie di piccole dimensioni. Il CNEL propone, altresì, di coinvolgere le parti sociali, e su tale punto il provvedimento in esame ha recepito il consiglio (forse anche troppo, a mio modo di vedere). Invita anche a valorizzare, affermare e sfruttare le esperienze della bilateralità (la bilateralità fa sempre un po' paura agli amici del sindacato!). Abbiamo cercato di introdurla in tutti i modi nella legge Biagi, e anche in alcuni emendamenti al nostro esame, sebbene qualcuno non sia stato illustrato, si parlava proprio dell'utilizzo della bilateralità.
Perché non utilizzare il CNEL non soltanto come consulente, come avviene oggi (infatti si chiede un parere), ma anche come osservatorio importante e privilegiato? Con i sistemi informativi collegati in rete con tutti gli altri sistemi - ad esempio, l'INAIL - sarebbe possibile operare un monitoraggio serio su questo settore.
PRESIDENTE. Onorevole Fabbri, quindi non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore per la XI Commissione?
LUIGI FABBRI. Signor presidente, accedo all'invito al ritiro e preannuncio la presentazione di un ordine del giorno di analogo contenuto
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 1.99.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, spenderò alcune parole per chiarire che per alcuni settori, come la cantieristica, l'edilizia ed altre attività assimilabili, vorremmo che fossero esclusi gli obblighi inerenti al collocamento obbligatorio dei disabili. Non si tratta di mala carità, ma dell'impossibilità di occupare persone con gravi handicap in mansioni che sono quelle previste in questo tipo di attività produttiva. Stare su un'impalcatura o su una nave in costruzione quando si hanno gravi handicap fisici è francamente impossibile.
È vero che oggi il medico competente può «rifiutare» (usando una brutta parola) il lavoratore che viene inviato dal collocamento; tuttavia, va anche evitata questa funzione negativa del medico, il quale molte volte deve giudicare idonee ad una mansione persone che non ne hanno le possibilità fisiche, per venire incontro alle necessità lavorative del soggetto.
Pertanto, perché non togliere a certi settori, quelli maggiormente a rischio, come la cantieristica e l'edilizia in primis (si tratta del settore che ha, proprio perché molte volte è in nero, il tristissimo primato dell'infortunistica sul lavoro), tale obbligo?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 1.99, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 265).
Prendo atto che la deputata D'Ippolito Vitale ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bodega 1.100. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, vogliamo credere che sia stato dato parere contrario alla proposta emendativa in esame per motivi di urgenza del provvedimento, perché troviamo poco spiegabile come si possa prevedere una normativa per tutelare i lavoratori e la sicurezza sul lavoro senza prendere in considerazione i luoghi di lavoro, cioè le aziende e la dimensione delle stesse, visto che l'economia del nostro Paese è basata, per lo più, sulle piccole e medie imprese. Non è possibile mettere sullo stesso piano tutte le aziende.
Nel provvedimento in esame cercate di tutelare la sicurezza sul posto di lavoro considerando le grandi fonderie e le grandi fabbriche identiche alla piccola azienda con due, tre o quattro lavoratori o a conduzione familiare. Questo, a nostro avviso, è assolutamente sbagliato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 1.100, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 463
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 255).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo all'emendamento Lucchese 1.102.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore per la XI Commissione.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, l'emendamento al nostro esame evidenzia ulteriormente una scelta ben precisa della maggioranza, perché prevede, tra le attrezzature minime per gli interventi di pronto soccorso, la presenza di attrezzature di rianimazione e di defibrillatori. Mi pare che si tratti di una misura talmente ovvia e semplice che mi sembra difficile non poterla prendere in considerazione. È evidente, pertanto, che si è voluto privilegiare il tempo, vale a dire la premura e la fretta di approvare il provvedimento, rispetto al contenuto dello stesso.
Siamo fermamente contrari a tale tipo di atteggiamento. Lo abbiamo già detto e lo ribadiremo in seguito. Tuttavia, nell'interesse di chi poi ne avrà bisogno, accedo all'invito al ritiro, formulato dai relatori, dell'emendamento Lucchese 1.102, di cui sono confirmatario, e preannuncio la presentazione di un ordine del giorno di analogo contenuto.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Lucchese 1.103.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore per la XI Commissione.
LUCA VOLONTÈ. Vai Compagnon, portalo a casa!
ANGELO COMPAGNON. Qui non si porta a casa nulla, forse la buona volontà!
Per le stesse motivazioni, ovvero per non passare per chi fa ostruzionistico,Pag. 32accedo all'invito al ritiro, al fine di trasformare la proposta emendativa in ordine del giorno, e rinvio alle considerazioni precedentemente svolte.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Bodega 1.108.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dai relatori.
LORENZO BODEGA. Signor Presidente, come gruppo della Lega Nord Padania, abbiamo presentato l'emendamento in esame per cercare di fornire una possibilità in più alle regioni di convenzionarsi con l'Inail e di utilizzare specifiche forme di finanziamento, che sono il 15 per cento del 55 per cento di determinate somme, per la riabilitazione degli infortunati sul lavoro. Pensiamo che possa essere una soluzione importante, anche perché l'Inail ha dimostrato in diverse zone territoriali, così come ho dichiarato durante la discussione sulle linee generali del disegno di legge in esame, di saper operare seriamente.
Nell'accedere all'invito al ritiro, preannuncio la presentazione di un ordine del giorno di analogo contenuto, invitando il Governo ad accoglierlo.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 1.123.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, anche in tal caso, ci sorprende il parere contrario. Ci saremmo aspettati, purtroppo, nella logica della blindatura del provvedimento - tale, infatti, è il termine da usare - che almeno ci fosse un invito al ritiro, in modo tale da trasfonderne il contenuto, ancora una volta, in un ordine del giorno. Infatti, l'emendamento prevede l'istituzione di un organismo, individuato formalmente con un acronimo specifico. Tuttavia, nel caso in cui il collega Rocchi modificasse il suo parere, potrebbe anche essere individuato un organismo costituito tra i Ministeri competenti, al quale possano rivolgersi le più importanti associazioni di imprenditori e gli enti territoriali per chiedere pareri su una legislazione che si prefigura complessa, dal momento che l'esercizio delle deleghe si preannuncia particolarmente articolato. Tuttavia, ho visto che il Governo ha già risposto negativamente.
Buona volontà vorrebbe che si costituisse una struttura senza spese. Ci sono tanti funzionari ministeriali, dell'INPS e dell'Inail, che ne potrebbero far parte gratuitamente - potremmo dare un grande segnale di civiltà, per abbattere i costi della burocrazia - per fornire pareri preventivi su tale legislazione, che si preannunzia abbastanza complessa. È una norma di buonsenso. Se non la si vuole inserire come tale, consentiteci almeno di predisporre un ordine del giorno, che presenterò ugualmente, cambiando la denominazione dell'organismo: lo chiameremo organismo interministeriale, o intercompartimentale, o come volete voi, ma l'importante è che abbia tale funzione, ovvero che risponda in termini ben precisi alle richieste di chiarimenti sull'applicazione della normativa.
Non capisco perché il Governo debba insistere - vedo il sottosegretario negare tale possibilità - su una norma di buonsenso. Ripeto che i componenti dovrebbero far parte di tale organismo gratuitamente: è ora di finirla anche con i gettoni di presenza ad alti funzionari, che già guadagnano grandi cifre e grandi emolumenti per svolgere lavori delicati ed importanti (Applausi del deputato Baldelli)! Essi potrebbero mettere la loro professionalità anche al servizio di un organismo così individuato. Mi pare che sia una proposta di buonsenso. Ripeto: potete modificare il parere, chiedendoci di ritirare la proposta emendativa e tramutarla in un ordine del giorno, agevolando il percorso. Potremmo, invece, presentare un ordine del giorno, modificando i termini della questione, ma la sostanza non cambia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 33
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 1.123, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 472
Maggioranza 237
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 264).
Prendo atto che il deputato Di Virgilio ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Lo Presti 1.109.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dai relatori.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, anche l'emendamento 1.109 è frutto della logica che abbiamo seguito nell'analisi di questo provvedimento, vale a dire una logica non punitiva, che prevede il rigore nell'individuazione delle norme, nella loro applicazione, nell'esigerne il rispetto e nei controlli, ma, parallelamente, un sistema premiale per quelle imprese che, ad esempio, nei due anni precedenti ad un monitoraggio effettuato in modo specifico, risultino esenti da pecche e da violazioni di una certa gravità. Ciò servirebbe ad incentivare gli imprenditori, e anche i lavoratori, in sinergia, a migliorare la qualità dell'ambiente di lavoro e a far rispettare le regole, nella prospettiva di un cosiddetto premio che avrebbe sicuramente effetti virtuosi. Anche in questo caso, però, valutiamo positivamente l'invito, formulato dal relatore, al ritiro e alla presentazione un ordine del giorno di analogo contenuto.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 330
Astenuti 145
Maggioranza 166
Hanno votato sì 319
Hanno votato no 11).
Prendo atto che i deputati Pedrini e Astore hanno segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimerne uno voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi Compagnon 1.02 e Fabbri 1.04.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, dopo l'articolo 1 proponiamo di aggiungere l'articolo aggiuntivo in esame, perché voglio ricordare ai colleghi che abbiamo svolto un esame teorico di due provvedimenti: uno è il disegno di legge in discussione; l'altro, di cui sono primo firmatario, derivava dal testo unico sulla sicurezza sul lavoro presentato dal Governo Berlusconi nella passata legislatura. Tale provvedimento è stato assorbito da quello che stiamo esaminando e non è mai stato preso in considerazione. Il nostro testo prevedeva, tuttavia, non tanto un lavoro di compilazione dell'esistente, quanto l'introduzione di alcuni nuovi elementi che, pertanto, abbiamo cercato di inserire con l'articolo aggiuntivo in esame, nel quale, trattandosi di una delega, sono indicati alcuni principi generali. Essi sono: l'eliminazione dei rischi, ove non sia possibile la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico; l'aggiornamento delle misure di prevenzione in relazione ai mutamentiPag. 34organizzativi e produttivi; l'aggiornamento delle figure, a partire da quella del medico competente, del responsabile del servizio di prevenzione e protezione e del responsabile del lavoratore per la sicurezza.
Inoltre, abbiamo previsto l'introduzione di norme di buone tecniche e di buone prassi e, considerato che spesso suscitano l'ironia dei nostri colleghi, perché probabilmente sanno di fumoso e di vago, abbiamo ritenuto opportuno chiarire quali siano le buone prassi e le buone tecniche che dovrebbero essere osservate nel perseguire la sicurezza sul lavoro. Abbiamo chiarito che la norma di buona tecnica è una specifica tecnica di adozione volontaria - lo ripeto: non obbligatoria, ma volontaria - emanata da alcuni organismi europei quali, ad esempio il CEN (Comitato europeo di normalizzazione), il Cenelec (Comitato europeo di normalizzazione elettrotecnica e elettronica), l'Uni (Ente nazionale di unificazione), il CEI (Comitato elettronico italiano), l'IMD ed altri analoghi.
Questi dati dovrebbero essere pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana a cura del Ministero del lavoro e della previdenza sociale.
Sono, invece, «buone prassi» le soluzioni organizzative o procedurali di adozione sempre volontaria, perché, ripeto, otterremo la cultura del lavoro se convinceremo la gente e non se le mettiamo una pistola alla tempia. Sorride sempre il collega Burgio che la pensa agli antipodi rispetto a me, tuttavia è così. Io, infatti, lavoro in questo settore e ho visto quali progressi sono stati compiuti dal decreto legislativo n. 626 del 1994 in poi. Si tratta di un decreto legislativo un po' confuso perché ha continuato a recepire tutti i provvedimenti di carattere europeo, ma è servito proprio perché si è lavorato insieme e si sono convinte le persone che conviene lavorare in sicurezza, soprattutto oggi che vi è la competizione globale. Il primo a sapere ciò è proprio il datore di lavoro che non ha alcun interesse a trascurare la sicurezza sul lavoro.
Purtroppo - e lo sapete anche voi - gli infortuni sul lavoro si verificano in alcuni settori, quali quelli dell'edilizia, dell'agricoltura (di cui si parla sempre poco), del lavoro domestico (pochi lo sanno ma il lavoro domestico miete numerosissime vittime tutti gli anni) e, soprattutto, laddove esiste il lavoro nero: lo sappiamo tutti. Abbiamo, dunque, utilizzato anche ciò per fare emergere il lavoro nero, ma avete costatato che non è stato sufficiente. Allora «le buone prassi» sono soluzioni di carattere organizzativo, procedurale e, ovviamente, volontario.
È presente anche qui il monitoraggio, in quanto non vi è democrazia senza controllo. Noi non siamo contrari a penalizzare o a sanzionare, ma ci sembra esagerato sanzionare in modo eccessivo perché non si ottiene il risultato. Il monitoraggio è affidato alle regioni, che hanno responsabilità ai sensi del Titolo V, all'ISPESL, istituto che svolge questa funzione e all'Inail che interviene in primis nell'evento morboso o mortale dell'infortunio. Pertanto, abbiamo chiarito e indicato quali sono, a nostro avviso, gli attori della gestione, della vigilanza, della sorveglianza e del monitoraggio su tale argomento.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUIGI FABBRI. Concludo, la corretta adozione delle «norme di buona tecnica» e delle «buone prassi» costituisce attuazione dell'articolo 2087 del codice civile e di altre norme di legge. Chiediamo, quindi, di votare a favore di questi identici articoli aggiuntivi (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Compagnon 1.02 e Fabbri 1.04, non accettati dalle Commissioni né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 35
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 264).
Prendo atto che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Fabbri 1.010 lo ritirano.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2
(Vedi l'allegato A - A.C. 2849 sezione 4), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 298
Astenuti 176
Maggioranza 150
Hanno votato sì 289
Hanno votato no 9).
Prendo atto che la deputata Perugia ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2849 sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la XI Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Lo Presti 3.21, Fabbri 3.20, sugli identici emendamenti Fabbri 3.17 e Lo Presti 3.18, gli identici Compagnon 3.2 e Capotosti 3.120, nonchè sugli identici Compagnon 3.5 e Capotosti 3.121. Il parere è altresì contrario sull'emendamento Lo Presti 3.8 e sugli identici emendamenti Compagnon 3.11, Lo Presti 3.13 e Fabbri 3.16, nonché sull'emendamento Fabbri 3.14.
Infine, le Commissioni esprimono parere contrario sull'articolo aggiuntivo Fabbri 3.01.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 3.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, si avverte da parte di tutti la necessità di modificare il decreto legislativo n. 626 del 1994. Non bisognava, quindi, limitarsi a modificarne le parti indicate nel testo proposto dalle Commissioni.
Lo scopo del mio emendamento è quello di proporre una più ampia rivisitazione di quelle parti del decreto legislativo n. 626 del 1994 che riteniamo necessitino di una modifica. A questo fine abbiamo proposto, lo ripeto, il mio emendamento.
Da parte della maggioranza vi è sempre la volontà di non cambiare, di non modificare nulla, nemmeno una virgola, perché si vuole evitare di trasmettere di nuovo il provvedimento al Senato, come se ciò potesse in qualche modo alterarne la finalità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 3.21, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 259).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 3.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, relativamente ad alcune attività produttive - faccio riferimento alla cantieristica, all'edilizia e ad altre attività - questa parte del provvedimento non appare giustificata perché l'elaborazione del documento di valutazione del rischio - che indica esattamente le misure adottate per eliminare le interferenze da parte del datore di lavoro committente - è, nei cantieri mobili temporanei, che sono i più frequenti, un compito che compete al coordinatore per la progettazione, che rappresenta un'altra figura, della quale si parla poco ma che è di estrema importanza, soprattutto nel campo edile, perché redige il cosiddetto piano di sicurezza e coordinamento di cui al decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 3.20, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 265).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fabbri 3.17 e Lo Presti 3.18, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 473
Maggioranza 237
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Compagnon 3.2 e Capotosti 3.120, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 268).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identiciPag. 37emendamenti Compagnon 3.5 e Capotosti 3.121, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 473
Maggioranza 237
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 265).
Prendo atto che la deputata Lenzi ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Presti 3.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, illustro brevemente il mio emendamento 3.8, con il quale chiedo di sopprimere la lettera d), comma 1 dell'articolo 3.
La disposizione in questione modifica una norma, prevista dal decreto legislativo n. 626 del 1994, in tema di elezione dei rappresentanti per la sicurezza aziendali, territoriali o di comparto. Noi riteniamo che non sia necessario procedere a tale modifica che appesantirebbe il sistema di elezione dato che si prevede che tale elezione avvenga in un'unica giornata su tutto il territorio nazionale. Tale norma non agevolerebbe, a mio avviso, un maggiore afflusso di quei soggetti, titolari dell'elettorato attivo, all'elezione di questo organismo rappresentativo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Presti 3.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 266).
Prendo atto che i deputati Volontè e Delfino hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Compagnon 3.11, Lo Presti 3.13 e Fabbri 3.16, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 476
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 269).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato di non essere riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 3.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, siamo di fronte ad un aspetto paradossale di questo provvedimento. Leggo il testo, anche perché è breve: «Il datore di lavoro è tenuto a consegnare al rappresentante per la sicurezza, su richiesta di questi e per l'espletamento della sua funzione, copia del documento di cui all'articolo 4, commi 2 e 3,» - che è il documento di valutazione del rischio - «nonché del registro degli infortuni sul lavoro di cui all'articolo 4, comma 5, lettera o)».Pag. 38
In questa disposizione viene assimilato ad un organo ispettivo l'RLS, cioè il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, che è un lavoratore eletto dai suoi colleghi, che partecipa alla riunione periodica della sicurezza ed è, quindi, a conoscenza di ciò che è scritto nel registro degli infortuni - il cui contenuto non può essere divulgato così facilmente - e anche del contenuto della valutazione del rischio. L'RLS, peraltro, è un soggetto che il più delle volte rimane in carico per poco tempo, perché ha un cumulo di responsabilità, non ha nessuna retribuzione, svolge gratuitamente questo servizio e il più delle volte è in contrasto con altri colleghi della commissione interna. La figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è quindi da rivisitare. Questo, signor sottosegretario Patta, andrà previsto nei decreti delegati che dovrete emanare, nei quali dovrete cercare di puntualizzare bene chi è, e cosa fa, il responsabile dei lavoratori per la sicurezza, perché in questo momento non è chiaro; è solo un elemento di raccordo che partecipa alle riunioni. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza viene assimilato impropriamente al ruolo di organo ispettivo e ciò contraddice in modo totale il metodo partecipativo della consultazione, cui è stata ispirata finora tutta la produzione normativa, compreso il recepimento delle direttive effettuato con il decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626.
Nel settore industriale, tale vuoto è colmato dagli accordi interconfederali tra Confindustria e CGIL, CISL e UIL, e quindi non si rende necessaria una loro apposita previsione in un provvedimento legislativo. Peraltro, nel nostro ordinamento, almeno al momento, è esclusa - io mi auguro che non lo sarà in futuro - ogni possibilità di corresponsabilizzare i lavoratori o le loro rappresentanze sulle scelte di politica industriale, la cui responsabilità civile e penale grava interamente ed esclusivamente in capo all'imprenditore.
È priva di giustificazione la previsione, che viene qui adombrata, di imporre al datore di lavoro la consegna all'RLS di un documento che deve essere riservato. Faccio riferimento non al documento di valutazione dei rischi, ma a un documento ben più importante, che deve essere conservato in modo particolare, perché vi è il segreto professionale del medico dell'INAIL o del medico di famiglia, quando allunga il periodo di infortunio. Si tratta di dati sensibili, che erano tali ancor prima che fosse approvata la normativa sulla privacy.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, l'emendamento illustrato dal collega Fabbri sembra effettivamente una proposta di grande buon senso. Desidero pertanto invitare il relatore a rivedere il parere contrario espresso, mutandolo in un invito al ritiro utile ai fini dell'eventuale presentazione di un ordine del giorno che ne recepisse il contenuto. Dico ciò anche in considerazione del fatto che a volte i nostri lavori, pur non portando ad modifica del testo del provvedimento, potrebbero servire in via interpretativa del testo stesso.
Noi riteniamo che il datore di lavoro non debba essere obbligato a consegnare questo genere di documenti al rappresentante sindacale della sicurezza. Un pronunciamento dell'Assemblea in questo senso potrebbe risultare efficace.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 3.14, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 39
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 464
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 262).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 285
Astenuti 178
Maggioranza 143
Hanno votato sì 281
Hanno votato no 4).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Fabbri 3.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, abbiamo affrontato questo argomento già nell'articolo 1. L'articolo aggiuntivo in esame si limita a prevedere che i datori di lavoro del settore edile non siano tenuti - limitatamente al personale di cantiere e anche agli addetti al trasporto, non mi riferisco alle mansioni di carattere impiegatizio - all'osservanza degli obblighi di assunzione obbligatoria dettati dalla legge 12 marzo 1999, n. 68, riguardante norme in materia del diritto al lavoro dei disabili.
La modifica, proposta anche dalle organizzazioni sindacali, CGIL CISL e UIL, tiene conto della particolare tipicità e rischiosità delle attività edili, che si svolgono all'interno di un cantiere - dove vi sono anche mezzi mobili, di trasporto, che movimentano la terra - e delle difficoltà che, in questi anni, tutte le imprese hanno riscontrato per l'inserimento mirato dei disabili nelle proprie unità produttive.
La richiesta non è di non assumere disabili nelle mansioni possibili - che sono quelle di carattere amministrativo oppure progettuale - ma quella di non assumere disabili come personale di cantiere e come personale che opera nella movimentazione terra.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Fabbri 3.01, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 463
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 261).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 2849 sezione 6).
Non essendo stati presentati emendamenti, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 40
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 279
Astenuti 192
Maggioranza 140
Hanno votato sì 274
Hanno votato no 5).
Prendo atto che il deputato Pedrini ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Invito il relatore per la XI Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni sull'articolo aggiuntivo Lo Presti 4.06.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni invitano i presentatori a ritirare l'articolo aggiuntivo Lo Presti 4.06.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Lo Presti 4.06 formulato dal relatore per la XI Commissione.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro, sebbene riteniamo che l'articolo aggiuntivo che abbiamo proposto non poteva non essere condiviso dalla maggioranza.
Anche in questo caso, prendiamo atto con rammarico che quanto esso prevedeva non possa essere inserito nel provvedimento solo perché voi avete deciso così: la forza dei vostri numeri, qui alla Camera, vi consente di gestire le operazioni di voto relative al provvedimento in questo modo e impedisce a noi di svolgere qualsiasi azione incisiva, ai limiti anche dell'ostruzionismo, in quanto siamo consapevoli che è necessario dare, su una tematica così rilevante, un segnale al Paese.
Ci lascia, quindi, molto rammaricati che non possiamo istituzionalizzare oggi la settimana dedicata alla memoria delle vittime del lavoro, che non è soltanto un ricordo, un evento celebrativo e basta, ma è un'intera settimana nell'ambito della quale si formula un bilancio delle cose fatte e di quelle che non sono state fatte, di come migliorare l'impianto complessivo, normativo e organizzativo, in materia di prevenzione, controllo e repressione dei fatti che riguardano la sicurezza sul lavoro.
L'avere surrogato la norma di legge con un ordine del giorno ci soddisfa a metà; confidiamo sul fatto che l'ordine del giorno che presenteremo possa essere accolto dal Governo e invitiamo l'intera Assemblea, nell'ipotesi in cui vi possa essere qualche perplessità al riguardo, a votare a favore dello stesso.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Lo Presti 4.06 accedono all'invito al ritiro.
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2849 sezione 7).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Bodega 5.1.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Bodega 5.1.Pag. 41
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bodega. Ne ha facoltà.
LORENZO BODEGA. Signor Presidente, la proposta emendativa che ho presentato mira ad alleggerire lievemente i provvedimenti di sospensione di un'attività imprenditoriale, introducendo una scaletta che avrebbe comportato una pena inferiore per le imprese con un numero minimo di dipendenti e una pena maggiore per quelle con un maggior numero di dipendenti . Posso capire che, in sostanza, il mio emendamento è forzato e per tali ragioni lo ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 277
Astenuti 198
Maggioranza 139
Hanno votato sì 273
Hanno votato no 4).
Prendo atto che il deputato Pedrini ha segnalato che non è riuscito a votare e avrebbe voluto esprimere voto favorevole. Prendo altresì atto che il deputato La Loggia ha segnalato che si è erroneamente astenuto.
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2849 sezione 8).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la XI Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Bodega 6.1, 6.2, 6.3, 6.5, 6.6, 6.7, 6.8, 6.10, 6.12, 6.13, 6.14, 6.15, 6.16 e 6.17.
PRESIDENTE. Onorevole relatore, le ricordo che alcuni degli emendamenti sui quali lei ha espresso il parere non sono stati segnalati e, quindi, non verranno posti in votazione.
Il Governo?
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 6.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 265).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalto che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 6.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 42
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 453
Votanti 451
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 253).
Prendo atto che la deputata Zanella ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 6.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 471
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 267).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 6.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 269).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che l'emendamento Bodega 6.6 non è stato segnalato.
SIMONE BALDELLI. Presidente!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 6.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 232).
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, vorrei segnalare che sarei voluto intervenire per dichiarazione di voto sull'articolo 5 ma lei non mi ha visto e che su quest'ultimo emendamento Bodega 6.7 non mi ha visto di nuovo.
Signor Presidente, purtroppo ho dei problemi di mobilità e per questo porto una stampella, ma non vorrei fare la stampella a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Non serve, presterò più attenzione e le chiedo scusa.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bodega 6.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, in merito all'articolo 6 abbiamo rilevato in sede di Commissioni diverse incongruenze anche per quanto riguarda il comma 2, che prevede modalità di adempimentoPag. 43semplificate ai fini del controllo sulla regolarità del personale utilizzato per le imprese di minori dimensioni.
Non è chiaro, infatti, se il limite dimensionale di dieci persone, oggetto degli emendamenti presentati dal collega Bodega, si riferisca alle unità del personale assunto nell'impresa nella sua generalità oppure a quelle impiegate nel sito produttivo specifico. In tal senso domando sia ai relatori sia al rappresentante del Governo - proprio per il fatto che, non potendosi modificare il provvedimento in esame, gli stessi emendamenti probabilmente non saranno accolti - di offrire un'interpretazione a coloro che si troveranno ad applicare tale norma, per evitare di aggiungere un ulteriore motivo di contenzioso ai molti elementi che graveranno sulle imprese a causa del provvedimento in esame, da noi definito eccessivo dal punto di vista dell'effetto sanzionatorio.
Quindi, credo che la sede dei lavori parlamentari possa essere l'occasione per offrire un'interpretazione. Ritengo che ciò sia opportuno da parte del Governo, tuttavia mi appello anche alla sensibilità del relatore Rocchi per chiarire tale elemento, perché è chiaro che, se si tratta di imprese con dieci dipendenti complessivi, è un conto, mentre se si tratta di dieci dipendenti attinenti a quel solo e specifico sito produttivo è un altro conto.
In tale sede, forse potremmo offrire un chiarimento, al di là del parere sull'emendamento e del suo esito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere di poter apporre la mia firma all'emendamento in esame del collega Bodega e sottolineare la vicinanza alle considerazioni del collega Baldelli.
È compito di questa Assemblea produrre norme chiare, senza lasciarle all'interpretazione di chi eventualmente deve fare le verifiche sui luoghi di lavoro sui puntigli previsti dal provvedimento in esame.
Rivolgo quindi un invito, anche personale, all'onorevole Rocchi affinché riconsideri il parere sull'emendamento in esame.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, intervengo non per modificare il parere sull'emendamento in esame, che rimane contrario, ma per affermare chiaramente che, se vi è un pregio del provvedimento in esame, è quello di estendere le norme di tutela a tutte le aziende, anche quelle al di sotto dei dieci dipendenti, e per tutte le figure di lavoratori e lavoratrici.
Per tale ragione, su questo aspetto, per ogni proposta di modifica che restringa lo spazio di intervento del provvedimento in esame, il parere è contrario da parte dei relatori, perché questo testo ha il pregio di estendere dappertutto e a tutte le tipologie di lavoro la tutela sul terreno della sicurezza.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare per un chiarimento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo solo per capire se dalla risposta del collega Rocchi si debba intendere che quindi si tratta di dieci dipendenti complessivamente di un'impresa e non solo per sito produttivo, per lasciare la risposta agli atti.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Sì, si tratta di dieci dipendenti di azienda.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamentoPag. 44Bodega 6.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 262).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che gli emendamenti Bodega 6.10 e 6.12 non sono stati segnalati.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 6.13, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 457
Astenuti 2
Maggioranza 229
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 259).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bodega 6.15, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 457
Astenuti 3
Maggioranza 229
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 258).
Prendo atto che il deputato Tremaglia ha segnalato che non è riuscito a votare.
Ricordo che gli emendamenti in Bodega 6.16 e 6.17 non sono stati segnalati.
Passiamo alla votazione dell'articolo 6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare l'astensione dal voto da parte del gruppo di Forza Italia sull'articolo 6.
L'articolo 6 riprende integralmente le conclusioni della Commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro e sulle morti bianche, costituita durante la passata legislatura al Senato. Tali conclusioni sono state riprese successivamente anche dal Ministro Damiano nella legge finanziaria, che fa riferimento alla tessera di riconoscimento per il personale delle imprese appaltatrici e subappaltatrici.
Ci asterremo dal voto sull'articolo in esame su tutti gli altri, così come ribadiremo lungo l'esame di tutto il provvedimento, perché, pur condividendo l'impostazione - io stesso ero vicepresidente di quella Commissione, quindi ho sottoscritto le conclusioni - vediamo che, come al solito, non si perde il vizio di tenere una spada di Damocle sulla testa di tutti, compreso il povero lavoratore il quale, se non è munito di tessera di riconoscimento, a sua volta incorre in sanzioni da 50 a 300 euro. Voi comminate una multa di 300 euro a un lavoratore che ne guadagna 900 o 1.000: avete fatto un bel lavoro! Così non si ottiene nessun risultato, non è questo il modo.
Si riprende qui il tema degli appalti e dei subappalti e il problema delle aggiudicazioni al massimo ribasso, come capita soprattutto negli enti pubblici - spero che si cambi in questa materia - ovviamente per risparmiare. Le imprese che ottengono il subappalto risparmiano sulla tutela per la sicurezza. Credo che quello degli appalti e dei subappalti, così come il concetto di precarietà su cui la sinistra insiste molto, non siano l'elemento essenziale che scatenaPag. 45e aumenta il numero delle morti e degli infortuni sul lavoro, ma solo uno degli elementi.
I dati dell'INAIL sono tutti da leggere e personalmente ne ho parlato, sia in Commissione, sia in Assemblea all'apertura della discussione sull'argomento. Credo sia giusto riorganizzare la presenza sui cantieri e vigilare sul gioco complicato di appalti e subappalti, ma non credo si debba intervenire con la mano pesante delle sanzioni.
Quindi, il gruppo di Forza Italia si asterrà sul voto di questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere, alle considerazioni già puntuali e precise svolte dal collega Fabbri sull'articolo 6, che abbiamo ravvisato anche nei lavori della Commissione un'ulteriore incongruenza: all'interno del limite di dieci dipendenti dell'impresa ai fini dell'individuazione dell'obbligo del contrassegno, sono compresi anche i lavoratori autonomi, ugualmente soggetti allo stesso obbligo, che però, in quanto tali, non dovrebbero essere considerati come dipendenti, quindi e non dovrebbero rientrare nel computo delle dieci persone impiegate all'interno del sito dell'impresa.
È evidente che questi sono soltanto alcuni esempi di errori di natura formale presenti nel testo e che, purtroppo, non siamo riusciti a correggere: me ne dolgo, perché una formulazione chiara e rigorosa avrebbe certamente facilitato l'applicazione delle norme.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Intervengo, per dichiarare, anche sull'articolo 6, il voto di astensione dell'UDC. Non siamo intervenuti sugli articoli precedenti, ma il voto di astensione ci rende responsabili rispetto al provvedimento in esame e all'impostazione che contiene.
Siamo, però, ovviamente totalmente contrari a come esso è stato portato avanti e lo diremo meglio in sede di dichiarazione di voto finale. Infatti, anche in questo caso sono previste sanzioni dal nostro punto di vista eccessive, rispetto a situazioni che andrebbero affrontate in maniera diversa, a dimostrazione della natura repressiva del provvedimento in esame.
Il problema della sicurezza è indubbiamente delicato: più volte è stato richiamato anche oggi quanto succede ogni giorno. Nell'articolo 6 è presente anche il passaggio altrettanto delicato riguardante gli appalti e i subappalti, che riguardano sia il settore pubblico, sia quello privato.
Ho già avuto modo di dire che il tema non va sottovalutato.
Il problema di come si arrivi all'aggiudicazione di un'opera rappresenta un aspetto estremamente delicato. Personalmente ritengo sensato, sotto tutti gli aspetti, il ritorno ad una scelta diversa dal minimo ribasso, perché esso, così tanto decantato, evidentemente pone dei problemi. La ricerca esasperata dell'aggiudicazione, indipendentemente dalla reale situazione e dal rapporto costi-benefici di un lavoro, può portare a trascurare - e il più delle volte porta a trascurare - proprio l'aspetto della sicurezza. Questi sono indubbiamente elementi sui quali - continuo a sottolinearlo - vi era la necessità di un maggiore approfondimento, che avrebbe significato sicuramente produrre un documento più incisivo nei confronti della sicurezza.
Non dobbiamo dimenticare che l'iter del provvedimento in esame è partito dalla consapevolezza di tutti noi, indistintamente, che non è più possibile sostenere il prezzo in termini di vite umane, che stiamo sostenendo nel nostro Paese, sui luoghi di lavoro.
Pertanto, il nostro voto di astensione sull'articolo 6 (che può essere esteso agli altri articoli e al voto finale) è di grande responsabilità, perché un primo passo èPag. 46stato compiuto, ma certamente siamo ancora, dal nostro punto di vista, molto distanti. Si tratta di un prezzo che paghiamo a questa maggioranza, che vuole, in tutti i modi, pagare a sua volta i debiti rispetto al programma elettorale. È comprensibile e legittimo, ma non è possibile privilegiare tali aspetti rispetto al contenuto di provvedimenti delicati come questo (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, anche noi ci asterremo su questo articolo, ma non possiamo non rilevare un aspetto che ai più è sfuggito riguardo a quella parte della norma che attiene all'obbligo, in capo ai lavoratori autonomi, di esporre anch'essi una tessera di riconoscimento.
Condividiamo il fatto che tali lavoratori debbano essere individuati come autonomi, ma che cosa devono esporre? La patente? La carta di identità? Nel badge, che deve essere loro attribuito, cosa deve essere scritto? Chi deve intestarselo? È il lavoratore autonomo ad autocertificare di poter circolare per un cantiere?
La norma, sotto questo profilo, non è chiara. Essa è adeguata per i lavoratori dipendenti delle imprese in regime di appalto e di subappalto, che hanno una derivazione specifica: l'intestazione dell'impresa e la fotografia, che ne indica l'appartenenza a quell'impresa. Ma cosa fa il lavoratore autonomo? Espone la carta di identità? Se siamo d'accordo, va bene così.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, intervengo per affermare che anche il nostro gruppo si asterrà nella votazione dell'articolo 6 e per ricordare che, come è stato chiarito in dichiarazione di voto dall'onorevole Codurelli, questo provvedimento è talmente urgente che comporterà, inevitabilmente, la richiesta di una proroga dell'entrata in vigore della disposizione. Infatti, se, come stabilito nell'articolo 6, si prevede che l'entrata di vigore sia il 1o settembre 2007, dalla data in cui licenziamo tale provvedimento e da quella in cui sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il tempo per mettersi in regola è assolutamente minimo; inoltre, nel mese di agosto in genere e molte aziende sono chiuse. Non vi sono, quindi, i tempi tecnici per far applicare quanto previsto in questo provvedimento.
Vi è, inoltre, l'aspetto delle vessazioni, invece degli incentivi: si arriva a colpire anche il lavoratore, non perché dimentichi a casa il tesserino - cosa che avremmo potuto condividere - ma perché non lo mostra. Nel provvedimento in esame, cioè, si punisce il lavoratore che non espone il tesserino! Quando venite in aula e dovete votare, è sufficiente avere il tesserino e mostrarlo quando viene richiesto: a nessuno viene richiesto di circolare con il tesserino esposto, altrimenti non si viene riconosciuti!
In questo articolo sono invece contemplate punizioni anche per il lavoratore che non esponga il tesserino. Pensiamo alle varie tipologie di lavori. Ve ne sono alcuni per i quali, francamente, non si può ritenere che si debba andare in giro tutti i giorni con il tesserino esposto.
Il problema è rappresentato dalla filosofia di fondo, che ci trova contrari, perché, come già affermato, il principio è assolutamente da noi condiviso e sostenuto. La stragrande maggioranza dei lavoratori si trova al Nord.
Il problema è che tale provvedimento non è condivisibile sia nel metodo, sia nel merito: nel metodo, in quanto ci troviamo a mettere il timbro su quanto approvato dal Senato, come per tanti altri provvedimenti, a causa della situazione e degli equilibri politici all'interno della maggioranza; nel merito, in quanto si cerca di affrontare moltissime tematiche, da quella degli ispettori a quella del tesserino, maPag. 47sotto forma di vessazione e ciò ha poco a che vedere con la tutela del lavoratore.
Non è obbligando i lavoratori ad indossare il tesserino e le imprese ad adeguarvisi entro il primo settembre che non avremo più morti sul lavoro. Purtroppo, nel merito, questa non è la misura più adatta ed efficace.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 282
Astenuti 188
Maggioranza 142
Hanno votato sì 277
Hanno votato no 5).
Prendo atto che il deputato Guadagno detto Luxuria ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2849 sezione 9).
Invito il relatore per la XI Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Compagnon 7.1 e Fabbri 7.2, nonché sugli identici emendamenti Compagnon 7.5 e Capotosti 7.120. La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Fabbri 7.6.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere della Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Compagnon 7.1 e Fabris 7.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, si tratta di un emendamento soppressivo dell'articolo 7, che noi presentiamo sostanzialmente per due motivi. Il primo è intrinseco al provvedimento, in quanto si tratta di una disposizione di portata immediatamente precettiva, che non tiene conto del criterio di delega, che, tra l'altro, è presente all'articolo 1 comma 2 lettera h) e che demanda al Governo la rivisitazione ed il potenziamento delle funzioni degli organismi paritetici.
Pertanto, vi è una contraddizione. Il sottosegretario per la salute, Patta, mi guarda perplesso, ma in effetti la contraddizione è presente. Parlo sempre volentieri degli enti bilaterali in quanto sono stato tra coloro che nella legge Biagi ha voluto l'inserimento di tali enti, come elemento di sussidiarietà, in quanto nessuna istituzione più degli enti bilaterali, che sono un'associazione fra sindacato e associazioni datoriali, è in grado di capire il problema, individuarlo e trovare le soluzioni adeguate.
Tuttavia, in questo caso, come al solito si vogliono attribuire a tali enti funzioni sostanzialmente ausiliarie degli organi di vigilanza, i quali sono già abbastanza (magari ne parleremo al momento delle dichiarazioni di voto finale). Gli istituti che possono accedere in un cantiere e in un'attività produttiva sono già troppi (il CNEL ci ha richiamati ad uniformarli e a non disperdere): oggi è l'ASL, domani sono i funzionari dell'INAIL e gli ispettori del lavoro, che vengono assunti - meno male, dico io - perché se ne avverte la necessità. Tuttavia, non vi è coordinamento tra i medesimi. Come ho già detto, ce lo ricorda il CNEL, cosa si vuole fare a questo punto?Pag. 48
Oltre l'ente bilaterale, cui abbiamo attribuito funzioni importanti come la certificazione, per esempio, o la formazione - che non viene mai fatta e su cui si dovrebbe basare, invece, la cultura della sicurezza che noi auspichiamo - si prevede un'ulteriore istituzione, che sussidia e aiuta l'ente ispettivo. Ciò non ha proprio senso, sia perché vi sono già troppi enti ispettivi sia perché altra è la funzione dell'ente bilaterale, cioè quella di collaborare ed individuare il problema, proponendo soluzioni al datore di lavoro, che peraltro è sempre e comunque dal punto di vista penale il responsabile della sicurezza.
In ogni caso, peraltro, è opportuno lasciare l'attribuzione di questa nuova funzione e compiti agli enti bilaterali e alla scelta delle parti, come vuole il diritto, non è necessario imporla per legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Compagnon 7.1 e Fabbri 7.2, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 469
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 266).
Prendo atto che il deputato Iacomino ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Compagnon 7.5 e Capotosti 7.120.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per riprendere il discorso del collega Fabbri. Anche noi eravamo favorevoli alla soppressione di questo articolo; indubbiamente, vi è l'andazzo italiano degli eccessi di sopralluoghi, di figure che si sovrappongono, di mancanza di coordinamento e credo che tutto, alla fine, si ripercuota sulla redditività, sul lavoro e metta effettivamente anche un po' in confusione quello che dovrebbe essere il controllo sulla sicurezza.
Con questo emendamento, al comma 2, chiediamo di eliminare la parola «viene» e di sostituirla con le parole «può essere». Il più delle volte ci troviamo ad affrontare, anche con le leggi, documenti farraginosi. Sarebbe interessante compiere uno sforzo per giungere all'elaborazione, per tutte le materie, degli auspicati testi unici, al fine di semplificare la legislazione.
In questo caso, sui sopralluoghi ai fini della sicurezza, sarebbe molto opportuno arrivare ad un coordinamento finalizzato a creare veramente le condizioni di controllo per la sicurezza, non una corsa al controllo che rischia di non dare i frutti che servono per la sicurezza stessa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, non credo che questo emendamento sia risolutivo della questione, perché è una formula molto debole, ma credo che la sostanza del problema si rinvenga nelle considerazioni del collega Fabbri: da un lato si ha una visione invasiva anche dell'utilizzo degli organi paritetici, dall'altro tali enti bilaterali possono essere considerati come un momento effettivo di incontro tra lavoratori e vertice d'impresa o proprietà dell'impresa, che comunque è la responsabile della sicurezza sul lavoro.
Riteniamo che è vero che si debbano realizzare controlli e che questi debbano essere rigorosi, ma non crediamo, forse, nel fatto che essi debbano essere moltiplicati per essere rigorosi. È forse benePag. 49formulare dei controlli efficaci e seri, ma il rigore dei controlli non è una questione numerica.
Riteniamo, quindi, che si debba trovare, con uno spirito collaborativo, un punto di incontro sul tema di una maggiore sicurezza del lavoro. In questo senso, mi richiamo alle considerazioni svolte dal collega Fabbri sull'emendamento precedente e comunque preannunzio l'espressione del voto favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Compagnon 7.5 e Capotosti 7.120, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 465
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 265).
Prendo atto che il deputato D'Agrò ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Diversi colleghi mi hanno chiesto notizie sull'articolazione dei nostri lavori. Dobbiamo ancora procedere allo svolgimento di circa venti votazioni, prima dell'esame di una sessantina di ordini del giorno, delle dichiarazioni di voto e del voto finale.
La Presidenza è orientata, quindi, nella parte antimeridiana della seduta a concludere l'esame degli articoli, per poi riprendere, dopo il question time, con l'esame degli ordini del giorno presentati, lo svolgimento delle dichiarazioni di voto ed il voto finale.
Procediamo, quindi, alla votazione delle proposte emendative, concludendo la parte antimeridiana della seduta.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Fabbri 7.6 accedono all'invito al ritiro formulato dai relatori e dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 280
Astenuti 195
Maggioranza 141
Hanno votato sì 276
Hanno votato no 4).
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2849 sezione 10).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la XI Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro degli emendamenti Bodega 8.1 e 8.2.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Bodega 8.1 e Bodega 8.2 li ritirano.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 50
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 276
Astenuti 201
Maggioranza 139
Hanno votato sì 267
Hanno votato no 9).
(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2849 sezione 11).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la XI Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 9.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 9.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 456
Astenuti 18
Maggioranza 229
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 266).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 9.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, avevo chiesto di parlare per motivare il mio voto contrario all'articolo 8. Veramente mi volevo astenere, ma lei non mi ha dato la parola. Vorrei, quindi, motivare il mio voto contrario e poi presenterò un ordine del giorno.
SALVATORE BUGLIO. Ma lo abbiamo già votato!
LUCIANO D'ULIZIA. Abbiamo introdotto, con l'articolo 8, una materia totalmente avulsa rispetto ai temi di cui stiamo discutendo: salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Invito il Presidente e i colleghi, sia del centrosinistra sia del centrodestra, a leggere l'articolo 8. Esso introduce una questione che riguarda il costo del lavoro. Irreggimentiamo il costo del lavoro per gli appalti pubblici; il Ministro del lavoro in pratica determina il costo del lavoro degli appalti pubblici.
Intanto, è una materia che entra come un trave in una discussione completamente diversa, che riguarda, ripeto, la sicurezza e la salute sui posti di lavoro, inoltre predetermina il costo del lavoro con apposite novelle. Vengono poi citate solo le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e non si tengono in conto le attività della rappresentanza datoriale: credo che dovesse essere prevista la consultazione sia delle organizzazioni sindacali più rappresentative, sia anche di quelle datoriali, perché evidentemente anche le imprese, comprese quelle cooperative, hanno qualcosa da dire. In questo caso, si fa riferimento invece soltanto alle organizzazioni sindacali. L'articolo 8, signor Presidente e sottosegretari, è stato quindi un articolo improvvisato, inserito in maniera non organica in un provvedimento di altra natura, finalizzato a tutelare la salute e la sicurezza. Con esso introduciamo, invece, il costo del lavoro, e lo irreggimentiamo con delle tabelle chePag. 51verranno emanate dal Ministro del lavoro; non si capisce nemmeno sulla base di quali strumenti esse verranno predeterminate.
Quindi, signor sottosegretario e signor Presidente, credo che stiamo effettuando un intervento improprio, codificando una materia che avrebbe avuto bisogno di altre scelte. Tenete presente, peraltro, che la norma riguarda tutti gli appalti pubblici e tutte le forniture pubbliche e che gli enti pubblici per la stragrande maggioranza non avranno la copertura per i costi previsti da queste tabelle. Non è infatti che gli enti pubblici si divertano a indire gare al massimo ribasso. Lo fanno perché non hanno copertura. Rischiamo così di bloccare le commesse, i servizi pubblici e gli appalti perché gli enti, dovendo ottemperare ai costi previsti dalla tabella - che non si capisce bene come sarà predisposta - non saranno in grado di assicurare servizi e appalti.
Dichiaro, di conseguenza, di aver votato contro l'articolo 8, assumendomene tutta la responsabilità, essendo un deputato della maggioranza, poiché questa norma è incostituzionale e non funzionale, e causerà danni rilevanti alle strutture pubbliche e all'economia. Spero comunque che il Governo accetti almeno l'ordine del giorno che presenterò per rettificare in parte questo errore (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 9.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 454
Astenuti 3
Maggioranza 228
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 255).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Compagnon 9.5 e Capotosti 9.120, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 9.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 264).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 286
Astenuti 187
Maggioranza 144
Hanno votato sì 279
Hanno votato no 7).
Prendo atto che il deputato Zaccaria ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
(Esame dell'articolo 10 - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2849 sezione 12).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la XI Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro degli emendamenti Bodega 10.1, 10.5, 10.2 e 10.3.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Avverto che in caso di non accoglimento dell'invito al ritiro, il parere è da intendersi contrario.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Bodega 10.1 testé formulato dal relatore per la XI Commissione.
PAOLO GRIMOLDI. Sì, signor Presidente. Preannunzio, inoltre, che accediamo anche all'invito al ritiro dei successivi emendamenti Bodega 10.5, 10.2 e 10.3.
PRESIDENTE. Sta bene. Risultano, pertanto, ritirati tutti gli emendamenti presentati all'articolo 10.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 279
Astenuti 193
Maggioranza 140
Hanno votato sì 275
Hanno votato no 4).
(Esame dell'articolo 11 - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11
(Vedi l'allegato A - A.C. 2849 sezione 13), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 468
Votanti 272
Astenuti 196
Maggioranza 137
Hanno votato sì 269
Hanno votato no 3).
Prendo atto che il deputato Amendola ha segnalato che non è riuscito a votare.
(Esame dell'articolo 12 - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e dell'unica proposta emendativa non ritirata (Vedi l'allegato A - A.C. 2849 sezione 14). Ricordo che gli emendamenti Lo Presti 12.112 e Margiotta 12.2 sono stati ritirati.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la XI Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.
AUGUSTO ROCCHI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, il parere è contrario sull'emendamento Bodega 12.1.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Poiché l'unica proposta emendativa non ritirata è l'emendamento Bodega 12.1, interamente soppressivo dell'articolo 12, sarà posto in votazione il mantenimento dell'articolo.
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 12.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 298
Astenuti 171
Maggioranza 150
Hanno votato sì 278
Hanno votato no 20).
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Fabris 12.01 è stato ritirato.
Il seguito del dibattito è rinviato al prosieguo della seduta.