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Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2849.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2849)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2849 sezione 15).
Avverto che, dopo l'illustrazione degli ordini del giorno e l'espressione del parere da parte del Governo, avranno luogo le votazioni, previo svolgimento di eventuali dichiarazioni di voto.
Il deputato Baldelli ha facoltà di illustrare suo ordine del giorno n. 9/2849/57.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo brevemente. L'ordine del giorno di cui sono primo firmatario - ma anche i successivi di cui sono primi firmatari i colleghi di Forza Italia e, in larga parte, anche quelli del centrodestra - è frutto della circostanza che alcuni emendamenti sono stati ritirati a seguito dell'invito formulato dal relatore per la XI Commissione e che il loro contenuto è stato appunto trasfuso in appositi ordini del giorno, secondo la prassi cui accennavamo nella parte antimeridiana seduta. È evidente che avremmo preferito apportare modifiche al testo. Tuttavia, è chiaro che all'interno di tali ordini del giorno, abbiamo dato un segnale di un'impostazione (che vorremmo fosse considerata dal Governo) di collaborazione tra le parti, che tenga in debito conto il bilateralismo, che valorizzi il ruolo del CNEL e dell'Inail, che sia per molti aspetti premiale, quindi, meritocratica e non soltanto sanzionatoria.
Ci auguriamo, in tal senso, che il Governo dia un segnale di attenzione anche all'altra metà del Parlamento, che ha una visione differente dei meccanismi sanzionatori, in termini di sicurezza sul lavoro. Crediamo, infatti, che sia una questione sostanzialmente di carattere culturale, di clima che si crea negli ambienti di lavoro e di convergenza delle volontà della parte datoriale con la parte dei lavoratori, nella creazione di un clima di maggiore sicurezza e salute per la salvaguardia dei lavoratori stessi.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Ulizia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2849/71.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, ho presentato l'ordine del giorno n. 9/2849/71 per mettere in evidenza l'aspetto relativo all'impresa cooperativa. Certamente il mio intervento sulle peculiarità cooperative non è una novità, signor Presidente, tuttavia, quando nell'articolo 8 del provvedimento in esame, si postula la formazione di tabelle del costo del lavoro, purtroppo non si tiene conto che nella specificità cooperativa vi è una normativa particolare - la legge n. 142 del 2001 - che consente alle imprese cooperative di assumere non solo lavoratori dipendenti, ma anche lavoratori autonomi, a progetto, artigiani, nonché qualsiasi altra tipologia di lavoratori. È evidente che prendendo in considerazione solo la questione del lavoro dipendente, come prevedono i diversi capoversi dell'articolo 8, rischiamo di avere tabelle che non rappresentano l'accessibilità agli appalti di natura pubblica.
Il problema che si pone è anche quello della competitività che l'impresa ed il metodo cooperativi introducono nelle attività di servizio e negli appalti di natura pubblica. Mi soffermo solo su un aspetto. Colui che definiamo socio lavoratore, ovvero socio coimprenditore, ha una motivazione, una tensione e una funzione in più rispetto al lavoratore dipendente perché, oltre a essere un lavoratore, è anche il titolare responsabile della propria impresa, quindi, nell'attività produttiva e di servizio introduce una serie di meccanismi di innovazione fondamentali ai fini della competitività delle imprese. Potrei citare casi classici in cui, per promuovere il lavoro, utilizziamo ancora vecchi meccanismi,Pag. 77ovvero i meccanismi dell'investimento. Se qualche collega parlamentare volesse prendere in esame, ad esempio, il moltiplicatore keynesiano, che è il moltiplicatore di Kahn, secondo il quale molti investimenti producono molto lavoro, potrei dimostrare che ciò non è vero perché gli investimenti, in alcuni casi - quali gli investimenti in nuove tecnologie, in robotica e in informatica - riducono i posti di lavoro.
Nelle imprese cooperative, la logica del lavoro è una logica diversa. Non vogliamo demonizzare il lavoro dipendente, vogliamo affermare, però, che nelle imprese cooperative il lavoro ha una logica e una funzione diversa. Pertanto, quando il Ministero del lavoro elaborerà le tabelle menzionate, se non terrà conto di questo nostro ordine del giorno, che postula la diversità cooperativa, è evidente che avremo tabelle, ancora una volta, calibrate sull'economia neocapitalistica, cioè solo sul lavoro dipendente.
È questa la ragione per la quale, nell'attuare la normativa in esame, necessaria e importante perché tenta di prevenire il danno a un valore intangibile, ossia quello di chi, con il sacrificio del proprio lavoro, cerca di guadagnarsi il vivere quotidiano, chiediamo al Governo di tener conto che vi sono un approccio e una modalità diversi. Lo ripeto, se il Governo non terrà conto di questo nostro ordine del giorno, rischia di elaborare delle tabelle unifunzionali, che hanno una visione sfocata della realtà economica e sociale e, perciò non fruibili, né utilizzabili ai fini di un mercato competitivo.
Gradirei che qualche volta i sottosegretari mi ascoltassero, anche se sono consapevole del fatto che siamo poco considerati dal Governo. Gradirei invece essere ascoltato, anche perché, peraltro, cari amici del Governo, vi è anche - non so se ricordo male - la cosiddetta direttiva Bolkestein della Comunità europea.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIANO D'ULIZIA. Quindi, chiedo al Governo di tener conto di questo aspetto, non solo di natura nazionale, ma soprattutto europea.
PRESIDENTE. È così esaurita la fase dell'illustrazione degli ordini del giorno.
Invito, dunque, il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, come è emerso dal dibattito, è stata largamente condivisa la necessità di approvare il testo trasmesso dal Senato. Ovviamente, esiste la naturale esigenza dell'Assemblea di condizionare l'emanazione dei provvedimenti delegati da parte del Governo. Questa esigenza si è tradotta nella presentazione di ordini del giorno da parte di esponenti della maggioranza come dell'opposizione. Il dibattito svoltosi, in sede sia di Commissioni riunite sia di Assemblea, è servito a delimitare i temi, indirizzando gli ordini del giorno su linee che potevano essere accolte dal Governo.
Gli ordini del giorno, che sono numerosi, hanno rispettato generalmente questo orientamento e riguardano, infatti, politiche premiali per le imprese più virtuose, il sostegno alle piccole aziende e ai programmi di formazione, una migliore sorveglianza sanitaria, maggiore attenzione al benessere e al rischio psicofisico, le differenze di genere, il riordino dei libretti individuali di rischio, la semplificazione, un sostegno alla bilateralità, il potenziamento dei servizi ispettivi, la necessità di campagne formative e informative mirate, il rafforzamento delle figure preposte alla sicurezza - in maniera particolare, i responsabili dei lavoratori per la sicurezza (RLS) - e, innanzitutto, in generale la richiesta di un incremento delle risorse da dedicare alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il Governo, pertanto, accetta la generalità degli ordini del giorno presentati, con l'eccezione degli ordini del giorno Barani n. 9/2849/3 e D'Ulizia n. 9/2849/71, sui quali il parere è contrario, mentre chiede una riformulazione dell'ordine del giorno Motta n. 9/2849/37.Pag. 78
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Barani n. 9/2849/3, esso prevede l'assunzione di una figura di medico che, in tutte le unità lavorative italiane, a prescindere anche dalla dimensione, avrebbe poteri che ad avviso del Governo confliggerebbero con il complesso della normativa che regola i rapporti fra le parti sociali e anche con molti altri aspetti della legislazione italiana. Quindi, il Governo non può accettare l'ordine del giorno Barani n. 9/2849/3.
L'ordine del giorno D'Ulizia n. 9/2849/71, invece, interviene non sulla delega al Governo ma su un articolo del disegno di legge che è immediatamente attuativo. Pertanto, si tratta di una disposizione che si applicherà così come avrà deciso l'Assemblea con l'approvazione del provvedimento, disposizione che si relazionerà, naturalmente, con tutte le altre leggi e normative che regolano il lavoro cooperativo richiamato dall'ordine del giorno. L'articolo 8 è una delle norme più innovative, in quanto garantisce che nelle gare pubbliche non vi possa più essere un ribasso d'asta che riguardi i costi del lavoro e della sicurezza. Inoltre, conferisce al Ministero del lavoro la potestà di stabilire delle tabelle indicative e orientative in ordine a tale materia. Quindi, l'articolo 8 del provvedimento in esame è particolarmente importante.
La riformulazione dell'ordine del giorno Motta n. 9/2849/37 riguarda il punto del dispositivo in cui si impegna il Governo a «verificare l'efficacia dell'apparato sanzionatorio, per meglio tutelare i lavoratori in relazione ai caratteri del rischio e alla tipologia e dimensione dell'impresa». Il Governo ritiene si debba riformulare il testo nel senso di sopprimere il riferimento alla «dimensione» dell'impresa al fine di avere un sistema sanzionatorio che sia assolutamente uniforme per tutti i lavoratori italiani.
PRESIDENTE. Secondo la prassi, e ove i presentatori non insistano, gli ordini del giorno accettati dal Governo non saranno posti in votazione.
Passiamo dunque alla votazione degli ordini del giorno Barani n. 9/2849/3, Motta n. 9/2849/37 e D'Ulizia n. 9/2849/71, sui quali il Governo ha espresso un avviso diverso dall'accettazione.
Chiedo al deputato Barani se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2849/3, non accettato dal Governo.
LUCIO BARANI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, mi sorprende che il Governo non abbia accettato il mio ordine del giorno, perché esso contiene la filosofia propria di un po' tutti gli altri ordini del giorno; in particolare, dell'ordine del giorno Cancrini n. 9/2849/1, che evidenzia molto bene gli aspetti relazionali, organizzativi e psicologici quali causa di incidenti, anche mortali, sul lavoro. Analogamente, nel mio ordine del giorno sostengo che è necessaria la figura di chi, all'interno dell'azienda, sovrintenda ai piani industriali, alle mansioni dei lavoratori, all'idoneità delle attrezzature e delle strutture di lavoro, ai tempi e ritmi di lavoro; periodicamente, tale figura dovrebbe, visitando i lavoratori, controllarne anche le capacità psico-attitudinali.
Non possiamo permettere che chi lavora in posti importanti e critici svolga la propria mansione in stato di ebbrezza o ubriachezza o sotto l'effetto di sostanze psicotrope o di altro genere, che mettono a repentaglio la vita dei compagni di lavoro. In questo consiste l'ordine del giorno! Se il Governo non lo accetta, ciò significa che vuol continuare a piangere i morti sul lavoro! Osservo, e mi rivolgo al relatore per la XI Commissione Rocchi, che la legge che stiamo per approvare non eviterà una sola morte bianca, anzi ne aumenterà di molto il numero! Pertanto, non avremo sortito alcun effetto. Nelle premesse sostengo che il 90 per cento delle morti si verifica nelle aziende al di sotto dei quindici dipendenti, e ciò proprioPag. 79perché mancano quei controlli che sono indicati nel dispositivo. Invito i colleghi, pertanto, a leggere il mio ordine del giorno e ad impedire che, a causa delle attrezzature e dei ritmi, il lavoratore provochi lesioni al compagno di lavoro e a se stesso. Ritengo che, non accettando questo ordine del giorno, il Governo dimostri quello che è: un Governo incapace di capire le più elementari norme della prevenzione, un Governo favorevole a che si continui a piangere le morti sul lavoro!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barani n. 9/2849/3, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 435
Astenuti 9
Maggioranza 218
Hanno votato sì 26
Hanno votato no 409).
Prendo che i presentatori dell'ordine del giorno Motta n. 9/2849/37 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno D'Ulizia n. 9/2849/71.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Ulizia n. 9/2849/71, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 441
Votanti 429
Astenuti 12
Maggioranza 215
Hanno votato sì 26
Hanno votato no 403).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.