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Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2937.
(Ripresa discussione sulle linee generali - A.C. 2937)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
LIVIA TURCO, Ministro della salute. Ringrazio sentitamente il presidente della Commissione, il relatore e tutti i gruppiPag. 21parlamentari, e lei, signor Presidente, per aver capito l'importanza del provvedimento e per averne colto l'urgenza.
Credo che oggi l'approvazione di tale provvedimento, così come è avvenuto al Senato, con il concorso e il voto favorevole da parte di tutti i gruppi, sia un segnale importante ai nostri cittadini, perché rappresenta il rafforzamento del servizio sanitario pubblico e di due principi posti alla sua base: la tutela del cittadino, il cittadino al centro del sistema e la valorizzazione della professione del medico. Infatti, riconoscere l'esercizio della libera professione e consentirlo all'interno di regole, così come è disciplinato nel disegno di legge, è un modo per valorizzare la professionalità del medico. Il disegno di legge in esame contempla proprio la conciliazione di questi due importati valori: la salute del cittadino e la professionalità del medico.
Quindi, ringrazio i parlamentari per l'attenzione e per il senso di responsabilità nei confronti del nostro Paese.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Di Virgilio. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, signor Ministro, signor sottosegretario, egregi colleghi, è indubbio che l'iter del disegno di legge in discussione sia stato difficoltoso e anche a rischio di approvazione, con il pericolo di creare caos nel Paese; tra i cittadini medi vi è sfiducia non solo verso il Governo, ma anche verso il Parlamento. È necessario essere chiari e non mentire: con questo disegno di legge, il Governo è stato superficiale - e cercherò di dimostrarlo - intempestivo e anche pasticcione. Basti ripercorrere rapidamente l'iter del provvedimento.
In Commissione, signor Ministro, le ricordo che il sottoscritto, a nome di Forza Italia, le chiese, già in tempi non sospetti, avvicinandosi la data del 31 luglio, di provvedere adeguatamente con una proroga. Lei rispose che non era intenzionata a concedere nessuna proroga.
In seguito, presentò un disegno di legge al Consiglio dei Ministri, che fu assegnato alla Commissione igiene e sanità del Senato, dove è rimasto per circa tre settimane e ne è uscito stravolto dalla stessa maggioranza, che ha eliminato l'articolo che riguardava il risk management e l'esclusività di rapporto. Pertanto, il 20 luglio, ci è pervenuto un testo, con aggiunta di articoli pasticciati, quasi pretendendo, da noi dell'opposizione, di licenziare un disegno di legge come se dovessimo mettere un timbro, senza ricordare che ci troviamo in un sistema bicamerale e che, quindi, abbiamo il dovere, verso i cittadini, di dare il nostro contributo e non di chiudere gli occhi e approvare un disegno di legge che non condividiamo in molte sue parti.
Il testo, a nostro parere, è affidabile soltanto nella parte dell'articolo 1 in cui si parla di proroghe di diciotto mesi, durante le quali le regioni dovrebbero applicare totalmente - dico dovrebbero, perché sono scettico che ci riusciranno (vi saranno le risorse necessarie?) - quanto previsto per la libera professione dei medici, come esposto dal decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e dal decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229.
Il testo è inapplicabile e farraginoso e non tutela completamente - come lei ha affermato, signor Ministro - il diritto dei cittadini alla libera scelta. Il cittadino è libero di scegliere da chi e dove farsi curare, nel rispetto delle regole. Con il disegno di legge in discussione, ad esempio, viene calpestata la privacy e neppure i medici sono soddisfatti, visti i paletti che sono stati posti. Leggo, ad esempio, un comunicato dell'Anaao, che non è certamente un sindacato vicino al centrodestra: «Il Governo è stato costretto a cedere non solo alle richieste dell'opposizione, ma anche a quelle poste dalla sua maggioranza, che ha voluto inserire rigidi paletti, che limitano l'esercizio dell'attività, a prescindere dai contesti organizzativi in cui si trova ad operare». Tra gli altri sindacati, la CIMO usa dei termini, che qui non vorrei ripetere: «Il disegno di legge sull'intra moenia fa schifo»; mi dispiace ripetere questo termine ma non è il mio. La CISL medici afferma: «L'intra moenia ciPag. 22piace a metà», e così via. Ancora la CIMO, l'altro ieri, ha affermato: «Questo Governo ha violato diritti contrattuali garantiti da oltre sessant'anni». Molte di queste regole, infatti, vanno recepite nei contratti collettivi di lavoro e non con un disegno di legge.
Noi di Forza Italia, quando il provvedimento è arrivato in Commissione, abbiamo voluto e chiesto fortemente - e, alla fine, abbiamo ottenuto - di audire di nuovo le maggiori sigle dei sindacati medici, che, nella stragrande maggioranza, si sono dichiarati insoddisfatti nel contenuto, pur chiedendo che venisse approvato, proprio evitare il caos della data del 31 luglio.
Abbiamo fatto nostre tali forti perplessità e, come tutti i partiti dell'opposizione, ma anche l'Italia dei Valori, non abbiamo acconsentito all'assegnazione del provvedimento in sede legislativa. Proprio in questa fase, il Governo ha mostrato un po' di presunzione - anzi, molta presunzione - sperando, forse, in un nostro ripensamento su un'eventuale sede legislativa.
Siamo arrivati, così, a giovedì 26 luglio, con tre sedute di esame della nostra Commissione, contro le tre settimane del Senato. Il 27 luglio si è riunita la Conferenza dei presidenti di gruppo - lo ricordate tutti - e ci domandiamo: perché in quella sede non è stata chiesta la calendarizzazione in Assemblea del provvedimento?
Perché la Commissione cultura ha espresso il suo parere soltanto martedì 31? Perché la Commissione bilancio ha espresso molte perplessità (come sentiremo dal nostro collega Giudice, che era presente)? Perché, infine, il Governo non ha annunciato, per tranquillizzare, un decreto-legge? Signori, fuori tempo massimo, siamo riusciti a calendarizzare oggi questo provvedimento; tutti avete ricevuto e-mail e avete letto comunicati dei sindacati, fortemente perplessi e critici verso il Governo.
Oggi, con grande senso di responsabilità, discutiamo questo disegno di legge, di cui approviamo soltanto la parte dell'articolo 1 - ripeto - in cui si parla di proroga; altri parleranno degli altri articoli. Sappiamo ascoltare ciò che viene dal Paese reale, le esigenze dei cittadini e quelle dei medici, che devono essere garantiti in una libera professione - veramente libera - pur nel rispetto delle regole. Siamo consapevoli della necessità di non cadere nel caos e di creare un vuoto legislativo di cui, tuttavia, è responsabile esclusivamente il Governo.
Anche per tale motivo, ci troviamo qui, oggi - 2 agosto - a dare il nostro contributo con chiarezza, senza infingimenti e senza inciuci! Annunciamo che, in questo periodo di proroga, ci impegneremo a migliorare un testo che non condividiamo e che non soddisfa nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Palumbo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PALUMBO. Signor Presidente, anch'io intervengo per esprimere la mia opinione personale e quella del gruppo Forza Italia sul provvedimento che, come ha detto il Ministro, tutti i medici attendevano e che riveste una grande importanza per quel rapporto fiduciario che dev'esserci sempre tra la salute dei cittadini, i medici e anche l'attività di questi ultimi, sia quella istituzionale, dentro gli ospedali, sia, evidentemente, quella privata al di fuori degli ospedali, per consentire anche la libertà di scelta dei pazienti stessi.
Tuttavia, vorrei dire al Ministro che il provvedimento è arrivato a noi - certo, dopo un lungo lavoro al Senato che lo ha modificato - neanche due settimane fa; abbiamo avuto a stento il tempo, come sa il presidente Lucà, di esaminarlo, in tempi abbastanza stretti; evidentemente, alcuni punti, che al Senato, probabilmente, erano sfuggiti, sono stati messi in evidenza da noi, senza nessun motivo di osteggiare il provvedimento che tutti quanti riteniamo importante.
D'altronde - come ha già detto l'onorevole Di Virgilio - quando l'iter in Commissione ha avuto esito e il provvedimento è stato trasmesso, per il parere, alle CommissioniPag. 23competenti, la stessa Commissione bilancio ha espresso parere contrario rispetto al famoso articolo 2 (sul quale, più avanti, magari, spenderò due parole); si tratta di un articolo che, nell'ambito dell'economia del provvedimento, interviene ben poco, perché è un articolo estraneo all'attività libero-professionale intra moenia dei medici. L'articolo 2, infatti, prevede il passaggio a tempo indeterminato di circa 300 dipendenti del Ministero della salute - sicuramente persone validissime - che vengono «istituzionalizzate».
Sicuramente ciò - al di là di quanto possa dire il Governo - comporterà, per il Ministero della salute, oneri che, secondo dati non ufficiali, sono stati quantificati in circa 60 milioni di euro. Sia chiaro, non ho niente contro queste persone che, sicuramente, saranno validissime; tuttavia, in linea di principio, sono sempre contrario a tutti i passaggi cosiddetti ope legis. Infatti, se ora inquadriamo nel ruolo dirigenziale circa 300 persone nel Ministero della salute, evidentemente, per qualche anno, il Ministero stesso non potrà più nominare altri dirigenti e chiunque si occuperà, in futuro, di tale Ministero, si troverà con le mani legate. Ripeto, non ho nulla contro queste persone; tuttavia, effettivamente, la questione è abbastanza strana.
Inoltre, volevo sottolineare un ulteriore aspetto: per quanto riguarda l'attività intra moenia, secondo un articolo pubblicato su Il Sole-24 Ore di qualche giorno fa, circa il 70 per cento - nello specifico il 67,5 per cento - dei medici svolge, soprattutto al sud, attività di libera professione cosiddetta allargata, in quanto, soprattutto al sud, non vi sono ancora strutture disponibili per consentire a tali medici di svolgere l'attività intra moenia, vale a dire dentro l'istituzione.
Il provvedimento prevede, pertanto, una proroga di diciotto mesi, affinché tali strutture vengano attivate e i medici possano svolgere la loro attività libero-professionale all'interno della struttura ospedaliera stessa.
Secondo noi diciotto mesi non sono abbastanza in quanto sicuramente in questo periodo di tempo le cose non cambieranno molto, soprattutto nelle regioni del meridione. Pertanto, il provvedimento in discussione non fa altro che prolungare il problema, lasciandolo ancora una volta irrisolto.
Come ho già detto nel corso della discussione in Commissione, per far svolgere l'attività libero-professionale ai medici, basterebbe applicare solamente il comma 5 dell'articolo 1 ed istituzionalizzare la previsione di stabilire in ogni struttura e unità operativa, come voi stessi affermate, i volumi di attività istituzionale. Signor Ministro e signor sottosegretario, ormai si conoscono, per ogni struttura e per ogni medico, i volumi di attività istituzionale che un medico deve svolgere, perché l'azienda non «ne perda», ma addirittura ne guadagni. Basterebbe rendere ciò obbligatorio, comunicando ad ogni unità operativa qual è il volume di attività istituzionale che deve svolgere - anche il 90 per cento - in maniera tale che l'azienda ne tragga un guadagno.
Al di là di ciò, ogni medico, oltre l'orario di lavoro stabilito e delle ore giornaliere da svolgere all'interno della struttura, potrebbe liberamente svolgere la propria attività libero-professionale dentro o fuori l'ospedale, senza alcun problema. In tal modo all'ospedale e all'ASL sarebbe garantito lo svolgimento dell'attività istituzionale interna e ai medici la libera attività. Ogni medico pagherebbe le tasse e sarebbe poi soggetto ai controlli finanziari. Eventuali omissioni, il mancato pagamento delle fatture o le dichiarazioni inesatte, sarebbero di competenza, evidentemente, della Guardia di finanza.
Invece, così facendo e con i vincoli da voi inseriti nell'ambito del provvedimento in discussione, a mio avviso difficili da attuare, relativi alle prenotazioni e ai pagamenti che devono essere fatte nelle ASL proprio per evitare eventuali evasioni fiscali, si creerà un caos - lo affermo con cognizione di causa - soprattutto nelle regioni del sud e non faremo altro che aumentare l'evasione fiscale da parte diPag. 24molti medici, i quali effettueranno molte visite e controlli come libera attività professionale, fatturando meno di prima. Costituirà un problema della Guardia di finanza accertarlo.
Spero che non si tratti di una profezia catastrofica. Tuttavia ho molti dubbi, anche perché non vi sono attualmente le strutture e il personale necessario per prendere gli appuntamenti nelle strutture sanitarie locali. Molte persone telefonano, ma nessuno risponde. Può anche accadere che vengano fissati appuntamenti molto lontani. Si tratta di qualcosa di impossibile da attuare.
Infine, vorrei far presente che l'ultimo parere giunto in Commissione è stato quello della Commissione cultura della Camera, che ha posto alcune condizioni che ritengo sicuramente giuste. Infatti, nell'ambito del provvedimento in discussione manca completamente la previsione di un rapporto, che invece deve essere costante e continuo, di collaborazione tra la facoltà di medicina dell'università e il Servizio sanitario nazionale.
Infatti, le condizioni della Commissione cultura relativi all'articolo 1 richiedono che «(...) sia definito secondo parametri stabiliti in appositi schemi tipo di convenzione tra regioni e università concordati con il Ministero dell'università e della ricerca» - così deve essere - e poi conseguentemente con i rettori. È importante che ciò venga aggiunto.
In secondo luogo, al comma 7, oltre alle regioni, all'assessorato regionale e al Ministero della salute, in questi accordi e in questo protocollo devono essere considerati anche i protocolli di intesa che ogni università conclude con la propria regione, in cui vengono stabiliti anche i rapporti della libera attività intra moenia e come quest'ultima debba essere svolta.
Pertanto, carissimo Ministro, la ringrazio per le sue parole di collaborazione. Non si è mai trattato di un ostruzionismo fine a se stesso, né di non voler approvare il disegno di legge in discussione, ma solamente di chiarire alcuni punti, che riteniamo importanti, del provvedimento che oggi verrà sicuramente approvato.
Vorrei far rilevare un elemento importante ossia che speriamo che anche la maggioranza, oltre all'opposizione così presente, contribuisca a non far venire meno il numero legale perché è importante che il provvedimento al nostro esame venga alla fine approvato da tutti.
Ci è stato rimproverato di voler fare ostruzionismo e di non voler approvare il disegno di legge in oggetto. Non lo abbiamo mai detto, abbiamo voluto solo dei chiarimenti su alcuni dubbi che ancora riteniamo importanti.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare, pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.