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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Riorganizzazione della Commissione centrale per le cooperative ad opera del decreto del Presidente della Repubblica n. 68 del 14 maggio 2007 - n. 3-01192)
PRESIDENTE. Il deputato D'Ulizia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01192, concernente la riorganizzazione della Commissione centrale per le cooperative ad opera del decreto del Presidente della Repubblica n. 68 del 14 maggio 2007 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, signor Ministro, il decreto-legge n. 223 del 2006, convertito nella legge n. 248 del 2006, in qualche modo aveva la finalità di ridurre i componenti degli organi collegiali dei vari dicasteri per tesaurizzare il risparmio. Purtroppo, lei signor Ministro, nel ricomporre la Commissione centrale delle cooperative, di fatto ha stravolto la cosiddetta «norma Basevi», che fu il fondatore del moderno sistema cooperativo, un antesignano dello sviluppo della cooperazione nel nostro Paese. Pertanto, secondo noi, è stato tradito il termine della legge che voleva puntare a risparmiare...
PRESIDENTE. Deputato D'Ulizia, la prego di concludere.
LUCIANO D'ULIZIA... anziché stravolgere una norma che ha dato degli ottimi risultati.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. La riduzione del numeroPag. 30dei componenti di tale Commissione (erano 37, mentre adesso sono 11) è stata necessariamente adottata seguendo dei criteri, ovvero il superamento della pariteticità della rappresentanza delle associazioni, per arrivare ad un principio di rappresentatività, riferita alla consistenza associativa. È stato seguito un principio generale che vale per il CNEL, per le camere di commercio, per tutti gli organi di emanazione sindacale, superando quindi un'eccezione, ed entrando nel sistema che presiede a tale tipo di nomine e di organizzazioni. Anche la presenza dei ministeri è stata ridotta da 9 a 5.
La circostanza segnalata dall'interrogante, per cui è stata nominata la Commissione centrale con procedure iniziate quando era ancora vigente quella precedente, è stata dovuta solo a ragioni tecniche, per garantire la continuità dell'attività e, naturalmente, con garanzia che la Commissione precedente potesse lavorare fino alla naturale scadenza.
A chi sostiene che in realtà non si sia realizzato un risparmio e che tale norma è stata inserita a titolo di risparmio di spesa, ricordo che, benché in questo caso non ci siano pagamenti di gettoni od altro, tuttavia le connesse spese di struttura e di segreteria sono sempre ritenute correlate al numero dei componenti e, quindi, riducendo questi apparati, abbiamo potuto e dovuto collegare tale norma anche al tema generale - affrontato nella recente legislazione - di una riduzione del carico di spese e del numero dei componenti dell'insieme di queste Commissioni. Aggiungo, per completezza di informazione, che la nuova Commissione centrale per le cooperative è stata ricostituita con decreto del 5 settembre 2007.
PRESIDENTE. Il deputato D'Ulizia ha facoltà di replicare.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta, pur tuttavia mi devo dichiarare assolutamente insoddisfatto.
Ministro Bersani, evidentemente noi intendiamo in diverso modo la cooperazione. Di fatto noi non lamentiamo che lei abbia intaccato anche la pariteticità della rappresentanza del movimento cooperativo, ma che il presidente della commissione centrale è stato sempre un esponente del movimento cooperativo e che lei, invece, con quel decreto ha passato la mano al Ministro dello sviluppo economico: in tal modo il presidente non sarà più un cooperatore, ma un rappresentante dal Governo.
Non si tratta di una questione tecnica o di numeri, ma di impostazione politica! Che cosa si è voluto realizzare? Si è voluto che il movimento cooperativo perdesse in qualche modo la propria autonomia. Noi non accettiamo questo discorso, lo contestiamo! Il movimento cooperativo deve mantenere la sua autonomia! Vedremo poi, quando ci sarà da valutare la questione che riguarda, purtroppo, i nostri amici Fassino e D'Alema, come ce la sbroglieremo in questa situazione.
Mi dichiaro, lo ripeto, insoddisfatto perché, anche se lei qui, signor Ministro, lo ha negato, ma c'è stato un taglio politico. Si vuole sottomettere la cooperazione ad un governo estraneo alle proprie logiche e alla propria cultura. Noi denunciamo questo in Parlamento: la cooperazione non può essere sottomessa ad una logica diversa, che non sia quella della propria missione, dei propri soci, del ruolo che essa svolge in questa società e in Europa.