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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Società sottoposte al controllo pubblico che gestiscono servizi pubblici locali e questione dei «costi della politica» - n. 3-01200)
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01200, concernente società sottoposte al controllo pubblico che gestiscono servizi pubblici locali e la questione dei «costi della politica» (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevole Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali Lanzillotta, intervengo, anche in vista di una trasparenza migliore, che lei ha sempre annunciato e che sappiamo essere al centro del suo interesse, per avere tale principio di trasparenza applicato anche nei confronti dell'opinione pubblica in un clima - diciamo così - di dileggio e di populismo, per sapere quanti siano i consigli di amministrazione e i componenti dei consigli di amministrazione di tutti gli enti locali, suddivisi provincia per provincia e anche per tipologia di settore, considerato che il 25 giugno 2007 è uscita una serie di articoli da cui si poteva dedurre che c'erano 3.211 società sottoposte a controllo pubblico e che esse erano aumentate del 119 per cento negli ultimi anni.
PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, Linda Lanzillotta, ha facoltà di rispondere.
LINDA LANZILLOTTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. Signor Presidente, l'interrogazione dell'onorevole Volontè investe un tema, quello dei costi della politica, nella particolare prospettiva dell'entità numerica degli amministratori delle società partecipate dagli enti locali, società sulle quali il Governo è già intervenuto in modo incisivo sul piano legislativo e su quello amministrativo, in particolare con alcune norme della legge finanziaria che hanno limitato sia il numero dei componenti sia la misura dei compensi relativi.
Infatti, l'articolo 1, comma 729, della legge finanziaria per il 2007 ha disposto che il numero complessivo dei componenti dei consigli di amministrazione delle società partecipate totalmente dagli enti locali, anche in via indiretta, non può essere superiore a tre, salvo che per le societàPag. 43con capitali pari o superiori ad un importo determinato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, per le quali il predetto numero è elevato a cinque. Per le società miste la medesima norma della finanziaria ha fissato a cinque il numero massimo dei componenti dei consigli di amministrazione designati dai soci pubblici locali, compresi quelli eventualmente designati dalle regioni.
Il predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è stato emanato il 26 giugno su mia proposta, di concerto con i Ministri dell'interno e dell'economia e delle finanze, a seguito di un'istruttoria tecnica e dopo avere acquisito il parere della Conferenza Stato-città, ed è stato pubblicato il 7 agosto scorso. Successivamente, in data 27 luglio, è stata emanata una circolare a ulteriore chiarimento della portata di queste norme. In tale circolare è stato precisato che la limitazione del numero massimo degli amministratori delle società partecipate dagli enti locali è da considerarsi immediatamente operante una volta adottato il predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di determinazione della soglia di capitale, che è stata fissata a 2 milioni di euro, e decorsi i tre mesi previsti dalla stessa norma della finanziaria per l'adeguamento degli statuti e dei patti parasociali da parte delle società interessate. A tale riguardo, nella circolare è stato evidenziato che se il potere di nomina degli amministratori si consuma nel momento dell'adozione della relativa determinazione da parte dell'organo assembleare e rimane soggetto al principio del tempus regit actum, diversamente gli effetti della nomina, dando luogo a un rapporto di durata, si prestano ad essere incisi dalla normativa sopravvenuta; la norma, quindi, si applica anche ai consigli in carica. Deve ritenersi, di conseguenza, che, trascorsi i tre mesi dalla data di pubblicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il numero degli amministratori delle società partecipate dagli enti locali non potrà essere superiore a quello previsto dalle norme.
Tutto ciò costituisce la risposta concreta e già molto risolutiva che il Governo ha voluto adottare nei confronti dell'espansione numerica degli organi di amministrazione delle società partecipate dagli enti locali, congiuntamente agli interventi concernenti la limitazione dei compensi.
I dati sulla consistenza delle società non sono noti ad alcuno: né al Governo, che non ha il potere di acquisirli direttamente, né ad organizzazioni di categoria.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LINDA LANZILLOTTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. È quindi intenzione del Governo attivare, su base convenzionale con le regioni e gli enti locali, una banca dati con cui si garantisca trasparenza sia sui numeri sia sui risultati economici di tali società.
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di replicare.
LUCA VOLONTÈ. Onorevole Ministro, comprendo la difficoltà che si incontra nel preparare una risposta in pochi giorni rispetto ai dati e al principio di trasparenza. Invito però lei, a nome di tutto il Governo (è da poco andato via il suo collega Santagata), ad acquisire tali dati, magari anche attraverso un passaggio in sede di Conferenza Stato-regioni o di Conferenza Stato-città-autonomie locali. È infatti fondamentale che i cittadini sappiano - al di là di quanto si legge su taluni quotidiani - quali siano l'esatta composizione e l'esatto numero dei consigli di amministrazione in ogni ente locale. Mi è stato riferito infatti che, in talune amministrazioni provinciali (anche nel caso di province non molto popolose), fra amministrazione provinciale e comunale vi sono fino ad un massimo di sessantuno società collegate: è chiaro che la maggioranza ivi presente risulta favorita alle prossime elezioni (e non voglio parlare di «colori» per evitare polemiche politiche)!
Si tratta di uno scandalo: ad oggi, dal momento che non è ancora entrata inPag. 44vigore la norma proposta ed approvata con la legge finanziaria, dobbiamo prendere atto che vi sono almeno 19.200 consiglieri di amministrazione, i quali vivono e percepiscono gettoni di presenza (signor Ministro, vedremo fra due mesi se la situazione cambierà) come se fossero amministratori di un consiglio di amministrazione che vive in competizione con altre società. Ma sappiamo benissimo che non è così, poiché in taluni servizi pubblici locali i suddetti amministratori amministrano patrimoni in condizione di sostanziale monopolio. Dobbiamo dunque uscire da una simile situazione.
Lo abbiamo detto pubblicamente e lo ripetiamo oggi: in questa battaglia siamo al suo fianco. Non al fianco del Governo, ma al suo fianco: poiché sappiamo benissimo che, su talune sue idee, non vi è una particolare sintonia nella maggioranza. Al contempo, però, la invitiamo ad essere più determinata e a fornire al più presto al Parlamento i dati precisi su questo, che è il vero scandalo della situazione amministrativa e politica del nostro Paese.