Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Si riprende la discussione.
(Ripresa dichiarazioni di voto - Doc. XVI, n.1)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, il documento sottoposto all'approvazione dell'Assemblea - la relazione della VIII Commissione - in questa discussione si è risolto nella disputa «nucleare sì - nucleare no».
Considerato che si tratta di discutere di cambiamenti climatici, tale discussione non può risolversi solo ed esclusivamente così, in quanto, comunque, dopodomani attenderemo risposte per il nostro territorio che dovranno arrivare non solo in merito alla ricerca nucleare o alle nuove centrali nucleari, ma dovranno riguardare la domanda relativa alla possibilità di procurare l'energia di cui necessitano le nostre aziende.
Queste ultime, il prossimo inverno, avranno sicuramente bisogno di energia, e non abbiamo affrontato, ad esempio, il tema delle scorte di gas, e la relazione non tratta l'aspetto relativo ai rigassificatori, e ciò ne rappresenta un punto di debolezza. Non è stato sviscerato - come sostenevo ieri durante la discussione - il tema dell'idrogeno, di cui si è detto poco e in merito al quale si sono date pochissime certezze.
È chiaro che oggi l'intero arco del Parlamento si pone le domande con le quale si vogliono sicuramente approfondire alcune «non condivisioni» all'interno dell'attuale maggioranza, ma dobbiamo anche dare risposte in merito alle tematiche che mancano.Pag. 64
Ad esempio, abbiamo parlato ben poco di infrastrutture, mentre noi dobbiamo fornire risposte per la realizzazione delle stesse: la TAV, le autostrade di cui necessitiamo soprattutto nei territori del nord, il corridoio 5 e quant'altro. Infatti, anche queste opere possono tradursi in una riduzione dell'inquinamento e dell'immissione di CO2.
A questi temi in Commissione si è solamente accennato, ma non si è parlato ad esempio della «sburocratizzazione» delle pratiche per la realizzazione di queste opere, quindi in tale ambito si rimane sempre fermi nell'impasse che da anni coinvolge il nostro Paese.
Inoltre, per quanto riguarda le nuove energie alternative, producibili con i vari sistemi citati dalla stessa relazione, si è parlato ben poco di quante opportunità si possano offrire alle nostre aziende, attraverso la defiscalizzazione, di attingere a tali settori energetici o addirittura di essere promotrici - le stesse imprese - del prodotto finale in materia di energia alternativa.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 16,10)
GUIDO DUSSIN. Sappiamo benissimo che la Germania e l'Inghilterra sono i Paesi di riferimento per la soluzione del fabbisogno interno attraverso le energie alternative, ma sono anche produttori di pannelli solari e fotovoltaici.
Occorrono dunque le defiscalizzazioni, gli incentivi addirittura o i contributi di qualsiasi tipo, ma sicuramente bisognerà parlare sia di defiscalizzazione sia di incentivi alle aziende.
Un altro tema rispetto al quale troviamo una forte debolezza in questa relazione è quello dei rifiuti. Il tema dello smaltimento dei rifiuti è un argomento che abbiamo sostenuto e approfondito concretamente con le nostre amministrazioni dando ampie soddisfazioni rispetto ai numeri e alle istanze di altre realtà del nostro Paese, in particolar modo, al sud e soprattutto in Campania. Ebbene, nella relazione non è scritto nulla sugli inceneritori nè sullo smaltimento finale del prodotto.
Un altro tema che non abbiamo visto approfondito nella relazione in esame è quello degli OGM, prodotti dell'agricoltura su cui presto si dovrà dare una risposta anche in materia di produzione di carburante ed energia.
Ma non è stato scritto nulla su quali tipi di prodotto dovrà produrre la nostra realtà italiana in questo caso. Se lasciamo ad un'istanza generale la diversificazione delle varie produzioni italiane, saremo certamente succubi delle grandi nazioni che ovviamente faranno forza sugli OGM.
L'ultima cosa che tengo a sottolineare è il fatto che, parlando del nostro inquinamento, dobbiamo pensare - come è stato citato nella relazione della Commissione - al tema delle grandi nazioni che aprono una centrale a carbone con prodotti fossili ogni settimana. Su questo ci deve essere l'impegno del Ministro a far sì che possiamo mettere in evidenza questo aspetto e denunciare l'inquinamento che ne deriva, il più importante a livello mondiale delle grandi nazioni.
Per questi motivi il gruppo Lega Nord Padania esprimerà un voto di astensione, se non interverranno fattori modificativi, sulla risoluzione Realacci ed altri n. 6-00021; non ci sentiamo di esprimere un voto favorevole sulla risoluzione Volonté ed altri n. 6-00024, in quanto vi è un'impostazione diretta esclusivamente, e da subito, verso il nucleare, mentre noi non vogliamo proporla tale e quale ma piuttosto porre l'attenzione sullo sviluppo della ricerca, che è già sottinteso nelle altre risoluzioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi e colleghe, innanzitutto il gruppo dei Verdi intende ringraziare per il lavoro svolto dalla CommissionePag. 65e dal suo presidente Realacci con la relazione sui cambiamenti climatici. Mi rifaccio anche all'intervento svolto dalla nostra collega Grazia Francescato. Dobbiamo dire innanzitutto che questo dibattito sui cambiamenti climatici - ringraziamo anche lei signor Presidente - lo si è dovuto anche alla richiesta che il gruppo parlamentare dei Verdi ha più volte avanzato nella Conferenza dei capigruppo per aprire un dibattito in questo Paese su tale drammatica questione.
Alcuni giorni fa si è chiusa la Conferenza nazionale sul clima, promossa dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di fatto la prima conferenza nazionale sul clima che sia mai stata organizzata in Italia.
La Conferenza ha dato il via nel nostro Governo, per la prima volta, ad una strategia di contrasto dei cambiamenti climatici attraverso un piano sulla strategia di mitigazione e sull'adattamento, insieme ai tredici punti presentati nella Conferenza.
È evidente a tutti, ma principalmente agli italiani, a cui ci rivolgiamo, che non possiamo in questa sede non parlare delle polemiche che in questi giorni ci hanno lasciati sbigottiti e interdetti insieme a tanti cittadini italiani. È come se una certa politica, in alcuni casi trasversalmente, sostenuta da una parte dell'informazione, abbia potuto rilanciare tesi negazioniste sui cambiamenti climatici.
Si è parlato nella storia di negazionismo anche per eventi drammatici: vi sono storici che mettono addirittura in discussione l'olocausto. Ebbene il negazionismo sui cambiamenti climatici rappresenta in sé un problema etico forte su cui dovremmo interrogarci tutti, a partire da coloro i quali mettono in discussione la questioni dei cambiamenti climatici.
Ma ciò che è drammatico e francamente inaccettabile - mi rivolgo ad una parte dell'opposizione che ha sottoscritto e votato in Commissione la risoluzione Realacci ed altri n. 6-00021 ma anche all'onorevole Casini, che apre al nucleare, e ad altri esponenti di Forza Italia che ne hanno parlato - è che. in Francia con Sarkozy, ma anche in Germania con la Merkel (certamente non Governi progressisti ma conservatori) non c'è alcuna discussione sull'esistenza o meno dei cambiamenti climatici, ma si discute sulle soluzioni da prendere.
In questo Paese, invece, ci si divide su questo punto e ciò, di per sé, rappresenta un fatto molto grave, di grande arretramento e, certamente, non è una buona risposta che diamo al Paese, che vuole, invece, segnali importanti. La dimensione etica, cui accennavo prima, infatti, consiste nel parlare alle generazioni future, nel lasciare loro un pianeta che sia vivibile e, certamente, non nelle condizioni in cui lo stiamo lasciando, con questo sviluppo economico, con l'inquinamento e i disastri che stiamo producendo.
Del resto, molti giornali, in questi ultimi giorni, anche in maniera contraddittoria, da un lato danno spazio a posizioni negazioniste (senza nemmeno considerare le posizioni istituzionali del Governo) e dall'altra annunciano, ad esempio, che i ghiacciai che ricoprono il passaggio del nord-ovest si sono sciolti. È un fatto gravissimo! Un fatto di una gravità inaudita! Non so se ci rendiamo conto della portata di ciò.
Si parlava del peso delle lobby. Sì, esiste un peso delle lobby che condiziona la politica; non vi è dubbio e dobbiamo dirlo ad alta voce. La politica, tuttavia, deve recuperare il senso comune dell'interesse pubblico e generale del Paese ed è necessario farlo, perché quando viene meno ciò, vi è un problema serio anche nella democrazia di un Paese. Vi è, infatti, una parte dell'economia - dobbiamo dirlo, non tutta l'economia - che si vuole sottrarre all'innovazione tecnologica, cioè a quell'innovazione che consente di ridurre l'inquinamento e le emissioni di CO2. Vi sono dati scientifici inoppugnabili, da questo punto di vista. Gli attacchi che sono stati rivolti alla Conferenza nazionale sul clima sono sciocchezze. I dati forniti nella Conferenza sono i dati dell'IPCC, che confermano il riscaldamento maggiore dell'area del Mediterraneo. Iniziamo, dunque, adPag. 66avere un atteggiamento di umiltà e un approccio scientifico su questi punti.
Passo, pertanto, all'approccio scientifico. Vi è un elemento che ha segnato la Conferenza nazionale sul clima alcuni giorni prima della sua apertura: si tratta dell'allarme lanciato dall'amministratore delegato Conti, il quale ha affermato che nel 2008 gli italiani rimarranno al buio e al freddo. Tale allarme, in realtà, rappresenta un boomerang e, adesso, lo dimostrerò a chi avrà la cortesia di ascoltarmi. Innanzitutto, individuiamo il quadro energetico di questo Paese. Come i parlamentari potranno osservare, questa è la relazione annuale del Gestore del mercato elettrico: l'Italia dispone di un potenziale di energia elettrica di oltre 80 mila megawatt. Ultimamente, nel Paese, il massimo picco di consumo per usi civili e industriali è stato di 56 mila megawatt. Il presidente dell'ENEL, in un'intervista a L'Espresso, alcune settimane fa, ha affermato che, dal 2003 (l'anno del famoso black out) sino ad oggi, vi è stato un aumento di potenziale elettrico, installato attraverso nuove centrali nel nostro Paese, di 26 mila megawatt.
Ebbene, già questi dati sono eloquenti, ma andiamo oltre, affrontando il fatto che si accusi il Ministro dell'ambiente di aver bloccato le infrastrutture. Vi dimostrerò, dati alla mano, come in realtà, in questo Paese, a bloccare le infrastrutture di approvvigionamento energetico del gas siano state ENI ed ENEL. Nessun organo di informazione né la politica hanno chiesto conto di tale vicenda, ma noi oggi, in quest'aula, ne chiediamo conto e chiediamo ai presidenti dell'ENEL e dell'ENI di presentarsi per fornire una spiegazione. Sapete di che cosa parliamo? Parliamo del blocco, praticato dall'ENI, della realizzazione della procedura di potenziamento del gasdotto TTPC (Trans Tunisian Pipeline Company), pari a 4 miliardi di metri cubi di gas. In questo momento, in questo Paese, cinque siti di stoccaggio, pari a 4,2 miliardi di metri cubi di gas, sono liberi, non utilizzati dall'ENI per un problema di competizione, di strategia e di contrasto nella produzione di energia in questo Paese e per mantenere una posizione dominante. Tutto ciò è stato realizzato ai danni dei cittadini con un aumento del prezzo dell'energia.
Sapete anche di cosa parliamo? Mi sarei volentieri rivolto all'onorevole Casini, se fosse stato in aula. Mi riferisco anche ad un fatto di cui poco si parla e a cui l'Autorità per l'energia elettrica ed il gas e il Ministro dello sviluppo economico dovrebbero dare una risposta al Parlamento, cioè in particolar modo al fatto che nel 2005 le riserve strategiche di gas, in questo Paese, erano di 5,1 miliardi di metri cubi. Le riserve strategiche, per chi non avesse cognizione, sono quelle riserve che non si possono toccare per la sicurezza produttiva del nostro Paese. Ebbene, nel 2006 le riserve strategiche erano pari a zero.
Circa due miliardi di metri cubi sono stati venduti, dall'ENI, all'estero - come afferma il presidente dell'ENEL Gnudi - perché il maggior prezzo che si era determinato all'estero aveva ingenerato la possibilità di un maggior profitto per l'ENI, vendendo le riserve strategiche. Su tale punto il Parlamento deve interrogare - io stesso lo faccio - il management, i responsabili della strategia energetica di questo Paese. E mi sembra che già tali questioni siano sufficienti!
Vorrei parlare del nucleare. Si parlava, poc'anzi, di Rubbia. Onorevole Vietti, quando si riferisce a delle interviste, le deve leggere bene, non le può trasformare a seconda di ciò che più le aggrada. Infatti, il premio Nobel per la fisica, Rubbia - che il Ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio ha fatto tornare in Italia e che voi avevate mandato in esilio in Spagna - ha detto chiaramente che la ripresa dell'energia nucleare, anche con le tecnologie di nuova generazione - cito le testuali parole - aumenterà il costo dell'energia del doppio, ripeto, del doppio delle centrali nucleari, dicendo che, in realtà, è assolutamente falso che il solare costerà più dell'energia nucleare.
Inoltre, vi è una questione che, ieri, ad esempio, un grande economista come Jeremy Rifkin, venendo in Italia, ha posto alPag. 67nostro Paese e che riguarda il consumo dell'acqua. La Francia, che è il maggior produttore di energia nucleare, consuma complessivamente il 55 per cento dell'acqua fresca del Paese per raffreddare i reattori nucleari.
Non so se si parla con cognizione di causa quando si affronta il tema del nucleare, e mi rivolgo sempre all'onorevole Casini; non si parla, ad esempio, delle scorie radioattive, dell'uranio e delle materie prime che sono anche risorse limitate. Secondo l'Agenzia internazionale dell'energia atomica, sono tre milioni e mezzo le tonnellate di riserve di uranio, che serviranno per cinquant'anni solo per le attuali produzioni, senza aumentare le centrali.
In conclusione, per quanto riguarda la questione dei costi, della sicurezza e delle scorie, sono state dette tante cose, ovviamente, ma vi è un aspetto che viene poco menzionato. Quando si parla di energia nucleare è un po' come quando - scusate la divagazione incidentale - si parla di sistema elettorale «a vanvera»! Cerchiamo di non parlare «a vanvera» dell'energia nucleare! Esistono due tipi di energia nucleare, cari colleghi. Esiste la fissione, che produce scorie radioattive, ed esiste la fusione, l'energia pulita, nucleare, che non produce scorie radioattive. Pertanto, ci domandiamo per quale motivo, in questi anni, la ricerca sia ancora basata essenzialmente sull'energia nucleare da fissione, che determina un problema nel Paese.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ANGELO BONELLI. La ringrazio e mi avvio alla conclusione, signor Presidente. Dobbiamo candidarci a governare la terza rivoluzione industriale di questo pianeta, che è quella che si basa sul solare e sull'idrogeno, e non a governare il declino energetico...
PRESIDENTE. La prego di concludere, grazie.
ANGELO BONELLI. ...come qualcuno vorrebbe fare, ritornando a combustibili vecchi, inquinanti e che non salvano, certamente, il pianeta (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, cari colleghi e caro Ministro, ritengo che lei - come accennavo ieri - sia riuscito in un'operazione davvero incredibile! È riuscito, in modo particolare, esattamente nelle ultime ore, a spaccare a metà il Parlamento italiano, a dividere forze politiche che hanno maturato, viceversa, una posizione comune, accompagnando il lavoro della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici e di tutte le Commissioni permanenti, riunite per approvare la relazione della Commissione stessa. È riuscito a fare ciò, organizzando e gestendo in maniera inqualificabile un appuntamento che avrebbe dovuto essere un appuntamento serio.
Ci saremmo dovuti ispirare a ben altri consessi, per celebrare una Conferenza nazionale sul clima che è durata ventiquattr'ore reali - quarantotto contando quelle notturne - e che non è mai stata uno strumento di contraddittorio pubblico tra diversi approcci sul tema dei cambiamenti climatici. Non vi è mai stata la possibilità di gestire anche questo dissenso, sia pure un dissenso assolutamente residuale, lo sappiamo bene! Sappiamo che la comunità scientifica mondiale ne è perfettamente consapevole e il suo parere è stato recepito e diffuso dall'IPCC dell'ONU in maniera, ormai, assolutamente oggettiva e, direi, non più emendabile.
Siamo a conoscenza del fatto che le alterazioni climatiche sono prodotte prevalentemente dall'attività antropica e che, invece, solo una piccola percentuale - pari al 10 per cento e, forse, meno - è relativa al surriscaldamento per cause naturali del pianeta che, peraltro, avviene da circa diecimila anni a questa parte.
Tuttavia, ciò non significa nulla. Infatti, chi nega il negazionismo, di fatto,Pag. 68diventa complice del negazionismo stesso e artefice del catastrofismo. Giustamente, il Ministro Pecoraro Scanio è stato «scagliato» sui banchi del Governo a causa di una gestione deplorevole di tale appuntamento.
Avremmo immaginato, nel contraddittorio pubblico, non già il recepimento acritico di quanto studiato altrove, bensì l'apertura, semmai, di un dibattito nazionale a fronte di un dibattito internazionale che - vorrei rammentare - non soltanto ha fatto breccia nella comunità scientifica, ma ha coinvolto istituzioni ad ogni livello e latitudine geografica.
Parliamo dell'Unione europea, della sua Commissione, dei Governi di centrodestra e di centrosinistra, dell'impulso fornito da Angela Merkel (Partito Popolare Europeo), piuttosto che da Sarkozy nel corso dell'ultimo G8, dove ha affiancato i provvedimenti rivoluzionari a tutela dell'ambiente varati dal suo Governo e presenti nel suo programma elettorale con un monito agli alleati e amici americani, il quale è suonato come una forte protesta, peraltro sollevata anche dal Governo Berlusconi attraverso l'autorevole voce del Ministro di Alleanza Nazionale Altero Matteoli, per la mancata sottoscrizione del Protocollo di Kyoto.
Parliamo del rappresentante del partito repubblicano, più che autorevole, fortemente conosciuto e noto, Arnold Schwarzenegger, del leader del partito conservatore inglese David Cameron, nonché del laburista Brown. Parliamo di una comune sensibilità, caro Ministro, che lei stesso ha avuto la capacità di interrompere, qui a casa nostra, nonostante su quella relazione tutti i parlamentari di tutte le Commissioni si siano espressi favorevolmente in questi mesi, praticamente in modo unanime.
Dunque, ritengo lei debba fare autocritica e cercare di rispondere alle diverse sollecitazioni provenienti dalla stampa ma, soprattutto, da questo dibattito, da questa Assemblea e dalle voci di tanti parlamentari, i quali, ovviamente, sono rimasti basiti da tale gestione superficiale della Conferenza nazionale sul clima.
Certamente, non è facile, oggi, in questo clima mettersi a discutere e cercare di far prevalere un orientamento positivo e propositivo, cioè costruttivo. Tuttavia, noi di Alleanza Nazionale ce la metteremo tutta, perché pensiamo che l'esito devastante della Conferenza nazionale sul clima - voluta da lei, Ministro Pecoraro Scanio e dal suo Presidente del Consiglio, Romano Prodi - non possa essere mescolato al lavoro svolto dalle Commissioni per mesi e mesi, che ha preso forma nella relazione che dovremo approvare con la prima risoluzione che verrà posta in votazione dalla Presidenza.
Non è questione di lana caprina! Le linee guida dovranno certamente intersecarsi anche quando si discute sui mutamenti climatici o sulle questioni energetiche, ci mancherebbe altro! Allora, è giusto parlare di risparmio energetico, come si afferma nella relazione in discussione e in diverse risoluzioni. Una volta per tutte, dobbiamo emanciparci dagli interessi dei poteri forti o di alcuni di questi, i quali perseguono una logica di profitto e, talvolta, dimenticano - non tanto per la loro precipuità, ma anche perché apparati collaterali dello Stato - di rappresentare e difendere l'interesse e la comunità nazionale, gli interessi generali e, tra questi, gli interessi deboli e diffusi del popolo italiano.
Tuttavia, insieme alla cultura del risparmio, che deve prendere il sopravvento, non ci può non essere la conferma della volontà di rispettare gli impegni di Kyoto.
Caro Ministro, cari colleghi, al di là della destra e della sinistra, vorrei rammentare che questi impegni sono stati sottoscritti da un Governo di centrodestra: li ha sottoscritti Altero Matteoli - già citato Ministro dell'ambiente di Alleanza Nazionale - e, dunque, non è possibile rimangiarsi questi impegni, anche se è necessario assumersi delle responsabilità in ordine ai rapporti internazionali, diplomatici e commerciali. È, infatti, impensabile fermare le emissioni di anidride carbonica che provengono dagli altri Paesi inquinatori del mondo, e non è un problema che esiste solo negli Stati UnitiPag. 69d'America che, negli ultimi mesi, sono stati sopravanzati, in quanto ad emissioni di CO2, dalla Cina comunista.
Non si possono stringere accordi commerciali con la Cina senza presentare il conto, senza denunciare il fatto che in questo paese, ogni settimana, si apre una centrale a carbone, ma non certamente della tipologia di quelle europee, quelle presenti nei Paesi gestiti da democrazie occidentali: parliamo di un carbone involuto, di un carbone fortemente tossico e inquinante.
È, pertanto, indispensabile evitare di fare buon viso a cattivo gioco, scartare la tentazione dell'ipocrisia che, invece, vi ha travolto quando con una delegazione numerosissima - mille persone circa - vi siete recati in Cina e non avete mai parlato di emergenza ambientale! Non avete mai posto all'ordine del giorno la grande questione dei diritti ambientali oltre che quella, altrettanto ignorata, dei diritti umani, dei diritti civili, dei diritti dei minori, dei diritti sindacali e sociali! Se esistono dei diritti ambientali da rivendicare, tali diritti ci sono anche in India, in Cina e in Brasile, oltre che negli Stati Uniti d'America!
Pertanto, da un lato, dobbiamo rispondere affermativamente agli impegni di Kyoto sottoscritti non già da lei, Ministro, ma dal Governo di centrodestra e, dall'altro lato, dobbiamo svolgere il nostro dovere anche per quanto attiene alla capacità di interdizione rispetto a quei Paesi che sono grandi inquinatori, soprattutto per quel che attiene all'effetto serra.
Un'ultima considerazione, Ministro e colleghi, riguarda le energie alternative: dobbiamo continuare - ci mancherebbe altro - ad investire sulle fonti rinnovabili. Se non lo facessimo noi, che possiamo essere un esempio e un modello per quanto concerne la produzione di energia eolica e solare, dovremmo davvero riflettere sul fatto che Paesi meno fortunati del nostro stanno più avanti di noi.
Quindi, siamo d'accordo su questa linea e lo abbiamo dimostrato anche nelle Commissioni votando a favore di tale relazione. Tuttavia, caro Ministro e cari colleghi - in modo particolare mi rivolgo ai colleghi della maggioranza - dobbiamo avere un atteggiamento più duttile, più pragmatico e meno ideologico sulle fonti alternative; vale per l'idrogeno e vale per il nucleare.
Concludo, signor Presidente e Ministro: dobbiamo fare attenzione a non cadere in trappole che potrebbero presentarsi...
PRESIDENTE. Deputato Rampelli, concluda.
FABIO RAMPELLI... se dovessimo mettere in campo il vecchio meccanismo del confronto tra tifoserie. Non si tratta di fare il tifo a favore o contro il nucleare, a favore o contro l'idrogeno. Potremmo cadere in una trappola...
PRESIDENTE. Deputato Rampelli, concluda.
FABIO RAMPELLI. Potremmo inconsapevolmente - e concludo davvero, Presidente - trovarci a fare la retroguardia del nucleare da fissione, invece che l'avanguardia del nucleare pulito da fusione....
PRESIDENTE. La prego deve concludere.
FABIO RAMPELLI... o dell'idrogeno. Questa è la questione che vogliamo porre all'attenzione dell'Assemblea. Voteremmo volentieri se vi fosse una mozione contro il ministro Pecoraro Scanio...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
FABIO RAMPELLI.... e a favore della relazione della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stradella. Ne ha facoltà.
FRANCO STRADELLA. Signor Presidente, occorre raccontare brevemente laPag. 70storia di questa vicenda prima di esprimere giudizi. L'VIII Commissione, presieduta dall'onorevole Realacci (il quale certamente non può essere iscritto al partito dei nuclearisti o ai partiti dei nemici dell'ambiente) ha chiesto di affrontare queste tematiche e di stilare, con l'accordo della Commissione, un documento nel quale si valutassero tutte le possibilità e tutti gli schemi possibili per affrontare un tema serio, che condividiamo. Mi riferisco alla malattia del pianeta, al fatto che ci siano situazioni di grave difficoltà nelle emissioni inquinanti e nel presunto riscaldamento dovuto ad attività antropiche: anche qui il dibattito è aperto.
Il mondo scientifico non esprime certamente una posizione univoca su questo argomento. Noi affrontammo con realismo e serietà questa discussione e pervenimmo alla votazione unanime di un documento, che apriva gli orizzonti alla scienza, che intendeva avviare un dibattito serio e sereno che affrontasse il tema in discussione. Ci apprestavamo, quindi, a venire in aula con questa premessa: l'approvazione unanime del documento in Commissione.
L'atmosfera, evidentemente, è cambiata ed è peggiorata con la Conferenza sul clima. L'ecocatastrofismo emerso in questa Conferenza a causa delle posizioni intransigenti, assolutamente non disponibili al dialogo e al confronto, del Ministro e del suo partito, ha impedito che potessimo sottoscrivere la relazione presentata dalla Commissione all'Assemblea.
Ci siamo, quindi, attrezzati per presentare un atto di indirizzo alternativo (anche se, certamente, non del tutto) che, partendo dalle considerazioni che ho appena fatto circa la situazione del pianeta, individuasse quali potessero essere le soluzioni, non certo univoche, non certo condivisibili da tutti, comunque in qualche modo affrontabili e discutibili.
Il mondo scientifico non è totalmente schierato con le posizioni del Ministro Pecoraro Scanio, né tanto meno con le affermazioni che poco fa ha svolto il capogruppo del partito dei Verdi in Assemblea. Non è assolutamente vero che solo l'attività antropica è responsabile della situazione del pianeta; che le energie alternative siano in grado di risolvere il problema. Lo affermano illustri scienziati: lo stesso, che il capogruppo dei Verdi citava come un rimpatriato dal Ministro Pecoraro Scanio, afferma sul Corriere della Sera che il nucleare è una delle possibilità che vanno valutate. Sostiene anche che la sua sperimentazione sulla distruzione e sulla neutralizzazione degli effetti delle scorie nucleari in Italia non ha avuto corso e che la stanno portando avanti altri paesi.
È evidente che nel mondo si stanno valutando diverse opportunità, ma noi chiudiamo la strada a queste opportunità con l'affermazione drastica e indiscutibile del Ministro dell'ambiente italiano, che afferma che in Italia non ci saranno mai centrali nucleari!
Quest'affermazione dovrebbe essere supportata da ragionamenti scientifici; invece, è unicamente supportata e pronunciata sotto l'effetto di un condizionamento ideologico del tutto irragionevole e non condivisibile.
Crediamo che vi sia spazio per la ricerca scientifica, che si debbano svolgere considerazioni importanti anche in relazione all'applicazione del Protocollo di Kyoto.
È vero che il Presidente francese e il Primo ministro tedesco hanno elaborato documenti molto significativi ed importanti sul contenimento delle emissioni inquinanti, ma esse partono da posizioni leggermente diverse dalla nostra.
La Francia produce l'80 per cento dell'energia necessaria al suo fabbisogno con il nucleare e anche in Germania la percentuale è molto alta. È evidente, quindi, che le loro possibilità sono molto superiori alle nostre e non vi è alcun termine di paragone.
Dobbiamo aprire i nostri comportamenti alla comunità scientifica e attribuire a quest'ultima credibilità, anche quando rende affermazioni contrarie alla nostra opinione personale; non dobbiamo, invece, assoldare solo coloro che, anche se a titoloPag. 71gratuito, hanno un'opinione del tutto orientata e non sono disponibili ad accettare alcun tipo di confronto.
Su questo siamo veramente liberali perché accettiamo il confronto e il dibattito; ma li accettiamo nel momento in cui tutti i termini del problema vengono esaminati, tutte le soluzioni vengono messe in campo e tutte le possibilità che ci vengono consegnate dalla scienza possono essere applicate. Tenere un atteggiamento così ideologicamente condizionato, che porta a non considerare la storia millenaria del nostro pianeta, che ha visto alternarsi periodi di diverso modello ambientale, non attribuibili quindi all'attività umana,...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FRANCO STRADELLA. ...e a non considerare che in questo momento vi è un problema che va affrontato con serietà e con decisione senza scaricarlo sulle spalle delle aziende e dei cittadini, che rischiano inverni al freddo e estati al caldo a causa di una politica energetica che non tenga conto di questi aspetti, mi sembra del tutto miope e assolutamente impossibile in una situazione in cui ci troviamo, tra l'altro, a dover competere con Paesi aventi una produzione energetica assai diversa dalla nostra e con obiettivi condivisibili, che consentono alle loro aziende di essere competitive sui mercati.
La relazione in esame tiene conto di tutte queste considerazioni; in particolare, tiene conto dei costi...
PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.
FRANCO STRADELLA. ...che il sistema comporta sulla nostra produzione e della diagnosi, fatta in Commissione, della situazione del pianeta. Con essa non si vuole paralizzare e unificare tutte le strutture e tutti i comportamenti su un'unica idea dominante, che è quella del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il quale è accecato dal suo odio nei confronti del mondo produttivo, dalla sua incapacità di adeguarsi alle situazioni che cambiano e dalla sua pervicacia nel sostenere idee, che sono smentite dalla scienza e che non sono per nulla dimostrabili da un punto di vista scientifico.
Se su questa materia si creerà una scuola di pensiero aperta alla scienza, aperta alle soluzioni, che tenga conto delle esigenze non solo della salute del pianeta, ma anche di quella dell'uomo, che non è un incidente della storia o un bipede che ha rovinato l'ambiente, ma è colui che questo ambiente ha conservato e mantenuto, si potrà giungere a soluzioni e a provvedimenti condivisi.
La proposta proveniente dal Governo, che non è contenuta nella relazione in esame e che evidentemente non è dissociata dall'azione della sua maggioranza, ci impedisce di votare a favore di una risoluzione, che avremmo potuto tranquillamente sostenere.
In conclusione, preannuncio che il gruppo di Forza Italia si asterrà sulla risoluzione Realacci, mentre voterà a favore delle altre tre risoluzioni presentate a prima firma rispettivamente dai colleghi Barani, Leone e Volontè (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mariani. Ne ha facoltà.
RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, l'ampio dibattito da cui è scaturita la risoluzione in esame, la n. 6-00021 a prima firma Realacci, ha trovato approfondita e diffusa analisi all'interno della VIII Commissione ambiente e territorio della Camera, con responsabilità ed interesse di tutti i suoi componenti.
Dalla relazione sulle tematiche relative ai cambiamenti climatici, al cui relatore, onorevole Benvenuto, va la nostra gratitudine, sono indirizzati a quest'Assemblea ed al Governo numerosi spunti, che dobbiamo saper cogliere senza esitazioni e, per una volta, ci auguriamo, all'unanimità.
In questi giorni si è svolta la conferenza nazionale sul clima, il cui principale effettoPag. 72immediato è andato nella direzione di consolidare nell'opinione pubblica la consapevolezza della necessità di agire subito e di individuare misure concrete.
Dalle audizioni e dal confronto svoltosi presso le sette Commissioni parlamentari a vario titolo competenti ed anche con le numerose agenzie scientifiche ed universitarie, i molti soggetti economici interessati, e soprattutto i Ministeri, i quali nella loro azione quotidiana trovano il motivo di una competenza e di un adattamento alle azioni concrete rispetto al tema del cambiamento climatico, abbiamo colto, pur fra i moltissimi argomenti, un comune sentire: la necessità di agire con maggiore condivisione, coerenza e reciprocità, nella direzione indicata. Insomma, vi è la necessità di assumere politiche, declinate secondo la sostenibilità ambientale, come pilastro fondamentale dello sviluppo del nostro sistema nel prossimo futuro.
Vi sono stati ritardi preoccupanti in alcuni settori strategici per il nostro Paese. Ne elenco alcuni: l'energia, i sistemi di mobilità, gli aiuti per la ricerca, l'edilizia, l'agricoltura, la difesa del suolo, la protezione dei grandi fiumi.
Il 2007 è stato definito l'anno del consenso globale; i governi più importanti dell'Unione europea hanno invertito la marcia, stabilendo un traguardo in accordo con la Commissione europea, e si sono candidati a costituire la punta avanzata delle politiche mondiali in campo ambientale: politiche di adattamento, modelli e stili di vita, buone pratiche, ricerca scientifica pura ed applicata, leggi, regole più chiare, coerenza istituzionale a partire dall'Unione europea per arrivare alle singole regioni.
Molta attenzione viene riservata dalla società italiana alla nostra capacità politica e di governo anche in questo campo. Le associazioni ambientaliste, il mondo scientifico, le associazioni dei consumatori e il sistema economico premono perché da un'enorme potenzialità scaturiscano effetti positivi per ambiente, cittadini ed anche - perché no? non vediamo contraddizioni - per il sistema produttivo del nostro Paese.
Si è parlato di una terza rivoluzione industriale che dovremmo saper avviare, sollecitare, incentivare, senza rigidità, ma con regole chiare, ispirate alla tutela della qualità della vita dell'ambiente e della salute dei cittadini. Occorrono responsabilità e semplificazione normativa. In questo senso, siamo partiti con le numerose iniziative avviate con la legge finanziaria per il 2007; oggi, con la legge finanziaria che ci accingiamo a definire, così come indicato nel DPEF, ci proponiamo di fare altrettanto e anche più. Molto, comunque, è possibile fare anche nella direzione dell'armonizzazione delle leggi già esistenti e intorno alle quali ruota il sistema dell'ambiente, dello sviluppo economico, dell'agricoltura, dell'energia e della ricerca. Vi sono, infatti, molte questioni che debbono ancora essere riordinate perché tale sistema sia reso efficace ed efficiente nel più breve tempo possibile, in particolare attraverso la ricerca di una maggior coesione fra i Ministeri competenti e attraverso la valorizzazione del sistema delle agenzie ambientali e di ricerca, che costituiscono utilissimi supporti non solo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ma in generale al lavoro del Governo. Tali agenzie, in passato, si sono sentite emarginate in ruoli secondari, mentre si tratta di un sistema ricchissimo di apporti scientifici e culturali, del cui contributo sarebbe gravissimo privarsi, anche nell'ottica dell'efficienza e del risparmio della pubblica amministrazione.
È a quel sistema, ad esempio, insieme a quello universitario e della ricerca, che affidiamo la delicatissima missione dell'approccio allo studio della nuova generazione del nucleare: non alle chiacchiere superficiali, né alle polemiche dell'ultimo minuto di chi si appiglia alla cronaca quotidiana. In questo senso, sul terreno della polemica e della discussione all'impronta, sarebbe troppo facile citare il tema così delicato che oggi affiora dalla cronaca mondiale: il riferimento al tema del nucleare, infatti, chiama oggi in causa le vicende iraniane ed i possibili, ipotetici conflitti. Pensate a quanto si potrebbePag. 73discutere di questo argomento, innescando a catena polemiche che non portano a nulla! Si deve inoltre tener ben presente quanto ancora brucia l'umiliazione dovuta all'incapacità con cui il passato Governo ha gestito la questione delle scorie nucleari in una delle principali regioni del centro-sud. Insomma, dobbiamo condurre questa discussione con l'approccio scientifico, la serietà e la delicatezza che la materia richiede.
D'altronde, nelle audizioni che la VIII Commissione ha svolto con i rappresentanti, oltre che del sistema economico e culturale, soprattutto del mondo scientifico e della ricerca, tale discussione è stata condotta con la calma ed anche con la serietà e la correttezza dovute. Insomma, con senso di responsabilità il nostro Governo ha stabilito di partecipare ad un progetto di ricerche e riteniamo che ciò sia serio e corretto.
Le conseguenze che i cambiamenti climatici stanno producendo si abbattono sull'intero pianeta, ma soprattutto sulle popolazioni più deboli, sui più poveri. Si tratta di un tema - lo ricordo a noi stessi - delicato e pressante, che coinvolge l'azione complessiva di un Governo, ma non da solo, bensì nell'azione dello scacchiere internazionale, impegnato a sottolineare l'esigenza di trovare soluzioni per posizioni e Paesi che si vedono vittime di conflitti legati allo sfruttamento delle risorse strategiche (penso all'acqua, al petrolio, al gas). Tutto ciò rientra in una discussione che fa, dei temi ambientali, uno dei principali argomenti di geopolitica che oggi dobbiamo saper affrontare con serietà e con maggior compattezza.
La questione dello scacchiere internazionale pone al nostro Paese una sfida decisiva, che vorremmo raffigurare come quella che ci aspetta nel futuro prossimo: una sfida che si impone a tutto il sistema di un Paese moderno, quella di affrontare, cioè, i prossimi anni con un progetto di sviluppo per tutti settori, un pilastro fondamentale per il nostro agire futuro.
Per tale motivo, il gruppo de L'Ulivo voterà a favore della risoluzione Realacci n. 6-00021. Noi riteniamo che per l'unanimità che è stata riscontrata nella discussione svoltasi all'interno delle sette Commissioni e nel confronto con i numerosi Ministeri che hanno voluto fornire un fondamentale apporto al contributo della relazione, sia necessario affrontare, non per singoli schemi, ma con coerenza, unità e coesione, una politica complessiva.
L'ultima questione su cui desidero soffermarmi riguarda la coerenza con tutto il sistema istituzionale. Noi dobbiamo rispettare - non è inutile ripetersi rispetto a quanto hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto - alcuni parametri e norme poste dall'Unione europea, che sono da considerare come punti di riferimento per le nostre prossime politiche ambientali. Dobbiamo, però, anche tenere presente, nell'ambito di quella coerenza legislativa che vorremmo raccomandare fosse più incisiva, anche il rapporto con le regioni. Noi ragioniamo spesso di federalismo e di azioni che le nostre regioni possono intraprendere anche nel campo dell'ambiente e nell'organizzazione delle politiche a favore della sostenibilità ambientale. A tale riguardo, raccomandiamo e crediamo importante ed utile che, rispetto a tale aspetto, vi sia un maggior raccordo con il sistema legislativo delle regioni, affinché il complessivo riordino e la semplificazione, anche normativa, possano agire come leva anche nell'opinione pubblica, tra i cittadini e le imprese (insomma, nell'economia), di modo che molto più velocemente si possa arrivare ad una condivisione complessiva di ciò che riteniamo urgente fare fin da subito, fin dalla prossima legge finanziaria.
Per tali ragioni, ripeto, preannunzio il voto favorevole del gruppo de L'Ulivo sulla risoluzione n. 6-00021 a prima firma del presidente Realacci (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, quella che abbiamoPag. 74svolto è stata una discussione estremamente interessante, ma l'intervento del capogruppo dei Verdi, Angelo Bonelli, mi ha impressionato. Il collega in questione, quando sostiene che dobbiamo avviarci verso la terza rivoluzione industriale - definendola «solare» e legata ad altre realtà che non sono presenti in natura, ma hanno bisogno di trasformazione - mi fa rabbrividire.
Quando si parla di pannelli solari, si sa che si deve estrarre energia dal silicio. A tale riguardo faccio notare che attualmente per costruire i pannelli solari si consuma più energia di quella che da essi si riesce a creare.
Sappiamo perfettamente che l'idrogeno non è presente in natura, ma ha bisogno di energia per essere attivato. Pertanto, diciamo con grande franchezza che non è possibile pensare alle rivoluzioni con l'acqua fresca.
Siamo in un Parlamento serio che dovrebbe cominciare a ragionare su ipotesi serie, facendo riferimento ad una realtà industriale capace, anche in questo settore, di compiere il vero salto di qualità nella conoscenza e non nel pubblico arbitrio (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gentili. Ne ha facoltà.
SERGIO GENTILI. Signor Presidente, la discussione che si è svolta è, a mio avviso, importante ed ha avuto come base la relazione presentata dalla VIII Commissione. Tale documento ci permette di svolgere una riflessione attenta, ci fornisce dati e valutazioni importanti, frutto dell'incontro di tanti esperti, di tante forze sociali e della ricerca.
Credo che dovremmo accogliere le proposte contenute in tale relazione le quali rappresentano delle opportunità. Ragionare sui cambiamenti climatici comporta, infatti, discutere sull'abbattimento dei gas serra, della CO2; tutto ciò implica un rinnovamento profondo del nostro modo di produrre, di usufruire dei servizi e di consumare. Queste sono le opportunità da cogliere!
Sarebbe veramente un errore da parte nostra, della Camera, non cogliere fino in fondo tali occasioni che non sono costituite, come abbiamo già detto, dalla semplice ricerca sul nucleare. La questione è vedere se veramente abbiamo l'intenzione di impegnarci nella riorganizzazione, ad esempio, del nostro sistema di trasporto, dove, a mio avviso, è necessario ripristinare la mobilità su ferro e il cabotaggio. Occorrono, pertanto, scelte politiche precise e una volontà collettiva del Parlamento e del Paese. Le opportunità, lo ricordo, significano il rilancio della nostra ricerca scientifica.
Si è parlato molto di leader europei e americani, di tutti gli schieramenti, progressisti o conservatori. Tutti, nell'ultimo anno, hanno segnalato la contraddizione ambientale come una delle grande questioni del pianeta, una grande sfida. Perché lo stanno facendo? Perché, oltre alla sincera preoccupazione per il clima, la evidenziano? Perché in quel settore ormai si sta giocando la partita della competitività dei grandi sistemi a livello internazionale. È ovvio che le nuove fonti energetiche saranno insite nella ricerca scientifica, nella forza con cui si progetteranno e si produrranno pannelli solari e termici, e nel modo in cui si interverrà sia nella produzione e nell'uso dell'idrogeno, sia nel modificare le merci ...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
SERGIO GENTILI. In tutto ciò è contenuta una grande occasione. Discutere solo di nucleare, che oggi non è possibile realizzare ma su cui continuiamo nella ricerca, e non vedere queste opportunità e la grande sfida che pone il mondo globalizzato sarebbe veramente un'occasione persa. Credo, comunque, che non ci faremo scappare questa occasione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
Pag. 75ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signor Presidente, desidero svolgere una considerazione finale a conclusione del dibattito. Approfitto di tale occasione anche per ringraziare i componenti della Conferenza dei capigruppo e il Presidente della Camera, dato che noi abbiamo potuto lavorare su loro esplicito mandato.
Voglio ringraziare non soltanto gli eccellenti servizi svolti dai nostri funzionari (che sono di grandissima qualità), ma anche la collaborazione fornita da tutte le altre Commissioni permanenti. Il lavoro di indagine, come i colleghi sanno, è stato molto intenso; abbiamo svolto decine di audizioni, ascoltato dieci ministeri, il mondo scientifico (nelle sue varie articolazioni), il mondo economico, il mondo associativo, le istituzioni locali.
Voglio svolgere una sola altra considerazione, signor Presidente. Siamo di fronte ad un tema che, chiaramente, ha una rilevanza straordinaria nell'opinione pubblica e nella percezione delle sfide del futuro che abbiamo davanti. Vi è un grande dibattito sulla politica e sui suoi limiti. Lei stesso, Presidente, è intervenuto in merito alle correzioni che dobbiamo assolutamente mettere in atto, ma penso che vi sia soprattutto un aspetto in grado di ingenerare distanza tra cittadini e politica: una politica che non è in grado di affrontare con concretezza i problemi del presente e di mettere i cittadini e il Paese in grado di affrontare le sfide del futuro.
Penso che il lavoro che abbiamo svolto sia stato compiuto con un'assoluta apertura - come molti colleghi hanno ricordato - per svolgere un servizio per il Paese. Abbiamo voluto mettere l'Italia al passo con una sfida che è, chiaramente, quella dell'Europa e di tutti i grandi Paesi industrializzati ed è centrale dal punto di vista del nostro futuro. Voglio anche invitare i colleghi che hanno partecipato a tale lavoro a non essere, oggi, trasportati da motivazioni legittime, ma di parte, e ad esprimere e confermare il consenso ad una azione intrapresa nell'interesse di tutti.
Credo che tutti i cittadini ci chiedano anche di avere un occhio, nell'affrontare tali questioni, che vada al di là degli interessi di questa o di quella forza politica e di questo o di quello schieramento. È questo lo spirito con cui ci siamo mossi. Ricordavo ieri, nel mio intervento durante la discussione che esiste un proverbio africano che è stato recentemente utilizzato anche dall'ex vicepresidente Gore che dice «Se vuoi andare veloce vai da solo; se vuoi andare lontano vai insieme agli altri».
Lo spirito con cui la relazione in esame è stata redatta è stato quello di consentire all'Italia, in tutte le sue espressioni politiche, ma anche con il coinvolgimento pieno delle forze economiche, scientifiche, sociali e del mondo della cultura, di affrontare una simile sfida, mettendo in mostra il meglio dei propri talenti e mettendo in grado tutti di portare un contributo ad una sfida determinante per il nostro futuro.
Penso che tale lavoro debba essere compiuto nell'interesse di tutti (come accade negli altri grandi Paesi europei) e sarebbe sbagliato che il nostro Paese desse, invece, un segnale non all'altezza di questa sfida e neanche di ciò che il nostro Paese può fornire come contributo all'Europa e al futuro del mondo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi).
(Votazioni - Doc. XVI, n. 1)
PRESIDENTE. Avverto che la risoluzione Realacci ed altri n. 6-00021 è stata sottoscritta dal deputato Pedica, mentre la risoluzione Barani ed altri n. 6-00022 è stata testé sottoscritta dal deputato Nucara.
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.Pag. 76
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Realacci ed altri n. 6-00021, accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
(Presenti 464
Votanti 245
Astenuti 219
Maggioranza 123
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 3).
(La Camera approva - Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Barani ed altri n. 6-00022, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 423
Astenuti 47
Maggioranza 212
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 233).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Leone ed altri n. 6-00023, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 420
Astenuti 51
Maggioranza 211
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 234).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Volontè ed altri n. 6-00024, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
LUCA VOLONTÈ. Dove sono gli amici di Bersani? Dove sono gli amici di Enrico Letta? Dove sono?
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 473
Votanti 392
Astenuti 81
Maggioranza 197
Hanno votato sì 159
Hanno votato no 233).