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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Iniziative per incrementare la sicurezza del traffico su due ruote - n. 2-00723)
PRESIDENTE. L'onorevole Romano ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00723, concernente iniziative per incrementare la sicurezza del traffico su due ruote (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 7).
FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, voglio illustrare l'interpellanza urgente di cui sono primo firmatario perché mi sembra giusto che chi ci sta guardando o ascoltando sappia che in questo Paese sulle due ruote muoiono almeno cinque persone al giorno. È un dato eclatante, gravissimo, che emerge da un'indagine sull'analisi del rischio delle due ruote condotta dalla consulta nazionale per la sicurezza del CNEL. In questa indagine risulta che nel triennio 2003-2005 si sono registrate nel nostro Paese ben 4.384 morti.
Non so se vi sia una guerra in atto nel mondo che ad oggi abbia provocato 4.334 morti in un triennio. È un dato che non emerge, che non viene pubblicizzato e che non viene denunciato, ma è gravissimo perché riguarda delle vite umane, e spessissimo delle giovani vite.
L'Italia era al terzo posto in questo triste podio nel 1994. Dal 2003 è saldamente in testa a tale classifica, con una percentuale del 26 per cento per la quota di morti a carico delle due ruote a motore. Muoversi su scooter e motociclette nel nostro Paese significa rischiare oltre il 7 per cento in più rispetto a qualsiasi altro mezzo di locomozione, e, se non bastassero i costi in termini di vite umane, i costi economici sostenuti dal nostro Paese a tale riguardo superano i 30 milioni di euro. Inoltre, il 90 per cento di questi decessi avviene in ambito urbano, non in autostrada o sulle strade di collegamento: in altre parole, il 90 per cento di queste morti avviene laddove la velocità, per forza di cose, non può che essere ridotta.
Allora vi è qualcosa che non va, perché ai 4.334 morti del triennio 2003-2005 si aggiungono i 261.944 feriti, mettendo in crisi anche il nostro sistema sanitario soprattutto nei mesi estivi, durante i quali, sulle strade delle nostre città, si svolge una vera e propria mattanza, senza che tutto ciò faccia gridare allo scandalo e senza che su tale situazione il Governo intervenga con mano ferma.
La pavidità che il Governo dimostra nell'affrontare un tema importante come quello della sicurezza nel nostro Paese haPag. 65un suo pieno risvolto anche quando si parla di sicurezza stradale, ovverosia quando si parla di tutelare il bene prezioso della vita umana.
Noi chiediamo di conoscere quali interventi il Governo ha intrapreso o intende intraprendere affinché si limitino nel nostro Paese le morti per incidenti stradali, in particolare, quelli che coinvolgono mezzi a due ruote a motore.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i trasporti, Raffaele Gentile, ha facoltà di rispondere.
RAFFAELE GENTILE, Sottosegretario di Stato per i trasporti. Signor Presidente, l'incidentalità stradale nel nostro Paese è caratterizzata da forti divari territoriali, modali e per tipologia di utenza. Sino ad oggi le componenti della mobilità che esercitano maggior peso sul totale delle vittime sono gli autoveicoli (con il 56,2 per cento del costo sociale nazionale), i motocicli (con il 15,6 per cento) e i ciclomotori (con 11,4 per cento). Le ulteriori due componenti deboli della mobilità, i ciclisti e i pedoni, rappresentano rispettivamente il 4,1 e il 7,5 per cento del costo sociale complessivo.
Vi è, altresì, da notare che il bilancio complessivo della mobilità su due ruote a motore, motocicli e ciclomotori ha registrato negli ultimi anni un sensibile aumento dell'incidentalità e della mortalità, anche in controtendenza rispetto ai trend generali. Proprio per fare fronte a questo momento, che dimostra il venir meno della dovuta attenzione ai criteri generali di sicurezza stradale, il Governo e, in particolare, il Ministero dei trasporti hanno già avviato una serie di iniziative concrete al fine di implementare soluzioni specifiche.
Tra queste si ricorda che lo scorso mese di marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato il documento intitolato «Atto di indirizzo per il Governo della sicurezza stradale», quale strumento pianificatorio per il contenimento generale del fenomeno. In particolare, per quanto riguarda la mobilità motociclistica, nel documento è prevista una misura specifica dal titolo: «Messa in sicurezza della mobilità su due ruote a motore». Tale misura prevede un impegno deciso a migliorare la sicurezza dei conducenti dei veicoli a due ruote a motore, con il contributo dei principali soggetti pubblici e privati a vario titolo coinvolti nella problematica.
Nel concreto, nell'ultimo incontro della consulta nazionale per la sicurezza stradale, si è attivato un apposito tavolo tecnico con i rappresentanti delle amministrazioni regionali e locali per predisporre un idoneo e condiviso piano di azione.
Le principali linee di intervento sulle quali il gruppo di studio lavorerà e presenterà le proposte sono le seguenti: in primo luogo, indagini dirette e rilevazioni relative alla mobilità su due ruote a motore e ai fattori di rischio da parte di organismi specializzati; in secondo luogo, studi sulle principali cause di rischio; in terzo luogo, il monitoraggio degli interventi e dell'evoluzione della sicurezza; in quarto luogo, la definizione e il progressivo affinamento di una strategia specifica di messa in sicurezza della mobilità su due ruote a motore; in quinto luogo, la promozione di processi di alta formazione per rafforzare i motori di analisi e studio; in sesto luogo, l'elaborazione di proposte di modifica del codice della strada specifiche per la sicurezza dei motociclisti e ciclomotoristi.
PRESIDENTE. L'onorevole Romano ha facoltà di replicare.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, non posso dichiararmi soddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo, anzi sono sconcertato.
Faccio notare che, sebbene nella nostra interpellanza urgente si sia posto in rilevo un tema emergenziale per il Paese, il Governo si limita a rispondere che nel marzo scorso è stato approvato un documento di indirizzo, che si pensa di poter contenere il fenomeno, che si pensa a un progetto di messa in sicurezza, che è stato istituito un apposito tavolo tecnico perPag. 66studiare, per analizzare, per indagare, per monitorare, per individuare quale alta formazione possa essere impartita. In sostanza, non è stato indicato nessun provvedimento concreto, tangibile, immediato, efficace per potere fermare questa mattanza, ma sono stati enunciati soltanto parole e propositi nemmeno buoni, perché non sono tradotti in fatti concreti! Mi dispiace, signor sottosegretario, ma attendevo una risposta che indicasse quali provvedimenti urgenti questo Governo avesse adottato al fine di limitare queste innumerevoli morti, in ordine al traffico caotico, principale causa delle morti, da applicarsi di concerto con gli enti locali e con le regioni. Quali provvedimenti di indirizzo sono stati adottati in ordine alle strade, che sono in pessimo stato e che non consentono una tranquilla e serena viabilità? Quali interventi in ordine ai servizi di trasporto insufficienti ed inefficienti?
Signor sottosegretario, si tratta anche di un problema di mancanza di controlli che questo Stato dovrebbe effettuare, in maniera sempre più cogente nei confronti di chi viola il codice della strada. A tale riguardo abbiamo notato che negli ultimi tempi - forse anche perché è cambiato il Governo - le contravvenzioni legate alla cosiddetta patente a punti e, in generale, i controlli sulle strade sono diminuiti di gran lunga rispetto a due anni fa. Ciò significa che non c'è la dovuta attenzione al problema, così tutti i nodi vengono al pettine!
Ci saremmo aspettati non soltanto una risposta in termini di provvedimenti concernenti sia i controlli, sia l'assunzione di un impegno concreto per rendere la sicurezza stradale nel nostro Paese un bene primario.
Personalmente, ritengo che bisogna intervenire con interventi legislativi e con provvedimenti del Governo, che mettano i cittadini in condizione di vivere meglio. In primo luogo, occorre tutelare la loro vita con un piano di sicurezza serio, soprattutto per chi ogni giorno sceglie di andare in motocicletta. Gli italiani vanno in moto non perché amano avere il sole in faccia o essere accarezzati dalla brezza, ma perché è il modo migliore per potersi recare puntualmente sul posto di lavoro o a sbrigare le proprie faccende, dato che nel nostro Paese il sistema dei trasporti non consente loro di programmare la propria giornata. Conseguentemente, mi sarei aspettato dal Governo una risposta che fornisse un'indicazione forte e chiara dei provvedimenti che si intendono adottare. Invece, non posso che dichiarami insoddisfatto.
Questa battaglia - che intendo portare avanti - non si può concludere con la semplice presentazione di atti di sindacato ispettivo. Preannuncio, pertanto, che su tale tematica presenteremo un disegno di legge organico, indicando in esso i provvedimenti che riteniamo siano utili ed efficaci per potere limitare la mattanza giornaliera che avviene nelle strade delle nostra città.