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Informativa urgente del Governo sulla situazione in Myanmar.
PRESIDENTE. Comunica la prevista articolazione del dibattito (vedi resoconto stenografico pag. 59).
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Richiamati i più recenti sviluppi della grave situazione in Myanmar, ricorda le rigorose iniziative assunte dal Governo italiano, il quale ha espresso nelle competenti sedi internazionali ferma condanna per le forme di repressione attuate dalla giunta militare al potere in Birmania ed ha reiteratamente chiesto alle autorità locali di porre fine alle violenze nei confronti di coloro che manifestano pacificamente. Osservato altresì che, a seguito di un'iniziativa congiunta di Stati Uniti ed Unione europea, anche il Consiglio di sicurezza dell'ONU è stato investito della drammatica crisi in Myanmar, assicura che il Governo intende seguire con la massima attenzione gli ulteriori sviluppi della situazione, informando costantemente il Parlamento sulla sua evoluzione.
ROBERTO GIACHETTI (Ulivo). Nel ringraziare il Viceministro Intini ed il Governo per la sensibilità dimostrata, sottolinea la necessità di assumere idonee iniziative volte a far cessare la repressione della protesta dei monaci buddisti posta in essere in Birmania dal regime militare, auspicando interventi che non siano esclusivamente sanzionatori.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI (FI). Ringraziato il Viceministro Intini per aver riferito in modo tempestivo al Parlamento sulla grave situazione in Myanmar, ritiene che gli interessi commerciali e strategici delle potenze limitrofe consentano la sopravvivenza di un regime militare che nega le liberà democratiche. Nell'auspicare che l'ONU preveda adeguate sanzioni economiche, invita il Governo ad adoperarsi per l'affermazione dei diritti di libertà nell'ex Birmania.
SILVANO MOFFA (AN). Nel ringraziare il rappresentante del Governo per l'informativa resa, esprime rammarico per l'incapacità del Consiglio di sicurezza dell'ONU di assumere incisive iniziative nei confronti del regime militare di Rangoon; osservato altresì che le sanzioni economiche e le espressioni di solidarietà non appaiono sufficienti a far cessare la violenza in atto, invita a prendere decisioni coraggiose per salvaguardare i dirittiPag. XIIIumani di un popolo colpito anche nel suo sentimento religioso.
SABINA SINISCALCHI (RC-SE). Nello stigmatizzare il comportamento del regime birmano, che ha recentemente adottato anche una revisione della Costituzione in senso liberticida, lamenta il fatto che le democrazie di tutto il mondo non abbiano condannato a sufficienza la dittatura militare; auspica quindi un'ulteriore presa di coscienza da parte della comunità internazionale attraverso l'adozione di incisive sanzioni di tipo economico. Sollecita altresì il Governo a sospendere gli accordi bilaterali per la fornitura di armi all'India.
LUCA VOLONTÈ (UDC). Nel ringraziare il Viceministro Intini per la tempestività dell'informativa, invita il Governo italiano ad agire con maggiore determinazione non soltanto nei confronti del regime militare di Rangoon, ma anche della Cina; auspica altresì che iniziative analoghe siano assunte nei confronti di tutti i regimi liberticidi, anche al fine di salvaguardare il sentimento religioso delle popolazioni.
GIACOMO STUCCHI (LNP). Nel ringraziare il Viceministro Intini per la tempestività dell'informativa, lamenta l'insufficienza dell'azione della comunità internazionale contro la repressione in atto in Birmania da parte del regime militare. Auspica, a tale scopo, una presa di posizione più decisa da parte del mondo occidentale e dell'Italia, anche contro la posizione assunta sulla vicenda da altri Paesi come la Cina. Ritiene altresì opportuno un intervento nei confronti degli operatori turistici italiani che operano in Birmania.
LUCIANO PETTINARI (SDpSE). Nel ringraziare il Viceministro per avere portato a conoscenza del Parlamento le iniziative assunte dal Governo, ritiene che l'Italia si debba adoperare affinché siano vinte le resistenze frapposte dai Paesi più vicini al regime militare birmano all'adozione di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Ritiene altresì che un efficace strumento di pressione potrebbe essere rappresentato dalla sospensione dei rapporti tra le imprese italiane operanti in Birmania e la giunta militare.
STEFANO PEDICA (IdV). Nel ringraziare per le informazioni rese dal Viceministro, ritiene necessario lanciare un messaggio forte da parte del nostro Paese nelle sedi internazionali più opportune, sottolineando che i principi liberali non passano soltanto attraverso gli scambi commerciali. Nell'esprimere soddisfazione per l'inasprimento delle sanzioni economiche da parte dell'Unione europea, auspica una condanna delle posizioni assunte da talune grandi potenze, come la Russia e la Cina, contrarie ad adottare misure concrete nei confronti del regime birmano.
BRUNO MELLANO (RosanelPugno). Lamentata l'incapacità della comunità internazionale di dimostrare coerenza con i principi astrattamente professati, sottolinea la necessità di assumere idonee iniziative diplomatiche, soprattutto con la Cina, la Russia e l'India, affinché esercitino la loro influenza sul regime militare di Rangoon. Assicura quindi il suo sostegno ad ogni azione che il Governo intraprenderà al fine di impedire il dilagare della violenza e di conoscere la sorte del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi.
TANA DE ZULUETA (Verdi). Nel ringraziare il Governo per le azioni finora intraprese in merito alla situazione birmana, per la quale manifesta grande preoccupazione, invita il Governo a tenere un atteggiamento di maggiore fermezza verso quel brutale regime, auspicando l'adozione, peraltro richiesta dallo stesso movimento democratico birmano, di incisive sanzioni economiche; chiede altresì all'Esecutivo di riconsiderare gli accordi bilaterali per la fornitura di armi all'India, che in tal modo sostiene in modo indiretto la repressione in Birmania.Pag. XIVAuspica infine la liberazione di tutti i detenuti politici e del premio Nobel per la pace.
SANDRA CIOFFI (Pop-Udeur). Espressa soddisfazione, a nome del suo gruppo, per le iniziative assunte dall'Esecutivo in merito alle violenze perpetrate dal regime militare birmano nei confronti dei monaci buddisti e della popolazione che ne sostiene la protesta, auspica che l'impegno multilaterale in sede internazionale possa produrre una immediata cessazione della repressione in atto. Manifesta altresì preoccupazione per la sorte del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi.