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Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, recante disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007-2008 ed in materia di concorsi per ricercatori universitari (A.C. 3025-A) (ore 17,50).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, recante disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007-2008 ed in materia di concorsi per ricercatori universitari.
Ricordo che nella seduta del 26 settembre è stato votato da ultimo l'emendamento 3.51 e sono stati accantonati gli emendamenti riferiti al comma 1, lettera c) e al comma 2 dell'articolo 2 (Schietroma 2.2, De Simone 2.64, Garagnani 2.50, Frassinetti 2.61, Garagnani 2.51 e 2.52, Frassinetti 2.13, Goisis 2.65) nonché gli emendamenti riferiti al comma 5 del medesimo articolo (2.102 delle Commissioni, Aprea 2.56 e 2.57, Poletti 2.63).
Avverto che prima dell'inizio della seduta l'emendamento De Simone 2.64 è stato ritirato dalla presentatrice.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3025-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 3025Pag. 50 sezione 3), nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A - A.C. 3025 sezione 4).
Ricordo che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A - A.C. 3025 sezione 5).
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso gli ulteriori prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 3025 sezione 1 e 2).
Avverto altresì che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 2.150. Ricordo che il termine per la presentazione dei subemendamenti è stato fissato alle ore 15,45.
Chiedo alle relatrici quali indicazioni intendano fornire all'Assemblea per la ripresa dei nostri lavori.
CARMEN MOTTA, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, propongo di accantonare l'emendamento delle Commissioni 2.150 relativo all'articolo 2, comma 1, lettera c), in modo da poter esaminare i subemendamenti e di procedere pertanto alle votazioni a partire dall'emendamento delle Commissioni 2.102.
PRESIDENTE. Chiedo al Governo di esprimere il parere sull'emendamento 2.102 delle Commissioni.
MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, il Governo lo accetta.
PRESIDENTE. Chiedo al Governo di esprimere il parere sull'emendamento Aprea 2.56, non accettato dalle Commissioni.
MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Chiedo al Governo di esprimere il parere sull'emendamento Aprea 2.57, non accettato dalle Commissioni.
MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario.
PRESIDENTE. Chiedo al Governo di esprimere il parere sull'emendamento Poletti 2.63, non accettato dalle Commissioni.
CARMEN MOTTA. Relatore per la XI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARMEN MOTTA, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, a modifica del parere precedentemente espresso, sull'emendamento Poletti 2.63 formulo un invito al ritiro e subordinatamente esprimo parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello della relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.102 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 426
Astenuti 4
Maggioranza 214
Hanno votato sì 426).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Aprea 2.56.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Aprea. Ne ha facoltà.
VALENTINA APREA. Signor Presidente, prendo la parola per parlare sostanzialmente dell'articolo 2, che era rimasto in sospeso e che concerne le sanzioni disciplinari. Tutte le proposte emendative presentate sono finalizzate a contribuire ad una discussione che ha molto interessato le Commissioni. L'emendamento in esame comporta solo un aumento di spesa e di investimento e il Governo e la V Commissione hanno formulato parere contrario, e ho dunque poche speranze che sia approvato, ma lo sostengo ugualmente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aprea 2.56, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 450
Votanti 448
Astenuti 2
Maggioranza 225
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 237).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aprea 2.57, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 454
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 244).
Passiamo all'emendamento Poletti 2.63.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla relatrice.
ROBERTO POLETTI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.
CARMEN MOTTA, Relatore per la XI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARMEN MOTTA, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, chiedo a questo punto una sospensione della seduta al fine di poter convocare il Comitato dei diciotto per valutare i subemendamenti presentati all'emendamento delle Commissioni 2.150.
PRESIDENTE. Per quanto tempo la chiede?
CARMEN MOTTA, Relatore per la XI Commissione. Per un quarto d'ora, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle 18,15.
La seduta, sospesa alle 18, è ripresa alle 18,25.
PRESIDENTE. Avverto che sono in distribuzione l'emendamento 2.150 delle Commissioni, rispetto al quale alla Presidenza risulta che le relatrici svolgeranno alcune precisazioni, e i subemendamenti ad esso riferiti.
Avverto, inoltre, che a seguito della riunione del Comitato dei diciotto le Commissioni hanno presentato anche il subemendamento 0.2.150.100, che è in distribuzione.Pag. 52
Invito le relatrici ad esprimere i pareri delle Commissioni su tali proposte emendative.
CARMEN MOTTA, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, prima di esprimere i pareri, intendo rendere alcune precisazioni formali sull'emendamento 2.150 delle Commissioni. Alla lettera c), comma 2, il termine «persone» va inteso come «persone che operano nell'ambito scolastico», e dopo le parole «entro il termine di cinque giorni dall'adozione del provvedimento di sospensione» si deve intendere «il docente o il dirigente scolastico».
Inoltre, alla lettera c-bis, numero 1, l'ultima frase è da intendersi nel modo seguente: «decorso inutilmente tale termine l'amministrazione può procedere all'adozione del provvedimento». Si tratta di precisazioni formali rispetto al testo iniziale.
Signor Presidente, posso procedere con i pareri?
PRESIDENTE. Proceda pure.
CARMEN MOTTA, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sul subemendamento Aprea 0.2.150.2 e formulano un invito al ritiro del subemendamento Goisis 0.2.150.5, il cui contenuto è stato riformulato dalle Commissioni (mi riservo ulteriori precisazioni al riguardo).
Le Commissioni raccomandano l'approvazione del loro subemendamento 0.2.150.100, mentre esprimono parere contrario sui subemendamenti Aprea 0.2.150.3, Frassinetti 0.2.150.1 e Aprea 0.2.150.4.
Infine, le Commissioni raccomandano l'approvazione del loro emendamento 2.150.
PRESIDENTE. Il Governo?
MARIANGELA BASTICO, Viceministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Schietroma 2.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Schietroma. Ne ha facoltà.
GIAN FRANCO SCHIETROMA. Signor Presidente, abbiamo presentato questo emendamento soppressivo perché le norme a tutela degli alunni a fronte di un eventuale comportamento scorretto degli insegnanti esistono già, vanno soltanto applicate: dunque, l'amministrazione le applichi.
Non è quindi il caso di cambiare tali norme introducendo, peraltro, elementi di preoccupante genericità che possono determinare conseguenze pericolose. Ad esempio, con l'introduzione di tali norme, certamente molto generiche, possiamo trovarci di fronte al caso assurdo di un insegnante che viene trasferito su petizione dei familiari degli alunni perché troppo severo; ed ancora, possiamo trovarci di fronte al caso, altrettanto assurdo ed inaccettabile, di un insegnante che su petizione delle famiglie viene trasferito perché omosessuale.
In altri termini, sottoporre l'insegnante alla censura delle famiglie rappresenta una grave lesione dei diritti dell'insegnante stesso e ciò è inaccettabile. Per la verità, anche con l'ultima proposta emendativa presentata dalle relatrici, nonostante gli aggiustamenti compiuti, permangono purtroppo gli elementi di genericità, che ci portano a mantenere ferme tutte le nostre perplessità. Va ribadito, anzitutto, che la grande maggioranza degli insegnanti si comporta in maniera corretta e inappuntabile - li ringraziamo per il loro impegno e il loro sacrificio - anche a fronte di retribuzioni palesemente inadeguate. Tuttavia, esaminiamo le eccezioni, ovvero quei rari casi di insegnanti che non si comportano in maniera degna. Ebbene, se si commettono reati la magistratura può e deve subito intervenire, nei casi più gravi anche con la sospensione cautelare dal servizio. In mancanza di ipotesi di reato vi sono, comunque, già le norme vigenti, più che sufficienti per consentire all'amministrazionePag. 53di intervenire con efficacia. Quindi, non è opportuno stravolgerle, introducendo concetti estremamente generici, che possono determinare anche processi di discriminazione davvero inaccettabili. L'amministrazione intervenga applicando le norme che già sono in vigore, in quanto non è vero che non ci sono regole adeguate. Le norme, lo ripeto, ci sono, ma bisogna applicarle: l'amministrazione le applichi.
Svolgo un'ultima considerazione. Ferme restando tutte le argomentazioni da noi espresse fino a questo momento, in ogni caso non ci sembra opportuno modificare in sede di conversione del decreto-legge norme di tale rilevanza, con conseguenze così delicate nell'ambito dei diritti inerenti la persona. Dopo l'approvazione del decreto-legge in esame, infatti, passeremo ad esaminare in aula il disegno di legge in materia di pubblica istruzione. Ebbene, credo che sarebbe più saggio procedere allo stralcio della materia relativa al trasferimento degli insegnanti per incompatibilità ambientale. È questa la nostra richiesta e la nostra parte politica, se ciò avverrà, manifesta sin da ora la disponibilità a proseguire, in sede di esame del disegno di legge, la discussione anche in merito alle norme relative al trasferimento per incompatibilità ambientale (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Aprea. Ne ha facoltà.
VALENTINA APREA. Signor Presidente, siamo giunti ad un punto fondamentale del decreto-legge in esame. Questa, infatti, è una delle poche materie che avrebbe meritato e meriti un'approvazione urgente. Quindi, sono assolutamente contraria alla proposta di soppressione presentata dal collega Schietroma e, a me sembra, dal suo gruppo parlamentare, in quanto queste norme consentono di accelerare le procedure sanzionatorie. Abbiamo avuto già modo di affermarlo durante alcuni passaggi del decreto-legge in esame, ma voglio ricordarlo ora: credo che nessuno di noi abbia dimenticato la gravità di alcuni episodi che si sono manifestati nello scorso anno scolastico. Da chi si occupa della scuola a diverso titolo, ma anche dall'opinione pubblica, dalle famiglie e dagli studenti, l'anno scolastico 2006-2007 sarà ricordato come un anno terribile, in cui abbiamo assistito all'alternarsi di docenti, di famiglie e di studenti sul tavolo degli imputati o, comunque, abbiamo letto pagine di giornali che non avremmo mai voluto leggere. Quindi, nello scorso anno scolastico il Ministro della pubblica istruzione pro tempore, Giuseppe Fioroni, ha verificato quanto sia impotente un Ministro della Repubblica anche di fronte a situazioni gravi, in cui l'opinione pubblica, ma prima di tutto la scuola stessa e, prima ancora, gli studenti e le famiglie, chiedevano interventi efficaci ed immediati.
Ciò avviene perché, in questo caso, vi sono procedure eccessivamente garantiste. È vero che le garanzie non sono mai sufficienti, ma una forma strana di garanzia è costituita da quelle forme di autotutela, che sovrapponendosi impediscono il regolare corso della giustizia o ritardano incredibilmente, anche rispetto ad interventi già chiari e conclamati della giustizia ordinaria, quello della giustizia amministrativa scolastica interna. Vi è, quindi, una sovrapposizione, un'eccessiva garanzia di tipo corporativo, individuabile soprattutto nei pareri collegiali. Bene ha fatto il Ministro della pubblica istruzione pro tempore Fioroni, ripeto, ad intervenire: a qualsiasi altro ministro avremmo chiesto di intervenire in questo modo. Chiunque, con quelle responsabilità, sarebbe stato chiamato ad intervenire modificando le procedure d'urgenza.
Mi sembra davvero strano che una parte significativa della maggioranza, che ha una lunga tradizione di attenzione alla legislazione scolastica, non riconosca che alcune procedure hanno fatto il loro tempo e che nella scuola abbiamo bisogno di rasserenare gli animi e non di esasperarli. Abbiamo bisogno sì, di stringerci intorno all'insegnante, che magari è consideratoPag. 54non idoneo dalla famiglia o dagli studenti, ma nello stesso tempo non possiamo dichiararci complici di chi non insegna bene, si assenta per troppo tempo senza giusto motivo o, addirittura, assume comportamenti non idonei rispetto alla funzione educativa. Non si tratta assolutamente di ledere...
PRESIDENTE. Deputata Aprea, concluda.
VALENTINA APREA... le garanzie legate all'orientamento sessuale: di questo aspetto, però, parleremo a proposito dell'emendamento successivo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, preannunzio il voto contrario sull'emendamento Schietroma 2.2, abrogativo della lettera c) del comma 1 dell'articolo 2. Come già sostenuto nel precedente intervento, i provvedimenti disciplinari sono stati modificati. Pongo l'accento su due importanti novità: la semplificazione dei procedimenti stessi e l'accelerazione delle procedure. Non penso che le modifiche in esame siano necessarie per ragioni di emergenza: ritengo si tratti di disposizioni non eccezionali, ma soltanto adeguate a una regolamentazione interna alle scuole, che era superata.
È giusto ricordare, comunque, che esistono situazioni gravi: ben diciotto tra insegnanti e bidelli, con sentenze definite per reati sessuali erano tranquillamente al loro posto - nonostante il Ministero non avesse automaticamente avviato i procedimenti disciplinari - dopo una condanna, proprio perché i tempi del giudizio disciplinare erano lunghissimi. Ritengo che si tratti di un esempio abbastanza eclatante, che permette di capire l'importanza delle norme in esame e delle modifiche alle stesse connaturate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, aggiungo una mia riflessione personale, motivando, come i colleghi che mi hanno preceduto, il mio voto contrario sull'emendamento Schietroma 2.2. Innanzitutto, desidero precisare - lo abbiamo già compreso tutti - che le norme di cui si parla, che pure arrivano in ritardo e sono confuse e contraddittorie, sono poste, però, nell'interesse stesso di quegli insegnanti - che sono la maggioranza - che svolgono il loro dovere e vedono molto spesso, in varie realtà scolastiche (chiedo con benevolenza al collega Schietroma in quale mondo viva), altri colleghi che incorrono non solo nei reati evidenziati poco fa dalle collega Aprea e Frassinetti, ma molto spesso anche in altre situazioni di totale assenteismo nel mondo del lavoro e nel campo dell'insegnamento.
PRESIDENTE. Deputato Garagnani, deve concludere.
FABIO GARAGNANI. Di fronte a questa situazione, credo che da parte di tutti noi si imponga doverosamente un provvedimento conseguente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, intervengo per appoggiare l'emendamento soppressivo del comma in esame, avanzato dall'onorevole Schietroma. Vede, cara collega Valentina Aprea, non credo che esista una sorta di categoria definita «eccessivamente garantista»: il garantismo è una propensione di comportamento, il cui contrappeso è il giustizialismo. In merito si fa riferimento, anche nella formulazione proposta dall'emendamento avanzato dalla Commissione, alla sussistenza di gravi fattori di turbamento dell'ambiente scolastico e di pregiudizio del rapporto tra l'istituzione scolastica e le famiglie degli alunni,Pag. 55come fattispecie da sottoporre alla discrezionalità del dirigente scolastico provinciale, che può adottare un provvedimento di sospensione. Francamente mi pare che la fattispecie proposta, essendo così generica, possa determinare forme di abuso. Vorrei ricordare in proposito il bellissimo film di Weir, L'attimo fuggente, in cui un insegnante eccessivamente coraggioso viene contestato in toto dalle famiglie degli studenti e dal personale scolastico e viene costretto a lasciare il proprio ruolo. Vi possono essere abusi non soltanto in direzione di comportamenti lesivi dell'onorabilità della scuola (che vanno comunque perseguiti e le normative vigenti permettono già di farlo), ma anche nei confronti di coloro che si comportano diversamente da come gli altri insegnanti e una parte - o la maggior parte - delle famiglie degli studenti vorrebbero.
Ciò, secondo me, è lesivo di principi e di diritti di libertà di insegnamento del collegio dei docenti e del singolo docente, che dobbiamo tutelare con la nostra normativa. Soprattutto, a mio giudizio, come legislatori non possiamo approvare un testo normativo che possa prestarsi anche ad abusi: sconsiglio ciò vivamente a tutta l'Assemblea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo per esprimere il parere contrario del gruppo UDC alla soppressione del comma in esame. Infatti, come effettivamente abbiamo già sostenuto durante la discussione sulle linee generali e nel corso dell'esame degli emendamenti nei giorni scorsi, alla scuola occorre anche un segnale importante di attenzione, di serietà e di intervento, quando sia assolutamente necessario e per ragioni di urgenza e di obiettiva gravità. Pertanto, di fronte ad una scuola in difficoltà, in quest'aula ho già condannato il metodo un po' sbrigativo con cui abbiamo affrontato il comparto e il dover discutere di tale problema senza un dibattito approfondito, come sarebbe stato necessario. Tuttavia, a questo punto ci troviamo a decidere di aspetti importanti e quello in esame è uno degli aspetti importanti del decreto-legge sottoposto alla nostra attenzione. Vorrei ricordare anche ai colleghi che è vero che vi sono abusi, a volte, nei confronti dei docenti (nessuno lo nega), ma spesso, vi sono identici abusi, nei confronti degli studenti e delle famiglie, che nessuno tutela.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, guardi il banco del Governo!
PRESIDENTE. Per favore... per favore, vuole allontanarsi dal banco del Governo? Grazie.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Allora non si possono invocare solo gli abusi, che siano stati eventualmente commessi nei confronti di qualche insegnante, mentre vi sono moltissimi abusi che non sono stati denunciati e che sono stati sopportati dalle famiglie e dagli studenti.
Ricordo il primato educativo delle famiglie, il ruolo sussidiario della scuola nei confronti delle famiglie stesse e il diritto degli studenti ad avere docenti all'altezza della situazione. Quindi, senza voler fare né del garantismo, né del giustizialismo, dobbiamo assumere un comportamento corretto, sereno ed oggettivo nei confronti dei provvedimenti che stiamo prendendo, senza considerare sempre e solo una parte, o meglio la parte che ci fa comodo. Allora, avere una garanzia di serietà, di intervento e di possibilità di intervento da parte del Ministro della pubblica istruzione in casi gravi ci sembra quanto mai opportuno, quindi occorre mantenere il comma in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per un ulteriore chiarimento. Le tesi che sosteneva il collega Del Bue - che pure io condivido - non si applicanoPag. 56all'emendamento in esame, in quanto quest'ultimo è riferito ad una misura che non riguarda la didattica e la libertà didattica, ma specifici comportamenti di uno o più docenti, lesivi della dignità della persona e degli studenti o del prestigio o ancora del decoro dell'amministrazione scolastica, tali da risultare incompatibili con l'esercizio della funzione educativa. Crediamo che questo sia un provvedimento in qualche modo determinato da necessità di urgenza, condivisibile in questa parte, che si riferisce a fatti di cronaca che tutti conosciamo (i fatti di Rignano Flaminio) e che per la prima volta pone la questione dell'esigenza di anticipare alcune sanzioni o alcuni provvedimenti disciplinari e di non subordinare i relativi tempi a quelli di eventuali processi di natura penale, che evidentemente potrebbero essere più lunghi.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
SIMONE BALDELLI. Credo pertanto che si tratti di una norma di buon senso, che poco ha a che fare con la didattica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, intervengo per rispondere al collega di Forza Italia. La questione è molto delicata. Si tratta di fattispecie che hanno rilevanza penale oppure no? Se non sono fattispecie che hanno rilevanza penale la definizione della lesione del decoro della istituzione è fortemente discrezionale. Allora non possiamo lasciare il libero arbitrio a chiunque - su sollecitazione o per interessi diversi - e tanto meno ad una sola persona, senza il filtro del collegio dei docenti, di assumere iniziative urgenti. Se infatti le iniziative venissero assunte per fattori di efficienza e di razionalità, l'urgenza non sussisterebbe, e occorrerebbe invece seguire tutta la procedura prevista dai regolamenti.
L'urgenza richiamata nella misura in esame è derivata da gravi fattori che alterano l'immagine. Quali sono questi gravi fattori, se non quelli penalmente rilevanti?
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ENRICO BUEMI. Vi è pertanto una questione di delimitazione di confini che devono essere garantiti, altrimenti strabordiamo nell'ambito del giustizialismo e dell'incertezza giuridica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Goisis. Ne ha facoltà.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, anche noi siamo contrari alla proposta emendativa in esame, cioè quella di sopprimere la lettera c) del comma 1 dell'articolo in esame, perché riteniamo che la scuola effettivamente abbia bisogno di una ventata di aria nuova. La scuola purtroppo assorbe tutte le deficienze e le difficoltà della realtà sociale e necessita veramente di una riforma. Devo dire che sicuramente, con il provvedimento che sarà licenziato da quest'Assemblea, non rinnoveremo completamente la scuola. Tuttavia, tentiamo di farlo lo stesso, auspicando che anche in seguito si possa mettere mano a tutta la problematica relativa alla scuola dalle fondamenta.
Più volte ho avuto modo di sottolineare come spesso ci troviamo di fronte a diversi insegnanti che non hanno tutte le prerogative per esercitare la loro funzione e sappiamo che molto spesso la scuola è quasi la risposta ad una vocazione. Non si può essere insegnanti soltanto per rispondere ad esigenze di vita naturale, sociale, per lo stipendio e per poter vivere. La scuola ha un compito educativo molto importante e ha una responsabilità, alla quale la stessa non può sottrarsi.
Molto spesso sono stata molto dura nell'affermare che diversi insegnanti, durante quest'ultimo anno e mezzo, hanno agito e si sono comportati in modo davvero scandaloso. Non mi sono tirata indietro nel sostenere che persone del generePag. 57non sono degne di svolgere il ruolo di insegnanti, ma devono cambiare mestiere.
Personalmente, ma anche a nome del gruppo della Lega Nord Padania, noi non possiamo accettare la soppressione della lettera c) del comma 1 dell'articolo 2, così come prevede l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, noi abbiamo sempre ritenuto che il problema della scuola sia importante. Non per niente ci siamo dichiarati contro alcuni aspetti di questo decreto-legge perché li riteniamo essenziali per il sistema scolastico. Noi abbiamo tentato di dare risposte ai problemi dei discenti e di creare condizioni migliori per i docenti.
Sull'emendamento in esame, da noi presentato, crediamo che il Governo debba dare una risposta chiara, che dia la possibilità di discutere una questione che riguarda le libertà. Credo che con questo tipo di provvedimento non sia possibile determinare...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Di Gioia.
LELLO DI GIOIA. ... le condizioni idonee ad instaurare una maggiore disciplina.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Di Gioia.
LELLO DI GIOIA. Il Governo deve rispondere e discutere con il Parlamento su questi aspetti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Angelo Piazza. Ne ha facoltà.
ANGELO PIAZZA. Signor Presidente, come già fatto rilevare nel corso dell'esame del provvedimento in questione, molte norme che sono qui proposte in realtà già esistevano nell'ordinamento, sia pure in diversa forma e con diverse e più penetranti garanzie. Sarebbe stato utile e sufficiente applicarle con energia e rigore.
Molte delle norme contenute nel provvedimento introducono deroghe ai principi di garanzia, del giusto procedimento, al diritto di difesa degli incolpati, che vale anche nei procedimenti sanzionatori amministrativi. Ciò, quindi, ci preoccupa. In particolare, desta in noi preoccupazione che in un clima di emergenza, sia pure per rispondere a fatti eclatanti e gravi di cronaca, il legislatore, con un decreto-legge emanato in via d'urgenza, deroghi a principi fondamentali. Si tratta di diritti soggettivi...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Piazza.
ANGELO PIAZZA.... di diritti civili, che valgono anche per gli insegnanti e le garanzie non sono un optional.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grillini. Ne ha facoltà.
FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Confesso di essere rimasto impressionato dal fuoco di fila degli interventi della destra parlamentare contro la proposta emendativa a prima firma dell'onorevole Schietroma.
Se c'è tanto entusiasmo, mi chiedo da che cosa sia determinato. Mi ha colpito anche il fatto che l'onorevole Aprea parli di eccesso di garantismo: sentire questo tipo di concetto provenire da quelle fila non può che far riflettere.
Nonostante occorra dare atto alla relatrice di avere compiuto uno sforzo di precisazione, soprattutto con riferimento alla direttiva europea n. 2000/78/CE, non posso non ricordare che la genericità delle leggi apre la strada all'arbitrio quando si parla di decoro, di incompatibilità ambientale.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Grillini.
Pag. 58FRANCO GRILLINI. Un articolo del genere deve recare una casistica precisa, elencare cioè precisamente quali sono le ragioni per cui uno può essere sospeso.
PRESIDENTE. Desidero far presente al deputato Schietroma che, trattandosi di un decreto-legge, non si può dar luogo allo stralcio di alcuna delle norme che ne compongono il testo. Naturalmente, l'Assemblea è libera di sopprimere, attraverso l'approvazione di appositi emendamenti - come quello al nostro esame - le parti del testo che essa si riserva di non condividere.
ALBA SASSO, Relatore per la VII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBA SASSO, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, la discussione che stiamo conducendo si riferisce ad una stesura del testo, che risulterà modificata se sarà approvato un emendamento delle Commissioni, che provvede ad eliminare tutta una serie di questioni precedentemente affrontate nel testo (quali, ad esempio, l'utilizzo in altri compiti).
Come affermava or ora l'onorevole Grillini, tale emendamento inserisce taluni elementi di garanzia per il caso di sospensione per gravi fattori di turbamento; garanzie che si richiamano non solo ai principi costituzionali, ma anche al rispetto del principio di parità di trattamento previsto dall'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216, attuativo della direttiva 2000/78/CE (che tratta per l'appunto del rispetto delle differenze e delle diversità anche in relazione ad orientamenti sessuali, provenienza etnica e quant'altro).
L'emendamento delle Commissioni, che esamineremo nel prosieguo, dal nostro punto di vista è senz'altro migliorativo del testo del provvedimento. Chiedo, dunque, ai colleghi di prestare attenzione a quel testo, poiché in esso si possono rinvenire le ragioni dei docenti, ma anche quelle degli studenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, intervengo solo per fare notare la completa ricusazione da parte della maggioranza delle nostre istanze, che sono proprie di una democrazia liberale nella quale l'insegnamento non dipende dalle famiglie - come ci ha insegnato innanzitutto Benedetto Croce - ma deve avere una sua autonomia.
Data insomma questa insensibilità della maggioranza, proporrò al mio gruppo di astenersi sul disegno di legge di conversione del decreto-legge al nostro esame. Non vi è stata, infatti, da parte del centrosinistra alcuna attenzione, neppure quella inerente alla questione relativa al disegno di legge che stiamo esaminando in questi giorni.
Di fronte a questioni di libertà e di diritti, noi radicali e socialisti non siamo inferiori a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Schietroma 2.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 447
Votanti 440
Astenuti 7
Maggioranza 221
Hanno votato sì 27
Hanno votato no 413).
Passiamo alla votazione del subemendamento Aprea 0.2.150.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Aprea. Ne ha facoltà.
VALENTINA APREA. Signor Presidente, a questo punto passiamo nell'esame dell'articolo, così come esso è stato riscritto dalle Commissioni. In particolare, ci si sta occupando del trasferimento per incompatibilità ambientale, una fattispecie che non era stata interessata dal primo provvedimento presentato dal Governo. Si trattava, infatti, soltanto di una modifica: tale trasferimento viene richiamato perché vi possa essere una modifica formale e non sostanziale.
Signor Presidente, invece riteniamo di modificare un elemento sostanziale, perché siamo legislatori, ci troviamo qui per modificare le leggi e non possiamo modificare una filosofia nel comma successivo, mantenendo la filosofia degli anni Settanta nel comma precedente. Dobbiamo capire in quale direzione intendano procedere il legislatore, il Governo e il Parlamento, e se intendano muoversi verso una maggiore trasparenza e celerità degli atti della procedura sanzionatoria.
Vorrei far presente all'amico e collega Grillini che quando parlo di eccesso di garantismo mi riferisco soltanto a quello corporativo, che è cosa diversa rispetto alle garanzie personali, a quelle relative alle procedure di garanzia all'interno dell'amministrazione scolastica - perché naturalmente sono previste anche queste ultime - e a quelle relative alle procedure della giustizia ordinaria. Stiamo discutendo circa l'eliminazione di passaggi legati alle garanzie corporative. In altri termini, quando le decisioni sono state già prese sia dall'amministrazione, sia dalla giustizia ordinaria, tali procedimenti vengono bloccati a causa di un parere che il collegio dei docenti, finora, era chiamato ad esprimere. Come è noto, un parere del collegio dei docenti è comunque un parere di autotutela, in quanto interviene sempre a difesa del collega che in quel momento si trova in una situazione imbarazzante o che viene condannato, dunque il collegio interpreta in modo diverso qualsiasi sanzione. Vale il principio: «Oggi capita a te, domani a me!». In genere, il collegio dei docenti, come organo assembleare, è portato a tutelare il docente che si trovi in una situazione di evidente contraddizione rispetto al ruolo che svolge. Ciò è avvenuto, ad esempio, a Rignano, nel caso dell'asilo che ancora appassiona l'opinione pubblica, divisa tra innocentisti e colpevolisti. Su tale questione il Ministro Fioroni - proprio in risposta a questa vicenda nella quale, per due volte, il collegio dei docenti ha negato il parere favorevole sulla sospensione cautelare - alla fine ha deciso di intervenire, proponendo la modifica delle norme.
Sono sicuramente a favore delle garanzie e della presunzione di innocenza, onorevole Grillini, tanto da aver chiesto io stessa al Governo di inserire nella riformulazione delle norme in discussione anche la possibilità di ricorso da parte del docente. Quindi, il docente potrà ricorrere avverso tali provvedimenti, ci mancherebbe altro! Si tratta di garanzie che dobbiamo non solo salvaguardare, ma anche esaltare.
Tuttavia, dobbiamo avere il coraggio e la forza di modificare, anche nel caso relativo al trasferimento per incompatibilità ambientale, una norma, che risale ai decreti delegati del 1974, che prevede il parere del collegio dei docenti per intervenire anche in casi d'urgenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, siamo favorevoli alla soppressione del riferimento al parere del collegio dei docenti, perché vale la pena di chiarire, sebbene sia evidente, che esso non è vincolante. Pertanto, non essendo e non potendo essere vincolante, non se ne vede l'utilità.
Infatti non è pensabile che un collegio di docenti, in caso di sospensione dal servizio durante l'anno scolastico per accertate situazioni di incompatibilità (quindi, situazioni al limite, estreme, di grave disagio), debba esprimere un parere nei confronti di un collega. Peraltro, tale parere non sarebbe vincolante e creerebbe una situazione di imbarazzo, di difficoltàPag. 60nei confronti della persona sottoposta al trasferimento.
Non si capisce proprio la ragione del coinvolgimento del collegio dei docenti che, come è stato ricordato, molto spesso blocca provvedimenti di urgenza o comunque attua una difesa corporativa. Ciò - lo ripeto - dovrebbe avvenire in situazioni di emergenza, di estremo disagio, assumendo decisioni urgenti che potrebbero essere anche impopolari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Goisis. Ne ha facoltà.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, mi sento obbligata ad intervenire perché il collegio dei docenti viene qui presentato come un'associazione a delinquere. Dal momento che sono un'insegnante, mi sento toccata in prima persona e ritengo anche di dover difendere le migliaia di insegnanti che fanno il loro dovere, non per un giorno (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Chi fischia può andare a fischiare fuori! Presidente!
PRESIDENTE. Come ha sentito, li ho già richiamati, prosegua.
PAOLA GOISIS. Grazie, Presidente. Il parere del collegio dei docenti non è comunque vincolante. Presentare, quindi, il collegio dei docenti come se si trattasse di un gruppo di persone che pensano soltanto a difendere i pedofili è una considerazione che rifiuto, che rinvio al mittente (Commenti)!
PRESIDENTE. Per favore!
PAOLA GOISIS. Non mi sono mai tirata indietro, non ho mai fatto la difesa d'ufficio degli insegnanti e i miei colleghi lo sanno bene! Ho anche accusato il Ministro Fioroni di eccessiva debolezza, ho presentato delle interrogazioni a risposta immediata su questo problema, invitando coloro (Commenti)...
PRESIDENTE. Per favore, quale che sia il giudizio che ognuno può avere sull'intervento, non è consentito di fischiarlo!
PAOLA GOISIS. ...che non sono capaci o che non vogliano fare gli insegnanti ad andarsene! Non posso, però, accettare una simile presentazione del collegio dei docenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, indubbiamente l'emendamento in esame apre il problema della tutela degli insegnanti e, allo stesso tempo, quello della necessità di accelerare i provvedimenti. A tale proposito, sarebbe auspicabile che tali decisioni fossero prese da un comitato di valutazione dei docenti. Ciò è previsto in una proposta di legge presentata dall'onorevole Angela Napoli sulla riorganizzazione degli organi collegiali. Credo che forse è questa la strada da seguire.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Aprea 0.2.150.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 387
Astenuti 73
Maggioranza 194
Hanno votato sì 136
Hanno votato no 251).
Passiamo al subemendamento Goisis 0.2.150.5. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla relatrice.
Pag. 61PAOLA GOISIS. Sì, signor Presidente, lo ritiro in quanto il contenuto è ricompreso in un successivo subemendamento.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione del subemendamento 0.2.150.100 delle Commissioni. Chiedo alla relatrice per la XI Commissione di darne lettura per chiarirne il contenuto.
CARMEN MOTTA, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, si tratta del subemendamento delle Commissioni 0.2.150.100, il cui testo è il seguente: all'emendamento 2.150 delle Commissioni, lettera c), capoverso, comma 2, primo periodo, dopo le parole: «alla sussistenza di gravi» aggiungere le seguenti: «e comprovati».
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Goisis. Ne ha facoltà.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, voglio illustrare le motivazioni per le quali accetto questo subemendamento e ho ritirato il precedente. La questione è che così com'era formulato prima dava adito ad un'eccessiva discrezionalità da parte del dirigente scolastico.
In più, parlare di gravi fattori di turbamento lasciava anche incerta la questione, perché che cosa si intende per gravi? C'era una posizione di eccessivo soggettivismo: aggiungere l'aggettivo «comprovati» dà maggiore forza alla questione.
Non vogliamo che il corpo insegnanti diventi il capro espiatorio di tutti i mali della società. Non si può far ricadere sulla scuola tutto ciò che è negativo. È vero, adesso siamo mossi anche da una forma di emotività davanti ai vari fatti gravi, gravissimi che si sono verificati, però è altrettanto vero che non possiamo lasciarci colpire soltanto dall'emotività, che dobbiamo portare avanti delle motivazioni reali, razionali, concrete e dare, quindi, una possibilità anche agli insegnanti di potersi difendere in tante situazioni.
Qui dentro so che ci sono diversi insegnanti: coloro che hanno insegnato, che hanno trascorso gran parte della loro vita nel mondo della scuola, come me, sanno benissimo che all'interno della scuola purtroppo si verificano spesso occasioni di mobbing. Il mobbing non è solo quello dell'impiegato o dell'operaio: ci sono spesso situazioni in cui l'insegnante, magari, è costretto a rimanere lì, perché quella è la sua posizione, quello è il suo lavoro e ha una famiglia da mantenere.
Gli insegnanti già sono una categoria di persone bistrattate, umiliate. Tante volte è successo che sia bastata la voce di un genitore per allontanare un insegnante dalla scuola, è bastato sentire che qualcuno si era posto contro un insegnante: l'insegnante assolutamente non ha forme di garanzia.
Qui ho sentito dire che ci sono tante forme di garanzie: ho insegnato per trentotto anni nella scuola, ma queste forme di garanzia non le ho trovate. Molto spesso gli insegnanti sono alla deriva proprio perché sono abbandonati da tutti, dalle famiglie, dalla società, molto spesso anche dai Governi, che nei confronti della scuola hanno sempre avuto un atteggiamento di debolezza.
L'insegnante e la scuola sono umiliati, gli stipendi sono da fame - diciamolo! - e quindi non è possibile - ripeto - fare della scuola il capro espiatorio di tutta la società. Visto che le Commissioni hanno in qualche modo recepito il mio emendamento, dichiaro la mia soddisfazione a questo riguardo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire che alcune motivazioni della collega Goisis sono comprensibili. In effetti, oggi c'è un'esigenza di tutela del ruolo e della dignità del docente nella scuola a fronte di movimenti molto spesso convulsi, che caratterizzano la scuola medesima.
C'è però anche il problema, che invito l'Assemblea a cogliere, di una radicalizzazionePag. 62ideologica che coinvolge determinati settori, non la maggioranza, della scuola medesima, che induce a essere particolarmente attenti nell'affrontare un argomento come questo delle sanzioni disciplinari, da me sostenuto ma secondo obiettivi e parametri fissati in modo chiaro, che mancano sostanzialmente in questa disposizione di legge.
Da un lato comprendo le motivazioni; dall'altro, colgo anch'io la positività del termine «comprovati», perché in effetti vi sono realtà - ad esempio l'Emilia Romagna o la Lombardia - dove presenze politiche di segno opposto possono determinare un condizionamento particolare sul ruolo del docente. In questo senso credo che un'ulteriore accentuazione sulla motivazione del provvedimento sanzionatorio si giustifichi pienamente nel rispetto di quella legalità e di quella legislazione, che tutti invochiamo e che finora però, dobbiamo dirlo con estrema chiarezza, è stata ampiamente vanificata per effetto del comportamento lassista di molti dirigenti scolastici e dei vari ministri che si sono succeduti nei Governi della prima e seconda Repubblica (lasciando molto spesso all'interno della scuola un'anarchia totale, che ha penalizzato i docenti, che oggi si lamentano di essere lesi nei loro diritti, e soprattutto gli studenti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Voteremo a favore del subemendamento in esame, proprio perché, al contrario di quello che sosteneva la collega, non vogliamo criminalizzare gli insegnanti. Ed è giusto aggiungere che ci deve essere una ragione seria, comprovata, quindi una norma che rafforzi le autentiche ragioni che devono essere alla base di un provvedimento del genere. Non c'è dunque alcuna intenzione di colpevolizzare o di accusare tutto il corpo dei docenti. Siamo tutte persone di scuola, siamo tutti vissuti nella scuola per molti anni (almeno, chi vi parla), quindi conosciamo bene il ruolo importante che hanno i docenti. È vero quanto sosteneva il collega in precedenza, cioè che vanno ringraziati molti, quasi tutti, per la loro abnegazione, per il loro impegno e per la loro fatica; ma questo non è sufficiente per dire che siano tutti assolvibili e in linea con dei principi didattici sani. Dobbiamo essere onesti, riconoscere che ci sono delle situazioni di difficoltà e di disagio, senza criminalizzare nessuno; mi sembra giusto dare delle garanzie di serietà nel giudizio e nell'istruttoria, ma avere poi anche il coraggio di irrogare sanzioni severe per chi non si comporta come si deve. Il ruolo dei docenti è decisivo, possono incidere sulla vita dei loro studenti in maniera profonda e spesso definitiva, a volte irreparabile. Dobbiamo quindi essere così solidali con i docenti come con le famiglie e gli studenti, individuando norme serie ma severe quando è il caso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.2.150.100 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 449
Astenuti 2
Maggioranza 225
Hanno votato sì 439
Hanno votato no 10).
Passiamo alla votazione del subemendamento Aprea 0.2.150.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Aprea. Ne ha facoltà.
VALENTINA APREA. Signor Presidente, credo che sul subemendamento in esame dovremmo aprire davvero una discussione leale: proprio per completare le dichiarazioni che abbiamo fatto sugliPag. 63emendamenti precedenti, vorremmo anche dichiarare che la cultura del sospetto non ci appartiene.
Quando si fanno le leggi - l'ho imparato in quest'aula dai banchi dell'allora maggioranza - non bisognerebbe mai pensare a casi specifici, farle ad personam: questo ci insegna il nostro codice, questa è la tradizione di quest'aula, siamo uno Stato di diritto. E allora perché sovraccaricare una norma, che interviene semplicemente ad eliminare alcuni passaggi che potrebbero ritardare l'intervento vuoi della giustizia amministrativa, vuoi di quella ordinaria, e soprattutto a riconsegnare quel clima di serenità in cui studenti, famiglie e docenti devono poter lavorare, di elementi normativi che rappresentano il Vangelo, la Bibbia laica dei funzionari?
Mi riferisco al fatto, signor Presidente, che in questa norma, così com'era stata presentata dal Governo, di modifica di tali procedure, la Commissione abbia voluto addirittura inserire, su suggerimento delle relatrici, il richiamo alla garanzia del rispetto dei principi costituzionali e del principio di parità di trattamento, di cui all'articolo 2 del decreto legislativo n. 216 del 2003, attuativo della direttiva 2000/78/CE. Com'è possibile che un dirigente scolastico, un direttore scolastico regionale, un Ministro della Repubblica possano mai pensare di agire contro i principi costituzionali o contro il decreto legislativo n. 216, che recepisce i principi di parità di trattamento nei posti di lavoro, incluso l'orientamento sessuale, la libertà di religione e l'appartenenza ad una razza? Si tratta di principi su cui si basano il nostro patto costituzionale e la nostra Repubblica. Onorevole Luxuria, in tanto è stato possibile recepire la direttiva mediante il decreto legislativo n. 216, in quanto essa era compatibile con la nostra Costituzione. Quindi, tutte le norme che sono state approvate dal Parlamento italiano sono, comunque, rispettose dei principi costituzionali.
Ciò è talmente ovvio ed implicito, che andare a caricare di richiami ai principi costituzionali e alle leggi sulla parità di trattamento una norma tecnica che semplifica una procedura è veramente troppo, soprattutto per la legislazione scolastica e per situazioni così delicate, dove meno diciamo meglio è.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Aprea 0.2.150.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 426
Astenuti 22
Maggioranza 214
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 243).
Passiamo alla votazione del subemendamento Frassinetti 0.2.150.1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, il mio subemendamento 0.2.150.1 mantiene le parole «nella garanzia del rispetto dei principi costituzionali», perché riteniamo che tale enunciazione sia sufficiente ad assicurare le garanzie del caso.
Oltretutto, riteniamo che esista una giustificazione giuridica per tale scelta. Il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216, recepisce la direttiva 2000/78/CE in materia di principi di parità di trattamento, nella quale vengono enunciate le disposizioni relative all'attuazione della parità di trattamento tra persone, indipendentemente da religione, convinzioni personali, handicap, età ed orientamento sessuale. Pur avendo rispetto per la direttiva in questione, che è stata recepita, crediamo che in tal modo si determini uno sbilanciamento inutile proprio con riferimento ad un provvedimento sulla scuola. Con ilPag. 64subemendamento in esame si ritiene che sia sufficiente il riferimento ai principi costituzionali. Non vediamo quindi la ragione - e su tale punto riprendo le osservazioni della collega Aprea - di rafforzare in questo modo la norma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare di sottoscrivere l'emendamento in esame, che condivido.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, anche io intervengo per manifestare il consenso sull'emendamento in esame, soprattutto in presenza di una tendenza e invito i colleghi a non sottovalutarla. Il rispetto dei principi costituzionali dovrebbe salvaguardare ognuno di noi. Si tratta della direttiva europea 2000/78/CE. Rammento che in molte realtà scolastiche italiane in nome di tale direttiva europea si è impedito ad una maggioranza di studenti cristiani (soprattutto nelle scuole primarie), che si rifanno alla tradizione culturale del nostro Paese, di porre in essere tale loro educazione, ad esempio in occasione delle festività natalizie o pasquali, per un presunto rispetto di una minoranza di studenti presenti nella scuola. Questi ultimi devono essere considerati ma non chiedevano alcun tipo di garanzia ed in realtà erano sobillati da una minoranza di insegnanti, i quali tendevano a far prevalere una determinata impostazione ideologica.
L'emendamento in esame, che intendo sottoscrivere, è particolarmente significativo perché limitandosi ai principi costituzionali riconosce anche quella che è la realtà culturale, educativa, identitaria che ha caratterizzato il nostro Paese da oltre duemila anni, realtà che purtroppo nelle scuole viene costantemente dimenticata per effetto, anche, di una cattiva interpretazione della direttiva europea 2000/78/CE.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Frassinetti 0.2.150.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 452
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 247).
Passiamo alla votazione del subemendamento Aprea 0.2.150.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Aprea. Ne ha facoltà.
VALENTINA APREA. Signor Presidente, spiace che proprio un punto così delicato venga considerato, forse, l'ultima proposta emendativa e quindi quella che ci permette di «liquidare» il provvedimento. Voglio leggervi quello che stabilisce l'articolo 2 e chiedere, ancora una volta, una modifica di buonsenso. Noi abbiamo chiesto, come Forza Italia, e sono stata firmataria, di fare riferimento a tutta la legge. Non si può scegliere di citare solo la nozione di discriminazione contenuta nell'articolo 2, ossia « ai fini del presente decreto e salvo quanto disposto (...) per principio di parità di trattamento si intende l'assenza di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta a causa della religione, delle convinzioni personali, degli handicap, dell'età o dell'orientamento sessuale».
Pertanto, chiediamo che si faccia riferimento a tutta la legge, perché all'articolo 3 è stabilito l'ambito di applicazione della parità di trattamento. Che senso ha indicarePag. 65solo un articolo perché ci serve la nozione di discriminazione e poi lasciare tutto il resto? Naturalmente, voi siete legislatori e sapete che, se si cita tutta la legge o solo l'articolo, ai fini del contenzioso è la stessa cosa. Infatti, un insegnante che crede di essere nel giusto e quindi di aver bisogno di tale legge per ottenere giustizia ne chiederà la completa applicazione, ma essa verrà usata anche contro l'insegnante ricompreso nella fattispecie di cui al comma 2 se invece l'ambito di applicazione, cioè l'articolo 3, è diretto contro tale soggetto ossia anche alla fattispecie di cui ho parlato in precedenza. Posso chiedere alla maggioranza un po' di serietà e anche al Governo che per far approvare il provvedimento in esame è passato sopra ogni cosa, anche alla limitazione della citazione che veramente - questa sì - costituisce una vergogna per l'Assemblea e per il modo in cui legifera. Volete richiamare tale legge? Richiamatela completamente. Avete la «coda di paglia»? Non vi interessa l'articolo 3? Vi serve solo la nozione di discriminazione? Noi di Forza Italia denunciamo questo aspetto e vi chiediamo di essere coerenti fino in fondo. Se vi interessa quella nozione di discriminazione, citate la legge e non l'articolo e così farete riferimento a tutto, sia all'articolo 2, sia all'articolo 3.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Aprea 0.2150.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 454
Astenuti 3
Maggioranza 228
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 247).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.150 delle Commissioni, come risulta a seguito delle precisazioni rese all'Assemblea dalla relatrice nonché dall'approvazione del subemendamento 0.2.150.100 delle Commissioni medesime.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Aprea. Ne ha facoltà.
VALENTINA APREA. Signor Presidente... rassegnatevi, perché non rinuncio! Soltanto il Presidente può togliermi la parola, se toglie la seduta!
PRESIDENTE. Prego, deputata Aprea... vi prego, colleghi...
VALENTINA APREA. Signor Presidente, coerentemente con le posizioni espresse nel corso del dibattito, dichiariamo la nostra astensione. Avremmo voluto votare a favore, ed in modo convinto, perché la scuola ha bisogno di questo tipo di revisioni, la scuola giusta, quella scuola che tutti i giorni accoglie i ragazzi e offre un'opportunità seria ed equilibrata di relazioni e di formazione. Quindi, per salvare quella scuola abbiamo bisogno di rendere più severe le norme che allontanano i lavoratori e gli insegnanti che alla scuola non fanno onore. A questo punto, non potendo votare a favore perché ci sono state delle forzature, sia nella prima parte, sia nella seconda parte, come ho avuto modo di precisare nel dibattito, dichiaro l'astensione del gruppo di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per dichiarare l'astensione del gruppo di Alleanza Nazionale, in quanto la proposta emendativa da noi presentata era dirimente per il voto favorevole: essendo stata respinta, ci asterremo nella votazione sull'emendamento in esame.
Pag. 66PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, anch'io dichiaro l'astensione sull'emendamento in esame. Con senso di responsabilità, abbiamo votato a favore dell'articolo 3 e contro l'articolo 1. L'emendamento in esame ci sembrava un passaggio importante, ma ci sono alcune forzature di cui non possiamo non tenere conto. Per tali motivi, dichiaro la nostra astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Goisis. Ne ha facoltà.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, per quanto detto prima, visto che le Commissioni hanno tenuto conto delle nostre considerazioni e del nostro emendamento, come già ho dichiarato il nostro sarà un voto favorevole, perché si è tenuto presente che anche gli insegnanti sono cittadini che hanno diritto ad essere tutelati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare la nostra astensione, per le motivazioni che ha già espresso il deputato Del Bue nel suo intervento e per le motivazioni che altri colleghi hanno fornito. Non intendo ripetermi, ma si poteva fare meglio e di più.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.150 delle Commissioni, come risulta a seguito delle precisazioni rese all'Assemblea dalla relatrice e dall'approvazione del subemendamento 0.2.150.100 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi del deputato Guadagno detto Vladimir Luxuria - Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 272
Astenuti 180
Maggioranza 137
Hanno votato sì 253
Hanno votato no 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Frassinetti 2.13, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 454
Votanti 447
Astenuti 7
Maggioranza 224
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 246).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Goisis 2.65, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 450
Votanti 446
Astenuti 4
Maggioranza 224
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 243).
È così esaurito l'esame degli emendamenti. Secondo le intese intercorse, il seguito dell'esame del provvedimento,Pag. 67nonché l'esame degli altri punti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.