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Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo e sull'ordine dei lavori.
PAOLO AFFRONTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, vorrei segnalare un'incresciosa situazione che perdura nel tempo, veramente significativa di un metodo che non può continuare.
Intervengo per sollecitare il Governo a fornire una risposta a due interrogazioni da me presentate, l'interrogazione a risposta scritta presentata in Assemblea il 1o marzo 2007 e l'interrogazione a risposta orale presentata l'8 marzo 2007, alle quali, malgrado il sollecito in aula fatto il 2 agosto, non è stato dato ancora un cenno di risposta da parte del Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare.
Si tratta dell'interrogazione a risposta orale n. 3-00710, concernente il comune di Broni, inserito in un programma nazionale di ripristino ambientale dei siti inquinati dall'amianto, il cui iter risulta bloccato.
L'altra è l'interrogazione a risposta scritta n. 4-02765, concernente il comune di Lomello in provincia di Pavia, in cui risultano numerosi insediamenti produttivi che hanno un notevole impatto sull'ambiente. La ringrazio e attendo un sollecito cenno di riscontro.
PRESIDENTE. Onorevole Affronti, la Presidenza si farà carico di sollecitare la risposta del Governo alle interrogazioni da lei richiamate.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, sono costernato - non mi rivolgo a lei e non prenda queste mie parole come un'offesa nei confronti della Presidenza - perché, se mi si vuole prestare ancora un secondo di attenzione, sono almeno 36 ore che chiediamo al Ministro della giustizia di svolgere in questa sede un'informativa urgente sulla differenza di opinioni, straordinariamente grave, riguardante l'applicazione della legge Gozzini, tra il Ministro dell'interno, che non è una qualsiasi persona che passa per strada a Montecitorio,Pag. 105e il Ministro della giustizia. Tale contrasto è esploso, secondo quanto abbiamo letto anche oggi sui giornali, dall'episodio della famosa rapina di un brigatista, mai pentito, che girovaga per l'Italia chissà insieme a quanti altri.
Che in una democrazia parlamentare e in una Repubblica democratica un Ministro dell'interno affermi che i giudici non applicano le leggi e un Ministro della giustizia sostenga esattamente il contrario e che, trentasei ore dopo la richiesta al Governo di un'informativa urgente da parte di diversi gruppi parlamentari della Camera, non venga data alcun tipo di risposta - me lo permetta - francamente è un poco originale per il sistema democratico di una nazione.
Ciò ancor di più se il sistema democratico consta in due rami del Parlamento, se uno di essi lo chiede esplicitamente attraverso diversi gruppi parlamentari e durante molte sessioni di votazione, e il Governo fa finta di non sentire.
La gravità mi sembra doppia - ho concluso - per il semplice fatto che i ruoli dei due diversi Ministri - quello dell'interno e quello della giustizia - sono caratterizzati da una delicatezza straordinaria per i temi di cui trattiamo, tra cui il tema della sicurezza e dell'applicazione delle norme. Non stiamo parlando di due Ministri senza portafoglio, ma di Ministri fondamentali per la gestione e per l'ordinato svolgimento della democrazia in un Paese.
Mi affido a lei, signor Presidente, conoscendo la sua sensibilità, oltre che il suo ruolo, affinché - come già è stato fatto da altri Vicepresidenti, e non solo dal Presidente Bertinotti - non solo insistiate formalmente, ma portiate avanti - vi invito a farlo - una vibrata protesta.
L'emergenza, che è sotto gli occhi della democrazia italiana, è francamente insostenibile agli occhi del Parlamento e dei cittadini, ed è ingiustificabile - per quanto consta alla mia debole cultura democratica - anche agli occhi di un qualsiasi altro Paese democratico occidentale.
FRANCESCO ADENTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO ADENTI. Signor Presidente, desidero anch'io sollecitare la risposta ad alcune interrogazioni a mia firma che risalgono, ormai, ad alcuni mesi e una, addirittura, ad oltre un anno fa. In particolare l'interrogazione n. 4-02775, che riguarda la possibile chiusura delle sedi periferiche della Banca d'Italia; l'interrogazione n. 4-02766, riguardo alla tutela della privacy di Poste Italiane; l'interrogazione n. 4-01960, che riguarda il piano cave della provincia di Pavia e, infine, l'interrogazione n. 4-00584, che risale, addirittura, al 18 luglio 2006, che riguarda il reclutamento di professori e ricercatori universitari.
Le chiedo, pertanto, di farsi carico di sollecitare queste risposte.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, anche a nome del movimento politico La Destra, protestiamo con molta determinazione, perché oggi è stato sollevato il problema della mancata risposta alla Camera, da parte del Ministro competente, per quanto riguarda la vicenda del brigatista in condizione di semilibertà e con licenza di continuare a fare rapine.
Non mi sembra corretto, signor Presidente, ancora una volta, che si chiuda la seduta e, a fronte di una richiesta avanzata per ben due volte nel corso della giornata di oggi, non si dia risposta alcuna. Il motivo può essere che la Presidenza non ha avuto risposta dal Governo o che quest'ultimo ha detto che sarebbe o non sarebbe venuto a riferire alla Camera.
Tuttavia, pregherei la Presidenza, l'Ufficio di Presidenza, chiunque presieda, diPag. 106non lasciare senza risposta le richieste ufficiali poste da parlamentari o, addirittura, da interi gruppi parlamentari.
Ritengo che ciò sia molto grave perché quanto accaduto è un allarme sociale che indigna l'opinione pubblica! Ritengo molto grave il fatto che in Parlamento non entri tale questione, perché - anche per la nostra serietà - potremmo parlare a lungo su tali temi.
Vorremmo, quindi, sapere dal Governo se questa persona era in semilibertà e se era controllata; se vi era un'intelligence al corrente del fatto che si trattava di un condannato all'ergastolo, e più di una volta! Vorremmo, quindi, informazioni circa l'operato del giudice che gli ha concesso la semilibertà, nonché la possibilità di andare a lavorare di giorno e di soggiornare in albergo gratis la notte; se ricorrevano o no le condizioni perché il giudice potesse concedergli tale privilegio!
Non possiamo che rivolgerci al Presidente della Camera, affinché lui, a sua volta, lo chieda al Governo, ma non come se si trattasse di un permesso! Ritengo, infatti, che esso sia un diritto di questa Assemblea e il Presidente della Camera è la persona che la rappresenta, non è una nostra controparte!
Confido, quindi, nella vostra sensibilità: oggi si sono alternate tre persone diverse alla Presidenza, tre persone che ritengo abbiano la sensibilità per far avere alla Camera una risposta.
Pertanto, signor Presidente, per quanto è di sua competenza, le rivolgo l'invito a rinnovare questa richiesta a nome della Presidenza della Camera e di recepire la nostra protesta.
Mi auguro, infine, che per il futuro - e ciò vale anche come richiamo al Regolamento - non si possa concludere una seduta senza che la Presidenza dia una risposta, qualsiasi essa sia, ad una richiesta presentata da interi gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. La Presidenza si è attivata trasmettendo queste posizioni della Camera al Governo, che si è riservato di decidere.