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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,02).
(Progetto di riqualificazione e valorizzazione del comparto urbano di Parma costituito da piazza Ghiaia - n. 2-00764)
PRESIDENTE. La deputata Motta ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00764, concernente il progetto di riqualificazione e valorizzazione del comparto urbano di Parma costituito da piazza Ghiaia (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 1).
CARMEN MOTTA. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Danielle Mazzonis, ha facoltà di rispondere.
DANIELLE MAZZONIS, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, vorrei ricordare anzitutto che agli inizi del 2006 la soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici ha ricevuto, da parte del comune di Parma, un progetto di riqualificazione dell'area che prendeva in considerazione sia piazza Ghiaia, sia un'area più ampia comprendente via Romagnosi e l'adiacente Ponte Romano.
Considerata la contiguità di queste aree è stato sin dall'inizio chiesto all'amministrazione comunale di mantenere un'unitarietà nella progettazione, cogliendo così l'opportunità per procedere ad una serie di indagini archeologiche che servivano non solo a chiarire l'assetto del sottosuolo lungo il margine destro di via Romagnosi, ma anche a valorizzare la visibilità del Ponte Romano, al momento coperto da un muro di cemento.
L'intervento è stato dunque articolato in due lotti: la progettazione, infatti, èPag. 38stata portata avanti rapidamente per quanto riguarda via Romagnosi e il Ponte Romano, con molta più difficoltà per quanto attiene invece al mercato di piazza Ghiaia. Per quest'ultimo la proposta progettuale iniziale presentata dal comune prevedeva l'apertura nel piano di superficie di tre asole destinate a dare aria e luce a ben tre livelli sotterranei, di cui il primo sarebbe stato destinato a servizi commerciali, il secondo a funzioni di supporto agli stessi, infine il terzo a parcheggio interrato; il tutto sarebbe stato coperto da una tettoia in vetro e metallo.
Il progetto di piazza Ghiaia è stata trasmesso all'amministrazione centrale dei beni culturali dalla direzione regionale dell'Emilia-Romagna il 2 novembre 2006 ed è stato sottoposto all'esame del comitato tecnico per i beni architettonici e paesaggistici. Il comitato ha esaminato il progetto nella seduta del 14 novembre 2006.
Successivamente è stata sottolineata l'opportunità di verificare l'intera questione anche sotto il profilo etnoantropologico, trattandosi di una piazza di mercato, come afferma l'interpellante, che ha una lunghissima storia.
Il 27 dicembre 2006, la direzione regionale ha provveduto ad emanare il provvedimento di tutela dell'immobile denominato «sistema urbano di piazza Ghiaia», sito in Parma, piazza Ghiaia - sottopasso Ponte Romano - via Romagnoli, ai sensi degli articoli 10, commi 1 e 12, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
Effettivamente, la competenza etnoantropologica è stata considerata rilevante. Il comitato tecnico scientifico a cui è stato sottoposto questo documento nella seduta del 21 marzo 2007 ha concluso il suo lavoro affermando che la questione deve essere esaminata in una seduta congiunta tra il comitato tecnico scientifico per i beni architettonici e paesaggistici e il comitato tecnico scientifico per il patrimonio artistico, storico ed etnoantropologico, per valutare insieme il progetto in questione.
I comitati si sono riuniti in seduta congiunta il 28 maggio 2007 e il 21 giugno 2007. Nel corso di tali riunioni, dopo ampia discussione, è stato affidato al professore Carlo Bertelli un sopralluogo con la richiesta di riferire ai comitati l'esito di tale sopralluogo. Il sopralluogo è stato effettuato il 27 giugno 2007.
I comitati tecnico scientifici si sono riuniti nuovamente in seduta congiunta, anche alla luce di tale sopralluogo, lo scorso 17 settembre, al fine di esprimere il parere sull'intera questione. Hanno valutato globalmente tanto gli aspetti architettonici quanto quelli etnoantropologici relativi a ciò che ormai viene denominato il sistema piazza della Ghiaia, considerando l'importanza della funzione mercatale che si è andata consolidando nell'arco di un millennio e rimettendo il parere definitivo ad una formalizzazione in tempi brevi, comunque entro e non oltre il 9 ottobre, data della riunione indetta con tutti i soggetti interessati.
PRESIDENTE. La deputata Motta ha facoltà di replicare.
CARMEN MOTTA. Signor Presidente, apprezzo la ricostruzione puntuale di questa lunga vicenda svolta dalla sottosegretaria Mazzonis. Quanto alla risposta ai due quesiti che ho posto e sui quali ovviamente s'incentra maggiormente il mio interesse, premetto, sottosegretaria, che ho rinunciato all'illustrazione perché nell'interpellanza ho elencato una serie di fatti e mi sono astenuta dall'esprimere giudizi di merito, anche perché la vicenda è notissima ed è da lungo tempo all'attenzione mia, in particolare, ma anche del Ministero.
Ritornando ai quesiti, se non ho capito male lei, sottosegretaria, risponde in maniera precisa al primo quesito, ossia a quello nel quale chiedo se, in previsione dell'incontro del 9 ottobre prossimo, i pareri resi dai comitati tecnico scientifici potranno essere inoltrati tempestivamente e preventivamente alle competenti soprintendenze periferiche del Ministero per i beni e le attività culturali. Dalla sua risposta mi sembra di capire, anche se lei non ha citato espressamente le soprintendenze periferiche competenti del Ministero,Pag. 39che tali pareri verranno inoltrati non oltre il 9 ottobre; quindi, immagino intendesse dire che gli stessi saranno inoltrati alle competenti soprintendenze.
Quanto, invece, al secondo quesito, volto a conoscere quando il Governo ritenga che detti pareri possano essere considerati formalmente pubblici, quindi resi accessibili ai soggetti interessati (tra i quali vi è chi vi parla), lei non ha fornito una risposta esplicita; tuttavia, immagino che il riferimento a una data successiva al 9 ottobre possa essere considerato come termine ultimo e utile per portare i pareri a conoscenza di tutti i soggetti interessati al merito degli stessi.
Non voglio utilizzare tutto il tempo che ho a disposizione, ma tengo a ribadire alcune questioni affinché restino agli atti della Camera dei deputati. Da questo punto di vista posso considerarmi soddisfatta nel senso che, seppure non esplicitata pienamente, mi sembra che la risposta della sottosegretaria ai due quesiti che ho avanzato sia implicitamente affermativa.
Ciò che mi preme sottolineare, affinché rimanga agli atti della Camera, è che i quesiti che ho posto presentando l'interpellanza urgente non sono attinenti tanto al merito, sul quale effettivamente ci sarebbe moltissimo da discutere. Infatti, sottosegretaria, in questa vicenda si è verificato che di fatto vi sono due procedure di carattere tecnico-amministrativo «aperte»; quindi occorre soprattutto capire verso quale delle due (o verso quali procedure) s'intenderà procedere e perché.
La prima, quella autorizzativa, che è iniziata - come lei ricordava - nel 2006, prevedeva in base all'articolo 21 del codice dei beni culturali e del paesaggio (il cosiddetto codice Urbani) i pareri dei comitati tecnico scientifici competenti. Tale procedura si è conclusa - non voglio ripetere tutta la ricostruzione da lei fatta - per quanto riguarda i pareri dei comitati il 17 settembre in una seduta congiunta.
Come lei ricordava, nel parere si è tenuto conto del vincolo etnoantropologico. Tuttavia, vi è un aspetto che non è chiaro e per questo motivo è molto importante che i pareri siano messi a disposizione delle soprintendenze periferiche competenti in maniera estensiva. Dalle informazioni che ho desunto dalla stampa, ma che sono state rese anche da un'istituzione pubblica importante, ovvero dal comune nella persona del suo sindaco, emerge che, in accordo con il Ministero, non si farà più riferimento all'articolo 21, ma all'articolo 24 del codice dei beni culturali e del paesaggio. Dunque, l'autorizzazione necessaria ai sensi dell'articolo 21 potrà essere espressa nell'ambito di accordi diretti tra il Ministero e il soggetto pubblico. Questo è sostanzialmente il cuore del problema che si affronterà nell'incontro del 9 ottobre.
Gli organi di stampa ci hanno inondato delle notizie più disparate, nel senso che l'amministrazione ha spostato diverse scadenze anche in ordine alla collaborazione e al pre-contratto concluso con l'ATI, che ha vinto il progetto di riqualificazione di piazza Ghiaia.
Al di là di ciò, vorrei capire - ma ciò si comprenderà il 9 ottobre - se si debba considerare estinto, ossia concluso, l'iter autorizzatorio (o autorizzativo) in base all'articolo 21 e se sia necessario aprirne sostanzialmente un altro: ciò sarebbe legittimo. Tuttavia, proprio per tale motivo, era assolutamente indispensabile - lo ribadisco e ringrazio la sottosegretaria Mazzonis di averci rassicurato sotto questo profilo - che il parere reso dai comitati tecnico scientifici fosse messo a disposizione delle soprintendenze periferiche. Queste ultime devono assolutamente conoscere le motivazioni sottostanti il parere per poter entrare nel merito della discussione, atteso che teoricamente si dovrebbe dare corso ad un altro procedimento, che però - penso - non può prescindere dal parere espresso dai comitati.
Ciò è ancora più indispensabile, in quanto in realtà il cuore del parere è già stato posto all'attenzione dell'opinione pubblica e dei soggetti interessati, sempre tramite notizie di stampa, quindi in modo non ufficiale. Tale contenuto è stato giàPag. 40esplicitato e anticipato da notizie di stampa, dalle quali si apprende anche che lo stesso è stato inoltrato al sindaco. Quindi sostanzialmente il cuore del parere emesso dai due comitati tecnico scientifici congiunti è già stato preannunciato.
Ciò che non era chiaro - ma ora lo è - è se il parere nella sua completezza possa essere reso pubblico e trasmesso alle sopraintendenze periferiche competenti prima del 9 ottobre, per consentire ai tecnici che dovranno discutere ed esprimersi sulla questione di conoscere compiutamente tutti gli aspetti problematici attinenti a tale progetto molto contrastato e complicato.
Alla fine, dopo il 9 ottobre, anche la sottoscritta potrà finalmente conoscere per esteso il parere: signora sottosegretaria, avevo chiesto di poter conoscere sostanzialmente il parere espresso a luglio dallo PSAE e quello emesso il 17 settembre dai due comitati congiunti; tali pareri, però, nonostante io abbia inoltrato richiesta formale, non mi sono stati forniti.
È chiaro che, in qualità di parlamentare, non voglio alcun privilegio e agisco nell'assoluto rispetto delle norme: anche al parlamentare, però, deve essere data certezza dei tempi. Perché questi pareri siano resi pubblici ed accessibili occorrono dieci, quindici, venticinque giorni dalla data in cui i comitati sono riuniti? Non mi è stato comunicato in modo preciso: apprendo da lei che dal 9 ottobre ciò sarà possibile e di questo, ovviamente, la ringrazio.