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Si riprende la discussione (ore 18,45).
(Esame dell'articolo 17 - A.C. 2161-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2161 sezione 14).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ORIANO GIOVANELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 17.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAN PIERO SCANU, Sottosegretario di Stato per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Boscetto 17.2 e D'Alia 17.73.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, prendo la parola per motivare le ragioni per le quali riteniamo non sia coerente con ciò che stiamo facendo prevedere una serie di deleghe in una materia che con la semplificazione non ha nulla a che vedere.
Se si parla di norme destinare ad attuare il criterio della semplificazione allora bisogna fare riferimento a norme immediatamente in vigore ed efficaci. Qui, invece, si vuole concedere una serie di deleghe al Governo, creando così i presupposti per fare del provvedimento in esame una sorta di legge omnibus, che contiene di tutto e di più, in particolare disposizioni che modificano norme che con la semplificazione, come detto, non hanno niente a che vedere.
Credo che questo non sia un modo corretto di procedere, anzi ritengo che ci porti fuori strada rispetto ai temi che siamo chiamati ad affrontare. Pertanto, sarebbe stato opportuno sopprimere gli articoli 16, 17 e 18.
Il Governo presenti una proposta di modifica delle disposizioni che riguardano la materia e dopo ci confronteremo in Parlamento. Non scambiamo la semplificazione per un treno a cui agganciare una serie vagoni, altrimenti faremo torto alle nostre intelligenze, al nostro ruolo e alla nostra funzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, la verità è che questo non è un provvedimento di semplificazione: è, invece, un provvedimento che introduce una serie di disposizioni, di portata marginale, che investono il procedimento amministrativo. Disposizioni alcune di natura processuale, che riguardano il processo amministrativo, altre di natura sostanziale, che riguardano l'azione amministrativa.
In esso sono contenute disposizioni assolutamente eterogenee, che spesso non c'entrano l'una con l'altra. Ciò avviene perché il provvedimento nasce viziato dalle dichiarazioni roboanti del Governo, che l'aveva presentato come una legge di semplificazione della pubblica amministrazione, mentre in realtà esso contiene «normette» che incidono su un aspetto o sull'altro. Il provvedimento nel suo insieme presenta questo vizio. Quanto sto dicendo vale anche con riferimento ad altre proposte emendative, come abbiamo potuto osservare poc'anzi con l'esame dell'emendamento in tema di procedimento minorile. Noi ci siamo astenuti perché è evidente che vi è un'esigenza di snellimento del procedimento minorile, soprattutto con riferimento alle adozioni: ci sono tante famiglie che aspettano degli anni, che subiscono un iter umiliante a causa di una serie di appesantimenti burocratici di cui spesso non si comprende la ragione. Però, inserire una norma di questo tipo all'interno di un provvedimento onnicomprensivo ha effettivamente poco senso, come ha poco senso in generale la norma in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, mi unisco alle considerazioni svolte dai colleghi D'Alia e Cota in ordine alle materie trattate in questo provvedimento, che più che un disegno di legge sul miglioramento della funzionalità della pubblica amministrazione sembra una grande «lenzuolata» che interessa le materie più disparate ed eterogenee.
Se da un lato, dunque, l'inserimento in questo testo di norme che riguardano le adozioni può indicare una certa sensibilità, dall'altro esso comporta una completa estraneità per materia. Soprattutto quando si parla di adozioni internazionali, si deve procedere con la delicatezza, la sensibilità e la serietà che un simile tema merita.
Allo stesso modo, anche l'articolo 17 - che conferisce una delega al Governo in materia di sanzioni amministrative e pecuniarie a carico dei gestori di servizi aeroportuali - tratta di un argomento che francamente non sembra abbia a che farePag. 73con la pubblica amministrazione. È vero che quello che stiamo esaminando non è un disegno di legge di conversione di un decreto-legge, come con un lapsus qualche collega ha affermato riferendosi agli interventi sugli emendamenti (ciò probabilmente anche perché siamo fin troppo abituati ad esaminare decreti-legge e in particolare decreti-legge omnibus), ma credo comunque che si debba fare un poco di chiarezza. Ritengo sia sbagliato continuare a seguire la logica per cui, magari facendo prevalere i numeri della maggioranza su quelli dell'opposizione, ci si trova ad affrontare in un provvedimento sulla modernizzazione della pubblica amministrazione temi che con essa non hanno nulla a che vedere. Penso nuovamente all'esempio delle adozioni internazionali: si tratta di temi delicati, che riguardano la vita di famiglia. Noi qui stiamo discutendo di pubblica amministrazione: discutiamo, quindi, di pubblica amministrazione!
Tanto più in considerazione del fatto che, per buonsenso, abbiamo già accantonato diversi articoli, credo che il Comitato dei nove potrebbe aprire una riflessione interessante circa talune estraneità per materia. D'altra parte, la Presidenza applica con un certo rigore e criterio e con intelligenza e competenza - vista anche la serietà degli uffici dell'amministrazione - le norme che riguardano l'estraneità per materia degli emendamenti: e poi, invece, ci si trova comunque di fronte ad un provvedimento omnibus.
Un provvedimento che, peraltro, credo che abbia poco a che vedere con ciò su cui si concentra l'attenzione del Ministro Nicolais, che oggi è qui presente. Immagino che, quando si concluderà l'esame di questo provvedimento, il Ministro Nicolais dirà con piacere che il Parlamento ha discusso della riforma e dell'ammodernamento della pubblica amministrazione: meno, probabilmente, che ha discusso di questioni quali i gestori di servizi aeroportuali o le adozioni internazionali o altre materie che hanno ben poco a che vedere con il suo Ministero. Ma allora dovremmo avere presenti Ministri diversi dal Ministro Nicolais. Perciò, considerato che abbiamo la fortuna di avere qui il Ministro Nicolais e il sottosegretario Scanu, chiederei di occuparci di pubblica amministrazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, intervengo brevemente per svolgere alcune considerazioni.
Mi rifaccio per intero a quanto hanno detto i colleghi circa l'inopportuna eterogeneità delle materie contenute nel testo al nostro esame. Tale eterogeneità produce due diversi inconvenienti. Il primo è di carattere pratico e riguarda i cittadini e coloro che debbono assisterli o fornire loro consulenza. La cattiva pratica legislativa di inserire determinati argomenti all'interno di un testo che si occupa di tutt'altra materia rende infatti difficile per il cittadino orientarsi e financo conoscere le leggi. In questo senso, l'astratto precetto per cui si presume la conoscenza delle leggi diviene antidemocratico ed incivile nel momento in cui la legislazione è costellata di norme che esulano dall'argomento principale e dal titolo di ciascuna legge. Ciò rende necessario ricorrere a consulenti i più attenti, raffinati e diabolici, i quali debbono andare a scovare, come in una caccia al tesoro, la norma che riguarda il cittadino. Quello che si sta dando non è un bell'esempio di legislazione: anzi, è qualcosa che davvero danneggia gli interessi dei cittadini.
Il secondo inconveniente è di carattere politico: l'inserimento in un testo di norme che presentano natura completamente diversa dal suo oggetto mette infatti in difficoltà anche coloro che debbono esprimere il proprio voto. Se, ad esempio, a nome del mio gruppo, esprimo un giudizio complessivo su di un atto, nel senso che dichiaro il voto contrario o favorevole su di esso, può poi accadere che - incontrando famiglie che vogliono adottare un bimbo o persone che hanno a che fare con il trasporto aeroportuale o chi si interessiPag. 74magari del gioco della zecchinetta - mi si chieda conto del fatto che ho votato a favore o contro una certa norma che interessa tali persone, quando in realtà tale norma è contenuta magari solo in un articolo di un provvedimento che si occupa di tutt'altro.
In sostanza, non posso votare a favore di una norma che è pertinente e giusta e sulla quale vorrei esprimere voto favorevole, se il provvedimento complessivo si occupa di tutt'altra materia rispetto alla quale la mia posizione è magari contraria. Accogliete, quindi l'invito ad espungere quelle norme che affrontano un tema specifico e non hanno nulla a che vedere con il corpo principale del provvedimento, e ciò avverrà nell'interesse dei cittadini che le devono applicare e dei consulenti e sarà politicamente corretto e trasparente, consentendo alle forze politiche di pronunciarsi sull'argomento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Boscetto 17.2 e D'Alia 17.73, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 446
Votanti 443
Astenuti 3
Maggioranza 222
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 251).
Passiamo all'emendamento Costantini 17.70, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
CARLO COSTANTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento 17.70 a mia prima firma.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Costantini.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Attili 17.75.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Attili.
ANTONIO ATTILI. Signor Presidente, il mio emendamento 17.75 mi pare che, in effetti, completi, in modo positivo, la previsione di cui comma 1 dell'articolo 17 del provvedimento al nostro esame, e quindi il parere contrario della Commissione e del Governo mi ha francamente sorpreso. Infatti, nel citato comma 1 si prevede una delega al Governo per l'emanazione di un decreto legislativo che, modificando il codice, affronti la questione delle sanzioni amministrative pecuniarie nei confronti di gestori aeroportuali, operatori aerei, manutentori aeronautici e prestatori di servizi al trasporto aereo (tutte le figure, quindi, che in qualche modo sono coinvolte nella gestione del servizio). È assente, stranamente, il riferimento al personale di volo, né mi è dato comprendere perché esso manchi in tale previsione. Credo, invece, che nel decreto legislativo debba essere prevista anche la possibilità - dato che il Governo ritiene che le sanzioni costituiscano un deterrente ed un fatto utile e positivo - di sanzionare eventualmente anche il personale di volo qualora esso sbagli; mi auguro di no, ma poiché da tale personale dipende in modo particolare la sicurezza - probabilmente più che dagli altri operatori - credo che tale questione vada affrontata, e chiedo all'Assemblea un voto favorevole sull'emendamento 17.75 da me presentato (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
Pag. 75MARCO BOATO. Signor Presidente, non sono tecnicamente un esperto di questa materia, ma ho ascoltato con attenzione l'intervento del collega Attili. Per come è stato da lui formulato, l'emendamento Attili 17.75 sembrerebbe condivisibile, ma credo che sarebbe utile - poiché si tratta di aspetti strettamente tecnici di linguaggio e di figure giuridiche - che, almeno in prima battuta, il relatore motivasse il suo parere contrario.
ORIANO GIOVANELLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ORIANO GIOVANELLI, Relatore. Signor presidente, anche in questo caso avremmo potuto formulare un invito al ritiro. Non vi è una preclusione, ma desidero soltanto spiegare perché è corretto, a mio avviso, quanto è scritto nel testo del provvedimento al nostro esame. Si parla di società, di agenzie e di aziende che devono mantenere i requisiti per le loro certificazioni per svolgere determinate operazioni. Includere un riferimento al personale di volo, avrebbe significato trattare delle persone e non dei soggetti che gestiscono i servizi, e quindi ci è sembrato fosse più corretta, nell'economia del provvedimento che abbiamo concorso a definire, la stesura che abbiamo approvato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, non voglio essere noioso, ma noi voteremo contro tutti gli emendamenti presentati all'articolo 17 e anche contro lo stesso articolo 17 per le ragioni che ho già affermato. Però, proprio il siparietto fra il collega Attili e il relatore, e il Governo che non può risponderci perché non ha la competenza specifica su tale aspetto, testimonia la circostanza che non stiamo variando un termine, ma stiamo stabilendo il contenuto della delega, il principio e il criterio direttivo, a quali soggetti è destinato e quando facciamo la indicazione (commenti del deputato Giovanelli)...scusami Giovanelli, fammi sviluppare il discorso, non ti innervosire, stiamo ragionando serenamente. Pertanto, quando decidiamo di ampliare o no i destinatari di tale norma senza sapere se escludiamo alcuni o ne comprendiamo altri, in una materia così delicata che riguarda la gestione dei servizi aeroportuali e le sanzioni nei confronti degli addetti e degli operatori, credo che non svolgiamo un buon servizio.
Perciò, occorrerebbe stralciare tale disposizione e sottoporla all'esame della Commissione trasporti, e a tal proposito mi dispiace che il presidente della stessa Commissione trasporti, ad esempio, taccia riguardo tale tema e che i colleghi della medesima Commissione trasporti non intervengano, non dicano cosa ne pensano mentre non sappiamo nemmeno se vi è un parere su tale punto e in che termini è articolato. Credo, signor Presidente, che sarebbe più serio, oggettivamente, stralciare tale norma, che coinvolge determinati interessi e riguarda una disciplina molto delicata e specifica - di settore - ed affidarla a chi sia esperto di tale tema, almeno nella fase istruttoria.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, intervengo anche per chiarire una questione, ma chiederei al collega Attili, che è competente in tale materia, di illuminarci sul punto. Chiedo scusa, Attili. Il punto è questo: il personale di volo è costituito da persone fisiche. Tutto il resto sono società. Poiché la norma in questione prevede le sanzioni per chi viola le ricordate disposizioni, evidentemente è difficile mettere nello stesso capitolo le sanzioni per le società e quelle per le singole persone fisiche. Questa è la ragione per la quale ti è stato rivolto l'invito al ritiro, perché il legislatore delegato, cioè il Governo, siPag. 76troverebbe in grave imbarazzo ad emanare norme che riguardano tanto persone fisiche, quanto società. Questo è il motivo. Pertanto, vorrei sapere se tale argomento è convincente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mario Ricci. Ne ha facoltà.
MARIO RICCI. Signor Presidente, il relatore ha motivato la sua contrarietà all'emendamento in esame con argomenti che non convincono, perché nella dizione del comma 1 dell'articolo 16, nella parte finale, si parla di prestatori di servizio al trasporto aereo. Credo che tale dizione non possa comprendere società ma o è ambigua o può includere anche delle figure, dei soggetti individuali e non delle figure giuridiche. Credo invece che l'argomentazione con la quale Attili ha sostenuto l'emendamento vada nella direzione giusta e per tali ragioni anch'io sottoscrivo l'emendamento in esame e il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea voterà a favore dello stesso.
PRESIDENTE. L'onorevole Attili ha chiesto di intervenire perché è stato interpellato. Le premetto, onorevole Attili, che lei può solo esprimere se accoglie o no l'invito al ritiro, perché non può nuovamente sviluppare un intervento, in quanto è già intervenuto sull'emendamento. Prego, ha facoltà di parlare.
ANTONIO ATTILI. Signor Presidente, non accolgo l'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Attili.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, a questo punto sarebbe interessante anche avere il parere, sull'emendamento in esame, del presidente della Commissione trasporti perché, signor Presidente, la questione è sempre la stessa che ormai poniamo da due o tre votazioni. Vorremmo parlare di pubblica amministrazione. Ma stiamo uscendo dall'argomento, in quanto si tratta di sanzioni agli enti gestori, ai soggetti, non alle persone. Si tratta di un dibattito bellissimo e che ci entusiasma, però su tale tema credo che, giunti a questo punto, al Comitato dei nove dovrebbero essere presenti altri colleghi che seguono la Commissione trasporti e che seguono più da vicino tale questione e non noi, che stiamo esaminando un provvedimento sulla pubblica amministrazione.
Quindi, faccio appello - visto anche che vi è un dibattito all'interno della maggioranza che, a mio avviso, ha assunto un tono di un certo tipo - al relatore affinché si accantoni l'articolo 17, si svolga una riflessione più generale su tutte le materie non di stretta attinenza del provvedimento in esame e si valuti se i vari argomenti possano prendere dei percorsi differenti. A questo punto, infatti, mi sembra abbastanza evidente che, oltre all'eterogeneità del provvedimento, vi sia anche un elemento dialettico, peraltro tutto interno alla maggioranza, che difficilmente riesce a trovare una sua composizione al di fuori del Comitato dei nove in questa Assemblea.
Quindi, si tratta di una valutazione che lascio chiaramente al relatore, ma con un auspicio: che si riesca andare avanti in maniera più seria sul provvedimento, che di serio ha molto e non vorrei che si perdesse per strada.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, anzitutto sottolineo ai colleghi che, trattandosi di un provvedimento di semplificazione, è necessariamente un provvedimento orizzontale che tocca tutte le materie che ha semplificato. È certamente giusta l'obiezione sollevata relativa alla difficoltà di muoversi; tuttavia, è nella natura stessa del provvedimento.Pag. 77
Sulla richiesta di accantonamento, ho parlato con il relatore e siamo disponibili ad accoglierla, anche perché vorremmo che il collega Attili potesse partecipare al Comitato dei nove, che si riunirà al termine della seduta, per spiegare la questione ed aiutarci.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, dunque, l'esame delle restanti proposte emendative riferite all'articolo 17 nonché la votazione dell'articolo, si intendono accantonati.