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Informativa urgente del Governo sui decessi verificatisi di recente nel Centro di permanenza temporanea di Modena e sulle problematiche relative a tali strutture (ore 10,15).
(Intervento del Sottosegretario di Stato per l'interno)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Sottosegretario di Stato per l'interno, Marcella Lucidi.
MARCELLA LUCIDI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, come è stato richiesto, riferisco all'Assemblea sulla morte di due immigrati, avvenuta recentemente all'interno del Centro di permanenza temporanea e di assistenza di Modena. Si tratta di due episodi che devo, in questa sede, necessariamente descrivere e riassumere, senza volere, con questo, mancare di rispetto all'esperienza di due giovani che hanno concluso drammaticamente la loro vita: una tragedia consumata nella solitudine.
Fornirò al riguardo le informazioni che finora ho ricevuto e che ancora intendo continuare a ricevere, man mano che si definirà meglio l'accaduto, anche attraverso le indagini in corso. Mi sembra importante precisare che, appena avuta notizia del primo decesso, il Ministero dell'interno ha inviato sul posto il direttore centrale dei servizi civili dell'immigrazione, affinché assumesse diretta conoscenza dell'accaduto.
Il primo decesso si è verificato nella notte tra il 14 e il 15 ottobre scorso. Ajouli Monam, sedicente tunisino - nato il 12 marzo 1984 e ospite della struttura dal 21 settembre scorso - ha perso la vita per strangolamento mediante un cappio ricavato con parti dei suoi indumenti. Il corpo senza vita di Monam è stato trovato dai militari dell'Arma dei carabinieri in servizio di vigilanza presso lo stesso Centro di Modena, all'interno di uno dei moduli abitativi. Il cadavere si trovava nella zona destinata al riposo notturno, zona che, per evidenti motivi di tutela della riservatezza, non è soggetta a videosorveglianza. Gli altri ospiti dello stesso modulo, al momento del ritrovamento, sostavano nell'area comune, intenti ad assistere ad un programma televisivo. Sul posto sono intervenuti prontamente il questore di Modena e il medico legale, che constatava il decesso del giovane. Quest'ultimo era stato accompagnato, una prima volta, al Centro di Modena il 2 giugno 2007 su disposizione del questore di Como. Dalla struttura si era arbitrariamente allontanato il 17 luglio scorso per esservi poi ricondotto il 21 settembre, sempre su disposizione del questore di Como.
Durante la sua permanenza nella struttura, sia nella prima fase che nella seconda, Monam, con precedenti penali non gravi legati alla sua condizione di clandestinità, non aveva mai manifestato problematiche psicologiche particolari - come emerge dalle schede di valutazione socio-sanitarie agli atti della direzione del centro - né il suo comportamento aveva rivelato segnali in grado di lasciar prevedere il compimento del gesto autolesivo.
Nella notte tra il 16 e il 17 ottobre, verso l'1,30, si è verificato il secondo decesso. Un sedicente cittadino algerino, Huri Mohamed, nato il 13 novembre 1982, ospite del Centro dal 10 ottobre scorso, su disposizione del questore di Reggio Emilia, si è tolto la vita utilizzando un lenzuolo attorcigliato intorno al collo. Il corpo del giovane è stato rinvenuto dai militari dell'Arma dei carabinieri all'interno del Centro, riverso sulla porta di collegamento dei moduli abitativi con i cortili. Il ragazzo deceduto era in trattamento presso il Sert di Reggio Emilia, per problemi di tossicodipendenza, e all'interno del centro veniva assistito consensualmente con trattamento di metadone a scalare sul dosaggio quotidiano. I colloqui tra il ragazzo e gli operatori socio-assistenziali, al momento del suo arrivo e successivamente, non avevano fatto emergere elementi in grado di indurre preoccupazioni.
Sebbene sulle due vicende siano ancora in corso le necessarie inchieste della magistratura, e nell'ambito di esse anche gli esami autoptici, dai rilievi della polizia scientifica e dall'esame medico-legale è emerso che in entrambi i casi si tratterebbe di suicidio. A seguito del secondo decesso si sono scatenate proteste da parte degli altri ospiti del centro, che hanno incendiato coperte ed indumenti, impedendoPag. 3alle forze dell'ordine e agli operatori dell'ente gestore, che attualmente è la Confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia, di rimuovere il corpo di Huri Mohamed. Dopo lunghe trattative e l'intervento del reparto mobile della Polizia di Stato e del battaglione dei Carabinieri, è stato consentito l'accesso del medico-legale per la successiva rimozione della salma.
Con riferimento, più in generale, alle caratteristiche del Centro di permanenza temporanea ed assistenza di Modena, per questa come per le analoghe altre realtà, si ha un'attenzione costante da parte del Ministero dell'interno perché, pur nei caratteri propri di queste strutture, sia data attenzione ai diritti e alle esigenze dei loro ospiti.
Il centro di Modena, istituito il 25 ottobre 2000, è situato in un edificio che fu realizzato ex novo. Al fine di assicurare adeguate condizioni di accoglienza dei presenti, sono stati realizzati nel tempo i necessari interventi di manutenzione. L'ente gestore e la prefettura di Modena hanno assicurato il rispetto degli standard previsti, anche per i servizi socio-assistenziali e legali. Il 14 ottobre, giorno antecedente al primo presunto suicidio, nel centro erano presenti 57 ospiti, su una capienza della struttura prevista pari a 60 persone. Per quanto concerne le prestazioni di accoglienza erogate nei confronti degli ospiti del centro, all'atto dell'arrivo di ciascun immigrato, ed indipendentemente da una sua esplicita richiesta o dalla valutazione dell'assistente sociale, viene regolarmente effettuato un preliminare colloquio psicologico volto all'analisi della personalità.
Gli episodi di autolesionismo verificatisi nei primi tempi di funzionamento della struttura sono progressivamente diminuiti sino al loro azzeramento nel periodo da maggio a ottobre dell'anno in corso.
Più volte, intervenendo nelle aule parlamentari, ho evidenziato il significato che il Ministro dell'interno ha dato alla propria iniziativa di istituire una commissione dedicata a conoscere e ad avanzare proposte in merito ai centri per immigrati operativi sul territorio nazionale. In data 31 gennaio 2007 è stato presentato ufficialmente il rapporto conclusivo della commissione, nel quale sono state avanzate proposte per razionalizzare l'intero sistema, e anche per restituire a questi centri una debita e ben contenuta funzione.
Sulla base di tali indicazioni, l'Amministrazione dell'interno ha adottato importanti provvedimenti, volti a migliorare la qualità dell'accoglienza e dell'assistenza agli immigrati, nonché a garantire una maggiore trasparenza delle attività che lì si svolgono e dei servizi che vengono offerti. In tal senso si muove la direttiva adottata dal Ministro dell'interno in data 24 aprile 2007, con la quale è stata disposta la chiusura di tre centri di permanenza temporanea ed assistenza (Brindisi, Ragusa e Crotone). Le strutture di Brindisi e di Crotone sono attualmente utilizzate come centri di prima accoglienza e di intervento umanitario.
Contestualmente, è stato affidato al dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno il compito di svolgere uno specifico esame sulle restanti strutture, anche al fine di procedere alla loro eventuale riqualificazione in funzione di una diversa missione istituzionale. In ragione di ciò, si è proceduto alla riqualificazione ed alla manutenzione dei centri di Gradisca d'Isonzo (Gorizia), Torino e Trapani. Il Centro di Gradisca d'Isonzo funziona oggi solo per metà dei posti inizialmente previsti, come centro di permanenza temporanea e di assistenza; per il resto, serve anch'esso alla prima accoglienza. A Torino e a Trapani sono in via di realizzazione due nuove strutture. Sempre in data 24 aprile 2007 è stata emanata una seconda direttiva del Ministro dell'interno con la quale, al fine di garantire la trasparenza delle modalità di gestione e delle condizioni di soggiorno nei centri, è stato riconosciuto - previa autorizzazione del prefetto - il diritto all'accesso negli stessi anche ai sindaci, ai presidenti di regione ed agli operatori della stampa.
Voglio sottolineare, al riguardo, che giudichiamo l'orientamento assunto un'opportunitàPag. 4da cogliere, anche in direzione di una migliore collaborazione con le realtà locali (nel senso, quindi, della trasparenza, ma anche dell'opportunità di migliorare l'offerta dei servizi attraverso un'apertura ed una collaborazione progettuale con gli enti locali, che a tale scopo sono invitati ad entrare all'interno di queste strutture); dico questo con riferimento a Modena ed agli altri centri presenti sul territorio nazionale.
Sono state, altresì, snellite ed accelerate le procedure per l'accesso di minori non accompagnati richiedenti asilo ai servizi di accoglienza, con una direttiva del Ministro dell'interno e del Ministro della giustizia del 7 dicembre 2006. In conseguenza di tale direttiva si è registrata, nell'arco degli ultimi sei mesi, una crescita del numero dei minori assistiti richiedenti asilo, oggi superiore a 150. Con la direttiva interministeriale del Ministro della giustizia e del Ministro dell'interno, in data 25 luglio 2007 sono state individuate procedure standardizzate finalizzate ad effettuare l'identificazione dello straniero detenuto direttamente in carcere, per evitarne l'ulteriore trattenimento nei centri di permanenza temporanea (e proprio chi conosce le dinamiche dei centri di Bologna e Modena - ma anche di altri centri - sa quanto la presenza degli immigrati fuoriusciti dal carcere abbia pesato numericamente nel rapporto con gli ospiti che sono transitati in questi centri). Non vi è dubbio che la migliore considerazione delle conclusioni espresse dalla relazione della Commissione de Mistura si sia realizzata cogliendone l'ispirazione e le indicazioni nel disegno di legge delega n. 2976, cosiddetto Amato-Ferrero, che modifica la disciplina sull'immigrazione, attualmente all'esame, in sede referente, della I Commissione di questa Camera. Sento di poter dire, al riguardo, che il Ministero dell'interno auspica fortemente che l'iter di tale disegno di legge, per quanto aperto alla discussione, sia veloce, e attraverso di esso il Parlamento consegni al Paese quelle modifiche ormai necessarie alle quali il Governo, in via generale rispetto a tutto il testo sull'immigrazione, ha dimostrato di credere, non rinchiudendosi a legiferare nelle sue stanze ma aprendosi, per scrivere quel testo, al confronto con la società, con i soggetti imprenditoriali, con le associazioni di volontariato, con i sindacati, insomma con tutti i soggetti attivi nel settore dell'immigrazione. Con tali soggetti e con gli enti locali il Ministero dell'interno ha inteso avviare un'attività proficua di collaborazione, anche per migliorare l'offerta dei servizi agli immigrati, compresi quelli presenti nei centri di permanenza temporanea e di assistenza. In questo senso, sono importanti quei progetti che in alcuni centri realizzano sinergia tra ente gestore, ente locale e privato sociale. Ed è importante altresì che questi progetti si sviluppino laddove siano ancora assenti.
Tutto ciò nulla toglie al dovere di vigilare continuamente su quanto accade nei centri, dove si svolge una tappa assai delicata del percorso di immigrazione clandestina. A tale riguardo voglio assicurare che è intenzione del Ministero dell'interno procedere ad ogni opportuno approfondimento per verificare se, oltre al disagio e al malessere che viene in genere espresso dagli immigrati che transitano nei centri di accoglienza o nei centri di permanenza temporanea e di assistenza, questi episodi tragici - le espressioni più esasperate e drammatiche, nonché quelle conflittuali, anche avvenute altrove - non siano indicatori di dinamiche, meno evidenti, che per questo è nostro dovere conoscere ed arginare.