Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Seguito della discussione della mozione Bondi ed altri n. 1-00005, concernente iniziative volte alla definizione dei requisiti per l'accesso a cariche istituzionali (ore 15,28).
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per la giustizia, che esprimerà altresì il parere sulla mozione all'ordine del giorno.
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, onorevoli deputati...
EMERENZIO BARBIERI. Ma come si chiama il sottosegretario?
IGNAZIO LA RUSSA. Sono troppi, non li conosciamo!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, sta parlando il sottosegretario Li Gotti...
IGNAZIO LA RUSSA. I nomi! Il nome di battesimo!
Guardaci! Vogliamo sapere il nome di battesimo!
PRESIDENTE. Prego, signor sottosegretario, prosegua pure.
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Stavo dicendo che nella mozione presentata, riformulata nella giornata di ieri, il Governo viene invitato ad assumere eventuali iniziative al fine di regolamentare il ruolo e le possibilità di esercizio delle prerogative parlamentari dei singoli deputati.
La genericità dell'intervento richiesto al Governo impone, ovviamente, allo stesso di verificare quali tipi di iniziative siano possibili in merito. Intendo riferirmi alla mozione nel suo testo originario che, pur rimanendo in un ambito di genericità, aveva comunque individuato alcune possibili iniziative, facendo espresso riferimento a quelle di tipo normativo ed a quelle di sollecitazione alla maggioranza affinché quest'ultima presentasse un codice di autoregolametazione sulla cui proposta sarebbero potuti confluire i voti dell'opposizione.
La materia della quale ci stiamo occupando trova lo spunto dalle posizioni giudiziarie di due parlamentari e premetto che il Governo fornisce i relativi dati poiché sono essenziali per la discussione e la votazione della mozione.
Per quanto riguarda il deputato D'Elia, risulta che alla fine degli anni Settanta, al medesimo deputato furono contestati e riconosciuti come effettuati alcuni specifici comportamenti delittuosi. Per tali comportamenti delittuosi, sicuramente gravi, la procura generale di Milano provvide a determinare il cumulo della pena in anni diciassette. La pena è stata espiata ed il 29 settembre 2000 il tribunale di sorveglianza di Roma, con ordinanza, ha concesso la riabilitazione al deputato D'Elia per tutti i procedimenti per i quali era intervenuta condanna.
Come voi sicuramente, onorevoli deputati, sapete, l'istituto della riabilitazione estingue totalmente le pene accessorie: dunque, pena principale espiata, pena accessoria estinta con l'ordinanza di riabilitazione, istituto previsto dal nostro codice penale.Pag. 55
Per quanto riguarda la posizione del deputato Daniele Farina, che ha subito condanne cumulate a mesi dieci di reclusione e giorni venti di arresto...
GIACOMO STUCCHI. Bella gente avete! Complimenti...!
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. ...il tribunale di sorveglianza di Milano provvedeva a concedergli il beneficio dell'affidamento in prova, all'esito del quale la pena veniva dichiarata estinta. Questa la situazione giudiziaria dei due parlamentari.
Quanto alle iniziative del Governo, faccio presente che eventuali iniziative normative tendenti a far dotare il Parlamento di un codice di autoregolamentazione sono vietate, per la semplice ragione che la materia dei regolamenti parlamentari è riservata al Parlamento e che la relativa normativa è di rango costituzionale, ai sensi dell'articolo 64 della nostra Costituzione.
Le norme dei regolamenti parlamentari - sul punto non concordo con l'onorevole Zaccaria - sono sottratte anche al sindacato di legittimità costituzionale, avendo la Corte costituzionale reiteratamente ritenuto che esse costituiscano fonti separate (le pronunce della Corte costituzionale che hanno attribuito alle norme regolamentari della Camera natura di disposizioni di rango costituzionale sono la sentenza n. 154 del 1985 e le ordinanze nn. 444 e 445 del 1993). Se questo è il quadro costituzionale di riferimento, il Governo non è titolare di iniziative finalizzate a disciplinare il regime di incompatibilità o ineleggibilità alle cariche istituzionali interne della Camera.
Per quanto riguarda, invece, il secondo profilo, relativo ad una possibile iniziativa del Governo volta a sollecitare la maggioranza ad approvare eventuali modifiche del codice di autoregolamentazione, faccio presente che la materia è stata già esaminata da questa Assemblea. Ricordo al Parlamento che, nella seduta del 5 luglio del corrente anno, ossia una settimana fa, questa Camera ha esaminato la proposta di istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia.
In quella sede, si è discusso dei requisiti dei deputati chiamati a far parte della Commissione. Nel testo unificato era stata evidenziata la possibilità di assegnare al Presidente della Camera il compito di valutare, nella indicazione dei componenti la Commissione, la particolare specificità dei compiti di quest'ultima. Al riguardo, veniva presentato un emendamento dai deputati Boschetto (Commenti)... - Boscetto, chiedo scusa - e Santelli, di Forza Italia.
Per vostra e per mia memoria vi leggo ciò che l'onorevole Boscetto ha dichiarato in questa aula e che il Governo condivide pienamente: «Si sostiene che nella nomina dei componenti la Commissione si deve tenere conto della specificità dei compiti ad essa assegnati. Abbiamo proposto di sopprimere questo periodo, in quanto riteniamo che i parlamentari abbiano il pieno titolo di partecipare ad ogni Commissione, ivi compresa una importante quale l'antimafia, senza alcun limite. Ci sembra che quando si richiede di tenere conto della specificità dei compiti di tale Commissione si ponga un limite. Ciò contrasta, del resto, con le norme costituzionali, secondo cui ai parlamentari eletti in rappresentanza del popolo spetta la pienezza dei poteri, appunto di rappresentanza, e quindi non vi possono essere in alcun modo decisioni che tengano conto della specificità dei compiti di una particolare Commissione (...). Mi permetto pertanto di insistere affinché il mio emendamento 2.25 sia approvato, nell'interesse di tutti i parlamentari e delle loro prerogative costituzionalmente sancite (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia)».
Interveniva sul medesimo argomento il deputato Gianpiero D'Alia, del gruppo UDC, che, pur confermando il testo unificato proposto, specificava: «Questo è un tema estremamente delicato perché incide sullo status di parlamentare e, quindi, sulla copertura costituzionale del provvedimento. È evidente, infatti, che chi ha i requisiti per essere eletto parlamentare haPag. 56i requisiti per poter svolgere tutte le funzioni che, all'interno delle varie articolazioni del Parlamento, sono promosse. Questa è la prima ragione per la quale noi abbiamo detto "no" agli emendamenti che prevedevano l'introduzione di requisiti particolari o l'esclusione di parlamentari. Ciò, lo ripeto, perché si porrebbe un problema di natura costituzionale».
Il testo unificato proposto dal deputato Gianpiero D'Alia riceveva, nella seduta del 5 luglio, il voto plebiscitario di questa Assemblea: 500 voti favorevoli e 2 astenuti. Il Governo ritiene di richiamarsi a tale voto e di rispettare i principi della coerenza nella valutazione effettuata da questo Parlamento.
La questione oggi posta, in punto di riferimento a principi costituzionali, è la medesima di quella già affrontata una settimana fa da questa Camera su cui si è registrata la maggioranza che vi ho citato. Vorrei soltanto capire se il principio affermato così sovranamente e in forma così plebiscitaria a distanza di una settimana sia oggetto di ripensamento e di critica da parte di coloro che lo hanno proposto (Applausi dei deputati dei gruppi dei Verdi e de La Rosa nel Pugno).
Tutto ciò, ovviamente, prescinde dal ricordo indelebile delle tante vite soppresse, delle tragedie vissute e del dolore incancellabile dei familiari. Il ricordo degli anni di piombo e delle sofferenze è la prima difesa per il nostro paese. I popoli che rimuovono la propria storia non saranno mai nazione. Non si vuole dimenticare, non si dimentica, non si può dimenticare! Questa è la posizione del Governo che, pertanto, esprime parere contrario sulla mozione in esame (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, de L'Italia dei Valori, de La Rosa nel Pugno, dei Comunisti Italiani e dei Verdi).