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TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO DEI DEPUTATI ALBERTO GIORGETTI E GIUSEPPE TREPICCIONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 3170
ALBERTO GIORGETTI. L'esame dei disegni di legge di rendiconto per l'anno 2006 e di assestamento per l'esercizio in corso non può prescindere dalla consapevolezza che sussistono ampi margini di ambiguità sulla quantificazione delle entrate e di importanti voci di spesa. Riconosco l'impegno dimostrato dal Governo attraverso la riforma della struttura del bilancio dello Stato, la predisposizione del libro verde sulla spesa pubblica e l'attivazione di procedure ispirate alla spending review ma ritengo tuttavia che, anche rispetto a queste iniziative, rivesta una valenza prioritaria la correttezza e l'affidabilità della quantificazione delle poste di bilancio. Il Governo, all'inizio della legislatura, aveva avviato la propria attività affermando che sussisteva un pesante sforamento del deficit della finanza pubblica; a distanza di tempo tale previsione si è dimostrata largamente sovrastimata. I disegni di legge all'esame della Commissione confermano tale giudizio. La ripresa dell'economia, verificatasi nel 2006, rispetto alla quale non può disconoscersi il contributo derivante dalle politiche poste in atto dal precedente Governo, ha provocato un incremento del gettito, con effetti prolungati nel tempo, che avrebbe potuto essere utilizzato per una significativa riduzione del deficit. Al contrario sembra che solo in parte l'extragettito sia stato riportato nei documenti di bilancio; la mancanza di una determinazione affidabile del complesso delle entrate si traduce in un incremento della spesa pubblica di cui non si ha una precisa quantificazione. Ritengo che la situazione sia tale da destare gravi preoccupazioni, anche alla luce del fatto che gli interventi adottati dal Governo in favore delle fasce più deboli hanno un'efficacia assai limitata. Il quadro complessivo è reso ancora più incerto dalla discrezionalità molto ampia con cui viene stabilito quanta parte del gettito aggiuntivo debba ritenersi strutturale. Da tutti gli elementi richiamati deriva una grave incertezza sullo scenario finanziario nel quale si inseriscono i disegni di legge di bilancio e finanziaria. In sostanza l'extragettito derivante dalla ripresa dell'economia viene utilizzato a coperture di spese che soltanto parzialmente vengono dichiarate.Pag. 35Ciò induce inevitabilmente a pensare che, anche in considerazione delle condizioni di grave difficoltà politica in cui versa il Governo, siano già state avviate politiche caratteristiche del ciclo elettorale. Si afferma pertanto l'esigenza di una radicale revisione dell'assestamento, con una cospicua rideterminazione dell'entità delle entrate tributarie e una veritiera quantificazione delle voci di spesa. In assenza di tale revisione annuncio il giudizio fortemente negativo del mio gruppo sui provvedimenti in esame.
GIUSEPPE TREPICCIONE. L'esame del Rendiconto generale 2006 e dell'Assestamento di bilancio per l'esercizio in corso, consente una valutazione non tanto tecnica, quanto soprattutto politica, di questo anno e mezzo di legislatura circa l'efficacia dell'azione di governo sul versante del risanamento della finanza pubblica.
Per quanto riguarda il Rendiconto non c'è molto da dire, se non che si tratta di un esercizio di transizione. È stata avviata la riqualificazione della spesa in favore degli investimenti, ed è stata avviata un'azione di contrasto all'evasione fiscale che già nel 2006 ha prodotto i suoi primi effetti, e li sta dando ancora di più nel 2007.
La nostra economia, invertendo finalmente l'andamento negativo degli anni scorsi, ha registrato nel 2006 un andamento favorevole con una crescita del prodotto interno lordo dell' 1,9 per cento, contro un valore praticamente nullo - ossia lo 0,1 per cento - del 2005. E il risultato complessivo che emerge chiaramente dai due disegni di legge al nostro esame evidenzia un evidente miglioramento di tutti i saldi di bilancio, sia in termini di competenza che di cassa: dal saldo netto da finanziare all'avanzo primario, che conferma una netta ripresa.
La stessa Corte dei conti ha espresso un giudizio sostanzialmente positivo circa i risultati conseguiti dal Governo sotto l'aspetto del risanamento dei conti pubblici.
Insomma, il nostro Paese è assolutamente in regola, e i conti cominciano ad essere in ordine.
L'assestamento del bilancio dello Stato per il 2007 mostra un'ulteriore previsione di entrata di 900 milioni di euro, che fa salire a 5,9 miliardi le previsioni del Governo sull'extragettito fiscale complessivo nel 2007.
Il cosiddetto «tesoretto» certificato per il 2007, sale quindi a poco meno di 8 miliardi di euro (ossia 5,9 miliardi di maggiori entrate e 2 miliardi di minori spese).
Ricordiamo che l'extragettito, già nell'estate scorsa, aveva consentito al Governo, con il decreto legge n. 81 di luglio, di stanziare oltre sei miliardi di euro per interventi di sviluppo e di redistribuzione sociale a vantaggio soprattutto dei pensionati.
Certo, è necessario verificare quanto vi sia di strutturale in questo gettito e quanto sia invece legato a fattori contingenti, per capire quindi quanto esso possa contribuire ad una attenuazione della pressione fiscale senza mettere in discussione gli obiettivi di finanza pubblica fissati nel DPEF.
Certamente alla creazione di queste maggiori entrate hanno contribuito il miglior andamento dell'economia internazionale e i primi risultati delle misure di contrasto all'evasione fiscale.
La determinazione con la quale questo Governo ha posto la lotta all'evasione fiscale tra gli obiettivi prioritari della sua azione, ha cominciato infatti a produrre i suoi effetti positivi, come mostrano appunto gli andamenti sulle entrate tributarie. Vale peraltro la pena ricordare come l'Italia si collochi ai vertici delle classifiche per livello di evasione fiscale tra i Paesi dell'Unione Europea, con una perdita di gettito stimato valutabile in circa 200 miliardi di euro l'anno.
In questi mesi, ma già dall'approvazione del decreto legge sul «tesoretto» di luglio, il Governo è stato criticato da più parti per non aver voluto finalizzare tutto l'extragettito tributario a correzione dei conti di bilancio, secondo una linea diPag. 36pensiero diciamo «rigorista», per la quale l'Italia dovrebbe prevedere riduzioni dello 0,5 per cento sia per il 2007 che per il 2008.
È d'obbligo però ricordare che il nostro Paese, nel 2006, ha corretto il deficit per ben l'1,3 per cento. E non è poco.
Chiedere aggiustamenti dello 0,5 per cento sia per l'anno in corso che per il 2008, soprattutto dopo una finanziaria pesante come quella dello scorso anno, riteniamo sia difficilmente sopportabile per la nostra economia, ma soprattutto per i cittadini.
In questo senso siamo pienamente convinti che la scelta fatta fin qui dal Governo, e sostenuta dalla maggioranza, di utilizzare una quota dell'extragettito per finanziare provvedimenti di sostegno, anche fiscale, ai ceti più deboli, pur nel pieno rispetto del Patto di stabilità e degli impegni con l'Unione europea, sia una scelta giusta e di buon senso, e comunque del tutto in linea con gli impegni assunti in sede europea.
Insomma, da questo disegno di legge di assestamento emerge un quadro sostanzialmente positivo dello stato di salute della nostra finanza pubblica, in evidente controtendenza rispetto a quasi tutti gli anni passati, quando troppo spesso si è dovuto far ricorso a manovre correttive per far fronte al cattivo andamento dei conti pubblici.