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Discussione di un documento in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (Doc. IV-quater, nn. 24 e 25) (ore 12,53).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione di un documento in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione.
Ricordo che a ciascun gruppo, per l'esame del documento, è assegnato un tempo di cinque minuti (dieci minuti per il gruppo di appartenenza del deputato interessato). A questo tempo si aggiungono cinque minuti per il relatore, cinque minuti per richiami al Regolamento e dieci minuti per interventi a titolo personale.
(Esame - Doc. IV-quater, n. 24 e 25)
PRESIDENTE. Passiamo alla discussione del seguente documento:
Relazione della Giunta per le autorizzazioni sull'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti dei deputati Garagnani e Raisi (Doc. IV-quater, nn. 24 e 25).
La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dai deputati Garagnani e Raisi nell'esercizio delle loro funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Palomba.
FEDERICO PALOMBA, Relatore. Signor Presidente, non mi soffermerò sulla lettura integrale della mia relazione che è stampata ed è agli atti, però dichiaro di fare integrale riferimento ad essa, ossia al Doc. IV-quater nn. 24 e 25.
Passo ad illustrare brevemente i fatti. I deputati Raisi e Garagnani, il 21 aprile 2007, hanno tenuto una conferenza stampa in Bologna, nella quale hanno rivolto serrate critiche alla gestione dell'università di Bologna. In particolare, sono state lanciate accuse di nepotismo nei confronti del figlio e della moglie del rettore dell'università di Bologna, che avrebbero avuto una carriera accelerata, e altre critiche nei riguardi dell'amministrazione. Nella conferenza stampa, i due deputati hanno dichiarato che illustravano due interpellanze a loro firma. Le due interpellanze sono state presentate una prima e l'altra subito dopo la conferenza stampa, rispettivamente in data 19 aprile 2007 e 23 aprile 2007, ma sono state illustrate contestualmente.
La Giunta per le autorizzazioni ha dovuto affrontare i seguenti problemi. La prima interpellanza, presentata precedentemente alla conferenza stampa, è stata trattenuta dall'ufficio per il sindacato ispettivo e gli atti di indirizzo della CameraPag. 31e comunicata soltanto il 17 maggio 2007, mentre l'altra è stata presentata formalmente e depositata il 23 aprile 2007, ed è stata pubblicata a cura del suddetto ufficio successivamente.
Il punto è questo: nell'interpellanza precedente alla conferenza stampa si fa riferimento a una serie di fatti, esclusi quelli relativi al nepotismo, che sono contenuti, invece, nell'interpellanza presentata successivamente, ossia il giorno 23 aprile, ma, come detto, illustrata contestualmente all'altra.
In seguito alla conferenza stampa, che ha avuto larga eco nella stampa, il rettore dell'università di Bologna, con l'assistenza legale dell'Avvocatura dello Stato, ha intentato un'azione civile nei confronti dei due deputati Raisi e Garagnani, articolata in nove punti. I fatti cui fanno riferimento i capi dal secondo al nono dell'atto di citazione erano sostanzialmente contenuti nell'interpellanza presentata precedentemente alla conferenza stampa. I fatti di cui al capo III-1, che riguarda le accuse di nepotismo, erano citati nell'interpellanza presentata e depositata due giorni dopo la conferenza stampa.
La Giunta si è trovata ad affrontare il seguente problema: se possa essere ricondotta all'esercizio dell'attività parlamentare un'interpellanza presentata, ma solo successivamente considerata ammissibile dalla Presidenza della Camera, attraverso l'ufficio per il sindacato ispettivo e gli atti di indirizzo della Camera.
Questo punto è suffragato da una sentenza della Corte costituzionale su un altro caso, la quale ha dichiarato esplicitamente che un'interrogazione, sia pure soltanto depositata, ma precedentemente rispetto alle esternazioni extra moenia, costituisca, comunque, esercizio dell'attività parlamentare, e quindi elemento per la dichiarazione di insindacabilità. Questo requisito valeva, quindi, per tutti i fatti di cui ai capi dal secondo al nono dell'atto di citazione. La Giunta, quindi, ha affrontato successivamente il problema relativo all'accusa di nepotismo, contenuta nell'interpellanza depositata due giorni dopo la conferenza stampa, ma sostanzialmente illustrata nel corso della stessa.
Su questo punto la Giunta ha ritenuto che, conformemente all'insegnamento della Corte costituzionale, un'interrogazione, o comunque un atto di sindacato ispettivo, che sia presentata a notevole distanza di tempo rispetto all'esternazione del parlamentare, non possa comunque valere ai fini dell'insindacabilità.
Nel caso specifico, fermo restando tale principio, la Giunta per le autorizzazioni ha ritenuto che, data la contestualità dell'illustrazione delle due interpellanze, questo principio non sarebbe rimasto vulnerato dal fatto di ritenere le esternazioni, di cui all'interpellanza presentata due giorni dopo la conferenza stampa, come un unico atto di esercizio dell'attività parlamentare; quindi ha ritenuto di applicare l'insindacabilità anche per questo diverso episodio, relativo all'accusa di nepotismo.
Ho voluto diffondermi nell'illustrazione di tali criteri, perché credo che abbiano anche un'importanza di carattere generale, di cui la Camera si deve occupare. La Giunta per le autorizzazioni ha affrontato quattro diverse votazioni, una per ciascuno dei deputati richiedente sulle due proposte. In una di tali votazioni è stato affrontato il problema delle accuse relative ai punti da 2 a 9 dell'atto di citazione, per i quali, all'unanimità, è stata ritenuta sussistente l'insindacabilità.
Per quanto riguarda invece il punto di cui al numero 1 dell'atto di citazione, quello relativo alle accuse di nepotismo rivolte al rettore dell'università di Bologna, la Giunta per le autorizzazioni, a maggioranza, ha ritenuto che sotto il profilo della contestualità dovesse estendersi la valutazione di insindacabilità.
Allo stato, comunque, la Giunta per le autorizzazioni si è pronunciata per l'insindacabilità complessiva nei confronti dei due parlamentari. Pertanto, propone che la Camera svolga due separate votazioni, una per ciascuno dei parlamentari, ma valutando complessivamente l'insindacabilità.
PRESIDENTE. Come il relatore ha affermato all'inizio della sua esposizione, lo stesso non ha voluto rendere una lettura completa del testo della relazione, ma limitarsi ad un'esposizione sintetica; tuttavia, la sintesi che ha svolto domanda una precisazione da parte della Presidenza della Camera, per i passaggi nei quali il relatore affermava che l'interpellanza presentata è stata trattenuta dall'Ufficio per il sindacato ispettivo e gli atti di indirizzo per alcuni giorni.
Voglio chiarire, riguardo alla questione di un asserito ritardo nella pubblicazione di interpellanze rispetto al momento della presentazione, che nel caso che stiamo esaminando - ma così avviene in tutti i casi analoghi - all'atto della presentazione dell'interpellanza la Presidenza ha rappresentato tempestivamente, tramite gli uffici (il Servizio Assemblea) i profili di inammissibilità degli atti e ha proceduto immediatamente alla pubblicazione dei medesimi, non appena ne è stata presentata una riformulazione esente da tali profili. Dico ciò per chiarire che non vi è stato un ritardo e un'attesa inutile: vi è stata una discussione, come avviene spesso, con i presentatori, rispetto ad alcuni profili di inammissibilità che la Presidenza aveva rilevato.
Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crisci. Ne ha facoltà.
NICOLA CRISCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero innanzitutto esprimere larga condivisione alla relazione del collega Palomba, non soltanto quella scritta, ma anche quella che, con efficace sintesi, ha portato all'attenzione dell'Assemblea.
È una relazione ampia, puntuale, argomentata, non priva di elementi di riflessione evidenziati con rigore e competenza già nella originaria proposta. Tali elementi sono richiamati inoltre anche in un passaggio della relazione conclusiva nella quale si afferma che non sono infondati i rilievi e le perplessità sollevati in Giunta in ordine alla rilevanza immunizzante degli atti parlamentari presentati dopo i fatti contestati in giudizio.
Mi pare che questo sia uno dei problemi sui quali dovremmo soffermarci e ancor di più se il contenuto degli atti di sindacato ispettivo di cui si fa riferimento per chiedere l'insindacabilità risulta essere discordante rispetto a quello delle interrogazioni o delle interpellanze presentate che non hanno superato il giudizio di ammissibilità della Presidenza della Camera. Mi sembra che un tale aspetto sia stato efficacemente rimarcato dalla Presidenza in quanto l'atto di sindacato ispettivo di cui si fa riferimento presenta contenuti e forme espressive discordanti rispetto a quelle originariamente presentate.
PRESIDENTE. Onorevole Crisci dovrebbe avvicinare il microfono.
NICOLA CRISCI. (Una voce dai banchi del gruppo di Forza Italia: «Voce!») Mi pare che ce la sto mettendo tutta; se il collega presta attenzione probabilmente sentirà anche queste cose.
PRESIDENTE. Colleghi per favore, non è il caso di giocare. Prosegue pure, deputato Crisci.
NICOLA CRISCI. Nel caso in esame la versione dell'interpellanza a firma Garagnani, Raisi ed altri pubblicata il 4 giugno 2007, non contiene più il nome del professor Calzolari e di sua moglie, la professoressa Barigozzi, ma soltanto delle affermazioni sull'esistenza di vere e proprie dinastie di docenti collegate da stretti vincoli di parentela. Tutto ciò risulta differente, quindi, rispetto al contenuto dell'interpellanza del 23 aprile 2007, presentata due giorni dopo la conferenza stampa, nella quale si trattava il tema delle preteso nepotismo di cui sarebbe giovato il figlio del rettore e che venne bloccata dalla Presidenza della Camera e pubblicata con diversa e più generica versione solamente il 4 giugno. Pertanto, su otto dei nove punti elencati nell'atto di citazione, la Giunta all'unanimità ha deliberato l'insindacabilitàPag. 33degli addebiti in quanto le affermazioni rese dai colleghi Garagnani e Raisi nella conferenza stampa del 21 aprile rientrano nel generale diritto di critica politico-amministrativa coperta dall'articolo 68 della Costituzione. Tale diritto, invece, mi sembra non applicabile rispetto al capo III-1 dell'atto di citazione relativo alle accuse di nepotismo mosse al figlio del rettore di università Bologna e di sua moglie nella conferenza stampa del 21 aprile 2007 ritenute offensive e lesive dell'onore delle persone nominate. Non mi sembra possibile, infatti, considerare la conferenza stampa del 21 aprile come una proiezione esterna di un atto parlamentare tipico. Tale atto è stato presentato il 19 aprile ma di fatto venne pubblicato con una riformulazione generica e senza richiami ad accuse specifiche solo più tardi.
Voterò tenendo conto di queste considerazioni e del fatto che la Giunta ha approvato all'unanimità, il 18 aprile 2007, un atto in cui si definiscono i criteri generali di applicazione dell'insindacabilità parlamentare e dove si afferma che non possono considerarsi collegabili alla funzione parlamentare le dichiarazioni con cui si attribuiscono a persone nominate fatti diffamatori e indimostrati con forme espressive che non possono essere usate neanche negli atti tipici in quanto non consentite, come nel caso che stiamo esaminando.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
NICOLA CRISCI. Alla luce di queste considerazioni chiedo di poter votare la proposta del relatore per parti separate in modo da poter esprimere un voto favorevole su otto dei punti elencati e un voto contrario limitatamente al capo III-1 dell'atto di citazione relativo alla accuse di nepotismo rivolte al rettore, così come tra l'altro era stata indicato nell'originaria proposta dal collega Palomba.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, intervengo brevemente anche per richiamare l'attenzione dei colleghi sulla discussione in atto, perché riguarda tutti noi nell'esercizio quotidiano del sindacato ispettivo.
Ho letto la relazione della Giunta per le autorizzazioni e lo avranno fatto anche altri: un nodo è sulla valenza delle interrogazioni e interpellanze depositate dopo le conferenze stampa, mentre un altro nodo riguarda il vaglio che la Camera - non il Senato - effettua, attuando una circolare interna emanata alcuni anni fa, andando ogni volta a sindacare il nostro atto di sindacato ispettivo, attraverso il lavoro di valenti funzionari e collaboratori della Camera, sempre molto disponibili e molto capaci, ma che di fatto modificano (e noi procediamo a tale modifica insieme a loro) il testo delle interrogazioni e delle interpellanze depositate, ovverosia degli atti di sindacato ispettivo.
Allora, il tema sul quale oggi discutiamo - premesso che intendo votare a favore della proposta della Giunta per le autorizzazioni - pone l'attenzione su questo particolare nostro atto di sindacato ispettivo, e la valenza che esso assume (e, secondo me, deve essere esclusa in modo tassativo) rispetto agli atti successivi e all'esposizione fuori dall'aula del contenuto del sindacato ispettivo. Sottopongo all'attenzione dell'Assemblea il discorso della valenza del testo depositato e poi modificato a seguito del vaglio degli uffici della Camera.
Ritengo che occorra votare a favore della proposta in esame; è, infatti, un'attività tipica del deputato depositare un proprio atto, che poi può essere modificato, anche per adeguarsi alla circolare menzionata; ma ciò davvero rappresenta una procedura esclusiva della Camera.
Per quanto riguarda il Senato, i colleghi senatori depositano interrogazioni che spaziano su un campo molto più vasto e senza limiti, per esempio, concernenti la citazione di persone oppure il riferimento puntuale a un atto di Governo. Tutto ciò ci pone in contraddizione rispetto a quanto succede al Senato ove le interrogazioniPag. 34dei senatori sono in genere molto più ampie di quanto non lo siano i nostri atti di sindacato ispettivo.
Per tali ragioni il voto cui ci stiamo accingendo è particolarmente delicato, proprio per riconoscere, anche come precedente, una valenza alla copertura, per immunità, degli atti che depositiamo.
Quindi - lo ripeto - si tratta di un voto importante sul quale occorre riflettere ulteriormente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, conosco molto bene il rettore dell'università di Bologna ed è una persona per bene. Questo elemento non può rilevare in questa discussione, ma dobbiamo avere ben chiaro il fatto che l'esercizio delle prerogative previste dall'articolo 68 della Costituzione, ove vi sia la copertura da insindacabilità, sostanzialmente lascia il cittadino sprovvisto di qualsiasi tutela di fronte ad una delle lesioni più gravi che è quella all'onore e alla dignità personale.
So bene che la prerogativa parlamentare si basa su un principio costituzionale fondamentale, e che la Giunta per le autorizzazioni ha introdotto da tempo un orientamento restrittivo con riferimento alle esternazioni in questa materia.
Resta il fatto che in alcuni casi, proprio attraverso la combinazione tra l'esercizio del potere ispettivo in Parlamento e le conferenze stampa, spesso accuratamente preordinate (infatti, si sa molto bene che esse più che le attività in quest'Aula, rappresentano i veri momenti di impatto sulla pubblica opinione. Si possono pertanto determinare degli aggiramenti pericolosi di quelle che sono le garanzie costituzionali.
Il caso sollevato appartiene a questa categoria: un'interpellanza prima, un'interpellanza dopo, e in mezzo la conferenza stampa. Inoltre, vi è la questione testè sollevata dal collega Mellano con riferimento all'ammissibilità dello stesso atto. Diciamolo con chiarezza: non esiste il rischio di un'inversione pericolosa tra attività esterne e quelle interne?
Per questi motivi sono a favore della richiesta del collega Crisci, di procedere a votazioni per parti separate. Anche se non mi illudo di modificare la nostra volontà, vorrei almeno mettere in evidenza il principio secondo il quale quando si organizza deliberatamente uno strumento parlamentare in funzione strumentale rispetto a una comunicazione esterna, si può danneggiare fortemente e irrimediabilmente un privato cittadino. E questo, credo che noi parlamentari non dovremmo permetterlo.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ROBERTO ZACCARIA. Soprattutto in un'epoca come questa dovremmo avere il preciso senso dell'autolimitazione.
Quindi, o l'attività è tipica del Parlamento oppure l'attività, se strumentale o costruite come tale, diventa un'aggressione indifendibile, di fronte alla quale non esiste più il diritto di difesa dei cittadini.
Pertanto, ribadisco che condivido alla richiesta di votazione per parti separate, e voterò come il deputato Crisci su questa materia, in maniera disgiunta nelle due parti.
PAOLO UGGÈ. Bravo! Bravo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paniz. Ne ha facoltà.
MAURIZIO PANIZ. Signor Presidente, questa vicenda può capitare a chiunque di noi: ciascun parlamentare ha un diritto e un dovere di intervenire quando ritiene, soprattutto nel proprio territorio, che si verifichino fatti che meritino l'attenzione pubblica. È quello che hanno fatto gli onorevoli Raisi e Garagnani, i quali ritenevano di trovarsi di fronte ad una serie di abusi nella gestione del potere da parte del rettore e di chi ha agito con lui nell'ambito dell'università di Bologna.
Ma il fatto specifico non deve avere rilevanza rispetto all'affermazione di principi che in questa Assemblea sono assolutamente preminenti. Il principio cardinePag. 35è decidere se le affermazioni di un parlamentare nell'esercizio del proprio dovere di intervento debbano o meno essere coperte dall'insindacabilità.
Il fatto che vi sia stata la presentazione di un'interpellanza prima e, addirittura, di un'interpellanza depositata il giorno dopo la conferenza stampa che si assume lesiva dei diritti di un cittadino costituisce un qualcosa di più a favore del parlamentare. Costituisce un intervento ulteriore che dovrebbe scriminare senza ombra di dubbio la sua attività.
In questo caso non siamo di fronte a un parlamentare che si è posto al di fuori della sfera del lecito. Non siamo di fronte a un parlamentare che ha utilizzato lo strumento dell'offesa. Siamo di fronte a un parlamentare che ha utilizzato il legittimo diritto di critica rispetto ad attività che riteneva abusive e meritevoli del suo tempestivo intervento.
Dunque dobbiamo decidere, prima di tutto, se per un parlamentare è lecito o non è lecito intervenire, e ritengo che un parlamentare abbia il dovere di intervenire e debba essere coperto dall'insindacabilità per le sue affermazioni. Ma soprattutto abbiamo il diritto-dovere di intervenire con riferimento ad una situazione, a dire il vero, kafkiana che si è verificata: un parlamentare ha depositato un primo atto di sindacato e, poi, ha depositato un secondo atto di sindacato sullo stesso argomento esattamente il giorno dopo la conferenza stampa che ha tenuto.
Se non è coperto dall'insindacabilità un parlamentare quando interviene in questi termini, in questi modi e con l'utilizzo addirittura degli atti di sindacato ispettivo, il parlamentare non sarà mai coperto nell'esercizio dei suoi doveri e diritti.
Mi spingo oltre: se permettiamo alla Presidenza della Camera, indipendentemente dal suo valore e dalla sua prudenza, di essere arbitra nel decidere se un atto di sindacato è ammissibile o inammissibile, rendiamo di fatto la Presidenza della Camera arbitra nel decidere se un'attività può essere coperta o meno dalla pronuncia di insindacabilità.
Ciò non è conforme alle prerogative del Parlamento: è il Parlamento tutto che deve decidere e non la Presidenza della Camera rendendosi arbitra di un'affermazione relativa alla tempestività o al contenuto dell'atto di sindacato che viene presentato.
Per tali ragioni ritengo che, nel caso specifico, debba essere affermata l'insindacabilità a favore degli onorevoli Garagnani e Raisi, e richiamo l'attenzione del Parlamento sul fatto che una pronuncia in senso inverso costituirebbe una palese lesione dei nostri diritti-doveri che non rappresentano un privilegio, ma soltanto l'esternazione di un sacrosanto diritto che ci viene garantito dalla Carta costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Onorevole Paniz, debbo precisare che, come lei sa, il compito di valutazione sulla ammissibilità è conferito alla Presidenza dal Regolamento e, quindi, non è assunto per altra via.
MAURIZIO PANIZ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO PANIZ. Signor Presidente, se mi è consentito intervenire su questo punto, vorrei far presente alla Presidenza della Camera che nessuno discute sul diritto della Presidenza stessa di decidere sull'ammissibilità o inammissibilità di un determinato atto di sindacato ispettivo. Tuttavia, è importante il significato che viene dato alla presentazione dell'atto stesso. Infatti, è nel momento in cui il parlamentare presenta il proprio atto di sindacato ispettivo, che deve considerarsi scriminato. Se la Presidenza della Camera trattiene l'atto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale) per una settimana, un mese o sei mesi, per decidere se è ammissibile o inammissibile, ciò non può andare a danno del parlamentare che si ritiene saggiamente e responsabilmente coperto nel momento in cui ha presentato il proprio atto di sindacato ispettivo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
Pag. 36PRESIDENTE. Il suo pensiero è chiarissimo, ciò è presente nella valutazione della Giunta e lo sarà in quella che l'Assemblea sta per compiere. Come ho chiarito, subito dopo la relazione che è stata svolta dall'onorevole Palomba, la Presidenza non ha trattenuto l'atto di sindacato ispettivo presentato, bensì ha svolto un lavoro di verifica sugli aspetti di ammissibilità.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intervengo solo per sottoporre - sia a lei che al resto dell'Assemblea - una riflessione sulla possibilità o meno (vista la richiesta presentata dal collega Crisci) di procedere alla votazione per parti separate della proposta formulata dalla Giunta per le autorizzazioni. Non ci troviamo, infatti, di fronte ad una deliberazione della Giunta, ma ad una proposta di deliberazione (che la Giunta, quindi, sottopone a votazione), ai fini dell'efficacia esterna - nei confronti, cioè, di chi la ha richiesta o delle parti coinvolte nella vicenda - sulla quale deve e può esprimersi soltanto l'Assemblea.
Pertanto, ritengo che - e sono sicuro che gli uffici le troveranno anche qualche precedente in materia - il fatto che in Giunta si sia proceduto a votare per parti separate, non legittima tout court e automaticamente la necessità e la possibilità di farlo anche in Assemblea.
Tra l'altro, per quanto riguarda le considerazioni svolte dal collega Paniz, stiamo parlando di una proposta di deliberazione che coinvolge tutta una serie di atti, i quali sono stati anche oggetto di attenzione da parte della Presidenza e che non possono essere scissi. Non possiamo passare al voto come se si trattasse di una semplice mozione, di un'interrogazione o di un emendamento ad una proposta di legge, votando per parti separate a seconda della necessità che si ha ai fini di quel provvedimento!
Il provvedimento, in questo caso, non è una proposta di legge! Si tratta di una proposta di deliberazione che acquista efficacia erga omnes nel momento in cui l'Assemblea, sovrana, la vota.
Per questo motivo, ritengo che vada fatta una riflessione seria in ordine alla possibilità di votare per parti separate. Altrimenti, signor Presidente, di questo passo si va ad inficiare a monte tutta una serie di atti che sono sottoposti al giudizio dell'Assemblea (in sede referente, consultiva o quant'altro), rischiando di non avere poi efficacia legittima all'esterno. Pertanto, signor Presidente, le chiedo ciò, ove mai la richiesta presentata dal collega Crisci dovesse essere mantenuta.
PRESIDENTE. La Presidenza interverrà sul quesito posto, dopo aver ascoltato gli altri colleghi che hanno chiesto di parlare per dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Angelo Piazza. Ne ha facoltà, per un minuto, in quanto per il suo gruppo è già intervenuto il collega Mellano.
ANGELO PIAZZA. Signor Presidente, il mio intervento sarà ancora più breve.
Intervengo solo per confermare che noi voteremo convinti a favore dell'insindacabilità. In questo caso, per quanto riguarda la distinzione tra gli atti compiuti nell'esercizio diretto del mandato con un atto formale (come le dichiarazioni che ci sono ben note e che personalmente condivido solo in parte), a nostro avviso, non vi è dubbio si tratti di atti parlamentari. Prescindendo dal merito, reputo che ne dobbiamo dichiarare in modo convinto l'insindacabilità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, a differenza del collega Zaccaria, non ho avuto l'opportunità - in questo caso non me ne dolgo - di conoscere il rettore dell'università di Bologna.Pag. 37
Costui sarà certamente una persona perbene. Tuttavia, non è questo il punto. Signor Presidente, questa è un'ipotesi - il relatore Palomba, mettendo a frutto anche la propria esperienza di magistrato, ha colto il punto -, oserei dire scolastica, fra tutte le pronunce, anche quelle più restrittive emesse, in questa materia, dal giudice delle leggi.
La Corte costituzionale ha affermato che non vi è dubbio che la previsione di cui all'articolo 68 della nostra Carta fondamentale possa trovare applicazione concreta senza eccezioni di sorta, laddove vi sia un collegamento - ha usato l'espressione «un nesso funzionale» - tra l'attività parlamentare e l'esternazione della medesima.
Colleghi, guai a sindacare il sindacato! Noi non possiamo, non ci è consentito - lo affermo con assoluta sincerità e franchezza e chi mi conosce sa che questo è il mio modo di essere e procedere - sindacare l'attività parlamentare, nostra e dei nostri colleghi, altrimenti vanificheremmo la portata dell'articolo 68 della Costituzione.
Nella fattispecie si tratta di un unicum. Collega Crisci, votare per parti separate significherebbe non ravvisare un unicum, in questa sorta di consilium fraudis - se così lo vogliamo chiamare - che si sarebbe perpetrato ai danni del rettore.
Non mi interessa se le accuse sono fondate, ma non per poca cura, bensì perché non mi può interessare. Invece, mi interessa - e mi batterò finché avrò fiato in corpo - tutelare le prerogative riconosciute a tutti noi parlamentari, di questo come dell'altro ramo del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
Non venite meno, per motivazioni di parte a quello che deve essere un credo, per il quale mi sono sempre battuto - anche quando mi trovavo al Senato - e continuerò a battermi anche in questa Camera.
Per questi motivi, chiedo che non si voti per parti separate, e che si accolgano le argomentazioni fatte proprie dal relatore Palomba (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale e del deputato Capotosti).
CARLO GIOVANARDI, Presidente della Giunta per le autorizzazioni. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI, Presidente della Giunta per le autorizzazioni. Signor Presidente, vorrei ricordare ai colleghi che in questa legislatura, la Giunta per le autorizzazioni all'unanimità, con un lavoro abbastanza approfondito e sofferto, ha cercato di costruire una piattaforma anche di autoregolamentazione del Parlamento, per arrivare a giudicare con una certa rigorosità - anche nei rapporti con la Corte costituzionale, con i conflitti che più volte si sono aperti - le opinioni espresse.
Abbiamo detto - stiamo anche operando in tal senso - che quando le opinioni dei colleghi riguardino fatti personali, affari, interessi e la loro vita privata, sicuramente sono sindacabili. Lo stesso può dirsi quando trascendono in offese gratuite a terze persone, così come verrebbero censurate dagli atti di sindacato ispettivo e sarebbero oggetto di richiamo da parte del Presidente.
Abbiamo detto anche che fatti calunniosi, determinati, che vengono attribuiti a terze persone, non possono essere coperti dal giudizio di insindacabilità. Pertanto, in un documento, abbiamo convenuto, insieme, di muoverci con grande prudenza, per difendere l'esercizio della libertà di opinione parlamentare quando i parlamentari di ogni schieramento compiano il proprio dovere e mestiere.
È già stata ricordata - è un caso di scuola - l'ipotesi in cui due parlamentari compiono il proprio mestiere e dovere, presentando atti di sindacato ispettivo e tenendo una conferenza stampa per illustrare il contenuto di tali atti. So che esiste il problema degli atti depositati e della Presidenza che deve verificare l'ammissibilità. Tuttavia, la Corte costituzionale ha affermato che, dopo che un atto è statoPag. 38depositato, scatta l'insindacabilità del contenuto dell'atto stesso, anche se non è stato ancora pubblicato. Pertanto, su questo punto esiste una copertura da parte della Corte costituzionale.
Credo che tutti i colleghi siano interessati, nel momento in cui presentano un atto di sindacato ispettivo e l'ufficio ci mette venti giorni a pubblicarlo, al fatto che non è che durante quei venti giorni, se uno parla del contenuto dell'atto di sindacato ispettivo, sia in qualche modo querelabile o possa essere trascinato in una causa civile perché manca ancora la pubblicazione, nel momento in cui ha esercitato il suo pieno diritto di parlamentare di depositare un atto tipico dell'attività parlamentare.
L'unico aspetto che in questo caso può suscitare qualche perplessità è che un collega ha sollevato una questione morale. Non ha detto che c'è un illecito o un reato, ma ha sollevato un problema che, per la verità, credo interessi tutti: si chiama «parentopoli». Com'è che nelle università italiane tutti i figli, i nipoti o i parenti dei baroni, o molti di essi, diventano improvvisamente, magari per loro capacità, tutti professori (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale)? È un problema politico che interessa il Parlamento? È un problema che interessa solo il Corriere della sera, la Repubblica, La Stampa, tutti quelli che ne hanno parlato? Ne può parlare la stampa e non ne possono parlare i parlamentari? Un parlamentare non può dire che, comunque, può nascere una situazione morale, nel momento in cui si registrano coincidenze di un certo tipo?
Credo che se si dovesse rispondere anche della denuncia di una patologia, che comunque esiste, nel corso di una conferenza stampa, in cui si parla di problemi dell'università, del rettore, di denunce sindacali, nell'ambito della spiegazione di un atto di sindacato ispettivo, nel quale senza attribuire fatti determinati né colorandoli come illecito amministrativo o illecito penale, si pone solo una questione morale, che riguarda la parità di condizioni di tutti di poter accedere alla carriera universitaria, si tratterebbe di un autogol incredibile per tutto il Parlamento (oggi per i due colleghi, domani per altri colleghi, quando eserciteranno il loro diritto di critica in posizioni diverse o in situazioni diverse).
Non mi soffermo sui singoli capi dell'atto di citazione, al riguardo deciderà la Presidenza della Camera. A me sembra che ci sia però un'unitarietà di argomento: si tratta delle stesse interpellanze e dello stesso argomento, che riguarda due colleghi che stavano esercitando il loro diritto di divulgare all'esterno il contenuto di un atto di sindacato ispettivo. Anche gli uffici, del resto, hanno ritenuto che ci dovessero essere due votazioni.
Se la Presidenza della Camera deciderà diversamente ne prenderemo atto, ma credo che il voto che il Parlamento debba dare in questo caso sia un voto assolutamente deciso e determinato per l'insindacabilità, se non vuole mettere in gioco, anche per il futuro, la libertà di parola e di espressione di tutti noi parlamentari (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
FEDERICO PALOMBA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA, Relatore. Signor Presidente, nella stringatezza della relazione orale ho probabilmente omesso di precisare un dettaglio molto importante, e ora provvedo a farlo. Vorrei rassicurare la Presidenza che la Giunta non ha minimamente criticato né contestato il fatto che gli atti di sindacato ispettivo debbano essere sottoposti ad un vaglio di ammissibilità: lo diamo per scontato. Ci siamo posti soltanto il problema se un atto di sindacato ispettivo, depositato prima di una conferenza stampa o di un'esternazione, e poi successivamente ammesso in forma diversa, costituisca esercizio dell'attività parlamentare.Pag. 39
Ci siamo rifatti ad una sentenza della Corte costituzionale, che ha affermato che se si deposita un atto di sindacato ispettivo e si fa una conferenza stampa, il deposito dell'atto di sindacato ispettivo è comunque un atto parlamentare che vale a far dichiarare l'insindacabilità, anche se, come in questo caso, l'atto di sindacato ispettivo è stato poi dichiarato inammissibile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
ELIAS VACCA. Signor Presidente, riprendo le considerazioni svolte dal relatore: la Giunta non ha mosso rilievi ai tempi e ai modi con i quali la Presidenza si dispone al vaglio degli atti di sindacato ispettivo. C'era un obiettivo rilievo del tempo che, talvolta, intercorre dal momento della presentazione al momento della pubblicazione e a ciò che nelle more accade sulla struttura dell'atto. Non si tratta di un fatto di secondaria importanza rispetto a una pronuncia di insindacabilità.
L'altro rilievo, per la verità di merito, è che la richiesta di votazione per parti separate non solo non appare condivisibile, ma assolutamente in contrasto con la relazione. La motivazione sulla base della quale la Giunta si è determinata a suggerire, sulla totalità delle affermazioni rese dai colleghi, una pronuncia di insindacabilità, non è soltanto di unità cronologica, ma anche di unità logica. Ciò che ci ha persuasi a derogare, in una certa misura e per un caso singolo, a un rigoroso riferimento alla cronologia, è il fatto che all'interno della medesima conferenza stampa, su un unico argomento nell'ambito delle due interrogazioni, si sono fatte alcune osservazioni.
In generale, sono piuttosto preoccupato del fatto che, studiando la giurisprudenza della Giunta e i suoi orientamenti, ho quasi l'impressione che a volte il fatto di essere deputati di maggioranza o di opposizione, ciclicamente a parti invertite, possa influenzare una maggiore o minore severità di giudizio relativamente all'insindacabilità. Questo non è un dato in sé apprezzabile. Non mi percepisco, quando presento gli atti di sindacato ispettivo, come deputato della maggioranza o dell'opposizione: mi percepisco come deputato, che fa delle affermazioni contenute in quegli atti e le divulga con le modalità e con i tempi che gli sono consentiti. Riconfermo quindi la necessità di non scindere le votazioni, nonché il voto favorevole del gruppo dei Comunisti Italiani sulla proposta di insindacabilità nella sua totalità.
Muovo poi un rilievo conclusivo: è un fatto, questo sì, abbastanza singolare che nella severa giurisprudenza della Corte costituzionale ci siano delle zone grigie, tanto sulla questione dell'intervallo temporale fra il deposito dell'atto di sindacato ispettivo e la pubblicazione, quanto sul fatto che il contenuto depositato che non pervenga per correzioni, talvolta anche di forma, a ciò che viene poi pubblicato, possa in qualche maniera inficiare il diritto dei parlamentari a divulgare il contenuto dei loro atti.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, la vorrei pregare di valutare, ovviamente per il futuro, quanto appena detto, poiché la questione che è stata posta, a mio avviso, non è di lana caprina: la funzione prevalente del sindacato ispettivo, non c'è dubbio, è quella relativa al fatto che i deputati interrogano il Governo per avere delle risposte di merito. Però c'è un'ulteriore aspetto, che riguarda anche il tema di cui stiamo discutendo, e le questioni poste dall'onorevole Mellano e dalla maggior parte dei deputati intervenuti non sono frutto di valutazioni superficiali, bensì di valutazioni che, a mio avviso, dovrebbero essere considerate.
Poiché vi sono anche sentenze della Corte costituzionale, mi domando, signor Presidente, se non sia questa una delle occasioni nelle quali riunire la Giunta perPag. 40il Regolamento - ovviamente è una valutazione che dovrà fare la Presidenza - per compiere un passo che a me pare abbastanza naturale, vale a dire prendere atto di una decisione della Corte costituzionale. Se preventivamente presentata, l'interrogazione così come presentata deve essere quella che fa testo, perché è l'espressione di quel che ciascun deputato pensa, a prescindere dal doveroso vaglio compiuto dagli uffici, secondo quanto disposto dal Regolamento della Camera.
È una questione che pongo, la Presidenza potrà ritenere valido o meno il mio suggerimento: mi chiedo se non sia il caso di disciplinare questa fattispecie direttamente nel nostro Regolamento, in modo da sapere fin dall'inizio che il deposito di un atto di sindacato ispettivo, a prescindere dal vaglio che gli uffici compiono relativamente alla funzione in esso prevalente, cioè quella relativa alle richieste rivolte al Governo, sia sufficiente per la garanzia dei deputati in determinate occasioni. Al riguardo, si può discutere; ho una mia ben precisa opinione sul fatto che i deputati debbono essere garantiti anche in tal modo; questa è la Costituzione, questa è la legge, e a questa dovremmo attenerci.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, la Presidenza prende atto del suo suggerimento. Per quanto riguarda le questioni poste dai colleghi Leone e, da ultimo, Vacca, come sapete, la richiesta della votazione per parti separate costituisce un diritto che è riconosciuto ai parlamentari dall'articolo 87, comma 4, del Regolamento. Tale diritto è subordinato ad una condizione di principio generale, che le parti da votarsi separatamente abbiano un'autonomia logica. Da questo punto di vista, la richiesta presentata dall'onorevole Crisci è accoglibile, in quanto le parti di cui si richiede la votazione separata hanno autonomia logica.
Inoltre, in questo caso, la Giunta per le autorizzazioni ha già votato per parti separate, secondo le stesse modalità che vengono richieste per il voto in Assemblea dall'onorevole Crisci. Il fatto che sia stata sottoposta all'Aula una conclusione unitaria nel senso della non sindacabilità è il risultato di quattro determinazioni della Giunta, tutte identiche nel loro esito finale.
Queste considerazioni inducono la Presidenza a ritenere che la richiesta di votazione per parti separate sia accoglibile e dunque a procedere in questa direzione. Ricordo in ogni caso che la proposta della Giunta è nel senso dell'insindacabilità per tutti i capi dell'atto di citazione.
(Votazioni - Doc. IV-quater, nn. 24 e 25)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti di cui ai capi dell'atto di citazione da III-2 a III-9, per i quali è in corso il procedimento nei confronti del deputato Garagnani, di cui ai Doc. IV-quater, nn. 24 e 25, concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 473
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti di cui al capo dell'atto di citazione III-1, per i quali è in corso il procedimento nei confronti del deputato Garagnani, di cui ai Doc. IV-quater, nn. 24 e 25, concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 467
Astenuti 17
Maggioranza 234
Hanno votato sì 346
Hanno votato no 121).
Prendo atto che il deputato Mattarella ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti di cui ai capi dell'atto di citazione da III-2 a III-9, per i quali è in corso il procedimento nei confronti del deputato Raisi, di cui ai Doc. IV-quater, nn. 24 e 25, concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 455
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 455).
Prendo atto che il deputato Allasia ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti di cui al capo dell'atto di citazione III-1, per i quali è in corso il procedimento nei confronti del deputato Raisi, di cui ai Doc. IV-quater, nn. 24 e 25, concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 473
Astenuti 12
Maggioranza 237
Hanno votato sì 398
Hanno votato no 75).
Prendo atto che il deputato Greco ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI