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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Orientamenti del Governo in tema di lavoro intermittente - n. 3-01421)
PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01421, concernente orientamenti del Governo in tema di lavoro intermittente (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
MAURO FABRIS. Signor Presidente, la questione investe il tema del protocollo sul welfare, che ci accingiamo a convertire in legge in questo ramo del Parlamento, e riguarda l'abrogazione, prevista dall'articolo 13 di tale protocollo, del cosiddetto lavoro intermittente o a chiamata. Riteniamo che ciò sia sbagliato, che sia un errore, perché potrebbe portare un grave danno all'economia italiana e ai datori di lavoro, specialmente in tutti quei settori, in particolare quello turistico e della ristorazione, dove c'è una variazione periodica della domanda di lavoro. I predetti datori di lavoro non avrebbero più uno strumento legale per far fronte a tali esigenze periodiche. L'abrogazione della ricordata forma contrattuale determinerebbe un danno per le casse dello Stato, considerato che il lavoro nero significa, anzitutto, evasione fiscale, e per gli stessi lavoratori, perché questi ultimi non avrebbero più un sistema di garanzie come quello attualmente riconosciuto. L'annientamento delle richiamate garanzie, indubbiamente, li metterebbe in situazioni di maggiore debolezza e difficoltà. Chiediamo dunque al Governo di capire cosa accadrà dal 1o gennaio, con particolare riferimento al predetto tipo di settori.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, l'onorevole Fabris richiama la nostra attenzione sull'articolo 37 del decreto legislativo n. 276 del 2003, relativo al lavoro intermittente per periodi predeterminati nell'arco della settimana, del mese o dell'anno. Come è noto, nel disegno di legge attuativo del protocollo del 23 luglio 2007 con le parti sociali è prevista l'abrogazione delle disposizioni relative a tale peculiare tipologia contrattuale, proprio in considerazione delle caratteristiche del ricordato istituto, che è connotato da un certo grado di instabilità lavorativa. In via generale, tale impostazione è coerente con la linea del Governo di accrescere il tasso di quella che definiamo «buona occupazione» - in Europa si definisce così - ovvero di un'occupazionePag. 61caratterizzata da un maggiore grado di stabilità. Con l'accordo fra il Governo e le parti sociali sono stati concretizzati e condivisi i predetti obiettivi, la cui formalizzazione risiede nel ricordato disegno di legge, che, in particolare all'articolo 9, stabilisce tra i principi e i criteri direttivi di delega anche l'incremento dei livelli di occupazione stabile.
D'altra parte, devo riconoscere che sono concrete le esigenze da parte di taluni operatori economici - soprattutto di coloro che operano nel campo del turismo, come lei, onorevole Fabris, evidenziava nella sua interrogazione - di disporre di una quota aggiuntiva di personale per i periodi dell'anno nei quali si registrano picchi di attività. Per questa ragione, proprio con il protocollo siglato lo scorso 23 luglio, il Governo si è impegnato ad attivare un tavolo di confronto con le parti sociali per esaminare ipotesi di part time che possano rispondere ad esigenze di attività di breve durata per lavoratori ed imprese come quelle che lei richiamava nella sua interrogazione. Ciò sarà naturalmente fatto, anche in coerenza con gli impegni che il Governo ha assunto con la sottoscrizione del protocollo con le parti sociali.
PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di replicare.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, ringrazio il Ministro perché, con questa risposta, il Governo dimostra di aver inquadrato la questione e di aver compreso il problema che si apre. Il punto è che rischiamo di mettere in difficoltà uno dei settori trainanti dell'economia del nostro Paese, cioè appunto quello turistico: tale settore, come ricordava il Ministro, presenta infatti un andamento non continuativo, caratterizzato da picchi di attività (si tratti del fine settimana o di particolari momenti dell'anno quali le vacanze). Si tratta dunque di un problema che affligge quella che è sostanzialmente la prima industria del nostro Paese (e che è particolarmente sentito nell'ambito della ristorazione): peraltro, segnalo che molte persone, soprattutto i giovani, studenti o meno, trovano nella partecipazione all'attività di questo settore anche il modo per gravare meno sulle tasche della famiglia e quindi per contribuire al proprio mantenimento.
Signor Ministro, la questione - come lei ha ben inquadrato - è reale e va risolta. Il punto è infatti che, se noi - come mi auguro - riusciremo a tradurre in legge il protocollo siglato con le parti sociali (che ha avuto anche l'avallo da parte dei lavoratori e dei pensionati che lo hanno votato), a partire dal prossimo 1o gennaio ci troveremo sostanzialmente con un vuoto normativo. Il richiamo che lei ha dunque fatto - correttamente - ad un tavolo di concertazione che dovrà essere aperto è giusto: vi è però il problema dei tempi. Chiedo dunque nuovamente al Governo di riflettere su interventi anche più rapidi ed immediati, affinché si possa sopperire al vuoto normativo che si creerebbe. In particolare - avanzo una proposta che ribadiremo anche nel corso del dibattito sul provvedimento che lei richiamava - si potrebbe pensare ad una maggiore determinazione nel definire giorni ed orari in cui la rigidità che in ogni caso il protocollo prevede possa essere attenuata in funzione delle esigenze dei ricordati settori specifici dell'economia italiana. Mi auguro che di tali esigenze il Governo tenga conto fino in fondo, poiché si tratta di un settore - lo ripeto, quello del turismo - assolutamente decisivo e trainante per il nostro sistema Paese (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).