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TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI LEOLUCA ORLANDO, LUCIANO CIOCCHETTI E SANDRA CIOFFI SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 3082
LEOLUCA ORLANDO. Il gruppo Italia dei Valori annuncia il voto favorevole sulla ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale contro il doping nello sport.
Le ragioni di tale voto favorevole stanno nella esigenza, che con tale convenzione trova concreta e coerente risposta, di passare da regole di etica sportiva a cogenti norme a garanzia del rispetto dell'integrità fisica degli sportivi e del corretto agonismo.
Con tale convenzione e connessa legge si trasformano in norme giuridiche norme etiche e norme compartimentali che dovrebbero vigere in virtù di codici deontologici convenzionali.
È altresì significativo che la convenzione faccia appello e rinvio a ulteriori norme etiche accettate dalla comunità sportiva per rendere ancora più efficaci le norme giuridiche in tale convenzione previste.
Tale virtuoso rapporto tra etica e legalità, sarebbe auspicabile vigesse nello sport anche per fornire adeguata risposta al gravissimo altro problema della violenza nello sport.
LUCIANO CIOCCHETTI. Onorevoli colleghi, dobbiamo togliere ogni dubbio, ogni compiacente o reticente atteggiamento rispetto ad un tema che oggi sembra avere una recrudescenza più strisciante, più sottile che va di pari passo con il progresso della scienza.
Oggi il mondo dello sport deve riconoscere che i test non individuano i casi di positività poiché le analisi sulle urine non consentono di rilevare la presenza delle molecole esogene di quelle sostanze che stimolano la eritropoiesi, cioè la iper produzione di globuli rossi (per avere così un maggiore trasporto di ossigeno) se non sono assunte nelle immediate vicinanze dei test (un paio di giorni prima al massimo).Pag. 139Vi è la necessità di fare qualcosa di più concreto se veramente c'è la volontà di lottare contro il flagello del doping nello sport, considerato che è un problema di carattere mondiale, spesso sottovalutato, mentre oggi rappresenta una vera realtà ed un male da sconfiggere a tutti i costi.
Ma nonostante tutto, nonostante le morti ormai numerose, c'è da dire che non si sono fatti molti passi avanti rispetto al passato, dato che i casi di doping continuano a susseguirsi di frequente, sia di singoli atleti che di gruppi, con un livello tale che era logico aspettarsi, visto il giro di affari messo in circolo, che anche la criminalità organizzata ne fosse attratta come nuova fonte di reddito.
Oggi il fenomeno non è più circoscritto al ciclismo ed all'atletica leggera, gli sport più colpiti dal fenomeno; anche negli sport più impensati, cito le regate veliche, ci sono casi di doping.
Sport e doping sono diventati due facce della stessa medaglia, tesi esclusivamente alla competitività estrema, al culto del successo, pompati dai media e dagli sponsor.
Di fronte ad interessi e aspirazioni così forti, invocare e richiamare i valori dello sport olimpico, dell'etica, della cavalleria e della lealtà serve solo a tranquillizzare le nostre coscienze.
Ma il discorso non deve essere solo circoscritto al mondo dello sport professionistico e semi-professionistico: oggi, infatti, la piaga del doping comincia a manifestarsi nelle palestre dove la leva della notorietà e degli sponsor viene sostituita da una cultura dell'apparire e ci si gonfia i muscoli per risultare più attraenti, più magre fino ai limiti dell'anoressia.
E certamente una grossa mano alla facilità di accesso a prodotti dopanti l'ha data Internet, che permette l'acquisto di prodotti in Italia proibiti o assenti.
E che dire delle prossime Olimpiadi che si svolgeranno in un Paese in cui, nella Scuola dello Sport di Anshan, i futuri atleti vengono allevati a dosi quotidiane di sostanze proibite e dove non è stato possibile far entrare nemmeno un giornalista, un inviato della Gazzetta dello Sport, per fare luce su questa fabbrica di campioni.
Onorevoli colleghi, se c'è del marcio nello sport non bisogna lesinare le nostre forze per tentare di debellare una piaga che mina alle radici non solo lo spirito olimpico, ma anche e soprattutto la salute dei nostri ragazzi, a cui si dovrebbe insegnare che nessuna medaglia vale una vita.
Per queste motivazioni, il gruppo UDC voterà convintamente a favore del presente provvedimento.
SANDRA CIOFFI. Onorevoli colleghi, il provvedimento su cui oggi siamo chiamati a pronunciarci sottolinea l'importanza della Convenzione internazionale contro il doping che, adottata nella XXXIII Conferenza generale dell'Unesco, mette in risalto la necessità di creare uno strumento giuridico internazionale che consenta di armonizzare sia le diverse legislazioni nazionali in materia di contrasto al doping, che la cooperazione tra i vari Stati e le diverse organizzazioni sportive internazionali e nazionali al fine di realizzare gli adeguati controlli antidoping.
Tale Convenzione è entrata in vigore nel febbraio di quest'anno.
A livello nazionale diverse sono le misure relative all'antidoping che vengono prese in considerazione e riguardano il controllo la produzione, lo spostamento, l'importazione, la distribuzione e la vendita di tali sostanze.
In particolare, con questo provvedimento si intendono sostenere gli obiettivi dell'Agenzia mondiale antidoping prevedendo che il finanziamento annuale sia effettuato in parti uguali sia dagli Stati membri che dai movimenti olimpici.
Il compito dell'Agenzia viene facilitato con la possibilità che i controlli agli atleti vengano effettuati sia durante che al di fuori delle competizioni sportive.
Anche i programmi di educazione e formazione in materia di antidoping sono menzionati nella Convenzione che ci troviamo a ratificare oltre alla fondamentale questione relativa alla ricerca che deve essere adeguatamente promossa invitando gli Stati membri ad attivarsi fortemente inPag. 140tal senso anche con la collaborazione delle organizzazioni sportive.
Sono convinta, viste le finalità di tale Convenzione contro il doping, che l'approvazione dì questo provvedimento sia necessaria per il bene di tutto il mondo dello sport.
Per tutte queste ragioni, a nome del mio gruppo, i Popolari-Udeur, dichiaro il nostro voto favorevole.