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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Ipotesi di monitoraggio delle emissioni inquinanti nelle diverse aree territoriali - n. 3-01446 )
PRESIDENTE. Il deputato Misiti ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01446, concernente ipotesi di monitoraggio delle emissioni inquinanti nelle diverse aree territoriali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2 ).
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, il Protocollo di Kyoto fissa gli obiettivi per i tagli nei Paesi industrializzati delle emissioni di anidride carbonica equivalente. Per l'Italia aveva fissato il 6,5 per cento in meno rispetto alla produzione delle emissioni del 1990. L'Italia ha sforato, e quindi si calcola che potrebbe affrontare una spesa, tra il 2008 e il 2012, di oltre due miliardi di euro. Ciò evidentemente è molto negativo, perché significa che devono pagare tutti mentre, invece, alcune regioni sono virtuose e altre meno.
Pertanto chiedo al Ministro se non ritenga indispensabile monitorare tali emissioni regione per regione, o provincia per provincia, e conseguentemente, così come avviene tra Stati, arrivare ad una contrattazione delle emissioni tra regioni, con l'acquisto di crediti da parte delle regioni più industrializzate.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Alfonso Pecoraro Scanio, ha facoltà di rispondere.
ALFONSO PECORARO SCANIO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, ringrazio l'interrogante, ma come ha fatto anche l'onorevole Buontempo, a volte si fanno al Ministro dell'ambiente richieste che andrebbero rivolte al Governo in quanto tale. Come nel settore dei rifiuti non ho competenze di ordinanza, in quanto tutte le competenze fanno capo direttamente al Commissario del Governo, così sulla materia delle emissioni abbiamo deciso una serie di iniziative e spero che, con il consenso del Parlamento, si possa anche migliorare la legislazione, accogliendo proprio le proposte del Ministero dell'ambiente.
Curiamo già un inventario nazionale, elaborato dall'Apat, predisposto sulla base delle linee guida del Protocollo di Kyoto, e svolgiamo, attraverso questi dati, una verifica molto attenta dei siti di interesse nazionale a grande impatto ambientale (raffinerie, impianti siderurgici, grandi impianti di produzione di energia). Va sottolineato che l'andamento delle emissioni fra il 1990 e il 2005 non è stato determinato da virtuosità ambientali delle amministrazioni locali, ma da una serie di andamenti economici dei settori interessati.
Per quanto riguarda la richiesta specifica di un intervento che suddivida le responsabilità nazionali sulla riduzione delle emissioni anche tra le regioni, non è possibile una contrattazione dei permessi di emissione a livello regionale, perché il Protocollo di Kyoto e le direttive europee in materia presuppongono che la titolarità dei permessi di emissione nazionali sia attribuita ai Governi centrali.Pag. 50
È invece possibile - su questo condivido l'appello dell'interrogante, e abbiamo preso iniziative - una programmazione delle emissioni e la responsabilizzazione per il monitoraggio a livello regionale. La determinazione di tali quote di emissione, da assegnare a livello territoriale, e/o la determinazione di un criterio condiviso dalle regioni per ripartire gli oneri e le risorse disponibili dovrà essere stabilito nell'ambito dell'aggiornamento della delibera CIPE del 2002, che definisce gli obiettivi nazionali per ridurre le emissioni e adempiere al Protocollo di Kyoto.
Abbiamo già intrapreso la definizione di un aggiornamento di tale delibera, contestualmente avviando la preparazione, insieme al Ministero dello sviluppo economico, della conferenza energia e ambiente, e ho già affidato al sottosegretario senatore Piatti il coordinamento della VI Commissione (Sviluppo sostenibile), che si occupa proprio, attraverso il CIPE, di rivedere la delibera del 2002, conformemente a un indirizzo di monitoraggio regione per regione e di coinvolgimento delle stesse regioni nel conseguimento dell'obiettivo nazionale.
Ciò nella consapevolezza del fatto che dobbiamo coinvolgere le regioni e le amministrazioni locali - come da lei osservato, occorre anche un'analisi provincia per provincia - ma, soprattutto, che dobbiamo finalmente corresponsabilizzare, oltre il settore dell'industria, anche il settore dei trasporti e quello dell'edilizia, perché, oltre all'industria, sono questi gli altri due grandi settori che contribuiscono in modo notevole ad aumentare le emissioni di gas serra da parte dell'Italia.
Accolgo l'interrogazione, quindi, anche come un incentivo ad aumentare l'impegno presso le regioni e a proporre al Parlamento, ove necessario, misure legislative in tal senso.
PRESIDENTE. Il deputato Misiti ha facoltà di replicare.
AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Ministro, la ringrazio per la risposta e per aver accolto il senso principale della richiesta. Tuttavia, voglio esplicitare ancora di più che, una volta accolta la richiesta di monitorare regione per regione e provincia per provincia, debba essere fatto uno sforzo, al di là delle questioni europee, anche nazionale ed interregionale, per far pagare l'utilizzo dell'atmosfera a quelle regioni che la utilizzano di più, perché ciascun cittadino, a mio modo di vedere, ha diritto di emissione nella stessa quantità.
Nel caso contrario, chi produce molta emissione nell'atmosfera guadagna di più e ha un reddito maggiore, mentre laddove non c'è l'emissione di CO2 nell'atmosfera, non c'è reddito o vi è un basso reddito; in questo modo, gli uni rimarranno sempre poveri e gli altri diventeranno sempre più ricchi.
Credo, quindi, che il passo successivo al monitoraggio debba essere un provvedimento di legge che stabilisca che anche a livello nazionale si possano fare questi scambi di crediti ambientali.