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Si riprende la discussione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI
ALBERTO BURGIO (RC-SE). Nel chiedere preliminarmente al Governo di non ricorrere alla questione di fiducia sul provvedimento in discussione, che recepisce il Protocollo del 23 luglio scorso,Pag. VIritiene che quest'ultimo non debba essere considerato intangibile. Nel segnalare, quindi, che il testo presenta elementi positivi, esprime, tuttavia, perplessità sulle disposizioni di carattere previdenziale ricordando, peraltro, che nel programma dell'Unione erano previsti vincoli più stringenti relativamente ai contratti a termine, che devono rappresentare l'eccezione rispetto a quelli a tempo indeterminato. Auspica, infine, che si possano apportare ulteriori modifiche migliorative al testo del provvedimento, perseguendo prioritariamente la tutela dei lavoratori.
STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Nel rilevare che la discussione odierna si svolge senza che l'Assemblea abbia contezza del testo del maxiemendamento del Governo sul quale quest'ultimo ha preannunziato la posizione della questione di fiducia, ritiene che comunque esso non potrà che peggiorare un provvedimento già di per sé negativo, che tra l'altro rappresenta una vera e propria controriforma in materia pensionistica. Sottolinea, infatti, che l'eventuale attuazione delle disposizioni recate dal disegno di legge in esame peserebbe in maniera significativa sull'aumento della spesa pubblica senza risolvere il problema dei precari e dei pensionati ed aumentando il costo del lavoro per le imprese. Evidenzia altresì la particolare inefficacia e contraddittorietà delle misure concernenti l'occupazione femminile.
LANFRANCO TURCI (RosanelPugno). Nel ritenere che il provvedimento in discussione delinei solo un profilo di massima di un moderno sistema di ammortizzatori sociali che deve ancora essere costituito, sottolinea che per superare l'abuso del ricorso a contratti a tempo determinato è necessaria una riforma dell'istituto della prova, in merito al quale il suo gruppo aveva presentato una proposta emendativa respinta in Commissione, della quale preannunzia la riproposizione in Assemblea. Nell'evidenziare, quindi, come le scelte di fondo in materia di mercato del lavoro non debbano essere completamente delegabili alla concertazione, non condivide l'eccessiva enfasi attribuita alle modifiche apportate dalla Commissione rispetto al Protocollo del 23 luglio.
PAOLA PELINO (FI). Nel ripercorrere l'iter del provvedimento in esame, che avrebbe dovuto promuovere lo sviluppo sociale del Paese, evidenzia, al contrario, le lacune e le anomalie dello stesso già emerse durante i lavori istruttori, nonché nel corso delle audizioni svoltesi. Richiamate le sue proposte emendative presentate in Commissione, riguardanti in particolare l'occupazione delle persone con disabilità, sottolinea altresì la necessità di rivisitare la disciplina del lavoro part-time, nonché di altre forme di contratto a tempo determinato. Ritiene al riguardo che occorra ripristinare lo status quo ante di alcuni strumenti recati dalla legislazione in materia di occupazione e di mercato del lavoro. Nel sottolineare, infine, come le disposizioni contenute nel provvedimento in esame, nel testo modificato in Commissione per impulso dell'estrema sinistra, siano carenti di copertura finanziaria, evidenzia la necessità di ulteriori interventi a favore dell'occupazione delle donne lavoratrici.
La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 15.
I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono cinquantasette.
PAOLO GRIMOLDI (LNP). Ricordato che la cosiddetta riforma Maroni, resa inevitabile dal grave squilibrio nei conti pubblici provocato dalle politiche clientelari attuate nei decenni precedenti, si è limitata ad apportare i necessari ritocchi ed aggiustamenti alla ben più radicale riforma intervenuta nel 1995, al fine di garantire la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale, nonché il raggiungimento degli obiettivi indicati dall'Unione europea, giudica non prioritaria l'eliminazione del cosiddetto scalone. Difeso, altresì l'impianto della legge Biagi e rimarcato l'approccio ideologico che connota il disegno di legge in discussione, che tra l'altroPag. VIIpenalizza il lavoro autonomo, ritiene che le maggiori risorse determinate dal ciclo economico favorevole degli ultimi anni avrebbero dovuto essere utilizzate per sostenere i salari più bassi, gli anziani e i soggetti con disabilità, nonché per investimenti infrastrutturali.
BRUNO MELLANO (RosanelPugno). Nel giudicare il testo del provvedimento in esame, così come risultante dal recepimento del Protocollo approvato il 23 luglio scorso, un utile compromesso al fine di tenere unite le differenti istanze del centrosinistra tutelando gli interessi dei lavoratori, esprime grave preoccupazione per l'accoglimento, nel corso dei lavori presso la Commissione di merito, di istanze provenienti da una sinistra conservatrice ed assolutamente non condivise dal suo gruppo, tra le quali l'abolizione dello strumento dello staff-leasing. Invita, pertanto, il Governo, anche a fronte della probabile posizione della questione di fiducia, a non cedere al plateale ricatto ideologico di alcune frange della coalizione di maggioranza.
FRANCESCO MARIA AMORUSO (AN). Osservato preliminarmente che le riforme attuate dal precedente Governo di centrodestra avevano garantito un miglioramento quantitativo e qualitativo dell'occupazione, ritiene che il disegno di legge in discussione sia caratterizzato da un'accentuata impostazione ideologica. Nel giudicare quindi contraddittorie, demagogiche e di stampo assistenzialista le misure da esso recate, tra l'altro, in materia di requisiti per il pensionamento di anzianità, di staff-leasing, di lavoro a chiamata, di ammortizzatori sociali e di pensionamento anticipato dei soggetti che svolgono attività usuranti, delle quali paventa i deleteri effetti sui conti pubblici, preannunzia il voto contrario del suo gruppo.
GIAN LUIGI PEGOLO (RC-SE). Nel richiamare le principali ragioni di contrarietà al Protocollo approvato il 23 luglio scorso, ritiene che le modifiche apportate dalla Commissione di merito al testo in discussione, tra le quali, in particolare, l'introduzione di una maggiore rigidità in merito alla proroga dopo i trentasei mesi dei contratti a termine o l'abolizione dello staff-leasing, siano doverose ed apprezzabili, ma ancora insufficienti per esprimere un giudizio positivo sul provvedimento in discussione. Giudicate, inoltre, non accettabili le pressioni provenienti da Confindustria e dai sindacati, in quanto lesive dell'autonomia del Parlamento, rileva che il paventato ricorso alla questione di fiducia sarebbe un'ulteriore forzatura per blindare un testo più arretrato di quello licenziato dalla Commissione, con esiti estremamente negativi.
LUCIANO D'ULIZIA (IdV). Nell'esprimere il giudizio positivo del suo gruppo sul testo del disegno di legge governativo, evidenzia la necessità, al fine di apprezzare la natura virtuosa delle iniziative intraprese dall'Esecutivo e dalla maggioranza in materia di previdenza, lavoro e competitività, di tenere conto degli interventi già realizzati con il cosiddetto decreto fiscale e con il disegno di legge finanziaria, nonché dei saldi di finanza pubblica, dai quali emerge un'economia di gestione di circa 12 miliardi di euro. Nel sottolineare, altresì, la particolare valenza delle disposizioni in materia di occupazione delle persone con disabilità, manifesta rammarico per l'assenza nel provvedimento di una normativa di maggiore favore per il settore della cooperazione, del quale esalta l'insostituibile funzione sociale, preannunziando al riguardo la presentazione di un apposito ordine del giorno.
DANIELE GALLI (FI). Ritiene che il testo del disegno di legge in esame, così come risultante dalle modifiche apportate dalla Commissione di merito, che denotano l'incondizionata resa alle ideologie proprie della sinistra massimalista, dimostri l'inevitabile fine della concertazione per l'elaborazione di politiche sociali condivise. Sottolinea, altresì, che la normativa relativa al superamento del cosiddetto scalone, che prevede un'alquanto dubbia copertura finanziaria, mettendo così a serio rischio i conti pubblici ed innalzando laPag. VIIIpressione fiscale, introduce un'inaccettabile disparità di trattamento tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti. Auspica, pertanto, che il paventato ricorso alla questione di fiducia, indispensabile per assicurare la tenuta della maggioranza per contenere le derive massimaliste in essa presenti, abbia come logica conseguenza il termine della permanenza in carica dell'attuale Esecutivo.
ANTONINO LO PRESTI (AN). Nell'esprimere rammarico per l'inutilità di un dibattito che verrà svuotato di significato dalla preannunziata posizione della questione di fiducia su un testo peraltro diverso da quello licenziato dalla Commissione, denunzia il trattamento riservato al Parlamento, che in tal modo viene estromesso dalla partecipazione al processo legislativo e sminuito e mortificato nel suo ruolo e nel suo prestigio. Rilevati i punti deboli del testo in discussione per l'inesistenza di norme di modifica dei coefficienti di trasformazione, con conseguente aumento della spesa pensionistica, stigmatizza l'incongruità della copertura finanziaria, che giudica soltanto virtuale. Preannunzia pertanto una dura battaglia di opposizione al testo in discussione, al fine di denunziare al Paese la situazione aberrante che si sta delineando.
FEDERICA ROSSI GASPARRINI (Pop-Udeur). Sottolineata la rilevanza del provvedimento in discussione, frutto di un'importante opera di concertazione tra Governo e parti sociali - e naturale conseguenza della consultazione democratica svoltasi tra lavoratori e pensionati - ritiene pienamente legittime le modifiche apportate durante l'iter in Commissione, alle quali il suo gruppo ha contribuito compiutamente attraverso la presentazione di alcuni emendamenti, poi approvati, recanti misure in favore delle casalinghe, da sempre escluse dal mondo del lavoro. Manifesta apprezzamento, infine, per le disposizioni volte al ripristino del lavoro a chiamata, nonché per gli interventi a favore del mercato del lavoro, della competitività e dei soggetti più deboli.
AUGUSTO ROCCHI (RC-SE). Nell'esprimere un giudizio positivo sul provvedimento in esame, che recepisce l'accordo su previdenza, lavoro e competitività del luglio scorso, ritiene che il delicato equilibrio tra il rispetto della trattativa con le parti sociali e il legittimo spazio di autonomia del Parlamento sia stato rispettato anche nel testo licenziato dalla Commissione di merito. Nel ricordare la rilevanza di talune norme in materia di lavoro a chiamata e contratti a termine, che rispettano il programma elettorale presentato dall'Unione, esprime perplessità sulla decisione di agganciare al meccanismo delle quote il requisito dell'età per accedere al pensionamento.
Invita infine il Governo a non ricorrere alla questione di fiducia sul provvedimento in discussione e a proseguire nello svolgimento del dibattito parlamentare, in vista della possibilità di apportare ulteriori modifiche migliorative al testo stesso, preannunziando la presentazione di taluni emendamenti in questa direzione. Respinge pertanto le accuse provenienti dall'opposizione, secondo le quali gli interventi recati dal provvedimento sarebbero volti ad aumentare i costi della spesa pubblica.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI (UDC). Nel sottolineare preliminarmente l'anomalia del dibattito in corso, avente ad oggetto un testo il cui contenuto appare ancora incerto e sul quale presumibilmente il Governo porrà la questione di fiducia, svilendo nuovamente il ruolo del Parlamento, ritiene che il provvedimento in discussione si ponga in assoluta controtendenza rispetto alle politiche attuate nella stessa materia dagli altri Paesi europei.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
LUISA CAPITANIO SANTOLINI (UDC). Richiama, inoltre, le principali ragioni di contrarietà al disegno di legge in esame, paventando, tra l'altro, il rischio che laPag. IXrevisione del cosiddetto scalone possa riproporre elementi di disparità di trattamento tra diverse categorie di lavoratori. Evidenzia, infine, che le misure contenute nel testo in discussione determineranno inevitabilmente un aggravio della spesa pubblica ed un incremento della pressione contributiva. Preannunzia pertanto l'orientamento contrario del suo gruppo sul provvedimento in esame.
SIMONE BALDELLI (FI). Nel giudicare paradossale la discussione che si sta svolgendo in Assemblea su un testo che probabilmente non sarà quello sul quale il Governo ha preannunziato la posizione della questione di fiducia, rileva che le misure recate dal provvedimento licenziato dalla Commissione denotano le evidenti divergenze interne alla maggioranza e riflettono una concezione centralista del mercato del lavoro. Sottolinea, in particolare, che l'abolizione del cosiddetto scalone rappresenta un errore politico che contrasta con la riforma Maroni. Manifestata perplessità, quindi, per l'incongruità della copertura finanziaria, auspica che il Governo non ricorra alla questione di fiducia, al fine di consentire all'Assemblea di svolgere un dibattito approfondito sul merito del provvedimento e di apportarvi significativi miglioramenti, anche attraverso l'approvazione delle proposte emendative presentate dal suo gruppo.
TOMMASO PELLEGRINO (Verdi). Ricorda preliminarmente la proficua attività istruttoria svolta dalla XI Commissione, che ha permesso di apportare alcuni miglioramenti al testo originario del provvedimento, come, in particolare, le disposizioni in materia di lavori usuranti. Richiamati, quindi, gli aspetti salienti di un disegno di legge che interviene opportunamente su varie materie, tra cui previdenza, ammortizzatori sociali e sviluppo economico del Paese, esprime particolare apprezzamento per le disposizioni volte ad eliminare il cosiddetto scalone, a regolare il mercato del lavoro, con la contestuale normalizzazione delle assunzioni a tempo determinato, e a promuovere una più convinta lotta al deprecabile fenomeno del precariato. Sottolineata, infine, la forte discontinuità, rispetto al precedente Esecutivo di centrodestra, delle norme varate dal Governo in coerenza con il programma elettorale dell'Unione, lo invita a proseguire sulla strada delle riforme, al fine di accrescere la fiducia dell'opinione pubblica nei confronti delle istituzioni.
ELENA EMMA CORDONI (PD-U). Rilevato che il provvedimento in discussione è frutto di un proficuo percorso di concertazione tra le parti sociali, considera inopportuni alcuni toni ultimativi usati nel corso del dibattito, peraltro irriguardosi nei confronti del lavoro svolto dalla XI Commissione; sottolineata inoltre la necessità di delineare un sistema pensionistico più flessibile, che tenga conto delle peculiari caratteristiche delle diverse tipologie di lavoro, segnatamente di quello usurante, ricorda che il Governo e la maggioranza hanno adottato concrete misure a favore delle generazioni più giovani. Richiama infine gli aspetti più significativi del disegno di legge in esame, con il quale si dà risposta ad una pluralità di esigenze del mondo del lavoro.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
LUCIO BARANI (DCA-NPSI), Relatore di minoranza. Sottolineate le divergenze emerse nel corso del dibattito sul disegno di legge in discussione tra i diversi gruppi di maggioranza, ritiene che la previsione di un innalzamento graduale dell'età pensionabile determinerà un ingente incremento della spesa pubblica, in controtendenza con gli altri Paesi dell'Unione europea, non garantendo il necessario equilibrio tra contributi e prestazioni. Rileva, altresì, che sarebbe stato più utile impiegare le risorse stanziate nel provvedimento in esame per interventi finalizzati all'ammodernamento del sistema produttivo, alla ricerca ed allo sviluppo.
PRESIDENTE. Prende atto che il relatore per la maggioranza rinunzia alla replica.
Pag. XCESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Nell'esprimere apprezzamento per il costruttivo dibattito svoltosi su un provvedimento delicato e complesso, sottolinea l'importanza delle misure da esso recate, che si inscrivono nel quadro di una coerente strategia volta al contrasto del precariato, alla redistribuzione delle risorse a favore dello Stato sociale ed alla competitività. Osservato che l'Esecutivo ha inteso rilanciare il metodo della concertazione nella definizione del Protocollo sul welfare, peraltro largamente condiviso dalle parti sociali, ritiene opportuno rispettarne i contenuti, assicurando, comunque, che il Governo è impegnato ad individuare un giusto punto di equilibrio per ricercare la massima convergenza possibile sul testo in esame. Auspica, infine, la sollecita approvazione del disegno di legge in discussione.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.