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Seguito della discussione delle mozioni Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00248 e Ranieri ed altri n. 1-00252 relative ai negoziati sullo status del Kosovo (ore 17,05).
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno, come riformulate.
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, prima di esprimere il parere del Governo sulle mozioni presentate, consentitemi di formulare alcune valutazioni di carattere generale. L'azione dell'Italia sul dossier (Commenti)...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia...
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Capisco che, giustamente, la giornata è stata lunga e volete andare via, pertanto cercherò di essere il più rapido possibile. Prima, dunque, di esprimere ilPag. 87parere del Governo sulle mozioni presentate, consentitemi di fare alcuni valutazioni generali.
L'azione dell'Italia sul dossier Kosovo si è ispirata, negli ultimi anni, a due principi cardine: il primo è stato, ed è, l'esigenza di individuare soluzioni quanto più possibili condivise. Nelle relazioni internazionali non vi è fattore di stabilità più importante del riconoscimento di una determinata situazione da parte di tutti gli attori coinvolti. Per questo motivo abbiamo insistito affinché si continuasse a negoziare e si esplorassero tutte le possibili soluzioni sul campo. Il secondo principio è che la sistemazione del Kosovo deve tener conto del carattere profondamente europeo della questione, un principio che comporta specularmente l'esigenza che l'Europa assuma nella vicenda tutte le responsabilità che le spettano.
Coerentemente con questa impostazione, abbiamo promosso e sosteniamo lo sforzo negoziale della trojka Unione europea-Stati Uniti-Russia e, altrettanto coerentemente con la ricordata impostazione, abbiamo incoraggiato l'assunzione di un alto profilo e di un profilo convincente da parte del negoziatore europeo, l'ambasciatore Ischinger. Come è noto, il negoziato entra ora nella fase finale. La trojka Unione europea-Stati Uniti-Russia ha ottenuto, proprio in questi giorni, un'ulteriore tornata negoziale, protratta a Baden in Austria (26-28 novembre) che ha confermato le difficoltà di individuare un terreno d'intesa tra le parti in merito allo status. Il 10 dicembre il gruppo di contatto presenterà al Segretario generale Ban Ki-moon il rapporto conclusivo del negoziato per lo status del Kosovo. La trojka si recherà anche a Belgrado e Pristina all'inizio di dicembre per un colloquio finale.
Siamo consapevoli delle difficoltà esistenti. Sul problema dello status le posizioni delle parti rimangono molto distanti, tuttavia rimaniamo convinti che occorra valorizzare al massimo il tempo residuo che ci separa dal 10 dicembre. Si è trattato, e si tratta, di un negoziato difficile. Negli ultimi contatti intrattenuti con l'ambasciatore Ischinger, quest'ultimo ha sottolineato che, pure in presenza di una perdurante impasse sul nodo dello status, il negoziato lascerà comunque una preziosa eredità in termini di dialogo tra Belgrado e Pristina e che lo stesso si è dimostrato, a tratti, anche costruttivo e cordiale.
Il negoziato ha gettato le basi, dice Ischinger, delle possibili future aree di collaborazione fra le parti in settori di interesse reciproco, a beneficio soprattutto delle minoranze etniche e delle popolazioni residenti a ridosso delle zone limitrofe tra Kosovo e Serbia. È ancora il momento del negoziato, dunque. Si tratta di un negoziato difficile e indubbiamente con possibilità ridotte di un esito consensuale. Tuttavia, qualsiasi posizione che partisse dal presupposto che lo stesso negoziato sia destinato a fallire, lo indebolirebbe e creerebbe per così dire una self-fullfilling profecy (una profezia che si auto-avvera). Ad ogni modo, indipendentemente dagli esiti del negoziato, occorrerà tenere ben saldi due punti.
Il primo è che occorre evitare che si verifichi una spaccatura tra i partner dell'Unione europea, in particolare in tema di riconoscimenti a seguito di una possibile dichiarazione di indipendenza da parte di Pristina. Quando gli europei si sono divisi hanno finito con l'indebolire la propria azione e con il minare la credibilità dell'Unione; ciò che è peggio, quando si sono divisi si sono spesso preclusi la possibilità di esercitare una reale azione stabilizzatrice.
Il secondo punto fermo è che, comunque vadano le cose, la comunità internazionale dovrà rimanere sul territorio mantenendo una presenza attiva nella regione; da questo punto di vista rivestirà un'importanza primaria l'avvio della missione PESD dell'Unione europea che avrà il compito di aiutare la società kosovara ad accrescere i suoi standard di democrazia e a dotarsi di strumenti idonei allo scopo. Questa missione è da tempo in preparazione a Bruxelles e sarà la più importante in termini di risorse umane, diplomatiche, Pag. 88di sicurezza, finanziarie e di impegno per lo sviluppo che sia mai stata varata dall'Unione europea.
Come ho già accennato, l'Italia si è attivata affinché l'Unione europea assumesse un ruolo primario; abbiamo agito in questo senso nella consapevolezza delle profonde implicazioni della realtà kosovara sulla stabilità della regione e, quindi, sulla nostra sicurezza nazionale intesa nel senso più ampio. Anche la NATO e l'OSCE resteranno impegnate nel contribuire alla sicurezza e allo sviluppo del Kosovo.
Questo è quanto volevo dire in premessa, prima di esprimere il parere sulle mozioni. Ho dovuto inevitabilmente dilungarmi (non troppo, ma il minimo indispensabile) in quanto lunedì sera, in sede di discussione sulle linee generali della mozione, si è svolto un dibattito importante che ha messo in luce posizioni non distanti tra maggioranza e opposizione, perché almeno lo spirito è bipartisan.
Alla luce delle considerazioni testé esposte, dunque, il Governo esprime parere contrario sulla mozione Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00248 - della quale, peraltro, apprezziamo lo spirito e molte delle riflessioni in essa contenute -, mentre il parere è favorevole sulla mozione Ranieri ed altri n. 1-00252. Il Governo ne condivide il contenuto e l'accetta in tutte le sue parti. In particolare, con riferimento al secondo capoverso del dispositivo, desidero sottolineare che il Governo italiano continuerà ad adoperarsi con il massimo impegno per favorire la ricerca di una soluzione condivisa. Tuttavia, non posso evitare di insistere sull'estrema difficoltà del negoziato e sulle ridotte possibilità di un esito consensuale.