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Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1817 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008) (Approvato dal Senato) (A.C. 3256-A) (ore 16,07).
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Emendamento 135.1000 del Governo - A.C. 3256-A)
PRESIDENTE. La Commissione bilancio si è riunita e ha concluso i suoi lavori.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 135.1000 del Governo, con le annesse tabelle, interamente sostitutivo dell'articolo 135 del testo e soppressivo degli articoli da 136 a 151 e delle annesse tabelle, con la correzione testé indicata dal Governo (Vedi l'allegato A - A.C. 3256
sezione 1), sulla cui approvazione senza subemendamenti e articoli aggiuntivi il Governo ha posto la questione di fiducia.
GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, mi scusi, ci siamo riuniti e vorrei rendere edotti i parlamentari di maggioranza e opposizione, perché alla fine quello dell'opposizione è un comportamento serio.
Abbiamo scoperto che il Governo aveva sbagliato i conti di oltre 220 milioni di euro. Vorrei solo spiegare che ogni articolo su cui è stata posta la questione di fiducia doveva avere una copertura finanziaria. La prima questione di fiducia riguardava un articolato che prevedeva delle entrate e delle uscite che dovevano essere coperte, così il secondo e il terzo. Scoprendo che in relazione al terzo testo si erano sbagliati i conti di 220 milioni di euro, abbiamoPag. 55riscontrato - voglio dirlo - che anche il primo e il secondo non erano correttamente coperti.
Non che fossero scoperti: magari qualcuno prevedeva entrate in più rispetto a quelle che servivano e qualcuno entrate in meno. Di fronte a questo, l'opposizione avrebbe potuto chiedere alla Camera dei deputati che il Governo prendesse atto di questo errore, che non è di poco conto, anche se sembra una questione molto tecnica.
Abbiamo deciso di non farlo perché, alla fine, questa è un'operazione aritmetica, ma sarebbero inficiati - e in parte lo sono - i due emendamenti che abbiamo approvato con il voto di fiducia. Nonostante questo, abbiamo deciso di andare avanti: continueremo a fare la nostra opposizione e a intervenire, prendendo atto che queste non sono entrate e uscite superiori, ma erano contenute nel testo originario.
Vogliamo, però, sottolineare questo fatto e che il Governo, per approssimazione, per fretta, non si sa perché, ha commesso un errore che, probabilmente, ai tempi in cui noi eravamo maggioranza, nessuno avrebbe fatto passare sotto tono come facciamo noi questa sera.
Ringrazio la Ragioneria che, invece, ha consentito a tutti noi di rilevare questo errore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, ovviamente mi riconosco nelle considerazioni dell'onorevole Crosetto, però volevamo sottolineare, comunque, la gravità di questa vicenda, perché, al di là dell'aspetto formale, si tratta di questioni che implicano anche una diversa valutazione politica su quanto abbiamo esaminato fino ad oggi.
Lo diciamo con chiarezza: ciò vuol dire che gli emendamenti che sono stati approvati prevedevano quantificazioni comunque erronee e che si va a decurtare ulteriormente su due annualità un fondo che era previsto ed è previsto all'interno della legge finanziaria. È vero che non si modificano i saldi complessivi, ma è altrettanto vero, signor Presidente, che la valutazione politica è diversa proprio su un aspetto specifico del disegno di legge finanziaria che riguarda un fondo orientato allo sviluppo che viene ridotto in maniera significativa.
Signor Presidente, non si tratta, quindi, di un'esclusiva correzione formale: è un elemento strutturale e sostanziale di valutazione politica che, oltre a non far mantenere, ovviamente, gli impegni che erano stati assunti dal Governo relativamente alle coperture, comporta che il nostro giudizio su questo disegno di legge finanziaria peggiori ulteriormente.
A maggior ragione, si dimostra la responsabilità di Alleanza Nazionale e dell'opposizione nel proseguire questi lavori (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Onorevoli colleghi, per il vostro buon sonno vi consiglio di stare un po' cauti, se non volete prolungare la sofferenza, che non vi diamo noi, ma che vi dà il vostro Governo.
Questi ultimi fatti hanno mostrato la provvisorietà nella capacità di fare fronte alla gestione della complessa manovra finanziaria. Ma non solo: non abbiamo il tempo per discuterne a lungo, ma credo che la variazione apportata inciderà sulle risorse che il Governo aveva garantito come copertura finanziaria dei provvedimenti per lo sviluppo in taluni settori della vita economica del nostro Paese.
Sei milioni di famiglie hanno difficoltà a pagare luce e gas. Nella scorsa legislatura, in ogni piazza e in ogni studio televisivo, esponenti del centrosinistra affermavano che con il Governo Berlusconi non si arrivava alla quarta settimana del mese. Con il Governo Prodi, invece, non siPag. 56arriva alla seconda! Di cosa può dunque andare orgoglioso chi ha votato a sinistra e si ritrova questo Governo che, senza vergogna, umilia il Parlamento e impoverisce il Paese? Vi sono circa 600 mila famiglie che non possono pagare il mutuo sulla casa perché voi, complici del sistema bancario, state consentendo l'usura a danno degli italiani.
In Europa siamo il fanalino di coda per quanto riguarda l'occupazione femminile e voi siete riusciti per la prima volta a far sì che i contratti atipici e i contratti a tempo non divengano contratti a tempo indeterminato: è la prima volta che ciò accade in Italia da quando sono nati questi tipi di contratti.
Dunque: 500-600 mila famiglie non possono pagare il mutuo, sei milioni di persone stanno scendendo sotto la soglia della povertà, perché 100 mila di queste già non possono pagare le bollette di luce e gas. In questo senso, dunque, invito l'opposizione: altro che buone maniere, cacciamoli! Cacciamoli! Mandiamoli a casa per salvare il nostro Paese!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, mi allontano dalle dichiarazioni tecniche per svolgere una brevissima - mi scuso con i colleghi - dichiarazione politica (Commenti del deputato Volontè). Sarò brevissimo, presidente Volontè.
Anche in questa terza votazione, voteremo contro la fiducia al Governo. Non lo faremo per pregiudizio: abbiamo infatti riconosciuto, anche nel dibattito in Commissione, che all'interno di questa manovra finanziaria vi erano aspetti che potevamo condividere. Non abbiamo però condiviso, signor Ministro, l'impostazione generale determinata da finanziaria, decreti e protocollo sul welfare. Mi pare infatti che, delineando questa manovra finanziaria, il Governo si è comportato nei confronti del Paese senza tener conto del suo stato, di quello dei conti pubblici e del clima internazionale.
Signor Ministro, capisco che il libro che sta leggendo deve essere molto interessante: non dico che si debba ascoltare, ma almeno fare finta! Quando si legge ostentatamente un libro, non si fa neanche finta di ascoltare: molto è forma in quest'Aula, ma sotto la forma vi è anche un po' di sostanza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Signor Ministro, comprendo che il parere dell'opposizione e di Forza Italia poco possa interessare al Governo.
Come dicevo, abbiamo dimostrato poco fa di non essere un'opposizione pregiudizialmente contraria, vorrei però lasciarle un messaggio. Noi abbiamo paura per l'impatto che avrà questa manovra il prossimo anno, perché ci è parso che lei e il Governo non abbiate tenuto conto degli scenari internazionali e del clima politico ed economico che si avranno nel 2008. Gli indicatori che leggiamo ci convincono infatti che il 2008 sarà l'anno più difficile degli ultimi dieci anni: essi non evidenziano spazi di crescita nell'economia e soprattutto mostrano un'economia italiana in grossa difficoltà.
Di fronte a questa situazione, avremmo voluto che i cosiddetti tesoretti venissero accantonati - permettetemi l'espressione paesana - come fieno in cascina per un periodo difficile come quello che si prospetta. Invece, abbiamo preso atto, a luglio e oggi, che i 15 miliardi di euro incassati in più sono stati immediatamente spesi; allo stesso modo, abbiamo preso atto con questa manovra finanziaria che le dichiarazioni di volontà di controllo della spesa pubblica non si sono concretizzate. La spesa pubblica è aumentata, ed è aumentata anche in modi che noi stessi possiamo condividere. Diremmo una stupidaggine se non dicessimo che l'intervento sull'ICI è un intervento che anche noi consideriamo in modo positivo.
Ma non abbiamo visto, complessivamente, un intervento in cui si respirasse l'idea del Governo sul futuro del Paese. Molti di voi, ad esempio, hanno parlato nei giorni scorsi di un'attenzione che bisogna prestare ai redditi medio-bassi: se vi fosse stata, tra questi 30 miliardi di spesa, un'attenzione ai redditi medio-Pag. 57bassi, forse non l'avremmo condivisa in toto, ma avremmo almeno visto un'azione del Governo chiara: i redditi medio-bassi faticano, come diceva il collega Buontempo, ad arrivare alla quarta settimana, ma il Governo interveniva indirizzando le risorse.
Non abbiamo visto un'attenzione ai lavori pubblici - considerato che ascolto tutti dire in televisione che il Paese è senza infrastrutture -, né abbiamo visto un'attenzione ai lavoratori. Non abbiamo visto l'anima e l'idea che il Governo ha trasferito nel disegno di legge finanziaria in discussione e nella manovra finanziaria. Ciò ci ha preoccupato e ci preoccupa, non come opposizione né pregiudizialmente, signor Ministro, e non ci avrebbe preoccupato se questa finanziaria, ossia la stessa manovra economica l'avessimo fatta l'anno scorso. L'anno scorso, infatti, si prospettava un 2007 in crescita e tutti sapevamo - o potevamo sapere - che il 2007 sarebbe stato un anno di crescita. Quest'anno, invece, sappiamo che il 2008, vista la fase finale del 2007, sarà un anno in cui la nostra economia risentirà di impatti negativi. Questa manovra non ne tiene conto e ho paura che il risultato sarà la necessità di una manovra correttiva a giugno, che, stante i conti pubblici, significherà soltanto un aumento della tassazione. Lei mi insegna, signor Ministro, che un aumento di tassazione in un'economia debole rappresenta la cosa più negativa che si possa fare.
Da queste considerazioni derivano le critiche di Forza Italia alla manovra finanziaria e il nostro atteggiamento. Ma vorrei far rilevare un'altro aspetto: in un clima politico che ogni giorno diventa più difficile, anche all'interno degli stessi schieramenti, l'opposizione in modo compatto (AN, UDC, Forza Italia e Lega) ha dimostrato in Commissione non di voler distruggere, né di opporsi in modo pregiudiziale alla manovra, ma di cercare di collaborare migliorandola (e lo abbiamo dimostrato soltanto pochi minuti fa). Vorrei che il presidente della Commissione ed il relatore alla fine di questi giorni ne dessero conto anche alla loro maggioranza. Questo è il modo in cui vogliamo porci sui percorsi legislativi, in modo cioè non pregiudizialmente contrario.
Le preoccupazioni che sto esprimendo, signor Ministro, non derivano dal fatto che sto intervenendo per dichiarazione di voto a nome di Forza Italia, ma sono le preoccupazioni che ha un cittadino, guardando da uno scenario privilegiato e conoscendo gli indicatori del prossimo anno. Per capire tali preoccupazioni basterebbe passare da ogni artigiano, da ogni commerciante o da qualche famiglia di lavoratore dipendente, che parla del destino della propria azienda. Il prossimo anno sarà difficile, signor Ministro, ma questa manovra non ne tiene conto: questa è la responsabilità politica più grave che vi assumete approvandola (e non mi riferisco soltanto al disegno di legge finanziaria). Vorrei sottolineare, infatti, un'altra circostanza, che probabilmente farà arrabbiare qualcuno dell'opposizione: la parte peggiore della vostra manovra economica non è il disegno di legge finanziaria, bensì sono stati i 15-16 miliardi di euro sprecati con i due decreti, che potevano invece diventare un patrimonio importante in un periodo difficile come quello che ci attende nel 2008, per intervenire soprattutto a favore dei più deboli. Li abbiamo sprecati: non li avete sprecati voi, ma il Paese non li ha più, non sono più nelle sue disponibilità.
Vorremmo lasciare tale considerazione agli atti affinché un domani non vi sia qualcuno che possa affermare che nessuno lo aveva detto e affinché nessuno possa uscire, approvando questo disegno di legge finanziaria, con la coscienza tranquilla e senza aver ascoltato, almeno da parte dell'opposizione, le preoccupazioni per il futuro. Abbiamo provato ad esprimerle, ma non ci siamo riusciti.
Abbiamo provato a sollevare temi importanti, signor Ministro, ma in Commissione non siamo riusciti ad affrontarli, come il fatto che molti enti locali hanno svenduto i destini dei nostri figli e nipoti impegnando i loro enti locali per i prossimi trent'anni. Non siamo riusciti, infatti,Pag. 58a parlare dei nuovi metodi di indebitamento con cui gli enti locali - forse di entrambe le parti politiche - stanno investendo per spesa corrente le entrate che incasseranno tra trent'anni.
Non siamo riusciti a parlare di questo fenomeno che sta distruggendo e distruggerà nei prossimi anni il nostro Paese e nessuno lo ha affrontato, perché il modo con cui è stato affrontato con la finanziaria serve solo a procrastinarlo. Non siamo riusciti a parlarne, ma cercheremo di farlo domani con gli ordini del giorno.
Non siamo riusciti a spiegare in quest'Aula - e avrei voluto vedere su questo punto trovarsi d'accordo maggioranza e opposizione nel fare un discorso serio e parlare anche al resto del popolo italiano - la diversità che c'è tra i costi della politica e i costi della democrazia.
Non siamo riusciti a parlare in quest'Aula, neanche un minuto, in ordine alla diversità tra costi della politica e costi della democrazia e ci siamo lavati la coscienza senza toccare nessuno dei nostri privilegi e andando a scontentare i consiglieri comunali, provinciali e circoscrizionali.
Avrei voluto poter parlare di tali temi e forse avremmo trovato qualche sinergia in più, ma non è stato possibile.
L'aspetto più violento della questione di fiducia - e quanto dico vale per lei, signor Presidente del Consiglio, ma anche per quelle che potevano chiedere altri Governi - non è il fatto di violentare il Parlamento, ma di non permettere che le energie presenti all'interno del Parlamento possano, in una discussione seria, condurre a qualche risultato positivo. Questo è il grande affronto della questione di fiducia all'Assemblea e alle istituzioni. In questo momento, signor Presidente del Consiglio, l'unico modo in cui ognuno di noi può difendersi dagli attacchi che tutto il popolo rivolge ad ognuno di noi per quello che rappresenta è quello di poter contribuire a lavorare, ma non ci è permesso.
Per tale motivo, anche per questo, convintamente voteremo «no» sulla fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, comprendo che la maggioranza possa avere qualche difficoltà, in questo momento, ad ascoltare le nostre dichiarazioni (Commenti), ma se non vi sono mi fa piacere, anche perché così avremo la possibilità di articolare alcune riflessioni, così come già sono state svolte in maniera egregia dal collega Pedrizzi, in ordine ad una valutazione globale del disegno di legge finanziaria.
Tuttavia, signor Presidente, siamo costretti ad intervenire anche alla luce delle modifiche che sono appena state richieste a livello formale, perché come gruppo di Alleanza Nazionale, solo pochi minuti fa, abbiamo già sottolineato come di fatto tali modifiche non abbiano solo un valore formale, ma anche sostanziale, perlomeno in ordine ad una valutazione politica sull'andamento dei nostri lavori.
Il collega Crosetto ha giustamente sottolineato come vi fosse un'aspettativa da parte del Parlamento e, in particolar modo, ovviamente dell'opposizione, di poter discutere in modo adeguato il disegno di legge finanziaria non solo durante l'esame in Commissione, ma anche in Assemblea. L'esame in Aula sarebbe stato molto utile proprio per riuscire a modificare e intervenire in maniera adeguata anche sulle modifiche proposte, in modo frettoloso e formale, e che invece avrebbero potuto essere affrontate con la giusta serenità tramite un confronto tra maggioranza e opposizione, la quale sin dall'inizio dei nostri lavori ha dato la concreta disponibilità ad affrontare la discussione. Si trattava di un impegno, signor Presidente, assunto anche da lei e noi non dimentichiamo mai di ricordarglielo, ossia di svolgere la sessione di bilancio attraverso un confronto in Assemblea che non costringesse il Governo a porre la questione di fiducia.
A tutto ciò si è rinunciato e crediamo che sia stato un grave errore. Infatti, si sarebbe potuto migliorare ulteriormente ilPag. 59provvedimento in esame e potevano essere accolte le considerazioni che il Ministro Padoa Schioppa ha sostenuto - se non erro ieri - in ordine alla necessità di proseguire su un percorso di impegno di riduzione della spesa e del debito pubblico che, però, con il disegno di legge finanziaria di fatto si è interrotto. Lo stesso Ministro ha definito il disegno di legge finanziaria come una tregua fiscale. Riteniamo che non sia affatto una tregua fiscale, ma che complessivamente l'effetto delle norme varate (1.199 commi che compongono il disegno di legge finanziaria) sia quello di un ulteriore inasprimento della pressione fiscale a carico delle famiglie. Il tempo dirà se quanto affermo è vero o no. Riteniamo che ciò accadrà e siamo preoccupati per la situazione delle famiglie italiane, che rischiano di vedere aumentare ulteriormente i costi e le difficoltà, soprattutto dopo l'ennesimo errore compiuto dal Governo in ordine al blocco nei giorni scorsi della trattativa con gli autotrasportatori, che ha comportato gravissimi danni alla nostra economia e soprattutto disagi per i cittadini.
Siamo dinanzi ad un disegno di legge finanziaria che non interviene su tali problemi ma, come sosteneva lo stesso Ministro Padoa Schioppa, bisogna intervenire nei prossimi anni per risparmiare 30 miliardi di euro.
Questo lei, Ministro, ha dichiarato e questa è stata anche la valutazione del Comitato tecnico per la spesa pubblica, vale a dire la necessità di un impegno per la riduzione della spesa dei Ministeri. Ebbene, voi, con questa legge finanziaria, anche attraverso quest'ultimo maxiemendamento, di fatto aumentate la spesa pubblica disperdendola in mille rivoli e mettete in difficoltà un Paese che oggi purtroppo attraversa una congiuntura non particolarmente favorevole e anzi, forse, negativa. In questo quadro, negate voi stessi contraddicendo le dichiarazioni rese dal Ministro Padoa Schioppa relativamente agli obiettivi di breve e medio termine; negate altresì voi stessi attraverso una serie di azioni che bloccano ulteriormente un percorso di sviluppo dell'economia e mettono in difficoltà le famiglie.
Pertanto, signor Presidente, sarebbe stato più utile consentire un confronto sereno all'interno di quest'Aula, con tempi adeguati, per acquisire un apporto serio, così com'è stato fatto nei giorni scorsi, da parte dell'opposizione; un confronto sugli argomenti, sulle questioni che avrebbero potuto e dovuto trovare risposta in una legge finanziaria che era ed è attesa dal Paese nella prospettiva di una svolta. Questa svolta non ci sarà e proprio per questo motivo preannuncio il voto contrario di Alleanza Nazionale anche su quest'ultimo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.