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TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI MARIA LEDDI MAIOLA, ALBERTO FILIPPI, FRANCESCO NAPOLETANO, LUISA CAPITANIO SANTOLINI, SALVATORE IACOMINO, ALBERTO GIORGETTI, RAFFAELE AURISICCHIO, DANTE D'ELPIDIO E STEFANO PEDICA SUL DISEGNO DI LEGGE N. 3256-A
MARIA LEDDI MAIOLA. Presidente, onorevoli colleghi, accolgo l'esortazione del Presidente che ci richiama alla chiarezza e sintesi e all'evangelico « sia il vostro dire sì sì, no no».
Moltissimo si è detto nell'analizzare la finanziaria 2008, e se la sintesi di una dichiarazione di voto non consente di spaziare in approfondimenti sui presupposti socio-economici da cui discendono le scelte che costruiscono la complessiva manovra finanziaria, consente tuttavia di risponderePag. 163alla domanda semplice che milioni di italiani si faranno nei prossimi giorni.
Com'è questa finanziaria?
Questa è una buona finanziaria. Lo è per gli effetti immediati che avrà su famiglie e imprese, lo è per gli effetti strutturali che si avranno nel medio periodo.
Gli effetti immediati e percepibili per le famiglie: 43 milioni di persone in Italia vivono in case di proprietà, il 40 per cento di queste persone non pagherà più l'ICI, la restante parte avrà una riduzione molto rilevante, pochi che hanno quale prima casa un castello o una villa pagheranno, e ce ne faremo tutti una ragione; 9 milioni di persone vivono in affitto, di queste 2 milioni e 800 mila potranno detrarre da 150 a 300 euro; 12 milioni di persone che hanno una condizione di reddito basso avranno una una tantum di 150 euro e altrettanti per ogni persona a carico; chi ha un mutuo per la casa ed è costretto a sospendere le rate, potrà contare su un fondo di solidarietà; chi ha figli che vanno all'asilo o in palestra, o ragazzi che stanno in affitto per studio, chi va a vivere da solo e ha tra i venti e i trenta anni avrà un consistente risparmio; chi è pendolare potrà dedurre 250 euro l'anno; gli anziani potranno andare in vacanza con un bonus di sostegno; chi va in pensione ha le tasse decisamente ridotte sul TFR; e poi il fondo per ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti: non una misura una tantum, ma un fondo permanente cui conferire l'extragettito anche negli anni a venire.
Tutto questo deve essere detto con chiarezza alle nostre famiglie: una finanziaria che li aiuta, che darà loro più risorse a disposizione, che potrà ridare la necessaria fiducia che è presupposto indispensabile per la ripresa dei consumi interni che da troppo tempo sono sostanzialmente fermi.
Gli effetti immediati e percepibili sulle imprese: 1 milione di piccoli imprenditori, i cosiddetti marginali, sarà esonerato da Ires e Irap e passerà ad un'unica imposta sostitutiva. Una semplificazione senza precedenti; le piccole imprese artigiane e commerciali possono contare su una franchigia Irap più alta; le società individuali e di persone avranno il taglio dell'Ires per gli utili reinvestiti; il credito di imposta per la ricerca sale dal 15 al 40 cento; le aliquote d'imposta delle società di capitale saranno abbassate dal 33 al 27,5 per cento e l'Irap passerà dal 4,25 al 3,9 per cento.
Forti sono gli incentivi per le imprese ad alta tecnologia.
Un segnale importante non solo per il risvolto economico immediato, ma per la valenza che i segnali di inversione di tendenza hanno: la semplificazione è il primo ponte per riallacciare il rapporto tra il mondo della produzione e le istituzioni.
Gli effetti che si avranno nel breve periodo: 20 mila alloggi in più a disposizione nelle aree urbane; 8 mila nuovi alloggi a canone sostenibile; 170 milioni di euro per asili porteranno a regime in pochi anni l'insostenibile situazione della risposta alla richiesta, soprattutto della popolazione femminile, ad avere una struttura sociale capace di consentire il pieno accesso al lavoro.
E perché non ricordare che il fondo quasi raddoppia con le risorse che derivano dalla confisca di beni da parte della magistratura a seguito della sentenza nel procedimento BPI?
Mille milioni di euro per la rete ferroviaria; 3.000 milioni di euro per le strutture sanitarie; 700 per le metropolitane.
Non è un elenco freddo, è la base per un cambiamento strutturale.
E poi dobbiamo far sapere che una risposta non di maniera ma di sostanza è stata data su un punto su cui la sensibilità del paese si è fatta sentire.
I costi della politica: 3 miliardi deriveranno dalla magistratura militare; 500 milioni di risparmi dagli acquisti della pubblica amministrazione; ci sarà un 15 per cento di tagli alle spese del personale; 10 per cento alle spese di locazione; 10 per cento rimborsi elettorali; 20 per cento dalle commissioni straordinarie; limiti alle retribuzioni al vertice della pubblica amministrazione; riduzione drastica di enti e organismi anche di rappresentanza.Pag. 164
Un consistente numero di miliardi saranno risparmiati e rimessi a disposizione per interventi di reale utilità sociale.
Più risorse da subito alle famiglie, più risorse alle imprese e soprattutto più semplificazione, più risparmi nelle pubbliche amministrazioni, più sicurezza e, nel Paese, più fiducia, noi speriamo come conseguenza immediata.
Una legge, anche buona non risolve i problemi del Paese, può solo conseguire qualche serio obiettivo e porre basi per il futuro. Questo fa questa legge.
Ma una cosa a tutti noi va ricordata.
La finanziaria è una legge che sta per compiere trenta anni. Era una eccellente norma, ora è vecchia e va riscritta, norme e regolamenti che sovrintendono alla sua approvazione sono vecchi e vanno riscritti.
È ora di portare anche questa istituzione nel XXI secolo, non è problema di parte, è un problema di tutti.
ALBERTO FILIPPI. Grazie Presidente, di solito si inizia un intervento cercando di convincere chi ascolta che chi parla, naturalmente, ha ragione, ma oggi chi ascolta, da casa, è già convinto, e molti, moltissimi di questi saranno domani a Milano a manifestare contro questo Governo.
Inizio quindi con un invito: ieri il mio collega Garavaglia (LNP) aveva invitato a Milano il Premier Prodi; oggi invitiamo lei, Presidente Bertinotti. Si unisca anche lei in corteo domani a Milano, e venga a manifestare contro il suo Governo, contro la sua maggioranza, contro se stesso, per il bene del Paese!
La Lega Nord, il Nord, non può che essere contrario a questa finanziaria.
Andiamo a dare alcuni «perché» di questa contrarietà.
Il Nord è contrario perché questo provvedimento, fatto da tre articoli che nemmeno hanno un filo logico tra loro, rappresenta la confusione, il caos illogico, unico comune denominatore che è alla base della vostra Unione.
Il Nord è contrario perché per la venticinquesima volta arriva la fiducia. È una fiducia cieca al Governo, che inevitabilmente rappresenta una sfiducia palese all'istituzione da tutti noi qui rappresentata.
Il Nord è contrario perché è il provvedimento col quale dovrebbe essere disegnata e attuata la strategia economica del Paese e invece rappresenta un elenco delle singole tattiche (in gergo le chiamiamo «marchette»!) delle troppe anime che compongono la vostra maggioranza.
Il Nord è contrario perché il testo aggiunto dalla Camera a quello del Senato non prevede tagli ma spese ulteriori per 3,3 miliardi di euro.
Il Nord è contrario perché, invece di avvicinarvi al federalismo fiscale, andate in direzione opposta togliendo risorse agli enti locali; verranno meno, infatti, 1'8,58 per cento dei trasferimenti ad oggi dovuti ai comuni, ben 609 milioni di euro.
Il Nord è contrario perché i componenti della maggioranza in Commissione hanno offerto uno spettacolo indegno: file interminabili di deputati come fossero al self-service della finanziaria, divenuta un «fast food» al quale approvvigionarsi: peccato però che alla cassa a pagare poi ci debba passare il contribuente.
Proprio così: il contribuente. Sempre più palesemente si crea anche con questa finanziaria un concetto di contribuente di serie A e uno di serie B.
Infatti, il mondo delle partite IVA ancora una volta è discriminato e perseguitato.
Fin dal primo comma dell'articolo 1 per voi il lavoro è esclusivamente il lavoro dipendente; ma che fine hanno fatto gli artigiani, i professionisti gli imprenditori, l'esercito delle partite IVA? Non rappresentano forse anch'essi il mondo del lavoro?
Nel seguito del provvedimento la discriminazione continua; crescono le tasse per le partite IVA, aumentando la base imponibile. Infatti, limitate la deduzione degli interessi passivi; è un continuo allontanamento del bilancio fiscale da quello civile. La teoria del doppio binario che dovrebbe essere quanto più contenuta possibile sta esasperando invece la propria dimensione.Pag. 165
E ancora, mentre passa il concetto lodevole della detrazione ICI sulla prima casa per le persone fisiche, per le persone giuridiche, vale il contrario: mentre fino ad oggi l'ICI poteva essere dedotta dalla base imponibile IRAP, da domani non sarà più possibile, e così non solo non ci sarà uno sgravio, ma addirittura una doppia imposizione.
Gli studi di settore, inoltre, da voi continuano ad essere interpretati ed usati non come strumento di accertamento fiscale, ma come una vera e propria minimum tax. Il problema è che all'inizio dell'anno chi poi li dovrà rispettare non ha nemmeno il piacere - per così dire - di sapere quanto valgono; infatti, il nostro emendamento, che imponeva all'ufficio competente di comunicare gli indici degli studi entro il 31 dicembre dell'anno precedente a quello di imposizione, non è stato accolto, questo contro ogni regola di equità e giustizia della normativa tributaria, contro lo statuto del contribuente, continuamente e colposamente da voi derogato. E ora spieghiamo come usate questo strumento: si inizia l'anno e poi, in base alle esigenze di raccolta fiscale, si tarano gli studi di settore e gli indici di normalizzazione; si ampliano in base alle esigenze di tesoretti da scoprire nel corso dell'esercizio, come se le attività economiche dalle quali prelevare fossero un pozzo illimitato dal quale attingere.
Almeno è passato in Commissione l'emendamento della Lega Nord, a firma mia, dell'onorevole Garavaglia e dell'onorevole Fugatti, che prevede un aiuto di 3.000 euro per le partite IVA che decidono di dotarsi di strumenti di videosorveglianza, considerato il grado di non-sicurezza ormai raggiunto dal nostro Paese. La Lega Nord ha messo una piccola pezza a questa finanziaria; il problema è che il Paese le pezze dovrà abituarsi - come diciamo dalle mie parti - a portarle sul fondoschiena!
Vorrei evitare, ma proprio non si può, di evidenziare le troppe brutte figure fatte dal Governo in aula ieri sera, consegnando ai deputati un provvedimento contenente errori di copiatura e di calcolo! Per coerenza ed equità, Viceministro Visco, quando sbaglierà un imprenditore o un artigiano a far di conto, lo spiegherà lei alla Guardia di finanza di sorvolare, come è stato fatto per voi?
Il Nord è contrario a questa finanziaria anche perché in mezzo al massacro delle PMI, dell'artigianato e dei giovani professionisti, voi aiutate i top-manager della pubblica amministrazione con stipendi che possono arrivare a quadruplicare quelli di noi parlamentari.
Il Nord è dunque contrario alla finanziaria, ma soprattutto è fortemente preoccupato: o siete irresponsabili o siete incapaci. Anche oggi le pagine dei giornali riportano la situazione dovuta alle conseguenze economiche della vostra politica fiscale del 2007: nel 2006 si era da tutti registrato un inizio di crescita e l'inizio di una fase espansiva dell'economia. Oggi, a un anno di distanza, si registra il paradosso keynesiano per cui rallentano i consumi, rallenta la produzione e sale l'inflazione! Il PIL del 2008, per il quale si era prevista una crescita del 1,3 per cento, non oltrepasserà 1'1 per cento. In questo anno e mezzo di Governo della sinistra si è dimezzata la crescita del fatturato nazionale. La questione è ancora più preoccupante se paragonata con la crescita del PIL degli altri Paesi. Chi ci osserva da fuori, sia in Europa (Joaquin Almunia commissario UE), sia negli USA, è preoccupato e ci «bacchetta». Il New York Times scrive che l'Italia non solo è sempre più povera e meno competitiva, ma è addirittura infelice.
Oscar Wilde diceva: «la felicità è desiderare quello che si ha». Ecco perché il Paese è infelice: non desidera avere ciò che ha. Il Paese, il Nord, anche domani a Milano, vi farà capire che non vuole avere più voi al Governo.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, illustri rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, preliminarmente al giudizio sul merito del provvedimento in esame, credo che per il Parlamento siaPag. 166ormai improrogabile un'attenta riflessione sullo strumento in sé costituito dalla legge finanziaria.
Degenerate le proprie finalità originarie, la sensazione è che la legge finanziaria sia, ormai, diventata un autentico Leviatano giuridico, che necessita di un deciso ripensamento. Essa assume le fattezze di una legge omnibus dalle estenuanti procedure, che contiene di tutto e di più.
Appare oltremodo impensabile che le Camere vi dedichino tre mesi l'anno.
Così come appare disdicevole che essa continui a scatenare una fiumana di emendanti, a cominciare dagli stessi Governi proponenti, che danno il cattivo esempio, e a suscitare l'arrembaggio dei singoli parlamentari, non sempre mossi dall'interesse generale.
Nelle aule parlamentari, inoltre, la discussione sugli emendamenti dichiarati ammissibili viene puntualmente stroncata dalle questioni di fiducia poste dai vari Governi, a ciò costretti dalla necessità di far approvare il provvedimento entro la fine dell'anno, onde evitare il ricorso all'esercizio provvisorio del bilancio.
I Governi, nei maxiemendamenti relativi alla questione di fiducia, non sempre tengono conto del lavoro svolto dalle Commissioni parlamentari e mettono lo stesso Parlamento di fronte ad un prendere o lasciare ed andare a casa.
Non si può nascondere che questa condotta, reiterata per le più disperate ragioni, rischi di determinare, in prospettiva, una alterazione degli equilibri tra i poteri, così come costituzionalmente delineati.
Non è più possibile assistere oltre, con l'avallo dei deputati relatori, al mercato degli emendamenti, alle contrattazioni sottobanco. Con il paradosso che tali iniziative sconcertanti si rivelano, alla fine, perfino vane considerato che circa la metà delle norme della legge finanziaria risultano, a distanza di un anno, inattuate.
È la mortificazione delle istituzioni cui le istituzioni stesse devono saper reagire senza ulteriori indugi.
Pur in un contesto irto di contraddizioni sul piano politico e procedurale, che necessitano di urgenti correttivi, registriamo, in ordine alla manovra economica e finanziaria per il 2008, elementi positivi di indubbia novità. Intanto, è del tutto cambiato lo scenario di riferimento.
Le politiche del centrodestra avevano portato il Paese ad una situazione di completa stagnazione economica, di azzeramento dell'avanzo primario, di risalita del debito pubblico, di aumento della spesa corrente a scapito degli investimenti, di incoraggiamento dell'evasione fiscale, mediante lo sconsiderato ricorso ai condoni.
Le soglie dei principali vincoli economici europei erano state ampiamente superate, mentre i costi sociali sono diventati sempre più insopportabili per i lavoratori, le famiglie, le nuove generazioni.
La risultante era una prospettiva di declino per il nostro Paese e con questa situazione, bene o male, ha dovuto misurarsi l'attuale Governo.
È innegabile che gli sforzi compiuti dal Governo e dai cittadini abbiano prodotto una fondamentale azione di risanamento dei conti pubblici, portando il Paese fuori dall'emergenza a cui era stato costretto.
A marcare la differenza sostanziale rispetto al Governo precedente occorrevano decise misure in direzione dell'equità sociale e dello sviluppo.
Occorreva dare delle concrete risposte innanzitutto alla parte più debole del Paese, che non disserta sul PIL e sugli indicatori economici.
I lavoratori, i pensionati, le famiglie, i giovani, le donne misurano un reale cambiamento nelle politiche di Governo dal potere di acquisto dei salari e delle pensioni, dalle possibilità di arrivare alla fatidica fine del mese e di poter soddisfare i bisogni primari per un'esistenza libera e dignitosa.
Per fare questo e dare nuovo impulso alla crescita ed allo sviluppo economico era necessario reperire nuove risorse, pur in un quadro difficile, reso complicato dalle turbolenze dei mercati internazionali, dall'aumento vertiginoso delle risorse energetiche ed alimentari.Pag. 167
Ebbene, va riconosciuto all'attuale Governo il merito di avere conseguito importanti obiettivi sul fronte dell'evasione fiscale, grande e vera anomalia della nostra finanza pubblica.
In tal modo, sono state recuperate rilevanti risorse finanziarie (23 miliardi di euro), che, oggi, con la legge finanziaria per il 2008 e, prima ancora, con i decreti fiscali ad essa collegati, consentono di adottare importanti provvedimenti proprio in direzione dell'equità e dello sviluppo: una vera e propria «restituzione» di quanto recuperato attraverso l'evasione fiscale ed una qualche riqualificazione della spesa, con una attenzione particolare verso i ceti più deboli, ma anche verso le imprese (e Confindustria non lo meriterebbe!). Tra le principali misure adottate, assumono grande rilievo sociale gli interventi in favore dei lavoratori dipendenti, delle stabilizzazioni dei lavoratori precari, delle politiche sulla casa.
Si inizia un percorso di riduzione della pressione fiscale proprio in favore di chi più ne ha bisogno, a cominciare dalle detrazioni sul TFR, cui vengono destinati 180 milioni.
Le maggiori entrate che si verificheranno nel 2008, eccedenti rispetto a quelle finalizzate al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, verranno destinate ad un apposito Fondo, che, già a decorrere dal periodo di imposta del 2008, sarà in grado di diminuire le tassazioni sul lavoro dipendente, in misura non inferiore al 20 per cento per le fasce di reddito più basse.
Per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili vengono destinati 50 milioni di euro, ed altri 55 milioni a convenzioni da stipularsi tra il Ministero del lavoro ed i comuni, proprio per lo svolgimento di attività socialmente utili e per la stabilizzazione dei lavoratori interessati.
Misure queste, fortemente volute dalla sinistra e dai Comunisti Italiani, che si sono strenuamente battuti con propri emendamenti affinché i lavoratori pubblici precari, a cominciare dagli enti locali, potessero vedere trasformati a tempo indeterminato i loro contratti.
Nel mentre importanti misure interesseranno i Cocopro, continueremo la nostra battaglia perché anche i Cococo vedano estesi maggiormente i loro diritti ad un lavoro poi certo e stabile.
Di grande rilievo è la riduzione della pressione fiscale sulla prima casa, attraverso l'aumento delle detrazioni ICI, in favore dei proprietari, ma anche degli inquilini, con una maggiore attenzione per i giovani tra i venti ed i trent'anni. Di rilievo anche le detrazioni per chi ristruttura e per chi contrae un mutuo, che, in caso di difficoltà nei pagamenti dei ratei, potrà beneficiare di una sospensione del pagamento degli stessi, con interessi a carico dello Stato.
L'edilizia residenziale pubblica vedrà un piano di realizzazioni come da molti anni non si verificava nel nostro Paese. Importante è il bonus di 150 euro per gli incapienti: si guarda a misure di sostengo per i più disagiati, giuste ma con il difetto della temporaneità.
Le imprese, a dispetto di quanto sostengono i loro «difensori», si vedranno ridotte la pressione fiscale sull'Ires di ben 5,5 punti percentuali, e sull'Irap dello 0,35 per cento, così come deducibilità e semplificazioni si aggiungeranno a trattamenti di maggior favore, specie per gli autonomi ed i piccoli imprenditori. Misure in favore di interventi in campo ambientale denotano una grande e nuova sensibilità in questo settore.
Ripartono ingenti investimenti nelle infrastrutture e nei trasporti, specie in relazione al trasporto pubblico locale.
E, ancora, importanti risorse verranno destinate al settore della sicurezza e dei Vigili del fuoco, in termini di nuovi uomini e mezzi. È netta la nostra contrarietà, fino all'irritazione, per le misure, che consideriamo gravemente insufficienti, nel settore della scuola, dell'università e della ricerca. Così come consideriamo indecente il taglio degli insegnanti di sostegno nelle scuole e la mancata volontà di incrementare il fondo in favore dei superstiti delle vittime degli incidenti sul lavoro, mentre si sciupano e si regalano risorse in più direzioni.Pag. 168
Particolarmente esecrabili appaiono i tagli alle agevolazioni fiscali per le imprese del sud: il Mezzogiorno non occupa una posizione di primo piano nell'agenda di questo Governo e questo ci indigna.
Nel mentre annunciamo il nostro voto favorevole alla legge finanziaria e di bilancio dello Stato, non ci nascondiamo le difficoltà politiche dell'attuale momento.
Sono ancora perduranti le lacerazioni nella maggioranza che si sono volute operare sul provvedimento del welfare, con ciò rompendo un patto di lealtà ed aprendo una fase piena di incognite.
I problemi del Paese hanno bisogno di stabilità, ma spiace rilevare come nuove aggregazioni politiche moderate stiano avendo un effetto destabilizzante sul Governo.
Diventa difficile lavorare quando si straccia il programma presentato agli elettori e quando un tuo alleato cerca di distruggerti.
Con senso di responsabilità, ma non di accondiscendenza, è nostro l'impegno, come ha sostenuto il nostro segretario Oliviero Diliberto, per ridare dignità a questo centrosinistra, per impedire che il Paese venga riconsegnato a «questa» destra e perché le istanze dei lavoratori, dei giovani e delle donne continuino a trovare ascolto nel Governo del Paese.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Desidero fare un intervento, seppur breve, che vuole entrare su questioni di metodo e di merito.
Per quanto riguarda il metodo, siamo contrari perché l'inflazione sale e di pari passo sale una sorta di inflazione del voto di fiducia, espropriando il Parlamento di ogni prerogativa e sovranità e senza poter accampare scusanti. E siccome, giustamente, il Presidente Napolitano ha detto che non avrebbe firmato maxi-emendamenti costituiti da un solo articolo e centinaia di commi, avete aggirato il problema con tre emendamenti che sono in realtà tre corposi volumi in cui ci si perde per la loro complessità. È una situazione grave che va denunciata a futura memoria.
Ed ora entriamo nella questione del merito: doveva essere una finanziaria leggera ma in realtà è una finanziaria, complessa e pesante, perché vi sono 16 miliardi di extragettito, 8 miliardi per il decreto sul welfare e non si sa che cosa vi sarà per i lavori usuranti, perché non è ancora stata fatta chiarezza da questo Governo.
Il sottosegretario Letta aveva detto che vi sarebbero state cento belle notizie per gli italiani.
Dove sono le cento belle notizie? Sfido la maggioranza a convincere il Paese, i cittadini e le famiglie, le imprese e i lavoratori, gli artigiani e il pubblico impiego che ci sono cento belle notizie. Non credo proprio. Almeno per le famiglie, quelle normali, di buone notizie non ce ne è neanche una. Malgrado il Family day e la Conferenza di Firenze, si è persa una grande occasione e l'extragettito è stato dilapidato e questo è opinione diffusa. Basta leggere i giornali o i siti Internet specializzati in questo settore. Il tesoretto è stato dilapidato per aumentare la spesa. Il ministro Padoa Schioppa, a Firenze, aveva detto che era meglio abbattere il debito perché ciò avrebbe aiutato i nostri figli, in futuro. Questo non è stato fatto e vi siete assunti una grave responsabilità nei confronti dei vostri figli.
Nel 2044, come è noto, vi sarà un 23 per cento di giovani che non solo avranno sulle spalle 8 adulti, ma pure un debito pubblico che stroncherà ogni futuro. Dunque spese. Ma per chi? Non per le famiglie.
Il ministro Bindi dice che è stato approvato un provvedimento per le famiglie numerose. Ma le famiglie numerose sono lo 0,8 per cento dell'universo delle famiglie, il che significa che il 99,2 per cento delle famiglie è stato tradito. Questo consente al Governo di fare bella figura con poca spesa. Ma non è politica familiare.
Non ci sono soldi per i non autosufficienti, per gli incapienti; Do atto all'onorevole Bindi, all'onorevole Lucà, eccetera, che si sono dichiarati molto insoddisfatti di questa finanziaria e dunque non possono attendersi la nostra approvazione e il nostro voto favorevole. E aggiungo che essere passati l'anno scorso dalle deduzioni alle detrazioni significa avere alzatoPag. 169la base imponibile e quindi in definitiva avere punito ancora una volta le famiglie che hanno la sventura di avere tre o quattro figli (e sono dunque famiglie numerose) e quindi consumano di più e subiscono una tassazione che le punisce proprio per avere tanti figli.
Eppure quei figli pagheranno le pensioni e la sanità e il welfare a quei single (che sono anche in quest'aula, ovviamente) per soddisfare le loro aspettative di vita rispetto a chi investe nel futuro dei figli e fa sacrifici.
D'altro canto la stessa maggioranza nei suoi articolati interventi è stata molto severa con questo Governo e se pure ha dato la propria fiducia all'Esecutivo è stata prodiga di critiche anche molto pesanti: mi riferisco alla spesa per gli armamenti, al mancato risarcimento ambientale, al dissesto delle Ferrovie dello Stato, poca sicurezza sul lavoro, al problema dei non autosufficienti, delle spese per l'università e la ricerca, con ulteriori tagli dell'ultimo momento, confidando nella generosità dei privati e nella ricerca dei privati, ai mancati tagli dei costi della politica, alla mancata diminuzione delle comunità montane, alla mancata razionalizzazione del pubblico impiego e degli enti locali, alla mancata lotta agli sprechi, eccetera.
La verità è che la finanziaria premia solo quei comparti che interessano a sindacati e Confindustria, due potenti gruppi di pressione che soli hanno condizionato, insieme alla sinistra massimalista, le scelte di questo Governo. Le famiglie non hanno potere di interdizione, non hanno voce, non siedono neppure ai tavoli della concertazione (per la prima volta, il Forum delle famiglie non è stato ascoltato da questo Esecutivo e ciò è gravissimo). La finanziaria è l'esito di questa dimenticanza ed è anche per questo che l'UDC esprime il proprio voto contrario.
SALVATORE IACOMINO. Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, signori del Governo, annuncio il voto favorevole del gruppo di Rifondazione comunista - Sinistra europea al disegno di legge finanziaria per il 2008.
Sono state settimane di intenso lavoro in Commissione bilancio ed in aula, dove ha vinto il confronto tra le diverse posizioni, tra maggioranza ed opposizione e all'interno della stessa maggioranza tra la sinistra unita ed il Partito democratico. Ha vinto il Parlamento che, rispetto alla proposta originaria del Governo, ha introdotto tematiche e problemi nuovi sollecitati da forze sociali e realtà territoriali. Ha vinto il Parlamento che ha dimostrato di poter legiferare e di poter modificare e migliorare proposte ed indirizzi del Governo. Ciò grazie anche al ruolo svolto dalla Presidenza della Camera che ha imposto il rispetto dei regolamenti nonché la salvaguardia del ruolo delle Commissioni che hanno esercitato fino in fondo la loro funzione.
Certamente la ferita inferta al Parlamento sul provvedimento del welfare, un atipico golpe istituzionale che ha visto perfino le dimissioni del presidente della Commissione lavoro, un'offesa ed una delegittimazione del ruolo del Parlamento che si è visto assalito e condizionato dai poteri forti, complice il Governo, non può essere sanata da una finanziaria che, seppure introduce elementi nuovi e tendenziali verso una politica redistributiva, non riesce ad imprimere quella svolta che gli elettori dell'Unione si aspettano dal loro Governo.
Tuttavia, va registrato che rispetto alle manovre adottate negli ultimi anni, la finanziaria 2008 prosegue l'azione di risanamento confermando gli obiettivi di legislatura per il riequilibrio dei conti pubblici e fronteggiando le due vere anomalie della finanza pubblica: il gigantesco debito pubblico e l'ampiezza dell'evasione fiscale. Due veri e propri flagelli economici e politici che minano dalle fondamenta il patto sociale e generazionale che è alla base della convivenza civile del nostro Paese.
Va registrato, altresì, che questa finanziaria contiene già misure di redistribuzione e rilancio di investimenti pubblici.
La Commissione bilancio ha introdotto significative modifiche al testo, con l'istituzione di un fondo per la riduzione delle tasse sul lavoro dipendente prenotando l'extragettito del 2008 e l'immeditata riduzionePag. 170 delle imposte che gravano sul TFR dei lavoratori per un ammontare complessivo di 180 milioni di euro.
Ma ciò non è sufficiente. La questione dei salari, così come sostiene persino il Governatore della Banca d'Italia, resta un'emergenza nazionale. È di questi giorni l'inarrestabile crescita dei prezzi che pone ancora più in crisi il potere d'acquisto dei salari.
L'aumento delle retribuzioni nette, insieme ad un contenimento delle tassazioni locali, sono e restano grandi questioni aperte nel nostro Paese.
Il Governo si appresti ad assumere l'iniziativa di aumentare al 20 per cento l'aliquota di imposta sui grandi patrimoni finanziari in modo tale da liberare altre risorse per restituire ai lavoratori il drenaggio fiscale.
Sono apprezzabili le misure per la stabilizzazione del precariato nella pubblica amministrazione, come pure una novità significativa è data dallo stanziamento di oltre 100 milioni di euro per l'assunzione stabile di lavoratori socialmente utili.
Sullo sviluppo e il riequilibrio territoriale particolare attenzione viene data allo sviluppo del Mezzogiorno.
I dati relativi al prodotto interno lordo pro capite nelle regioni del Mezzogiorno dimostrano che esso resta inferiore al 60 per cento del valore registrato nel centro-nord. La nuova programmazione per il Mezzogiorno, che ha seguito gli anni dell'intervento straordinario, è partita dal presupposto che il mercato fosse in grado di selezionare automaticamente progetti imprenditoriali e che il pubblico dovesse limitarsi ad incoraggiarlo come si è verificato con i POR 2000-2006. Questo tipo di programmazione è fallita perché ha determinato soltanto finanziamenti a pioggia e per lo più ad imprese di settori tradizionali, con risultati positivi sul piano del profitto ma nulli su quello dello sviluppo. C'è la necessità di cambiare direzione e reinventare una strategia di sviluppo centralizzata.
Va riproposta con forza la riqualificazione della spesa e non il taglio, atteso anche che la spesa nel Mezzogiorno è già più bassa che nel resto del Paese.
I dati ufficiali confermano questa valutazione: la spesa pubblica pro capite continua ad essere significativamente più bassa rispetto al centro-nord. La questione meridionale va rimessa al centro dell'agenda politica del Governo. Si deve tornare a ragionare sul rilancio delle politiche industriali e su un nuovo modello di sviluppo fondato sull'equilibrio ambientale, sulla qualità del lavoro e sulle nuove tecnologie. O le strategie confindustriali modificano le loro impostazioni secondo questo nuovo modello di sviluppo o il Mezzogiorno continuerà a pagare un prezzo ancora più alto in termini di riduzione dello Stato sociale, precarizzazione del lavoro e riduzione dei salari.
In questo quadro complessivo di precarietà sociale e civile non si può che assistere alla dispersione di risorse in mille rivoli, dove la criminalità organizzata ha buon gioco nel mettere a segno i propri interessi e i propri obiettivi. A nulla serve istituire fondi, seppur giusti, per le vittime della criminalità organizzata.
La stagione di un sud terreno della flessibilità e della deregulation deve finire. Un'occupazione stabile e qualificata deve essere al centro di una nuova politica economica e sociale, per cui il Governo si impegni a reperire risorse per finanziare il credito d'imposta alle imprese che investono nel Mezzogiorno.
Sui costi impropri della politica è passata un'impostazione in gran parte sostenuta da noi, tesa a non tagliare le risorse della rappresentanza democratica e centrata sulla riduzione dei membri del Governo, la soppressione di enti inutili, la drastica riduzione delle consulenze, la razionalizzazione delle società pubbliche, i tagli alle indennità parlamentari e degli amministratori, la stretta sugli stipendi d'oro dei dirigenti e dei manager pubblici. Bisogna continuare su questa strada intervenendo sui tanti privilegi che si annidano nella pubblica amministrazione ad ogni livello.
In conclusione, Presidente, questa finanziaria, a differenza di quella del 2007 tutta centrata sul risanamento dei conti pubblici, avvia una fase, anche se timida, di risarcimento sociale: ha un'impostazionePag. 171 non meno rigorosa da quella voluta dalla Comunità europea perché conferma i saldi di finanza pubblica previsti nel DPEF ed il rapporto tra deficit e PIL al di sotto del 2,5 per cento con l'obiettivo del pareggio entro il 2011; contiene alcuni significativi obiettivi nella direzione del risarcimento sociale, tali da farci parlare di una legge finanziaria di transizione per lavorare nei prossimi mesi per un'ulteriore svolta sul terreno salariale e sociale.
Queste motivazioni inducono il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea ad esprimere voto favorevole alla legge finanziaria 2008.
RAFFAELE AURISICCHIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli rappresentanti del Governo, il gruppo di Sinistra Democratica voterà favorevolmente all'approvazione della legge finanziaria e del bilancio dello Stato per il 2008.
Voteremo favorevolmente perché abbiamo condiviso e condividiamo l'azione del Governo per sistemare i conti e condividiamo il contenuto di questa legge finanziaria che cerca di corrispondere alle necessità del Paese.
Ci pare però doveroso, in premessa, evidenziare come anche quest'anno, al pari degli anni precedenti, l'iter di approvazione della legge finanziaria è stato tormentato e difficile.
Nel passaggio al Senato e poi qui alla Camera è via via cresciuto il numero dei commi e degli articoli, il contenuto si è dilatato perché si è ripetuta la corsa a salire sui vagoni del treno dovuta alla convinzione che esso sia l'unico che certamente arriva in stazione.
Tutto ciò produce inevitabilmente effetti distorsivi rispetto al disegno unitario della finanziaria e agli obiettivi che si vogliono perseguire.
È tempo, perciò, di riformare sia lo strumento in sé sia le procedure che conducono alla sua approvazione.
Agiremo perché ciò avvenga al più presto e avanzeremo nostre specifiche proposte in merito.
Tra gli effetti distorsivi che si sono prodotti nel processo di approvazione di questa finanziaria ne cito due che si segnalano per essere in netto contrasto con le volontà programmatiche della coalizione di maggioranza e con la politica del Governo: da una parte il taglio, conseguente alla decurtazione della tabella C, delle risorse per la ricerca per circa 90 milioni di euro. Si penalizza così un settore ove si riscontra una grave insufficienza rispetto alle necessità e rispetto a quanto avviene negli altri paesi europei, in un campo che è decisivo ai fini della competitività sul piano economico, della civiltà e della cultura. Dall'altra, il taglio per il 2008 e 2009 delle risorse per il credito di imposta alle imprese che realizzano investimenti al sud, facendo così venire meno una misura di incentivazione che è decisiva per assicurare investimenti e sviluppo nel Mezzogiorno.
Per entrambe le questioni va posto al più presto rimedio, ripristinando le dotazioni dei rispettivi capitoli e qualificando ulteriormente l'impegno del Governo a favore della ricerca e del Mezzogiorno.
Nel suo complesso la manovra economica è positiva perché contiene misure volte a far ripartire l'economia, destinando risorse in direzione dello sviluppo e perché realizza interventi che servono a sostenere i redditi più bassi e a migliorare le condizioni di vita delle fasce più deboli della popolazione.
Nella finanziaria, che è il terzo tassello della manovra dopo il decreto fiscale e il protocollo sul welfare, sono contenute scelte significative ed importanti. La prima è certamente quella di destinare tutte le eventuali maggiori entrate che dovessero realizzarsi nel 2008 - non solo, quindi, quelle derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, ma quelle complessive - alla riduzione della pressione fiscale nei confronti dei lavoratori dipendenti, attraverso la misura della detrazione d'imposta, con priorità per le fasce di reddito più basse. Si è cercato, così, di far fronte ad una vera e propria emergenza che colpisce i lavoratori, ma anche tutto il Paese: la perdita del potere di acquisto dei salari e degli stipendi. Nel nostro Paese vi è una questione salariale aperta, testimoniata dalPag. 172fatto che si perde capacità di acquisto, che aumentano i prezzi dei generi di prima necessità, mentre non crescono i salari, che non si concludono e non si firmano i contratti e che, anche quando questi sono finalmente firmati - come è accaduto nel settore della scuola - non vengono attivate le risorse previste, per l'assenza di una specifica disposizione di spesa in tal senso.
Si tratta, perciò, di agire su più strumenti, uno dei quali è certamente la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente, che deve essere consistente e visibile. Con la misura introdotta per tale obiettivo si istituisce un apposito fondo presso il Ministero dell'economia e delle finanze e si destinano 135 milioni di euro per il 2008 e 180 milioni di euro a decorrere dal 2009, al fine di ridurre, a partire da aprile 2008, la pressione fiscale sui trattamenti di fine rapporto (aumentata dal ministro Tremonti, nel corso della legislatura precedente, dal 18 al 23 per cento).
In secondo luogo, sono stati previsti provvedimenti per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione, e sono previsti, inoltre, provvedimenti per la stabilizzazione degli LSU (i lavoratori socialmente utili) nelle regioni meridionali.
A partire dal 2007, saranno destinate a tale fine, nei prossimi tre anni, risorse per complessivi 240 milioni di euro: si tratta di una misura che intercetta oltre ventimila lavoratori, privi di tutele e di diritti, per i quali la stabilizzazione non può essere una facoltà, ma è una misura dovuta.
In merito ai provvedimenti per il lavoro, devono essere considerate le misure a favore del miglioramento delle condizioni dei rapporti di lavoro per i Cocopro ed altre misure per continuare la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione.
Segnalo inoltre la reintroduzione del credito d'imposta per le imprese che nel Mezzogiorno assumono con contratti a tempo indeterminato.
In terzo luogo, le infrastrutturazioni, nelle due direzioni: le infrastrutture materiali e quelle immateriali, imprescindibili per una politica di sviluppo. Si segnalano, a tal fine, le misure per il trasporto locale, che puntano a realizzare investimenti consistenti nei prossimi anni, e, sempre sul fronte dei trasporti, si segnala l'intervento effettuato per garantire l'efficienza del servizio di trasporto ferroviario per oltre 100 milioni di euro. Accanto a queste e ad altre misure per la viabilità, per le reti telematiche e per la portualità, vanno segnalati gli interventi a favore della ricerca, per l'istruzione, la scuola e l'università, che recuperano alcune pesanti restrizioni operate lo scorso anno.
Quello della ricerca e della formazione resta un campo centrale ai fini di una nuova e moderna politica di sviluppo, in grado di garantire la capacità competitiva della nostra economia e di rilanciare il sistema Italia nella competitività internazionale. Da questo punto di vista è necessario un vero e proprio salto di qualità, attraverso un piano consistente di impiego pluriennale di risorse e con concrete ed incisive politiche di riforma e di rilancio.
La terza priorità è rappresentata dall'ambiente e dalle politiche tese a far fronte ai mutamenti climatici. Sono state introdotte misure importanti per la produzione e lo sviluppo delle energie rinnovabili, per il contenimento delle emissioni di anidride carbonica nonché altre iniziative nel campo dell'energia solare e delle energie prodotte da fonti rinnovabili; cito la più significativa, che è quella indirizzata alla manutenzione e all'ammodernamento delle reti idriche, a cui sono state destinate risorse consistenti a partire dal prossimo anno.
Il quarto punto attiene alla sicurezza. È stato affermato che nel disegno di legge finanziaria in discussione è assente il tema della sicurezza; per la verità, si segnala un'inversione di tendenza rispetto a quanto è stato realizzato con le leggi finanziarie precedenti. Infatti, con le misure introdotte si migliora il contenuto delle previsioni della precedente legge finanziaria e, nello stesso tempo, vengono operate scelte importanti, come quella relativa alla dotazione di mezzi e strutture per le forze di polizia, i vigili del fuoco e il servizio di protezione civile. Ricordo, aPag. 173questo fine, la misura tesa a garantire la dotazione di aerei per il servizio antincendio, che, sulla base dell'esperienza vissuta nel 2007, si rendono particolarmente necessari.
E ancora le donne: sono state introdotte misure importanti e sperimentali, quali il bilancio e le statistiche di genere, che possono consentire una più adeguata e corretta percezione della condizione delle donne nel nostro Paese e, soprattutto, è stato varato il piano di lotta alla violenza contro le donne, con una dotazione di 20 milioni di euro. Avremmo preferito incrementare tale dotazione, ma ciò non è stato possibile sulla base delle risorse disponibili; ci proponiamo di ottenere questo risultato con provvedimenti successivi.
A questo si aggiungono le misure attinenti alla partita fiscale che realizzano maggiore chiarezza e semplificazione soprattutto per le piccole imprese. Si configura una vera e propria riforma destinata a cambiare il rapporto tra fisco e impresa.
E si aggiungono inoltre i provvedimenti per la casa, nella doppia versione delle esenzioni sull'ICI e delle detrazioni fiscali e del piano per la costruzione di nuovi alloggi di edilizia economica e popolare, che è una autentica positiva novità dopo anni di assoluta dimenticanza.
In conclusione qui alla Camera si è fatto un buon lavoro che è servito a dare risposte a importanti questioni sia di carattere complessivo che di carattere più particolare e locale.
I tre maxiemendamenti del Governo, su cui è stata votata la fiducia, in larghissima parte hanno recepito il lavoro della Commissione bilancio.
Nel corso del dibattito alla Camera la destra ha più volte fatto riferimento al fatto che con la finanziaria si sia realizzato un vero e proprio «assalto alla diligenza» e alla spesa pubblica.
Tale affermazione è profondamente errata perché i provvedimenti assunti sono dovuti, in quanto servono ad una politica di sviluppo e di equità, e poiché all'interno del disegno di legge finanziaria sono contenute significative misure di riduzione della spesa; si insiste, infatti, su tale fronte, che era stato oggetto della manovra dello scorso anno.
Vi sono inoltre misure ordinamentali che servono a ridurre la spesa: vengono tagliati alcuni enti inutili e vengono ridotti i cosiddetti costi della politica a partire dalle indennità dei parlamentari e dal numero dei Ministeri.
Nessun «assalto alla diligenza», quindi, e nemmeno si può affermare che la legge finanziaria sia di tipo elettorale: non lo è per i contenuti, per lo sforzo che cerca di compiere e perché non vi sono elezioni alle porte.
La maggioranza ha la capacità di superare i problemi che vi sono al suo interno, che derivano dal normale confronto tra posizioni politiche, come è successo sul welfare e su altre questioni che riguardano la politica economica e su altri settori, come quello della sicurezza.
Continuando ad agire lungo la linea del risanamento, dell'equità e dello sviluppo e affrontando con serietà e vera volontà di confronto, senza cedere alle imposizioni e ai ricatti che alcuni settori moderati della coalizione vogliono praticare, la verifica di gennaio potrà essere l'occasione per chiarire le posizioni, per superare le difficoltà e per dare nuovo slancio alla coalizione.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, abbiamo ascoltato con pazienza e rispetto i molteplici interventi che si sono susseguiti in questa aula nell'arco delle ultime ore.
Purtroppo il passaggio alla Camera del provvedimento ha evidenziato, da parte dell'opposizione, un atteggiamento ostruzionistico e pregiudiziale, che ha vanificato il tentativo del Governo e della maggioranza di garantire al provvedimento un «normale» percorso in aula come invece è accaduto nell'altro ramo del Parlamento.
Abbiamo sentito molti colleghi del centrodestra lamentare, di fronte al ricorso alla fiducia, la mortificazione del ruolo del Parlamento.
Sono osservazioni di cui tenere conto, ma non sarà inutile ricordare che il mancatoPag. 174rispetto delle prerogative del Parlamento è stato il segno distintivo di cinque anni di Governo di centrodestra, caratterizzati da un diluvio di leggi delega e da ripetuti passaggi blindati della legge finanziaria, nonostante i numeri, in entrambe le Assemblee del Parlamento, rendessero possibile un iter normale dal punto di vista istituzionale.
Comunque, riteniamo che esista un problema di organizzazione della sessione di bilancio e dei Regolamenti che la disciplinano, per dare più possibilità alle Camere di svolgere una sessione di bilancio che non presenti le criticità di cui anche quest'anno abbiamo sofferto.
Al riguardo sollecitiamo la ripresa della discussione del progetto di legge che noi Popolari-Udeur abbiamo presentato in materia.
Ciò è necessario se vogliamo evitare che a partire dal prossimo anno il Parlamento debba essere costretto ancora a votare la fiducia su provvedimenti di finanza pubblica.
Ciò non toglie che le Commissioni abbiano svolto un eccellente lavoro e che la discussione e il confronto non siano mancati.
È giusto, inoltre, apprezzare il fatto che la Commissione bilancio dopo tanti anni ha concluso i suoi lavori con un testo coerente rispetto al quale i maxiemendamenti presentanti dal Governo sono sostanzialmente fedeli.
La manovra che oggi approveremo rappresenta l'atto di Governo più importante di questa coalizione, nel suo esame combinato con i relativi collegati, e non solo è coerente con il programma presentato agli elettori, ma è anche utile per sostenere concretamente il processo di ripresa dell'economia italiana che in questi diciotto mesi ha già centrato importanti obiettivi.
Una cosa è certa. I conti sono in ordine, il deficit è ridotto alla metà, il debito pubblico comincia a scendere, il prodotto interno lordo cresce con un tasso che è il più alto degli ultimi sei anni.
A nome del mio gruppo, i Popolari-Udeur, mi limiterò a ricordare alcune delle importanti misure contenute nel provvedimento che ci apprestiamo a votare e che abbiamo voluto e sostenuto con la presentazione di specifici emendamenti.
Innanzitutto, mi riferisco alle provvidenze che sono state erogate al Telefono Azzurro, ente di particolare importanza sociale che tutela i soggetti più deboli della società, i minori. Ritengo che questa nostra proposta, soprattutto in un delicato periodo storico come quello attuale, in cui il fenomeno dello sfruttamento dei bambini a scopi criminali sembra essersi acuito, rappresenti un vero e proprio traguardo.
Un'altra nostra proposta emendativa è quella relativa al settore dei mutui ed è volta a dare un po' di serenità a tutte quelle persone, di solito giovani coppie e coloro che con grande sacrificio economico hanno contratto un mutuo per l'acquisto della prima casa, che si trovano in un periodo di particolare difficoltà.
Noi Popolari-Udeur abbiamo anche presentato un emendamento volto ad ottenere un fondo per sostenere la realizzazione di un parco ferroviario in grado di sostenere la mobilità dei disabili sull'intero territorio nazionale in quanto trattasi di persone che quotidianamente incontrano serie difficoltà ad affrontare anche brevi tratti di strada a causa della mancanza di mezzi adatti alle loro particolari esigenze. E a questo proposito noi non possiamo continuare a fare finta di niente, perché è un problema reale che noi non possiamo ignorare e al quale dobbiamo dare risposte concrete ed immediate.
Il provvedimento contiene molte importanti misure che vanno dalla class action al riutilizzo delle risorse derivanti dalla lotta all'evasione fiscale per sconti ICI e interventi in favore delle famiglie, con bonus per le famiglie numerose, alla semplificazione e alla riduzione dei costi fiscali per le imprese.
Un forte impulso arriva anche sul fronte delle infrastrutture e della ricerca.
Vi è una novità sul fronte degli affitti per gli inquilini a basso reddito e per i giovani under 30 che vogliono andare a vivere da soli, mentre per la prima volta si istituisce un apposito fondo che dà un po' di ossigeno e di respiro a tutte quelle famiglie che con fatica hanno contratto unPag. 175mutuo per l'acquisto della prima casa e, a causa delle difficoltà del momento, potrebbero avere problemi con il pagamento puntuale ed effettivo delle rate alla loro scadenza naturale.
È prevista una detrazione aggiuntiva fino a un massimo di 200 euro per l'abitazione principale, che non si applica per ville, case di lusso e castelli.
Negli uffici pubblici si parlerà al telefono tramite Internet e le lettere saranno sempre più sostituite dalle e-mail.
Arriva un nuovo regime fiscale per i contribuenti minimi, mentre per le imprese vi è un taglio dell'Ires dal 33 al 27,5 per cento e l'alleggerimento dell'Irap, con un allargamento della base imponibile delle imprese accompagnato dalla riduzione generalizzata dell'aliquota dal 4,25 al 3,9 per cento.
Sono previste anche agevolazioni per piccole imprese e microimprese che operano in quartieri degradati delle città.
Concludo, quindi, ribadendo il sostegno e il voto favorevole che noi, Popolari-Udeur, daremo con convinzione a questo provvedimento, che a nostro avviso si pone nella giusta direzione di tracciare un equilibrato bilanciamento tra le esigenze di risanamento di cui necessita il nostro paese e quelle di una più equa distribuzione della ricchezza.
L'auspicio che noi facciamo a questo Governo è che si prosegua dunque per questa strada e che il nostro lavoro possa essere ancora migliorato nel tempo.
STEFANO PEDICA. Onorevoli colleghi, vorrei ribadire quello che ho dichiarato pochi giorni fa, e cioè che avremmo potuto in questa finanziaria fare di più e meglio in riferimento all'introduzione della class action in Italia, provvedimento che, a mio avviso, doveva continuare a essere discusso nella Commissione parlamentare di competenza, e non imposto, o accidentalmente approvato al Senato, in fretta e furia nei tempi stretti e blindati di una legge finanziaria. Uno strumento importantissimo, ma che, ahimè, così come concepito, risulterà poco utilizzabile o inutilizzato dal cittadino, e, in poche parole, se tutto poteva cambiare, si rischia di non cambiare effettivamente niente.
Avrei voluto un modello di class action che realmente garantisse i cittadini contro i soprusi e le truffe, e contro i crimini perpetrati contro una pluralità di soggetti. Ribadisco che, se davvero si voleva inserire una vera azione risarcitoria collettiva in Italia e non solamente un'altra legge inutile perché monca, il risarcimento del danno per le vittime doveva essere automatico e conseguente alla vittoria della causa, questo è il punto fondamentale. E invece il truffato, con questa legge, quando il giudice dichiarerà la certezza della truffa, non verrà risarcito automaticamente, ma dovrà cercarsi, da solo - ripeto: da solo - un avvocato, pagarlo, e chiedere il risarcimento del danno, che rischia di essere inferiore alla parcella che dovrà pagare per la singola azione legale.
Una legge, una buona legge, doveva tutelare fino alla restituzione del denaro senza far spendere ulteriori soldi a chi ha subito il danno. Questa è la tutela che per cui da un anno e mezzo sto combattendo contro l'indifferenza generale della politica.
Detto questo, prendo atto che non si è voluto e potuto fare di più. Per queste ragioni, pur avendo votato convintamente la fiducia al Governo in occasione della votazione su tutti i maxi-emendamenti, ritengo che almeno una voce debba esprimere in questa aula, con l'astensione nel merito del provvedimento, l'invito a colmare, non appena possibile, le lacune evidenziate.