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Deliberazione sulla richiesta di stralcio relativa alle proposte di legge nn. 525, 662, 663, 665, 1122, 1266, 1323 e 1333.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la deliberazione su una richiesta di stralcio.Pag. 70
La II Commissione (Giustizia), nel corso dell'esame delle proposte di legge C. 525 ed abbinate, in materia di concessione di amnistia e di indulto, ha deliberato di chiedere all'Assemblea lo stralcio delle disposizioni in materia di amnistia, ovvero: degli articoli 1 e 3 della proposta Buemi ed altri n. 525; degli articoli 1, 2, 3, 4 e 6 della proposta Boato n. 662; degli articoli 1, 2, 3, 4, 5 e 7 della proposta Boato n. 663; degli articoli 1, 2, 3, 4, 5 e 11 della proposta Forlani ed altri n. 665; degli articoli 1, 2 e 3 della proposta Giordano n. 1122; degli articoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 16 e 17 della proposta Capotosti n. 1266; degli articoli 1, 2, 3, 4, 5, 8 e 10 della proposta Crapolicchio n. 1323; degli articoli 1, 2, 3, 4, 5 e 8 della proposta Balducci e Zanella n. 1333.
Sulla richiesta di stralcio ha chiesto di parlare contro il deputato Donadi. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori esprimerà un voto contrario su questa proposta di stralcio, in quanto riteniamo che, con o senza stralcio, il provvedimento di indulto - come anche quello riguardante l'amnistia, ad esso originariamente collegato - non sia accettabile da chi in questo Parlamento (e mi auguro che ciò riguardi un numero più ampio dei componenti il nostro gruppo) ritiene che in questo paese si debba ancora tenere alto il significato e il valore della legalità.
Presidente, il nostro non è un voto contrario dettato da ragioni di cosiddetto giustizialismo. Diciamoci la verità, siamo di fronte ad un provvedimento di indulto del quale noi stessi conosciamo le ragioni, legate ad un sovraffollamento delle nostre carceri che ormai è divenuto insostenibile.
Tuttavia, prevedere un provvedimento di indulto - dunque, un atto di clemenza - non per ragioni proprie di clemenza, ma per motivi di necessità, dovuta al numero esorbitante di detenuti rispetto alla capienza del sistema carcerario, non può costituire una giustificazione per inserire all'interno di tale testo anche reati e situazioni di carattere generale che nulla hanno a che vedere con le motivazioni di diminuzione della pressione carceraria.
In Commissione giustizia, abbiamo avanzato richieste precise affinché dal provvedimento di indulto fossero cancellati... Chiedo scusa, ci farebbe piacere se, almeno dai banchi della nostra maggioranza, ci fosse un po' di attenzione sulla problematica che poniamo, ma evidentemente l'interesse non c'è!
Noi abbiamo chiesto che alcune tipologie di reati - mi riferisco ai reati contro la pubblica amministrazione, ai reati societari (falso in bilancio e analoghi) e fiscali - fossero escluse dal contenuto di un provvedimento che, come ho già detto, ha come giustificazione chiara, esplicita e più volte ribadita (in quest'aula e fuori da essa, anche utilizzando i mezzi di comunicazione), non la volontà di approvare un atto di clemenza, ma una necessità.
Ebbene, non vediamo la necessità di includere nel campo di applicazione del provvedimento le indicate tipologie di reati, che, da quanto abbiamo potuto apprendere a seguito di una prima, parziale indagine dei nostri uffici, vedono reclusi nelle carceri italiane - per tutte e tre le tipologie che ho menzionato - da 35 a 70 persone in tutto! Non crediamo che liberare un numero così limitato di persone, peraltro a costo di rimettere in discussione tre punti cardine del programma dell'Unione (mi riferisco alla volontà di contrastare il problema dell'evasione fiscale, cresciuta in questi anni, alla necessità di contrastare le mille speculazioni dei tanti «furbetti del quartierino», pagate dal milione di famiglie italiane truffate negli ultimi dieci anni, nonché alla necessità di contrastare fenomeni di corruzione e di degenerazione nella pubblica amministrazione), giustifichi l'inclusione dei suddetti reati nel provvedimento di indulto.
Questi sono i motivi per cui oggi voteremo «no». Qualora non si fosse trattato, come invece si tratta, di un atto trasversale espressione di una maggioranza nata e formatasi in quest'aula, ma di un atto del Governo e della maggioranza, avremmo immediatamente tratto le doverose conseguenze dal mancato accoglimento delle Pag. 71nostre proposte e dalla grave violazione dei patti costitutivi dell'accordo di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, con il massimo rispetto per il collega Donadi, che, ovviamente, si è pronunciato del tutto legittimamente, poco fa, contro la proposta di stralcio, nell'invitare l'Assemblea ad esprimere, invece, un voto favorevole sulla proposta della Commissione giustizia, desidero ricondurre la discussione nell'ambito appropriato.
Il collega Donadi si è riferito a questioni legittime, ma di merito. Esse riguardano la portata del provvedimento di indulto, che, come tutti sappiamo, è all'esame della Commissione giustizia di questa Camera. Poiché l'orientamento maturato all'interno della Commissione non può essere di maggioranza politica di Governo (l'articolo 79 della Costituzione, nel testo in vigore dal 1992, prevede che i provvedimenti di amnistia e/o di indulto siano approvati con la maggioranza dei due terzi dei componenti delle Camere, per cui è necessario che, in relazione a tali provvedimenti, si formi un'ampia maggioranza parlamentare che vada ben al di là di quella di Governo), e poiché in seno alla Commissione giustizia è maturato un orientamento favorevole alla predisposizione per l'Assemblea, nel corso della prossima settimana, di un testo riguardante, in questa fase, esclusivamente l'indulto, logica istituzionale e legislativa vuole che tutti gli aspetti delle numerose proposte di legge che lei, signor Presidente, ha elencato poco fa, tutti gli articoli delle proposte concernenti un eventuale provvedimento di amnistia, siano stralciati; in caso contrario, sarebbe necessario, per tutti i proponenti o per altri colleghi, ripresentare altre proposte di legge riguardanti la materia dell'amnistia.
Quindi, rinviando il dibattito di merito, che il collega Donadi ha voluto introdurre poco fa, all'esame in sede referente in Commissione giustizia (e, successivamente, all'esame in Assemblea), invito la Camera ad approvare la semplice proposta di stralcio. Ciò comporterà che giunga in Assemblea, la prossima settimana, un provvedimento esclusivamente limitato all'istituto dell'indulto. Nei prossimi mesi, la Commissione valuterà l'opportunità di affrontare anche la tematica dell'amnistia, che rimarrà formalmente aperta in virtù dello stralcio che ci accingiamo a votare.
Quindi, invito i colleghi a votare a favore della proposta di stralcio.
PRESIDENTE. Poiché sono state avanzate alla Presidenza numerose richieste di intervento, ai sensi dell'articolo 45 del regolamento, darò la parola ad un rappresentante per ciascun gruppo che ne faccia richiesta.
Inviterei i deputati che prendono la parola a farlo nel modo più conciso possibile, ricordando a tutti che subito dopo si svolgerà una discussione assai impegnativa: quella conseguente all'informativa urgente del Governo sulla situazione in Medio Oriente.
Ha chiesto di parlare il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, raccolgo il suo invito all'estrema sintesi. Vorrei annunziare che il gruppo di Alleanza Nazionale non é favorevole alla richiesta di stralcio delle disposizioni in questione dal provvedimento originario; tuttavia, si asterrà, con una semplice motivazione. Abbiamo manifestato un'apertura rispetto alla possibilità di esaminare con attenzione la proposta di votare il provvedimento sull'indulto. Abbiamo rivolto all'esecutivo, ai promotori del provvedimento, alcune richieste. Abbiamo sottolineato la necessità di intervenire sui presupposti necessari a farci compiere tale sforzo, primo tra tutti (lo voglio ripetere) la prosecuzione di quanto è già stato fatto riguardo alla situazione di emergenza e, in particolare, agli interventi avviati nella passata legislatura e sostenuti finanziariamente dal Governo Berlusconi a favore delle vittime del dovere. Abbiamo anche Pag. 72chiesto, in maniera molto chiara e sintetica, che il provvedimento di indulto fosse accompagnato da una statuizione di non applicazione ai plurirecidivi e che venissero quantificate, fin dal prossimo Documento di programmazione economico-finanziaria, le risorse da investire sui fronti prima annunziati, ossia l'edilizia carceraria e la legge sulle vittime del dovere. Queste ed altre proposte non sono state minimamente degnate di attenzione.
A questo punto, lo stralcio per noi è indifferente. Ci apprestiamo a votare contro l'indulto; lo dico chiaramente: contro l'indulto, così come viene proposto. Dunque, ci è del tutto indifferente la proposta di stralcio. Per tale motivo, adotteremo una posizione di astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forgione. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FORGIONE. Signor Presidente, colleghi deputati, il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, voterà a favore dello stralcio riguardante la misura dell'indulto. Credo sia un atto dovuto a livello di civiltà, civiltà da ricostruire nelle carceri del nostro paese, che oggi versano in una condizione di sovraffollamento inaccettabile, una condizione priva di una rete di diritti che non possono essere cancellati neanche nell'espiazione di una pena. Credo che di questo - ne parleremo entrando nel merito del provvedimento - dobbiamo tenere assolutamente conto.
C'è un'attesa nel nostro paese, nelle carceri e non solo. Mi riferisco alle dichiarazioni del ministro, alla conclusione della passata legislatura con il provvedimento sull'amnistia, al dibattito che si è sviluppato in questi mesi e che credo richieda a questo Parlamento un atto di clemenza, come hanno saputo fare le Camere nei momenti alti della storia di questo paese e di questa Repubblica.
Pur tuttavia, pronunciandoci a favore dello stralcio della misura relativa all'indulto, non possiamo non rimarcare, come crediamo, che questa misura rimane monca se il Parlamento non affronterà in termini brevissimi anche il provvedimento di amnistia. È un tema che riproponiamo alla ripresa dei lavori; lo abbiamo riproposto nella Commissione giustizia. Lo faremo nel momento in cui il Governo proporrà una riforma del codice penale avviandosi così ad una ridefinizione del sistema delle sanzioni penali, coerentemente con le trasformazioni sociali intervenute nel paese.
Rispetto a ciò, credo che questo Parlamento debba assumere impegni precisi.
Avremmo voluto un provvedimento di indulto diverso rispetto a quello che verrà sottoposto all'esame dell'Assemblea e che, attualmente, è in discussione presso la Commissione giustizia. Avremmo voluto, ad esempio, estenderlo a tutti i reati connessi con gli anni di piombo, per rispondere ad un dibattito che più volte ha impegnato in modo trasversale le forze politiche non solo in Parlamento, ma anche al di fuori di esso.
Tuttavia, pensiamo che questo sia un primo importante passo per la ricostruzione di una civiltà giuridica del nostro paese e per dare una risposta positiva ai problemi del carcere, che rappresenta solo una parte della risposta più complessiva che dovremo fornire in ordine alla riforma dell'ordinamento (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, questo dibattito, evidentemente, non si avvia oggi: non siamo all'anno zero. Tale dibattito ha avuto un prologo durante il periodo natalizio dello scorso anno. In quella circostanza, come Presidente della Camera, mi trovai a dire che non vi erano le condizioni per un provvedimento di clemenza, come successivamente dimostrò il dibattito in Assemblea, che mi sembra si svolse il 27 dicembre.
In questa occasione, ci troviamo, ancora una volta, a fare i conti con un tema - collega Donadi, me lo consenta - che Pag. 73non riguarda, come lei stesso ha ricordato, l'attenuazione di un principio di legalità che va salvaguardato sempre e comunque, bensì riguarda le condizioni disumane esistenti nelle carceri italiane. Ora, mi chiedo se vogliamo ricominciare tale dibattito, tra l'altro, dopo le impegnative dichiarazioni del ministro della giustizia. Quest'ultimo, a mio parere, è stato anche un po' troppo coraggioso, perché forse nelle carceri certi temi è bene non evocarli. Certi provvedimenti il legislatore o li fa oppure non li preannuncia!
Oggi, ci troviamo nella condizione di fare i conti con questa realtà sociale, con il rischio - che intravedo nelle sue parole - di ricominciare il balletto degli equivoci e gli argomenti tipici delle campagne elettorali, in un dibattito che non appartiene alla campagna elettorale. La campagna elettorale è finita, cari colleghi! È molto onesto che ci sia chi, come l'onorevole La Russa, afferma di essere contrario a prescindere, e rispetto questa posizione. Non la condivido, ma la rispetto.
Tuttavia, se si ritiene che oggi dobbiamo entrare nel merito della tipologia dei reati ed esprimere un giudizio positivo o negativo, allora, seguendo la stessa strada, si dovrebbe affrontare anche la questione, posta dal collega di Rifondazione Comunista, concernente i cosiddetti anni di piombo. Ma non lo dobbiamo fare! Non lo abbiamo fatto! Abbiamo un senso di responsabilità che ci deve portare in questa Assemblea ad assumere una decisione chiara: o «sì» o «no». Tutto il resto, secondo me, non ci deve e non ci può appartenere.
In caso contrario, ancora una volta, avremo dimostrato che questo Parlamento - e non solo quello della precampagna elettorale - è imprigionato in una logica che poco ha a che fare con la pelle dei detenuti e che ha molto più a che vedere con gli interessi dei nostri partiti [Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di Forza Italia].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, il problema della legalità riguarda certamente i cittadini, ma nella fattispecie riguarda anche lo Stato. Di qui nasce la necessità di sfasare l'esame dei due provvedimenti: quello relativo all'amnistia e quello concernente l'indulto.
Ci troviamo in una situazione particolarmente grave di inadempienza da parte dello Stato rispetto ai principi costituzionali e alle leggi ordinarie del nostro paese. Vi è, quindi, la necessità di ricondurre ad una condizione di normalità la situazione esistente nelle carceri. In tal senso, la Commissione giustizia della Camera ha ritenuto di richiedere lo stralcio, dal provvedimento in oggetto, delle parti relative all'istituto della amnistia, affinché esso possa essere più celermente approvato.
Ciò fermo restando l'impegno, assunto sia dal relatore, sia dalla stessa Commissione giustizia, di portare al più presto all'esame dell'Assemblea anche un provvedimento di amnistia, poiché la concessione dell'indulto senza varare una amnistia costituisce un intervento zoppo, nonché irrazionale. Esiste l'esigenza di applicare entrambi gli istituti, anche se, per lo stato di necessità che ho precedentemente rappresentato, si impone al momento la separazione delle due misure di clemenza (Applausi dei deputati del gruppo de La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo per ribadire che il gruppo della Lega Nord Padania è contrario alla richiesta di stralcio avanzata; al contempo, vogliamo esprimere, in questa sede, la nostra contrarietà all'adozione di qualsiasi provvedimento di clemenza, sia che si tratti di amnistia, sia che si tratti di indulto. Ritengo giusto assumere una posizione precisa e chiara in tale materia: o si è a favore o si è contro, e su tale aspetto mi trovo perfettamente d'accordo con l'onorevole Casini.
Vorrei formulare, tuttavia, un'ulteriore considerazione. Oggi ci troviamo ad affrontare Pag. 74tali questioni in Assemblea proprio perché, onorevole Casini, la campagna elettorale è finita. Infatti, voi, che nella passata legislatura ritenevate di approvare comunque provvedimenti clemenziali di questo tipo, non avete avuto il coraggio di andare fino in fondo, nonostante la cosiddetta marcia di Natale e tutte le attese suscitate nella popolazione carceraria che non siete riusciti a soddisfare.
Adesso che la campagna elettorale è conclusa, è chiaro che si può adottare anche una scelta impopolare, come quella alla nostra attenzione. È vero che, quando si parla di provvedimenti di amnistia e indulto, si cerca di offrire una soluzione tampone al problema del sovraffollamento carcerario, tuttavia vorrei far presente che si varano misure assolutamente pericolose per la sicurezza dei cittadini. Ricordo che, negli anni passati, quando tali istituti sono stati applicati, abbiamo registrato un indice di recidiva altissimo! Chi viene rimesso in libertà senza aver completato il proprio processo di rieducazione, infatti, purtroppo torna ad essere facile vittima della criminalità!
Per quanto riguarda la condizione difficile delle nostre carceri, allora, starei attenta a parlare di «disumanità»; magari, esistono situazioni sicuramente particolari, ma vorrei ricordare che, nei cinque anni della passata legislatura, molto è stato realizzato per migliorare le condizioni di vivibilità all'interno dei penitenziari.
Pertanto, non ritengo giusto scaricare la responsabilità del sovraffollamento carcerario sui cittadini onesti e sulle vittime dei reati, le quali, ancora una volta, in questa Assemblea risulteranno essere silenti, dimenticate ed offese due volte (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania)! Esse, infatti, sono state offese nel momento in cui hanno subito il reato e saranno egualmente offese quando lo Stato rimetterà in libertà il loro aguzzino! Sono altre, a nostro avviso, le strade da seguire per contrastare il sovraffollamento nei penitenziari!
Il ministro Mastella non è stato così chiaro riguardo a ciò che vorrà compiere nel corso di questa legislatura. Egli, infatti, non ha parlato chiaramente, come ha fatto l'ingegner Castelli, di un piano certo a favore dell'edilizia carceraria! Non ha detto che vuole far applicare in modo rigido la cosiddetta legge Bossi-Fini, la quale prevede, ad esempio, la conversione delle pene detentive fino a due anni in un provvedimento immediato di espulsione! Non ha affermato, inoltre, di voler continuare lungo la strada degli accordi bilaterali con i paesi dell'area balcanica e del Maghreb, al fine di far scontare ai detenuti extracomunitari la pena a casa propria!
Noi attendevamo risposte su tali questioni, nonché rispetto alla questione della depenalizzazione. Intanto, voi trovate la scorciatoia o la via breve. Oggi assistiamo allo stralcio di parti del provvedimento di clemenza alla nostra attenzione semplicemente per risolvere problemi all'interno della vostra maggioranza. La volta scorsa, infatti, abbiamo visto che vi era qualcuno a favore dell'indulto ma non della amnistia; Forza Italia, invece, insisteva sul fatto che non poteva esservi indulto senza la concessione dell'amnistia.
Adesso, avete stipulato un accordo politico abbastanza «trasversale», che troverà applicazione con il provvedimento di indulto, sul quale ribadiamo comunque la nostra contrarietà. Si tratta sicuramente della via più breve per approvare un provvedimento tampone, che rimetterà in libertà detenuti che hanno commesso anche reati pericolosi.
Avete sicuramente compiuto una selezione oggettiva dei crimini, come la violenza sessuale ed i reati connessi alla pedofilia o alla mafia, come peraltro ha affermato il ministro Mastella.
Però usciranno anche come fine pena coloro che hanno commesso degli omicidi, così come coloro che hanno commesso reati finanziari. Cosa dice al riguardo l'Italia dei Valori? Vedremo nel prosieguo del dibattito in Commissione.
Tutto ciò dunque per motivare la nostra netta e decisa contrarietà alla proposta di stralcio in esame (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Alleanza Nazionale).