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Seguito delle comunicazioni del Governo sulla situazione politica generale.
Nella seduta del 22 gennaio 2008 il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione della risoluzione Soro n. 6-00029.
(Dichiarazioni di voto)
VALDO SPINI (Misto-SocpC). Nel dichiarare che la sua componente politica concederà la fiducia al Governo, invita il Presidente del Consiglio a predisporre un nuovo programma con iniziative adeguate ad affrontare le imminenti delicate scadenze politico-istituzionali e volte a recuperare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni.
GIORGIO LA MALFA (Misto-RLR). Ricordate le divergenze interne alla maggioranza, evidenziate anche dalle recenti dichiarazioni del segretario del Partito democratico, sottolinea il carattere fallimentare dell'azione politica del Governo.
TEODORO BUONTEMPO (Misto-Destra). Nell'esprimere apprezzamento per la volontà del Presidente del Consiglio di rimettere al Parlamento la decisione circa la sopravvivenza del Governo, rileva che, ove fossero rassegnate le dimissioni dell'Esecutivo prima del dibattito al Senato, si dovrebbe convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo per valutare se sia utile proseguire la discussione in corso.
SIEGFRIED BRUGGER (Misto-Min.ling.). Nel prendere atto con sconcerto della crisi di Governo, ritiene che nonostante le oggettive difficoltà l'Esecutivo abbia comunque intrapreso un percorso volto a far crescere il Paese. Stigmatizzati, quindi, i comportamenti che hanno condotto alla crisi in corso, giudica necessario che il Governo prosegua la propria azione al fine di attuare gli impegni assunti con la legge finanziaria e di varare una legge elettorale che consenta di superare la grave crisi del sistema politico italiano. Dichiara, pertanto, che la sua componente politica confermerà la fiducia al Governo.
GIUSEPPE MARIA REINA (Misto-MpA). Nel ritenere che l'azione dell'Esecutivo non abbia fornito risposte adeguate ai problemi del Paese, segnatamente a quelli che affliggono le regioni del Mezzogiorno,Pag. IV dichiara che la sua componente politica negherà la fiducia al Governo.
PAOLO CIRINO POMICINO (DCANPSI). Rileva che la grave crisi politica in atto, resa evidente dalle dichiarazioni del segretario del Partito democratico, deriva da una malintesa idea di coalizione in base alla quale l'adesione ad un programma elettorale può superare le naturali diversità tra i partiti. Osservato, quindi, che le due possibili soluzioni della crisi sono costituite da una grande coalizione politica a termine o dal ricorso immediato alle urne, dichiara che il suo gruppo negherà la fiducia al Governo.
ANTONIO SATTA (Pop-Udeur). Nel ribadire l'apprezzamento al Presidente del Consiglio per essersi rimesso alle determinazioni del Parlamento relativamente alla sorte del Governo, stigmatizza l'aggressione, anche mediatica, posta in essere contro esponenti della sua parte politica, con l'obiettivo di delegittimarli. Ricordato altresì l'impegno proficuo dell'ex Ministro Mastella nel ristabilire il giusto equilibrio nel rapporto tra potere giudiziario e potere legislativo, esprime un giudizio non del tutto positivo sull'operato del Governo, che è stato condizionato dalla necessità di pervenire a continue ed estenuanti mediazioni. Sottolineato inoltre il continuo logoramento dell'Unione, dovuto anche al comportamento egoistico del partito di maggioranza relativa in occasione del confronto sulla riforma elettorale ed alle iniziative assunte dalle forze della sinistra radicale, osserva che la sua parte politica si colloca al centro dell'arco parlamentare e contribuirà al suo allargamento, al fine di garantire al Paese un Governo stabile. Dichiara infine che il suo gruppo non parteciperà alla votazione sulla fiducia.
ANGELO BONELLI (Verdi). Espresso apprezzamento per le comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio, giudica incomprensibile ed irragionevole la decisione dell'Udeur di uscire dalla maggioranza. Ritiene, inoltre, necessario procedere ad una riforma della pubblica amministrazione, che si ponga quale obiettivo prioritario il perseguimento dell'interesse dei cittadini, superando il diffuso malcostume che caratterizza la politica del Paese. Richiamati, infine, i positivi risultati conseguiti dall'Esecutivo, dichiara che il suo gruppo confermerà la fiducia al Governo.
MASSIMO DONADI (IdV). Nel dichiarare che il suo gruppo confermerà con convinzione la fiducia al Governo, richiama i positivi risultati raggiunti dall'Esecutivo in termini di risanamento dei conti pubblici, di lotta all'evasione fiscale e di maggiore equità sociale. Auspica, quindi, che il Governo possa continuare ad operare nell'ambito dell'attuale alleanza politica.
OLIVIERO DILIBERTO (Com.It). Nel constatare come la responsabilità dell'attuale crisi politica sia da ascrivere non alla sinistra della coalizione bensì alla sua componente più conservatrice, ritiene che contro l'Esecutivo si siano schierati i «poteri forti» e la maggioranza del Partito democratico. Invita dunque il Presidente del Consiglio a far valere le ragioni del suo Governo a tutta la coalizione ed a proseguire con maggiore determinazione nell'attuazione del programma elettorale dell'Unione. Dichiara quindi che il suo gruppo continuerà a sostenere l'Esecutivo in quanto unico legittimato a governare, manifestando l'indisponibilità dei Comunisti Italiani a qualsivoglia altra ipotesi di Governo di transizione; ritiene infatti che, se l'attuale Esecutivo non dovesse restare in carica, l'unica soluzione possibile sarebbe il ricorso alle elezioni anticipate.
ROBERTO VILLETTI (SocRad-RnP). Ricordati gli importanti risultati conseguiti dal Governo anche in ambito internazionale, nonostante la pesante eredità ricevuta dal precedente Esecutivo di centrodestra, ritiene che le forze politiche della coalizione dovrebbero trovare nei valori fondamentali sanciti dalla Costituzione, richiamati stamane dal Presidente della Repubblica, l'ispirazione per una forte Pag. Vspinta riformatrice finalizzata a completare i necessari investimenti nei settori dell'istruzione e della ricerca, nonché a garantire il carattere laico delle istituzioni. Nell'ascrivere quindi la responsabilità della crisi di Governo non soltanto al Ministro Mastella ed all'abbandono della maggioranza da parte dell'Udeur, ma anche al lungo e progressivo logoramento della coalizione, acuitosi di recente a seguito delle dichiarazioni del segretario del Partito democratico, auspica che il Presidente del Consiglio riesca ad evitare l'interruzione della legislatura, giudicando, peraltro, concretamente impraticabile l'ipotesi di un Governo istituzionale.
TITTI DI SALVO (SDpSE). Nel dichiarare che il suo gruppo confermerà la fiducia al Governo, manifesta apprezzamento per la scelta del Presidente del Consiglio di avviare la discussione sulla crisi in atto di fronte al Parlamento. Evidenziato, quindi, l'attuale stato di profonda sfiducia dei cittadini verso le istituzioni, giudica opportuno promuovere un forte rinnovamento per restituire credibilità alla politica, la quale dovrebbe essere al servizio del Paese e rispondere alle legittime aspettative dei cittadini. Paventate, infine, le deleterie conseguenze di un'interruzione della proficua azione svolta dal Governo, segnatamente per quanto riguarda la lotta all'evasione fiscale e l'avvio di un processo di redistribuzione delle risorse, sottolinea la necessità di un rapido esame parlamentare dei provvedimenti relativi al conflitto di interessi e alla cosiddetta riforma Gentiloni.
ROBERTO MARONI (LNP). Esprime assoluta indignazione per l'improponibile difesa del Presidente del Consiglio in merito all'azione del suo Governo, che ha creato le premesse di un progressivo degrado delle condizioni sociali del Paese, in particolare della Padania, manifestando altresì imbarazzo per le tragiche iniziative assunte dall'Esecutivo a fronte dell'emergenza rifiuti in Campania, nonché per l'inefficacia della sua azione in materia di infrastrutture e di sicurezza. Nel sottolineare, altresì, la gravità degli interventi sul sistema pensionistico, che hanno leso i diritti dei lavoratori, auspica il ricorso alle elezioni politiche anticipate (I deputati del gruppo della Lega Nord Padania espongono copie del quotidiano La Padania recanti in prima pagina il titolo «Elezioni!»).
Evidenzia infine il carattere rissoso ed intollerante dell'attuale maggioranza, la cui azione si è posta in contrasto con gli interessi dei cittadini (Dai banchi del gruppo della Lega Nord Padania si scandisce reiteratamente: «Elezioni!»).
PIER FERDINANDO CASINI (UDC). Rilevato che le recenti dichiarazioni del segretario del Partito democratico, nel certificare, di fatto, il fallimento dell'esperienza di Governo dell'Unione, costituiscono la migliore confutazione dei meriti trionfalisticamente rivendicati dagli esponenti del centrosinistra, dichiara che il suo gruppo negherà la fiducia all'Esecutivo, preannunziando analogo orientamento all'esito del dibattito che avrà luogo presso il Senato. Stigmatizzata quindi l'ostinazione che ha connotato l'azione del Presidente del Consiglio, il quale non ha voluto trarre le doverose conseguenze, nel corso della legislatura, dal comportamento contraddittorio della maggioranza che avrebbe dovuto sostenerlo, né intende dimettersi prima del voto al Senato, evidenzia la difficoltà di individuare soluzioni alternative alle elezioni, attese le posizioni non omogenee assunte da importanti esponenti del Partito democratico, primo responsabile del fallimento del Governo, con riferimento all'eventuale riforma della legge elettorale.
FRANCESCO GIORDANO (RC-SE). Espresso apprezzamento per la scelta del Presidente del Consiglio di avviare la discussione sulla crisi in atto dinanzi al Parlamento, stigmatizza l'inaffidabilità e gli intenti trasformistici manifestati dal centro moderato appartenente alla coalizione di centrosinistra. Sottolineata altresì la necessità di salvaguardare il valore inviolabile dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura, esprime indignazionePag. VI per le mancate dimissioni del presidente della regione Sicilia Cuffaro, che confermano la sussistenza di una profonda questione morale. Nel ricordare, quindi, la preoccupante crisi sociale in cui versa il Paese, ritiene che sia in atto una vera e propria emergenza democratica ed istituzionale, giudicando pertanto opportuno promuovere con urgenza un profondo rinnovamento per restituire piena credibilità alla politica.
Evidenziata, infine, la necessità di unire le forze della sinistra per rispondere alle legittime aspettative dei cittadini, dichiara che il suo gruppo confermerà la fiducia al Governo.
GIANFRANCO FINI (AN). Nel giudicare assolutamente prive di senso della realtà le dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio, constata che la crisi dell'Esecutivo deriva dall'evidente quadro politico ormai mutato a causa delle insanabili divergenze interne alla maggioranza, che hanno impedito all'Esecutivo di affrontare i reali problemi del Paese. Rilevato che il Governo si è limitato a smantellare le possibili riforme varate nella scorsa legislatura, ritiene che il Presidente del Consiglio, anziché dar vita ad un ignobile «mercato» per conseguire il consenso di alcuni senatori, abbia il dovere morale di rassegnare le dimissioni per consentire l'avvio di una nuova fase politica attraverso il ricorso ad elezioni anticipate.
ELIO VITO (FI). Nel constatare che il Governo, già logorato dalle numerose e spesso insuperabili contraddizioni interne alla maggioranza, si appresta a concludere la propria esperienza a causa della frattura insanabile manifestatasi sul tema delicatissimo dei rapporti tra istituzioni politiche e magistratura, una parte della quale - evidentemente collusa con taluni settori del centrosinistra - ha preteso di dettare temi e tempi dell'azione politica, talvolta prestandosi ad essere utilizzata in maniera strumentale contro i rappresentanti della maggioranza degli italiani, ritiene che il Presidente del Consiglio, ammesso il proprio fallimento, dovrebbe dignitosamente rassegnare le dimissioni, al fine di restituire al popolo la sua sovranità e di consentire all'alleanza di centrodestra di rilanciare l'economia, di sostenere lo sviluppo e di allentare la morsa fiscale che sta strangolando famiglie ed imprese.
ANTONELLO SORO (PD-U). Nell'esprimere apprezzamento e condivisione per la scelta di avviare il confronto sulla crisi in atto dinanzi al Parlamento, evidenzia la pesante situazione dei conti pubblici ereditata dal fallimentare Governo di centrodestra; richiama, quindi, i positivi risultati conseguiti grazie alla proficua azione svolta dall'Esecutivo, confermati, tra l'altro, dalla agenzie internazionali di rating - peraltro, non pienamente percepiti dall'opinione pubblica - con particolare riferimento alla lotta nei confronti dell'evasione fiscale e all'avvio di una politica di redistribuzione della ricchezza al fine di aumentare il potere d'acquisto delle famiglie. Nel ricordare di avere espresso solidarietà personale e politica al Ministro Mastella, fermo restando il rispetto dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura, paventa i rischi di un'interruzione dell'azione di Governo, ritenendo peraltro che le elezioni anticipate non risolverebbero i problemi del Paese. Sottolineata, infine, la necessità di promuovere riforme istituzionali che consentano di superare i vincoli inaccettabili che connotano l'attività del Parlamento e dell'Esecutivo, dichiara che il suo gruppo confermerà la fiducia al Governo.
SALVATORE CANNAVÒ (Misto). Evidenziato l'esito desolante della crisi politica in atto, dichiara che negherà la fiducia al Governo.
PRESIDENTE. Indìce la votazione per appello nominale sulla risoluzione Soro n. 6-00029, sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia.
(Segue la votazione).
Comunica il risultato della votazione:
Presenti e votanti 601
Maggioranza 301
Hanno risposto sì 326
Hanno risposto no 275
(La Camera approva).
Avverte che si intende conseguentemente preclusa la risoluzione Fabris n. 6-00030.
Avverte, altresì, che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata immediatamente.
Sospende pertanto la seduta.
La seduta, sospesa alle 18,15, è ripresa alle 19,35.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI